Ricapitolando quel che ci verrà detto negli anni Venti di questo secolo

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Per rispondere a tutte le persone che mi interrogano.
  • Parigi, Berlino, Mosca e Pechino erano già alleate da anni ma non lo potevano rivelare, per tema di rappresaglie
  • L’Italia, indipendentemente dagli avvincendamenti al governo, era determinata a seguire Francia e Germania.
  • L’incidente con l’aereo russo fu uno dei più patetici e disperati tentativi della fazione turca pro-atlantista di interrompere l’avvicinamento della Turchia all’Organizzazione di Shanghai per la Cooperazione.
  • Da ottobre 2015 il Regno Unito cominciò a sganciarsi in direzione della Cina, su iniziativa della famiglia reale britannica.
  • Il nuovo governo canadese prese le distanze dagli avventurismi statunitensi.
  • Il Messico era pappa e ciccia con la Cina.
  • Papa Francesco non aveva nascosto le sue simpatie per il nuovo ordine multipolare.
  • Chi rimase dall’altra parte? CIA, Mossad, Pentagono (non tutto), Casa Bianca (non tutta), quasi tutto l’establishment israeliano, forse l’Australia e una mezza dozzina di nazioni poco significative. Il tutto cementato da un’alleanza di oligarchi incapaci di accettare la sconfitta. Finché gli americani non si ribellarono una seconda volta.
  • Non ci fu nessuna terza guerra mondiale, perché il 99,99% dell’umanità non la voleva.
  • Poi, circa tre anni dopo il grottesco atto finale del fallimentare vertice di Parigi 2015 sul clima, arrivò (“inattesa”) la glaciazione, conseguente al riscaldamento globale, e l’umanità voltò pagina, perché capì che senza un cambio di marcia era spacciata.

https://medium.com/@stefano_fait/la-civilt%C3%A0-umana-attraversa-una-profonda-crisi-che-fortuna-7263698f022#.p98j9bno1

Il post-11 settembre francese – previsioni

Il senatore neoconservatore John McCain, già sfidante di Obama, in compagnia del califfo ISIS Abu Bakr al-Baghdadi, 2013

Il senatore neoconservatore John McCain, già sfidante di Obama, in compagnia del califfo ISIS Abu Bakr al-Baghdadi, 2013

McCain (2013): we should arm ISIL

http://bluenationreview.com/john-mccain-circa-2013-arm-isis/

  • Questi attacchi terroristici non potrebbero mai essere stati eseguiti da rifugiati straccioni appena arrivati in Europa: un’operazione del genere richiede logistica, contatti e appoggi, depositi di armamenti, coperture, documenti contraffatti, sorveglianza, addestramento, comunicazioni criptate, un’organizzazione in grado di compartimentalizzarsi restando efficiente. Quanti jihadisti di ISIS sono addestrati alla guerriglia urbana (la più sofisticata e complicata di tutte) in un contesto ad altissima sorveglianza, con migliaia di agenti a controllare il territorio? E quanti attentatori suicidi si porterebbero dietro il passaporto (autentico)?
  • Diventerà sempre più chiaro che una strategia della tensione è stata orchestrata dall’alto (non dal basso), con al centro l’Islam, allo stesso modo in cui una generazione fa si usava il babau comunista (e la minaccia nucleare sovietica di allora corrisponde alla presunta minaccia nucleare iraniana di oggi);
  • L’obiettivo è seminare il terrore tra gli europei, già indeboliti e angosciati da una crisi economica artificialmente indotta, per addomesticarli all’imposizione di una “democratura” (democrazia dispotica al servizio di interessi oligarchici) e prevenire qualunque sforzo per riallinearsi al di fuori della sfera del petrodollaro e del TTIP. Ci saranno altri attacchi ad infrastrutture ed eventi sportivi-culturali;
  • Questo non significa negare che ISIS sia al 90-95% un fenomeno islamista. È un’organizzazione mafiosa islamofascista infiltrata e manovrata esattamente come succedeva ai brigatisti di un tempo che uccide 1000 musulmani per ogni cristiano ammazzato;
  • Ci saranno, purtroppo, altri fallimenti dell’intelligence che dovrebbe proteggerci. Chi però insinua che l’intero apparato statale o europeo sia connivente ha torto. Ci sono fior di patrioti (ad ogni livello) che cercano di fare il loro dovere ma non ricevono le informazioni necessarie in tempi utili (e questo succede di proposito). Ciò vale anche per molti giornalisti mainstream. Questi cittadini esemplari soffrono anche più di noi, per il senso di impotenza, frustrazione, rabbia;
  • La nuova guerra fredda non comporterà alcuno scontro militare tra l’UE e la Russia, né in Ucraina né tantomeno nell’Armageddon siriano-iracheno;
  • I neocon-sionisti diventeranno sempre più sbrigativi e disperati, moltiplicando gli errori commessi e rivelando gradualmente alle masse la natura della “mano invisibile” orchestratrice (nulla di nuovo rispetto all’Operazione Northwoods);
  • Uno dei moventi principali è la paura che il baricentro del potere – al momento posizionato nell’Atlantico del nord – si sposti verso l’Asia, a detrimento di Lockheed Martin, Raytheon, Hewlett-Packard, Boeing, McDonnell Douglas, Monsanto, IBM, ecc. e degli oligopoli bancari che dominano Wall Street e la City di Londra;
  • Il tentativo fallirà. Le 8 visite di Angela Merkel in Cina in 10 anni cancellierato significano una sola cosa: Singapore, Hong Kong, Shanghai, Shenzhen, Tianjin avranno i loro quartieri europei, come un secolo fa, ma questa volta senza alcuna velleità imperialistica;
  • una volta che il petrodollaro sarà morto – e manca poco, certi presidi militari e operazioni clandestine diventeranno economicamente insostenibili e gran parte del caso mondiale cesserà.

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https://medium.com/@stefano_fait/le-scelte-dopo-l-11-settembre-francese-2c02b822d748

https://medium.com/@stefano_fait/la-trappola-della-guerra-al-terrore-permanente-dopo-l-11-settembre-parigino-eb33f03ea10

La gente deve riflettere di più. I fatti non sono dettagli

fatti_parole“L’ondata d’afa eccezionale di questi giorni? È l’effetto del riscaldamento globale”
Luca Mercalli, meteorologo

“Gli estremi climatici erano comuni alla fine del Periodo Caldo Medievale, con l’incedere della Piccola Era Glaciale”.
H.H. Lamb, il più grande climatologo del secolo scorso, “The Changing Climate”, 1968

Homo Sapiens Hibernus – Una visione realisticamente ottimista del futuro della civiltà umana nella prossima fase glaciale (2018-2080)

Gli eurofobi, di norma, sono putinofili.

“Putin: ‘è arrivato il momento di avere una moneta unica’…E prende come esempio i paesi dell’Ue che sono entrati nell’Eurozona”.
http://www.wallstreetitalia.com/article/1807365/economia/putin-e-arrivato-il-momento-di-avere-una-moneta-unica.aspx

Gli ultracomplottisti eurofobi non potranno che concludere che Putin è il “poliziotto cattivo” (o buono, a seconda dei punti di vista) che serve a instaurare il Nuovo Ordine Mondiale.
Non sanno spiegare perché dovrebbe servire un poliziotto cattivo, visto che sarebbe bastato aggravare la crisi finanziaria, organizzare un attentato terroristico biochimico in una qualche capitale europea o scatenare una guerra mondiale “controllata” per realizzare questo obiettivo.
Non spiegano a cosa serve un Nuovo Ordine Mondiale, visto che i cartelli bancari già fanno il bello e cattivo tempo nel mondo.
In realtà non spiegano proprio nulla, però sono certi di aver capito tutto, un po’ come i serristi. Ogni fatto dissonante viene serenamente e devotamente ignorato.

In alternativa – tenuto conto del fatto che gli americani stanno facendo di tutto per rimuovere Putin e destabilizzare la Russia – l’eurofobia è una creazione anglo-americana (es. il nemico giurato dell’euro per antonomasia, Ambrose Evans-Pritchard, figlio di un emissario coloniale britannico, è culo e camicia con i servizi segreti inglesi da almeno 20 anni, ma la cosa non sembra turbare chi lo cita sui siti di contro-informazione).
In quel caso chi sta usando l’euro per distruggere l’eurozona e l’Unione Europea è infiltrato/corrotto e sta difendendo il sistema del petrodollaro, come si è fatto in passato, distruggendo Gheddafi e Saddam Hussein, entrambi determinati a rimpiazzare il dollaro con l’euro o con una valuta unica africana/mediorientale
.
http://www.theguardian.com/business/2003/feb/16/iraq.theeuro
https://it.wikipedia.org/wiki/Stati_Uniti_d%27Africa

Gli eurofobi putiniani, come i serristi, dovranno ignorare questa notizia, perché crea troppa dissonanza. Anni di crociate per la causa sbagliata…inaccettabile

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“the proportions of climate sceptics appear to be increasing in many countries”.
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0959378015000758

P.S. Un’altra delle contraddizioni dell’eurofobia è la tesi che due tra i principali fautori dell’euro – Rueff e Perroux – erano due pensatori anti-sovranisti e autoritari (il secondo dei due addirittura nostalgico del nazismo). Mi si deve spiegare, allora, come mai Charles De Gaulle – statista sovranista e anti-nazista per eccellenza – li abbia scelti come consiglieri.

https://plus.google.com/+StefanoFaitFuturAbles/posts

Link utili (spero)

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Era da un po’ di tempo che volevo condividere alcune delle mie fonti che considero più affidabili e che potrebbero essere meno note di altre, almeno in Italia (es. non ho messo http://thesaker.is/ perché voglio augurarmi che tutti i “contro-informatori” lo conoscano).
Cercherò di aggiungere altri link man mano che mi verranno in mente.
Per altri aggiornamenti con altri link
https://plus.google.com/+StefanoFaitFuturAbles

FILOSOFIA, SPIRITUALITÀ

Jacob Needleman http://www.jacobneedleman.com/

ECONOMIA

Michael Hudson http://michael-hudson.com/

Ellen Brown http://itsourmoney.podbean.com/

Yanis Varoufakis (tiene un blog, da molti anni): http://yanisvaroufakis.eu/

Gustavo Piga: http://www.gustavopiga.it/

http://conscience-sociale.blogspot.it/

GEOPOLITICA

Scozia (fondamentale per capire il mondo dopo la caduta dell’Impero): http://newsshaft.podbean.com/

Singapore (fondamentale per capire la meta finale dell’Impero – Singapore è il prototipo di città-stato che desiderano ai piani alti): http://www.theonlinecitizen.com/

Cina: https://soundcloud.com/44-days / http://www.chinafile.com/

The Diplomat: http://thediplomat.com/

Clarissa: http://www.clarissa.it/

WikiSpooks: https://wikispooks.com/wiki/Main_Page

Moon of Alabama: http://www.moonofalabama.org/

The East is Read: https://eastisread.wordpress.com/

CONTROINFORMAZIONE E INFORMAZIONE ALTERNATIVA

http://www.sott.net/

http://www.wanttoknow.info/newsstories

http://21stcenturywire.com/

http://www.caseyresearch.com/gsd/criticalreads

https://thepolypus.wordpress.com/

MUTAMENTO CLIMATICO (E PLANETARIO)

http://www.climatemonitor.it/

ADAPT 2030: https://www.youtube.com/user/MyanmarLiving

http://www.suspicious0bservers.org/

http://www.attivitasolare.com/

http://www.freddofili.it/

https://sunshinehours.wordpress.com/

http://www.laterredufutur.com/accueil/

http://www.sis-group.org.uk/news

ANTROPOLOGIA, SOCIOLOGIA, SCIENZE POLITICHE

Richard Sennett http://www.richardsennett.com/site/senn/templates/home.aspx?pageid=1&cc=gb

Stephen F. Cohen http://jordanrussiacenter.org/author/scohen/

Adam Greenfield http://urbanscale.org/about/adam-greenfield/

James C. Scott http://politicalscience.yale.edu/people/james-scott

Ian Tattersall http://www.iantattersall.com/

Richard Klein https://web.stanford.edu/dept/anthropology/cgi-bin/web/?q=node/107

Dominique de Villepin http://www.richardsennett.com/site/senn/templates/home.aspx?pageid=1&cc=gb

SALUTE, ALIMENTAZIONE, SCIENZA

http://wholehealthsource.blogspot.it/

http://www.i-sis.org.uk/index.php

C’è un nuovo sceriffo in città (parte II) – governo mondiale o governance mondiale?

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Non ho ancora incontrato nessuno che abbia ben chiaro in mente cosa succederà. Chi lo sa tiene la bocca chiusa. Possiamo solo limitarci a ricostruire uno scenario più plausibile di altri sulla base dei tasselli del mosaico che abbiamo a disposizione:

  1. La manipolazione da parte dei banchieri occidentali del prezzo dell’oro ha avvantaggiato la Cina (e Russia, India, ecc.) che ha accumulato “furtivamente” immense riserve auree, liberandosi nel contempo dei titoli di stato americani, che al momento sono ampiamente sopravvalutati, anche grazie ad una politica monetaria della BCE che ha (volutamente?) indebolito l’euro e rafforzato il dollaro, rendendo possibile (autolesionisticamente o scaltramente?) il più imponente trasferimento aureo della storia, da Occidente a Oriente;
  2. L’economia americana è alla frutta e il governo cinese ha preso delle contromisure per sostenere comunque la domanda della sua produzione, autorizzando una grandiosa strategia edilizia e delle infrastrutture, in Cina ma anche in Africa (le famigerate “città fantasma”), in vista di un prevedibile boom dei consumi domestici dovuto al forte innalzamento del tenore di vita afro-asiatico e all’accelerazione della migrazione verso i centri urbani;
  3. La guerra valutaria globale non dichiarata che è in corso terminerà con una Depressione fenomenale, che si farà sentire ferocemente nel Nord America e in Europa, ad iniziare, come negli anni Trenta, dal sistema bancario austriaco e dall’eredità avvelenata di Haider (In Austria il primo fallimento pilotato di una banca: per Hypo Alpe pagheranno anche i creditori, Repubblica, 1 marzo 2015; La regione austriaca che rischia il default, Linkiesta, 10 marzo 2015);
  4. Questa depressione metterà fuori gioco il dollaro. L’euro, da moneta unica di una parte del continente potrebbe diventare moneta comune dell’intero continente, per essere usato un giorno fino a Vladivostok. Con la fine della Depressione, anticipata grazie a un piano Marshall cinese, l’Europa non sarà più parte della NATO ma appendice occidentale dell’Asia;
  5. Lo yuan/renminbi sarà già stato inserito nel paniere dei Diritti Speciali di Prelievo del FMI, la Cina dichiarerà le sue riserve auree e la sua valuta diventerà la nuova moneta egemone, la nuova valuta di riserva globale, finalmente sostenuta dall’oro, da una solida base manifatturiera e dall’alleanza strategica con la Russia, che può coprire il suo fabbisogno energetico. In pratica i cinesi hanno ricreato le condizioni in cui si trovavano gli USA prima di Nixon;
  6. A quel punto la strategia obamiana di contenimento della Cina diventerà oggetto di cordiale dileggio (il contenimento della Cina, Limes, 9 settembre 2014);
  7. Nel giro di una generazione le lingue europee assimileranno un considerevole numero di termini ed espressioni cinesi ed orientali (come già successe con l’arabo e l’inglese) e vice versa.

CONTINUA QUI

http://www.futurables.com/2015/04/02/ce-un-nuovo-sceriffo-in-citta-parte-ii-governo-mondiale-o-governance-mondiale/

Aggiornamenti

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C’è un nuovo sceriffo in città! Il secolo cinese, da Kant a Canton

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Gli Stati Uniti, gli europei e i giapponesi difendono con le unghie e con i denti la loro influenza sulle istituzioni finanziarie mondiali, sempre meno coerente con la loro posizione nel mondo. Senza contare che di questa influenza non hanno fatto buon uso come avrebbero dovuto. Non da ultimo perché hanno insistito a difendere il loro diritto di nominare direttori generali di livello non sempre eccelso…A distanza di cinque anni da quando il G20 ha trovato un accordo sulle nuove quote del Fondo monetario internazionale, che limiterebbero la sproporzionata influenza delle potenze economiche tradizionali sul Fondo, il mondo sta ancora aspettando che il Congresso americano ratifichi il nuovo assetto. Questo è abdicare alle proprie responsabilità….L’economia mondiale trarrebbe beneficio da maggiori afflussi di capitali a lungo termine verso i Paesi in via di sviluppo…I soldi della Cina potrebbero spingere il mondo nella direzione giusta, e questa sarebbe un’ottima cosa…L’ascesa economica cinese è benefica e inevitabile. Quello che serve quindi è essere accomodanti con intelligenza.

Martin Wolf, Il no Usa alla super banca cinese? È una follia per quattro motivi, Il Sole 24 Ore, 25 marzo 2015

Nessun grande paese europeo o asiatico (escluso il Giappone) ritiene conveniente rimanere estraneo rispetto ad un progetto che darà corpo ad un’enormità di investimenti, a partire dalla nuova “via della seta,” che congiungerà, con un efficiente sistema ferroviario, la Cina con i paesi dell’Asia Centrale e dell’Europa. Il che significa che la forza cinese è talmente cresciuta da concludere, in opposizione agli americani, importanti accordi anche con paesi strettamente legati da alleanze militari con gli Stati Uniti… È evidente che gli interessi sempre più globali della City eserciteranno un’ulteriore spinta volta ad aumentare la distanza nei confronti dell’Unione Europea. L’UE è infatti sempre più vista come un limite inaccettabile alle libertà di movimento di cui vuole godere la City, i cui interessi hanno oggi portato la Gran Bretagna in contrasto con gli Stati Uniti ma che, nel lungo periodo, si dimostreranno sempre più insofferenti di fronte ai vincoli europei.

Romano Prodi, Nuovi equilibri globali dietro la nascita della Asian Infrastructure Investment Bank, il Messaggero, 22 marzo 2015

Il 31 marzo è il termine ultimo per chiedere l’adesione alla AIIB, la “superbanca” internazionale a guida cinese che inaugura un regime di concorrenza sullo scacchiere mondiale dei prestiti per lo sviluppo e che servirà a Pechino per tessere una rete di alleanze con i paesi emergenti alla ricerca di tassi di interesse ragionevoli e clausole non vessatorie.

Si prendono più mosche con una goccia di miele che con un barile d’aceto”. Si chiama “soft power”: i partner commerciali (e culturali) hanno meno interesse a pugnalarti alla schiena e più interesse a creare una sinergia reciprocamente vantaggiosa. Ricatti, corruzione e minacce hanno le gambe corte.

Dal 1 di aprile in poi l’Occidente perderà il controllo assoluto del mercato dell’oro – ossia non potrà più manipolarne il prezzo – e la Cina farà in modo che quel privilegio gli sia tolto per sempre (Alasdair Macleod, The new London gold fix and China, 6 marzo 2015; China to regulate gold import, export, China Daily, 20 marzo 2015).

Così, nel giro di poche ore, l’egemonia occidentale sulla storia mondiale comincerà la sua parabola discendente, senza scalpore e senza troppi strepiti.

Da qui al 2020, con un’accelerazione tumultuosa, da lasciare senza fiato, saremo gli spettatori di un turbine di eventi epocali forse senza precedenti.

Ci saranno altri tentativi di sabotaggio più o meno subdoli e velati (l’adesione di Londra all’AIIB potrebbe essere un cavallo di Troia: si veda a questo proposito il veto di De Gaulle all’ingresso della Gran Bretagna nella CEE), ma non ci sarà alcuna guerra “salvifica” per il vecchio ordine mondiale.

Anche un’eventuale opzione Sansone (muoia Sansone con tutti i filistei) sarebbe catastrofica principalmente per il Nord America: il resto del mondo ne patirebbe le conseguenze, ma per un periodo relativamente limitato; poi riprenderebbe il suo cammino.

New Development Bank (NDB); Asian Infrastructure Investment Bank; Silk Road Foundation: tre passaggi chiave nell’edificazione di un nuovo ordine finanziario ed economico globale la cui natura e portata non sembra ancora essere stata colta da alcuni osservatori nostrani (Ecco perché la Cina potrebbe perdere la guerra delle banche, Panorama, 24 marzo 2015).

I paesi che hanno presentato la domanda di ammissione all’AIIB si sono resi conto che, se perderanno questo treno, non potranno accedere a quello che sarà il più grande mercato del mondo. Nel farlo, hanno certificato che questo sarà il secolo cinese, non il secolo americano (Chinese diplomat tells West to consider Russia’s security concerns over Ukraine, Reuters, 27 febbraio, 2015).

Tempo di mettersi il cuore in pace e affrontare la realtà.

Il nostro eurocentrismo ci ha persuasi che il futuro del mondo è: decrescita o crescita zero, esternalizzazione, austerità permanente, deindustrializzazione, impoverimento della classe media, tassazione soffocante, debito in espansione, migrazioni di massa, precariato semi-cronico, guerre a ripetizione, diritti sociali e civili compromessi, ecc. La nostra visione del mondo è quella del declino, della decadenza, dell’involuzione, dell’entropia, del nichilismo. Quella del 90% della popolazione umana è di segno opposto, come sanno bene in norvegesi (Norway Wealth Fund Gains $67 Billion on Emerging Market Bet, Bloomberg, 13 marzo 2015).

Noi ci consideriamo il centro del mondo, loro ci considerano una zavorra.

Chi si avvinghia a un paradigma obsoleto quando questo sta affondando, lo seguirà nell’abisso.

Sembra di capire, sulla base delle informazioni in circolazione e accessibili agli outsider (al netto dei molti bluff incrociati), che la strategia cinese veda nell’accesso dello yuan/renminbi al paniere valutario dei Diritti Speciali di Prelievo del FMI solo un passaggio intermedio di un progetto molto più ampio di revisione del sistema economico-finanziario globale (La Grande Trasformazione del 2015-2016: due scenari, FuturAbles, 24 aprile 2014).

Mentre gli oligarchi occidentali responsabili dell’insana organizzazione della finanza internazionale delle ultime due generazioni, dopo aver consumato Euro-America, sperano di aver trovato una preda più succulenta, la Cina dà l’impressione di giocare una partita di lunghissimo respiro e periodo, in una prospettiva ciclica e anticoloniale, in combutta con segmenti dell’élite globale non psicopatici/sociopatici (Il nascente nuovo ordine mondiale post-coloniale, FuturAbles, 1 novembre 2014; Vladimir Putin: prospettive sul futuro (Q&A a Sochi), 2 novembre 2014).

CONTINUA SU FUTURABLES…

http://www.futurables.com/2015/03/28/ce-un-nuovo-sceriffo-in-citta-il-secolo-cinese-da-kant-a-canton/

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Putin, Villepin, il nuovo e il vecchio ordine mondiale – quel che i media italiani non riportano

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Putin e Villepin a Sochi

 

AGGIORNAMENTO DEL 1 NOVEMBRE 2014: MIA TRADUZIONE QUASI INTEGRALE DEL DISCORSO DI PUTIN:

http://www.futurables.com/2014/11/01/il-nascente-nuovo-ordine-mondiale-post-coloniale/

*****

CONTESTO STORICO DELL’INCONTRO DEL CLUB INTERNAZIONALE DI VALDAÏ A SOCHI, TENUTOSI QUALCHE GIORNO FA.

Ribadisco ancora una volta che Putin non è certo un angelo. Ha più di uno scheletro nell’armadio e incarna il tipo di leader messianico che piace a una nazione distrutta dalle mafie finanziarie locali ed internazionali ma non può e non deve rappresentare la politica di questo secolo.

Il futuro non può essere una costante riproposizione di obamamanie, putinmanie, renzismi, ecc. Possiamo trovare delle alternative all’oligarchismo che siano autenticamente democratiche e meno populiste e paternaliste.

Senza peraltro dimenticare che Obama, Renzi e Blair sono dei populisti al servizio delle oligarchie transnazionali e quindi rappresentano il peggio del peggio.

Putin si è trovato ad essere prescelto dalla fazione vittoriosa (eurasiatica) dell’establishment russo per guidare la nazione in direzione opposta a quella prediletta dall’altra fazione (euro-atlantista) che aveva scelto Eltsin e ora punta sull’oligarca ed ex petroliere Khodorkovsky.

Per poter restare in sella Putin ha dovuto trovare il modo di compiacere interessi militari, mafiosi ed affaristici vari, nazionali ed internazionali, senza lasciarci la pelle. Non è un ruolo per anime belle, come hanno potuto constatare i fratelli Kennedy e specialmente il grande JFK, che arrivò al potere grazie alla mafia e a delle elezioni truccate (Was Kennedy Tied to the Mob? National Geographic, 23 ottobre 2013), per poi essere assassinato dalla CIA progressivamente nazificata (letteralmente: Reinhard Gellen, Allen Dulles – cf. In Cold War, U.S. Spy Agencies Used 1,000 Nazis, New York Times, 26 ottobre 2014; JFK and the Unspeakable: Why He Died and Why It Matters).

Un caso analogo è quello di Charles De Gaulle, un altro statista particolarmente amato (un’ammirazione del tutto giustificata, come per JFK) che dovette scendere a compromessi con certi ambienti influenti (Marcel Francisci) per poter portare a termine la sua missione, in circostanze indescrivibilmente pericolose (L’attentato del Petit-Clamart).

Io credo che la storia condannerà Blair, Bush, Cheney, Netanyahu, Obama (Vote all you want. The secret government won’t change, Boston Globe, 19 October 2014), mentre paragonerà Putin a De Gaulle e Villepin ad Hammarskjöld (ucciso da inglesi e belgi, cosa che ovviamente mi auguro non accada a Villepin).

CONTESTO INTERNAZIONALE DELL’INCONTRO DEL CLUB INTERNAZIONALE DI VALDAÏ A SOCHI, TENUTOSI QUALCHE GIORNO FA.

Papa Bergoglio ha ragione: una guerra mondiale è già in corso e la propaganda (la demonizzazione dell’avversario, es. “sottomarino russo in Svezia”) è già ai massimi livelli di intensità.

George Soros – il macellaio delle economie emergenti – ci ha infatti spiegato che dovremmo adottare un’economia di guerra contro la Russia perché Putin non si fermerà all’Ucraina ma minaccia l’esistenza stessa dell’Unione Europea e della NATO. (Wake Up, Europe, The New York Review of Books, 23 ottobre 2014).

Questa guerra si combatte intorno all’egemonia del dollaro e quindi degli Stati Uniti. Ci volle la Seconda Guerra Mondiale per far accettare al Regno Unito la fine dell’egemonia della sterlina e la fine dell’impero. Ora è il turno dell’impero atlantico. L’economia anglo-americana è stata gonfiata a dismisura dai quantitative easing (produzione di denaro da parte delle Banche Centrali), tradottisi in bolle speculative immobiliari e borsistiche (Bolla immobiliare nella ripresa inglese, Sole 24 Ore, 9 ottobre 2013; IMF warns UK government over housing bubble risk, BBC, 6 giugno 2014; This is no recovery, this is a bubble – and it will burst, Guardian, 24 febbraio 2014; Stock market bubble warnings grow louder, CNN, 19 agosto 2014; Donald Trump Tells Americans to Prepare For ‘Financial Ruin’, Money News, 25 ottobre 2014).

Intanto sempre più statunitensi rinunciano alla cittadinanza americana (More Americans Renounce Citizenship, With 2014 on Pace for a Record, Washington Post, 24 Ottobre 2014) e continuano implacabili i suicidi o morti accidentali di banchieri (Another Deutsche Banker And Former SEC Enforcement Attorney Commits Suicide, ZeroHedge, 25 ottobre 2014)

I BRICS (se Rousseff riuscirà a vincere le elezioni in Brasile) stanno seguendo l’adagio cinese – “Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico” –, conosci del fatto che un conflitto armato globale sarebbe deleterio anche per i vincitori. È una guerra di propaganda: vince chi convince l’opinione pubblica internazionale che l’avversario è il perdente. Per una vittoria dei BRICS è sufficiente che gli Stati Uniti non siano più visti come la superpotenza economica dominante, ma un’economia fondamentale, tra le altre, con una valuta importante, tra le altre. A quel punto Washington non potrebbe più finanziare le sue basi militari all’estero e un nuovo ordine multipolare diventerebbe realtà (in teoria sarebbe il passaggio da un suffragio ristretto al suffragio universale). Il loro calcolo, tratto dai precetti delle arti marziali, è che l’aggressività e la forza dell’avversario possono essere impiegate contro di lui per bloccarlo (senza ucciderlo).

Come ha capito Soros, Mosca attende pazientemente che tutte le contraddizioni del nuovo corso ucraino esplodano durante il prossimo inverno e che l’Europa trovi la forza di rifiutarsi di fare il lacchè della Casa Bianca e cominci a perseguire i propri interessi, invece di quelli americani (La crisi ucraina vista da Mosca, FuturAbles, 2 settembre 2014).

Questo era il quadro necessario a capire gli interventi di Dominique de Villepin (ex primo ministro francese, probabilmente destinato a governare la Francia sotto la presidenza di un Sarkozy che ha imparato la lezione, dal 2017 in poi, o forse anche prima) e di Vladimir Putin.

Questi sono i passaggi chiave del discorso di Villepin (24 ottobre 2014)

Il mondo contemporaneo è lacerato dalla violazione di ogni regola. Un gioco in cui ci sono delle regole che vengono rispettate è migliore di un gioco senza regole: è più prevedibile, stabile e sicuro. Il diritto internazionale è stato inventato per questo motivo. Le regole internazionali danno spazio alle interpretazioni e non c’è più un’interpretazione condivisa del diritto internazionale. Pensiamo per esempio al Kosovo, con un intervento militare occidentale “giustificato” dal principio di autodeterminazione, o alla Libia, con il principio della “responsabilità di proteggere” che è stato interpretato come autorizzazione ad un “cambio di regime”, o infine alla Crimea, di nuovo in nome dell’autodeterminazione.

Non esiste neppure un accordo su chi e come debba far valere le regole del diritto internazionale (Iraq 2003, Siria e Iraq 2014).

Le regole del gioco internazionale non funzionano più principalmente a causa di un senso di umiliazione che è il risultato di due secoli di dominio occidentale che è arrivato al crepuscolo e sta per cedere il testimone a un mondo multipolare.

Un ventennio di unilateralismo ha provocato nuove frustrazioni e senso di emarginazione in Medio Oriente, così come qui in Russia. È l’effetto di un approccio all’insegna dei due pesi e due misure.

Questo sentimento di umiliazione, infine, è il risultato della fragilità degli stati nazionali nella globalizzazione. Gli stati sono stati indeboliti e i dubbi serpeggiano all’interno delle nazioni. Si è creata una spirale di sfiducia che presto degenera in una spirale di forza e violenza. In questo contesto molti credono che la forza possa essere una scorciatoia per risolvere i problemi, ma non lo è. Si indeboliscono ulteriormente le regole comuni, fino ad arrivare al punto di rottura.

I maggiori rischi del presente.

In primo luogo la diffusione del terrorismo barbaro in Medio Oriente (ISIS).

Il terrorismo trova terreno fertile nelle frustrazioni e paure dei popoli del Medio Oriente, soprattutto sunniti e sciiti che si spingono a vicenda verso nuove radicalizzazioni, ma il terrorismo cresce anche per via dei ripensamenti degli Stati nazionali, che sperano di poter risolvere vecchi conflitti in un nuovo clima, a Riyad, a Teheran o ad Ankara. Infine il terrorismo aumenta quando lo si combatte con la forza, perché moltiplica le frustrazioni. Permettetemi di dire senza mezzi termini che questa guerra non può essere vinta con la forza militare, come non si è vinto in Afghanistan, in Iraq, in Libia.

La seconda sfida è la situazione qui in Europa con l’Ucraina, uno stato diviso e debole. Con il problema della Crimea e la situazione di Donbass siamo entrati in un ciclo di sfiducia e sanzioni. Nessuno è in grado di immaginare una via d’uscita, anche se il cessate il fuoco firmato nel mese di settembre sembra alleggerire la tensione. Nessuno ha interesse a vedere l’Ucraina diventare un nuovo conflitto congelato.

La terza sfida è l’Iran e la questione della non-proliferazione nucleare. Un accordo deve essere trovato prima del 24 novembre, ma le condizioni non sembrano ancora essere state soddisfatte, perché la diffidenza si è accumulata sul tavolo delle trattative.

Si dovrebbero anche citare le questioni di Ebola e dei profughi.

C’è un solo modo di risolvere queste crisi: il rispetto reciproco e il rispetto del diritto internazionale. Bisogna tener conto degli interessi di tutte le parti.

La considerazione per la pari dignità di tutte le persone, di tutti gli stati-nazione è la fonte di tutte le regole. Lo dico questo come gollista, per il quale la dignità delle nazioni, la loro memoria, la loro identità è la chiave della storia del genere umano.

1. Il rispetto delle regole, una diplomazia attiva e pragmatica, dotata di una strategia politica.

L’intervento militare deve sempre essere limitato e deciso di comune accordo, giuridicamente solido e sotto l’autorità delle Nazioni Unite. Nel 2003 la Russia del presidente Putin, la Germania e la Francia erano schierate assieme contro l’azione unilaterale in Iraq, a difesa delle prerogative ONU.

Per battere ISIS servono:

un governo iracheno più inclusivo che dia più spazio ai sunniti nell’amministrazione e nell’esercito; un accordo in Siria che porti a un governo di transizione, unisca le forze siriane contro ISIS ed eviti che la crisi siriana debordi in Libano e Giordania; una strategia che disinneschi le tensioni tra sciiti e sunniti, a partire da migliori relazioni tra Arabia Saudita e Iran; una strategia che ricomponga tutte le fratture esistenti in Medio Oriente e questo significa anche il riconoscimento di uno Stato palestinese con il nuovo governo unione di Fatah e Hamas.

2. Un mondo basato sul rispetto vuol dire cooperazione pragmatica.

Il mondo ha bisogno della Russia. Non si possono risolvere le crisi medio-orientali o raggiungere un accordo con l’Iran senza la Russia. La Russia, a sua volta, ha bisogno anche lei del mondo, in particolare per la sua ripresa economica e la diversificazione industriale. L’Europa e la Russia hanno un destino comune e un futuro comune. C’è bisogno di dialogo, di una visione di prosperità e di sicurezza comune e nuovi simboli, scambi e collaborazioni, progetti infrastrutturali comuni che leghino il continente. L’Europa rappresenta la metà delle esportazioni russe. Sarebbe utile una riunione ad alto livello di personalità della società civile, artisti, intellettuali, ex dirigenti, uomini d’affari che riescano a formulare assieme una tale visione di un futuro comune. La NATO dev’essere smantellata perché è obsoleta (In realtà lui dice: “l’architettura della sicurezza europea dev’essere fondamentalmente rivista. Bisogna elaborare nuovi progetti adatti alle realtà del mondo di oggi, se vogliamo essere credibili” = basta NATO).

3. Rispetto significa dialogo tra pari.

Se il dialogo con l’Iran fallisce le fazioni più estremiste ne usciranno rafforzate. La crisi ucraina può essere risolta con un gruppo di contatto che comprenda rappresentanti di Ucraina, Russia, Germania, Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti. Solo così ci sarà il peso politico e finanziario per affrontare i vari aspetti di questa crisi. Bisogna procedere oltre il cessate il fuoco concordato a Minsk. Francia, Germania e Polonia devono costituire un gruppo permanente di contatto e che abbia un’influenza decisiva.

Un mondo in cui prevale l’umiliazione è un mondo in cui alla fine perdono tutti. Il mondo che ci serve è un mondo di confronto nel rispetto delle differenze, della storia, della sovranità ed uguaglianza delle nazioni e dei popoli. Lo spirito che ci serve è quello della visita di De Gaulle a Mosca, uno spirito di pace e dialogo. Francia e Germania si sono scontrate per secoli, ma alla fine si è riusciti a costruire una solida riconciliazione. Questo è possibile farlo in tutto il mondo.

http://www.republiquesolidaire.fr/12338-dominique-de-villepin-%C2%ABil-n%E2%80%99y-a-pas-d%E2%80%99issue-par-les-armes%C2%BB-el-watan-15102014/

DICHIARAZIONI DI PUTIN ALLA RIUNIONE DEL CLUB INTERNAZIONALE “VALDAI”.

“Il benessere degli stessi Stati Uniti in gran parte dipende dalla fiducia degli investitori, dei detentori stranieri del dollaro e dei titoli americani. La credibilità, ovviamente, viene minata. I segni di delusione dei frutti della globalizzazione oggi sono presenti in molti Paesi. A mio parere, i nostri amici americani stanno tagliando il ramo su cui sono seduti. Non si può mescolare la politica e l’economia, ma proprio questo ora sta accadendo”.

“Le sanzioni, naturalmente, ci disturbano. Con queste sanzioni stanno cercando di farci danno, bloccare il nostro sviluppo, spingere all’autoisolamento in politica, economia, cultura, spingerci cioè verso l’arretratezza. Ma il mondo, voglio sottolineare, come ho già detto e ribadisco, il mondo è cambiato radicalmente”.

“Auspico la normalizzazione delle relazioni russo-ucraine ed il loro sviluppo. Mi sembra che sia inevitabile”.

“I fattori di rischio non arrivano solo dalle controversie interstatali, ma anche dall’instabilità interna dei singoli Stati, soprattutto quando si tratta di Paesi situati all’incrocio degli interessi geopolitici dei grandi Stati, o sulle linee di faglia storico-culturali ed economiche. L’Ucraina, di cui certamente si è parlato molto, e ne parleremo ancora, è uno degli esempi di questo tipo di conflitto che ha un impatto sulla distribuzione mondiale delle forze e penso che non sia l’ultima“.

“Per quanto riguarda il mio atteggiamento verso l’Ucraina come Stato sovrano, non ho mai messo in discussione il fatto che l’Ucraina è uno Stato moderno, a pieno titolo, sovrano ed europeo. Un’altra cosa è che la storia della formazione dell’Ucraina nei suoi confini attuali è un processo piuttosto complicato” (= la Crimea e la Novorossia sono regioni aggregate all’Ucraina senza essere ucraine e non si può ignorare questo fatto, negando il diritto all’autonomia – NB Putin fin dal principio ha chiesto un’ampia autonomia per il Donbas in un’Ucraina federale e ha criticato pubblicamente le spinte separatiste russofone – in Crimea è intervenuto per salvare la base di Sebastopoli, che per la Russia è importante quanto Key West lo è stata per gli USA fino agli anni Settanta).

“Noi insistiamo sul proseguimento dei negoziati. Noi siamo non solo a favore dei negoziati, insistiamo sul proseguimento dei negoziati per la riduzione degli arsenali nucleari. Meno ci sono armi nucleari nel mondo, meglio è. E siamo pronti a un confronto molto serio in merito al disarmo nucleare”.

Già oggi è aumentata bruscamente la probabilità di una serie di conflitti violenti, con partecipazione se non diretta, almeno indiretta delle grandi potenze. Intanto il fattore di rischio è diventano non le solite contraddizioni interstatali, ma anche l’instabilità interna dei singoli Stati

I nostri colleghi  stavano cercando di gestire in qualche modo questi processi, usare i conflitti regionali, progettare le rivoluzioni colorate nei propri interessi, ma il genio è uscito dalla bottiglia e ora non sanno bene come gestirlo, neanche gli stessi autori della teoria del caos controllato. Tra di loro ci sono sbandamento e confusione”

Oggi si sentono dichiarazioni in merito al fatto che la Russia si stia ritirando dall’Europa, che è alla ricerca di altri partner, in particolare in Asia. Voglio dire che questo non è assolutamente così. La nostra politica nella regione Asia-Pacifico è attiva non da oggi e non in relazione alle sanzioni, ma ha più di qualche anno. Siamo partiti, come molti altri Paesi, tra cui i Paesi occidentali, dal fatto che l’Oriente occupa un posto sempre più importante nell’economia e nella politica”.

“Non si può non prenderlo in considerazione, voglio sottolineare, tutti lo fanno, e anche noi lo faremo, tanto che abbiamo una gran parte del territorio in Asia. Perché non dobbiamo usare i nostri vantaggi? Sarebbe miope“.

“Da dove provengono le nuove reclute [di ISIS]? In Iraq dopo il rovesciamento di Saddam Hussein sono state distrutte le istituzioni dello Stato, compreso l’esercito. Noi a suo tempo abbiamo detto, state attenti a dove avete cacciato queste persone sulla strada, a cosa faranno, a non dimenticare che loro erano al timone di un Paese abbastanza grande. In che cosa li state trasformando? Qual è il risultato? Decine di migliaia di soldati e ufficiali, ex attivisti del partito Baath buttati sulla strada, oggi si uniscono ai guerriglieri. Forse  è qui che si nascosta la capacità dell’ISIS? Agiscono davvero molto efficacemente dal un punto di vista militare, sono professionisti“.

Cosa ci attenderebbe se preferissimo vivere non secondo le regole, anche se severe e scomode, ma del tutto senza regole? E questo scenario è abbastanza reale, non ci si può escludere, data l’intensità della situazione nel mondo”

“La formazione del cosiddetto mondo policentrico … di per sé non rafforza né determina la stabilità. Al contrario, il compito di raggiungere un equilibrio globale si trasforma in un rompicapo abbastanza complesso, in un’equazione a più incognite”

“Ritenevo e ritengo che le sanzioni politicizzate sono state un errore che causa danni a tutti”

I progetti economici congiunti, gli investimenti reciproci oggettivamente avvicinano i Paesi, aiutano ad ammortizzare i problemi attuali nelle relazioni internazionali. Tuttavia oggi la comunità globale del business è sottoposta a pressioni senza precedenti da parte dei governi occidentali”.

Che business può esserci, quali attività, dove trovare convenienza economica, pragmatismo quando si lancia lo slogan: “La Patria è in pericolo, il mondo libero è in pericolo, la democrazia è in pericolo?”.

“Non importa chi nella propaganda americana prende il posto dell’URSS come principale avversario: l’Iran, come un Paese che aspiri alla tecnologia nucleare, la Cina che è la prima economia del mondo, o la Russia come superpotenza nucleare. Tentativi di tracciare le linee di demarcazione, fare coalizioni sulla base del principio non del “per” ma del “contro”, creare nuovi nemici, come durante la guerra fredda. E tutto ciò per conseguire il diritto di dettare legge, internazionalmente”.

“Tali tentativi non solo deformano fortemente la realtà, ma entrano in contraddizione con la diversità del mondo. Tali passi inevitabilmente provocheranno una resistenza, una risposta e porteranno a un effetto controproducente”.

Il mondo unipolare era scomodo, “insostenibile” e difficile da gestire per lo stesso cosiddetto leader “autonominato”… Da qui nascono i tentativi odierni, ormai già in una nuova fase storica, di ricreare una specie di mondo “quasi bipolare” e il sistema “quasi bipolare” come un modello pratico in cui riprodurre, in questo caso, la leadership americana“.

“A volte sembra che i nostri colleghi e amici lottino costantemente con i risultati della loro politica. Proiettano la propria potenza per eliminare dei rischi che si sono creati loro stessi, pagando per questo un prezzo sempre crescente

Circolano rapporti che indicano che un certo numero di leader mondiali sia apertamente sotto ricatto. Non è senza ragione che il ‘Grande Fratello’ sta spendendo miliardi di dollari per la sorveglianza di tutto il mondo, compresi gli alleati più stretti.

Proviamo a chiederci quanto questa situazione ci possa stare bene, quanto ci sentiamo al sicuro, felici di vivere in questo mondo, e quanto equo e razionale sia diventato. Forse non abbiamo reali motivi per preoccuparci, obiettare e porre domande imbarazzanti? Forse lo status eccezionale degli Stati Uniti e il modo in cui stanno portando avanti la loro leadership in realtà è una benedizione per tutti noi, e la loro ingerenza negli eventi in tutto il mondo sta portando la pace, la prosperità, il progresso, la crescita e la democrazia, e dovremmo magari solo rilassarci e godercela?

Ebbene, lasciatemi dire che non è questo il caso, assolutamente no”.

http://italian.ruvr.ru/2014_10_24/Vladimir-Putin-partecipa-al-forum-di-discussione-Valdai-0801/
http://eng.kremlin.ru/news/23137

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Il prossimo Natale il mondo ci sembrerà molto diverso da come lo conosciamo, eppure…

a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles

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Una mia previsione, sulla base di un’attenta lettura delle dichiarazioni e riflessioni di alcuni tra i più influenti decisori europei ed extraeuropei: entro Natale 2014 il mondo sarà molto diverso da come lo percepiamo ora.

la crisi ucraina sarà risolta con la vittoria della fazione transnazionale (euro-russo-americana) che desidera un’Ucraina federata ed equidistante in un’Europa a cerchi concentrici di integrazione che coinvolgerà anche la Russia (armonizzazione dei rapporti tra Bruxelles e Mosca);

la NATO e il petrodollaro (dollaro come riserva mondiale) non sopravvivranno a questa crisi e alla sconfitta dei neocon e del loro sogno di un mondo unipolare dominato da un’iperpotenza;

il FMI sarà democratizzato e multilateralizzato (se il 99% riuscirà a farsi valere, altrimenti diventerà uno strumento di oppressione peggiore di adesso)

il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sarà riconfigurato, magari attraverso la formula 7-7-7,  che vedrà un maggiore coinvolgimento di Pachistan, Nigeria, Brasile, Sudafrica, Indonesia, Iran, Cile, Messico, Turchia, Giappone e, ci si deve augurare, anche l’Italia, che tanto e meritoriamente si è spesa per dare più voce alle potenze minori con un progetto di riforma analogo

certe scomode verità (minori) saranno disoccultate per screditare il vecchio ordine e legittimarne uno nuovo.

il vecchio ordine non se ne andrà prima di aver sparato l’ultima cartuccia.

L’amministrazione Obama sta già preparando la transizione.

Ha di fatto tolto il suo appoggio ai miliziani anti-assad, permettendo ad Assad di vincere la guerra civile.

Ha scaricato i sauditi e gli israeliani.

Quando un segretario di Stato, nel corso di una riunione della Commissione Trilaterale, fa trapelare un parallelo tra Israele e il Sudafrica dell’apartheid, è chiaro che qualcosa di grosso bolle in pentola.

Ci tengo a precisare che questo NON è l’inizio di un Rinascimento per l’umanità.

Una fazione (realista, potenzialmente sensibile, o comunque meno insensibile, alle esigenze della specie umana) vince, un’altra fazione (integralista, socio-psicopatizzata) perde.

Quel che accade in cima alla piramide è solo una versione macroscopica di quel che accade nelle nostre vite, nei nostri rapporti reciproci. Perciò il nuovo ordine non sarà diverso da quello attuale. Sembrerà più umano all’inizio, per qualche anno, perché garantirà una maggiore redistribuzione delle risorse (ci sono già sufficienti ricchezze per tutti: ogni singolo essere umano, neonati inclusi, avrebbe in teoria a disposizione oltre 50mila dollari di beni; 75mila entro il 2020).

Ci sarà crescita e più prosperità, ma per fare cosa?

Finché non attueremo una rivoluzione interiore, nelle nostre teste e nei nostri cuori – un passaggio dall’infantile modalità “sfruttamento egoistico” (parassitismo entropico, crescita bulimica vs. decrescita anoressica) all’adulta modalità “altruismo solidale” (fare comunità, espansione/evoluzione non materialista) –, ogni rivoluzione esteriore (tecnologica, politica, economica, culturale, ecc.) sarà soggetta alle stesse derive degenerative e sociopatiche, con costanti trasferimenti di ricchezze dal basso verso l’alto, fino alla prossima Crisi, più grave delle precedenti e al prossimo Ordine, più subdolo di quello che l’ha preceduto.

Che speranze hanno le persone di buona volontà e retto intendimento che riescono ad arrivare in alto (es. padri fondatori degli Stati Uniti, i girondini, i padri e madri della nostra costituzione, ecc.: i destinatari dei loro messaggi erano il 2-4% delle rispettive popolazioni, a voler essere generosi), se poi si ritrovano tra l’incudine delle masse ignare ed egoiste e il martello di arrivisti senza scrupoli?

Servirebbe una creativa, autocritica, matura assunzione di responsabilità collettiva che ci emancipi da questi paternalistici cicli di asservimento e ci restituisca alla nostra piena dimensione di Individui Sovrani Cooperativi.

Dovremmo essere capaci di vedere il mondo come è, non come crediamo che sia, ed agire di conseguenza, con discernimento e obiettività, senza credere a certi falsi dogmi in voga in quest’epoca decadente.

Qualcosa per fortuna si sta muovendo e le grandi trasformazioni sono verosimilmente anche un sintomo e un motore di questa presa di coscienza planetaria.

Specialmente a livello locale, si potrebbe fare e si farà moltissimo per cavalcare l’onda del cambiamento.

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Se i sindaci governassero il mondo – 15 obiezioni alla distopia globalista di Benjamin R. Barber

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Ciò che noi, educatori delle nuove leve del Führer, vogliamo, è una moderna statualità articolata secondo il modello delle città-stato elleniche. Bisogna pensare a queste democrazie strutturate aristocraticamente, con la loro larga base economica di iloti, come ai maggiori risultati culturali dell’antichità. Il cinque-dieci per cento della popolazione, i migliori accuratamente selezionati, devono comandare, il resto deve lavorare e obbedire. Soltanto così sarà possibile raggiungere quelle alte mete che proponiamo a noi stessi e al popolo tedesco (Kaminski, 1998, p. 138).

Lo storico tedesco Eugen Kogon, sopravvissuto ai campi di concentramento per diventare uno dei padri della Repubblica Federale Tedesca, riferisce di un colloquio che ebbe nel 1937 con un ufficiale delle SS, che gli descrisse il futuro che avevano in mente i nazisti.

Il futuro è per i più piccoli: la posizione geopolitica non avrà più un grande peso, proprio grazie alle nuove tecnologie di comunicazione. Del resto l’Italia è nota in tutto il mondo per aver avuto delle città molto “potenti” come Genova o Venezia. Credo che i “piccoli” potranno farsi avanti se avranno volontà di farlo, delle strategie adatte, un gruppo dirigente che sappia creare entusiasmo su degli obiettivi precisi

Jacques Attali, già consigliere di François Mitterrand e uno degli intellettuali europei più ascoltati e citati

http://www.ladige.it/articoli/2010/04/23/attali-mondo-vince-chi-sa-cambiare

Venezia era Venezia, Genova era Genova, Firenze era Firenze: le repubbliche marinare e i comuni avevano una loro personalità. Ogni parte dell’ Italia era unica. Con il risultato che le città-Stato erano in competizione tra loro e questo era il motore della crescita, dell’ innovazione, del potere… Uso l’esempio del Sud Tirolo (l’Alto Adige, ndr). Quando ogni regione si auto-organizza, le cose riprendono a funzionare, come lì. Quando si dà uno stop alle interferenze e alle imposizioni di Roma, intesa come centro dello Stato, l’innovazione e la crescita lievitano, scompare la paura dello Stato. E la competitività ne guadagna enormemente. Questo, credo, è quello che l’Italia dovrebbe imparare dalla sua storia… Il primo passo necessario, probabilmente, sarebbe la separazione tra il Nord e il Sud. Per togliere paura ad ambedue le entità. Poi si dovrebbe andare verso regioni autonome, che si governano da sole. Dopo un po’ si potrebbe introdurre qualcosa che dia un feeling simbolico di identità italiana, ma niente di più. Come in alcuni Paesi è la monarchia… Io penso che, come entità politica, l’Europa sia finita. Credo nell’Europa culturale, nel senso dei valori dell’Occidente. Ma per il resto penso si debbano avere indipendenza, specializzazione, capacità di affrontare i propri problemi. E ognuno con la propria moneta.

Marcia Christoff Kurapovna, teorica neoliberista, collaboratrice del Wall Street Journal

http://archiviostorico.corriere.it/2012/luglio/14/Ispiratevi_alle_citta_del_Rinascimento_co_8_120714018.shtml

L’esimio sociologo neocon Benjamin Barber immagina un mondo senza stati-nazione, sostituiti da città-stato che amministrano le loro aree di pertinenza.

Secondo lui le città sono pragmatiche e non ideologiche e i sindaci sono più amati dei presidenti, le città sono meno sottoposte alla pressione lobbistica e le amministrazioni riescono a mantenere più promesse. Già si relazionano tra loro con unioni internazionali, come la Nuova Lega Anseatica o la Fondazione delle Megacittà.

Barber sostiene che la governance globale non ha bisogno di un grande edificio con governanti unitari. Può essere volontaria, informale, bottom-up. Raccomanda la costituzione di un parlamento mondiale delle città, perché gli Stati nazionali non possono governare a livello globale, mentre le città lo possono fare. Un pianeta governato dalle città rappresenterebbe un nuovo paradigma di governance globale, di glocalismo democratico e non imposizione dall’alto, di orizzontalismo invece di gerarchia, di interdipendenza pragmatica in luogo delle ideologie superate di indipendenza nazionale.

E’ un progetto che ha un futuro: la stampa angloamericana mainstream sta dando ampio spazio a chi suggerisce che città come Tokyo, New York, Londra, Chicago, Montreal, ecc. [es. cercate “London city-state” e “Montreal city-state”], seguano l’esempio di Singapore e, in parte, Honk Kong, dandosi uno statuto di città-stato.
Barber, nei prossimi anni, diventerà una star a livelli dell’Al Gore di inizio secolo, se l’agenda anarcocapitalista (fase finale del neoliberismo) procederà spedita:
http://it.wikipedia.org/wiki/Anarco-capitalismo

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Si possono muovere numerose obiezioni a questo “nuovo ordine mondiale”:

1. Innanzitutto i sindaci di norma vengono eletti perché assecondano le esigenze (e i capricci) locali e si ripromettono di risolvere i problemi locali, prima di tutto e quasi esclusivamente. Difficile che un sindaco venga eletto perché promette di risolvere i problemi del mondo assieme ad altri sindaci.

2. A un sindaco, anche il sindaco di una megalopoli, manca una prospettiva non solo globale, ma anche semplicemente nazionale, e non ha senso che siano autorizzati a parlare a nome di milioni di persone che non abitano nella città o nei paraggi (e se i paraggi fossero davvero estesi, che differenza ci sarebbe rispetto agli stati-nazione e capi di stato attuali?).

3. Capita che i sindaci/giunte emanino disposizioni che entrano in conflitto con le legislazioni nazionali, se non addirittura con le costituzioni. Chi tutelerebbe il rispetto dei principi fondamentali? Con quale forza impositiva?

4. Circa il 50% della popolazione mondiale non vive in un contesto urbano. Di che tutele potrebbe godere?

5. E se questa popolazione non urbanizzata, che produce il 95% del cibo e delle risorse di cui necessitano le città, decidesse di scioperare per difendere la propria autonomia, che succederebbe?

6. L’esempio cinese (o di Singapore) non promette bene: i sindaci onnipotenti delle megalopoli non sembrano interessati a coordinarsi per il bene della Cina. Sembrano più intenzionati a trasformare le loro città in feudi personali e gli amministratori locali in cortigiani. Un caso non troppo dissimile è quello di Tokyo, che molti giapponesi considerano un’entità ipertrofica con un’eccessiva influenza sulla gestione del paese. Per non parlare della bancarottata Detroit.

7. Le città-stato del passato non erano certo il paragone della virtù e della concordia, né in Grecia, né in Italia o in Germania. La ‘culla della democrazia’ era in realtà un nido di serpi infido di città in perenne conflitto tra loro per centinaia di anni fino a che furono conquistate da un impero. L’Italia è un esempio classico di come un mosaico di piccoli staterelli è rimasto per secoli alla mercé delle grandi potenze e delle grandi banche. Se le città erano murate una ragione c’era.

8. Senza entità nazionali e federali chi amministra i parchi nazionali, la viabilità transcontinentale, i soccorsi ed aiuti di emergenza, la difesa, la lotta alla criminalità transnazionale? Chi salverà le istituzioni finanziarie troppo grandi per essere lasciate fallire? La tua città o la mia?

9. Oggi, nella maggior parte dei paesi democratici, il governo raccoglie le tasse dai cittadini e le distribuisce ai governi locali. Ci si sforza di contrastare le disparità dovute alle rendite di posizione che nascono dalla concentrazione di ricchezze e di competenze in certi luoghi strategici. Tuttavia, se i governi dovessero scomparire, i divari tra aree urbane e rurali crescerebbero stabilmente e le periferie finirebbero alle dirette dipendenze delle grandi città in grado di far valere la loro volontà con la forza e il ricatto.

10. Inoltre l’attenzione concentrata sulle questioni locale non farebbe che sviluppare il campanilismo e la competizione più sfrenata che ora i governi centrali riescono a gestire a beneficio di un’intera nazione.

11. Per quel che riguarda l’idea che i sindaci siano in grado di cooperare meglio dei leader nazionali, non è difficile capire perché ciò avvenga. Lo possono fare perché tutte le questioni più scottanti, controverse e potenzialmente esplosive vengono gestite a livello nazionale, e così i sindaci possono occuparsi di tutto quel che resta, come i bambini possono giocare assieme mentre i genitori si prendono cura dei problemi reali. Riusciamo ad immaginare una conferenza di sindaci che cercano di decidere riguardo a questioni complesse come il diritto delle donne all’aborto, la guerra alla criminalità organizzata, il welfare, ecc.?

12. La creazione di migliaia di città-stato sarebbe un regalo a quella porzione avida e priva di scrupoli delle élites. Essa prenderebbe il controllo di tutto le esistenti strutture di potere sfruttandole per i propri fini egoistici. La storia italiana, quella tedesca e quella giapponese ce lo insegnano.

13. I candidati a sindaco/governatore sarebbero molto probabilmente ricchi e non capirebbero le condizioni di vita dei distretti più poveri.

14. Infine, mi rifiuto di vivere in un mondo governato da politici post-ideologici, se questo significa che giustizia sociale, uguaglianza e fratellanza saranno incasellate nelle categorie “ideologia”, “populismo”, “radicalismo”. Abbiamo bisogno di più democrazia, non della fantasia di un mondo fiabesco, in cui tutti i sindaci non sono corrotti o vittime della sindrome del salvatore che ha sempre ragione perché è dalla parte del vero, del bene e del giusto.

Post-ideologico, al giorno d’oggi, è diventato sinonimo di neo-liberismo, la dottrina che promuove l’abolizione di quelle norme che tutelano i deboli dall’arbitrio dei forti in nome della “meritocrazia”: come se un bambino allevato “parsimoniosamente” non subisse contraccolpi a livello cognitivo e psicologico,  veri e propri handicap di cui non ha alcuna colpa e come se un bambino allevato in una famiglia benestante non avesse le migliori opportunità di sfruttare una posizione di rendita e di privilegio pregressa.

15. Il progetto di Barber ricorda troppo da vicino lo scenario denominato “renew-abad” nell’analisi futurologica intitolata “Megacities on the Move” di Forum for the Future e che prevede la riemersione delle “città-stato”, un massiccio uso delle energie rinnovabili; uso delle risorse strettamente regolamentato; “benevole” autocrazie sul modello cinese; il divario tra ricchi e poveri diminuito a livello sociale, ma aumentato a livello globale; iniziativa privata fortemente regolamentata dal potere centrale: “I governi impongono regole più severe e utilizzano tecnologie sempre più sofisticate per monitorare i cittadini e far rispettare la legge. Spesso decretano il distretto in cui uno dovrà risiedere, le modalità di spostamento, il livello di consumi energetici consentito. Il tasso di criminalità è calato drasticamente, il traffico è più fluido, ma le rappresentanze della società civile denunciano la morte della democrazia. Le città-stato controllano vasti territori come al tempo dell’Europa medievale”.

I centri urbani funzionerebbero come città-stato neo-feudali che sfruttano e tengono a bada le masse sottomesse e divise in clan neotribali in perenne conflitto – la filantropia al posto dei diritti sociali, la “sicurezza” al posto dei diritti civili, il populismo al posto della democrazia, il vassallaggio al posto del contratto sociale, il precariato al posto dei diritti dei lavoratori. No, grazie!

Chi potrebbe volere una cosa del genere?
Avete presente i semi terminator e zombie della Monsanto? Avete presente le sperimentazioni statunitensi per creare soldati-macchina privi di empatia che saranno poi usati contro la popolazione civile?
http://fanuessays.blogspot.it/2011/11/i-cyloni-sono-gia-tra-noi.html
http://www.independent.co.uk/news/science/super-soldiers-the-quest-for-the-ultimate-human-killing-machine-6263279.html
Avete presente le revisioni dei conti greci della Goldman Sachs? Avete presente il riciclaggio dei soldi del narcotraffico e della vendita di armi della HSBC? Avete presente le conseguenze letali delle politiche europee in Grecia?
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/10/09/islanda-grecia-egitto-italia-cavie-sovrane/
Avete presente le liste della morte di Obama? Avete presente Deepwater Horizon e Tepco? Avete presente l’Halliburton? Avete presente la guerra delle case farmaceutiche contro i paesi del Terzo Mondo? Avete presente il lobbismo delle multinazionali contro gli interessi e la salute della popolazione? Avete presente la Black Rock, la più grande società di investimento nel mondo, che gestisce un giro d’affari superiore al PIL della Germania? Avete presente il Washington Consensus? Avete presente l’11 settembre? Avete presente la misantropia di certi leader dell’ecologismo?
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/08/09/quando-lumanita-odia-se-stessa-la-misantropia-serrista/
Pensate seriamente che questo esercizio psicopatico di un potere spropositato sia capace di e disposto a disciplinare la sua avidità ed egoismo?

1-reports-per-year2-700x4602145 avvistamenti ufficializzati nel 2012 – 2250 all’inizio di ottobre 2013

http://www.amsmeteors.org/fireball_event/2013/


L’umanità può essere indotta ad accettare tutto questo?

Ecco la risposta di Jacques Attali (parti in rosso): meteoriti/impatti cosmici
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/26/jacques-attali-domani-chi-governera-il-mondo-2012-estratti/
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/09/23/spedizioni-cosmiche-consegna-rapida-e-sicura-in-tutto-il-mondo/

photo7http://sciencefictionruminations.wordpress.com/2011/12/05/adventures-in-science-fiction-cover-art-the-domed-cities-of-the-future/

602430_Artists-concept-of-a-giant-domed-city-in-an-asteroid-crater-on-a-hypothetical-planet52-houston-domeecocity-8Future_City_Under_The_Dome_Wallpaper_acztbSpring Arrives At The Eden Projectmanhattandomeelysiumhttp://it.wikipedia.org/wiki/Elysium_%28film%29

Il celebre scrittore di fantascienza William Gibson, incuriosito dalla possibilità che Singapore incarnasse l’avanguardia di quel mondo futuro che lui descriveva nei suoi romanzi, dopo aver visitato la città-stato, l’ha definita “Disneyland con la pena di morte” e ha ipotizzato che, se la IBM avesse potuto crearsi un suo staterello, le corrispondenze con la tecnocrazia capitalista di Singapore sarebbero state ragguardevoli. Un microcosmo fatto di conformismo, automatizzazione, sorveglianza capillare, carenza di creatività e di senso dell’umorismo, efficientismo, soppressione di tutto ciò che è considerato vecchio, censura, divieto di vendita di certi libri (inclusi, a quel tempo, i suoi!), programmi TV che insegnano ai vari gruppi etnici come essere stereotipicamente “se stessi”, locali gay clandestini, omologazione della moda e delle vetrine, ecc. Gibson conclude mestamente che, se gli architetti della società di Singapore dimostreranno di avere ragione – cioè che è così che una società dovrebbe essere amministrata – sarà una sconfitta per l’umanità, perché sarà la prova che essa può prosperare a dispetto della repressione della libera espressione delle personalità e dell’eterogeneità della natura umana.

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post-3990-1246826145Astana

Più inquietante ancora è l’allucinante “città-utopia” di Astana, capitale dell’odierno Khazakhstan, soprannominata la “base spaziale della steppa” e fortemente voluta dal dittatore Nursultan Nazarbaev, strenuo alleato della NATO, che ne magnifica l’architettura futuristica e sincretistica, gli appelli umanitaria al dialogo tra le fedi e le nazioni, alla pace, alla prosperità ed al progresso, ecc. Ma non c’è unità nella diversità ad Astana, non ci sono concordia, dignità, libertà, uguaglianza e fratellanza. È solo il sogno auto-celebrativo – realizzato con l’aiuto dei proventi petroliferi di un tiranno che si crede illuminato. È anche l’incubo di qualunque persona assennata. Non sembra essere una residenza popolarissima: doveva raggiungere il milione di abitanti nel 2012, ma è rimasta bloccata sotto la soglia degli 800mila e, di questo passo, al milione ci arriverà, forse, dopo il 2030. Tuttavia, nel 2010, Astana è stata scelta come sede di una conferenza diplomatica sui diritti umani dell’Organizzazione per la Sicurezza e Cooperazione in Europa.

Quello di Nazarbaev e delle città-stato tecnocratiche è un dispotismo che ha un futuro, perché non è orwelliano, non è sguaiato. È piuttosto molto paternalistico e retoricamente benevolo, un po’ come quello preconizzato da Tocqueville ne “La Democrazia in America” (1840):

Se cerco di immaginare il dispotismo moderno, vedo una folla smisurata di esseri simili ed eguali che volteggiano su se stessi per procurarsi piccoli e meschini piaceri di cui si pasce la loro anima… Al di sopra di questa folla, vedo innalzarsi un immenso potere tutelare, che si occupa da solo di assicurare ai sudditi il benessere e di vegliare sulle loro sorti. È assoluto, minuzioso, metodico, previdente, e persino mite. Assomiglierebbe alla potestà paterna, se avesse per scopo, come quella, di preparare gli uomini alla virilità. Ma, al contrario, non cerca che di tenerli in un’infanzia perpetua. Lavora volentieri alla felicità dei cittadini ma vuole esserne l’unico agente, l’unico arbitro. Provvede alla loro sicurezza, ai loro bisogni, facilita i loro piaceri, dirige gli affari, le industrie, regola le successioni, divide le eredità: non toglierebbe forse loro anche la forza di vivere e di pensare?

Lo spirito di questo possibile futuro è stato colto con una prodigiosa ed inquietante capacità precognitiva da Fëdor Dostoevskij nella Leggenda del Grande Inquisitore:

Il grande inquisitore si presenta come liberatore degli uomini dal peso della libertà. Sembra quasi una contraddizione: liberare dalla libertà. Ma è proprio questo ch’egli vuole fare: sollevare gli esseri umani da quella che sostiene essere la maledizione che il Cristo è venuto a portare agli uomini. Alla stragrande maggioranza di essi, dice il vegliardo al Cristo prigioniero che lo ascolta in silenzio, non si addice la vertigine della libertà, ma la servitù dello spirito… Il grande inquisitore e il Cristo sono fratelli e al tempo stesso nemici mortali. Cristo promuove la vita, l’inquisitore la soffoca…L’inquisitore sostiene le sue posizioni dal punto di vista della «ragion del volgo»: si presenta come amico e non come nemico del popolo. Egli, che ha detto di sì a tutte le tentazioni del demonio nel deserto, non vuole affatto costringere con la forza gli esseri umani ad obbedire; vuole piuttosto impadronirsi dell’animo. È l’anima umana che gli interessa. Il potere non compare come violenza, ma nella sua versione seduttiva, fino al punto di dispensare l’illusione di una vita oltre la morte. Noi, gli eletti – dice l’inquisitore – sappiamo bene che non è così, ma poiché sappiamo illudere gli uomini, essi moriranno felici (Gustavo Zagrebelsky, intervista, Il Sussidiario, 23 gennaio 2012)

E, non meno lucidamente, da Aldous Huxley in “Brave New World” e da David Mitchell in un romanzo trasposto sul grande schermo dai fratelli Wachowski (cf. “L’Atlante delle Nuvole”) che tratteggia una città-stato plutocratica, iperconsumista, castale ed ecologicamente compromessa chiamata Nea So Copros, retta da un’oligarchia, l’“Unanimità”, che si presenta unita ma in realtà è divisa da lobby, tribalismi e lotte di potere, ed è soprattutto condannata:

Nea So Copros si sta avvelenando da sola. Il terreno è inquinato, i fiumi sono privi di vita, l’aria è tossica, le scorte di cibo sono piene di geni canaglia. Gli strati inferiori non ce la fanno più a comprare le droghe indispensabili per affrontare queste privazioni. Le fasce di melanoma e malaria avanzano verso nord a una velocità di quaranta chilometri all’anno. Le Zone di Produzione dell’Africa e dell‘Indonesia che alimentano la domanda delle Zone di Consumo sono per il sessanta per cento inabitabili. La legittimità della plutocrazia, il benessere, sta scomparendo; le Leggi per l’Arricchimento promulgate dalla Juche sono semplici cerotti a fronte di emorragie e amputazioni. L’unica via d’uscita rimasta è la strategia tanto apprezzata da tutti gli ideologi della bancarotta: la negazione.

Al tempo della rivoluzione francese, Louis-Sebastien pubblicò una visione utopica, intitolata “L’anno 2440”, che doveva prefigurare l’esito finale dell’ingegneria sociale di un certo filone illuminista tecnocratico applicata alla rivoluzione. A distanza di qualche secolo Parigi sarebbe diventata una città puritana che avrebbe bandito caffè, the e tabacco. Sarebbe stata la capitale di una società imperialista che aveva occidentalizzato il mondo, che censurava la letteratura non allineata e inquisiva i dissidenti per convertirli. Una società patriarcale, fatta funzionare come un orologio, in cui non esistevano ozio e tempo libero, ma tutti dovevano rendersi utili in ogni momento. La separazione tra pubblico e privato era svanita e i doveri civici avevano eclissato le libertà civili. I critici hanno paragonato la Parigi di Mercier a una città di morti viventi, una necropoli. Dobbiamo contrastare ogni spinta in quella direzione con tutte le nostre forze.

Ascesa e caduta del Grinch climatologico

Grinch

https://twitter.com/stefanofait

Gli aztechi sacrificavano migliaia di prigionieri di guerra per placare gli dèi. I sacerdoti ingiungevano loro di farlo, altrimenti un terribile disastro sarebbe occorso. Era in gioco la loro sopravvivenza e quella della civiltà azteca. Forse chi si oppose subì l’ostracismo o fu sacrificato.

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Fast Forward fino ai giorni nostri…

Il dogma della causa umana del riscaldamento globale servirà per farci accettare dispotismi “benevoli” e solo il rapido insorgere di un sensibile raffreddamento globale può salvare la democrazia (paradossalmente).
Studio della maggior organizzazione non governativa britannica per lo sviluppo sostenibile (finanziata da alcune tra le maggiori multinazionali del mondo, inclusa la Shell)

http://www.forumforthefuture.org/project/megacities-move/overview
2 scenari su 4 sono dichiaratamente autoritari e quelli non autoritari sono descritti come evidentemente peggiori

C’era dunque un duplice obiettivo per questa spettacolare truffa: arricchire gli speculatori con una bolla di derivati verdi e spianare la strada all’opzione “a mali estremi, estremi rimedi” (cf. impero azteco).

Il raffreddamento globale e la conseguente glaciazione manderanno in fumo tutti i loro ben congegnati piani. Ma li vedrete in azione comunque e potrete toccare con mano la loro completa mancanza di scrupoli e la loro tendenza a scambiare i loro desideri per la realtà.

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Ma prima di arrivare al tentato golpe globale

Gli allarmisti climatici (serristi) pretendono una soluzione rapida perché danno la colpa all’uomo e insistono che siamo vicini al punto di non ritorno: non importa quale sia il costo monetario o umano, la vogliono ora.
I realisti climatici sostengono invece che, nel lungo periodo, indipendentemente dalle conseguenze del cambiamento climatico, abbiamo bisogno di sviluppare una vera e propria alternativa ai combustibili fossili, che sia pratica, sostenibile e consenta al resto del mondo di raggiungere il tenore di vita dell’Occidente (poi si vedrà il da farsi). Questa ricerca non può essere affrettata perché dev’essere una tecnologia affidabile.

Il problema attuale è che c’è una corsa all’oro verde e i produttori di petrolio si sono proiettati nel settore delle rinnovabili. In realtà una buona fetta degli investimenti è sprecata e sarebbe meglio spesa per progetti a lungo termine come la fusione o il torio, tanto per fare due esempi

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/03/21/torio-per-un-mondo-nuovo/

perché le rinnovabili, da sole, non possono coprire neanche lontanamente il fabbisogno (es. la Danimarca e la Germania devono ricorrere al petrolio della Norvegia quando il vento cala)

L’abbandono del nucleare da parte della Germania è stato un disastro (ma i tedeschi preferiscono prendersela coi Greci) e le sovvenzioni per l’energia verde non possono proseguire all’infinito ora che l’economia è stagnante

http://www.repubblica.it/economia/2013/03/20/news/la_politica_energetica_tedesca_un_flop_l_addio_al_nucleare_coster_mille_miliardi-54966558/

http://www.genitronsviluppo.com/2013/02/23/germania-nucleare/

e l’inverno rigido ha significato un massiccio utilizzo delle super-inquinanti centrali a carbone:

http://www.agenzianova.com/a/51756753019217.13509033/715190/2013-04-22/speciale-energia-germania-aumentata-produzione-energia-elettrica-da-centrali-a-carbone

Possiamo dire che è stata una decisione idiota? Sì. D’altronde il governo tedesco non sembra riuscire a prendere una decisione buona neanche per sbaglio, da quando c’è la destra al governo.

Il fatto è che l’economia verde è un gigantesco business

http://www.linkiesta.it/blogs/che-tempio-fa/il-verde-che-invoglia-green-economy-e-grandi-affari

anche per le solite banche d’affari

http://green.blogs.nytimes.com/2008/11/12/goldman-sachs-buys-into-carbon-offsets/

una gigantesca truffa da migliaia di miliardi di dollari in derivati “verdi”, per chi ha la pazienza di approfondire

http://english.pravda.ru/opinion/columnists/20-12-2012/123254-green_economy_fraud-0/

 6-19-12-Who-Wins-the-White-House-Green-Energy-Gamble

Il blogger serrista del Guardian è Dana Nuccitelli che, lombrosianamente parlando, non pare essere un fulmine di guerra

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Nuccitelli lavora per

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Ecco com’è nata questa truffa che rischia di ritardare lo sviluppo di tecnologie per la produzione di energia sostenibile con conseguenze che, in caso di raffreddamento globale, o addirittura glaciazione, sarebbero mostruose, dato che la gente di solito muore per il freddo, non per il caldo: es. inverno del 2012

Cronologicamente:
1. Anni Novanta: la temperatura globale è in aumento e non sappiamo perché. Né peraltro si sapeva spiegare il minimo di Maunder, il periodo caldo medievale e quello romano, o perché, tra il 1900 e il 1940, la temperatura era cresciuta anche se la produzione di Co2 era di molto inferiore a quel tempo; oppure perché nel dopoguerra, in pieno boom, le temperature scendevano e il consenso scientifico e mediatico era che si andava verso una glaciazione

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/06/1000-anni-fa-il-pianeta-si-riscaldo-senza-che-lumanita-emettesse-co2/

2. Alcuni “esperti” (i Grinch) si inventano di sana pianta un’ipotesi plausibile, impossibile da dimostrare o confutare se non nel lungo periodo, ma molto conveniente

http://fanuessays.blogspot.it/2011/12/10-miti-da-sfatare-sul-riscaldamento.html

3. Al Gore è uno dei lobbisti-chiave ma c’è anche la buona vecchia famiglia Rotschild, gli immancabili Rockefeller e tutti i petrolieri del mondo;

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4. Non ci si astiene dal “massaggiare” i dati quando non tornano – almeno 2 volte: qui alcuni estratti della seconda ondata di “wikileaks” climatologiche;

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5. Si orchestra un panico mediatico globale e si accusano di negazionismo e di corruzione tutti i dissidenti: climatologi, geologi, fisici, ingegneri, meteorologi che non negano il riscaldamento globale, ma dubitano che sia interamente causato dalle attività umane, reputandolo in gran parte ciclico:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/12/06/esperti-di-climatologia-che-contestano-la-versione-ufficiale-del-riscaldamento-globale/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/04/13/nasa-contro-nasa-la-fronda-contro-i-dogmi-climatologici-si-estende/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/05/piu-sei-istruito-piu-sarai-scettico-in-merito-alla-versione-ufficiale-del-cambiamento-climatico/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/08/lo-confesso-sono-un-negazionista/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/04/05/ce-chi-mici-paragona-agli-schiavisti-ed-ai-segregazionisti/

6. Prodotta la crisi, si offre ai governi la soluzione, un prodotto vendibile e redditizio sul quale possono lucrare anche i mercati (carbon credit e rinnovabili) e che permette alle banche di gonfiare una altra bolla speculativa proprio in tempi di vacche magre (la crisi del 2008 era quasi scoppiata nel 2001 ma poi ci furono l’11 settembre, un mucchio di documenti dissolti e due guerre);

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7. Non importa se dopo qualche anno, nonostante il circo mediatico e la pressione coercitiva/finanziaria sui ricercatori, la verità verrà inevitabilmente a galla: le leggi sono state approvate, la nave è salpata e i soldi che dovevano promuovere la ricerca tecnologica sono stati sprecati nell’assurda e futile pretesa di contenere le emissioni di anidride carbonica: “Ipotesi di future Carbon Tax, impiego di immani risorse finanziarie in politiche di mitigazione e di revisione dei sistemi di approvvigionamento energetico, aspetti puramente politici, la fanno da padrone in quello che invece dovrebbe essere un puro e semplice scambio di opinioni scientifiche. Del resto, l’organismo per eccellenza cui è delegato il compito di riassumere le posizioni che dovrebbero definire i confini dello stato dell’arte della conoscenza scientifica, l’IPCC, è a tutti gli effetti un organismo politico”

http://www.climatemonitor.it/?p=29170#more-29170

8. Poi, improvvisamente, la temperatura smette di salire e, “sorprendentemente”, comincia lievemente a scendere

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https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/06/26/winter-is-coming-giugno-2013/

9. Se questa tendenza continuerà – e non c’è ragione di dubitarlo, dato che la NASA ha confermato che il sole procede verso una fase di scarsissima attività e questo significa raffreddamento globale

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/09/il-sole-al-minimo-raffreddo-leuropa-2-800-anni-fa-le-prove-nei-sedimenti-dei-laghi/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/02/25/siamo-fatti-come-nuvole-che-nel-cielo-si-confondono-e-iniziano-a-perder-quota-in-tutto-il-mondo/

o glaciazione

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/19/le-glaciazioni-cambiano-il-mondo-in-pochi-mesi-non-anni-o-secoli/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/03/31/il-rapporto-del-pentagono-lumanita-e-in-grado-di-gestire-una-glaciazione/

– i politici, i giornalisti, gli “scienziati” e i blogger che hanno alimentato questa pagliacciata truffaldina saranno responsabili, direttamente o indirettamente di CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ

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10. Qualcuno si sta smarcando appena in tempo

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/07/03/james-lovelock-pugnala-alla-schiena-al-gore-si-scusa-con-tutti-e-si-schiera-con-gli-scettici/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/06/26/winter-is-coming-giugno-2013/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/05/02/cosa-motiva-i-fanatici-del-cambiamento-climatico-globale-causato-dalluomo/

11. La gente esposta a documentari scettici cambia idea mentre lo stesso non succede quando le si mostra un documentario serrista (magari perché gli scettici hanno dei buoni argomenti?)
http://www.psychologytoday.com/blog/the-inertia-trap/201306/are-we-losing-the-war-climate-change-cinema

SULLA CO2

L’anidride carbonica è buona: “L’anidride carbonica è molto importante per le piante, sia terrestri che acquatiche, che la utilizzano per la crescita, estraendo il carbonio inorganico e trasformandolo in organico”.

È un fatto assodato che le temperature e i livelli di anidride carbonica sono sempre variati sincronicamente, ANCHE NELL’ERA PRE-INDUSTRIALE

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Questo dato di fatto dovrebbe porre fine al dibattito, in un mondo in cui la scienza e i media non fossero governata dalle lobby.

Visto che così non è:

Il riscaldamento degli oceani ha liberato la gran parte dell’anidride carbonica: “L’anidride carbonica si scioglie nell’acqua marina, con una solubilità inversamente proporzionale alla temperatura dell’acqua: minore è la temperatura, maggiore è la solubilità. Per questo motivo le regioni polari sono molto efficienti nell’assorbimento di CO2: quando l’acqua raggiunge l’equatore si riscalda, rilasciando l’anidride carbonica nuovamente nell’atmosfera (processo detto “outgassing”)”.

http://www.eur-oceans.info/medias/documents/booklet-EUR-OCEANS_cambiamenti_climatici.pdf

possibile causa del riscaldamento oceanico:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/04/28/vulcani-sottomarini-e-riscaldamento-globale/

http://news.discovery.com/earth/weather-extreme-events/volcanoes-sandwich-islands-110713.htm

http://www.livescience.com/25521-weird-volcano-found-baja.html

http://www.krbd.org/2013/05/14/geologist-discovers-underwater-volcano-near-misty/

http://www.weather.com/news/science/environment/tonga-underwater-volcano-20130326

http://www.guardian.co.uk/world/2009/mar/21/tonga-volcano-island-nuku-alofa

http://www.independent.co.uk/environment/climate-change/video-underwater-volcano-erupts-6260732.html

le emissioni umane costituiscono una percentuale non insignificante, ma neppure decisiva del totale

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