Torio per un Mondo Nuovo

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La meravigliosa energia atomica è stata usata per distruggere, oppure senza garantire dei ragionevoli margini di sicurezza (es. centrali costruite su faglie sismiche attive, come ad Oi, in Giappone).

Ora è tempo di passare dallo stadio embrionale alla maturità e questo non potrà avvenire finché il paradigma dell’uranio impedirà l’affermarsi dell’era del torio che comporta un rischio molto minore, se non nullo, di proliferazione nucleare, annulla la possibilità di una fusione del nocciolo (meltdown), smaltisce le scorie radioattive che non sappiamo ancora dove sistemare generando energia nel farlo (!), decade in poche centinaia di anni invece delle decine di migliaia del materiale usato oggi, è più abbondante dell’uranio ed ha un’altissima resa.

Rubbia spiega il torio

Questo metallo leggermente radioattivo, scoperto nel 1828 dal chimico svedese Jons Jakob Berzelius e che prende il nome dal dio Thor, ha il potenziale di rivoluzionare completamente l’evoluzione della civiltà umana, da un punto di vista economico, sociale e culturale, emancipando la nostra specie dal materialismo, dalla lotta per le risorse, dal soggiogamento a mestieri spiacevoli o umilianti, dalla miseria e dall’austerità indotta da scaltre strategie di profitto basate su una falsa scarsità di risorse.

Lo sfruttamento del torio, sviluppato negli anni Sessanta e Settanta, è stato ostacolato da tutti quegli interessi legati allo sfruttamento dei combustibili fossili e che ora cercano di rifarsi un nome “verde”, pur sapendo che per molte generazioni le energie rinnovabili, senza dubbio fondamentali, saranno insufficienti per i nostri bisogni e soprattutto per riscattare dalla miseria milioni di esseri umani del terzo e quarto mondo.

I cittadini tedeschi stanno ora facendo i conti, dolorosamente, con le scelte populistiche e scellerate dei loro governanti:

http://qualenergia.it/articoli/20120904-la-germania-tra-carbone-e-caro-bolletta-da-rinnovabili

Energie rinnovabili e reattori al torio [LFTR – Liquid Fluoride Thorium Reactor] possono e devono procedere mano nella mano, fino all’avvento della fusione nucleare. Si possono amare allo stesso tempo l’energia “verde” e l’energia nucleare senza dover scegliere tra “mamma” e “papà” e senza che i tifosi dell’una insultino quelli dell’altra, quando invece dovrebbero essere alleati, nel nome di una verità inoppugnabile: E = mc2

Mentre l’infame Nixon tagliava le gambe alla ricerca sul torio negli Stati Uniti, Francia, Canada, Cina ed India hanno continuato su questa strada promettente e siamo vicini alla sua applicazione:

http://www.newscientist.com/article/mg21628905.600-indias-thoriumbased-nuclear-dream-inches-closer.html

L’Italia dovrebbero fare la sua parte, seguendo l’esempio del Nobel Carlo Rubbia, uno dei suoi massimi promotori e di tanti ecologisti pro-torio:

http://www.greenme.it/informarsi/ambiente/4476-centrali-nucleari-le-5-ragioni-di-rubbia-per-sostituire-luranio-con-il-torio

http://www.greenstyle.it/centrali-nucleari-al-torio-vantaggi-e-svantaggi-2528.html#ixzz2NQHh0oat

http://www.ecoblog.it/post/13583/lindia-progetta-un-nucleare-piu-sicuro-con-il-torio

 

Perfino tra i grillini ci sono dei sostenitori

http://www.beppegrillo.it/listeciviche/forum/2013/02/nucleare-sicuro-col-torio-parola-di-carlo-rubbia.html

Il successo dello sfruttamento del ciclo del torio metterebbe fuori gioco Chevron, BP, ExxonMobil, ecc. che hanno lucrato sulla menzogna del picco del petrolio (scarsità artificiale = estorsione):

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/07/12/la-colossale-menzogna-delle-guerre-per-il-petrolio/

Le loro azioni crollerebbero, il loro dominio sull’economia e la geopolitica mondiale terminerebbe. Le centrali a carbone sarebbero un ricordo del passato, così come il fracking con i suoi rischi sismici

http://it.wikipedia.org/wiki/Fratturazione_idraulica

Il prezzo del gas naturale declinerebbe stabilmente.

Addirittura, le navi da trasporto, che consumano il 20-30% del petrolio impiegato nel mondo, potrebbero essere equipaggiate con dei mini reattori LFTR.

Il dollaro, agganciato al petrolio, collasserebbe, e con lui l’egemonia della NATO e dell’OPEC sul mondo.

La Cina non sarebbe più costretta a dipendere dalle importazioni americane per poter acquistare il petrolio saudita (teocrazia militarista alleata con gli USA e con Israele).
Le guerre in Iraq, Afghanistan e Libia, infatti, non erano per controllare il petrolio (gli USA saranno presto il maggior produttore mondiale di petrolio), ma per impedire alla Cina di accedere alle riserve medio-orientali ed africane e possibilmente spingerla a cercare miglior fortuna in aree strategiche per la Russia (divide et impera). Cosa penserebbero gli Americani se scoprissero che le ingentissime spese militari del Pentagono che li hanno indebitati fino al collo non servono a tener basso il prezzo dell’energia e della benzina negli Stati Uniti, ma unicamente a sabotare la Cina, inimicandosela sempre di più?

Occorre capire che il paradigma della scarsità delle risorse è l’architrave del sistema oligarchico mondiale. Quelle poche migliaia di individui (la stima era di 8000 circa persone e 147 imprese/banche) che controllano la finanza e la politica, non avrebbero alcuna chance in un regime di abbondanza energetica

 

PROLIFERAZIONE NUCLEARE (LA GUERRA AL TERRORE FA UN’ALTRA VITTIMA: LA SCIENZA)

Già nel 2005 i massimi specialisti mondiali di proliferazione nucleare (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) avevano mostrato che il rischio è molto inferiore rispetto ai reattori ad uranio:

http://www-pub.iaea.org/mtcd/publications/pdf/te_1450_web.pdf

Robert Hargraves e Ralph Moir “Liquid Fluoride Thorium Reactors” (American Scientist July–August 2010) hanno ribadito che il rischio è inferiore per le seguenti ragioni:

Un reattore commerciale produrrà uranio quel tanto che basta per alimentare la produzione di energia. Qualunque sottrazione fermerebbe il reattore, avvisando le autorità di una violazione, con blocco immediato delle uscite.

Certamente dei terroristi non potrebbero rubare dall’interno di un reattore sigillato U-233 disciolto in una soluzione di sale fuso [i reattori a sale fuso che utilizzano torio liquido come combustibile sono la soluzione tecnica ideale per lo sfruttamento del torio, NdT] con prodotti di fissione letalmente radioattivi.

Il protocollo di sicurezza dell’agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) richiederebbe rigidi controlli, la contabilizzazione di tutto il materiale nucleare, la sorveglianza ed ispezioni meticolose.

È concepibile che una nazione o gruppo rivoluzionario possano espellere gli osservatori dell’AIEA, fermare il reattore torio e tentare di rimuovere l’U-233. Ma servirebbero ingegneri particolarmente capaci per alterare le apparecchiature di fluorurazione e separare l’uranio dal sale.

In ogni caso, l’U-233 è una pessima scelta per chi vuole creare un’arma nucleare perché gli stessi neutroni che lo producono, generano anche l’U-232, altamente contaminante e facilmente individuabile per la sua fortissima radioattività, migliaia di volte maggiore di quella del “normale” plutonio.

L’esposizione all’U-232 renderebbe probabile la morte dell’eventuale terrorista o malintenzionato entro 72 ore. Questo isotopo di uranio non può essere rimosso chimicamente ed una separazione tramite centrifuga contaminerebbe irreparabilmente il dispositivo.

Inoltre l’uso del torio porterebbe allo smantellamento degli impianti di arricchimento dell’U-235, dal quale si può effettivamente ricavare materiale radioattivo impiegabile per azioni terroristiche.

I due scienziati concludono: “Questa fonte di energia è più conveniente del carbone, può aumentare la prosperità e può ridurre il rischio di guerre per le risorse.

http://www.americanscientist.org/issues/pub/2010/5/a-thorium-future

FONTI

http://www.amazon.com/SuperFuel-Thorium-Energy-Source-Future/dp/0230116477

http://www.amazon.com/THORIUM-energy-cheaper-than-coal/dp/1478161299/ref=pd_bxgy_b_text_y

Is there a safer future for nuclear? Dr Geoff Parks, Cambridge University, June 2012

Safer nuclear – let the thorium debate begin, SmartPlanet, May 2012

New Life for Forgotten Fuel, FT Magazine, September 2011

The Nuclear Renaissance?, BBC Business Daily, September 2011

Thor Forges Safer Nuclear Power, The Sunday Times (PDF 1.6 Mb)

Thorium: the Element that Could Power our Future, Wired.co.uk, September 2011

Safer nuclear does exist, The Telegraph, August 2011

Why thorium nuclear power shouldn’t be written off, Bryony Worthington, The Guardian, July 2011

Uranium is so last century – enter thorium, the green nuke, Wired, December 2009

Atlantide contro Eurasia – la principale causa della terza guerra mondiale

Patto sull´energia Mosca-Pechino la Russia esporterà gas in Cina

Fonte: GIAMPAOLO VISETTI – la Repubblica

Mercoledì 06 Giugno 2012

Putin: “Cambieremo gli equilibri del mercato mondiale”

A Shanghai vertice dei paesi centro asiatici per ridurre il peso delle forniture alla Ue

Pechino – Cina e Russia, trascinando con sé i Paesi dell´Asia centrale, stringono un patto di ferro su energia e sviluppo per colmare il vuoto lasciato da Europa e Usa. L´accordo è stato siglato ieri a Pechino dai presidenti Hu Jintao e Vladimir Putin, che da oggi partecipano al vertice della Cooperazione di Shanghai (Sco), allargato a Iran, Afghanistan, Bielorussia e Turchia. E´ «l´altro summit», che unisce le potenze energetiche alternative al Medio Oriente e l´abbraccio Mosca-Pechino sposta gli equilibri globali dei flussi di petrolio e gas. La firma dell´annunciato patto per le forniture del gas russo alla Cina non è stato ufficializzata. Il sì del primo produttore e del primo consumatore di energia al mondo però c´è e l´Asia centrale si appresta a superare i Paesi Arabi e a diventare il crocevia strategico delle materie prime. Sul Quotidiano del Popolo, Putin ha assicurato che «Mosca avvierà forniture di gas su larga scala» e che l´asse Mosca-Pechino «cambia la configurazione del mercato energetico globale». Al vertice partecipano anche i ministri dell´Energia, i numeri uno delle agenzie atomiche e i capi dei colossi energetici delle due potenze, a partire dall´ad di Gazprom, Alexei Miller. Per il gas manca ancora l´accordo sul prezzo, ma le pipeline siberiane collegate fino al Guangdong sono pronte per aggiungersi a quelle di Turkmenistan, Kazakhstan e e Uzbekistan. Hu e Putin, al termine del faccia a faccia, hanno confermato che ormai «Cina e Russia hanno visioni coincidenti su tutto, o molto simili». Non si riferivano solo alle crisi internazionali, a partire dalla Siria e dagli attesi colloqui di oggi con Ahmadinejad e Karzai. Il patto a due sull´energia farà esplodere l´interscambio Mosca-Pechino a 100 miliardi di dollari entro il 2015 e a 200 prima del 2020. E «l´intesa rossa» non si limita a gas e petrolio. Ieri è nato un fondo di investimento comune da 4 miliardi di dollari, aperto agli investitori privati cinesi. Putin, deciso a trovare mercati di sbocco alternativi alla Ue, ha anche annunciato un piano sino-russo per la prima linea elettrica trans-asiatica, con il coinvolgimento di Afghanistan, Pakistan e India, il varo di un´autostrada tra San Pietroburgo e Shenzhen e il sì «ad un´alleanza tecnologica, che porterà a catene integrate di aziende hi-tech di Cina e Russia, per entrare congiuntamente nei Paesi terzi». Petrolio, gas, carbone ed energia atomica aprono le porte ad intese industriali e finanziarie su larga scala e riportano gli equilibri mondiali all´epoca d´oro dell´Urss di Brezhnev e della Cina di Deng Xiaoping. Dietro al sogno di Putin e del prossimo leader cinese, Xi Jinping, la «svolta verde» che sostiene l´energia pulita: prezzo del gas al più 17% nei prossimi cinque anni, con Pechino al raddoppio dei consumi.

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