Putin può salvare anche il PD?

Cattura

Il titolo è ironico. Siamo ancora qui ad attendere l’avvento di un messia salvifico. Siamo immaturi.

Proposta per un nuovo rapporto tra cittadini, istituzioni, ricerca scientifica

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Hariprasad Venugopal, Via Lattea dalla spiaggia di Himatangi, Nuova Zelanda


Servono reti di partecipazione deliberativa transnazionali che verifichino i fatti, facciano circolare idee e osservazioni critiche, diffondano le best practice che emergono in ogni angolo del pianeta

Onorevole Francesco Palermo, TRANSEUROPA. Reti di società civile, Rovereto, 21 novembre 2015

a) I cittadini commissionano degli studi specifici tramite una raccolta fondi.
b) I ricercatori presentano delle proposte per ricevere dei fondi da impiegare per approfondire certe questioni in un settore di propria competenza e queste proposte vengono progressivamente integrate da indicazioni da parte dell’opinione pubblica.
c) Ciascun progetto viene presentato al pubblico con un evento di lancio e con la condivisione in rete. Dopo il suo completamento si presentano i risultati ancora una volta con un evento pubblico e in rete.
d) Vengono selezionate delle sedi adibite a luoghi di dibattimento sul modello del débat public.
[…]

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https://medium.com/@stefano_fait/proposta-per-un-nuovo-rapporto-tra-cittadini-istituzioni-ricerca-scientifica-a371fc62d9ed#.1w5dv6mwg

Prima conferenza internazionale sull’anticipazione – Trento, 5-7 novembre 2015

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Conferenza Internazionale sull’Anticipazione

Il primo convegno internazionale di scambio e confronto fra gli studi sull’anticipazione recentemente condotti in psicologia, antropologia, economia, sociologia, design, architettura e ingegneria dei sistemi.

La Cattedra UNESCO sui Sistemi Anticipanti istituita presso l’Università di Trento, la WAAS-World Academy of Art and Science, la ISSS-International Society for the Systems Sciences, l’Advanced Design Network e il Dipartimento di Ricerca Sociale e Sociologia dell’Università di Trento organizzano per il prossimo 5-7 novembre 2015 la prima conferenza internazionale sull’anticipazione (Anticipation 2015). Il convegno si terrà presso il dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale e quello di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trento.

Il tema del futuro sta diventando comune in tutti i discorsi scientifici e politici come nei dibattiti sull’attualità di problemi come le crisi economiche, la sicurezza alimentare e il cambiamento climatico. Le comunità confidano sempre meno nelle prospettive tradizionali di gestione dei problemi perché si rendono conto che queste ci aiuteranno sempre meno nell’affrontare i nuovi problemi emergenti. L’impiego dell’anticipazione, nelle sue varie articolazioni, sta diventando un riferimento sempre più necessario per la vita delle aziende, delle istituzioni, delle comunità e anche delle singole persone. La ricerca scientifica però non è al passo con le esigenze della società.

Roberto Poli, docente associato presso l’ateneo trentino, assegnatario della cattedra di UNESCO sui sistemi anticipanti e organizzatore della conferenza, sostiene che “il confronto fra le diverse scienze umane e sociali e le discipline tecniche e sistemiche ci aiuterà a sviluppare una comprensione più ricca e compiuta dell’anticipazione. Una maggiore capacità di anticipazione può aumentare notevolmente la robustezza delle società di fronte a forze globali, pressioni locali e incertezze crescenti. Le ricadute a medio termine delle pratiche di anticipazione saranno migliori strategie politiche, economiche e, più in generale, sociali”.

Specifiche sessioni tratteranno dell’anticipazione collegata a diversi temi come: teoria delle decisioni, scienze umane e sociali, sfide globali, resilienza delle comunità, governance anticipativa, studi di futuro, includendo anche arti e design.

Tra i relatori su invito figurano alcuni dei nomi più rappresentativi degli studi recenti sull’anticipazione, nelle rispettive discipline: Jens Beckert (economia), Riel Miller (UNESCO, futures studies), Peter Bishop (strategic foresight), Ruth Levitas (sociologia), Flaviano Celaschi (disegno industriale), Mike Yearworth (ingegneria) e Winston Nagan (giurisprudenza).

Stando alle iscrizioni finora pervenute, si attendono circa 260 relatori di provenienza internazionale (29 paesi) e nazionale (13 università italiane) nonché decine di partecipanti esterni in qualità di osservatori e interessati.

PROGRAMMA

Se vuoi essere libero, non indossare vestiti prodotti da schiavi

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Ha senso lamentarsi dello sfruttamento a cui siamo sottoposti e poi indossare quotidianamente indumenti e accessori prodotti da esseri umani trattati come bestie?

Pensiamo forse che le pratiche consentite in un certo angolo del mondo non ci riguardino?

Non saranno mai importate qui perché l’effetto boomerang non esiste?

E allora perché una volta un salario per famiglia era sufficiente a campare?

E allora perché vi sentite costrette/i ad acquistare cheap/fast fashion “per risparmiare”?

Siamo tutti interdipendenti: nessuno può essere realmente libero finché qualcun altro è schiavo. Chi non lo capisce è abituato a vedere il singolo albero e non la foresta, a vivere alla giornata senza prendere in considerazione la prospettiva storica e il lungo periodo.

Un discorso analogo vale per il cibo: possiamo scegliere tra mangiare cibo salutare o comunque meno inquinato, spendendo di più (ma facendo amicizia con chi li produce o li vende), o rovinarci la salute per risparmiare. Alimentare l’industria del risparmio a ogni costo porta al congelamento o alla riduzione dei nostri salari, in un circolo vizioso che ci porterà alla badante e poi alla tomba diversi anni in anticipo.

Al giorno d’oggi, quando uno compra un diamante, cerca anche di capire la sua provenienza, accertandosi che non sia insanguinato (Il contrasto al traffico di ‘diamanti insanguinati’, fra guerre civili e violazioni dei diritti umani, Diritti umani e diritto internazionale, 2010).

È una buona pratica che dovrebbe essere estesa ad ogni nostro acquisto (es. come scegliere le uova).

Per il resto dell’articolo:

Se vuoi essere libero, non indossare vestiti prodotti da schiavi

Guru che odiano le donne (e gli uomini) – da Rachel Carson a Gore e Latouche

A cura di Stefano Fait

Web Caffè Bookique [Facebook]

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Mi amareggia sapere che Serge Latouche goda in Italia di una popolarità sproporzionata rispetto a quella riservatagli nel resto d’Europa e dell’Occidente, dove è relativamente poco conosciuto. E per fortuna, dico io

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/03/04/perche-grillo-fa-bene-a-non-credere-nella-decrescita-felice/

Latouche è uno dei tanti frutti di una corrente reazionaria e misantropica dell’ambientalismo. Reazionaria perché rimuove il benessere umano dal centro del discorso politico e lo sostituisce con un distorto “amore” per il pianeta / terra / natura che, per qualche ragione, esclude l’umanità.
Se questa corrente non sarà sconfitta sul terreno delle idee e dei dati empirici finirà per pugnalare alle spalle il pensiero progressista e lo stesso ecologismo.

Infatti il suo principale effetto è quello di dirottare l’attivismo progressista in campagne contro il meteo (tra lo scetticismo di tutti gli esperti che cercano di far capire che clima e tempo meteorologico sono cose diverse) e contro il progresso economico, anche se ciò condanna a morte e alla miseria milioni di esseri umani.

Questi nostri fratelli dei paesi in via di sviluppo desiderano ardentemente energia elettrica abbondante e poco costosa, acqua pulita e servizi igienico-sanitari adeguati, non vogliono morire prematuramente di indigenza e indifferenza o guardare i loro figli morire o appassire. Vogliono sfuggire alla prigione della povertà. È un loro diritto, è una scelta perfettamente razionale e moralmente inappuntabile.

http://www.nytimes.com/2013/12/04/opinion/the-poor-need-cheap-fossil-fuels.html?_r=3&#h[]

Ma apparentemente non per Latouche o per Al Gore. Per loro crescita equivale a consumismo, mentre per il resto del mondo crescita significa speranza di diventare un po’ più liberi, un po’ meno discriminati, un po’ meno disuguali.
I dati reali danno ragione ai due miliardi di abitanti del pianeta privi di elettricità e torto ai guru dell”ecologismo reazionario:

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http://www.ted.com/talks/lang/it/hans_rosling_shows_the_best_stats_you_ve_ever_seen.html

Non è una questione di dover fare un po’ meno shopping, è una questione di trovare finalmente la forza, la volontà e il modo di dimostrare che ce ne importa qualcosa dei nostri fratelli di colore più scuro.

I poveri del mondo non hanno solo bisogno di un po’ di luce elettrica e di alcuni gadget elettronici per condurre una vita dignitosa. Oltre all’energia necessaria per alimentare una moderna produzione industriale e agricola, prerequisito per una vita dignitosa per centinaia di milioni di poveri, c’è la questione di come cucinare il cibo. Al momento moltissimi di loro disboscano per poter cucinare e ogni anno decine di milioni di (per lo più) donne soccombono di malattie polmonari conseguenti ai sistemi di cottura a legna e carbone in ambienti chiusi. Queste persone devono poter essere in grado di cucinare su fornelli elettrici e avere frigoriferi, sia a casa che durante lo stoccaggio e il trasporto.

Non è normale che qualcuno ci venga a dire che questi sono privilegi e non diritti per i quali si sono battuti i nostri genitori, nonni e bisnonni. E’ il pensiero di persone dissociate dalla realtà o, come nel caso del multimiliardario Gore, in malafede.

Dovremo abituarci a vivere con meno, ci spiega James Cameron, regista di Avatar, proprietario di 3 ville a Malibù con 3 piscine riscaldate, un ranch di 100 acri, un elicottero privato, 3 Harley-Davidson, una Corvette, una Ducati, uno yacht, un Humvee, una Ford GT, una flotta di sottomarini (ne ha donato uno da 10 milioni di dollari alla Woods Hole Oceanographic Institution).

Non che Latouche se la cavi troppo male, nel centro di Parigi.

Tornando al cuore della questione, la decrescita e l’aumento dei costi energetici in un paese sviluppato non sono fatali (salvo che per quegli anziani che non si potranno permettere di riscaldare le case in inverno). Se lo stesso però succede in un paese in via di sviluppo, si avrà un enorme disastro umanitario che costerà la vita a milioni di persone e condannerà a languire in miseria un numero ancora maggiore di esseri umani.

Una cosa del genere non è altro che un moderno programma eugenetico, dove una parte dell’umanità viene sacrificata per far sentire meglio i privilegiati.

Per fortuna il resto del mondo non ascolta le prediche di Latouche e Gore. Non è infatti concepibile difendere la tesi che la gente dovrebbe volontariamente restare povera. Non succederà mai ed è meglio che i decrescisti/serristi se ne facciano una ragione.

Miliardi di esseri umani, chi più chi meno, vogliono la stessa cosa, ossia una ragionevole aspettativa di vita, una ragionevole prosperità materiale, un posto in cui vivere che sia ragionevolmente piacevole, energia abbondante e a costi ragionevoli, opportunità di viaggiare, educarsi, curarsi e migliorarsi, acqua potabile, igiene, ordine e sicurezza. Sono diritti fondamentali di ciascun essere umano, o comunque dovrebbero essere riconosciuti come tali.

In ogni caso nessun politico può pensare di rimanere a lungo al potere impedendo alle future generazioni di soddisfare queste legittime ambizioni.

162628126-0e10219d-91ea-4526-a517-9420c7ae54bdIntroduzione di Al Gore, appunto

È questo che alla fine ci salverà dal radicalismo chic, cioè da chi, come giustamente nota Laura Fedrizzi, firma appelli e parla ex indignata conscientia, e troppo poco ex informata conscientia.

Fedrizzi si riferisce alla vergogna dell’affaire Silent Spring.

http://www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/quanta-nostalgia-del-ddt

L’ondata di panico generata da “Silent Spring” (“Primavera silenziosa”, 1962) della biologa e ambientalista Rachel Carson, ha ucciso oltre 40 milioni di persone, tra le quali moltissimi bambini. Lo sta ancora facendo. Il libro ha contribuito in modo significativo alla decisione di bandire l’insetticida Ddt (1972 negli Stati Uniti, 1978 in Italia), un modo sicuro e molto efficace per frenare la malaria, la prima causa di morte nell’Africa sub-sahariana, e un’invenzione per la quale il chimico elvetico Paul Hermann Müller era stato insignito del Nobel per la Medicina nel 1948.

Ci sono voluti oltre 30 anni perché l’Organizzazione Mondiale della Sanità riconoscesse l’errore commesso e tornasse a raccomandare l’uso mirato del  Ddt.

Il Ddt comporta alcuni rischi per gli uccelli, ma vale la pena di salvare milioni di uccelli al costo di milioni di vite umane e, chi dovesse rispondere affermativamente, ha pensato che potrebbero essere i suoi figli (se le temperature mondiali dovessero riprendere a salire)?
È un libro che ha promosso un tipo di ambientalismo che prioritarizza l’ambiente sempre e comunque, anche a discapito del benessere umano ed è la ragione per cui ha successo anche e soprattutto negli ambienti reazionari – il conservazionismo è nato su iniziativa di quelli stessi magnati che predicavano l’austerità e la sterilizzazione eugenetica al tempo della Depressione e poi della crisi del 1973-1974 –, in cui il riscatto delle masse dalla miseria e dall’ignoranza non è visto come un obbligo ma come una minaccia per lo status quo.

Non sarò complice di questo abominio.

Ascesa e caduta del Grinch climatologico

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https://twitter.com/stefanofait

Gli aztechi sacrificavano migliaia di prigionieri di guerra per placare gli dèi. I sacerdoti ingiungevano loro di farlo, altrimenti un terribile disastro sarebbe occorso. Era in gioco la loro sopravvivenza e quella della civiltà azteca. Forse chi si oppose subì l’ostracismo o fu sacrificato.

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Fast Forward fino ai giorni nostri…

Il dogma della causa umana del riscaldamento globale servirà per farci accettare dispotismi “benevoli” e solo il rapido insorgere di un sensibile raffreddamento globale può salvare la democrazia (paradossalmente).
Studio della maggior organizzazione non governativa britannica per lo sviluppo sostenibile (finanziata da alcune tra le maggiori multinazionali del mondo, inclusa la Shell)

http://www.forumforthefuture.org/project/megacities-move/overview
2 scenari su 4 sono dichiaratamente autoritari e quelli non autoritari sono descritti come evidentemente peggiori

C’era dunque un duplice obiettivo per questa spettacolare truffa: arricchire gli speculatori con una bolla di derivati verdi e spianare la strada all’opzione “a mali estremi, estremi rimedi” (cf. impero azteco).

Il raffreddamento globale e la conseguente glaciazione manderanno in fumo tutti i loro ben congegnati piani. Ma li vedrete in azione comunque e potrete toccare con mano la loro completa mancanza di scrupoli e la loro tendenza a scambiare i loro desideri per la realtà.

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Ma prima di arrivare al tentato golpe globale

Gli allarmisti climatici (serristi) pretendono una soluzione rapida perché danno la colpa all’uomo e insistono che siamo vicini al punto di non ritorno: non importa quale sia il costo monetario o umano, la vogliono ora.
I realisti climatici sostengono invece che, nel lungo periodo, indipendentemente dalle conseguenze del cambiamento climatico, abbiamo bisogno di sviluppare una vera e propria alternativa ai combustibili fossili, che sia pratica, sostenibile e consenta al resto del mondo di raggiungere il tenore di vita dell’Occidente (poi si vedrà il da farsi). Questa ricerca non può essere affrettata perché dev’essere una tecnologia affidabile.

Il problema attuale è che c’è una corsa all’oro verde e i produttori di petrolio si sono proiettati nel settore delle rinnovabili. In realtà una buona fetta degli investimenti è sprecata e sarebbe meglio spesa per progetti a lungo termine come la fusione o il torio, tanto per fare due esempi

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/03/21/torio-per-un-mondo-nuovo/

perché le rinnovabili, da sole, non possono coprire neanche lontanamente il fabbisogno (es. la Danimarca e la Germania devono ricorrere al petrolio della Norvegia quando il vento cala)

L’abbandono del nucleare da parte della Germania è stato un disastro (ma i tedeschi preferiscono prendersela coi Greci) e le sovvenzioni per l’energia verde non possono proseguire all’infinito ora che l’economia è stagnante

http://www.repubblica.it/economia/2013/03/20/news/la_politica_energetica_tedesca_un_flop_l_addio_al_nucleare_coster_mille_miliardi-54966558/

http://www.genitronsviluppo.com/2013/02/23/germania-nucleare/

e l’inverno rigido ha significato un massiccio utilizzo delle super-inquinanti centrali a carbone:

http://www.agenzianova.com/a/51756753019217.13509033/715190/2013-04-22/speciale-energia-germania-aumentata-produzione-energia-elettrica-da-centrali-a-carbone

Possiamo dire che è stata una decisione idiota? Sì. D’altronde il governo tedesco non sembra riuscire a prendere una decisione buona neanche per sbaglio, da quando c’è la destra al governo.

Il fatto è che l’economia verde è un gigantesco business

http://www.linkiesta.it/blogs/che-tempio-fa/il-verde-che-invoglia-green-economy-e-grandi-affari

anche per le solite banche d’affari

http://green.blogs.nytimes.com/2008/11/12/goldman-sachs-buys-into-carbon-offsets/

una gigantesca truffa da migliaia di miliardi di dollari in derivati “verdi”, per chi ha la pazienza di approfondire

http://english.pravda.ru/opinion/columnists/20-12-2012/123254-green_economy_fraud-0/

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Il blogger serrista del Guardian è Dana Nuccitelli che, lombrosianamente parlando, non pare essere un fulmine di guerra

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Nuccitelli lavora per

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Ecco com’è nata questa truffa che rischia di ritardare lo sviluppo di tecnologie per la produzione di energia sostenibile con conseguenze che, in caso di raffreddamento globale, o addirittura glaciazione, sarebbero mostruose, dato che la gente di solito muore per il freddo, non per il caldo: es. inverno del 2012

Cronologicamente:
1. Anni Novanta: la temperatura globale è in aumento e non sappiamo perché. Né peraltro si sapeva spiegare il minimo di Maunder, il periodo caldo medievale e quello romano, o perché, tra il 1900 e il 1940, la temperatura era cresciuta anche se la produzione di Co2 era di molto inferiore a quel tempo; oppure perché nel dopoguerra, in pieno boom, le temperature scendevano e il consenso scientifico e mediatico era che si andava verso una glaciazione

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/06/1000-anni-fa-il-pianeta-si-riscaldo-senza-che-lumanita-emettesse-co2/

2. Alcuni “esperti” (i Grinch) si inventano di sana pianta un’ipotesi plausibile, impossibile da dimostrare o confutare se non nel lungo periodo, ma molto conveniente

http://fanuessays.blogspot.it/2011/12/10-miti-da-sfatare-sul-riscaldamento.html

3. Al Gore è uno dei lobbisti-chiave ma c’è anche la buona vecchia famiglia Rotschild, gli immancabili Rockefeller e tutti i petrolieri del mondo;

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4. Non ci si astiene dal “massaggiare” i dati quando non tornano – almeno 2 volte: qui alcuni estratti della seconda ondata di “wikileaks” climatologiche;

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5. Si orchestra un panico mediatico globale e si accusano di negazionismo e di corruzione tutti i dissidenti: climatologi, geologi, fisici, ingegneri, meteorologi che non negano il riscaldamento globale, ma dubitano che sia interamente causato dalle attività umane, reputandolo in gran parte ciclico:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/12/06/esperti-di-climatologia-che-contestano-la-versione-ufficiale-del-riscaldamento-globale/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/04/13/nasa-contro-nasa-la-fronda-contro-i-dogmi-climatologici-si-estende/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/05/piu-sei-istruito-piu-sarai-scettico-in-merito-alla-versione-ufficiale-del-cambiamento-climatico/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/08/lo-confesso-sono-un-negazionista/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/04/05/ce-chi-mici-paragona-agli-schiavisti-ed-ai-segregazionisti/

6. Prodotta la crisi, si offre ai governi la soluzione, un prodotto vendibile e redditizio sul quale possono lucrare anche i mercati (carbon credit e rinnovabili) e che permette alle banche di gonfiare una altra bolla speculativa proprio in tempi di vacche magre (la crisi del 2008 era quasi scoppiata nel 2001 ma poi ci furono l’11 settembre, un mucchio di documenti dissolti e due guerre);

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7. Non importa se dopo qualche anno, nonostante il circo mediatico e la pressione coercitiva/finanziaria sui ricercatori, la verità verrà inevitabilmente a galla: le leggi sono state approvate, la nave è salpata e i soldi che dovevano promuovere la ricerca tecnologica sono stati sprecati nell’assurda e futile pretesa di contenere le emissioni di anidride carbonica: “Ipotesi di future Carbon Tax, impiego di immani risorse finanziarie in politiche di mitigazione e di revisione dei sistemi di approvvigionamento energetico, aspetti puramente politici, la fanno da padrone in quello che invece dovrebbe essere un puro e semplice scambio di opinioni scientifiche. Del resto, l’organismo per eccellenza cui è delegato il compito di riassumere le posizioni che dovrebbero definire i confini dello stato dell’arte della conoscenza scientifica, l’IPCC, è a tutti gli effetti un organismo politico”

http://www.climatemonitor.it/?p=29170#more-29170

8. Poi, improvvisamente, la temperatura smette di salire e, “sorprendentemente”, comincia lievemente a scendere

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https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/06/26/winter-is-coming-giugno-2013/

9. Se questa tendenza continuerà – e non c’è ragione di dubitarlo, dato che la NASA ha confermato che il sole procede verso una fase di scarsissima attività e questo significa raffreddamento globale

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/09/il-sole-al-minimo-raffreddo-leuropa-2-800-anni-fa-le-prove-nei-sedimenti-dei-laghi/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/02/25/siamo-fatti-come-nuvole-che-nel-cielo-si-confondono-e-iniziano-a-perder-quota-in-tutto-il-mondo/

o glaciazione

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/19/le-glaciazioni-cambiano-il-mondo-in-pochi-mesi-non-anni-o-secoli/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/03/31/il-rapporto-del-pentagono-lumanita-e-in-grado-di-gestire-una-glaciazione/

– i politici, i giornalisti, gli “scienziati” e i blogger che hanno alimentato questa pagliacciata truffaldina saranno responsabili, direttamente o indirettamente di CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ

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10. Qualcuno si sta smarcando appena in tempo

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/07/03/james-lovelock-pugnala-alla-schiena-al-gore-si-scusa-con-tutti-e-si-schiera-con-gli-scettici/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/06/26/winter-is-coming-giugno-2013/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/05/02/cosa-motiva-i-fanatici-del-cambiamento-climatico-globale-causato-dalluomo/

11. La gente esposta a documentari scettici cambia idea mentre lo stesso non succede quando le si mostra un documentario serrista (magari perché gli scettici hanno dei buoni argomenti?)
http://www.psychologytoday.com/blog/the-inertia-trap/201306/are-we-losing-the-war-climate-change-cinema

SULLA CO2

L’anidride carbonica è buona: “L’anidride carbonica è molto importante per le piante, sia terrestri che acquatiche, che la utilizzano per la crescita, estraendo il carbonio inorganico e trasformandolo in organico”.

È un fatto assodato che le temperature e i livelli di anidride carbonica sono sempre variati sincronicamente, ANCHE NELL’ERA PRE-INDUSTRIALE

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Questo dato di fatto dovrebbe porre fine al dibattito, in un mondo in cui la scienza e i media non fossero governata dalle lobby.

Visto che così non è:

Il riscaldamento degli oceani ha liberato la gran parte dell’anidride carbonica: “L’anidride carbonica si scioglie nell’acqua marina, con una solubilità inversamente proporzionale alla temperatura dell’acqua: minore è la temperatura, maggiore è la solubilità. Per questo motivo le regioni polari sono molto efficienti nell’assorbimento di CO2: quando l’acqua raggiunge l’equatore si riscalda, rilasciando l’anidride carbonica nuovamente nell’atmosfera (processo detto “outgassing”)”.

http://www.eur-oceans.info/medias/documents/booklet-EUR-OCEANS_cambiamenti_climatici.pdf

possibile causa del riscaldamento oceanico:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/04/28/vulcani-sottomarini-e-riscaldamento-globale/

http://news.discovery.com/earth/weather-extreme-events/volcanoes-sandwich-islands-110713.htm

http://www.livescience.com/25521-weird-volcano-found-baja.html

http://www.krbd.org/2013/05/14/geologist-discovers-underwater-volcano-near-misty/

http://www.weather.com/news/science/environment/tonga-underwater-volcano-20130326

http://www.guardian.co.uk/world/2009/mar/21/tonga-volcano-island-nuku-alofa

http://www.independent.co.uk/environment/climate-change/video-underwater-volcano-erupts-6260732.html

le emissioni umane costituiscono una percentuale non insignificante, ma neppure decisiva del totale

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Torio per un Mondo Nuovo

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La meravigliosa energia atomica è stata usata per distruggere, oppure senza garantire dei ragionevoli margini di sicurezza (es. centrali costruite su faglie sismiche attive, come ad Oi, in Giappone).

Ora è tempo di passare dallo stadio embrionale alla maturità e questo non potrà avvenire finché il paradigma dell’uranio impedirà l’affermarsi dell’era del torio che comporta un rischio molto minore, se non nullo, di proliferazione nucleare, annulla la possibilità di una fusione del nocciolo (meltdown), smaltisce le scorie radioattive che non sappiamo ancora dove sistemare generando energia nel farlo (!), decade in poche centinaia di anni invece delle decine di migliaia del materiale usato oggi, è più abbondante dell’uranio ed ha un’altissima resa.

Rubbia spiega il torio

Questo metallo leggermente radioattivo, scoperto nel 1828 dal chimico svedese Jons Jakob Berzelius e che prende il nome dal dio Thor, ha il potenziale di rivoluzionare completamente l’evoluzione della civiltà umana, da un punto di vista economico, sociale e culturale, emancipando la nostra specie dal materialismo, dalla lotta per le risorse, dal soggiogamento a mestieri spiacevoli o umilianti, dalla miseria e dall’austerità indotta da scaltre strategie di profitto basate su una falsa scarsità di risorse.

Lo sfruttamento del torio, sviluppato negli anni Sessanta e Settanta, è stato ostacolato da tutti quegli interessi legati allo sfruttamento dei combustibili fossili e che ora cercano di rifarsi un nome “verde”, pur sapendo che per molte generazioni le energie rinnovabili, senza dubbio fondamentali, saranno insufficienti per i nostri bisogni e soprattutto per riscattare dalla miseria milioni di esseri umani del terzo e quarto mondo.

I cittadini tedeschi stanno ora facendo i conti, dolorosamente, con le scelte populistiche e scellerate dei loro governanti:

http://qualenergia.it/articoli/20120904-la-germania-tra-carbone-e-caro-bolletta-da-rinnovabili

Energie rinnovabili e reattori al torio [LFTR – Liquid Fluoride Thorium Reactor] possono e devono procedere mano nella mano, fino all’avvento della fusione nucleare. Si possono amare allo stesso tempo l’energia “verde” e l’energia nucleare senza dover scegliere tra “mamma” e “papà” e senza che i tifosi dell’una insultino quelli dell’altra, quando invece dovrebbero essere alleati, nel nome di una verità inoppugnabile: E = mc2

Mentre l’infame Nixon tagliava le gambe alla ricerca sul torio negli Stati Uniti, Francia, Canada, Cina ed India hanno continuato su questa strada promettente e siamo vicini alla sua applicazione:

http://www.newscientist.com/article/mg21628905.600-indias-thoriumbased-nuclear-dream-inches-closer.html

L’Italia dovrebbero fare la sua parte, seguendo l’esempio del Nobel Carlo Rubbia, uno dei suoi massimi promotori e di tanti ecologisti pro-torio:

http://www.greenme.it/informarsi/ambiente/4476-centrali-nucleari-le-5-ragioni-di-rubbia-per-sostituire-luranio-con-il-torio

http://www.greenstyle.it/centrali-nucleari-al-torio-vantaggi-e-svantaggi-2528.html#ixzz2NQHh0oat

http://www.ecoblog.it/post/13583/lindia-progetta-un-nucleare-piu-sicuro-con-il-torio

 

Perfino tra i grillini ci sono dei sostenitori

http://www.beppegrillo.it/listeciviche/forum/2013/02/nucleare-sicuro-col-torio-parola-di-carlo-rubbia.html

Il successo dello sfruttamento del ciclo del torio metterebbe fuori gioco Chevron, BP, ExxonMobil, ecc. che hanno lucrato sulla menzogna del picco del petrolio (scarsità artificiale = estorsione):

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/07/12/la-colossale-menzogna-delle-guerre-per-il-petrolio/

Le loro azioni crollerebbero, il loro dominio sull’economia e la geopolitica mondiale terminerebbe. Le centrali a carbone sarebbero un ricordo del passato, così come il fracking con i suoi rischi sismici

http://it.wikipedia.org/wiki/Fratturazione_idraulica

Il prezzo del gas naturale declinerebbe stabilmente.

Addirittura, le navi da trasporto, che consumano il 20-30% del petrolio impiegato nel mondo, potrebbero essere equipaggiate con dei mini reattori LFTR.

Il dollaro, agganciato al petrolio, collasserebbe, e con lui l’egemonia della NATO e dell’OPEC sul mondo.

La Cina non sarebbe più costretta a dipendere dalle importazioni americane per poter acquistare il petrolio saudita (teocrazia militarista alleata con gli USA e con Israele).
Le guerre in Iraq, Afghanistan e Libia, infatti, non erano per controllare il petrolio (gli USA saranno presto il maggior produttore mondiale di petrolio), ma per impedire alla Cina di accedere alle riserve medio-orientali ed africane e possibilmente spingerla a cercare miglior fortuna in aree strategiche per la Russia (divide et impera). Cosa penserebbero gli Americani se scoprissero che le ingentissime spese militari del Pentagono che li hanno indebitati fino al collo non servono a tener basso il prezzo dell’energia e della benzina negli Stati Uniti, ma unicamente a sabotare la Cina, inimicandosela sempre di più?

Occorre capire che il paradigma della scarsità delle risorse è l’architrave del sistema oligarchico mondiale. Quelle poche migliaia di individui (la stima era di 8000 circa persone e 147 imprese/banche) che controllano la finanza e la politica, non avrebbero alcuna chance in un regime di abbondanza energetica

 

PROLIFERAZIONE NUCLEARE (LA GUERRA AL TERRORE FA UN’ALTRA VITTIMA: LA SCIENZA)

Già nel 2005 i massimi specialisti mondiali di proliferazione nucleare (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) avevano mostrato che il rischio è molto inferiore rispetto ai reattori ad uranio:

http://www-pub.iaea.org/mtcd/publications/pdf/te_1450_web.pdf

Robert Hargraves e Ralph Moir “Liquid Fluoride Thorium Reactors” (American Scientist July–August 2010) hanno ribadito che il rischio è inferiore per le seguenti ragioni:

Un reattore commerciale produrrà uranio quel tanto che basta per alimentare la produzione di energia. Qualunque sottrazione fermerebbe il reattore, avvisando le autorità di una violazione, con blocco immediato delle uscite.

Certamente dei terroristi non potrebbero rubare dall’interno di un reattore sigillato U-233 disciolto in una soluzione di sale fuso [i reattori a sale fuso che utilizzano torio liquido come combustibile sono la soluzione tecnica ideale per lo sfruttamento del torio, NdT] con prodotti di fissione letalmente radioattivi.

Il protocollo di sicurezza dell’agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) richiederebbe rigidi controlli, la contabilizzazione di tutto il materiale nucleare, la sorveglianza ed ispezioni meticolose.

È concepibile che una nazione o gruppo rivoluzionario possano espellere gli osservatori dell’AIEA, fermare il reattore torio e tentare di rimuovere l’U-233. Ma servirebbero ingegneri particolarmente capaci per alterare le apparecchiature di fluorurazione e separare l’uranio dal sale.

In ogni caso, l’U-233 è una pessima scelta per chi vuole creare un’arma nucleare perché gli stessi neutroni che lo producono, generano anche l’U-232, altamente contaminante e facilmente individuabile per la sua fortissima radioattività, migliaia di volte maggiore di quella del “normale” plutonio.

L’esposizione all’U-232 renderebbe probabile la morte dell’eventuale terrorista o malintenzionato entro 72 ore. Questo isotopo di uranio non può essere rimosso chimicamente ed una separazione tramite centrifuga contaminerebbe irreparabilmente il dispositivo.

Inoltre l’uso del torio porterebbe allo smantellamento degli impianti di arricchimento dell’U-235, dal quale si può effettivamente ricavare materiale radioattivo impiegabile per azioni terroristiche.

I due scienziati concludono: “Questa fonte di energia è più conveniente del carbone, può aumentare la prosperità e può ridurre il rischio di guerre per le risorse.

http://www.americanscientist.org/issues/pub/2010/5/a-thorium-future

FONTI

http://www.amazon.com/SuperFuel-Thorium-Energy-Source-Future/dp/0230116477

http://www.amazon.com/THORIUM-energy-cheaper-than-coal/dp/1478161299/ref=pd_bxgy_b_text_y

Is there a safer future for nuclear? Dr Geoff Parks, Cambridge University, June 2012

Safer nuclear – let the thorium debate begin, SmartPlanet, May 2012

New Life for Forgotten Fuel, FT Magazine, September 2011

The Nuclear Renaissance?, BBC Business Daily, September 2011

Thor Forges Safer Nuclear Power, The Sunday Times (PDF 1.6 Mb)

Thorium: the Element that Could Power our Future, Wired.co.uk, September 2011

Safer nuclear does exist, The Telegraph, August 2011

Why thorium nuclear power shouldn’t be written off, Bryony Worthington, The Guardian, July 2011

Uranium is so last century – enter thorium, the green nuke, Wired, December 2009