a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles

La premiata ditta Isis, che ufficialmente si compone di militanti islamisti, si occupa di:
narcotraffico;
traffico d’armi;
schiavismo (!);
contrabbando;
rapimenti;
riscossione del pizzo;
distruzione di moschee;
uccisione in massa di musulmani;
stupri di massa di musulmane;
Il Profeta ha detto:
“Dio non ha pietà per coloro che non hanno pietà per gli altri”.
“Nessuno di voi è un vero credente finché non desideri per i suoi fratelli ciò che desidera per sé”.
“Colui che mangia a sazietà mentre il suo vicino è senza cibo non è un credente”.
“L’uomo di affari onesto e affidabile è paragonabile ai profeti, ai santi, ai martiri”.
“Potente non è colui che getta a terra l’avversario, bensì è potente colui che controlla se stesso in un attacco di ira”.
“Dio non giudica basandosi sulle vostre apparenze o sul vostro fisico, ma scandaglia il vostro cuore e osserva il vostro operato”.
“Un uomo che percorreva un sentiero fu assalito dalla sete. Raggiunto un pozzo vi si calò dentro, bevve a sazietà e ne uscì. Poi vide un cane con la lingua penzolante, che cercava nel fango qualche goccia per placare la sua sete. L’uomo, accortosi che il cane era assetato come lo era stato lui poco prima, discese di nuovo nel pozzo, riempì la sua scarpa d’acqua e fece bere il cane. Dio perdonò i suoi peccati per questa azione”.
Fu chiesto al Profeta: “Messaggero di Dio, siamo ricompensati per la gentilezza verso gli animali?” Egli disse: “C’è una ricompensa per la gentilezza verso ogni essere vivente.”
SONO PIU’ MUSULMANO IO DI LORO.
Chi li ha creati? Chi li finanzia? Chi li organizza? A quale scopo? Come può pensare di poterli controllare?
E’ l’ennesima operazione occidentale camuffata da “fondamentalismo islamico”
Sono poche migliaia di militanti circondati da 6 milioni di musulmani e cristiani che li considerano blasfemi o comunque nemici: quanto potrebbero resistere, senza assistenza?
Più importante ancora:
- Chi li ha addestrati a usare e fare la manutenzione di armi sofisticate lasciate molto opportunamente dagli americani nei depositi che hanno assalito?
- Chi ha preparato i loro espertissimi comandanti, che sembrano così versati nelle strategie e tecniche di combattimento di quarta generazione?
- Quali sono le loro linee di rifornimento e perché dovrebbe essere così arduo reciderle?
- Da dove partono?
- Chi compra il petrolio da loro e perché lo fa?
- Quali sono gli oleodotti che trasportano il petrolio venduto e perché non si possono sigillare?
- Chi eroga servizi finanziari a questa gente e chi ha educato alcuni di loro a muoversi su un terreno così delicato e complicato come quello dei mercati internazionali? (la stessa domanda vale per i guerriglieri libici di Bengasi, diventati improvvisamente degli specialisti della finanza in grado di inaugurare dopo poche settimane dall’inizio della rivolta una loro propria banca centrale e una borsa del petrolio).
Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (SIIS – ISIS in inglese): Organizzazione islamista sunnita che al momento infesta un’area che si estende da Aleppo fino al Kurdistan iracheno.
Generosamente finanziata da sauditi e kuwaitiani
http://www.independent.co.uk/voices/iraq-crisis-sunni-caliphate-has-been-bankrolled-by-saudi-arabia-9533396.html
Non dai qatarioti, che sono in rotta con le altre petromonarchie del Golfo e rischiano di essere invasi dai sauditi
http://www.futurables.com/2014/03/17/mauro-ottobre-gli-imprenditori-trentini-e-lo-scontro-tra-le-petromonarchie-del-golfo/
In lotta contro governo siriano, governo iracheno e gli sciiti (Iran e Hezbollah).
CHI SPONSORIZZA QUESTA PARTICOLARE OFFENSIVA DI ISIS?
Si dà per scontato che i sauditi siano gli sponsor di questo attacco all’Iraq (che è un attacco all’Iran)
http://www.foreignpolicy.com/articles/2014/06/12/iraq_mosul_isis_sunni_shiite_divide_iran_saudi_arabia_syria
Anche se ISIS sembra operare anche contro il regime saudita
http://www.al-monitor.com/pulse/originals/2014/05/isis-saudi-arabia-qaeda-terrorism-syria.html
L’Iran accusa invece Israele e Stati Uniti
http://www.jpost.com/Iranian-Threat/News/Iran-intelligence-minister-blames-Israel-US-for-Iraq-crisis-359296
In effetti sappiamo dalla documentazione ufficiale che la spartizione dell’Iraq (e la balcanizzazione del Medio Oriente in nazioni deboli e instabili) è un tassello fondamentale della politica estera israeliana:
“La dissoluzione della Siria e dell’Iraq in aree distinte su base etnica o religiosa, come già avviene in Libano, è l’obiettivo primario di Israele sul fronte orientale. L’Iraq, ricco di petrolio da una parte, e dall’altra lacerato internamente, è certamente candidato ad essere preso di mira da Israele. La sua dissoluzione è per noi addirittura più importante di quella della Siria. L’Iraq è più forte della Siria. A breve termine, è proprio la potenza irachena che rappresenta la più grande minaccia per Israele. Una guerra tra Iran e Iraq frazionerà l’Iraq e causerà la caduta del suo regime interno. Addirittura prima che esso sia in grado di organizzare una lotta su un ampio fronte contro di noi. Ogni tipo di scontro inter-arabo sarà a nostro favore nel breve periodo e accelererà il nostro scopo più importante che è quello di frantumare l’Iraq in vari staterelli come in Siria e in Libano. In Iraq è possibile realizzare una divisione in province su base etnica o religiosa come avveniva in Siria durante l’impero ottomano. Così tre (o più stati) si formeranno intorno alle tre principali città: Bassora, Baghdad e Mosul, e così le regioni sciite del sud si staccheranno dal nord sunnita e curdo.”
Oded Yinon, funzionario del ministero israeliano degli Affari Esteri
http://www.tlaxcala.es/imp.asp?lg=it&reference=227
http://www.amazon.com/Zionist-Plan-Middle-Special-Document/product-reviews/0937694568/ref=dpx_acr_txt?showViewpoints=1
https://archive.org/details/TheZionistPlanForTheMiddleEast
In questo documento [“A clean break”] potremmo trovare le ragioni di fondo del singolare sviluppo della politica statunitense in Iraq, il cui fallimento nel pacificare il paese è parso a tutti incredibile: se la logica è quella di giocare le une contro le altre le fazioni islamiche (sunnisti e shiiti) e shiiti irakeni, legati alla monarchia Ashemita, con shiiti iraniani – allora l’incomprensibilità del quadro trova una spiegazione, così come la suddivisione di fatto dell’Irak in tre aree geografiche, di cui, non a caso dunque, gli Stati Uniti cercano di controllare quella centrale pro Israele….Solo comprendendo il profondo lavoro compiuto da questi gruppi dirigenti misti israelo-statunitensi, si comprende allora anche il fatto che gli USA abbiano assunto in Medio Oriente posizioni sempre meno comprensibili, rispetto ad una normale logica di puro interesse statunitense.
http://www.clarissa.it/editoriale_int.php?id=173&tema=Divulgazione
http://en.wikipedia.org/wiki/A_Clean_Break:_A_New_Strategy_for_Securing_the_Realm
Neocon americani sulla stessa linea, dai tempi dell’invasione in poi:
http://www.nytimes.com/2003/11/25/opinion/the-three-state-solution.html
Al Maliki (Iraq) aveva chiesto agli USA di aiutarli contro ISIS, prima che la cosa degenerasse. Non è arrivato nessun soccorso
http://www.nytimes.com/2014/06/12/world/middleeast/iraq-asked-us-for-airstrikes-on-militants-officials-say.html?_r=1
In cambio ISIS ha razziato le armi americane in depositi dove giacevano inutilizzate (perché?)
http://www.ilgiornale.it/news/esteri/rapida-avanzata-delle-milizie-islamiche-costringe-casa-1027311.html
È falso che la Casa Bianca non sapesse che ISIS stava tornando ad est, dopo aver gettato nel caos il nord della Siria e, prima ancora, il nord dell’Iraq. Era una notizia già apparsa sulla stampa libanese
http://www.dailystar.com.lb/News/Middle-East/2014/Mar-14/250272-al-qaeda-splinter-group-in-syria-leaves-two-provinces-activists.ashx#axzz34Pm6wbRZ
In alternativa significa che Obama è stato tenuto all’oscuro di tutto dalla CIA e dal Pentagono e questa nuova invasione dell’Iraq è un’operazione targata neocon e destra sionista (altamente probabile).
McCain è già passato all’offensiva, accusando Obama di inettitudine
http://www.politico.com/story/2014/06/john-mccain-iraq-obama-us-heavy-price-107825.html
Obama è anche accusato di aver liberato il leader di ISIS
http://www.dailymail.co.uk/news/article-2657231/Revealed-Obama-RELEASED-warlord-head-ISIS-extremist-army-five-years-ago.html
La crisi irachena sta rinviando la morte del petrodollaro (la detronizzazione del dollaro)
http://uk.reuters.com/article/2014/06/13/uk-markets-global-idUKKBN0EO0S120140613

IL FATTORE CURDO
I miliziani di ISIS hanno occupato l’Iraq del nord, lasciando in pace i kurdi che hanno anzi colto l’occasione per impadronirsi di una città irachena, Kirkuk, che considerano la futura capitale di uno stato indipendente curdo che ancora non esiste.
Uno stato curdo alimenterebbe il separatismo curdo in Iran, in Siria e in Turchia.
Israele è schierato coi curdi dal 1964
http://www.meforum.org/3838/israel-kurds
e, ancora più strettamente, dai tempi della guerra in Iraq
http://www.newyorker.com/archive/2004/06/28/040628fa_fact
http://www.timesofisrael.com/is-a-free-kurdistan-and-a-new-israeli-ally-upon-us/
Gli Stati Uniti (amministrazione Obama) sono l’unico ostacolo all’indipendenza del Kurdistan, auspicata invece da Israele, che la considera imminente, dopo il completamento di una conduttura petrolifera che consente al Kurdistan iracheno di esportare il suo greggio in maniera del tutto indipendente, aggirando Bagdad: Tel Aviv potrebbe essere la prima capitale a riconoscere l’indipendenza del Kurdistan, come già fece con il Sudan del Sud
http://www.jpost.com/Middle-East/Iraqi-Kurds-close-to-declaring-independence-355717
Ora i curdi si sono ripresi Kirkuk praticamente senza dover sparare un colpo, grazie al collasso dell’esercito iracheno (generali corrotti?): il loro sogno si è avverato con una facilità che ha dell’incredibile e hanno risolto in un colpo solo le dispute territoriali: ogni area “arabizzata” ora tornerà sotto la sovranità kurda
http://www.haaretz.com/news/middle-east/1.598650
Potrebbe essere una pericolosa illusione. Se la minoranza sunnita in un eventuale Kurdistan indipendente chiedesse aiuto a ISIS, quest’organizzazione non potrebbe rifiutarsi di combattere anche i kurdi, oltre agli sciiti.
Sarebbe il caos assicurato per tutte le nazioni con forti minoranze curde: Turchia, Iran, Siria, Iraq. Forse è proprio questo l’obiettivo.
Ci sono comunque forze e interessi curdi, visibili anche sui principali media mondiali, contrari alla balcanizzazione di quell’area del Medio Oriente, in quanto perfettamente consapevoli del fatto che i curdi sarebbero le principali vittime dell’anarchia
http://www.theguardian.com/commentisfree/2014/jun/13/iraq-separate-sunni-shia-regions-kurds-autonomy
Questi interessi preferirebbero sfruttare le proprie risorse petrolifere senza scatenare il caos separatista.
Uno scenario (sponsor saudita) non esclude l’altro (sponsor destra sionista), dato che sauditi e israeliani sono in buoni rapporti (per ora)
http://www.richardsilverstein.com/2014/03/08/saudi-arabia-finances-most-of-israels-weapons-build-up-against-iran/
IRAN
Le azioni di ISIS rendono più probabile la virtuale annessione dell’Iraq sciita all’Iran (già ora Baghdad è completamente allineata alla politica estera iraniana)
http://www.huffingtonpost.com/raghida-dergham/isis-achievements-in-iraq_b_5490381.html?utm_hp_ref=world&ir=WorldPost
Il collasso dell’esercito iracheno può essere spiegato con la corruzione dei generali e la salvezza dell’Iraq potrà venire solo dagli sciiti, dai pasdaran iraniani, dai miliziani di Hezbollah e dall’assistenza siriana, ora che Assad sta riprendendo il controllo della nazione.
BRICS
La Russia è stata premiata dal governo siriano per la sua lealtà: giga-contratto petrolifero
http://rt.com/op-edge/syria-russia-war-oil-528/
“Nonostante una serie di attacchi a grandi impianti e terminal petroliferi, a marzo la produzione di oro nero è arrivata a oltre 3 milioni e mezzo di barili al giorno (tornando ai livelli del 1989). A marzo, la russa Lukoil ha cominciato a pompare petrolio dal mega giacimento West Qurna-2 (uno dei più grandi del mondo, con riserve stimate in 14 miliardi di barili), nella zona di Bassora. Il governo di Baghdad spera che entro la fine dell’anno la produzione possa raggiungere i quattro milioni di barili al giorno. “Sarebbe un traguardo straordinario, perché permetterebbe al governo di aumentare le entrate e attuare il suo programma di sviluppo”, ha detto il ministro del Petrolio, Abdul Kareem Luaybi. Nonostante queste buone notizie il nuovo Parlamento iracheno dovrà tentare di risolvere una delle questioni più importanti per il futuro del Paese: il rapporto con la regione del Kurdistan. I curdi hanno avviato lo sfruttamento e l’esportazione di petrolio verso la Turchia aggirando il controllo di Baghdad così da non versare denaro nella casse statali”.
http://www.formiche.net/2014/04/28/elezioni-iraq-il-futuro-passa-dal-petrolio/
L’Iraq guarda(va) a est (Iran, Russia, Cina, India)
http://www.al-monitor.com/pulse/originals/2014/02/baghdad-gradual-return-east-china-russia-iran.html
http://www.ndtv.com/article/india/iraq-s-prime-minister-nouri-al-maliki-to-begin-four-day-visit-to-india-today-408755

POSTA IN GIOCO
A mio avviso ci sono 4 obiettivi principali.
1. Il petrolio curdo;
2. L’egemonia israeliana e saudita sul Medio Oriente (finché Israele non deciderà di averne abbastanza dei sauditi);
3. Il controllo iraniano del petrolio medio – orientale (Golfo Persico);
4. La difesa del dollaro e quindi dell’egemonia americana sul pianeta;
http://www.futurables.com/2014/06/22/the-isis-crisis-a-regime-change-too-far/
http://www.futurables.com/2014/05/29/festival-delleconomia-2014-elefanti-ignorati-scheletri-occultati-tabu-intatti/
Se ISIS dovesse essere sconfitta rapidamente, prima che gli indipendentisti curdi prendano il sopravvento sugli autonomisti, l’Iran si ritroverebbe con uno stato vassallo e i piani di balcanizzazione del Medio Oriente fallirebbero, con grave smacco per gli ultranazionalisti israeliani e neocon.
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