Da un glorioso passato a un radioso futuro! [tragicomicamente]

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Putin può salvare anche il PD?

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Il titolo è ironico. Siamo ancora qui ad attendere l’avvento di un messia salvifico. Siamo immaturi.

Hillary Clinton ha venduto la pelle dell’orso prima di averlo ucciso

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Le elezioni francesi e gli oligarchi

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“Renzi uomo del Mossad”: si prepara il ribaltone?

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Quelli che: “Corbyn pensa vecchio, papa Francesco pensa vecchio pure lui. Perché non si tolgono dai piedi?”

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Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: “La Scrittura dice: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera ma voi ne fate una spelonca di ladri“.  

Gesù, un altro che pensava vecchio anche quando era giovane (era vecchio dentro!)

Matteo era un pubblicano, cioè riscuoteva le tasse degli ebrei per darle ai romani. I pubblicani erano malvisti e inoltre considerati peccatori, per questo vivevano isolati e disprezzati dagli altri. Con loro non si poteva mangiare, né parlare e né pregare. Per il popolo erano dei traditori, che prendevano dalla loro gente per dare ad altri.

Papa Francesco

Corbyn, durante e dopo le primarie, è stato oggetto di attacchi durissimi dall’ala moderata del suo partito, dal Primo Ministro David Cameron e dalla stampa nazionale ed estera (anche i giornali italiani hanno fatto la loro parte). Tutti intenti a prendere di mira, con argomentazioni generiche, e spesso con qualche calunnia (basti pensare all’infondata accusa di antisemitismo circolata qualche tempo fa), il nuovo volto del Labour…le semplificazioni che accompagnano Corbyn, che lo dipingono o come “il male” o come la personificazione della “sconfitta”

Renzi attacca Corbyn. La replica: “No comment”, PolisBlog, 22 settembre 2015

B017Osservate attentamente l’onda di disprezzo (odio?) che si è levata nel centrodestra e nel centrosinistra all’indirizzo di Jeremy Corbyn, il nuovo leader del partito laburista inglese.

Non è paragonabile a quella riservata a Podemos o Syriza. Qui c’è qualcosa di più profondo e implacabile, presumibilmente l’astio dei ricchi e potenti contro chiunque prenda le difese dei deboli e si permetta di farlo a Londra, nella tana del lupo (la City).

Quando Cameron definisce in un twitter il Labour guidato da Corbyn “una minaccia per la nostra sicurezza nazionale, per la nostra economia e la sicurezza delle vostre famiglie“, l’analista più attento capisce che l’establishment si è spaventato sul serio e ha perso il controllo della retorica, con una virata iperbolica che getta discredito su di sé.

Corbyn è universalmente associato al concetto di “vecchio”, ossia sorpassato. Il suo programma è anti-moderno. Ma che che cosa si propone di fare?

Ridurre le disparità sociali, interrompere l’iter di privatizzazione delle risorse comuni, scaricare i costi anche sui ricchi, lottare contro le agevolazione fiscali per le grosse multinazionali, riprendere il controllo del sistema finanziario e regolarlo, prevedere spazi verdi coltivabli ogni volta che si costruiscono abitazioni, riconoscere lo stato palestinese, investire nell’energia e nelle infrastrutture per migliorare i servizi, non rifinanziare l’armamento nucleare, ridimensionare i costi per l’istruzione senza indebitare gli studenti, porre fine ai “bombardamenti umanitari”, dare slancio all’edilizia popolare per aiutare le giovani coppie a vivere dignitosamente, restituire Chagos agli indigeni “etnicamente ripuliti” per costruire la base americana, pensare a un’amministrazione congiunta per la Falkland/Malvinas, mettere l’embargo alla vendita delle armi ad Israele, bloccare il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), è contrario al fracking, favorevole alla riunificazione dell’Irlanda, al tetto agli stipendi, all’educazione musicale dei bambini, allo smantellamento della NATO, alla riduzione della produzione e commercio delle armi.

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Più in generale, i discorsi di Corbyn grondano di termini desueti come giustizia, uguaglianza, solidarietà, altruismo e fratellanza (orrore! orrore! magari è più a sinistra di papa Francesco!).
Ora, se è papa Francesco a dire certe cose, i “nuovi sinistri” non lo possono attaccare, perché sarebbe un suicidio elettorale. Lo tollerano e aspettano che passi a miglior vita e contano sul fatto che tanto lui si occupa di anime, non di politiche e voti.
Michael Ledeen (sponsor di Renzi) su papa Francesco:
_http://pjmedia.com/michaelledeen/2015/09/20/the-pope-of-montecristo/

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Corbyn, invece, è imperdonabile e, poiché propone misure che avrebbero sottoscritto i fratelli Kennedy, rischia di fare la loro fine.

Julian Assange, che lo ammira, l’ha avvertito: vacci piano, abbassa i toni, se no in qualche modo ti rimuovono:

 

La svendita renziana del nostro patrimonio bancario

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Un lettore si domandava che cosa avesse mai fatto di neoliberista, Matteo Renzi, il primo ministro che ha appena dichiarato che a lui il capitalismo di famiglia e comunità gli fa schifo e ci vuole sempre più “americani”
http://www.lastampa.it/2015/05/04/economia/renzi-basta-capitalismo-poco-trasparente-KIE1b02EfUWOAWzBAHXzhP/pagina.html

Se una persona simpatizza per le idee neoliberiste ma sa che “neoliberismo” è una brutta parola, è perfettamente in grado di rimuovere il problema a livello cognitivo evitando di considerare come neoliberista tutto ciò che gli piace, ciò che sente essere giusto.
Per questo non mi interessa convertire nessuno. Ciascuno deve trovare in sé la forza e la chiarezza di pensiero per capire che per troppo a lungo ha visto il mondo con delle lenti distorcenti e dei paraocchi (è la nostra condizione naturale) e deve cominciare a sforzarsi di analizzare la realtà nella maniera più obiettiva possibile.
Per esempio, si potrebbe cominciare a rifiutare l’equazione banche = male.
Ci sono delle banche che, effettivamente, sono covi di psicopatici e rappresentano una minaccia per l’intera civiltà umana: sono parassiti che non si rendono conto che dissanguare a morte l’organismo che vampirizzano ucciderà anche loro, in assenza di altre prede. In pratica, sono degli idioti e dei bulli.
Ma ci sono altre banche, nate con ben altre missioni e aspirazioni, quelle che non piacciono a Matteo Renzi (perché gli hanno detto che non gli devono piacere e lui è ubbidiente).
Queste altre banche sono utili a quel grande organismo che chiamiamo civiltà umana perché non venerano Mammona (o non lo fanno a tempo pieno) e quindi non trasformano automaticamente l’energia che chiamiamo denaro in “sterco del demonio”.
Certo, non sono più quelle di un tempo: in un ambiente tossico sono state contaminate, contagiate, in parte compromesse. Ma non sono malate terminali, sono curabili.
O, almeno, lo sono quelle che non saranno divorate dal cancro dei megacartelli finanziari di cui sopra.
Renzi, recependo le direttive provenienti da Wall Street e dalla City di Londra (è estremamente ubbidiente, non si può non dargliene atto), ha provveduto a indebolire il sistema immunitario delle “banche buone”:
http://www.avvenire.it/Economia/Pagine/appello-in-difesa-banche-popolari.aspx
La questione ora diventa la seguente: le megabanche si sono rese conto che NON avranno abbastanza tempo per approfittarne? Sanno che stanno per morire? Oppure l’avidità e l’egotismo ai piani alti sono così intensi da sfociare nella più completa ottusità?
http://www.futurables.com/2015/05/04/la-repentina-estinzione-dei-dinosauri-bancari/

Io dico che i loro modelli, come quelli climatici, sono completamente sbagliati, ma questa gente non è più in grado di ragionare con la propria testa (il tallone d’Achille degli psicopatici è che scambiano SEMPRE i loro desideri per la realtà).
Sono zombie (anzi, i vampiri sono morti viventi, senz’anima), forse lo sospettano, ma lo negheranno fino all’ultimo (e oltre).

Le nostre “banche buone” non sono a rischio. L’aggressione è arrivata fuori tempo massimo. Però, negli anni a venire, dovranno ritrovare l’anima in parte perduta.

https://plus.google.com/+StefanoFaitFuturAbles/posts

Meglio pensare al dopo Renzi e al dopo “Partito della Nazione”…

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Non ho mai capito perché abbiano scelto lui. Forse doveva rassicurare le mamme italiane e conquistare i voti dei fan di Pieraccioni?
Fatto sta che non funziona. Solo una minoranza di persone è felice di farsi governare da qualcuno che considera più mediocre di lui/lei, specialmente sulla scena internazionale (noi italiani, come tutti i popoli narcisisti, amiamo criticarci ma non perdoniamo chi ci fa sfigurare e non perdoniamo le critiche altrui).
Così nei sondaggi Renzi è stabilmente sotto il 40%, tallonato dai vari G.W. Bush e Hollande nei loro momenti peggiori:

http://www.ilvelino.it/it/article/2015/04/30/sondaggi-ixe-italiani-bocciano-renzi-su-fiducia-italicum/8d27262e-3558-418e-82b2-506a61e8a52c/
http://www.termometropolitico.it/1172090_sondaggio-datamedia-pd-ancora-in-difficolta-fiducia-in-renzi-in-declino-3004.html

Solo una situazione di marcata instabilità sociale potrebbe farlo risalire, ma a patto che fosse in grado di gestirla senza troppe bischerate, incertezze, ambiguità, smargiassate. Direi che non ha alcuna chance. E’ un ganassa, uno sbruffone nato. Per questo si è lasciato usare e per questo è già sulla via del declino.
I suoi avversari politici sono potenti e sono pronti a fargli le scarpe:

“Dal partito del Divo Giulio, Enrico Letta ha ereditato anche l’afflato terzomondista che gli costa la poltrona a Palazzo Chigi: inserendosi senza essere invitato nel gioco delle grandi potenze sul nucleare iraniano, il governo Letta invia a Teheran il ministro degli Esteri Emma Bonino già nel dicembre del 2013; sfidando il boicottaggio di Washington e delle cancellerie occidentali che ha come pretesto la violazione dei diritti degli omosessuali (il regime change ucraino è ancora in gestazione), Enrico Letta partecipa all’inaugurazione dei Giochi Olimpici di Sochi nel febbraio 2014; è fautore di una politica araba che non subordina la questione palestinese ai diktat israeliani e dei falchi americani. Cerca insomma di ritagliarsi un margine di manovra all’interno dei paletti fissati dagli USA, attirandosi lo scherno delle figure italiane più vicine a Tel Aviv ed ai repubblicani, come il giornalista Giuliano Ferrara che lo definisce sprezzantemente un “giovane vecchio”.
http://federicodezzani.altervista.org/aspettando-il-partito-della-nazione/

Come abbiamo visto, i suoi sponsor neocon non se la passano bene.
Non gliene va in porto una, sono sulla difensiva e probabilmente non riusciranno a far eleggere Hillary Clinton:

“Dichiarato già negli anni ’80 persona “non grata” dall’ammiraglio Fulvio Martini a capo del SISMI, non solo Ledeen non si allontana dall’Italia ma interferisce ancora con la politica nostrana, segnalando a Washington gli amici fidati di USA ed Israele: risale infatti al 2007 l’articolo che Ledeen scrive per l’influente rivista conservatrice National Review, dove racconta di aver avuto due anni prima (2005) uno scambio di battute con con giovane amico italiano sui vini del Bel Paese. Il commensale con cui discetta di bottiglie è un rampante e brillante politico toscano, appena rieletto alla presidenza della provincia di Firenze: Matteo Renzi.

Abbiamo quindi uno storico del fascismo, studioso e collaboratore di Renzo De Felice, invischiato in traffici illegali d’armi, inserito nei servizi segreti americani e forse israeliani, neo-conservatore affiliato all’American Enterprise Institute, che diventa mentore di Matteo Renzi fin dal 2005 e, quasi sicuramente, ne segue passo dopo passo la scalata al potere.

È lecito supporre che alla base delle incredibili somiglianze tra gli esordi di Benito Mussolini e Matteo Renzi, ci sia lo studioso del fascismo Micheal Ledeen? Sì, è lecito.

Il Partito della Nazione, nella sua gestazione e nei tratti che sta assumendo, è la versione aggiornata del fascismo-regime o partito-nazione che Dino Grandi e Benito Mussolini concepirono nel 1922-1923.

Micheal Ledeen sta suggerendo a Matteo Renzi come resuscitarlo, passo dopo passo, fiducia dopo fiducia, giorno dopo giorno”.
http://federicodezzani.altervista.org/la-legge-acerbo-si-ripete-con-la-farsa-italicum/

Non ci sarà alcun Partito della Nazione perché la ripetizione farsesca della storia è come un cinepanettone che diventa realtà: l’entusiasmo è passeggero e la gente passa presto a occuparsi delle cose serie della vita.

 

SCHEDA

Il neocon, sionista, ultraguerrafondaio Michael Ledeen è uno dei principali sponsor di Matteo Renzi.
Questo spiacevolissimo dato di fatto è stato confermato da:

Corriere della Sera

http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/politica/2012/6-settembre-2012/quella-rete-americana-asse-clinton-blair-2111718004332.shtml

L’Espresso

http://espresso.repubblica.it/attualita/2013/11/04/news/ecco-chi-e-marco-carrai-il-gianni-letta-di-matteo-renzi-1.139920

L’Unità

http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/2490000/2486104.xml?key=bersani&first=341&orderby=1

Il Giornale

http://www.ilgiornale.it/news/interni/strana-amicizia-premier-lamericano-indesiderato-1012850.html

Il Sole 24 Ore (N.B. descrivere Tony Blair e i neocon come se fossero su fronti opposti è straordinario)

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-01-15/i-due-consiglieri-atlantici-e-opposti-sindaco-064225.shtml?uuid=ABU5pop

Gad Lerner

http://www.gadlerner.it/2014/04/22/lamico-amerikano-di-renzi-e-il-giornale-complottista

Fatto Quotidiano

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/28/renzi-a-nozze-con-i-poteri-forti-da-cimbri-a-palenzona-tutti-al-matrimonio-di-carrai/1136057/

Formiche: “Ledeen, ormai settantatreenne, non ha mai smesso negli Stati Uniti di occuparsi d’Italia e d’italiani. Lo dimostra il suo articolo di elogi a Mattarella appena pubblicato da The Wall Street Journal. Non più tardi dell’autunno scorso egli ha partecipato in Toscana al ricevimento nuziale di Marco Carrai, tanto giovane quanto storico amico di Renzi, suo testimone di nozze”.

http://www.formiche.net/2015/02/19/mattarella-renzi-usa-libia-isis/

Michael Ledeen

http://www.wsj.com/articles/michael-ledeen-a-chance-for-italy-to-distinguish-itself-1424206385

 

L’Italia di Renzi non è la mia

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Chi l’ha messo lì è preoccupato per il drastico calo di consensi. Mosse disperate

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Syriza e Podemos

Alexis Tsipras (Syriza) & Pablo  Iglesias (Podemos)

Alexis Tsipras (Syriza) & Pablo Iglesias (Podemos)

SYRIZA

È un fatto che la nostra cleptocrazia ha stretto un’alleanza con le élite europee per propagare menzogne, sulla Grecia, convenienti per gli eurocrati ed eccellenti per le banche fallimentari.

Alexis Tsipras, leader di Syriza al Kreisky Forum di Vienna, 20 settembre 2013.

Renzi presenta un forte dualismo, è come se si trattasse, quasi, potremmo dire, di una personalità scissa
[…]
L’altra metà del profilo, tuttavia, è quello di un politico che avanza come un’asfaltatrice, allo scopo di imporre le riforme neoliberiste all’interno del paese, nella riorganizzazione produttiva e la liberalizzazione dell’economia, misure dalle quali, ovviamente, può trarre giovamento solo l’elite con le lobby economiche.

Alexis Tsipras

http://espresso.repubblica.it/palazzo/2015/01/12/news/matteo-renzi-ha-una-personalita-scissa-cosa-pensa-alexis-tsipras-dell-ex-rottamatore-1.194682

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Tsipras, il grimaldello di Vladimir Putin per scardinare l’Ue. In cambio di miliardi

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/31/tsipras-grimaldello-putin-per-disgregare-lue/1383609/

I lettori hanno capito:
“Questo articolo è una VERGOGNA! Il direttore del Fatto Q dovrebbe chiederci scusa. Pura propaganda USA, a Cohen è stata passata la velina dei Servizi USA e il Fatto l’ha pubblicata! VRGOGNA!”
*****
“Lo so, è dura ingoiare “articoli propaganda” ma si chiama libertà di stampa . Cohen, tanta esperienza buttata nel cesso. C’é più giornalismo, informazione e idee in questi commenti che in qualsiasi riga dell’articolo”
*****
“è VERGOGNOSO e fazioso questo articolo! gli stessi fatti possono essere raccontati con un’ottica completamente opposta, oppure -come dovrebbe essere!- con imparzialità. non fa onore al FQ, di cui sono abbonata”.
*****
“Devo ammettere che prima ero scettico su Tsipras che alcuni hanno incautamente paragonato a Renzi, ma in realtà questo sembra almeno all’inizio essere un fior di politico molto pragmatico che si sta muovendo bene per gli interessi del suo paese… Della serie qulacuno dovrebbe prendere lezioni invece di continuare a prendere ordini (contro i ns. interessi) dai Tedeschi e dagli USA”.

Grecia, altro schiaffo alla troika: stop alle privatizzazioni

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-01-28/tsipras-altro-schiaffo-troika-congelate-privatizzazioni-110206.shtml?uuid=ABtELKlC

“…qualcuno, ieri, ha paragonato il governo Tsipras a quello di Renzi, perché anche il leader greco ha dovuto allearsi con un partito di destra (nella foto sopra, il nuovo premier di Atene con il capo dei Greci indipendenti, Panos Kammenos). Qualcuno ha tentato addirittura di legittimare il Nazareno. Grammaticalmente, tuttavia, il paragone è un errore da matita rossa: perché il premier italiano ha chiesto e ottenuto un’alleanza all’interno del vecchio blocco delle larghe intese, mentre qui parliamo di una coalizione tra due forze esterne e alternative a quel blocco. Insomma, sono cose diverse se non opposte, in termini di logica formale…Renzi sembra aver fatto la scelta del Partito della Nazione, quindi di arroccarsi nel vecchio duopolio. E che non si tratti di una grande idea, mi sembra piuttosto chiaro dai segnali che vengono da mezzo Continente”.

http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/01/27/di-tsipras-renzi-e-altre-asimmetrie/

«Ah quanto non vedo l’ora di vedere Tsipras alla prova dei fatti», ha scritto ieri su Facebook il mio buon amico L., renziano. Anch’io, naturalmente, perché intanto significherebbe che domani vince. Ma aldilà degli auspici, in questa frase c’è un sacco di roba; anche italiana.

[…]

Sia il mio amico L. sia io non vediamo l’ora di vedere Tsipras alla prova dei fatti.

Ma lui con la speranza che anche Tsipras sia costretto a un Nazareno, e che le trattative con la Bce e il Fmi lo portino a compromessi molto al ribasso (teorema Piccolo) oppure ad andare a sbattere (sempre teorema Piccolo). Io esattamente per il motivo opposto, cioè per vedere se nell’incontro-scontro con il reale si può posizionare l’asticella in mezzo, tra Turigliatto e Verdini. O comunque da qualche parte, tra questi due estremi – il perdere benissimo e il vincere malissimo – che alla fine hanno molto in comune: perché producono lo stesso risultato e si sostengono a vicenda”.

http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/01/24/tsipras-renzi-e-lasticella/

“Un paio di cose sono già chiare. La prima è che i renziani sono come il tifoso occasionale: scendono in piazza col vincitore e per farsi il selfie con lui, chiunque sia. La seconda è che Renzi cerca di capire se può impostare la prossima campagna di marketing col vento della “nuova Europa”, che si chiami Davide Serra del fondo Algebris, il piddino londinese cui movimenti speculativi in Italia (a partire da MPS) sono già leggenda, o Alexis Tsipras.

Certo, il modo di accomunare Renzi e Tsipras da parte, ad esempio, della Serracchiani è genere comico grottesco.

[…]

Certo che Renzi e i renziani parlano, parlano, parlano. Già che mostrano questa facoltà, farebbero bene a raccontare come mai da Londra, domicilio dello sponsor renziano Davide Serra, POCO PRIMA del decreto sulle banche popolari, sono piovuti acquisti di azioni delle banche interessate. Guadagnandoci un bel po’ una volta che il decreto ha rivalutato le azioni. E già che ci sono non sarebbe male raccontare come mai, negli stessi giorni, la banca maggiormente beneficiata sia quella del padre della ministro Boschi. Non sarà che qualcuno ha scoperto le virtù, negli affari tra amici e consanguinei, dello svelare illegalmente informazioni riservate?

Sarebbe gradito un racconto più convincente di quello dello scoprirsi alleati di Tsipras. A elezioni vinte da Syriza, ci mancherebbe. Il renziano o vince, o salta sul carro del vincitore. La politica non sa nemmeno cosa sia ma, in compenso, non si nega mai l’attrazione del palcoscenico”.

http://www.senzasoste.it/nazionale/il-pi-grande-tifoso-di-tsipras-matteo-renzi-come-no

PODEMOS

Non vogliamo essere una colonia della Germania. Questa politica ci condanna ad essere periferia e mano d’opera da due soldi.

Pablo Iglesias, leader di Podemos

“Conquistare la maggioranza e governare, non ci sono vie di mezzo per il “partito della gente”. Che non è di destra ma pesca voti anche a destra, che non si definisce di sinistra ma che nei fatti lo è. Siete antisistema allora? “No, gli antisistema sono loro, sono loro – ancora Rita – che stanno distruggendo la scuola pubblica, la sanità pubblica, l’ambiente, che privano i cittadini dei loro diritti e di un futuro”… Il palazzetto di Vistalegre è pieno di ragazzi, l’età media è bassa, sarà sui 35 anni. L’organizzazione è composta da volontari, fuori dalla metropolitana i ragazzi dello staff si offrono di accompagnare i disabili. Il palco ha quattro schermi dove si alternano foto, video e Twitter. Sugli spalti si fa la ola, si intona il coro “sí se puede” e fa una certa impressione, poi parte “el pueblo unido jamas será vencido” e cantano tutti anche lì. Per un attimo la modernità, la rincorsa alla sinistra del futuro che ha un altro nome ma che vorrebbe avere la stessa sostanza delle origini, può attendere. Preso da uno strano istinto vetero esco un minuto dalla sala stampa e vado al banchetto subito fuori, li avevo intravisti prima di entrare: due attivisti vendono la maglietta viola di Podemos, ma sotto al logo classico i nostri due nostalgici alle prese con questo animale strano ci hanno aggiunto la rassicurante dicitura “por el socialismo”. La compro, per ricordo.

Cosa ci volete fare, ognuno ha le sue turbe”.

http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/10/18/matteo-pucciarelli-podemos-la-sinistra-spagnola-oltre-la-sinistra/

Lotta ai poteri forti, alle grandi imprese, alla grande finanza, alla casta dei politici; per contro, sostegno alla piccola impresa, alla produzione locale, al trasporto pubblico; “empowerment” dei cittadini, azione diretta e democrazia diretta; massicce politiche di redistribuzione, innovazione, orario di lavoro massimo 35 ore, pensione a 60 anni, eliminazione dei contratti a termine, reddito minimo garantito; e poi: sanità pubblica, istruzione universale e laica, tasse sulla finanza e sui capitali, carcere per gli evasori fiscali sopra i 50 mila euro, imposta patrimoniale, recupero della sovranità rispetto a diversi trattati internazionali, controllo della politica attraverso il massimo della trasparenza, riduzione degli stipendi degli eletti (che non devono guadagnare più di tre volte il salario minimo), diritti pieni delle persone gay ma anche di intersessuali e transessuali. Infine, ambientalismo, territorio, pacifismo, beni comuni, internet. Ecco perché non è difficile vederci tratti in comune con il programma del Movimento 5 Stelle e con i pezzi più svegli della sinistra radicale italianain Spagna si vota tra un anno e, come talvolta accade, per adesso la migliore volata a Podemos la stanno tirando proprio i due partiti tradizionali, popolari e socialisti, che mescolano scarsi risultati pratici a continui arresti per corruzione tra le loro fila.

http://espresso.repubblica.it/attualita/2014/12/05/news/cos-e-podemos-la-strana-sinistra-che-forse-vincera-in-spagna-1.191012

Quando il movimento 15-M ebbe inizio, alla Puerta del Sol, alcuni studenti del mio dipartimento, il dipartimento di scienze politiche, studenti molto politicizzati – avevano letto Marx, avevano letto Lenin – parteciparono per la prima volta nella loro vita a iniziative politiche con persone normali.

Si disperarono. “Non capiscono niente! Proviamo a dirglielo, voi siete proletari, anche se non lo sapete!” Le persone li guardavano come se venissero da un altro pianeta. E gli studenti tornavano a casa depressi, dicendo “non capiscono niente”.

Gli avrei voluto rispondere: “Non capite che il problema siete voi? Che la politica non ha nulla a che fare con l’avere ragione, ma con il riuscire?” Voi potete fare le migliori analisi, comprendere le chiavi di lettura dello sviluppo economico a partire dal sedicesimo secolo, capire che il materialismo storico è la via da seguire per capire i processi sociali. E dopo di questo, cos’è che fate? Urlate a quelle persone “siete proletari e nemmeno ve ne rendete conto”?

Il nemico non farebbe altro che ridervi in faccia. Potete indossare una maglietta con falce e martello. Potete persino portare un enorme bandiera rossa, e tornarvene a casa con la vostra bandiera, il tutto mentre il nemico continua a ridervi in faccia. Perché le persone, i lavoratori, continuano a preferire il nemico a voi. Gli credono. Lo capiscono quando parla. Mentre non capiscono voi. E probabilmente voi avete ragione! Probabilmente potreste chiedere ai vostri figli di scrivere sulla vostra lapide: “Aveva sempre ragione – ma nessuno lo seppe mai”.

Quando si studiano i movimenti rivoluzionari di successo, si può notare con facilità che la chiave per riuscire è lo stabilire una certa convergenza tra le proprie analisi e il sentire comune della maggioranza. E questo è molto difficile. Perché implica il superamento delle contraddizioni.

[…].

Voi e io possiamo desiderare che la terra sia un paradiso per l’umanità intera. Possiamo desiderare quello che vogliamo, e scriverlo su una maglietta. Ma la politica è una questione di rapporti di forza, non di desideri o di quel che ci diciamo in assemblea. In questo paese ci sono solamente due sindacati che hanno la capacità di organizzare uno sciopero generale: la CCOO e la UGT. Mi piacciono? No. Ma così è come stanno le cose, e organizzare uno sciopero generale è molto difficile.

Ho partecipato ai picchettaggi davanti ai depositi degli autobus a Madrid. Le persone che erano lì, all’alba, sapete dove dovevano andare? A lavoro. Non erano crumiri. Ma sarebbero stati cacciati dal loro posto di lavoro, perché lì non c’erano sindacati a difenderli. Perché i lavoratori che possono difendersi da soli, come quelli nei cantieri navali o nelle miniere, hanno sindacati forti. Ma i ragazzi che lavorano come venditori telefonici, o nelle pizzerie, o le ragazze che lavorano nel commercio al dettaglio, non possono difendersi.

Sarebbero segati immediatamente il giorno dopo lo sciopero. E voi non sarete lì, e io non sarò lì, e nessun sindacato sarà lì per sedersi col capo e dirgli: faresti meglio a non far fuori questa persona perché ha esercitato il diritto di sciopero, perché pagherai un prezzo per questo. Questo non succede, non importa quanto entusiasmo possiamo avere.

La politica non è ciò che io o voi vogliamo che sia. È ciò che è, ed è terribile. Terribile. Ed è per questo motivo che dobbiamo parlare di unità popolare, ed essere umili. A volte dovrete parlare con persone cui non piacerà il vostro linguaggio, con le quali i concetti che voi usate non faranno presa. Cosa possiamo capire da questo? Che stiamo venendo sconfitti da parecchi anni. Il perdere tutte le volte implica esattamente ciò: implica che il “senso comune” sia differente [da ciò che noi pensiamo sia giusto]. Ma non è nulla di nuovo. I rivoluzionari lo hanno sempre saputo. L’obiettivo è riuscire nel deviare il “senso comune” verso una direzione di cambiamento.

[…].

Quello è il modo in cui il nemico ci vuole. Ci vuole piccoli, mentre parliamo un linguaggio che nessuno capisce, fra di noi, mentre ci nascondiamo dietro i nostri simboli tradizionali. È deliziato da tutto ciò, perché sa che finché continueremo ad essere così, non saremo mai pericolosi.

Possiamo avere toni davvero radicali, dire che vogliamo organizzare uno sciopero selvaggio, parlare di popolo armato, brandire simboli, portare ritratti dei grandi rivoluzionari alle nostre manifestazioni – loro ne saranno deliziati! Ci rideranno in faccia. È quando metterete insieme centinaia, migliaia di persone, quando inizierete a convincere la maggioranza, persino quelli che votavano per il nemico – è in quel momento che inizieranno a spaventarsi. E questo è quel che è chiamata “politica”. Quello che abbiamo bisogno di capire.

Estratto dal discorso tenuto da Pablo Iglesias – segretario di Podemos – a Vallodolid, in Spagna.

http://www.tommasofattori.it/linguaggio-lefficacia-lezione-per-sinistra/

A new dawn or a Golden Dawn? Trends, Risks and Scenarios for Greece, FuturAbles, 27 gennaio 2015

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