La pace si conquista ogni giorno, dicendo no alle menzogne

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Le preghiere degli uomini sono una malattia della volontà. La preghiera che implora un particolare rendiconto è viziosa. La preghiera è la contemplazione degli eventi della vita dal punto di vista più elevato. Ė il soliloquio di un’anima che percepisce ed esulta. Ma la preghiera usata come mezzo per ottenere un soddisfacimento privato è un furto e una meschinità. Essa suppone dualismo e non Unità nella natura e nella coscienza. Quando l’uomo sarà uno con Dio, allora non implorerà più, ma trasformerà ogni preghiera in azione.

Ralph Waldo Emerson

Nessuno può fare esperienza per un altro, nessuno;
Nessuno può progredire per un altro, nessuno!”

Walt Whitman

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Un grande no come quello del Parlamento britannico. La prima volta che un governo del Regno Unito subisce una sconfitta in Parlamento in materia di iniziative belliche dai tempi di Palmerston (1784 – 1865)
https://theconversation.com/commons-rejects-cameron-plea-for-syria-strikes-rewrites-special-relationship-17674

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Un grande no come quello dell’ex primo ministro francese Dominique de Villepin in quest’intervista televisiva [in francese]

Tutta l’umanità deve concordare sul fatto che ci stanno mentendo, chiamare le menzogne e le montature con il loro nome e smetterla di servire questi poteri. Gli esempi sono numerosi, da Mandela a Martin Luther King a Étienne de La Boétie a Aung San Suu Kyi. Il semplice atto di non credere alle loro falsità e deriderli li rende impotenti. La loro forza deriva unicamente dal nostro volontario asservimento, dalla nostra credulità, dall’oblio di chi siamo veramente e di quel che potremo fare una volta liberi

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Nessun paese può fare una guerra se la popolazione è contraria e blocca la nazione con scioperi continui, nessun governo/regime può restare al potere se la popolazione non collabora (per questo Assad è ancora lì dopo due anni e mezzo; per questo i golpisti egiziani saranno spazzati via entro primavera e al loro posto s’insedierà un governo misto di unità nazionale, con diversi ministeri assegnati ai fratelli musulmani).

Basta con la scusa che loro e i loro burattinai sono onnipotenti. La colpa è nostra! Votiamo turandoci il naso (voto utile), continuiamo a leggere quotidiani faziosi pro-establishment nella convinzione che è quello che fanno le persone istruite, continuiamo a comprare prodotti delle multinazionali, continuiamo a credere che non ci siano alternative, che così va il mondo, che c’è poco da fare se non ricavarsi una nicchia e rispettare regole e relazioni di potere rivoltanti, ad ogni livello. 

Il nostro futuro è nostro. Siamo noi che lo determiniamo, non loro. Ci volevano far credere che siamo piccoli, deboli, vulnerabili, impotenti e ce l’hanno fatta. Un grande successo. Milioni di persone credono che l’unico cambiamento possa provenire da fuori (da una catastrofe, dagli alieni, dal Cristo, ecc.), non da loro stessi.
Ma, badate bene, se hanno inscenato tutto questo gigantesco teatrino è perché sanno che c’è qualcosa di incredibile potente in noi, che non possono controllare e che non vogliono che scopriamo che c’è e come usarlo.
Altrimenti come si spiegano i loro immensi sforzi? Forse sono loro i piccoli, deboli, vulnerabili, impotenti, perennemente tormentati all’idea del nostro risveglio, della nostra presa di coscienza, della nostra maturazione?
La loro ossessione per il controllo, per la sorveglianza, per la prevenzione è tipica degli insicuri, dei vigliacchi, di chi deve convincersi di essere quello che non è e di poter controllare tutto ciò che lo circonda, perché le incertezze della vita e del futuro lo terrorizzano. I loro think tank, le loro intelligenze artificiali, i loro modelli, i loro media, l’intera macchina della propaganda, della paura, del senso si colpa e di inadeguatezza è costruita a loro immagine e somiglianza.
Il loro è l’unico linguaggio che conoscono: potere, sfruttamento, paura, subordinazione, prevaricazione, possesso, dominio.

Ci accusano di invidiarli, ma le loro esistenze sono l’inferno di chi investe ogni sua energia nel negare ciò che sa essere vero: la destinazione finale è l’estinzione fisica e la perdita di tutta la loro “roba”.

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La macchina della paura e del controllo è comunque riuscita a farci fessi, ossia a farci pensare e agire come loro: reattivamente, aggressivamente, paranoicamente, psicopaticamente, territorialmente. È il cervello rettiliano / R-complex:

http://it.wikipedia.org/wiki/Triune_Brain

Invece di pensare alla vita, agli affetti, ai sogni, alla creatività, inventiva, ecc., siamo sempre più maniacalmente concentrati su ciò che decade, sulla morte, proprio come questi necrofili. Da creatori siamo diventati distruttori, proprio come loro, proprio come ogni essere demonico.

L’orrore di guardarci allo specchio, di capire che il loro mondo ideale, quello delle loro pubblicità e della loro “arte”, è entropico, satanico, privo di qualunque sbocco che non sia l’involuzione e il degrado della coscienza e di tutto il resto. Non c’è nulla, nel loro mondo, per cui valga la pena di battersi. Il loro è un futuro vuoto, fittizio come le loro anime, simulacri di anime.

Sono la pelle di serpente abbandonata dopo la muta, sono un involucro dall’apparenza umana, ma che non pensa, non sente, non si comporta umanamente:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/05/15/cose-il-male/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/04/14/legoista/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/09/16/la-banalita-del-male-e-una-cagata-pazzesca/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/10/28/del-potere-della-pedofilia-del-male-categorico/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/10/15/psicopatia-portami-via-la-gente-ce-lha-sotto-il-naso-ma-non-la-vuole-vedere/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/03/06/alcibiade-il-rottamatore/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/10/tea-party-il-totalitarismo-anarchico-alla-conquista-degli-stati-uniti/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/06/perche-non-ce-pace-perche-non-ce-liberta/

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Intanto un nuovo mondo sta prendendo forma, come frutto collettivo di un diverso modo di intendere il mondo e il nostro ruolo in esso

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/12/20/un-mondo-nuovo-sta-prendendo-forma-canti-da-mat-chants-for-a-nut/

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Una delle ragioni per cui la gente è apatica è per sfuggire alla disperazione. D’altra parte gli speranzosi idealismi non supportati da sano pragmatismo non hanno mai un lieto fine.

Il problema, a mio avviso, è che spesso ci facciamo governare dalla speranza (“l’audacia della speranza”, diceva un Nobel per la Pace degno di Kissinger) e/o dalla disperazione e così affidiamo il nostro destino a queste forze emotive, invece che alla nostra creatività ed inventiva. Paura, senso di colpa, speranza messianica, apatia/indifferenza e disperazione sono probabilmente le migliori armi di distruzione di massa delle coscienze e sono usate precisamente a questo scopo e per indirizzare la civiltà umana sulla via della perdizione, la via dell’egoismo, del materialismo, della violenza, del sopruso, della dismisura.

È per questa ragione che diventa necessario che almeno una minoranza di persone competenti e motivate da buona volontà e dalla volontà di servire l’interesse generale si coordini per realizzare un cambiamento positivo nelle loro rispettive aree di competenza.

Questo può avvenire solo se il pragmatismo sconfigge la disperazione (bastone, poliziotto cattivo) e la speranza fideistica (carota, poliziotto buono) in un cambiamento che non provenga da noi e dalle nostre iniziative.

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Per esempio, una volta che tutto ciò che ostacola la ricerca e lo sviluppo di fonti di energia abbondanti ed economiche – non mi riferisco alle rinnovabili: c’è di meglio: http://peswiki.com/index.php/Main_Page – sarà rimosso, l’intero sistema di infrastrutture e modello socioeconomico globale (che si fonda sul profitto derivato da un regime di scarsità e competizione creato artificialmente – la “decrescita felice” eccita i plutocrati) sarà rivoluzionato in maniera completa e definitiva, a meno che le oligarchie non riescano ad imporre un ulteriore monopolio.

Dobbiamo capire, tra le tante cose, come sostituire un’economia di scarsità e concorrenza basata sulle risorse, in un’economia dell’abbondanza basata sull’energia, ossia l’esatto opposto di quel che crede Luca Mercalli (che è davvero poco stimato tra i ben informati, ma continua ad essere invitato ovunque, purtroppo):

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Molti pensano di dover combattere contro qualcosa, ma quello di cui hanno bisogno è lottare per qualcosa.

Inoltre molti non sanno che farsene dell’ideale della libertà, perché pensa di essere già libera a sufficienza: ciò che li può motivare è la presa di coscienza della loro miseria, o della prospettiva del loro impoverimento. Su questa cosa non possono ingannarsi a lungo, non possono tollerare che così va il mondo e molti ricevono le briciole mentre pochi se la spassano. Se sapessero come potrebbe essere trasformato il mondo una volta che certe tecnologie, conoscenze e risorse fossero rese disponibili, potrebbero cominciare a pensare ad un’esistenza in termini più concreti e lungimiranti.
Capire queste semplici verità e agire conseguentemente significa essere pragmatici, non cinici.
Una minoranza guidata dalla voglia di capire, dalla buona volontà, dall’empatia, dal sapere, dalla capacità di trasformare responsabilmente, costruttivamente e di rendere partecipi tutti, nei loro modi e nei loro tempi, senza paternalismi e autoritarismi neogiacobini (“noi sappiamo cosa è meglio per voi”).
Una maggioranza la seguirebbe a ruota se capisse che è nel suo interesse farlo e se potesse dire la sua
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Nessuna mobilitazione di massa è possibile senza questa presa di coscienza.

Un vantaggio della propaganda immaginifica dei potentati è che ha creato un terreno fertile per immaginare il nuovo in termini concreti anche in persone che non sanno neanche che per andare da Trento a Trieste servono 3 ore d’auto, perché non sono come Massa e Carrara.

Siamo entrati nell’era dei tecno-miti, della mitologia scientifica. Mentre Omero trasmetteva una visione del mondo parlando delle gesta degli eroi e degli avventurieri, gli Omeri del nostro tempo possono avvalersi della fantascienza e delle invenzioni al servizio del nostro spirito, delle nostre coscienze. Le possibilità di cambiamento sono infinite, nel bene e nel male. “Non ci sono alternative” è un mantra che ormai convince solo chi vuole crederlo vero. I nostri orizzonti si stanno espandendo, inesorabilmente: il futuro è sempre più aperto. Si tratta di scegliere e, soprattutto, di voler scegliere, rifiutando la falsa alternativa tra un futuro neo-medievale e un futuro tecnocratico.

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/10/05/la-democrazia-nella-via-lattea-dirittidoveri-di-un-mondo-nuovo/

L’alieno che c’è in me

 

https://twitter.com/stefanofait

 

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una grande parodia di Alien (in dialetto trentino – “Alien e la Sloi”)

https://www.facebook.com/photo.php?v=1234718395084&set=vb.160145756104&type=2&theater

È quindi utile speculare sulle conseguenze delle rivendicazioni di carattere “giuridico” di eventuali extraterrestri, ora che la probabilità della loro esistenza è presa sempre più sul serio

Nassim Nicholas Taleb, The Black Swan: the impact of the highly improbable, 2007

Fidatevi di un alieno dissidente: quando “Nature”, “Huffington Post” e il “World Economic Forum” dicono di prepararsi alla scoperta di vita intelligente nell’universo e a un possibile contatto, è bene prepararsi:

http://www.huffingtonpost.com/2013/02/01/alien-life-discovery-implications_n_2568280.html?utm_hp_ref=weird-news&ncid=edlinkusaolp00000009

Altri segnali che qualcosa bolle in pentola:

http://www.lastampa.it/2013/05/09/blogs/underblog/alieni-reali-o-no-audizione-a-washington-ne-riferisce-il-nytimes-QYJI2NX3zUBJzuITaAMD2O/pagina.html

http://www.repubblica.it/scienze/2013/07/18/news/mitchell_l_uomo_che_sbarc_sulla_luna_il_silenzio_sugli_ufo_deve_terminare-63252277/?ref=HRERO-1

http://misterobufo.corriere.it/

http://www.guardian.co.uk/science/alien-life

Poniamo che entro i prossimi due anni le stesse autorità che vi hanno mentito su molte cose vi informino che “la civiltà umana è restata in contatto con civiltà aliene molto evolute per migliaia di anni. Ci hanno aiutato a svilupparci e ora ci ritengono pronti per unirci a loro”.

Succederà, ve lo dico io (che sono un alieno).

Alcuni si entusiasmeranno e si uniranno ai miei colleghi, spinti da idealismo, dal desiderio di mettere fine alle ingiustizie e alla corruzione e dalla voglia di partecipare alla conquista dello spazio assieme ai “fratelli cosmici”.

Altri si interrogheranno su quali diritti possono esercitare dei Neanderthal rispetto ai Cro-Magnon (siamo quasi indistinguibili da voi).

In pratica nessuno, però è necessario capire che la legge del karma è una realtà universale e quindi la violazione della prima direttiva di Star Trek comporta dei costi:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/05/nessuno-ha-il-diritto-di-comportarsi-come-se-fosse-dio/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/04/17/teologi-in-favore-della-violazione-della-prima-direttiva-di-star-trek/

Ecco come vi comporterete sotto la nostra guida (beh, non mia; io dissento):

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/22/la-verita-sulla-nostra-conquista-di-caprica/

Fosse per me, vi tratteremmo da pari a pari (regola d’oro). Ma gli altri preferiscono il paternalismo (es. Occidente nei confronti del Terzo Mondo) e lo schiavismo.

Le religioni monoteistiche hanno già preparato il terreno. I fondamentalisti cristiani credono nella “Rapture”/“Ascensione” e sono convinti che creature angeliche li condurranno nel Regno di Dio. Servi volonterosi: esiste uno scenario migliore di questo per un imprenditore cosmico? Nessuna violenza è necessaria, il valore della merce non si deteriora. È successo anche con gli Aztechi e il mito di Quetzalcoatl: meraviglia di fronte a certi miracoli, alcool per istupidirli > nessuna resistenza, consegna spontanea di risorse, tesori, donne, ecc. in cambio di perline. Ostracizzazione degli scettici.

Se la pensassi come loro la Terra sarebbe una pacchia. Popoli convinti di essere i prescelti da Dio; popoli che odiano altri popoli e li bollano come nemici di Dio e della loro civiltà; tendenza a cercare capri espiatori, a partecipare a crociate, a ragionare in termini binari (bianco-nero; sì-no), a credere agli “esperti”, ai media, ad una classe dirigente chiaramente soggiogata a sociopatici e corrotti. Senza verificare, se non in sporadici casi.

Una specie così infantile: è come rubare un lecca lecca a un bambino. Non c’è in giro qualcosa di più stimolante che conquistare e dominare questi pirla? È un po’ quello che pensano i miei simili.

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Basta un’entrata in scena “alla grande” – alti, biondi, raggianti – e la dimostrazione delle nostre enormi capacità tecniche, come nella serie V (Visitors) e miliardi di umani si inchineranno e obbediranno, perché quello che cercate è la sicurezza. Non vi sentire liberi se siete insicuri e la sicurezza che vi è stata data è servita a sottomettervi. Ci basta completare l’opera. I credenti metteranno fuori gioco gli scettici. L’idea di peccato e il senso di colpa tornano sempre utili: chi si potrebbe opporre a dei visitatori che si offrono di porre rimedio al riscaldamento globale che siete già convinti di aver causato?

Ci saranno sempre degli utili idioti su cui contare per disseminare il messaggio che l’umanità è peccatrice, dev’essere punita per le sue manchevolezze e, una volta punita, può essere guidata sulla retta via.

Pecore e pastori: un gioco da ragazzi.
Ma alla lunga anche noioso, per questo mi sono chiamato fuori: è più eccitante fare il dissidente, la gola profonda: si fa anche più colpo sulle aliene (la psicologia delle quali non è troppo diversa da quella delle vostre donne).

Ancora più efficace del senso di colpa (funziona con le personalità di “sinistra”) è la paura (per le personalità di “destra”, ma anche di “sinistra” – in effetti con quelli di sinistra è un po’ come sparare sulla Croce Rossa).

I miei compari s’inventeranno una minaccia cosmica responsabile delle peggiori sevizie a cui sono stati sottoposti migliaia di umani dall’alba dei tempi. Il vecchio trucco del poliziotto buono e del poliziotto cattivo. Sono alleati, ma fanno finta di essere in contrasto. Funziona sempre. Ed è noioso pure quello: YAWN!

Quel che è invece reale è che il vostro pianeta sta per entrare in una fase a dir poco ballerina. Ci saranno degli “eletti” che potranno “ascendere” con la promessa di essere preservati da certe catastrofi. Dubito che rivedranno questo pianetino.

D’altra parte, come vi siete comportati nei confronti dei “vostri” indigeni? Pensate di meritarvi qualcosa di meglio?

Ah, vi ho fregati! Senso di colpa, vi frega sempre!

Fortunatamente ci sono quelli come me che sono schierati dalla vostra parte e sono qui per salvarvi.

Ah, fregati di nuovo! Paura e messianismo…

Mio Dio, siete veramente un caso senza speranza!

[psst! Senso di inadeguatezza]

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“Francamente una teoria che non può più essere presa molto sul serio è che gli UFO siano astronavi interstellari.”

Arthur C. Clarke, New York Times Book Review, 07/27/75

“In realtà non esiste alcuna prova che queste siano velivoli o esseri che provengono dallo spazio”

Gordon Creighton, ufficiale 1992 Flying Saucer Dichiarazione di riesame della politica

“Gran parte della letteratura disponibile sugli UFO è strettamente legata con il misticismo e la metafisica. Si tratta di argomenti come la telepatia mentale, la scrittura automatica e le entità invisibili, nonché fenomeni come le possessioni e i poltergeist. Molti dei rapporti sugli UFO raccontano di presunti episodi che sono sorprendentemente simili alla possessione demoniaca raccontata nel folklore popolare”

Lynn E. Catoe, UFO e argomenti affini: USGPO, 1969

“Il comportamento UFO è più simile alla magia che alla fisica come noi la conosciamo…gli UFOnauti moderni e i demoni dei secoli scorsi sono probabilmente identici.”

Dr. Pierre Guerin, FSR Vol. Pierre Guerin, FSR vol. 25, No. 1, p. 25, No. 1, p. 13-14

“Le manifestazioni UFO sembrano essere, in linea di massima, solo variazioni di minore entità del fenomeno antico demonologico…”

John A. Keel, UFO: Operazione Cavallo di Troia, p. 299

Una conoscenza di scienze occulta… è indispensabile per serie indagini sugli UFO.”

Trevor James, FSR Vol. -Trevor James, FSR vol. 8, No. 1, p.10

“La ‘visita medica’ a cui gli addotti dicono di essere sottoposti, spesso accompagnata da sadiche manipolazione sessuali, è reminiscenza dei racconti medievali di incontri con i demoni e non ha senso alcun senso in un contesto sofisticato e tecnologico. Qualunque essere intelligente con a disposizione le meraviglie tecnologiche possedute dagli UFO potrebbe realizzare i suoi presunti fini scientifici molto più rapidamente e con meno rischi”

Dr. Jacques Vallee, Confrontations , p. Jacques Vallee, Confrontations, pag. 13

“La rappresentazione simbolica vista dai rapiti è identica al rito di iniziazione o viaggio astrale, che è incorporato nelle tradizioni occulte. La struttura delle storie di rapimenti è identica a quella dei rituali di iniziazione occulti…  gli esseri UFO appartengono alla stessa classe di manifestazione delle entità occulte che sono stati descritti nei secoli passati. “

Jacques Vallee citando la vasta ricerca di Bertrand Meheust [Fantascienza et Soucoupes Volantes (Parigi, 1978);  Soucoupes Volantes et Folklore (Parigi, 1985)], in Confrontations, pag. 146, 159-161

“L’occultista viene portato in comunicazione intelligente con gli spiriti dell’aria, e può ricevere qualsiasi conoscenza che essi possiedono o qualsiasi falsa impressione che questi scelgono di comunicare…”

GH Pember, Terra primi secoli e connessione con lo spiritismo e la teosofia moderna (1876), p. 254

“Queste entità sono incredibilmente intelligenti da farci credere che si prendono cura di noi.  Eppure il tormento in loro presenza sembra non cessare mai”

John Ankerberg, I fatti sugli UFO e altri fenomeni soprannaturali, p. 21

Sono stato avvolto dal terrore più estremo.  La paura era così potente che sembrava far evaporare la mia personalità completamente. Ciò che restava di me era un corpo in uno stato di paura soffocante…”

Whitley Strieber, Comunione, pag. 25-26

“Mi sentivo un senso di minaccia assolutamente indescrivibile.  La sola presenza di quelle entità era l’inferno, non saprei come altro descriverlo. Non riuscivo a muovermi, non poteva gridare, non poteva scappare. Avrei preferito morire piuttosto che subire quelle sofferenze interiori così atroci. Certo che erano demoni, cosa potevano essere?

Whitley Strieber, trasformazione, pag. 181

“But the UFO phenomenon simply does not behave like extraterrestrial visitors. It actually molds itself in order to fit a given culture.”

John Ankerberg, The Facts on UFOs and Other Supernatural Phenomena, p. 10

“Human beings are under the control of a strange force that bends them in absurd ways, forcing them to play a role in a bizarre game of deception.”

Dr. Jacques Vallee, Messengers of Deception, p. 20

“We are dealing with a multidimensional paraphysical phenomenon which is largely indigenous to planet earth.”

Brad Steiger, [cited in] Blue Book Files Released in Canadian UFO Report, Vol. 4, No. 4, 1977, p. 20

“Increasingly I felt as if I were entering a struggle that might even be more than life and death. It might be a struggle for my soul, my essence, or whatever part of me might have reference to the eternal. There are worse things than death, I suspected… so far the word demon had never been spoken among the scientists and doctors who were working with me…Alone at night I worried about the legendary cunning of demons …At the very least I was going stark, raving mad.”

Whitley Strieber, Transformation, p. 44-45

“I wondered if I might not be in the grip of demons, if they were not making me suffer for their own purposes, or simply for their enjoyment.”
Whitley Strieber, Transformation, p. 172

“Why were my visitors so secretive, hiding themselves behind my consciousness. I could only conclude that they were using me and did not want me to know why…What if they were dangerous? Then I was terribly dangerous because I was playing a role in acclimatizing people to them.”

 Whitley Strieber, Transformation, p. 96

David Foster Wallace, “Questa è l’acqua”

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La mia prima reazione subito dopo il discorso è stata: “porca puttana che figata!”. Ma ciò che mi ha colpito di più del suo discorso era che non conteneva nessuna puttanata, nessuna manfrina, niente di ideologico o politico, o qualsiasi cosa che potesse essere intesa come un suggerimento. Se ne stava lì davanti a noi come una delle persone più umili che abbia mai visto di fronte a un pubblico, parlando della vita. Il fatto che abbia preparato per noi questo discorso è stato un onore incredibile.

Gabe S.

David Foster Wallace, “Questa è l’acqua”

Ogni cosa, nella mia esperienza immediata, conferma la mia profonda convinzione che sono io il centro assoluto dell’universo, la persona più reale, vivida e importante che esista. Raramente parliamo di questa sorta di egocentrismo naturale, di base, perché ispira una forte repulsione sociale, ma in fondo lo stesso vale per ognuno di noi. È la nostra configurazione standard, quella che ci ritroviamo installata nei nostri circuiti a partire dalla nascita. Pensateci: nessuna delle esperienze che avete vissuto era incentrata su qualcuno che non foste voi stessi. Il mondo di cui fate l’esperienza è proprio di fronte a voi, o dietro di voi, o alla vostra sinistra, o alla vostra destra, sul vostro teleschermo, sul vostro monitor, o quel che è. I pensieri e i sentimenti degli altri vi devono essere comunicati in qualche modo, ma i vostri sono così immediati, urgenti, reali – ci siamo capiti…Non è una questione di virtù – è una questione di scegliere se impegnarmi a modificare o a liberarmi dalla mia conformazione standard, naturale, impiantata nei circuiti, che consiste nell’essere profondamente e letteralmente incentrato su di me, nell’osservare ed interpretare ogni cosa attraverso questa lente del sé. […]. Se imparate davvero come pensare, a cosa prestare attenzione, scoprirete che ci sono altre opzioni. Avrete il potere di vivere una situazione affollata, rumorosa, lenta, da inferno del consumatore, non soltanto come dotata di significato, ma anche sacra, animata dalla stessa forza che accende le stelle – compassione, amore, l’unità profonda di tutte le cose. […]. Nelle trincee quotidiane della vita adulta, l’ateismo non esiste. È impossibile non venerare qualcosa. Tutti venerano. L’unica scelta che possiamo fare è cosa venerare. E un’ottima ragione per scegliere di venerare qualche specie di divinità o di ente spirituale – Gesù Cristo o Allah, Jahvè o la dea-madre di Wicca, le Quattro Nobili Verità o un qualche insieme infrangibile di principi etici – è che praticamente qualunque altra cosa voi veneriate finisce per mangiarvi vivi. Se venerate i soldi e gli oggetti – se è in essi che riponete il vero significato della vita -, non ne avrete mai abbastanza. Non sentirete mai di averne abbastanza. Questa è la verità. Venerate il vostro stesso corpo, la vostra bellezza e il vostro fascino, e vi sentirete sempre brutti, e quando il tempo e l’età inizieranno a farsi notare, morirete un milione di volte prima che essi vi abbandonino davvero. Venerate il potere – vi sentirete deboli e impauriti, e avrete bisogno di un potere sempre maggiore sugli altri per tenere a distanza la paura. Venerate la vostra intelligenza, la vostra brillantezza – finirete col sentirvi stupidi, degli impostori, sempre sul punto di essere smascherati.. La cosa insidiosa di queste forme di culto non è il fatto che siano malvagie o peccaminose; è che sono inconsapevoli. Sono configurazioni standard. Sono quel tipo di culto nel quale scivolate lentamente, giorno dopo giorno, diventando sempre più selettivi riguardo a quello che osservate e al modo in cui misurate il valore, senza mai essere pienamente consapevoli che lo state facendo. E il mondo non vi impedirà di operare secondo la vostra configurazione standard, perché il mondo degli uomini e del denaro e del potere procede piuttosto gradevolmente con il carburante della paura e del disprezzo e della frustrazione e della bramosia e del culto di sé. […]. La libertà che davvero conta richiede attenzione, e consapevolezza, e disciplina, e sforzo, e la capacità di interessarsi davvero alle altre persone e di sacrificarsi per loro, continuamente, ogni giorno, in una moltitudine di piccoli e poco attraenti modi. Questa è la vera libertà. L’alternativa è l’inconsapevolezza, la configurazione standard, la “corsa di topi” – la costante e divorante sensazione di aver posseduto e perduto qualcosa di infinito.

http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/la-coscienza-dal-buddha-david-foster.html

Quel che Morgan Freeman avrebbe potuto dire sulla strage di bambini

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12 dicembre 2012: Un uomo armato di fucile semiautomatico ha sparato ieri sulla folla in un centro commerciale di Portland, nell’Oregon, uccidendo almeno due persone e seminando il panico tra la gente. L’omicida, che indossava un giubbotto antiproiettile e una maschera da hockey, è stato poi “neutralizzato”: secondo quanto riferito dalla polizia, l’uomo è “deceduto”.

http://www.today.it/mondo/sparatoria-centro-commerciale-oregon-morti.html

15 dicembre 2012: Nell’Oklahoma, l’amico di un potenziale omicida plurimo lo denuncia alla polizia, che lo ferma prima che possa fare una strage come quella del Connecticut:

http://www.nydailynews.com/news/national/oklahoma-student-plotting-mass-shooting-police-article-1.1221032#ixzz2FAjooXrR

16 dicembre 2012: All’indomani della strage in Connecticut, in Alabama un uomo ha aperto il fuoco in un ospedale, ferendo tre persone, tra cui un agente di polizia, prima di essere ucciso da un altro agente. La sparatoria è avvenuta nel quinto piano dell’ospedale St. Vincent di Birmingham, dove sono ricoverati diversi pazienti con problemi cardiaci. I motivi non sono stati ancora chiariti.

http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/1073475/usasparatoria-in-ospedaleun-morto.shtml

16 dicembre 2012: Marcos Gurrola spara 50 colpi contro un ipermercato in California e poi viene arrestato (nessun ferito)

http://www.huffingtonpost.com/2012/12/16/marcos-gurrola-arrested-_n_2309425.html

Una serie di episodi che potrebbero dar forma ad un nuovo 11 settembre: i cittadini americani saranno sottoposti a crescenti controlli (negli autobus di San Francisco sono già stati installate telecamere e microfoni) e non protesteranno, perché si convinceranno che è per il loro bene. Poi l’eccezione diventerà la norma.

Le armi sono il mezzo e il sintomo, non la causa.

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/12/15/quel-che-zucconi-bloomberg-e-michael-moore-non-vi-hanno-spiegato-sulla-questione-delle-armi-negli-stati-uniti/

Svizzera, Finlandia, Norvegia, Svezia, Canada, Germania e Islanda hanno altissimi tassi di possesso di armi da fuoco ma, salvo rare eccezioni, non succedono cose del genere. I loro cittadini si sentono, di regola, al sicuro, in una società pacifica.

La Cina è un altro caso di paese colpito da “epidemie” di eccidi nelle scuole (con uso di altri tipi di armi).

Qualcosa, negli Stati Uniti, sta andando storto – prima che altrove –, ed è un fenomeno relativamente recente:

http://books.google.com/ngrams/graph?content=school+shooting&year_start=1800&year_end=2000&corpus=15&smoothing=3&share=

C’è sempre un modo per uccidere decine di persone (appiccare il fuoco ad un edificio, ad esempio) ed è fin troppo allettante lasciarsi sedurre dalle soluzioni facili: una legge, una riforma costituzionale, tutto si risolve e la gente si mette il cuore in pace.

Invece occorre fare le domande giuste, anche se sono complicate e tanta gente fa un’enorme fatica a concentrarsi e fare attenzione per più di pochi minuti. Altrimenti daremo delle risposte sbagliate che aggraveranno il problema. Oltre alla questione della reazione violenta di quelle migliaia di cittadini che vogliono tenersi le loro armi acquistate legalmente – che godrebbero del sostegno di molti stati repubblicani –, bisognerebbe preventivare la trasformazione degli Stati Uniti in una gigantesca Gaza, con passaggi e cunicoli che attraversano le frontiere con il Messico e con il Canada per introdurre armi, come ai tempi del Proibizionismo.

La domanda più giusta da fare è: perché queste tragedie erano così rare prima degli anni Novanta. Negli Stati Uniti, fino al 1968, chiunque poteva comprare armi per corrispondenza e si potevano comprare ovunque, anche ai distributori di benzina. C’erano molti meno controlli.

Che cosa è cambiato? Cos’è successo nella società americana?

Le armi sono un sintomo, appunto, non una causa e curare un melanoma con un cerotto è stupido.

LE POSSIBILI CAUSE

Il sensazionalismo mediatico.Ecco il parere di un anonimo, attribuito erroneamente a Morgan Freeman:

“Volete sapere perché. Può sembrare cinico, ma ecco quel che penso. È a causa del modo in cui i media coprono questi eventi. Guardate come è stato trattato l’omicida della prima di Batman, o quello del centro commerciale dell’Oregon: come delle celebrità. Dylan Klebold e Eric Harris sono diventati nomi familiari, ma chi conosce il nome di una sola delle vittime della strage di Columbine? Persone con disturbi psicologici che altrimenti si suiciderebbero nei loro scantinati vedono queste notizie e decidono di voler fare qualcosa di ancora peggiore, ed uscire di scena alla grande, restando impressi nella memoria collettiva. Perché una scuola elementare? Perché i bambini? Perché sarà ricordato come un orribile mostro, invece di un triste signor nessuno.

L’articolo della CNN dice che se il numero di corpo “non scende”, questo farà arrivare la sparatoria al secondo posto dietro Virginia Tech, come se le statistiche potessero in qualche modo stabilire una gerarchia del peggio. Poi rendono pubblica una video-intervista di studenti di terza elementare che rivelano tutti i dettagli di ciò che hanno visto e sentito, mentre si consumava l’eccidio. Fox News ha diffuso l’immagine del volto del killer in tutti i loro servizi per ore. Esistono articoli e servizi che si concentrano sulle vittime ignorando l’identità del killer? Non ne ho ancora visto uno. Perché non vendono. Quindi congratulazioni, media sensazionalistici, avete appena innescato il prossimo sterminatore che voglia fare “meglio” del precedente, in una scuola materna o un reparto maternità.

Tutti possono aiutare dimenticando di aver mai letto il nome di quest’uomo e ricordando il nome di almeno una vittima. È possibile aiutare con donazioni alla ricerca sulla salute mentale invece di concentrarsi sul controllo delle armi come il problema principale. Potete aiutare spegnendo la TV”.

La glorificazione della violenza. Quel che TV e cinema blockbuster chiamano “cultura” ed “intrattenimento” è solo glorificazione della violenza utile a chi vuole “esportare la democrazia” a colpi di droni e destabilizzazioni e a chi vuole vendere un certo tipo di prodotto ed ha bisogno che i consumatori siano indottrinati al verbo della pretesa illimitata: “perché io valgo!”.

Empatia, solidarietà, cooperazione, senso di comunità stanno soffrendo come forse non mai nella storia. Chi si dimostra capace di un gesto generoso è quasi eroico. Sono virtù che non piacciono allo status quo dei nostri giorni perché ostacolano il privatismo, l’individualismo e le dipendenze edonistico-consumistiche. Vale per gli Stati Uniti ma anche per la Cina, che li ha scimmiottati quasi in tutto e per tutto.

La crisi sistemica. Troppe persone sono precipitate nel precariato esistenziale e si sentono tremendamente insicure, in una società sempre più iniqua ed aggressiva, in cui il rispetto e la cura per la dignità del lavoratore e della persona nel suo complesso è un ricordo del passato, la corruzione nelle alte sfere è sconfinata e i cittadini vengono spiati 24 ore su 24 da un numero impressionante di agenzie e dipartimenti federali.

La crisi della democrazia e del contratto sociale. Il carattere oligarchico delle democrazie contemporanee è sempre più evidente. La Guerra al Terrore ha reso possibili restrizioni ai diritti civili che prima erano impensabili. La Guerra alla Crisi economica viene impiegata per smantellare i diritti dei lavoratori e privatizzare i beni comuni. Chi può dire cosa potrebbe succedere dopo lo scoppio di un’eventuale Terza Guerra Mondiale? Le proteste resteranno pacifiche o bombe molotov e armi semiautomatiche giustificheranno l’imposizione di uno stato di polizia in molti paesi occidentali?

Quel che è facile notare è che sta cambiando la mentalità della gente, in peggio. C’è sempre più paura ed aggressività. Sempre più persone cominciano a credere che i problemi possano essere risolti efficacemente solo con la violenza. Il che vuol dire che stiamo perdendo la libertà prima ancora che ce la tolgano (per il nostro bene). Abbiamo incontrato il nemico e siamo noi. Stiamo perdendo la libertà di esprimere le nostre migliori qualità dell’animo, quelle che fanno comunità, che fanno fratellanza, perché siamo sempre più sulla difensiva, sempre più orientati a distruggere invece di costruire: le nostre vite sono pervase di violenza psicologica e fisica che avvelena i nostri pensieri e sentimenti. Chi di spada ferisce, di spada perisce. Penso che questo faccia molto comodo a chi detesta la democrazia ed ama le oligarchie. Il caos, l’anarchia è ciò che questi segmenti della società (una larga fetta della classe dirigente, assistita da politici corrotti o troppo pigri ed ignoranti per cogliere il quadro generale) vogliono, perché hanno un “nuovo” prodotto da vendere, un “nuovo” modello sociale che avvantaggia i loro interessi a spese di tutti gli altri.

**********

COME EVITARE DI FARE LA FINE DEGLI STATI UNITI?

Forse la rivoluzione è inevitabile, ma non è la soluzione migliore, essendo gravida di ripercussioni terribili. Proteste di massa, coordinate, in tutta Europa, che sfidino l’establishment, che blocchino la macchina produttiva: servirebbero a risvegliare molte altre coscienze, a scatenare i necessari dibattiti, a preservare la libertà interiore – il rifiuto di sentirsi, pensare e comportarsi come gli oligarchi vogliono che ci si senta, pensi e comporti –, che è un bene di valore inestimabile. Bisogna uscire dalla modalità degli automatismi egoistici da istinto di sopravvivenza.

È una guerra per il controllo delle coscienze, non per il controllo dei corpi. Questa cosa andrebbe capita, una volta per tutte. Se perdiamo la coscienza (cuore e mente) nessuna rivoluzione ce la restituirà. Saremo pedine, non protagonisti.

La questione delle pistole – il possesso d’armi non è il problema principale. Il metodo della nonviolenza di massa è certamente il più efficace, perché nessuna società può funzionare senza la collaborazione dei cittadini (il Terzo Reich è sopravvissuto fino al 1945 non grazie ai fanatici nazisti come Adolf Eichmann, ma grazie agli sforzi sovrumani di milioni di operosi patrioti) ma è una tecnica che richiede intelligenza e lucidità.

http://fanuessays.blogspot.it/2011/11/etienne-de-la-boetie-un-uomo.html

http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/nonviolenza-certamente-ma.html

Non basta mettersi davanti ad un carro armato o auto-immolarsi per fare la cosa giusta.

Tuttavia quanti sarebbero in grado di farvi completo affidamento quando la minaccia della violenza indiscriminata incombe?

Per questo le vendite di armi aumentano dopo ogni strage.

Per questo molti preferiscono dare il loro contributo ad una resistenza nonviolenta, ma tenendo da parte una pistola, che non si sa mai.

Potrebbe anche funzionare, ma un’eccessiva attenzione a scenari violenti impedisce di esprimere la nonviolenza, chiude la mente, sopprime la libertà interiore.

Il giusto mezzo è essere consapevoli del problema, ma senza farsi dominare da esso, senza concludere che è tutto un braccio di ferro in cui chi è più potente e risoluto alla fine deve prevalere ed è nel giusto. Altrimenti abbiamo perso in partenza.

Se il bullo ci fa diventare come lui, abbiamo perso, anche se lo sconfiggiamo. Saremo suoi cloni, una minaccia per gli altri, per la comunità, un pretesto per abolire la democrazia al fine di soggiogarci.

Se una persona è davvero forte interiormente si sentirà sicura e non avrà bisogno di dimostrare niente a nessuno: continuerà a fare quel che stava facendo, senza provocare nessuno, senza flettere i muscoli, senza richiamare l’attenzione di nessuno, perché sa di potersela giocare.

Se una pistola e ciò che serve ad alcuni per raggiungere questa condizione di equilibrio, per emanciparli dalla costante paura del futuro, allora così sia. Non si può pretendere troppo dalle persone e, a questo punto, chi non è spaventato è dissociato dalla realtà. È giusto essere spaventati quando si affrontano degli psicopatici al culmine del potere.

Chi se le va a cercare le troverà, allo stesso modo in cui le troverà chi nega la realtà perché gli sembra troppo spiacevole.

La questione è che un autentico maestro di arti marziali sa che il suo successo sta nel non dover usare ciò che ha appreso. Se diventa un esperto aspettandosi di mettere in pratica le lezioni ricevute allora ha perso: un vero guerriero dello spirito sa che l’obiettivo è controllare la violenza stessa, per non cadere in tentazione.

Analogamente, l’obiettivo di avere un’arma dovrebbe essere quello di arrivare a capire che non ci serve.

Se invece si sviluppa una dipendenza psicologica rispetto alle armi, è un segno di sconfitta: invece di possedere una pistola, è lei a possedere noi. Si diventa catalizzatori di violenza, come gli Stati Uniti che importano ed esportano violenza, come uno qualunque degli stati-canaglia che denunciano. Fissati sulla violenza e sulla distruzione, sugli scenari peggiori, è esattamente quel che esperiranno. Non sono più una nazione libera.

Gli Stati Uniti, come Weimar prima di loro, hanno raggiunto la condizione di “anarchia organizzata” (caos controllato)  in cui le masse sono malleabili, disposte ad approvare molte cose altrimenti improponibili. La differenza è che gli americani non sono i tedeschi dell’epoca della Depressione e quindi il loro destino non è segnato (né lo è il nostro). Nessuno può prevedere con certezza cosa succederà, men che meno chi pensa di poter controllare e dirigere gli eventi globali.

Quel che dobbiamo fare è essere determinati a sopravvivere, ma senza farne un’ossessione. La morte non è la fine del mondo:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/11/di-che-vita-parlava-gesu-della-vita-della-morte-e-delle-esperienze-extracorporee/

I due fuochi, l’uovo di serpente, la lotta per un Mondo Nuovo

Le autonomie europee alla sfida dell’immigrazione. Quali diritti-doveri per i nuovi cittadini glocali?

21 settembre 2012, 18.00

Incontro pubblico

La crisi europea offre una grande opportunità per le autonomie locali come Trentino e Alto Adige, ma anche Catalogna, Baviera, Scozia, Paesi Baschi, Corsica. Queste regioni sono protagoniste di un processo di costruzione di una identità propria sempre più fortemente proiettata sullo scenario internazionale. Tale processo crea tuttavia una fortissima tensione attorno al concetto di cittadinanza: aperta all’inclusione degli immigrati come nuovi cittadini delle autonomie europee, o chiusa su una concezione attenta alla difesa della propria identità storica e delle radici etniche e territoriali?
Ne parliamo con Lorenzo Piccoli, Stefano Fait e Piergiorgio Cattani. Introduce Michele Nardelli.

Organizza: Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani

Luogo: Sala Aurora, c/o Sede Consiglio Provinciale – Trento

http://www.tcic.eu/web/guest/eventi/-/asset_publisher/8ZdO/content/storie-di-immigrazione-appunti-di-cittadinanza?redirect=%2Fweb%2Fguest%2Feventi

LINEE GUIDA DEL MIO INTERVENTO

La crisi dell’eurozona e la crisi globale aprono scenari nuovi per il futuro.

Un cambiamento positivo è quello che consente di diventare più liberi, più consapevoli, più responsabili e più miti (ossia meno prevaricatori).

Un cambiamento negativo è quello in cui la piramide sociale diventa più ripida, la dignità delle persone è mortificata, la libertà è compressa, l’iniquità è diffusa, la fratellanza umana è vilipesa.

Al momento attuale il Trentino-Alto Adige, come il resto del mondo, si trova preso tra due fuochi: quello della destra neoliberista, esportato dal mondo anglo-americano (Wall Street e la City di Londra) – il suo verbo è incapsulato in quel “a me non interessano i poveri” di Mitt Romney – , e quello della destra etnopopulista/etnofederalista, particolarmente forte nell’area che si estende tra i confini settentrionali della Baviera ed il Po e che, localmente, preme per la soppressione della regione Trentino-Alto Adige e vuole che il Trentino sia escluso dalla candidatura alle Olimpiadi Invernali del 2022.

Il rischio che corriamo è quello di un ritorno al passato, addirittura ad un sistema neo-feudale su base etnica-sciovinista che si proponga come rimedio (falso) alle catastrofi prodotte dal neoliberismo (vere); cioè a dire, ad una ridotta alpina (Alpenfestung) in un’Europa unita di stampo “imperiale” (“Fortezza Europa” la chiamano i critici), tenuta insieme solo dalla bramosia di potere e risorse e dalla paura di ciò che sta fuori e di ciò che è sgusciato dentro (milioni di immigrati, molti di loro musulmani).  

Alcune citazioni aiuteranno a delineare meglio i contorni e la natura del problema.

Vergérus, “L’uovo del serpente”, di Ingmar Bergman:

Il mio esperimento è come un abbozzo di ciò che avverrà nei prossimi anni. Tuttavia nitido e preciso: proprio come l’interno dell’uovo di un serpente. Attraverso la sottile membrana esterna, si riesce a discernere il rettile già perfettamente formato.

Lucio Caracciolo (prefazione a “I confini dell’odio”, 1999):

In discussione non è la dimensione geopolitica, economica o demografica della mia, della vostra, o forse della nostra patria di domani. In gioco è il carattere delle sue istituzioni e della sua società civile. Prima di decidere pro o contro l’Europa – l’Europa delle nazioni, l’Europa delle Regioni, lo Stato europeo o l’Europa ineffabile ed esoterica degli europeisti – dobbiamo decidere per o contro la democrazia liberale. Il resto viene dopo.

La decisione, come abbiamo oramai capito, non è purtroppo così scontata.

Ho parlato di due fuochi.

Gustavo Zagrebelsky (“Simboli al potere”, 2012, pp. 89-90) descrive il primo fuoco:

Noi non sappiamo se la crisi attuale sia una di quelle cicliche che investono il mondo capitalistico, oppure se sia qualcosa di completamente nuovo, come nuove saranno le uscite. In ogni caso, ne constatiamo già gli effetti, più o meno evidenti, nella vita delle nazioni, i cui governi, da rappresentanti delle istanze popolari, decadono a strumenti amministrativi dell’ordine dell’economia finanziaria mondiale. Alla cementificazione del pensiero, all’espulsione delle alternative dal campo delle possibilità, all’omologazione delle aspirazioni, alla diffusione di modelli pervasivi di comportamento, di stili di vita e di status e sex symbol nelle società del nostro tempo, lavorano centri di ricerca, scuole di formazione, università degli affari, accademie, think-tanks, uffici di marketing politico e commerciale, in cui vivono e operano intellettuali e opinionisti che sono in realtà consulenti e propagandisti, consapevoli o inconsapevoli, ai quali la visibilità e il successo sono assicurati in misura proporzionale alla consonanza ideologica. La loro influenza sul pubblico è poi garantita dall’accesso a strumenti di diffusione capillari e altamente omologanti. Non è forse lì che, prima di tutto, si stabiliscono i confini simbolici del legittimo e dell’illegittimo, del pensabile e dell’impensabile, del desiderabile e del detestabile, del ragionevole e dell’irragionevole, del dicibile e dell’indicibile, del vivibile e dell’invivibile? Da qui provengono le forze simboliche potenti che, fino a ora, cercano di tenere insieme le nostre società….come in una religione, per di più monoteista.

Bruno Luverà (“Il razzismo del rispetto”, Una Città, 1999) descrive il secondo fuoco:

Nel nuovo regionalismo europeo ci sono due correnti: il regionalismo autonomista della Svp in Alto Adige o di Pujol in Catalogna, che hanno come idea-guida quella dell’autonomia dinamica, con l’acquisizione di sempre maggiori competenze per arrivare a forme forti di autogoverno, senza però che si arrivi a mettere in discussione la lealtà rispetto allo Stato nazionale, se non in una prospettiva lontana (per esempio, il diritto di autodeterminazione viene posto come valore, ma non se ne chiede l’esercizio immediato). L’altra corrente è quella, invece, micronazionalista, secondo la quale la regione diventa sinonimo di nazione, di piccola nazione, di piccola patria, e il richiamo alla regione serve per creare dei meccanismi di esclusione, serve per innalzare dei muri attorno a un luogo molto facile da controllare, potenzialmente più sicuro, in cui il criterio fondante la cittadinanza è quello dell’omogeneità etnica… La Baviera ha giocato fino in fondo la carta dell’Europa a due velocità perché questa poteva aprire scenari geopolitici interessanti. I quali, guarda caso, sarebbero andati nella direzione dell’Europa delle Regioni; l’Europa delle due velocità era uno scenario che poteva rimettere in discussione i confini.

Lucio Caracciolo, in un dibattito con Enrico Letta (Caracciolo/Letta, 2010, p. 22), illustra il punto di contatto tra i due fuochi: la distruzione del progetto europeo pluralista, democratico e liberal-socialista e degli stessi stati-nazione che lo compongono, attraverso la creazione di un’Europa a due velocità:

L’attuale crisi economica, che è sempre più una crisi sociale, rischia poi di mettere in questione il senso concreto degli Stati nazionali, a cominciare dal nostro. Quando i tedeschi riscoprono l’Euronucleo come insieme riservato ai Paesi connessi all’economia e alla cultura monetaria germanica, constatiamo che ne risulta rafforzata la tesi «padana» per cui il Nord Italia pertiene a questo spazio, il Sud niente affatto. […]. Se davvero si costituisse un Euronucleo paracarolingio, forse ne saremmo esclusi. In tal caso metteremmo a rischio l’unità nazionale. Perché se il criterio di quel nucleo è l’appartenenza alla sfera economica tedesca, fino a Verona ci siamo, più a sud molto meno. Bossi avrebbe buon gioco a rispolverare i suoi argomenti secessionisti. Per la Lega l’Euronucleo tornerebbe a rivelarsi la leva per dividere l’Italia, non per unire l’Europa.

Zbigniew Brzezinski, architetto della politica estera statunitense in Eurasia dagli anni Settanta, mentore del giovane Obama e co-fondatore con David Rockefeller della Commissione Trilaterale, ha espresso la sua approvazione per questo genere di sviluppo, che si integra perfettamente nelle strategie della NATO (Christian Science Monitor, 24 gennaio 2012):

Io credo che, alla fine, la risoluzione della crisi odierna in Europa non funzionerà poi tanto male…Inevitabilmente, una vera unione politica prenderà gradualmente forma, all’inizio probabilmente attraverso un trattato di fatto, che sarà raggiunto con un accordo intergovernativo nel prossimo futuro. Sarà un’Europa a due velocità. Non c’è niente di male in un’Europa che è in parte e contemporaneamente un’unione politica e monetaria nel suo nucleo centrale e che accetta di essere diretta da Bruxelles, circondata da un’Europa più ampia che non fa parte dell’eurozona ma condivide tutti gli altri vantaggi dell’Unione, per esempio la libera circolazione delle persone e delle merci. È un progetto in linea con la visione post-Guerra Fredda di un’Europa in espansione, unita e libera.

Questo è un progetto che piace molto alle fondazioni e think tank neoliberisti e che potenzierebbe a dismisura le spinte secessioniste nei paesi relegati in “serie B”. Catalogna, Paesi Baschi, Scozia, Alto Adige e “Padania” difficilmente tollererebbero l’esclusione.

In un’intervista per il Corriere della Sera (“Ispiratevi alle città del Rinascimento”, 14 luglio 2012), Marcia Christoff Kurapovna, sfegatata paladina del neoliberismo residente a Vienna, ha perciò esortato la Grecia e l’Italia a seguire l’esempio jugoslavo, smembrandosi in piccoli staterelli sul modello dell’Alto Adige/Sudtirolo. Ha sorvolato però sul dettaglio che tali micro-entità sarebbero istantaneamente e completamente alla mercé dei mercati, delle oligarchie finanziarie, delle multinazionali.

Esaminiamo dunque questo progetto di uno Stato Libero del Sudtirolo.

Il politologo Günther Pallaver, intervistato nel febbraio del 2009 da Gabriele Di Luca, in vista di un dibattito pubblico sul tema “Stato libero: una visione” ha dichiarato, in modo piuttosto perentorio:

Chi rivendica il diritto all’autodeterminazione sottolinea in continuazione che gli italiani – in uno Stato autonomo o nell’ambito dello Stato austriaco – sarebbero tutelati come lo sono i tedeschi in Italia. Ciò significa che la tutela attuale non può essere poi così male. Ma se penso a come l’Austria tutela le sue minoranze, allora il mio scetticismo si acuisce. Basta dare uno sguardo alla Carinzia, dove vive la minoranza slovena. Confesso che in uno Stato sovrano avrei paura del nazionalismo tedesco, dei suoi impulsi vendicativi. Solo fino a pochi anni fa gli Schützen dichiaravano che gli italiani sono solo ospiti in questa terra, un’assurdità che contrasta con i diritti fondamentali dell’uomo, poiché ogni cittadino dell’Unione Europea ha il diritto di residenza in tutti i suoi Stati membri. Preferisco dunque le certezze di oggi: garanzie costituzionali e internazionali e una cultura politica europea di democrazia e tolleranza. Alle promesse di un radioso futuro preferisco le sicurezze del presente.

I Freiheitlichen hanno commissionato la stesura della bozza di una possibile costituzione per lo Stato Libero del Sudtirolo. Tale bozza corrobora i timori di Pallaver, stabilendo che lo strumento referendario consentirebbe di emendare la costituzione: il che introduce la prospettiva di una tirannia della maggioranza che stravolga quegli articoli che tutelano i diritti civili di chiunque risieda in Alto Adige – in primis gli immigrati, che non sono particolarmente ben visti –, lasciando intatti quelli più problematici, come quello che consente ai ladini veneti di chiedere l’annessione al nuovo stato, generando ulteriori tensioni con l’Italia e quello che sancisce il diritto per ogni gruppo etnolinguistico di difendere la propria identità, aprendo la strada ad ogni possibile interpretazione. Infatti, molti si ricorderanno della famosa vicenda della rana verde che stringe un boccale di birra ed un uovo tra le zampe, autoritratto dell’artista Martin Kippenberger, torturato dall’alcolismo, la sua croce. Fu esposta al Museion di Bolzano e scatenò la furia di una parte della popolazione locale. Il presidente del Consiglio Regionale, Franz Pahl, arrivò a dire che “la Rana è un oltraggio alla nostra cultura. Se continueremo di questo passo arriveremo alla totale anarchia”. Ora, al di là del fatto che la stessa destra che mandava gli Schützen a presidiare l’accesso al Museion ora bolla come primitivi i musulmani che si sentono ingiuriati da una pellicola trash che ritrae Maometto come un pedofilo-stupratore-pappone-sterminatore, questa è una dichiarazione che esplicita la bizzarra credenza che non insegnare ai bambini la (presunta) verità di una particolare religione equivalga ad educarli al nichilismo. Bizzarra perché c’è da augurarsi che molti concordino nel dire che la fonte più affidabile per una condotta autenticamente morale è imparare a metterci nei panni degli altri – pur tenendo conto dei loro gusti. Chiunque dovrebbe essere in grado di farlo, ma sono proprio le militanze ed identificazioni forti (incluso l’ateismo) ad essere di grave ostacolo. Pichler-Rolle, il presidente del partito di governo in Alto Adige, l’SVP, chiese la rimozione dell’opera perché “troppi sudtirolesi si sono sentiti feriti nei loro sentimenti religiosi”.

Gustavo Zagrebelsky (“Simboli al potere”, 2012,  p. 45) ci ragguaglia rispetto al potere dei simboli ed alla necessità di democratizzarli:

“Il simbolo che non è di tutti, ma è solo di qualcuno, cessa di essere simbolo e diventa diabolo. Viene meno ai suoi compiti d’unificazione, di diffusione di sicurezza e di promozione di speranza…Se qualcuno se ne impadronisce, governandone i contenuti, inculcandoli come propaganda o come pubblicità nella testa degli altri, facendone così strumento di governo e di dominio delle coscienze, il simbolo cambia natura…Il simbolo-diabolo può diventare il diapason del potere totalitario.

Chi controlla certi simboli controlla le coscienze attratte da tali simboli; può così dominare intere nazioni (pensiamo ad Hitler, alla swastika, all’Ariano) e magari perfino interi pianeti.

Quel che vogliono i Freiheitlichen è, molto semplicemente, una piccola fortezza, una ridotta alpina, all’interno della Fortezza Europa.

Proprio sul tema delle fortezze in Alto Adige e della loro vacuità, la celebre scrittrice indiana Arundhati Roy ha qualcosa da dire (da “The Briefing”, Manifesta 7, 2008):

Cosa custodivano qui, care compagne e compagni? Cosa difendevano? Armi. Oro. La civiltà stessa. Questo è ciò che dice la guida…Quando le ossa di pietra di questo leone di pietra saranno interrate nella terra inquinata, quando la Fortezza-che-non-è-mai-stata-attaccata sarà ridotta in macerie e la polvere delle macerie avrà formato dei cumuli, chissà che non nevichi di nuovo.

Per concludere, un intervento (Alto Adige, 25 luglio 2012) di Luigi Gallo, assessore alla Partecipazione, al Personale e ai Lavori Pubblici del comune di Bolzano, che va dritto al cuore del problema. Rispondendo a due lettori impregnati di luoghi comuni xenofobici, mostra il nesso tra i due fuochi, l’immigrazione e l’unica, concreta, attuabile soluzione ai nostri problemi, un autentico viatico verso un Mondo Nuovo:

I due lettori hanno sacrosanta ragione a lamentare una drammatica crisi economica che colpisce giovani, pensionati, lavoratori; ma dovrebbero rivolgere i propri strali verso altri bersagli; mentre loro guardano male il carrello della spesa del vicino immigrato o notano con invidia la marca della sua auto di “seconda mano”, qualche decina di speculatori a livello mondiale – con un clic sulla tastiera di un computer – guadagna miliardi di euro con operazioni di Borsa che mandano sul lastrico interi paesi, Italia compresa; le conseguenze sono poi che i governi di quei paesi devono tagliare gli ospedali, le scuole e le pensioni per risparmiare e pagare interessi astronomici sui titoli di stato. Forse i due lettori potrebbero prendersela con queste politiche economiche che tagliano pensioni e diritti del lavoro mentre gli evasori fiscali rimangono salvi. Certo, è più facile guardare il vicino di casa che viene dal Marocco o dal Pakistan e pensare che sia colpa sua, ma non è così. Piaccia o meno, semplicemente non è così. Avete tante ragioni cari signori ma la guerra fra poveri serve solo a distruggere la solidarietà fra le persone e a far ridere “quelli in alto, ma molto in alto” che decidono la nostra vita. Sta a voi decidere da che parte stare

Sono padroni del mondo eppure soffrono (poverini!)

In due decenni come psicologo ho incontrato forse una mezza dozzina di persone nelle quali non ho potuto rilevare almeno qualcosa di positivo, anche se solo un barlume. Gli psicopatici sono una tipologia molto rara, ma seducono tutti gli altri. Sono sicuro che i lettori hanno familiarità con gli studi di psicologia che, ponendo a confronto i tratti di personalità della popolazione carceraria con i manager di successo, hanno riscontrato notevoli somiglianze”

Sono narcisisti, egocentrici, manipolatori.

La ricerca è stata replicata in almeno 12 diverse popolazioni e i risultati coincidono: “Criminali e amministratori delegati sono molto simili.

Ci stiamo muovendo leggermente oltre il mio campo di competenza, ma una domanda che spesso mi faccio è: chi sono i proprietari di queste grandi banche e società che hanno capito che se vogliono fare un sacco di soldi ciò di cui necessitano è uno psicopatico che trasformi l’intera organizzazione in una spietata macchina per fare soldi e distruggere anime? È abbastanza scaltro, no? Trovare un psicopatico che lo faccia al posto tuo, intendo.

“Nella psicologia adolescenziale c’è un fenomeno ben noto relativo all’autolesionismo collettivo. Si mettono 50 ragazzi in una stessa comunità e poi tutto d’un tratto e apparentemente dal nulla tutti insieme iniziano ad auto-mutilarsi (sfregiarsi). Come un’onda. È naturale per gli osservatori esterni ritenere che ci dev’essere qualcosa di molto di sbagliato in questo posto. Tuttavia, la ricerca e l’esperienza dimostrano che tutto quello che dovete fare è trovare la persona che ha iniziato, isolarla dal gruppo ed ecco, l’onda si blocca e tutto il resto torna alla normalità.

“Gli individui hanno un’influenza molto forte sui gruppi, e questo ti costringe a riflettere sulle banche e società finanziarie: se fossero come questi giovani inseriti nella comunità e bastasse individuare l’interruttore, una persona, per trasformare tutto il gruppo?

[…].

“I miei clienti lavorano prevalentemente nella finanza, sono di età compresa tra i 32 e i 47. Sono la crema della crema, quelli sempre alla testa del branco. Tutto ad un tratto e con loro grande stupore, si trovano ad essere superati da persone meno dotate: sono le dinamiche organizzative e non sanno come giocarsela.
“Le imprese sono piramidi, e un sacco di persone di talento che vanno verso i quaranta vengono estromesse. Si tratta di un tipico collo di bottiglia e i miei clienti vengono per imparare a cavarsela.

“Per loro manca poco alla crisi di mezza età. Hanno più o meno scoperto chi sono, possono intravedere i limiti del loro potenziale, e questo causa disincanto, disillusione. ‘Non diventerò il prossimo Richard Branson’, si rendono conto. “Allo stesso tempo, vedono che al di là di tutte le buone intenzioni, il mondo è un posto difficile e bisogna essere duri per sopravvivere e avere successo. Questa è l’età in cui si vede che la gente diventa improvvisamente seria. Hanno perso la loro innocenza.

“I miei clienti vengono da tutto il mondo e sono venuti a Londra per combattere. Questo è il top dei top e il combattimento può essere spietato. I miei clienti sono quelli un po’ più creativi, non sono appendini e zerbini.

[…].

“Circa un quarto dei miei clienti lavora per delle imprese non finanziare. C’è differenza? Sono tutti incredibilmente duri e tutti dicono la loro motivazione è il denaro. Ma quando scavi in quello che motiva le persone nel mondo aziendale, emergono altre ragioni. Con chi lavora nella finanza è davvero il denaro al centro dei loro pensieri.

La finanza è un mondo amorale che sconfina nell’immorale. Prendi la tassa sulle transazioni finanziarie. L’idea è che c’è povertà terribile, quindi cerchiamo di imporre una tassa minuscola e utilizzarla per alleviarla. Ma quando suggerisco ai miei clienti che potrebbe essere un bene, rischio di essere linciato. Niente da fare, dicono. Vogliono pagare meno imposte possibili, e questo è tutto.

[…].

“È quasi una perversione…Si presentano al mondo esterno come eleganti, eruditi e sofisticati, come superuomini, ma sono proprio come voi e me, con esigenze e paure simili. Non dobbiamo farci fregare dalla pantomima.

Quel che mi ha scioccato di più è vedere come tanti brillanti, arroganti, giovani super-talenti vengono sfruttati, dissanguati, bruciati e poi gettati via da società e banche. Agli albori del capitalismo la regola era quella di sfruttare i meno dotati, i minatori, gli operai, ecc. Oggi si tratta di approfittare del talento. Usa e getta. Soprattutto in questi tempi di crisi. La paura imperversa, puoi essere licenziato in qualunque momento, cinque minuti e sei fuori. Vengono a prenderti all’università, ti fanno un mucchio di promesse, ma pochissimi arrivano nel direttivo.

“Una delle cause principali di stress è la noia. Queste persone possono passare ore e ore senza nulla da fare. Un’altra causa di stress è quando il livello di controllo sulla propria vita è molto elevato…tanti capi che ti dicono di fare la stessa cosa in modo diverso. La gente dà fuori di testa.

“Per gli psicologi come me il mondo della finanza è molto interessante, anche se solo in termini puramente clinici. Sei un amministratore delegato e ti paghi un salario di 8 milioni di sterline. Ora, guardate il tipo di organizzazione che è necessario mettere in piedi per ricavare un tale profitto…è quasi criminale.

“la cosa si fa ancora più interessante quando la vostra azienda non è riuscita a centrare gli obiettivi ma alla fine dell’anno vi pagate ancora 8 milioni di sterline. Qualcuno protesta ma voi replicate: ‘È nel mio contratto’. Ora fate un passo indietro: com’è possibile che quegli 8 milioni sono diventati così importante per voi che non si può nemmeno capire perché non sia possibile guadagnarli? A quanto pare il bisogno di questo denaro è così forte da impedirvi di rendervi conto della rabbia che generate.

“Questi amministratori delegati e direttori generali di banche con i loro milioni…meritano la nostra pietà. In realtà sono le vittime delle loro stesse menti contorte, che li porteranno alla rovina. Che tu sia un pedofilo o perverso o maniaco del controllo o psicopatico, prima o poi una mente distorta si ritorce contro se stessa.

“Per molti anni ho lavorato con i pedofili. È semplicemente sorprendente quanto scaltre ed abili sono queste persone. Lo stesso vale per i tossicodipendenti da droghe pesanti. Il loro cervello sembra aver assunto una vita propria ed essersi sviluppato in qualcosa di estremamente astuto, interamente dedicato a soddisfare le proprie esigenze. Per questi cervelli, mentire ed ingannare è diventato accettabile, normale.

“Quando li curavamo, o tentavamo di farlo, la chiave è stata quella di far loro capire che hanno creato vittime, che la gente ha sofferto per causa loro [questa strategia non funziona con gli psicopatici, NdT]

Una cosa che mi ha colpito di questo gruppo di pazienti – li chiamavamo “clienti” – è stato il modo in cui sembravano trarre un piacere immenso dal circuire le persone e farla franca. Allo stesso tempo, però, sembravano avere un bisogno profondo di farsi scoprire [forse per questo escono blockbuster che rivelano certe verità “sconvenienti”? NdT].

http://www.guardian.co.uk/commentisfree/joris-luyendijk-banking-blog/2012/jun/18/executive-coach-finance-amoral-world

So di una persona che non ha letto un singolo libro in 5 anni (avendo l’opportunità di farlo)

Si dice: l’importante non è il numero di libri che uno legge, ma la qualità delle letture e il livello di comprensione delle medesime. Ma se non hai letto neppure un libro in 5 anni quanti libri puoi aver capito in quel lasso di tempo?

Ai miei occhi, la “colpa” di questa persona non è quella di essere ignorante, è quella di rifiutarsi di vedere la sua/nostra ignoranza come un problema di importanza capitale. Eppure se siamo messi come siamo messi, se continuiamo a lamentarci, impotenti, senza sapere da dove cominciare a porre rimedio a quel che non va, se ci affidiamo anima e corpo a dei “tecnici” e ci mettiamo i paraocchi, per non vedere che non hanno a cuore il nostro interesse, è proprio per la nostra ignoranza e la nostra pretesa di non esserlo, o che comunque non sia un problema così grave.

I libri, i libri migliori, i libri capiti, quelli che fanno pensare, quelli che rendono più profondo il nostro modo di rapportarci alla realtà ed agli altri sono la base che ci serve per percepire la realtà in modo meno superficiale. La comprensione della realtà è una faccenda corale e, siccome nessuno può pretendere di essere circondato da persone lucidissime, i libri, certi libri, sono un fondamentale ausilio. In questo senso i libri sono altre persone che ti parlano e bruciare un libro è come sopprimere una voce, non leggerlo è come ignorare quel che ti dice un’altra persona.

È chiaro che nella cacofonia del mondo uno cerca di filtrare le voci che lo circondano, ma certe voci vanno ascoltate (certi libri vanno letti) perché rappresentano l’unica maniera che ci rimane per poter vivere e morire dignitosamente in una fase storica estremamente complicata, estremamente menzognera, estremamente pericolosa.

QUELLO CHE MI È STATO INSEGNATO/HO IMPARATO

Le forze che percepiamo come “oscure” non sono malvagie, sono solo ignoranti e istituiscono sistemi sociali ignoranti perché è così che credono di dover operare. In questo senso, noi ne facciamo parte a pieno titolo, anche se esiste in noi un anelito a qualcosa di diverso rispetto ad una vita basata sulla paura, che non onora le altre vite, una vita che depreda le altre vite e che opacizza il sapere, lo tabuizza, lo censura, lo sopprime.

È una misera condizione quella di chi teme la conoscenza, perché ha paura di essere messo in discussione, di disgregarsi psichicamente e forse anche fisicamente.

Il fatto è che la conoscenza è davvero potere. La conoscenza è l’unica difesa di cui abbiamo bisogno. Più uno sa o, per meglio dire, più uno restringe l’abisso di ignoranza in cui si trova, minori saranno la paura e la sofferenza; ci sarà anche meno stress, meno angoscia, minori pericoli. Poiché la conoscenza non ha limiti, il suo valore è infinito e quindi seguire la strada della conoscenza significa emanciparsi dalle limitazioni che ci impediscono di amare il prossimo come noi stessi, di realizzare un’autentica empatia.

Ne consegue che l’illuminazione proviene dalla conoscenza. Se uno si sforza incessantemente di espandere la conoscenza si munisce di una protezione contro ciò che di negativo avviene nel mondo. Non vuol dire che si immunizzerà o diventerà indistruttibile, ma semplicemente diventerà più consapevole di che cosa serva a difendersi. Per la persona che si informa, che cerca di vedere la realtà obiettivamente, questa protezione diventa una seconda natura. L’ignorante, al contrario, è come una pagliuzza nel vento, un albero bloccato dalle sue radici mentre il fronte dell’incendio si avvicina, o un bimbo che si sente colpevole delle violenze che subisce.

In una prospettiva esoterica “sorprendentemente” conforme alle finalità di istituzioni come l’UNESCO (ad esempio), aggiungere conoscenza significa aggiungere sostanza al proprio essere, aggiungere tutto ciò che è desiderabile. La luce è conoscenza, conoscenza al centro di tutto ciò che esiste e quindi fornisce protezione da ogni genere di negatività. Non è l’amore a salvarci o redimerci, ma la conoscenza. L’amore l’accompagna e presumo che nessuno di noi sappia cosa veramente sia questo Amore (agape).

Chi fallisce nella sua cerca del Graal in realtà non sta cercando conoscenza, è impelagato ad un certo punto del suo progresso, in una certa ossessione. L’ossessione non è conoscenza, è stagnazione. Chi si fissa su una cosa chiude la porta alla conoscenza, interrompe la sua crescita, la maturazione della sua coscienza, del suo ego, verso l’individuazione (cf. Jung), ossia l’interdipendenza. Quando si è ossessionati la protezione si deteriora e ci si espone ad ogni genere di difficoltà.

I libri, i libri migliori, i libri ben compresi ci proteggono.

Jacques Attali, “Domani chi governerà il mondo?” (2012) – estratti

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Jacques Attali, domani chi governerà il mondo? Roma: Fazi, 2012

10: per fare questo servirà un governo mondiale, che dovrà assumere una forma molto simile ai sistemi federali di oggi; l’Unione Europea ne rappresenta senz’altro il miglior laboratorio. Lasciando ai governi delle nazioni il compito di assicurare il rispetto dei diritti specifici di ciascun popolo e la protezione di ogni cultura, questa amministrazione si farà carico degli interessi generali del pianeta e verificherà che ogni nazione rispetti i diritti dei cittadini dell’umanità. La sua nascita sarà il risultato di un processo caratterizzato da un gigantesco caos economico, monetario, militare, ambientale, demografico, etico, politico; o, invece, meno probabilmente, avverrà semplicemente al posto di questo caos…sarà un governo totalitario o democratico, a seconda di come si instaurerà.

19-20: bisognerà senza dubbio attendere che catastrofi di ordine finanziario, ecologico, demografico, sanitario, politico, etico, culturale, come quella del Giappone nel marzo 2011, facciano capire agli uomini che i loro destini sono comuni. Essi prenderanno allora coscienza delle minacce sistemiche che hanno di fronte. Realizzeranno che il mercato non può funzionare correttamente senza uno Stato di diritto mondiale, che lo Stato di diritto non può essere applicato senza uno Stato, e che uno Stato, anche se mondiale, non può durare se non è realmente democratico.

20: come evitare che questa struttura sia la semplice ratificazione della nuova onnipotenza di qualcuno, nazioni o imprese, che tenta di imporre a tutti gli altri una nuova forma di totalitarismo, nel momento in cui gli ultimi popoli sottomessi si liberano.

22: sarà dotato di un parlamento, di partiti, di un’amministrazione, di giudici, di forze di polizia, di una banca centrale, di una moneta, di un sistema di welfare, di un’autorità delegata al disarmo e di un’altra delegata al controllo della sicurezza del nucleare civile, e di un insieme di contropoteri.

22: piano più modesto e pragmatico: per evitare il disastro, basterebbero alcune riforme, quali la fusione del G20 con il Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite, ponendo sotto la sua autorità tutte le organizzazioni di competenza mondiale, come il FMI e la Banca Mondiale, e sottoponendo l’insieme al controllo dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Un simile trattato sta in due righe. Può essere adottato in una giornata. Alcuni lo vivranno come un’opprimente dittatura globale. È verosimile che, se votasse oggi, gran parte dell’umanità vi si opporrebbe, mentre voterebbe senza dubbio un testo generale che affermi l’unità e la solidarietà della specie umana, o che arrivi persino a reclamare la costituzione degli stati generali del mondo. È dunque da qui che bisognerà cominciare.

284: ASTEROIDI: il pianeta è stato in passato colpito da asteroidi e lo sarà di nuovo in futuro. Anche qui, non si vede come i governi e le istituzioni internazionali attuali potrebbero far fronte a tale minaccia, alla quale nessuno si sta preparando seriamente.

289: In risposta ai rischi sistemici mondiali, si vedrà in particolare crescere un’ideologia ecologica planetaria che raccomanda la riduzione della produzione per diminuire il consumo di energia e attenuare i rischi d’inquinamento, imponendo restrizioni in tutti i settori in nome della frugalità e dei vantaggi a lungo termine. Dall’altra parte, un’ideologia religiose – o più d’una – tenterà anch’essa di imporre regole conformi alle esigenze di un aldilà dove risiederà, secondo quanto sostiene, l’unica speranza di salvezza. Queste due ideologia fondamentaliste, ecologica e religiosa, convergeranno: l’una e l’altra affermeranno che il destino degli uomini è già scritto e che il vero padrone del mondo – la Natura o Dio – è altrove. L’una e l’altra, alla ricerca della purezza, denunceranno l’Occidente. L’una e l’altra sosterranno di pensare alla felicità degli uomini in termini di prospettiva. Potrebbe anche emergere un giorno un’ideologia che metta insieme le due dottrine: un fondamentalismo allo stesso tempo religioso ed ecologico. Un ossimoro, come lo fu il nazionalsocialismo. Già ha fatto la sua comparsa in Brasile, dove si sta sviluppando un fondamentalismo evangelico eminentemente interessato alla tutela dell’ambiente. Inoltre, nel 2002, Osama Bin Laden, nella sua “Lettera all’America”, accusò gli Stati Uniti di distruggere la natura più di qualsiasi altra nazione, con l’emissione di gas a effetto serra e la produzione di rifiuti industriali. Nel gennaio del 2010, sosteneva che “tutte le nazioni occidentali” sono colpevoli del cambiamento climatico. Nell’ottobre dello stesso anno, ribadiva che le vittime del cambiamento climatico sono più numerose di quelle delle guerre.

292: tale governo non sostituirà quelli nazionali. Questi veglieranno, quando saranno in grado di farlo, sui diritti specifici, sull’identità culturale di ogni popolo. Il governo del mondo si occuperà degli interessi generali del pianeta, che possono anche divergere da quelli di ogni singola nazione; verificherà che ogni Stato rispetti i diritti di ciascun cittadino e vigilerà per impedire il propagarsi di rischi sistemici mondiali. Permetterà di evitare sia il potere di uno solo sia l’anarchia di tutti.

293: catastrofi ecologiche e crisi economica, l’accrescimento del potere di un’economia criminale, l’incombere della caduta di un meteorite, la virulenza di un movimento terroristico potrebbero, alla fine, spingere i governi democratici del mondo a unire le loro forze.

304-305: BENI COMUNI E CITTADINANZA MONDIALE: ogni essere umano deve disporre di una “cittadinanza mondiale”. Nessuno deve più essere “apolide”. Ciascuno deve sentirsi a casa propria sulla terra. Chiunque deve avere il diritto di lasciare il proprio paese d’origine e di essere accolto, almeno temporaneamente, in qualsiasi altro luogo. Ogni essere umano deve avere diritto a un insieme di beni universali: l’aria, l’acqua, i prodotti alimentari, la casa, le cure, l’istruzione, il lavoro, il credito, la cultura, l’informazione, un reddito equo per il suo lavoro, la protezione in caso di malattia o di invalidità; l’eterogeneità del modo di vivere, la vita privata, la trasparenza, la giustizia, il diritto di emigrare e quello di non farlo; la libertà di coscienza, di religiose, d’espressione, di associazione; la fraternità, il rispetto dell’altro, la tolleranza, la curiosità, l’altruismo, il piacere di dare piacere, la felicità nel rendere gli altri felici, la molteplicità delle culture e delle concezioni di benessere.

305: tutte le leggi mondiali e tutti i trattati internazionali esistenti saranno raccolti in un Codice mondiale che avrà un valore giuridico superiore a quello delle costituzioni nazionali.

307: un’Assemblea mondiale, con l’incarico di rappresentare gli interessi di ogni cittadino; un Senato delle nazioni, con il compito di rappresentare l’interesse dei singoli Stati; una “Camera della pazienza” impegnata a rappresentare le generazioni future e il resto del regno dei viventi.

308: la Camera della pazienza dovrà riflettere in particolare su progetti di amplissimo respiro, come sviluppare l’altruismo e la gratuità, contrastare il cambiamento climatico di origine antropica, immaginare nuovi modi di bere, di nutrirsi, di respirare, di vivere sott’acqua o a temperature estreme, di colonizzare l’universo o di “sopravvivere”, trasformandosi geneticamente per diventare capaci di affrontare condizioni radicalmente diverse.

310: METEORITI: sarà anche messa in campo una forza di difesa e di prevenzione per difendere la terra dalla caduta di meteoriti

312: una moneta unica mondiale, sul modello del Bancor proposto da J.M. Keynes

322-323: una federazione può anche crollare quando il collante della paura smette di tenere uniti i popoli…la prima battaglia deve avere come obiettivo una presa di coscienza dell’umanità sul perché della sua esistenza e sui pericoli che gravano su di essa…deve fare in modo che ognuno prenda coscienza della sua appartenenza a una precisa specie vivente e della necessità di proteggerla.

324: questa presa di coscienza verrà dall’azione di quelli che si interessano al futuro del mondo e che ho chiamato altrove “ipernomadi”: militanti di associazioni, giornalisti, filosofi, storici, funzionari internazionali, diplomatici, attivisti di movimenti internazionalisti, mecenati, protagonisti dell’economia internazionale, dell’economia virtuale e dei social network, creativi in qualsiasi campo, ecc.

326: METEORITI: telescopi ottici sono in grado di individuare il più piccolo meteorite da uno a sei mesi prima dell’eventuale impatto, precisando il luogo con alcune settimane d’anticipo. È possibile attivare un’organizzazione mondiale efficiente: un sistema di osservazione efficace dovrebbe seguire 500mila asteroidi e conoscere le loro orbite almeno quindici anni prima della loro eventuale caduta. Per arrivare a questi risultati, basterebbe coordinare i due sistemi esistenti di sorveglianza automatizzata di questi corpi celesti: il Sentry, creato dalla NASA, e il suo equivalente italiano, il NEODyS. Insieme contano un numero considerevole di telescopi al suolo e nello spazio, che analizzano le orbite e i probabili punti d’impatto.

332: METEORITI: infine, per ridurre la minaccia di impatto di meteoriti, l’azione più efficace dovrebbe essere quella di mettere insieme i quindici paesi che hanno realmente i mezzi scientifici, umani e tecnici utili. Una volta individuato l’eventuale impatto, questo gruppo dovrà valutare il livello di rischio sistemico mondiale sulla Scala di Torino. Se il rischio sarà considerato grave, bisognerà organizzare due missioni: una per osservare la struttura dell’oggetto, l’altra, se necessario, per deviarlo; se il meteorite raggiungerà più di quattrocento metri di diametro, sarà necessaria un’esplosione nucleare. Bisognerà reagire molto prima di disporre di un’analisi affidabile sulla probabilità che raggiunga il nostro pianeta. Converrà agire nel momento in cui ci sia più di una possibilità su dieci che l’impatto avvenga, creando un cratere di più di quaranta metri di diametro. Bisognerà prendere in media una decisione di questo genere ogni dieci anni. Tale processo decisionale esige una notevole preparazione. L’Association of Space Explorers e l’International Panel on Asteroid Threat Mitigation stimano che bisogna mettere a punto entro dieci anni una rete di sorveglianza, di meccanismi decisionali e di mezzi d’azione di questo tipo.

335: Il FMI diventerebbe l’equivalente del Ministero delle Finanze del mondo…La Banca Mondiale diventerebbe il finanziatore dei beni pubblici mondiali e il principale attore della crescita globale.

CHI SI OCCUPA DELL’ORDINE MONDIALE? 336: una NATO allargata. Attali la chiama Alleanza per la Democrazia: “Questa Alleanza rivendicherà il proprio dovere d’ingerenza nelle dittature, dotandosi di mezzi per aiutare le popolazioni sottomesse a instaurare governi democratici nei rispettivi paesi…Fino a quando tutte le nazioni non saranno democrazie, l’Alleanza per la democrazia potrà trovarsi in concorrenza, o anche in contrasto, con il Governo del mondo. Se, un giorno, il mondo sarà costituito solo da sistemi di governo democratici, l’Alleanza diventerà il braccio armato del Governo planetario a avrà il ruolo di proteggerli”

Anarchismo di destra, anarchismo di sinistra – due ideologie magnifiche e terribili

Giannino

Il nostro spettacolo è finito. Questi nostri attori,

come ti avevo detto, erano tutti spiriti

e si sono dissolti nell’aria, nell’aria sottile.

E, come l’edificio senza fondamenta di questa visione,

le torri ricoperte dalle nubi, i palazzi sontuosi,

i templi solenni, questo stesso vasto globo, sì,

e quello che contiene, tutto si dissolverà.

Come la scena priva di sostanza ora svanita

tutto svanirà senza lasciare traccia.

Noi siamo della materia di cui sono fatti i sogni;

e la nostra piccola vita è circondata da un sonno.

Prospero, “La Tempesta” (William Shakespeare ci insegna che le nostre battaglie sono lo sfondo di qualcos’altro)

Grosso modo, l’umanità si colloca variamente lungo un asse che collega due estremità che in natura molto probabilmente non esistono, almeno non su questo pianeta. Ad una estremità si trova il debitore radicale, quello che si sente in debito con il mondo e deve continuare a farsi gli affari degli altri per meglio aiutarli. All’altra estremità si trova il creditore radicale, ossia quello che si sente in credito con il mondo e vede nel prossimo uno strumento per il proprio tornaconto.

L’anarchismo di sinistra è l’ideologia di riferimento del debitore radicale, l’uomo che “i bambini, i bambini, pensate ai bambini!”.

L’anarchismo di destra è l’ideologia di riferimento del creditore radicale, l’uomo che “non deve chiedere mai”, perché tutto gli spetta.

L’anarchico di sinistra è facilmente manipolabile facendo leva sul suo eterno senso di colpa e sul suo narcisismo. L’anarchico di destra si manovra sfruttando l’odio e la paura.

Se militanti, entrambi sono a rischio di diventare perdenti radicali: “Convinto della propria superiorità e animato da cieco vittimismo, [il perdente radicale] chiede a gran voce rispetto per sé senza riconoscerlo agli altri. Riservando solo alla propria minoranza di eletti la salvezza da un mondo che condanna alla morte”

http://books.google.it/books/about/Il_perdente_radicale.html?id=j3qr2y3BjTUC&redir_esc=y

[A proposito di nichilismo: “The End”, dei Doors, è la sigla del programma di Oscar Giannino, in onda sulla radio del Sole 24 Ore, il giornale di proprietà di Confindustria, ossia dell’establishment].

Entrambi, se militanti, sono tendenzialmente totalitari. Infatti non possono che ricercare una rivoluzione dell’esistente. Non possono tollerare gli esseri umani come sono, né le istituzioni democratiche, quel giusto mezzo che media tra gli estremi, che fa incontrare gli opposti: “L’ego umano fatica a mantenere assieme gli opposti contrastanti (riconciliazione degli opposti, coincidentia oppositorum, interdipendenza dei contrari: Baldur e Loki, Osiride e Set, Apollo e Dioniso, Pesci e Gemelli), perché questa coesistenza lo rende insicuro, incerto; la percepisce come caotica. Per questo tende a polarizzarsi: o bianco o nero, o sionismo o antisemitismo, sebbene non ci sia luce senza oscurità, verità senza errore, bianco senza nero. Ci risulta difficile credere che Dio possa contenere tutti gli opposti, trascendere ed armonizzare le dualità, anche se per definizione lo fa (cf. Paracleto)”.

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/04/10/lantisemitismo-lanti-sionismo-e-la-mentalita-apocalittica/

L’anarchismo di sinistra, per poter essere realizzato, come aveva ben capito Marx, necessita di una dittatura che riformi la natura umana ed elimini o soggioghi gli irriformabili.

L’anarchismo di destra, per poter essere realizzato, come aveva ben capito Hitler, necessita di una dittatura che protegga gli eletti ed elimini o soggioghi gli impuri.

Per questo entrambe le dottrine devono restare nell’ambito teorico e non entrare mai in quello pratico.

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