
Alexis Tsipras (Syriza) & Pablo Iglesias (Podemos)
SYRIZA
È un fatto che la nostra cleptocrazia ha stretto un’alleanza con le élite europee per propagare menzogne, sulla Grecia, convenienti per gli eurocrati ed eccellenti per le banche fallimentari.
Alexis Tsipras, leader di Syriza al Kreisky Forum di Vienna, 20 settembre 2013.
Renzi presenta un forte dualismo, è come se si trattasse, quasi, potremmo dire, di una personalità scissa
[…]
L’altra metà del profilo, tuttavia, è quello di un politico che avanza come un’asfaltatrice, allo scopo di imporre le riforme neoliberiste all’interno del paese, nella riorganizzazione produttiva e la liberalizzazione dell’economia, misure dalle quali, ovviamente, può trarre giovamento solo l’elite con le lobby economiche.
Alexis Tsipras
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2015/01/12/news/matteo-renzi-ha-una-personalita-scissa-cosa-pensa-alexis-tsipras-dell-ex-rottamatore-1.194682

Tsipras, il grimaldello di Vladimir Putin per scardinare l’Ue. In cambio di miliardi
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/31/tsipras-grimaldello-putin-per-disgregare-lue/1383609/
I lettori hanno capito:
“Questo articolo è una VERGOGNA! Il direttore del Fatto Q dovrebbe chiederci scusa. Pura propaganda USA, a Cohen è stata passata la velina dei Servizi USA e il Fatto l’ha pubblicata! VRGOGNA!”
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“Lo so, è dura ingoiare “articoli propaganda” ma si chiama libertà di stampa . Cohen, tanta esperienza buttata nel cesso. C’é più giornalismo, informazione e idee in questi commenti che in qualsiasi riga dell’articolo”
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“è VERGOGNOSO e fazioso questo articolo! gli stessi fatti possono essere raccontati con un’ottica completamente opposta, oppure -come dovrebbe essere!- con imparzialità. non fa onore al FQ, di cui sono abbonata”.
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“Devo ammettere che prima ero scettico su Tsipras che alcuni hanno incautamente paragonato a Renzi, ma in realtà questo sembra almeno all’inizio essere un fior di politico molto pragmatico che si sta muovendo bene per gli interessi del suo paese… Della serie qulacuno dovrebbe prendere lezioni invece di continuare a prendere ordini (contro i ns. interessi) dai Tedeschi e dagli USA”.
Grecia, altro schiaffo alla troika: stop alle privatizzazioni
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-01-28/tsipras-altro-schiaffo-troika-congelate-privatizzazioni-110206.shtml?uuid=ABtELKlC
“…qualcuno, ieri, ha paragonato il governo Tsipras a quello di Renzi, perché anche il leader greco ha dovuto allearsi con un partito di destra (nella foto sopra, il nuovo premier di Atene con il capo dei Greci indipendenti, Panos Kammenos). Qualcuno ha tentato addirittura di legittimare il Nazareno. Grammaticalmente, tuttavia, il paragone è un errore da matita rossa: perché il premier italiano ha chiesto e ottenuto un’alleanza all’interno del vecchio blocco delle larghe intese, mentre qui parliamo di una coalizione tra due forze esterne e alternative a quel blocco. Insomma, sono cose diverse se non opposte, in termini di logica formale…Renzi sembra aver fatto la scelta del Partito della Nazione, quindi di arroccarsi nel vecchio duopolio. E che non si tratti di una grande idea, mi sembra piuttosto chiaro dai segnali che vengono da mezzo Continente”.
http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/01/27/di-tsipras-renzi-e-altre-asimmetrie/
«Ah quanto non vedo l’ora di vedere Tsipras alla prova dei fatti», ha scritto ieri su Facebook il mio buon amico L., renziano. Anch’io, naturalmente, perché intanto significherebbe che domani vince. Ma aldilà degli auspici, in questa frase c’è un sacco di roba; anche italiana.
[…]
Sia il mio amico L. sia io non vediamo l’ora di vedere Tsipras alla prova dei fatti.
Ma lui con la speranza che anche Tsipras sia costretto a un Nazareno, e che le trattative con la Bce e il Fmi lo portino a compromessi molto al ribasso (teorema Piccolo) oppure ad andare a sbattere (sempre teorema Piccolo). Io esattamente per il motivo opposto, cioè per vedere se nell’incontro-scontro con il reale si può posizionare l’asticella in mezzo, tra Turigliatto e Verdini. O comunque da qualche parte, tra questi due estremi – il perdere benissimo e il vincere malissimo – che alla fine hanno molto in comune: perché producono lo stesso risultato e si sostengono a vicenda”.
http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/01/24/tsipras-renzi-e-lasticella/
“Un paio di cose sono già chiare. La prima è che i renziani sono come il tifoso occasionale: scendono in piazza col vincitore e per farsi il selfie con lui, chiunque sia. La seconda è che Renzi cerca di capire se può impostare la prossima campagna di marketing col vento della “nuova Europa”, che si chiami Davide Serra del fondo Algebris, il piddino londinese cui movimenti speculativi in Italia (a partire da MPS) sono già leggenda, o Alexis Tsipras.
Certo, il modo di accomunare Renzi e Tsipras da parte, ad esempio, della Serracchiani è genere comico grottesco.
[…]
Certo che Renzi e i renziani parlano, parlano, parlano. Già che mostrano questa facoltà, farebbero bene a raccontare come mai da Londra, domicilio dello sponsor renziano Davide Serra, POCO PRIMA del decreto sulle banche popolari, sono piovuti acquisti di azioni delle banche interessate. Guadagnandoci un bel po’ una volta che il decreto ha rivalutato le azioni. E già che ci sono non sarebbe male raccontare come mai, negli stessi giorni, la banca maggiormente beneficiata sia quella del padre della ministro Boschi. Non sarà che qualcuno ha scoperto le virtù, negli affari tra amici e consanguinei, dello svelare illegalmente informazioni riservate?
Sarebbe gradito un racconto più convincente di quello dello scoprirsi alleati di Tsipras. A elezioni vinte da Syriza, ci mancherebbe. Il renziano o vince, o salta sul carro del vincitore. La politica non sa nemmeno cosa sia ma, in compenso, non si nega mai l’attrazione del palcoscenico”.
http://www.senzasoste.it/nazionale/il-pi-grande-tifoso-di-tsipras-matteo-renzi-come-no
PODEMOS
Non vogliamo essere una colonia della Germania. Questa politica ci condanna ad essere periferia e mano d’opera da due soldi.
Pablo Iglesias, leader di Podemos
“Conquistare la maggioranza e governare, non ci sono vie di mezzo per il “partito della gente”. Che non è di destra ma pesca voti anche a destra, che non si definisce di sinistra ma che nei fatti lo è. Siete antisistema allora? “No, gli antisistema sono loro, sono loro – ancora Rita – che stanno distruggendo la scuola pubblica, la sanità pubblica, l’ambiente, che privano i cittadini dei loro diritti e di un futuro”… Il palazzetto di Vistalegre è pieno di ragazzi, l’età media è bassa, sarà sui 35 anni. L’organizzazione è composta da volontari, fuori dalla metropolitana i ragazzi dello staff si offrono di accompagnare i disabili. Il palco ha quattro schermi dove si alternano foto, video e Twitter. Sugli spalti si fa la ola, si intona il coro “sí se puede” e fa una certa impressione, poi parte “el pueblo unido jamas será vencido” e cantano tutti anche lì. Per un attimo la modernità, la rincorsa alla sinistra del futuro che ha un altro nome ma che vorrebbe avere la stessa sostanza delle origini, può attendere. Preso da uno strano istinto vetero esco un minuto dalla sala stampa e vado al banchetto subito fuori, li avevo intravisti prima di entrare: due attivisti vendono la maglietta viola di Podemos, ma sotto al logo classico i nostri due nostalgici alle prese con questo animale strano ci hanno aggiunto la rassicurante dicitura “por el socialismo”. La compro, per ricordo.
Cosa ci volete fare, ognuno ha le sue turbe”.
http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/10/18/matteo-pucciarelli-podemos-la-sinistra-spagnola-oltre-la-sinistra/
Lotta ai poteri forti, alle grandi imprese, alla grande finanza, alla casta dei politici; per contro, sostegno alla piccola impresa, alla produzione locale, al trasporto pubblico; “empowerment” dei cittadini, azione diretta e democrazia diretta; massicce politiche di redistribuzione, innovazione, orario di lavoro massimo 35 ore, pensione a 60 anni, eliminazione dei contratti a termine, reddito minimo garantito; e poi: sanità pubblica, istruzione universale e laica, tasse sulla finanza e sui capitali, carcere per gli evasori fiscali sopra i 50 mila euro, imposta patrimoniale, recupero della sovranità rispetto a diversi trattati internazionali, controllo della politica attraverso il massimo della trasparenza, riduzione degli stipendi degli eletti (che non devono guadagnare più di tre volte il salario minimo), diritti pieni delle persone gay ma anche di intersessuali e transessuali. Infine, ambientalismo, territorio, pacifismo, beni comuni, internet. Ecco perché non è difficile vederci tratti in comune con il programma del Movimento 5 Stelle e con i pezzi più svegli della sinistra radicale italiana…in Spagna si vota tra un anno e, come talvolta accade, per adesso la migliore volata a Podemos la stanno tirando proprio i due partiti tradizionali, popolari e socialisti, che mescolano scarsi risultati pratici a continui arresti per corruzione tra le loro fila.
http://espresso.repubblica.it/attualita/2014/12/05/news/cos-e-podemos-la-strana-sinistra-che-forse-vincera-in-spagna-1.191012
Quando il movimento 15-M ebbe inizio, alla Puerta del Sol, alcuni studenti del mio dipartimento, il dipartimento di scienze politiche, studenti molto politicizzati – avevano letto Marx, avevano letto Lenin – parteciparono per la prima volta nella loro vita a iniziative politiche con persone normali.
Si disperarono. “Non capiscono niente! Proviamo a dirglielo, voi siete proletari, anche se non lo sapete!” Le persone li guardavano come se venissero da un altro pianeta. E gli studenti tornavano a casa depressi, dicendo “non capiscono niente”.
Gli avrei voluto rispondere: “Non capite che il problema siete voi? Che la politica non ha nulla a che fare con l’avere ragione, ma con il riuscire?” Voi potete fare le migliori analisi, comprendere le chiavi di lettura dello sviluppo economico a partire dal sedicesimo secolo, capire che il materialismo storico è la via da seguire per capire i processi sociali. E dopo di questo, cos’è che fate? Urlate a quelle persone “siete proletari e nemmeno ve ne rendete conto”?
Il nemico non farebbe altro che ridervi in faccia. Potete indossare una maglietta con falce e martello. Potete persino portare un enorme bandiera rossa, e tornarvene a casa con la vostra bandiera, il tutto mentre il nemico continua a ridervi in faccia. Perché le persone, i lavoratori, continuano a preferire il nemico a voi. Gli credono. Lo capiscono quando parla. Mentre non capiscono voi. E probabilmente voi avete ragione! Probabilmente potreste chiedere ai vostri figli di scrivere sulla vostra lapide: “Aveva sempre ragione – ma nessuno lo seppe mai”.
Quando si studiano i movimenti rivoluzionari di successo, si può notare con facilità che la chiave per riuscire è lo stabilire una certa convergenza tra le proprie analisi e il sentire comune della maggioranza. E questo è molto difficile. Perché implica il superamento delle contraddizioni.
[…].
Voi e io possiamo desiderare che la terra sia un paradiso per l’umanità intera. Possiamo desiderare quello che vogliamo, e scriverlo su una maglietta. Ma la politica è una questione di rapporti di forza, non di desideri o di quel che ci diciamo in assemblea. In questo paese ci sono solamente due sindacati che hanno la capacità di organizzare uno sciopero generale: la CCOO e la UGT. Mi piacciono? No. Ma così è come stanno le cose, e organizzare uno sciopero generale è molto difficile.
Ho partecipato ai picchettaggi davanti ai depositi degli autobus a Madrid. Le persone che erano lì, all’alba, sapete dove dovevano andare? A lavoro. Non erano crumiri. Ma sarebbero stati cacciati dal loro posto di lavoro, perché lì non c’erano sindacati a difenderli. Perché i lavoratori che possono difendersi da soli, come quelli nei cantieri navali o nelle miniere, hanno sindacati forti. Ma i ragazzi che lavorano come venditori telefonici, o nelle pizzerie, o le ragazze che lavorano nel commercio al dettaglio, non possono difendersi.
Sarebbero segati immediatamente il giorno dopo lo sciopero. E voi non sarete lì, e io non sarò lì, e nessun sindacato sarà lì per sedersi col capo e dirgli: faresti meglio a non far fuori questa persona perché ha esercitato il diritto di sciopero, perché pagherai un prezzo per questo. Questo non succede, non importa quanto entusiasmo possiamo avere.
La politica non è ciò che io o voi vogliamo che sia. È ciò che è, ed è terribile. Terribile. Ed è per questo motivo che dobbiamo parlare di unità popolare, ed essere umili. A volte dovrete parlare con persone cui non piacerà il vostro linguaggio, con le quali i concetti che voi usate non faranno presa. Cosa possiamo capire da questo? Che stiamo venendo sconfitti da parecchi anni. Il perdere tutte le volte implica esattamente ciò: implica che il “senso comune” sia differente [da ciò che noi pensiamo sia giusto]. Ma non è nulla di nuovo. I rivoluzionari lo hanno sempre saputo. L’obiettivo è riuscire nel deviare il “senso comune” verso una direzione di cambiamento.
[…].
Quello è il modo in cui il nemico ci vuole. Ci vuole piccoli, mentre parliamo un linguaggio che nessuno capisce, fra di noi, mentre ci nascondiamo dietro i nostri simboli tradizionali. È deliziato da tutto ciò, perché sa che finché continueremo ad essere così, non saremo mai pericolosi.
Possiamo avere toni davvero radicali, dire che vogliamo organizzare uno sciopero selvaggio, parlare di popolo armato, brandire simboli, portare ritratti dei grandi rivoluzionari alle nostre manifestazioni – loro ne saranno deliziati! Ci rideranno in faccia. È quando metterete insieme centinaia, migliaia di persone, quando inizierete a convincere la maggioranza, persino quelli che votavano per il nemico – è in quel momento che inizieranno a spaventarsi. E questo è quel che è chiamata “politica”. Quello che abbiamo bisogno di capire.
Estratto dal discorso tenuto da Pablo Iglesias – segretario di Podemos – a Vallodolid, in Spagna.
http://www.tommasofattori.it/linguaggio-lefficacia-lezione-per-sinistra/
A new dawn or a Golden Dawn? Trends, Risks and Scenarios for Greece, FuturAbles, 27 gennaio 2015
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