Il titolo è ironico. Siamo ancora qui ad attendere l’avvento di un messia salvifico. Siamo immaturi.
In difesa del diffusionismo e della scienza fatta come si deve fare
16 settembre 2013 a 09:33 (Antropologia, Sorprendimi!, Verità scomode)
Tags: aborigeni, America precolombiana, archeologia, Atlantico, Atlantide, Australia, austronesiani, autocensura, Bolivia, Bologna, Cavalli-Sforza, censura, Colombo, contatto, datazione, dogmi, Dottrina Monroe, evoluzione, genetica, kumara, libertà di ricerca, Madagascar, mappatura genetica, Medea, Menozzi, Mesoamerica, Messico, Mu, navigazione, Pacifico, paradigmi, patata dolce, Perù, piazza, polinesiani, popolamento, Romani, scienza, scienze politiche, Seneca, tabù, tesi di laurea, Titicaca, vichinghi
Giorno verrà, alla fine dei tempi, che l’Oceano scioglierà le catene del mondo, si aprirà la terra, Teti svelerà nuovi mondi e non ci sarà più un’ultima Tule.
Seneca, “Medea”, 375-379
La macchia chiara al centro delle Ande, vicino alla Bolivia e al Perù, indica forse una possibile migrazione inversa a quella descritta da Thor Heyerdahl (1950), cioè l’arrivo di polinesiani nell’America del Sud.
Cavalli-Sforza, Menozzi, Piazza, “Storia e geografia dei geni umani”, 1997
Molta gente non accetta l’idea che la scienza possa procedere nella direzione sbagliata per decenni, perpetuando paradigmi fallaci, razionalizzando pregiudizi, escludendo arbitrariamente revisioni di dati e conclusioni, esercitando fortissime pressioni sui giovani ricercatori per farli allineare al dogma prevalente.
Ma è precisamente così che funziona la scienza in un mondo in cui certi ambienti traggono profitto dall’ignoranza, dall’oscurantismo, dalla falsificazione, dalla censura, dall’inconsapevolezza. Vale per la climatologia come per la fusione fredda, per l’alimentazione come per i contatti transoceanici precolombiani.
Doveva essere quest’ultimo il tema della mia tesi di laurea, ma a Scienze Politiche di Bologna mi fecero subito capire che uno studio sociologico-antropologico-archeologico e politologico del genere non sarebbe mai stata accettato.
A priori, a prescindere.
Il fatto che alcuni tra i maggiori specialisti di queste discipline fossero diffusionisti o comunque non escludessero assolutamente la possibilità di contatti tra civiltà lontane in epoche anteriori a quelle generalmente ammesse, e che un crescente numero di studi genetici indica che i diffusionisti/contattisti avevano ragione, non conta nulla. Certi temi sono tabù. Le Americhe furono popolate attraverso la Beringia, qualche vichingo ci finì lì quasi per caso, forse vi giunse anche qualche pescatore giapponese o polinesiano, ma questi non contribuirono in alcun modo all’evoluzione delle culture locali. La Dottrina Monroe ha valore retroattivo!
E, si badi bene, non si trattava di chiamare in causa Atlantide o Mu, ma semplicemente di suggerire che se gli aborigeni erano arrivati in Australia via mare 60mila anni fa, gli austronesiani (avi dei polinesiani) erano giunti fino al Madagascar almeno 2mila anni fa, popolandolo, e polinesiani e amerindiani colonizzarono l’Isola di Pasqua a partire da 1000-1500 anni fa, stabilire che prima di Colombo l’evoluzione culturale delle Americhe era stata unicamente endogena, accusando gli scettici di imperialismo culturale e razzismo, era ed è sciocco. Un atto di fede, non di scienza.
AVVERTENZA: L’unico articolo scientifico è il primo, che contiene tutte le citazioni necessarie per comprendere la questione e per dare maggiore senso a quelli successivi, che sono dilettanteschi e pieni di contraddizioni, ma offrono alcuni spunti utili. La tesi dell’articolo non è che il contatto sia dimostrabilmente avvenuto, bensì che negare a priori la possibilità del contatto, a dispetto del numero di indicazioni che suggeriscono che sia avvenuto, è anti-scientifico.
Ecco l’articolo sa tener presente. E’ di una nota antropologa (emerita) che ricapitola quel che sappiamo sui possibili contatti transoceanici (in inglese) e fornisce i riferimenti che possono servire per approfondire le varie questioni – ce ne sarebbero molti altri ma questo post non è un saggio e non ho tempo di recuperare il materiale della tesi mancata e riproporlo qui (né m’interessa farlo – ci sono mille questioni più importanti di questa):
http://bellsouthpwp2.net/k/a/kathyjay/images/Transoceanic%20contacts.pdf
sui contatti transatlantici e transpacifici col Nuovo Mondo è stato scritto moltissimo e le mappature genetiche di animali, piante coltivabili e malattie in certi casi paiono dar ragione ai diffusionisti
http://ageofintuition.blogspot.it/2013/03/the-kensington-rune-stone-is-white-whale.html
http://www.academia.edu/867576/Did_Ancient_China_Influence_Olmec_Mexico
http://mysite.verizon.net/dbkelley1/id2.html
http://mysite.verizon.net/dbkelley1/id3.html
http://www.edicolaweb.net/edic164a.htm
Sui Vichinghi in America ormai il consenso è ampio
http://en.wikipedia.org/wiki/Pre-Columbian_trans-oceanic_contact.
E forse degli amerindiani (-e) seguirono i vichinghi in Islanda, “scoprendo” l’Europa
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21069749
BIBLIOGRAFIA
Anderson A. 2006. Polynesian Seafaring And American Horizons: A Response To Jones And Klar. American Antiquity 71(4):759-765.
Arnold JE. 1992. Complex hunter-gatherer-fishers of prehistoric California: Chiefs, specialists, and maritime adaptations of the Channel Islands. American Antiquity 57(1):60-84.
Arnold JE. 2007. Credit Where Credit Is Due: The History of the Chumash Oceangoing Plank Canoe. American Antiquity 72(2):196-209.
Baudouin L, and Lebrun P. 2009. Coconut (Cocos nucifera L.) DNA studies support the hypothesis of an ancient Austronesian migration from Southeast Asia to America. Genetic Resources and Crop Evolution 56:257-262.
Cassidy J, Raab LM, and Kononeko NA. 2004. Boats, Bones, and Bifaces: The Early Holocene Mariners of Eel Point, San Clemente Island, California. American Antiquity 69(1):109-130.
Clarke AC, et al. 2006. Reconstructing the Origins and Dispersal of the Polynesian Bottle Gourd (Lagenaria siceraria). Molecular Biology and Evolution 23(5):893-900. Free to download
Fagan B. 2004. The House of the Sea: An Essay on the Antiquity of Planked Canoes in Southern California. American Antiquity 69(1):7-16.
Fitzpatrick SM, and Callaghan RT. 2009. Examining dispersal mechanisms for the translocation of chicken (Gallus gallus) from Polynesia to South America. Journal of Archaeological Science 36(2):214-223.
Gamble LH. 2002. Archaeological Evidence for the Origin of the Plank Canoe in North America. American Antiquity 67(2):301-316.
Gamble LH, Walker PL, and Russell GS. 2002. Further Considerations on the Emergence of Chumash Chiefdoms. American Antiquity 67(4):772-777.
Gongora J et al. 2008. Indo-European and Asian origins for Chilean and Pacific chickens revealed by mtDNA. Proceedings of the National Academy of Sciences 105(30):10308-10313. Free to download
Jones TL, and Klar KA. 2005. Diffusionism Reconsidered: Linguistic and Archaeological Evidence for Prehistoric Polynesian Contact with Southern California. American Antiquity 70(3):457-484.
Jones TL, and Klar KA. 2006. On Open Minds and Missed Marks: A Response to Atholl Anderson. American Antiquity 71(4):765-771.
Kehoe A. 2010. Consensus and the Fringe in American Archaeology. Archaeologies 6(2):197-214.
Landberg LCW. 1966. Tuna Tagging and the Extra-Oceanic Distribution of Curved, Single-Piece Shell Fishhooks in the Pacific. American Antiquity 31(4):485-493.
Montenegro A, Avis C, and Weaver A. 2008. Modeling the prehistoric arrival of the sweet potato in Polynesia. Journal of Archaeological Science 35(2):355-367.
Roewer, Lutz, Michael Nothnagel, Leonor Gusmão, Veronica Gomes, Miguel González, Daniel Corach, Andrea Sala et al. 2013. Continent-Wide Decoupling of Y-Chromosomal Genetic Variation from Language and Geography in Native South Americans. PLOS Genetics.
John L. Sorenson, Martin Raish, Pre-Columbian Contact with The Americas Across the Oceans: An Annotated Bibliography, second edition, revised, 2 volumes, 1195 pages, Provo, Utah, Research Press, 1996.
http://www.amazon.com/Pre-Columbian-Contact-Americas-Across-Oceans/dp/0934893217
Storey AA et al. 2007. Radiocarbon and DNA evidence for a pre-columbian introduction of Polynesian chickens to Chile. Proceedings of the National Academy of Sciences Early Edition, June 4, 2007. Free to download
Storey AA et al. 2008. Pre-Columbian chickens, dates, isotopes, and mtDNA. Proceedings of the National Academy of Sciences 105(48):E99. Free to download
Apocalisse = Rivelazione – per chi ha avuto o avrà esperienze che non sa spiegare
3 aprile 2013 a 07:51 (Antropologia, Jacob Needleman, Verso un Mondo Nuovo)
Tags: America, anima, animali domestici, apocalisse, Cartesio, Chihiro, comunità, conosci te stesso, consapevolezza, coscienza, Critica della ragion pura, Descartes, ego, empirismo, empirismo interiore, evoluzione, facoltà mentali, facoltà psichiche, fisica quantistica, Hayao Miyazaki, impersonalità, individualismo, io, Jacob Needleman, Jung, Kansas, Kant, La Città Incantata, Mago di Oz, mente, Miyazaki, Needleman, neurotrasmettitori, Oz, Platone, psiche, realtà, Sé, scienza, scienza dell'anima, scienze cognitive, Senofonte, Socrate, trascendenza
esperienze come queste, ad esempio:
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/11/di-che-vita-parlava-gesu-della-vita-della-morte-e-delle-esperienze-extracorporee/
Jacob Needleman intervistato da Richard Whittaker, Parabola, Autunno 2012
Jacob Needleman ha abbandonato una carriera in medicina per dedicarsi alla filosofia, studiando ad Harvard e Yale, per poi insegnare alla SFSU.
Richard Whittaker: Ho pensato che, visto che lei insegna filosofia, potrei chiederle di parlare un po’ dell’ignoto nella tradizione filosofica occidentale.
Jacob Needleman:…Quando sento la frase “l’ignoto” penso prima di tutto ad Immanuel Kant, forse il più grande filosofo moderno. Ha definito qualcosa di essenziale per la modernità del mondo occidentale attraverso un libro straordinario chiamato “La Critica della Ragion Pura”. Si tratta di un vasto e complesso capolavoro, è come camminare in una grande cattedrale per l’immensità e la profondità di pensiero e di comprensione in esso contenute. Per dirla in breve, ha sostenuto con insuperabile forza di persuasione che la struttura della mente plasma la nostra realtà, che ci sono categorie con cui opera la mente, organizzando i dati che ci provengono dai nostri sensi.
Organizza tutti i dati automaticamente al di sotto del livello cosciente in modo che nel momento in cui otteniamo una percezione del fiore o del tal oggetto, essa è già stato ordinata dalle categorie attraverso le quali opera la mente. Tutta la nostra esperienza prende forma passando attraverso queste funzioni plasmanti. Quindi non possiamo veramente mai sapere come sono le cose indipendentemente dalla nostra percezione di esse….Qualunque sia il grado di certezza sul mondo che ci sembra di avere – come ad esempio la legge di causalità – è semplicemente una certezza che la mente sovrappone irresistibilmente alla nostra percezione…Per molte persone è stata e rimane ancora una presa di coscienza (!) sconvolgente pensare che l’umanità non avrà mai la possibilità di conoscere la realtà così com’è.
[…].
Mi sono reso conto che avevo una specifica capacità della mente, la capacità di ritrarre la mia attenzione da tutto ciò che si trova all’esterno, al di fuori di “Io”, rivolgendola verso me stesso.
Ora, ho trascorso molto tempo a contatto con grandi insegnamenti spirituali, come i sermoni di Meister Eckhart, la Bhagavad Gita e molte altre fonti. A un certo punto, e in alcuni contesti, quasi tutti parlano dell’opera di distogliere l’attenzione da quelli che Eckhart chiama “gli agenti dell’anima”, dai dati che ci portano i sensi, i pensieri, per rifocalizzarla su se stessi.
[…]
È stata un’esperienza di estremo interesse. Potevo separarmi – in maniera molto sana – dall’esperienza di essere preso, ingoiato dai pensieri, dalle immagini emotive e dal mondo esterno. Ciò ha avuto una grande influenza su di me. Non c’era alcun senso di alienazione dalla natura o dalla vita intorno a me, ma solo la sensazione di una nuova capacità mentale, personale, che non sapevo di avere.
[…]
Penso che Cartesio sia stato demonizzato per questo, perché ha fatto una distinzione radicale tra mente e materia, queste due realtà fondamentali che, a suo dire, non hanno nulla in comune l’una con l’altra. E questo ha generato un paradosso. Come interagiscono tra loro, visto che ovviamente lo fanno
ogni volta che ci muoviamo intenzionalmente? Un paradosso che è rimasto con noi.
[…]
RW: Socrate è questa figura basilare grazie a Platone. Da dove spunta fuori? Dove ha trovato la sua conoscenza? So che è una domanda che non trova risposte definitive, ma resta una domanda interessante, non è vero?
JN: Dobbiamo riconoscere di Socrate, prima di tutto, che tutto quello che sappiamo di lui e della sua grandezza è qualcosa che si è svolto in forma di dialogo con altre persone. Era un maestro nel mostrare alle persone che non sapevano quello che credevano di sapere. Era un maestro nel togliere alle persone le loro certezze, in particolare nelle questioni morali, ma anche più in generale. Questo modo di interrogare, in un faccia a faccia, era un aspetto fondamentale di Socrate, e Platone ha colto un suo tratto, ma forse non l’intera cosa. Un altro scrittore greco, Senofonte, ha scritto dei suoi incontri con Socrate e di un altro aspetto della forza di Socrate come persona: indagava e sapeva ascoltare.
[…]
Ed è questa la liberazione che ci dona. Approfondire realmente una questione ci mette in contatto con un’altra parte di noi stessi che le nostre “risposte” normalmente occultano; questa è la libertà dal noto di cui parlano Krishnamurti ed anche altri. La grande risposta è avvertita come una domanda, quando è un maestro che ve la offre. Il noto può essere uno schiavista.
L’altra cosa principale di Socrate è che lui invitava ogni persona a conoscere se stessa – a prendersi cura di ciò che egli chiamava l’anima, prendersi cura del vero sé. Il primo obiettivo di chiunque avrebbe dovuto essere quello di essere solleciti nei confronti dell’anima. Tutto il resto ci porta fuori strada…Prenditi cura del tuo vero sé, della tua vera coscienza e spogliati delle cose che pensavi di conoscere, non solo riguardo al mondo, ma su di te. Queste due cose vanno di pari passo.
RW: Quindi, questa idea di conoscere me stesso – che cosa significa? Chiaramente, l’implicazione è che io non mi conosco.
JN: La grande incognita sono io, me stesso. Possiamo parlare quanto vogliamo di Kant e della Critica della ragion pura e di come non conosciamo le cose in sé, ma questa è la grande incognita: me stesso. […]. Ha a che fare con la coscienza. Ed è una grande incognita, questa cosa chiamata coscienza. Noi non sappiamo cosa sia la coscienza. Questo è incredibile! Non so cosa sia la coscienza, ma sono sicuro di essere consapevole! La mente, i pensieri, le categorie, le parole che riguardano ogni tipo di conoscenza specificamente umana e l’azione…Una delle grandi questioni della filosofia è come facciamo a sapere? Ma questa classica domanda filosofica è in realtà una domanda inerente alla coscienza. La coscienza è l’uomo [sta parlando dei più elevati stati di coscienza: cani e gatti sono spesso più consapevoli degli scimpanzé non in cattività, pur essendo geneticamente più distanti dall’uomo, in virtù della loro frequentazione dell’ambito umano, NdT]. Questa è la sua specificità. Quindi penso che l’idea della mente, la conoscenza, la certezza, l’ignoto, abbiano a che fare prima di tutto con la coscienza.
RW: È bellissimo. A volte mi stupisce che non si riconosca il fatto che ogni cosa esiste, prima di tutto, come esperienza.
[Questo è esattamente il punto che hanno cercato in ogni modo di farci capire i fisici quantistici, con scarso successo, purtroppo:
http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/fisica-quantistica-e-trascendenza.html – NdT]
JN: È sorprendente che questo non sia in cima ai nostri pensieri. Il mio “essere io” [“Iness”] si perde nella mia vita. Potrei trascorrere un intero mese, un anno, una vita intera, senza rendermi conto della mia esperienza dell’esistenza. La coscienza sono io in un senso profondo della parola. Io non sono le braccia e le gambe, il mio naso, le mie opinioni. Non sono le mie parole, i miei pensieri, le mie sensazioni. Io non sono i miei organi. Io sono un essere umano. Un essere umano è definito dalla coscienza.
[…].
Nelle neuroscienze ora è quasi di moda affermare che si possono cominciare a vedere molte cose all’interno del cervello. È notevole, ma ancora non hanno spiegato l’esperienza della coscienza. Si può dire tutto quello si vuole sui neurotrasmettitori e tutto il resto, ma come si dà conto della qualità esperienziale della coscienza, anche a suoi livelli più semplici, come l’esperienza, per esempio, di vedere un colore rosso, o blu, o qualunque altro colore?
[…]
RW: Parliamo di comunità. La comunità ed una sua possibile funzione, quella di avere una cosa di cui ho bisogno ma non conosco e manco me ne rendo conto. Questa è una realtà importante.
JN: Certo che lo è…Ma troppe comunità sono semplicemente punti di incontro di similarità e diventano un po’ come una folla. Una massa è una comunità di persone che hanno tutte la stessa illusione, la stessa paura. E c’è l’inflazione dell’ego anche lì [cf. Jung, ma anche “la rana e il bue” di Fedro – NdT].
http://www.lefiabe.com/fedro/larana-ilbue.htm
Quindi, una comunità che non abbraccia l’altro non è una comunità.
RW: Una vera comunità potrebbe abbracciare l’altro e diventare migliore nel farlo, giusto?
JN: Sì. E ci sono molti livelli in questo processo. Penso che la grandezza dell’America sia quella di rendere ancora possibili le comunità. È una qualità molto grande per una nazione quella di tutelare la libertà delle persone di costituire comunità spirituali, altri tipi di comunità. La speranza è che l’America permetta alle persone di cercare coscienza. Questo è il suo grande ideale. Il pericolo è che se lo perdiamo, allora l’America diventerà solamente un altro grosso e potente dinosauro che scomparirà.
RW: C’è un articolo di Philippe Lavastine intitolato “I due Vedanta: Il meglio e il peggio dell’India”. È notevole. Scrive che qualcosa è andato storto nell’Induismo forse alcune centinaia di anni fa. Prima la ricerca della liberazione era fatta nel contesto della comunità, assieme agli altri. Ma qualcuno ha introdotto l’idea di singoli che perseguono la loro via per conto loro. È diventato un qualcosa di individualistico.
JN: Sta parlando di come la liberazione di sé sia diventato l’obiettivo principale, piuttosto che l’integrazione della vita interiore e delle esigenze della comunità. È un articolo molto potente [sono d’accordo ma occorre fare comunità in modo intelligente, con senso critico: Lavastine, 30 anni prima nella Francia di Vichy collaborò entusiasticamente con le politiche culturali degli occupanti nazisti, NdT].
[…].
Può sembrare assurdo dire che la scienza non funziona. Sembra funzionare in maniera fantastica. Guardate tutto quello che fa. Ma un qualcosa che non serve a portare l’amore, la bellezza, il porsi al servizio del prossimo è, nel migliore dei casi solo una mezza verità in un senso profondo, e non è davvero pragmatico.
[…].
Abbiamo bisogno di un linguaggio basato sull’esperienza, su ciò che vorrei chiamare un empirismo interiore. La scienza si basa su un empirismo esterno. Ma c’è anche un empirismo interiore che ci mostra la verità su noi stessi. E quando questo è risvegliato, inizia a mostrare anche la verità del mondo. Allora gli strumenti impiegati dalla scienza cominciano a servire scopi di altro genere [più nobili, NdT].
[…].
Rivelazione [“apocalisse”, NdT] è un altro termine per quella coscienza superiore che incontra gli strumenti di cui ci ha dotato l’evoluzione o qualcos’altro, e li umanizza e divinizza trasformandoli in qualcosa di straordinario. Quindi c’è un significato dell’interiorità che non è affatto quello comune. Non è solo l’insieme dei miei pensieri, dei miei sentimenti, è un energia di una qualità molto elevata e sottile che quando entra in contatto con gli strumenti del sé, li divinizza. Si pongono spontaneamente al servizio di una causa. In questo senso, la pratica spirituale è una forma di empirismo interiore. Quindi è corretto definirla una scienza, la scienza della vita interiore.
[…].
La questione legata a questi doni e poteri speciali è a cosa ci servono, che uso ne vogliamo fare, se li abbiamo? Le persone con questa sensibilità hanno uno scopo che è onorevole e corrisponde a ciò che è meglio per il mondo? Quindi è una specie di intelligenza del cuore quella su cui dobbiamo lavorare molto sul serio, perché ci sono questi poteri, ci sono queste cose che accadono. Non c’è proprio nessun dubbio su questo.
Se uno non ha mai provato quell’esperienza, naturalmente, è libero di essere un cinico. È qui che diventano fondamentali le grandi idee, la grande filosofia, la grande musica, la grande arte: per ricordarci chi siamo.
Ci sono tante idee tossiche, tanta arte tossica, tante cose che ci fanno dimenticare quel che dobbiamo ricordare.
[In “La Città Incantata” di Hayao Miyazaki, Chihiro accetta il cambiamento di nome e l’oppressione della strega Yu-Baaba, si dimentica della sua missione, del suo vero nome, della sua vera identità, della sua origine. Solo quando un biglietto le ricorda che il suo vero nome è Chihiro e non Sen, tutto riaffiora alla memoria, assieme al coraggio ed al senso di responsabilità e dedizione alla causa. Così può salvare i suoi genitori immemori e tornare con loro in “Kansas” (cf. Il Meraviglioso Mago di Oz), NdT]
C’è un blocco nella cultura contemporanea. Non importa quali fenomeni avvengano, si cerca di spiegarli tutti riducendoli a qualcosa di inferiore rispetto a quello che sono.
[…].
Al giorno d’oggi, giovani e adulti, quando fanno esperienza di quest’altra energia, un evento che si verifica anche accidentalmente, non sanno come chiamarlo. Non ne conoscono il significato. Non si rendono conto che la loro vera natura li sta chiamando e che è questo il loro destino.
http://www.jacobneedleman.com/storage/pdf/J-Needleman_w-Whitaker_Parabola_Fall_2012.pdf
Qual è il ruolo dell’umanità nell’universo? La crescita felice
5 marzo 2013 a 08:54 (Antropologia, Jacob Needleman, Verso un Mondo Nuovo)
Tags: Alfred North Whitehead, coscienza, ecologismo, Emerson, Erwin Schrödinger, evoluzione, fisica quantistica, Jacob Needleman, Lovelock, riduzionismo, scientismo, Teilhard de Chardin
Lo sviluppo dev’essere sostenibile anche per la psicologia ed antropologia umana e deve attivare ed amplificare le nostre migliori facoltà, incluse quelle latenti. La missione della democrazia è proprio quella di creare le precondizioni indispensabili, sebbene di per sé insufficienti, per facilitare il processo evolutivo della nostra specie e di questo pianeta. Dobbiamo crescere, non abbandonarci ad una deriva involutiva. Ma crescere come, in che direzione, per qualche scopo? L’opinione del filosofo e docente alla San Francisco State University Jacob Needleman (che è anche la mia).
http://www.jacobneedleman.com/blog/2013/2/9/responding-to-questions-about-an-unknown-world.html
http://fanuessays.blogspot.it/2011/11/e-tutta-una-questione-di-coscienza.html
http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/fisica-quantistica-e-trascendenza.html
http://fanuessays.blogspot.it/2011/11/la-paura-della-morte-non-dovrebbe.html
Andateci piano col glutine
16 giugno 2012 a 09:35 (Salute)
Tags: avena, celiachia, celiaci, cereali, Cesare Rizzi, evoluzione, farro, frumento, glutenine, glutine, intolleranza, kamut, neurotossine, orzo, prolamina, prolamine, segale, sensibilità, spelta, triticale
Il glutine contiene prolamina:
http://www.treccani.it/vocabolario/prolamina/
La prolamina del frumento viene denominata gliadina, mentre proteine simili, con i medesimi effetti si trovano anche in orzo, segale, farro, spelta, kamut, triticale ed avena.
“È da tempo noto che il trigger necessario ad innescare la patologia è l’ingestione di proteine contenute nelle cariossidi dei cereali come grano, frumento, orzo, segale, farro ed altri. Denominato in modo generico “glutine”, in realtà questo è una miscela di proteine che include due principali tipi di proteine: le glutenine (molecole polimeriche acido-solubili, unite da ponti disolfuro, ad alto o basso peso molecolare) e le prolamine (molecole alcool-solubili monomeriche, ricche in glutammina (Gln) e prolina (Pro))”
http://www.openstarts.units.it/dspace/bitstream/10077/3036/1/tesi_Quaglia_Sara.pdf
NON SERVE ESSERE CELIACI PER SUBIRE GLI EFFETTI DEL GLUTINE A LIVELLO NEUROLOGICO.
Se avete anche solo una sensibilità al glutine (10% della popolazione), funzionerà come una NEUROTOSSINA, ossia vi renderà stupidi:
http://jnnp.bmj.com/content/77/11/1262.abstract
E’ probabile che i nostri organismi non siano evolutivamente adattati al massiccio consumo di cereali tipico delle diete contemporanee:
http://www.greenmedinfo.com/page/dark-side-wheat-new-perspectives-celiac-disease-wheat-intolerance-sayer-ji
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/24/oetzi-il-paleouomo-che-non-faceva-la-paleodieta-e-si-vede/
Oetzi, il paleouomo che non faceva la paleodieta: e si vede!
24 Maggio 2012 a 09:07 (Alto Adige / Sudtirolo, Antropologia, Miti da sfatare, Salute)
Tags: acido fitico, agricoltore, allevatore, Alto Adige, antropologia, arsenico, arteriosclerosi, artrite, aterosclerosi, Bolzano, borreliosi, calcoli biliari, carboidrati, cardiopatie, carie, carne, carnivori, case farmaceutiche, cereali, declino, dentatura, denti, dieta, evoluzione, fonderia, gracilità, immigrati, intolleranza al lattosio, ipertensione, Isarco, latticini, macrobiotica, malattia di Lyme, Maya, minerali, mortalità infantile, mummia, neolitico, obesità, Oetzi, paleodieta, paradentosi, primati, proteine, rame, regime alimentare, sedentarietà, sistema immunitario, tatuaggi, tricocefali, Uomo del Similaun, Val Venosta, vegani, vegetariani, vitamine, zecche
a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles
Oetzi circolava per le valli tirolesi circa 5300 anni fa.
Recentemente è stata completata la mappatura del suo DNA.
L’esame dello smalto dei denti e del polline indicano le origini di Oetzi: “Ciascuno di noi, fin dalla prima infanzia, accumula nel proprio smalto dentario isotopi di stronzio, piombo ed ossigeno. Raffrontando la loro concentrazione con quella di campioni di suolo ed acqua, si può risalire con una certa precisione al luogo in cui una persona è vissuta. E per Ötzi questo luogo è l’Alto Adige. Egli trascorse la sua prima infanzia in Val d’Isarco e solo più tardi si spostò in Val Venosta”
www.iceman.it/it/faqs-oetzi-it
In Val Venosta lavorò presso una fonderia [forte contenuto di arsenico e rame nei capelli].
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/14593178
Il giorno della sua morte era ben equipaggiato per il clima alpino (pelli di pecora, capra e vacca ad indicare che era un contadino allevatore) ed era armato. Forse era diventato un brigante o era in fuga da una banda di inseguitori dopo uno scontro [tracce di sangue di altre quattro persone sul suo corpo]. Fu ucciso da una freccia nella schiena:
Aveva gli occhi marroni, i capelli castani, soffriva di intolleranza al lattosio, di una predisposizione alle cardiopatie, artriti, arteriosclerosi e borreliosi (malattia di Lyme, trasmessa dalle zecche) e i suoi polmoni erano anneriti dal fumo della fonderia:
L’aplotipo sanguigno, molto raro in Europa, indica che era discendente di immigrati dal Vicino Oriente, non di cacciatori e raccoglitori locali:
I resti alimentari del suo stomaco (chimo) appartengono a tre pasti a base di cereali (orzo e farro), carne di stambecco e cervo (avariata, con vermi), radici, frutta e semi:
http://www.nationalgeographic.it/scienza/2011/10/20/news/lultimo_pasto_di_tzi-602292/index.html
La modalità di consumo e danneggiamento dei denti e l’analisi isotopica mostrano che la sua dieta, pur essendo variata, era tendenzialmente vegetariana [i cacciatori-raccoglitori sono quasi esenti da carie per via del ridotto consumo di carboidrati, che sono zuccheri],
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10064623
http://news.discovery.com/history/oetzi-iceman-bad-teeth-110615.html
“La sua dentatura rivela una carie incipiente, una paradentosi e superfici di masticazione molto usurate dalle impurità presenti nei cereali macinati a pietra”.
www.iceman.it/it/faqs-oetzi-it
ma consumava latticini, pur essendo intollerante, e così si ritrovò a soffrire di calcoli biliari. L’intolleranza al lattosio era piuttosto diffusa a quel tempo:
http://www.newscientist.com/article/dn11261-early-europeans-unable-to-stomach-milk.html
http://www.pnas.org/content/104/10/3736.abstract
“I cereali erano un alimento base nella dieta di allora, che veniva completata con vegetali come il prugnolo, le mele selvatiche, i funghi, le bacche e i legumi”.
http://www.iceman.it/it/faqs-oetzi-it
Il suo ultimo pasto, mentre era in fuga, è stato quasi unicamente a base di carne (forse cruda):
http://www.sciencenews.org/view/generic/id/333533/title/The_Icemans_last_meal_goat
È morto a 45 anni. Era magro e di corpo robusto. Alto 1 metro e 65, ossia nella media dei popoli che consumano pochi latticini o non ne consumano affatto.
Come abbiamo visto, non era l’immagine della salute: “le articolazioni mostrano segni di usura, i suoi vasi sanguigni erano calcificati, i denti consumati e l’intestino era infestato da tricocefali. Un’unghia delle dita rinvenuta negli scavi successivi dimostra che soffriva di una patologia cronica e i profondi solchi trasversali indicano inoltre che il suo sistema immunitario era stato esposto a forti stati di stress circa 8, 13 e 16 settimane prima di morire. Si è anche potuto dimostrare che aveva subito una frattura multipla delle costole, peraltro perfettamente sanata, ed una rottura del setto nasale”.
http://www.iceman.it/it/faqs-oetzi-it
I tatuaggi avevano finalità terapeutiche, non decorative: “Su tutto il corpo Ötzi ha circa 60 tatuaggi, realizzati tramite sottili incisioni e non, come oggi, con degli aghi. Questi segni si trovano in corrispondenza delle articolazioni più usurate, che probabilmente causavano ad Ötzi forti dolori: nella zona lombare, al ginocchio destro, ai polpacci e alle articolazioni del piede. I tatuaggi servivano a recidere piccoli fasci di fibre nervose, e questo portava ad un’attenuazione del dolore. Essi erano quindi presumibilmente una terapia antidolorifica e non un ornamento per il corpo”.
www.iceman.it/it/faqs-oetzi-it
Oetzi era affetto da tutti i problemi della transizione all’agricoltura e quindi da una dieta a base di carne e piante selvatiche ad una a base di cereali:
http://lopo.it/2009/04/11/il-peggior-sbaglio-nella-storia-della-razza-umana/
Tra i vari problemi: bassa statura, carie, deformità, sedentarietà, maggiore diffusione di parassiti, batteri e virus che richiesero molte generazioni per generare una risposta adattiva [Cohen, Mark N, and Gillian M. M. Crane-Kramer. Ancient Health: Skeletal Indicators of Agricultural and Economic Intensification. Gainesville: University Press of Florida, 2007
Ancora oggi, una dieta macrobiotica causa gravi carenze minerali, vitaminiche e proteiche con conseguenze serie e durevoli anche per lo sviluppo cognitivo di bambini ed adolescenti:
http://www.softwaredidattico.it/EducazioneAlimentare/ac310000h.htm
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC506467/
Principalmente a causa dell’acido fitico, uno dei tanti antinutrienti presenti nei cereali
http://it.wikipedia.org/wiki/Acido_fitico
Cosa sono gli anti-nutrienti e perché sono tossici ed impediscono all’organismo di assimilare i nutrienti essenziali?
http://www.maurobasilico.it/2012/02/gli-antinutrienti-o-sostanze-tossiche-naturali-degli-alimenti/
A questo punto c’è da capire perché questo non sia riconosciuto come il problema centrale della società contemporanea. Diete sbagliate a base di zuccheri ed antinutrienti rimbambiscono letteralmente la gente e salassano i contribuenti con i costi dell’assistenza ospedaliera:
http://www.livescience.com/20329-sugar-stupid.html
Forse le case farmaceutiche hanno interesse a non far sapere come curarsi con una dieta sana e non con mille farmaci?
Gli altri primati, purtroppo per loro, sono soprattutto vegetariani (mangiano anche un po’ di insetti e piccoli vertebrati) ed è assai probabile che proprio la dieta umana basata essenzialmente sulla carne abbia offerto la spinta evolutiva necessaria a farci diventare quel che siamo (nel bene e nel male):
* la carne ha permesso di sviluppare un cervello più voluminoso:
http://www.sciencedaily.com/releases/2012/04/120420105539.htm
* vantaggiosa è stata la cottura della carne (assurdo essere crudisti):
http://phys.org/news/2011-11-cooking-energy-meat-driven-human.html
* invece l’introduzione dei cereali è stata disastrosa sotto ogni punto di vista: muscolare, dentale, osseo, cardiovascolare e cerebrale: (a) Gli esseri umani che vivono in società industriali sono gli unici mammiferi a soffrire di ipertensione e sono gli unici primati non in cattività a diventare obesi; (b) L’introduzione di mais, frumento, riso ed altri cereali nella dieta umana è coincisa con una sensibile riduzione della statura e della capacità cranica (-11% dal tardo paleolitico), l’aumento delle malattie orali (carie: prima <5%, poi >24%), la diminuzione della densità delle ossa e dell’indice pelvico del 22% (!!!), e svariati altri problemi; (c) gli indigeni americani hanno cominciato a consumare il mais in modo continuativo solo a partire dall’800 d.C., periodo che coincide con il declino della civiltà maya; (d) la mortalità infantile non è cambiata nella transizione da caccia e raccolta ad agricoltura (non c’è stato neppure quel vantaggio); (e) lo status delle donne si è degradato; (f) abbiamo mangiato tuberi (cotti) per almeno 1 milione e mezzo di anni, quindi siamo perfettamente adattati a quel tipo di cibo; (g) la dieta umana è sempre stata scarsa in fibre, quella degli altri primati molta ricca in fibre; (h) homo sapiens ha sempre mangiato tanta carne.
http://www.amazon.com/Human-Diet-Its-Origin-Evolution/dp/0897897366
http://www.amazon.com/Pandoras-Seed-Unforeseen-Cost-Civilization/dp/1400062152
“L’origine della produzione alimentare africana è dunque controversa e spesso c’è una certa discrepanza fra le prove linguistiche, che in genere suggeriscono origini antiche per l’agricoltura e l’allevamento, e la ricerca archeologica, da cui si ricavano solitamente datazioni posteriori. Né è chiaro il motivo per il quale si sarebbe iniziato a produrre cibo. La teoria secondo cui la produzione alimentare ebbe origine nel Vicino Oriente, diffondendosi poi in tutta l’Africa, dove venne adottata con entusiasmo da cacciatori-raccoglitori affamati, non è infatti sostenibile. Lo studio sugli odierni cacciatori-raccoglitori dimostra che alcuni di essi possono procacciarsi una maggiore quantità di cibo con meno fatica e più libertà di quanto non facciano quasi tutti i popoli di allevatori e agricoltori. I resti scheletrici rinvenuti nel Sudan nilotico provano che una delle conseguenze della produzione alimentare fu la malnutrizione, insieme forse al diffondersi delle malattie, giacché è probabile che molte malattie infettive dell’uomo venissero contratte anche dagli animali domestici. Il dissodamento della terra per renderla adatta alla coltivazione favorì la diffusione della malaria…”.
J. Iliffe, “Popoli dell’Africa: storia di un continente”, Bruno Mondadori, 2010, p. 15 (Ringrazio Beniamino Franceschini).
Dunque i dati paleoantropologici e clinici ci riportano qui:
http://fanuessays.blogspot.it/2011/11/la-celebre-paleodieta-grande-richiesta.html
e qui:
http://www.dissapore.com/salute/mangiare-i-grassi-e-vivere-bene/
http://www.dissapore.com/salute/colesterolo-il-killer-la-parola-alla-difesa/
http://www.dissapore.com/salute/perche-ingrassiamo/
Nessuno ha il diritto di comportarsi come se fosse Dio
5 marzo 2012 a 11:36 (Verso un Mondo Nuovo)
Tags: alieni, autonomia, civilizzazione, civiltà, contatto, dignità, direttive, diritti, diritti umani, diritto intergalattico, diritto internazionale, Enterprise, evoluzione, extraterrestri, Federazione dei Pianeti Uniti, Flotta Stellare, giustizia, Jonathan Archer, libertà, libertà collettive, libertà individuali, ospitalità, Star Trek, UFO
Un giorno la mia gente elaborerà una sorta di dottrina morale che stabilirà tutto quello che possiamo o non possiamo fare. Quello che è giusto e quello che è sbagliato. Ma fino ad allora, fino a quando non esisteranno queste direttive, dovrò ricordare a me stesso che non ho nessun diritto di comportarmi come se fossi Dio.
Jonathan Archer
http://it.wikipedia.org/wiki/Jonathan_Archer
Direttive della Flotta Stellare
http://it.wikipedia.org/wiki/Federazione_dei_Pianeti_Uniti
http://it.wikipedia.org/wiki/Star_Trek
Ordine Generale 1: La prima direttiva
Il diritto di ogni razza senziente di vivere in accordo con la sua normale evoluzione culturale è considerato sacro. Il personale della Flotta Stellare non deve assolutamente interferire con il normale svolgimento della vita e della cultura aliena. Con interferenza si intende qualunque introduzione di conoscenza o tecnologia superiore in un mondo la cui società non è pronta a riceverle. Il personale della Flotta Stellare non può violare questa Prima Direttiva, se non per salvaguardare le proprie vite o la propria nave, o nel caso in cui stia cercando di porre rimedio ad una precedente violazione o contaminazione della cultura in oggetto. Questa direttiva ha precedenza su tutte le altre considerazioni e deve costituire il più alto obbligo morale per il personale della Flotta Stellare.
Ordine Generale 2
E’ fatto divieto assoluto al personale della Flotta Stellare di usare la forza quando non necessario e per alcuna ragione, sia collettivamente che singolarmente, contro membri della Federazione Unita dei Pianeti, i loro rappresentanti autorizzati, i loro portavoce o leader designati, nonchè a quelli di qualunque altra razza non-membro.
Ordine Generale 3
La sovranità di tutti i mondi membri della Federazione deve essere rispettata in tutti i casi e in tutte le situazioni. Il personale della Flotta Stellare deve sottostare alla giurisdizione del mondo membro in cui opera e quindi ne deve osservare e rispettare qualunque statuto, legge, ordinanza e regola. Qualunque violazione di tali regole sarà oggetto di sanzione disciplinare e legale da parte degli organi giudiziari del pianeta in cui tale violazione si è verificata.
Ordine Generale 4
In caso di primo contatto con una forma di vita senziente sconosciuta, il personale della Flotta Stellare deve, mediante linguaggio o gesti, informare detta forma di vita, che al di fuori del proprio spazio esistono molte altre forme di vita senzienti.
Ordine Generale 5
In casi e circostanze di estrema emergenza in cui sia in pericolo il benessere dei cittadini della Federazione, speciali rappresentanti della Federazione assumono i poteri dello stato di emergenza. I poteri dello stato di emergenza danno facoltà anche a personale civile di assumere il comando di qualunque vascello Federale, nonchè del suo equipaggio, in accordo con le condizioni di emergenza. Il personale della Flotta Stellare è sottoposta alla sua autorità per tutta la durata della crisi.
Ordine Generale 6
La richiesta di aiuto o assistenza proveniente da qualunque cittadino della Federazione costituisce priorità assoluta per il personale della Flotta Stellare. Il personale dovrà immediatamente rispondere a tale richiesta postoponendo qualsiasi altra attività.
Ordine Generale 7
E’ fatto divieto assoluto a qualsiasi nave della Flotta Stellare di visitare il pianeta Talos IV in qualunque caso. Questo ordine è prioritari anche all’odine Generale 6. Qualsiasi trasgressione di questo Ordine Generale potrà essere punito con la morte.
Ordine Generale 8
In caso di violazione dello spazio Federale da parte di una forza straniera, il comandante del vascello Federale dovrà determinare le ragioni della violazione. Se vi sono evidenti motivi di ritenere che il vascello ha intenzioni ostili, il vascello federale potrà adottare tutte le azioni atte a salvaguardare la vita e le proprietà dei membri della Federazione. In questi casi il comandante ha piena libertà decisionale su come neutralizzare la minaccia. In tutti i casi è da evitare sempre la perdita, non necessaria, di vita senziente.
Ordine Generale 9
Nessun comandante di un vascello Federale, militare o civile, può garantire asilo politico a qualunque individuo senza prima aver ricevuto espressa autorizzazione da un rappresentante del governo Federale.
Ordine Generale 10
Se esiste la testimonianza di un un ufficiale anziano o qualsiasi altra prova valida, che un individuo della Federazione, abbia violato la Prima Direttiva, egli potrà essere sollevato dal proprio incarico da un rappresentante del governo Federale e posto immediatamente in arresto. I rappresentanti governativi dovranno adottare immediatamente tutte le misure necessarie per minimizzare le conseguenze della violazione.
Ordine Generale 11
Gli ufficiali della Flotta Stellare con il grado di Capitano o superiore, hanno piena autorità per la negoziazione di un trattato con i legali rappresentanti di un governo di un pianeta non Federale. In queste circostanze, l’ufficiale in oggetto acquisisce tutte le facoltà di ambasciatore speciale. Qualsiasi accordo raggiunto in questo modo sarà soggetto all’approvazione del comando operativo della Flotta e dal segretariato della Flotta Stellare.
Ordine Generale 12
Gli ufficiali della Flotta Stellare possono violare la Zona Neutrale designata dai trattati, solo in condizioni di estrema emergenza, se tale azione è necessaria per salvare la vita di cittadini Federali.
Ordine Generale 13
Eccetto quando gli ordini dispongono il contrario, gli ufficiali della Flotta Stellare devono rispettare l’integrità dei sistemi planetari e dei governi indipendenti e non devono violarne gli spazi territoriali.
Ordine Generale 14
Gli ufficiali della Flotta Stellare possono intervenire negli affari interni di un pianeta per rimediare alla violazione di un ordine generale o per difendere la vita o la proprietà di un cittadino della Federazione, solo se ricevono diretto ordine da un ufficiale civile con il titolo di Governatore o superiore.
Ordine Generale 15
Nessun ufficiale di alto rango può recarsi in una zona potenzialmente pericolosa senza una scorta armata.
Ordine Generale 16
Il personale della Flotta Stellare può prestare aiuto tecnologico, medico o scientifico ad un membro di una razza senziente sconosciuta solo se tale assistenza non compromette la Prima Direttiva o la sicurezza della Federazione e della Flotta Stellare.
Ordine Generale 17
Il Capitano di un vascello Federale deve considerare la vita del proprio equipaggio sacra. In qualsiasi situazione di potenziale pericolo, il Capitano deve anteporre la vita e la sicurezza del proprio equipaggio alla sicurezza della nave che comanda.
Ordine Generale 18
Quando accusato di alto tradimento contro la Federazione, il personale della Flotta Stellare può chiedere di essere condotto dinanzi alla magistratura Federale. Se assolto, il Comando della Flotta Stellare non potrà riformulare la medesima accusa.
Ordine Generale 19
Eccetto i casi di dichiarazione di emergenza, in tutti gli altri casi il personale della Flotta Stellare non può convogliare personale o materiale su pianeti o sistemei planetari in cui c’è fondato motivo di ritenere che tale personale o materiale sarà usato per condurre una aggressione o ledere gli altrui diritti. Quest’ordine si applica indipendentemente ai Pianeti membri e non.
Ordine Generale 20
Gli ufficiali e tutto il personale della Flotta Stellare deve adottare tutti i mezzi necessari per prevenire ed evitare la possessione, il trasporto, la vendita, o lo scambio commerciale di creature senzienti tenute in cattività contro la loro volontà, lungo i confini dello spazio federale.
Ordine Generale 21
Nessun appartenente alla Flotta Stellare, sia ufficiale che civile, può offrire i propri servigi ad un governo straniero indipendente senza l’espressa autorizzazione dell’Assemblea della Federazione.
Ordine Generale 22
Nel rispetto delle libertà individuali e della libertà di espressione, considerate sacre, il personale della Flotta Stellare può discutere privatamente, e quando vuole, la politica e le decisioni adottate dai propri rappresentanti governativi, a patto che tali discussioni non interferiscano con i loro ordini e doveri e non violino questi ordini generali o le leggi della Federazione.
Ordine Generale 23
Quando ad un ufficiale anziano di un vascello federale o di una base stellare, vengono presentate valide prove che un rappresentante della Federazione sta violando o ha violato anche in passato, la Prima Direttiva, l’ufficiale potrà sollevare dal proprio incarico l’accusato ed assumere tutti i poteri necessari per lo svolgimento delle indagini.
Ordine Generale 24
Se un ufficiale comandante ha fondato motivo di ritenere che una persona o gruppo di persone possano costituire una minaccia per il personale della Flotta Stellare o per i cittadini della Federazione, deve adottare tutte le misure necessarie (incluso l’uso della forza) per neutralizzare tale minaccia.
Ordine Generale 25
Civili e militari sotto custodia del personale della Flotta Stellare durante una condizione di estrema emergenza, devono essere trattati come si conviene al rango che possiedono, a patto che questo trattamento non comprometta la sicurezza della Federazione o della Flotta Stellare.
Ordine Generale 26
Nessun membro di una nave o di qualunque altra installazione a terra può essere ritenuto diretto responsabile per le azioni dei propri superiori. Similarmente, nessun membro di una nave o qualunque altro personale della Flotta Stellare, potrà subire la sanzione disciplinare inflitta al suo comandante se tali individui non erano direttamente coinvolti in tali azioni.
Ordine Generale 27
Nessun membro della Flotta Stellare può richiedere di cambiare assegnazione o incarico per la prolungata separazione dalla famiglia se i membri della famiglia possono essere imbarcati sulla nave o su qualsiasi altra installazione federale.
Ordine Generale 28
Nessun ufficiale comandante può essere rimosso dal proprio incarico di comando a meno che egli non compia completi atti ritenuti ingiustificabili da almeno tre ufficiali anziani. Comunque tra questi ufficiali dovrebbero esserci il Primo Ufficiale, l’Ufficiale Medico Capo, il Consigliere, e un ufficiale inferiore della sezione comando.
Ordine Generale 29
La primaria responsabilità del comandante di una qualsiasi nave o installazione federale, è la salvaguardia e il benessere del proprio equipaggio, incluso qualsiasi civile. Nessuna azione che possa inutilmente mettere in pericolo la sicurezza di questi individui, deve essere intrapresa, tranne quei casi connessi ai doveri e al servizio che si sta svolgendo.
Ordine Generale 30
Il Comando della Flotta Stellare riconosce il diritto di ogni comandante di vascello federale di interpretare le specifiche della Prima Direttiva considerando tutte le condizioni degli altri ordini generali che si stanno applicando al caso in esame, e sulle molteplici circostanze che si possono presentare quando si incontra per la prima volta una nuova razza senziente.
Ordine Generale 31
Le condizioni e le specifiche della Prima Direttiva devono essere invariabilmente applicate a tutte le specie senzienti scoperte, indipendentemente che abbiano origini naturali o artificiali.
Ordine Generale 32
Eccetto che nei casi di estrema emergenza, nessun comandante della Flotta Stellare è autorizzato a viaggiare con il proprio vascello ad una velocità maggiore di Warp 5 senza una espressa autorizzazione pervenuta dal Comando della Flotta Stellare.