Magari un giorno gli storici ci diranno che Putin e Trump hanno fatto quel che hanno potuto per salvare Stati Uniti e Israele dai rapitori che li tenevano in ostaggio
Quel giorno che Donald e Vlad scongiurarono il secondo olocausto, tra il disprezzo generale
15 ottobre 2016 a 14:43 (Controrivoluzione e Complotti, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: Bill Clinton, democrazia, Donald Trump, Ebrei, famiglia Clinton, Hillary Clinton, Israele, israeliani, neoconservatori, Putin, sionisti, Trump, Vladimir Putin
“Dovevano uccidere Erdogan” – Edward Luttwak ci aiuta a capire il futuro della Turchia
17 luglio 2016 a 12:55 (Controrivoluzione e Complotti)
Tags: colpo di stato, democrazia, disinformazione, disinformazione mediatica, Erdogan, golpe, Luttwak, Merkel, Mogherini, neocon, neoconservatori, Obama, propaganda, Turchia
Le Sentinelle in Piedi sono cittadini di serie B rispetto a me?
6 ottobre 2014 a 10:45 (Verità scomode, Verso un Mondo Nuovo)
Tags: Bobbio, censura, Chaplin, Costituzione, democrazia, diritti universali, fascismo, gay, libertà d'espressione, libertà di parola, omosessuali, Repubblica, Sentinelle in Piedi
Una ragazza invece più mite e più sprovveduta continuava a rispondermi che non si può pensare come pensano le sentinelle. Come non si può? rispondevo. Evidentemente si può, dobbiamo prendere atto che loro pensano così. Sì, ma è un pensiero sbagliato, non si può pensare così, rispondeva di nuovo. E chi lo decide quale pensiero è giusto e quale è sbagliato? chiedevo a quella ragazza come se fossimo a scuola, ma lei non sapeva rispondere a questa interrogazione.
Chissà se da giovane sono stata anch’io tanto dogmatica, suppongo di sì, ma almeno avrei saputo argomentare meglio la mia posizione, almeno spero.
In conclusione ora penso così: le diverse opinioni sull’opportunità di impedire gridando che si sentissero le parole di quel signore al microfono hanno solo in minima parte radici razionali su cui si potrebbe comunque discutere; credo che abbiano in grandissima parte radici emotive, relative cioè all’esuberanza o meno di energie fisiche e al rapporto con la propria aggressività.
Donatella Donati, nota condivisa su FB
Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Art. 19 della “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Art. 21 della Costituzione
Rispettare la Costituzione significa rispettare il diritto di TUTTI di esserne tutelato, anche quando ci dà fastidio, anche quando non siamo d’accordo con loro, anche quando ci mettono a disagio. Se cominciamo ad interpretare un diritto universale esso perde la sua universalità e mette a rischio tutti gli altri nostri diritti. Solo difendendo la libertà altrui posso continuare a difendere la mia.
Perché ci sia democrazia basta il consenso della maggioranza. Ma appunto il consenso della maggioranza implica che vi sia una minoranza di dissenzienti. Che cosa facciamo di questi dissenzienti una volta ammesso che il consenso unanime è impossibile e che là dove si dice che vi sia, è un consenso organizzato, manipolato, manovrato e quindi fittizio, è il consenso di chi, per ripetere il famoso detto di Rousseau, è obbligato ad essere libero? Del resto, che valore ha il consenso dove il dissenso è proibito? I dissenzienti li sopprimiamo o li lasciamo sopravvivere? E se li lasciamo sopravvivere, li recintiamo o li lasciamo circolare, li imbavagliamo o li lasciamo parlare, li espelliamo come reprobi o li teniamo fra di noi come liberi cittadini?
Norberto Bobbio, “il futuro della democrazia”, Einaudi, Torino 1984
Le parole esercitano un’influenza sulle persone solo se queste decidono che così dev’essere, perché attribuiscono credibilità ed autorevolezza a chi le pronuncia e perché vogliono o temono che il messaggio sia vero. Le parole hanno potere solo se chi le ascolta o legge glielo conferisce. Altrimenti non ne hanno, sono solo vibrazioni nell’aria. Attribuire uno speciale potere alle parole è una semplice credenza che ciascuno può respingere coscientemente. Se certe parole ci irritano la responsabilità è nostra, perché lasciamo che ciò avvenga. Possiamo forse plasmare il prossimo in modo da costringerlo ad essere più sensibile? Sarebbe giusto? È sbagliato cercare di controllare gli altri, quando sono adulti, privandoli del loro libero arbitrio, della possibilità di scegliere. E siccome non è giusto controllare gli altri, non è nemmeno giusto censurare gli altri.
A questo proposito, è davvero molto istruttiva questa vicenda delle Sentinelle in Piedi (omofobe e ultra-tradizionaliste) e del tizio denunciato per apologia del nazismo mentre interpretava la parte del Grande Dittatore per criticare le Sentinelle.
Le SiP sono convinte che equiparare un concittadino omosessuale ad uno eterosessuale apre la strada alla “distruzione dell’uomo e della civiltà”
Sono persone spaventate dai grandi cambiamenti della nostra epoca, non diversamente da molti di quei giovani musulmani che accorrono al richiamo dei leader di ISIS.
Questa non è però una buona ragione per paragonarli ai nazisti o agli jihadisti.
Il sito delle SiP prosegue: “Se anche tu vuoi vegliare per difendere la libertà di espressione, se anche tu ritieni che sia giusto e doveroso difendere questa libertà in modo pacifico e silenzioso, informati in quali città hanno già vegliato le Sentinelle in piedi e in quali veglieranno”.
Non posso che condividere.
E condivido in parte anche la tesi opposta (la parte in grassetto):
“L’istigazione all’odio non è libertà d’espressione. Contestiamo le sentinelle in piedi perché hanno la pretesa di spacciare per scientifica e legittima la loro paura e il loro odio verso gay, lesbiche e transgender. Loro si professano pacifiche ma ciò che rivendicano è il diritto di discriminare e opprimere, invocano la negazione di libertà per tante e tanti che considerano ‘diversi’ solo perché assolutizzano il modello di ‘normalità’ che sentono di incarnare e che la società propone come tale“.
Solo in parte, però, perché se chi non la pensa come la maggioranza fosse sempre considerato un istigatore all’odio allora non vivremmo più in una democrazia.
Mi piace come le sentinelle esprimono la loro opinione. Non la condivido, ma appoggio in pieno il loro diritto di esprimerla pubblicamente e mi imbarazza vivere in un paese in cui questo non è naturale.
Mi piace il tizio vestito da Grande Dittatore di Chaplin.
Mi piace meno l’implicita equiparazione delle sentinelle al nazismo (è sciocco dar delle patenti di nazismo un po’ a tutti quelli che non la pensano come noi e non a quelli che veramente ragionano come dei nazisti – e non li incontri per strada, sono ai piani alti, e distruggono nazioni e popoli con un cenno – a proposito: perché nessuno parla più delle sofferenze dei greci?).
Mi piace ancor meno la denuncia al tizio vestito da parodia di Hitler, ma è esattamente quel che succede in un paese in cui la libertà d’espressione è relativa.
L’insensata denuncia è figlia di questa immaturità democratica. Se sono state le Sentinelle a denunciarlo – come mi pare probabile – hanno in un colpo solo negato il senso ufficiale della loro protesta, dando ragione ai loro contestatori. Anche chi manifesta per la libertà d’espressione è subito pronto a sopprimerla negli altri.
Viviamo in un paese così antropologicamente pessimista da credere che la mera manifestazione di una credenza possa essere un virus che contagia le masse.
Se l’OMS avesse usato la stessa ferocia contro Ebola ora non saremmo lì a chiederci quando arriverà in Italia.
Senza la libertà di offendere non c’è libertà. Se le mie azioni sono giudicate in base a quanto offendono il prossimo, potrò fare solo quello che gli altri mi consentono graziosamente di fare e poiché moltissimi sono suscettibili e permalosi, ciò decreterebbe la morte della libertà. Non essere offesi da chi è in buona fede non è un diritto umano. Anche le SiP hanno il diritto di chiamare fascisti quelli che cercano di impedire la loro facoltà di esprimere i propri valori non violentemente.
Se le Sentinelle e i loro contestatori si offendono nell’essere paragonati ai fascisti il problema è loro.
Una democrazia non può essere ostaggio della permalosità e della suscettibilità altrui.
Come si può aver paura di questi pochi dissenzienti? Come può una repubblica di 60 milioni di abitanti essere così tragicamente insicura circa le sue premesse valoriali? Siamo ancora così immaturi?
Sì. Continuiamo a credere che ci serva un Grande Controllore/Censore che decida per noi cosa siamo autorizzati a sentire e vedere (per il nostro bene).
In Azerbaigian le donne hanno ottenuto il diritto di voto nel 1919, in Italia nel 1946, in Svizzera nel 1971.
Abbiamo tutti ancora molta strada da fare.
Ama davvero la libertà solo chi la riafferma per il suo prossimo
Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev, Regno dello Spirito e Regno di Cesare, 1951
Violenza, nonviolenza e democrazia nella prossima guerra totale in Medio Oriente
28 luglio 2014 a 12:36 (Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: apartheid, Arafat, democrazia, disinformazione, Gandhi, guerra totale, guerriglia, Haaretz, Hamas, informazione, intifada, Israele, lotta armata, Mandela, Medio Oriente, nazionalismo, nonviolenza, pacifismo, Palestina, propaganda, Salman Rushdie, stampa libera, Sudafrica, Terza Guerra Mondiale
For a New World Order to live well
Quando Israele sarà al centro del più grande conflitto mediorientale della storia (e succederà, perché è il Likud che lo vuole) la gente prenderà posizione per gli uni e contro gli altri. Io tifo per gli uni e per gli altri o, per meglio dire, per tutti quegli israeliani e palestinesi che guardano oltre i tribalismi, i propri orticelli, le proprie paure e rancori.
I pro-Israele dichiarano: “Israele è l’unica democrazia della regione”.
Però:
1. I media israeliani sono quasi esclusivamente ultranazionalisti e il povero Haaretz è sottoposto a una costante campagna di delegittimazione interna. Può essere realmente democratico un paese neoprussiano in cui non esiste di fatto pluralismo nell’informazione?
2. Hamas ha vinto delle elezioni monitorate e ritenute legittime;
3. Nelson Mandela, nel 1961, divenne il comandante dell’ala armata Umkhonto we Sizwe dell’ANC (“Lancia della nazione”, o MK), della quale fu co-fondatore. Coordinò la campagna di sabotaggio contro l’esercito e gli obiettivi del governo ed elaborò piani di una possibile guerriglia per porre fine all’apartheid. Raccolse anche fondi dall’estero per il MK e dispose addestramenti paramilitari, visitando vari governi africani. Nell’agosto del 1962 fu arrestato dalla polizia sudafricana, in seguito a informazioni fornite dalla CIA (wikipedia);
4. Benché la violenza non sia lecita, quando è opposta per autodifesa, o in difesa degli inermi, è un atto di coraggio assai preferibile alla codarda sottomissione. (Gandhi, Harijan, 27 ottobre 1946)
5. Il messaggio di “Gandhi” [il film di Richard Attenborough] è che il modo migliore di ottenere la libertà è quello di mettersi in fila, senza armi, e marciare verso gli oppressori, permettendo loro di ridurti inerme al suolo a suon di manganello; se resisti sufficientemente a lungo, li metterai in tale imbarazzo da costringerli ad andar via. Tutto ciò è la peggior sciocchezza mai sentita ed è una sciocchezza pericolosa. La nonviolenza fu una strategia scelta da un popolo specifico nei confronti di un oppressore specifico; generalizzare da tutto ciò costituisce un atto sospetto. Che utilità avrebbe avuto la nonviolenza, ad esempio, contro i nazisti? […]. “Gandhi” ci mostra un santo che vinse un impero, ma non è che frutto di invenzione (Salman Rushdie, 1991).
6. Lasciate anche che essi prendano possesso della vostra bella isola e dei vostri numerosi bei palazzi. Darete loro tutto questo, ma non le vostre anime né i vostri cuori. Se quei gentiluomini decidono di occupare le vostre case, vi trasferirete, e se non vi permetteranno di andarvene liberamente, vi farete massacrare tutti, uomini, donne e bambini, ma rifiuterete di dar loro la vostra lealtà (Messaggio di Gandhi agli inglesi,1940)
A me pare che la questione non sia così scontata
http://www.futurables.com/2014/07/21/israele-un-monito-per-lumanita/
Io desidero fortemente che Israele e la Palestina sopravvivano a quel che verrà e dimostrino nel corso delle prossime generazioni che l’umanità ha tutto quel che occorre per costruire una civiltà diversa, un mondo migliore.
Ci vorranno moltissimi anni, forse più di un secolo, come nel Sudafrica, che è ben lungi dall’aver risolto i suoi problemi. Ma questi popoli vanno assistiti, una volta che le fazioni guerrafondaie e nazionaliste saranno state scacciate dal potere.
Il loro successo è il nostro successo. Queste persone non devono essere morte invano.
La morte della Repubblica (Matteolo Augustolo)
14 luglio 2014 a 18:29 (Controrivoluzione e Complotti, Verità scomode)
Tags: Amleto, autonomie, costituzionalismo democratico, democrazia, Edipo, governo, impero, Luciano Canfora, Matteo Renzi, Matteolo Augustolo, Odisseo, Ottaviano Augusto, Parlamento, pluralismo politico, poteri locali, Raniero la Valle, regime, Renzi, Repubblica, riforma costituzionale, riforma del Senato, Senato, Senato delle Autonomie, senatori, Telemaco, Ulisse
Se in casa mi offendono, il tuo cuore sopporti di vedermi soffrire, anche se mi trascinassero per i piedi alla porta o mi bersagliassero di colpi, se lo vedi, sopporta; pregali soltanto di smettere dalle loro follie con parole amabili: certo non ti obbediranno, perché su di loro incombe il giorno fatale.
Odisseo/Ulisse al figlio Telemaco
Chi sopporterebbe la frusta e l’ingiuria del tempo, i torti dell’oppressore, le contumelie del superbo, i dolori dell’amore disprezzato, i ritardi della giustizia, l’insolenza del potere, gli scherni che il meritevole pazientemente subisce da parte di gente indegna?
Amleto
Il professor Luciano Canfora, sostiene che artisti, poeti, storici e tutta la classe intellettuale è stata chiamata a celebrare il suo programma politico ed è per questo che lo ricordiamo: fu l’inventore della comunicazione in senso moderno…In Augusto colpisce la progressione inesorabile: a diciannove anni è quasi sconosciuto, a trenta è padrone di un impero che governa un terzo del genere umano.
http://www.raistoria.rai.it/articoli-programma/augusto/23822/default.aspx
“L’elettorato democratico e le riforme di Edipo”
Testo di Raniero la Valle, presidente dei Comitati Dossetti per la Costituzione.
[…].
Nel merito il Senato delle Autonomie significa distruggere le Autonomie, decapitandole dei loro rappresentanti eletti – sindaci, consiglieri regionali o Presidenti di giunta che siano – togliendoli dal territorio. Se gli eletti come sindaci o come esponenti delle Regioni devono davvero contribuire alla legislazione come senatori e sono pagati per questo dai loro cittadini, devono venire a Roma ogni settimana perchè per chiedere di intervenire sulle leggi approvate dalla Camera il Senato ha tempi strettissimi, dieci giorni dalla trasmissione della legge da Montecitorio e solo cinque giorni se le leggi sono approvate con la procedura della “ghigliottina”; e poi il Senato ha trenta giorni o solo quindici per proporre le modifiche; e ha solo quindici giorni per le modifiche alle leggi riguardanti il bilancio ex articolo 81; questo vuol dire che se un senatore o il Senato stesso salta una settimana, passa il treno e sulle leggi fatte dalla Camera non ci si può fare niente; perciò il Senato deve sedere in permanenza come la Camera. Quindi o i senatori fanno morire il Senato disertandolo, o il Senato fa morire le autonomie rubando i loro rappresentanti politici e togliendoli dal territorio.
Questo vuol dire che una piccola parte di elettori di fatto ha in mano il destino, la vita o la morte di tutto il popolo. Ma questo non succederebbe solo per la guerra; su ogni legge il governo può pretendere il voto della Camera entro sessanta giorni, e un ritardo, magari provocato dallo stesso governo, costerebbe alla Camera la perdita di ogni potere di emendamento e la legge sarebbe approvata nel testo uscito da Palazzo Chigi.
In questo modo i cittadini perderebbero qualsiasi possibilità di concorrere con metodo democratico attraverso i loro rappresentanti alla determinazione della politica nazionale.
[…]
La “generazione di Telemaco” in tal modo non porta a compimento l’opera dei padri. Fa male Renzi ad evocare fantasmi di miti e tragedie antiche che gli si rivoltano contro. Quella che vediamo all’opera è infatti piuttosto la generazione di Edipo, che uccide il padre e carpisce e porta al suicidio la madre. Il problema è che i padri uccisi non sono D’Alema, Bersani o Letta – quelli sono rottamati – ma sono il Senato, il pluralismo politico, il costituzionalismo democratico; e la madre abusata e costretta al suicidio è la Repubblica democratica e parlamentare.
Noi non sappiamo se i riformatori di oggi sono consapevoli delle conseguenze di quello che stanno facendo. In genere i politici non lo sono. Non erano consapevoli delle conseguenze quelli che hanno fatto Maastricht, quelli che hanno fatto l’euro non per visione ma per ideologia, quelli che hanno sbagliato il cambio tra la lira e l’euro, quelli che hanno fatto la guerra all’Iraq, alla Jugoslavia, all’Afghanistan, quelli che hanno fatto i compiti a casa mettendo in Costituzione il pareggio di bilancio, quelli che hanno fatto il Fiscal Compact e ora stanno facendo il Trattato Transatlantico per il commercio e gli investimenti con gli Stati Uniti. I riformatori di oggi non hanno cattive intenzioni, piuttosto mancano di profezia, sono come gli apprendisti stregoni di un film un tempo famoso; non sono neanche in grado di salvaguardare il loro potere. Per questo io non temo il primo Renzi, ma temo il secondo Renzi o il dopo Renzi, quando saremo senza Senato elettivo e senza controllo sul governo e avremo l’Italicum che fa il deserto delle opposizioni e istituisce un Aventino per obbligo di legge, lasciando solo due partiti, cioè due rotaie su cui può passare un unico treno. E’ possibile che non ci sarà un regime di Renzi, che è troppo conflittivo e provocatorio per essere accettato alla lunga dal sistema politico, ma stiamo creando grandi chances per un regime dopo Renzi, o che sia lui stesso a riproporsi come quello che voleva salvare l’Italia e l’Europa e che ne è stato impedito da conservatori di ogni natura e dai ribelli del suo stesso partito, o che sia qualcun altro dopo di lui. La destra palese è sempre pronta in Italia a venire fuori dalla destra occulta.
[…]
http://www.michelenardelli.it/commenti.php?id=3160
Nel merito il Senato delle Autonomie significa distruggere le Autonomie, decapitandole dei loro rappresentanti eletti – sindaci, consiglieri regionali o Presidenti di giunta che siano – togliendoli dal territorio. Se gli eletti come sindaci o come esponenti delle Regioni devono davvero contribuire alla legislazione come senatori e sono pagati per questo dai loro cittadini, devono venire a Roma ogni settimana perchè per chiedere di intervenire sulle leggi approvate dalla Camera il Senato ha tempi strettissimi, dieci giorni dalla trasmissione della legge da Montecitorio e solo cinque giorni se le leggi sono approvate con la procedura della “ghigliottina”; e poi il Senato ha trenta giorni o solo quindici per proporre le modifiche; e ha solo quindici giorni per le modifiche alle leggi riguardanti il bilancio ex articolo 81; questo vuol dire che se un senatore o il Senato stesso salta una settimana, passa il treno e sulle leggi fatte dalla Camera non ci si può fare niente; perciò il Senato deve sedere in permanenza come la Camera. Quindi o i senatori fanno morire il Senato disertandolo, o il Senato fa morire le autonomie rubando i loro rappresentanti politici e togliendoli dal territorio.
Italicum, questo vuol dire che una piccola parte di elettori di fatto ha in mano il destino, la vita o la morte di tutto il popolo. Ma questo non succederebbe solo per la guerra; su ogni legge il governo può pretendere il voto della Camera entro sessanta giorni, e un ritardo, magari provocato dallo stesso governo, costerebbe alla Camera la perdita di ogni potere di emendamento e la legge sarebbe approvata nel testo uscito da Palazzo Chigi.
In questo modo i cittadini perderebbero qualsiasi possibilità di concorrere con metodo democratico attraverso i loro rappresentanti alla determinazione della politica nazionale.
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Nel merito il Senato delle Autonomie significa distruggere le Autonomie, decapitandole dei loro rappresentanti eletti – sindaci, consiglieri regionali o Presidenti di giunta che siano – togliendoli dal territorio. Se gli eletti come sindaci o come esponenti delle Regioni devono davvero contribuire alla legislazione come senatori e sono pagati per questo dai loro cittadini, devono venire a Roma ogni settimana perchè per chiedere di intervenire sulle leggi approvate dalla Camera il Senato ha tempi strettissimi, dieci giorni dalla trasmissione della legge da Montecitorio e solo cinque giorni se le leggi sono approvate con la procedura della “ghigliottina”; e poi il Senato ha trenta giorni o solo quindici per proporre le modifiche; e ha solo quindici giorni per le modifiche alle leggi riguardanti il bilancio ex articolo 81; questo vuol dire che se un senatore o il Senato stesso salta una settimana, passa il treno e sulle leggi fatte dalla Camera non ci si può fare niente; perciò il Senato deve sedere in permanenza come la Camera. Quindi o i senatori fanno morire il Senato disertandolo, o il Senato fa morire le autonomie rubando i loro rappresentanti politici e togliendoli dal territorio.
Italicum, questo vuol dire che una piccola parte di elettori di fatto ha in mano il destino, la vita o la morte di tutto il popolo. Ma questo non succederebbe solo per la guerra; su ogni legge il governo può pretendere il voto della Camera entro sessanta giorni, e un ritardo, magari provocato dallo stesso governo, costerebbe alla Camera la perdita di ogni potere di emendamento e la legge sarebbe approvata nel testo uscito da Palazzo Chigi.
In questo modo i cittadini perderebbero qualsiasi possibilità di concorrere con metodo democratico attraverso i loro rappresentanti alla determinazione della politica nazionale.
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Nel merito il Senato delle Autonomie significa distruggere le Autonomie, decapitandole dei loro rappresentanti eletti – sindaci, consiglieri regionali o Presidenti di giunta che siano – togliendoli dal territorio. Se gli eletti come sindaci o come esponenti delle Regioni devono davvero contribuire alla legislazione come senatori e sono pagati per questo dai loro cittadini, devono venire a Roma ogni settimana perchè per chiedere di intervenire sulle leggi approvate dalla Camera il Senato ha tempi strettissimi, dieci giorni dalla trasmissione della legge da Montecitorio e solo cinque giorni se le leggi sono approvate con la procedura della “ghigliottina”; e poi il Senato ha trenta giorni o solo quindici per proporre le modifiche; e ha solo quindici giorni per le modifiche alle leggi riguardanti il bilancio ex articolo 81; questo vuol dire che se un senatore o il Senato stesso salta una settimana, passa il treno e sulle leggi fatte dalla Camera non ci si può fare niente; perciò il Senato deve sedere in permanenza come la Camera. Quindi o i senatori fanno morire il Senato disertandolo, o il Senato fa morire le autonomie rubando i loro rappresentanti politici e togliendoli dal territorio.
Italicum, questo vuol dire che una piccola parte di elettori di fatto ha in mano il destino, la vita o la morte di tutto il popolo. Ma questo non succederebbe solo per la guerra; su ogni legge il governo può pretendere il voto della Camera entro sessanta giorni, e un ritardo, magari provocato dallo stesso governo, costerebbe alla Camera la perdita di ogni potere di emendamento e la legge sarebbe approvata nel testo uscito da Palazzo Chigi.
In questo modo i cittadini perderebbero qualsiasi possibilità di concorrere con metodo democratico attraverso i loro rappresentanti alla determinazione della politica nazionale.
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Nel merito il Senato delle Autonomie significa distruggere le Autonomie, decapitandole dei loro rappresentanti eletti – sindaci, consiglieri regionali o Presidenti di giunta che siano – togliendoli dal territorio. Se gli eletti come sindaci o come esponenti delle Regioni devono davvero contribuire alla legislazione come senatori e sono pagati per questo dai loro cittadini, devono venire a Roma ogni settimana perchè per chiedere di intervenire sulle leggi approvate dalla Camera il Senato ha tempi strettissimi, dieci giorni dalla trasmissione della legge da Montecitorio e solo cinque giorni se le leggi sono approvate con la procedura della “ghigliottina”; e poi il Senato ha trenta giorni o solo quindici per proporre le modifiche; e ha solo quindici giorni per le modifiche alle leggi riguardanti il bilancio ex articolo 81; questo vuol dire che se un senatore o il Senato stesso salta una settimana, passa il treno e sulle leggi fatte dalla Camera non ci si può fare niente; perciò il Senato deve sedere in permanenza come la Camera. Quindi o i senatori fanno morire il Senato disertandolo, o il Senato fa morire le autonomie rubando i loro rappresentanti politici e togliendoli dal territorio.
Italicum, questo vuol dire che una piccola parte di elettori di fatto ha in mano il destino, la vita o la morte di tutto il popolo. Ma questo non succederebbe solo per la guerra; su ogni legge il governo può pretendere il voto della Camera entro sessanta giorni, e un ritardo, magari provocato dallo stesso governo, costerebbe alla Camera la perdita di ogni potere di emendamento e la legge sarebbe approvata nel testo uscito da Palazzo Chigi.
In questo modo i cittadini perderebbero qualsiasi possibilità di concorrere con metodo democratico attraverso i loro rappresentanti alla determinazione della politica nazionale.
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https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/03/06/alcibiade-il-rottamatore/
Il Trentino dalla monarchia alla repubblica
18 ottobre 2013 a 08:38 (Territoriali#Europei)
Tags: attacco, autocrazia, autoritarismo, candidata, candidatura, condanna, critica, DBR, Dellai, democrazia, Donata Borgonovo Re, elezioni, monarchia, principe, Repubblica, Senso Comune, Thomas Paine
http://donataborgonovore.files.wordpress.com/2013/10/adige_17ottobre2013.pdf
I palazzi dei re sono stati eretti sulle rovine delle dimore del paradiso terrestre
Thomas Paine, “Senso comune”
http://donataborgonovore.files.wordpress.com/2013/10/da-trentino_15ott.pdf
I decreti del destino guidano chi è consenziente, e trascinano chi non lo è.
Seneca
C’è una cosa più forte di tutti gli eserciti del mondo, e questa è un’idea il cui momento è ormai giunto.
Victor Hugo
Dov’è la Vita che abbiamo perduto vivendo?
Dov’è la saggezza che abbiamo perduto sapendo?
Dov’è la sapienza che abbiamo perduto informandoci?
T.S. Eliot, La Rocca
L’insicurezza che certamente appartiene al nostro tempo va secondo me interpretata in senso positivo, come un segno di speranza: essa infatti ci rende più modesti, più aperti, più disponibili nei confronti degli altri, meno esposti ai rischi di un appiattimento o imbolsimento spirituale (intellettuale). Chi trova il coraggio di costruire la propria esistenza nel mare mosso dell’incerto riuscirà più facilmente a trovare il proprio spazio nel presente di chi invece tenta di gettare l’ancora verso i lidi di epoche passate.
Alexander Langer
Il passato è degno di rispetto e riconoscimento, non di venerazione. È nel futuro che troveremo la nostra grandezza.
Pierre Trudeau
I dogmi di un passato tranquillo sono inadeguati al presente tempestoso. La situazione è irta di difficoltà, e noi dobbiamo essere all’altezza della situazione. Poiché il nostro caso è nuovo, dobbiamo pensare in modo nuovo e agire in modo nuovo. Dobbiamo emanciparci.
Abraham Lincoln
Questo è il tempo che ci è dato, abbiamo la responsabilità di dare risposte alle esigenze di questo tempo.
Aldo Moro
Cercando di prendere il più possibile e dare il meno possibile, che fine abbiamo fatto?
27 settembre 2013 a 08:13 (Diritti umani e bioetica, Verso un Mondo Nuovo)
Tags: ama il prossimo tuo come te stesso, Amerai il prossimo tuo come te stesso, autodeterminazione, Babele, bilanci di giustizia, Borgonovo Re, Cloud Atlas, Corano, democrazia, Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, Dichiarazione universale dei diritti umani, diritto alla vita, don Milani, Donata Borgonovo Re, edonismo, Emerson, fratellanza, Genesi, Gesù il Cristo, Jefferson, Le quattro stelle della Costituzione, libertà, Lorenzo Milano, materialismo, neoschiavismo, precariato, R.W. Emerson, Ralph Waldo Emerson, rivoluzione americana, rivoluzione francese, servaggio, Torre di Babele, uguaglianza, Walt Whitman, Whitman
O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda.
Corano, 49.13
Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è il principio del loro lavoro; ora nulla impedirà loro di condurre a termine ciò che intendono fare. Scendiamo dunque e confondiamo il loro linguaggio, perché l’uno non capisca la lingua dell’altro!
Genesi
Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questo.
Gesù il Cristo
Tutti i doveri dell’uomo e del cittadino derivano da questi due principi impressi dall’Autore della natura nel cuore dell’uomo: non fate ad altri quel che non vorreste fatto a voi; fate in ogni occasione agli altri quel bene che vorreste per voi
Costituzioni di Bologna, di Napoli, delle Repubbliche Cispadana, Cisalpina e Romana (1796-1799)
[cf. Donata Borgonovo Re, “Le quattro stelle della Costituzione”]
Tutti gli uomini sono creati uguali, essi sono dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, come la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità
Dichiarazione di Indipendenza americana
Libertà, uguaglianza, fratellanza
Motto della repubblica francese
Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità
Art. 29 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1948)
Me ne importa, mi sta a cuore. E’ il contrario esatto del motto fascista “Me ne frego”.
don Lorenzo Milani Lettera ai giudici (1965)
[cf. Donata Borgonovo Re, “Le quattro stelle della Costituzione”]
Che società abbiamo costruito? Che modelli di relazione tra esseri umani abbiamo adottato?
Donata Borgonovo Re
http://donataborgonovore.com/2013/05/25/ogni-liberta-si-accompagna-a-responsabilita/
Il mio diritto di vivere a lungo e sempre al riparo dalla paura della morte; la mia libertà di fare come mi pare, incurante delle rivendicazioni altrui; la mia illimitata capacità di accumulare ricchezze ed esperienze piacevoli.
Alla faccia delle interpretazioni arbitrarie!
La felicità come la intendeva Jefferson non era quella edonistico-consumistica, era la gratificazione che deriva dal poter vivere senza che un tiranno ti imponga come lo devi fare. Il diritto alla vita era il diritto di non esserne privato dall’arbitrio di qualcuno, o vedersela trasformata in inferno a causa di schiavitù e persecuzioni. Era ed è il diritto a vivere come soggetto – padrone del suo destino, capitano della sua anima – e non come oggetto alla mercé di qualcuno. La libertà non era licenziosità e non era neppure tutto ciò che rimane una volta che è stato garantito il massimo margine di sicurezza possibile. Libertà era ed è la facoltà di esprimere liberamente il proprio potenziale ed essere trattato da adulto, non da minorenne, minorato o automa.
Anche la promesse della rivoluzione francese sono state disattese. La libertà è diventata sinonimo di prevaricazione; l’uguaglianza sinonimo di omologazione tribale e modaiola o di uniformità del modello socioeconomico (“non ci sono alternative”); la fratellanza è diventata quella degli ultras sportivi e/o politici.
Questi principi sono stati travisati, deturpati e separati, per neutralizzarli e far tornare indietro le lancette dell’orologio della storia, senza che la gente comune se ne avvedesse o ci desse troppo peso. Così non siamo più individui sovrani e ci troviamo a vivere in una società della sorveglianza, del materialismo, del precariato cronico, della competizione senza quartiere, dei mercati e dei potentati che stabiliscono la misura dei diritti sociali e civili che ci possono essere concessi (e non più riconosciuti, come dovrebbe essere).
Non viviamo più in una società costituzionale in cui le libertà autorizzano il potere, ma in una in cui il potere autorizza le libertà (più o meno, dipende…) e in cui i cittadini possono, di fatto, “scegliere” di vivere in una condizione di virtuale servaggio. Una cosa che, in precedenza, accadeva nel resto del mondo, non qui, e che perciò ci importava poco o punto.
Che fine abbiamo fatto?
Ne valeva la pena?
Le preghiere degli uomini sono una malattia della volontà. La preghiera che implora un particolare rendiconto è viziosa. La preghiera è la contemplazione degli eventi della vita dal punto di vista più elevato. Ė il soliloquio di un’anima che percepisce ed esulta. Ma la preghiera usata come mezzo per ottenere un soddisfacimento privato è un furto e una meschinità. Essa suppone dualismo e non Unità nella natura e nella coscienza. Quando l’uomo sarà uno con Dio, allora non implorerà più, ma trasformerà ogni preghiera in azione.
Ralph Waldo Emerson
La polarità, o azione e reazione, noi la incontriamo in ogni settore della natura; nelle tenebre e nella luce; nel calore e nel freddo; nel flusso e riflusso delle acque; nel maschio e nella femmina; nell’ispirazione e nell’espirazione di piante ed animali; nelle sistole e diastole del cuore; nella gravità centrifuga e centripeta; nell’ondulazione dei fluidi del suono; nell’elettricità, nel galvanismo e nell’affinità chimica.
R.W. Emerson
Lontano da ciò che attira e trascina sta quello che io Sono,
Se ne sta divertito, compiacente, compassionevole, ozioso, unitario,
Dentro e fuori del gioco, osservandolo e meravigliandosi.
Walt Whitman
Che cosa pensate che io voglia suggerirvi in cento modi,
Se non che uomo e donna sono buoni come Dio?
E che non vi è alcun Dio più divino di voi stessi?
E che questo è ciò che alla fine significano i miti più antichi e più nuovi?
Walt Whitman
Nessuno può fare esperienza per un altro, nessuno;
Nessuno può progredire per un altro, nessuno!
Walt Whitman
Io vedo nuove combinazioni – io vedo la solidarietà tra le razze;
Io vedo la Libertà, completamente armata e vittoriosa, e molto fiera,
Con la Legge da un lato, e la Pace dall’altro,
Una Triade stupenda, che si schiera contro l’idea di Casta.
Walt Whitman
Scene di vita nordcoreana
24 settembre 2013 a 09:02 (Antropologia, Sorprendimi!)
Tags: Corea del Nord, democrazia, nordcoreani, società, vita in Corea del Nord, vita quotidiana
Auguro ai coreani di tornare uniti e di vivere in una società democratica; come lo auguro a tutti noi (prima o poi succederà)


































