La trappola partitocratica referendaria spiegata da Persio Flacco

215616190-b2e1474b-b49a-4d8f-af6f-583f3fc51990
“Negli USA il presidente è eletto da 375 (se non erro) grandi elettori espressi in misura diversa dagli stati dell’Unione. I candidati presentano ciascuno la propria lista di grandi elettori e chi prende più voti afferma la propria. Il sistema è alquanto macchinoso e in teoria non è nemmeno da escludere che uno o più dei grandi elettori aggiudicati ad un candidato poi non possa votare per l’altro. Cosa che temo avverrà nella prossima elezione.
Il sistema statunitense però ha una particolarità che non piacerebbe di sicuro a Renzi: i partiti sono poco più che comitati elettorali. Non esiste disciplina di partito, non esiste nemmeno un vero capo del partito. Esistono figure influenti come gli speaker, i portavoce, che però non esercitano alcuna disciplina sui congressisti.
In più i deputati vengono eletti a metà del mandato presidenziale e i senatori alla scadenza del loro mandato. Per cui il potere esecutivo (il presidente) non ha modo di assicurarsi una maggioranza in Congresso. Infatti, attualmente il presidente è democratico (Obama) e il Congresso a maggioranza repubblicana e, guarda un po, nessuno si straccia le vesti strillando all’ingovernabilità. Quando ne ha bisogno il presidente democratico deve scendere a compromessi col Congresso repubblicano. Tutto qui.
La riforma di Renzi ha un obiettivo di tutt’altro genere. Nonostante, a norma di Costituzione, una volta ottenuta la fiducia il governo possa esercitare il suo mandato (potere esecutivo) anche nel caso in cui la maggioranza parlamentare (potere legislativo) successivamente si sfaldasse, l’architettura istituzionale piduista, napolitanista, renziana, boschiana, tende a porre esecutivo e legislativo sotto lo stesso potere partitocratico. Si vuole che il capo del partito che controlla l’esecutivo controlli anche il legislativo, sennò non avrebbe TUTTO il potere.
Una riforma da repubblica delle banane, insomma, ottenuta a spese della democrazia.

Le ragioni dello scontro fazioso prevalgono sulla sostanza delle cose. Si dedichi a valutare quest’ultima e si accorgerà che questa pseudo riforma non fa che rafforzare il potere dei partiti sulle istituzioni.
Un potere che è già evidente, col Parlamento esautorato delle sue funzioni legislativa e di controllo sul Governo. Con i parlamentari irregimentati dai capi partito e il capo dell’esecutivo, che è espressione di un partito, che ha avocato a sé l’iniziativa della produzione legislativa.
La trasformazione del Senato non fa che accentrare il potere partitico di selezionare i candidati a livello nazionale, restringendo la scelta dei cittadini elettori. Questa riforma è uno scandalo.

1. Questa riforma costituzionale calerebbe in un contesto che da un punto di vista della conformità al dettato costituzionale è già fortemente viziato.

L’architettura istituzionale delle moderne democrazie liberali si basa sulla divisone dei poteri sovrani: Legislativo, Esecutivo, Giudiziario. Poteri indipendenti l’uno dall’altro, che collaborano e interagiscono secondo modalità codificate, che si bilanciano tra loro in modo che nessuno prevalga sull’altro.

La situazione attuale in Italia è assai diversa da quella prevista dalla Costituzione: negli ultimi 20-30 anni il Governo ha assunto quasi interamente la funzione legislativa. Dalle statistiche ufficiali risulta che dei provvedimenti discussi in Parlamento la stragrande maggioranza sono elaborati e proposti dal Governo, non dal Parlamento.
Grazie alla possibilità di porre la questione di fiducia, possibilità inserita nei regolamenti di Camera e Senato ma non prevista in Costituzione, anzi: esclusa all’art. 94 cost., può esercitare una indebita pressione sui parlamentari con la minaccia di dimettersi e di provocare nuove elezioni. In tal caso, naturalmente, i parlamentari che avessero votato contro la fiducia posta dal Governo dovrebbero mettere in conto di essere esclusi dalle liste elettorali.

2. I parlamentari, che secondo Costituzione dovrebbero essere liberi dal vincolo di mandato, sono in questo modo irregimentati dalla disciplina di partito. A loro volta i partiti, che dovrebbero essere associazioni democratiche che promuovono la partecipazione dei cittadini alla vita politica, sono in certi casi veri e propri centri di potere che decidono delle nomine a tutti i livelli della PA e oltre.
In sintesi, e di fatto, il potere del popolo sovrano rappresentato dal Parlamento, grazie alla cosiddetta “Costituzione materiale” sopra descritta sommariamente, è stato avocato dai partiti.

La riforma costituzionale proposta dal Governo Renzi consoliderebbe questo stato di cose, lo renderebbe più difficilmente attaccabile dalla volontà dei cittadini. Lo scioglimento del CNEL e qualche risparmio sul Senato è un prezzo equo per tutto questo? Io credo di NO.
La vera riforma, che sarebbe oltremodo necessaria a questo Paese, dovrebbe andare in senso esattamente contrario, verso il recupero sostanziale del principio della separazione dei poteri, della indipendenza dei parlamentari e della più ampia rappresentatività del Parlamento, della riduzione del potere dei partiti implementando sia la loro democratizzazione interna sia la composizione delle liste elettorali attraverso vere primarie, alle quali dovrebbero partecipare solo gli elettori iscritti stabilmente alle liste nazionali dei partiti”.

https://disqus.com/by/persioflacco/

Salva

Da un glorioso passato a un radioso futuro! [tragicomicamente]

espressione-romani13886979_626043780897320_3489604598296070622_nespressione-giottoespressione-caravaggiomadness-this-is-sparta23e

Salva

L’Italia di Renzi non è la mia

11002494_743992399042145_3392036357955598366_n

Chi l’ha messo lì è preoccupato per il drastico calo di consensi. Mosse disperate

11024649_769580596452681_3401428789110596787_n

Il senatore irlandese David Norris contro la destra israeliana – la politica al suo culmine

Nel governo Renzi ho potuto riscontrare un approccio molto positivo, amichevole nei confronti di Israele… Se vogliamo parlare di primo “test” per il governo Renzi, direi che il risultato da parte nostra è assolutamente positivo.
Naor Gilon, ambasciatore israeliano a Roma

20140801_times

Israele è ormai chiaramente controllato da psicopatici e non vedo come possa uscirne vivo. E’ spaventoso vedere una nazione completamente alla deriva morale, incapace di scorgere l’abisso, là in fondo. Non si può salvare chi non vuole essere salvato.
Qui la chiusa dell’articolo poi rimosso:
“I will conclude with a question for all the humanitarians out there. Prime Minister Benjamin Netanyahu clearly stated at the outset of this incursion that his objective is to restore a sustainable quiet for the citizens of Israel. We have already established that it is the responsibility of every government to ensure the safety and security of its people. If political leaders and military experts determine that the only way to achieve its goal of sustaining quiet is through genocide is it then permissible to achieve those responsible goals?
https://archive.today/RPf3M

Ecco invece la trascrizione ufficiale dell’intervento di David Norris, un anti-psicopatico:

I would like to express my gratitude to the Cathaoirleach of Seanad Éireann, to the Minister who, as a Laois man, I congratulate on his appointment, and to Senator Averil Power for marshalling the forces on this side to respond to my request for a recall of Seanad Éireann.

  People ask: “What for? What can Seanad Éireann do?” The answer in the international context is “Nothing”, because nobody will pay that much attention to what Ireland does. I remember being in Palestine some years ago in an area that was heavily controlled by the Israelis, and I said to my Palestinian hosts, “You know there is nothing I can do, I will have no effect”, and they said, “But at least you will be a witness, you will be a record to our suffering, and we will not go unnoticed“. It is for that reason I called for the recall of the Seanad.

  I am very sad. I am not anti-Israeli; I am not anti-Semitic. I supported the State of Israel. However, in the 40 years that I have known the State of Israel and sometimes had a home there, I have seen it completely change. It changed from a left wing, socially directed country to an extreme right-wing regime that is behaving in the most criminal fashion, defying the world and unscrupulously using the Holocaust to justify what they are doing. It is time that rag was torn away from them.

  Israel is afraid of Palestinian unity. That is what all of this is about. It has nothing to do with the appalling murder of those three Israeli kids. The Israeli police knew that Hamas had nothing to do with it before this war started. Israel created Hamas in order to split Fatah, so it is responsible for Hamas. I had this confirmed at the highest level in the foreign ministry in Jerusalem some years ago. It is astonishing to me that those in the West prate about democracy, yet every time an Islamic government crops up around the Mediterranean, they refuse to deal with it, they subvert it and they destroy it. Where is the democracy in that? We may not like it. They may be antagonistic. My Jewish friends and Israeli friends sometimes say to me, “How would you fare, as a gay man, in any of these?” I know exactly how I would fare, but it does not mean it is correct to deny people the right to choose their own government. What self-respecting or sane people would allow their enemies to choose their government for them? Can anyone imagine it happening in this country? I certainly cannot.

  America has a shameful role to play in this. Israel could not get away with these disgraceful acts of international piracy and brigandage if it was not for the protecting shadow of the United States of America. I condemn President Obama for his utter inaction. I have to say I was a bit taken aback when I saw Ukraine had been added to the statements as it is irrelevant. It is a bit of “whataboutery”. What about Syria? What about the Congo? What about Iraq? What about everything? However, the one thing it does is to show the extraordinary discrepancy here. At the instructions of the Americans we are prepared to boycott, go after the Russian banks and do this, that and the other. What do we do about Israel? We do not even mark a protest note with our vote at the United Nations Human Rights Commission.

That is shameful – absolutely shameful. I would have interjected that it had been better to be one country in the right than be with all the rest of them in the wrong.

  There are no words to describe what happened yesterday in Jebalyia where there were six attacks on schools. They are deliberate, I have no doubt, because 3,300 people were sheltered there. They had been directed there by Israel. The co-ordinates were given 17 times. How could anybody claim that they did not know what they were doing? Israel’s policy is shoot first and weep afterwards saying, “Oh, did we hit children? What a terrible tragedy”. Nobody believes Israel anymore. It is doing this to exert pressure on Hamas. It will not resolve this problem until, as we did in this country, it involves both of the participants.

Senator Sean D. Barrett: Information on Sean D. Barrett Zoom on Sean D. Barrett Hear, hear.

Senator David Norris: Information on David P.B. Norris Zoom on David P.B. Norris There is no point in having any kind of an alleged truce when it only has one side. It was laughable the rubbish produced by the Israelis, Americans and the Egyptians. They did not consult Hamas, which is madness. Tony Blair was involved. My God, that man is shameless.

Senator Mary M. White: Information on Mary M. White Zoom on Mary M. White Hear, hear.

Senator David Norris: Information on David P.B. Norris Zoom on David P.B. Norris He should keep his face out of the Middle East after what he and George W. Bush have done to the region.

  On the other side, three moth-balled schools were used to store weapons. That was discovered by the UN and reported by it, not by the Israelis.

  Entire families have been obliterated and in one case, 20 members of the same family were slaughtered. Also, a disproportionate amount of women and children have been killed in this situation, which is a violation of all the spiritual beauty that Judaism stands for – the respect for life and the fact that if one saves one life then one has saved the universe. All of that is blown out of the window and done so, as I saw, by the arrival of 1,200,000 extreme right-wing former citizens of the Soviet Union.

  It is time people told the truth about what is being said in Israel.  For example, the interior Minister, Eli Yishai, stated in 2012 that Israel would send Gaza back to the Middle Ages.  Defence deputy Minister Matan Vilnai stated that it would visit the Holocaust on the Palestinians.  That is Nazi talk.  I am not saying that he is a Nazi but what he is saying makes him sound like a Nazi.

  What should we do?  First, we must remove the embargo.  Then there is the Euro-Med agreement, to which human rights protocols attach.  Time after time on the foreign affairs committee, I have asked for the situation to be monitored.  People will not even monitor the human rights agreements.  What human rights are there when thousands of women and children are being killed and injured?

Senator Mary M. White: Information on Mary M. White Zoom on Mary M. White Hear, hear.

Senator David Norris: Information on David P.B. Norris Zoom on David P.B. Norris Israeli goods, particularly those from the settlements, should be boycotted and there should be an expulsion of the Israeli ambassador.  I delayed in saying this, but he always has his fingers in his ears and just repeats slogans from Jerusalem.

  I have received a considerable volume of correspondence, 90% of it in support of the Israeli side.  I respect all of my correspondents but it is clearly an organised campaign.  They all thank Ireland for voting the way we did at the UN.  That tells the story.  The Israeli spokesmen, all with South African, English or American accents, referring to the land of Palestine, also congratulated us.

  The UN should accept full and permanent responsibility for the welfare of the people of Gaza.  If that means the deployment of an international force, fine.  This country should explore the possibility of using our civilian services, for example, the ESB, to rebuild the only power station in Gaza.  Cutting off electricity to people who are being squeezed into an appalling punishment camp, only to then cut back on food imports and claim – this is where I say “Nazi” – that Israel is placing the people of Palestine on a diet shows contempt for human beings.

We should stand against that contempt and in favour of human rights. I am in favour of human rights, whether one is Israeli, gay, a woman or black. I am not changing my position. I am not anti-Israel or anti-Semitic, but I am pro-human rights for every human being.

http://cut2thetruth.wordpress.com/2014/08/05/senator-david-norris-on-the-genocide-in-palestine-it-is-time-people-told-the-truth-about-what-is-being-said-in-israel-amazing-speech/

http://oireachtasdebates.oireachtas.ie/debates%20authoring/debateswebpack.nsf/takes/seanad2014073100015?opendocument

La morte della Repubblica (Matteolo Augustolo)

0

Se in casa mi offendono, il tuo cuore sopporti di vedermi soffrire, anche se mi trascinassero per i piedi alla porta o mi bersagliassero di colpi, se lo vedi, sopporta; pregali soltanto di smettere dalle loro follie con parole amabili: certo non ti obbediranno, perché su di loro incombe il giorno fatale.

Odisseo/Ulisse al figlio Telemaco

Chi sopporterebbe la frusta e l’ingiuria del tempo, i torti dell’oppressore, le contumelie del superbo, i dolori dell’amore disprezzato, i ritardi della giustizia, l’insolenza del potere, gli scherni che il meritevole pazientemente subisce da parte di gente indegna?

Amleto

Il professor Luciano Canfora, sostiene che artisti, poeti, storici e tutta la classe intellettuale è stata chiamata a celebrare il suo programma politico ed è per questo che lo ricordiamo: fu l’inventore della comunicazione in senso moderno…In Augusto colpisce la progressione inesorabile: a diciannove anni è quasi sconosciuto, a trenta è padrone di un impero che governa un terzo del genere umano.
http://www.raistoria.rai.it/articoli-programma/augusto/23822/default.aspx

Renzi

“L’elettorato democratico e le riforme di Edipo”
Testo di Raniero la Valle, presidente dei Comitati Dossetti per la Costituzione.

[…].

Nel merito il Senato delle Autonomie significa distruggere le Autonomie, decapitandole dei loro rappresentanti eletti – sindaci, consiglieri regionali o Presidenti di giunta che siano – togliendoli dal territorio. Se gli eletti come sindaci o come esponenti delle Regioni devono davvero contribuire alla legislazione come senatori e sono pagati per questo dai loro cittadini, devono venire a Roma ogni settimana perchè per chiedere di intervenire sulle leggi approvate dalla Camera il Senato ha tempi strettissimi, dieci giorni dalla trasmissione della legge da Montecitorio e solo cinque giorni se le leggi sono approvate con la procedura della “ghigliottina”; e poi il Senato ha trenta giorni o solo quindici per proporre le modifiche; e ha solo quindici giorni per le modifiche alle leggi riguardanti il bilancio ex articolo 81; questo vuol dire che se un senatore o il Senato stesso salta una settimana, passa il treno e sulle leggi fatte dalla Camera non ci si può fare niente; perciò il Senato deve sedere in permanenza come la Camera. Quindi o i senatori fanno morire il Senato disertandolo, o il Senato fa morire le autonomie rubando i loro rappresentanti politici e togliendoli dal territorio.

Questo vuol dire che una piccola parte di elettori di fatto ha in mano il destino, la vita o la morte di tutto il popolo. Ma questo non succederebbe solo per la guerra; su ogni legge il governo può pretendere il voto della Camera entro sessanta giorni, e un ritardo, magari provocato dallo stesso governo, costerebbe alla Camera la perdita di ogni potere di emendamento e la legge sarebbe approvata nel testo uscito da Palazzo Chigi.
In questo modo i cittadini perderebbero qualsiasi possibilità di concorrere con metodo democratico attraverso i loro rappresentanti alla determinazione della politica nazionale.

[…]

Augusto_a_Porta_a_Porta

La “generazione di Telemaco” in tal modo non porta a compimento l’opera dei padri. Fa male Renzi ad evocare fantasmi di miti e tragedie antiche che gli si rivoltano contro. Quella che vediamo all’opera è infatti piuttosto la generazione di Edipo, che uccide il padre e carpisce e porta al suicidio la madre. Il problema è che i padri uccisi non sono D’Alema, Bersani o Letta – quelli sono rottamati – ma sono il Senato, il pluralismo politico, il costituzionalismo democratico; e la madre abusata e costretta al suicidio è la Repubblica democratica e parlamentare.

Noi non sappiamo se i riformatori di oggi sono consapevoli delle conseguenze di quello che stanno facendo. In genere i politici non lo sono. Non erano consapevoli delle conseguenze quelli che hanno fatto Maastricht, quelli che hanno fatto l’euro non per visione ma per ideologia, quelli che hanno sbagliato il cambio tra la lira e l’euro, quelli che hanno fatto la guerra all’Iraq, alla Jugoslavia, all’Afghanistan, quelli che hanno fatto i compiti a casa mettendo in Costituzione il pareggio di bilancio, quelli che hanno fatto il Fiscal Compact e ora stanno facendo il Trattato Transatlantico per il commercio e gli investimenti con gli Stati Uniti. I riformatori di oggi non hanno cattive intenzioni, piuttosto mancano di profezia, sono come gli apprendisti stregoni di un film un tempo famoso; non sono neanche in grado di salvaguardare il loro potere. Per questo io non temo il primo Renzi, ma temo il secondo Renzi o il dopo Renzi, quando saremo senza Senato elettivo e senza controllo sul governo e avremo l’Italicum che fa il deserto delle opposizioni e istituisce un Aventino per obbligo di legge, lasciando solo due partiti, cioè due rotaie su cui può passare un unico treno. E’ possibile che non ci sarà un regime di Renzi, che è troppo conflittivo e provocatorio per essere accettato alla lunga dal sistema politico, ma stiamo creando grandi chances per un regime dopo Renzi, o che sia lui stesso a riproporsi come quello che voleva salvare l’Italia e l’Europa e che ne è stato impedito da conservatori di ogni natura e dai ribelli del suo stesso partito, o che sia qualcun altro dopo di lui. La destra palese è sempre pronta in Italia a venire fuori dalla destra occulta.

[…]

http://www.michelenardelli.it/commenti.php?id=3160

Nel merito il Senato delle Autonomie significa distruggere le Autonomie, decapitandole dei loro rappresentanti eletti – sindaci, consiglieri regionali o Presidenti di giunta che siano – togliendoli dal territorio. Se gli eletti come sindaci o come esponenti delle Regioni devono davvero contribuire alla legislazione come senatori e sono pagati per questo dai loro cittadini, devono venire a Roma ogni settimana perchè per chiedere di intervenire sulle leggi approvate dalla Camera il Senato ha tempi strettissimi, dieci giorni dalla trasmissione della legge da Montecitorio e solo cinque giorni se le leggi sono approvate con la procedura della “ghigliottina”; e poi il Senato ha trenta giorni o solo quindici per proporre le modifiche; e ha solo quindici giorni per le modifiche alle leggi riguardanti il bilancio ex articolo 81; questo vuol dire che se un senatore o il Senato stesso salta una settimana, passa il treno e sulle leggi fatte dalla Camera non ci si può fare niente; perciò il Senato deve sedere in permanenza come la Camera. Quindi o i senatori fanno morire il Senato disertandolo, o il Senato fa morire le autonomie rubando i loro rappresentanti politici e togliendoli dal territorio.

Italicum, questo vuol dire che una piccola parte di elettori di fatto ha in mano il destino, la vita o la morte di tutto il popolo. Ma questo non succederebbe solo per la guerra; su ogni legge il governo può pretendere il voto della Camera entro sessanta giorni, e un ritardo, magari provocato dallo stesso governo, costerebbe alla Camera la perdita di ogni potere di emendamento e la legge sarebbe approvata nel testo uscito da Palazzo Chigi.
In questo modo i cittadini perderebbero qualsiasi possibilità di concorrere con metodo democratico attraverso i loro rappresentanti alla determinazione della politica nazionale.

– See more at: http://www.michelenardelli.it/commenti.php?id=3160#sthash.b9vfBLkt.dpuf

Nel merito il Senato delle Autonomie significa distruggere le Autonomie, decapitandole dei loro rappresentanti eletti – sindaci, consiglieri regionali o Presidenti di giunta che siano – togliendoli dal territorio. Se gli eletti come sindaci o come esponenti delle Regioni devono davvero contribuire alla legislazione come senatori e sono pagati per questo dai loro cittadini, devono venire a Roma ogni settimana perchè per chiedere di intervenire sulle leggi approvate dalla Camera il Senato ha tempi strettissimi, dieci giorni dalla trasmissione della legge da Montecitorio e solo cinque giorni se le leggi sono approvate con la procedura della “ghigliottina”; e poi il Senato ha trenta giorni o solo quindici per proporre le modifiche; e ha solo quindici giorni per le modifiche alle leggi riguardanti il bilancio ex articolo 81; questo vuol dire che se un senatore o il Senato stesso salta una settimana, passa il treno e sulle leggi fatte dalla Camera non ci si può fare niente; perciò il Senato deve sedere in permanenza come la Camera. Quindi o i senatori fanno morire il Senato disertandolo, o il Senato fa morire le autonomie rubando i loro rappresentanti politici e togliendoli dal territorio.

Italicum, questo vuol dire che una piccola parte di elettori di fatto ha in mano il destino, la vita o la morte di tutto il popolo. Ma questo non succederebbe solo per la guerra; su ogni legge il governo può pretendere il voto della Camera entro sessanta giorni, e un ritardo, magari provocato dallo stesso governo, costerebbe alla Camera la perdita di ogni potere di emendamento e la legge sarebbe approvata nel testo uscito da Palazzo Chigi.
In questo modo i cittadini perderebbero qualsiasi possibilità di concorrere con metodo democratico attraverso i loro rappresentanti alla determinazione della politica nazionale.

– See more at: http://www.michelenardelli.it/commenti.php?id=3160#sthash.b9vfBLkt.dpuf

Nel merito il Senato delle Autonomie significa distruggere le Autonomie, decapitandole dei loro rappresentanti eletti – sindaci, consiglieri regionali o Presidenti di giunta che siano – togliendoli dal territorio. Se gli eletti come sindaci o come esponenti delle Regioni devono davvero contribuire alla legislazione come senatori e sono pagati per questo dai loro cittadini, devono venire a Roma ogni settimana perchè per chiedere di intervenire sulle leggi approvate dalla Camera il Senato ha tempi strettissimi, dieci giorni dalla trasmissione della legge da Montecitorio e solo cinque giorni se le leggi sono approvate con la procedura della “ghigliottina”; e poi il Senato ha trenta giorni o solo quindici per proporre le modifiche; e ha solo quindici giorni per le modifiche alle leggi riguardanti il bilancio ex articolo 81; questo vuol dire che se un senatore o il Senato stesso salta una settimana, passa il treno e sulle leggi fatte dalla Camera non ci si può fare niente; perciò il Senato deve sedere in permanenza come la Camera. Quindi o i senatori fanno morire il Senato disertandolo, o il Senato fa morire le autonomie rubando i loro rappresentanti politici e togliendoli dal territorio.

Italicum, questo vuol dire che una piccola parte di elettori di fatto ha in mano il destino, la vita o la morte di tutto il popolo. Ma questo non succederebbe solo per la guerra; su ogni legge il governo può pretendere il voto della Camera entro sessanta giorni, e un ritardo, magari provocato dallo stesso governo, costerebbe alla Camera la perdita di ogni potere di emendamento e la legge sarebbe approvata nel testo uscito da Palazzo Chigi.
In questo modo i cittadini perderebbero qualsiasi possibilità di concorrere con metodo democratico attraverso i loro rappresentanti alla determinazione della politica nazionale.

– See more at: http://www.michelenardelli.it/commenti.php?id=3160#sthash.b9vfBLkt.dpuf

Nel merito il Senato delle Autonomie significa distruggere le Autonomie, decapitandole dei loro rappresentanti eletti – sindaci, consiglieri regionali o Presidenti di giunta che siano – togliendoli dal territorio. Se gli eletti come sindaci o come esponenti delle Regioni devono davvero contribuire alla legislazione come senatori e sono pagati per questo dai loro cittadini, devono venire a Roma ogni settimana perchè per chiedere di intervenire sulle leggi approvate dalla Camera il Senato ha tempi strettissimi, dieci giorni dalla trasmissione della legge da Montecitorio e solo cinque giorni se le leggi sono approvate con la procedura della “ghigliottina”; e poi il Senato ha trenta giorni o solo quindici per proporre le modifiche; e ha solo quindici giorni per le modifiche alle leggi riguardanti il bilancio ex articolo 81; questo vuol dire che se un senatore o il Senato stesso salta una settimana, passa il treno e sulle leggi fatte dalla Camera non ci si può fare niente; perciò il Senato deve sedere in permanenza come la Camera. Quindi o i senatori fanno morire il Senato disertandolo, o il Senato fa morire le autonomie rubando i loro rappresentanti politici e togliendoli dal territorio.

Italicum, questo vuol dire che una piccola parte di elettori di fatto ha in mano il destino, la vita o la morte di tutto il popolo. Ma questo non succederebbe solo per la guerra; su ogni legge il governo può pretendere il voto della Camera entro sessanta giorni, e un ritardo, magari provocato dallo stesso governo, costerebbe alla Camera la perdita di ogni potere di emendamento e la legge sarebbe approvata nel testo uscito da Palazzo Chigi.
In questo modo i cittadini perderebbero qualsiasi possibilità di concorrere con metodo democratico attraverso i loro rappresentanti alla determinazione della politica nazionale.

– See more at: http://www.michelenardelli.it/commenti.php?id=3160#sthash.b9vfBLkt.dpuf

Noi non sappiamo se i riformatori di oggi sono consapevoli delle conseguenze di quello che stanno facendo. In genere i politici non lo sono. Non erano consapevoli delle conseguenze quelli che hanno fatto Maastricht, quelli che hanno fatto l’euro non per visione ma per ideologia, quelli che hanno sbagliato il cambio tra la lira e l’euro, quelli che hanno fatto la guerra all’Iraq, alla Jugoslavia, all’Afghanistan, quelli che hanno fatto i compiti a casa mettendo in Costituzione il pareggio di bilancio, quelli che hanno fatto il Fiscal Compact e ora stanno facendo il Trattato Transatlantico per il commercio e gli investimenti con gli Stati Uniti. I riformatori di oggi non hanno cattive intenzioni, piuttosto mancano di profezia, sono come gli apprendisti stregoni di un film un tempo famoso; non sono neanche in grado di salvaguardare il loro potere. Per questo io non temo il primo Renzi, ma temo il secondo Renzi o il dopo Renzi, quando saremo senza Senato elettivo e senza controllo sul governo e avremo l’Italicum che fa il deserto delle opposizioni e istituisce un Aventino per obbligo di legge, lasciando solo due partiti, cioè due rotaie su cui può passare un unico treno. E’ possibile che non ci sarà un regime di Renzi, che è troppo conflittivo e provocatorio per essere accettato alla lunga dal sistema politico, ma stiamo creando grandi chances per un regime dopo Renzi, o che sia lui stesso a riproporsi come quello che voleva salvare l’Italia e l’Europa e che ne è stato impedito da conservatori di ogni natura e dai ribelli del suo stesso partito, o che sia qualcun altro dopo di lui. La destra palese è sempre pronta in Italia a venire fuori dalla destra occulta. – See more at: http://www.michelenardelli.it/commenti.php?id=3160#sthash.b9vfBLkt.dpuf
Noi non sappiamo se i riformatori di oggi sono consapevoli delle conseguenze di quello che stanno facendo. In genere i politici non lo sono. Non erano consapevoli delle conseguenze quelli che hanno fatto Maastricht, quelli che hanno fatto l’euro non per visione ma per ideologia, quelli che hanno sbagliato il cambio tra la lira e l’euro, quelli che hanno fatto la guerra all’Iraq, alla Jugoslavia, all’Afghanistan, quelli che hanno fatto i compiti a casa mettendo in Costituzione il pareggio di bilancio, quelli che hanno fatto il Fiscal Compact e ora stanno facendo il Trattato Transatlantico per il commercio e gli investimenti con gli Stati Uniti. I riformatori di oggi non hanno cattive intenzioni, piuttosto mancano di profezia, sono come gli apprendisti stregoni di un film un tempo famoso; non sono neanche in grado di salvaguardare il loro potere. Per questo io non temo il primo Renzi, ma temo il secondo Renzi o il dopo Renzi, quando saremo senza Senato elettivo e senza controllo sul governo e avremo l’Italicum che fa il deserto delle opposizioni e istituisce un Aventino per obbligo di legge, lasciando solo due partiti, cioè due rotaie su cui può passare un unico treno. E’ possibile che non ci sarà un regime di Renzi, che è troppo conflittivo e provocatorio per essere accettato alla lunga dal sistema politico, ma stiamo creando grandi chances per un regime dopo Renzi, o che sia lui stesso a riproporsi come quello che voleva salvare l’Italia e l’Europa e che ne è stato impedito da conservatori di ogni natura e dai ribelli del suo stesso partito, o che sia qualcun altro dopo di lui. La destra palese è sempre pronta in Italia a venire fuori dalla destra occulta. – See more at: http://www.michelenardelli.it/commenti.php?id=3160#sthash.b9vfBLkt.dpuf

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/03/06/alcibiade-il-rottamatore/

Perché Ian Bremmer è strapagato?

a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles

capezpugno
Che c’entra Capezzone? Il risentimento si accumula finché si sfoga in maniera esageratamente violenta. Gli USA hanno accumulato un “debito karmico” immenso. Mi spiace per i milioni di americani innocenti e in buona fede.

*****

DOMANDA: Per uscire da questo declino americano basta un’elezione?

RISPOSTA: “Oppure una grave crisi, tipo una mossa di Putin nell’area Nato, che spinga gli Usa a reagire”.

Ian Bremmer intervistato dalla Stampa (anzi, “il grande Bremmer”, secondo il famigerato Riotta)

Articolo integrale qui:

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/lanalista-usa-ian-bremmer-la-politica-estera-americana-in-declino-come-si-vede-dai-75529.htm

Ian Bremmer è uno degli analisi più pagati del mondo.

Molto probabilmente perché non è per nulla indipendente: “Scherza col suo «muppet», il pupazzo che un amico gli ha costruito a sua immagine e somiglianza” (una “sottile” allusione?).

Esaminiamo un po’ alcuni dei suoi punti fermi:

* “La Germania ha una visione economica e non geopolitica”.

La quarta potenza economica mondiale non ha una visione geopolitica (perché ha la maggior concentrazione di basi americane nel mondo?)…Che arroganza! Ce l’ha eccome, anche se non piace a Washington:

http://www.futurables.com/2014/04/01/la-mitteleuropa-si-avvicina-a-mosca-implicazioni-per-il-trentino-alto-adige-e-litalia/

* “Snowden è un traditore”: Russia e Cina sono molto peggio di noi (ergo: zitto e mosca);

* “I russi aspettano solo una scusa per invadere, e se gli ucraini non gliela daranno, continueranno a destabilizzare il governo”.

Mentre i 5 miliardi di dollari della Nuland non servivano a destabilizzare un governo legittimamente eletto e il capo della CIA a Kiev sotto mentite spoglie era in visita di piacere

http://www.futurables.com/2014/04/10/propaganda-e-trasparenza/

* “Dovremmo smettere di punire i russi, pensare nuove sanzioni, o cercare di isolarli, quando nessuno dei Brics, e neppure gli europei, sono decisi a farlo. Cercare piuttosto un compromesso, sulla base del modello federale suggerito dallo stesso ministro Lavrov”.

http://www.futurables.com/2014/02/20/la-via-del-dialogo-per-la-salvezza-dellucraina-e-delleuropa/

*“Putin può sembrare vincente ora, ma nel lungo termine è perdente sul piano politico, economico, demografico, diplomatico, militare. La Russia è in declino e ha amici orribili. Basta non fare l’errore di spingerla nelle braccia della Cina”.

Amici come il Brasile, l’India e il Sud Africa?

Vogliamo parlare degli amici degli USA? Israele, Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait, EAU, Turchia, Kosovo (narcostato), il generale golpista al Sisi, i salafiti, i wahabiti, gli integralisti cattolici polacchi e croati, Gladio, ecc.

A suo tempo gli americani hanno aiutato Pol Pot (!!!) in funzione anti-vietnamita

http://www.linkiesta.it/blogs/step-step/guarda-chi-si-rivede-pol-pot-0

Suharto in Indonesia

http://archiviostorico.corriere.it/2013/settembre/15/Quel_genocidio_Indonesia_rievocato_senza_co_0_20130915_91406b8a-1dcc-11e3-bd60-5cd1261e810a.shtml

e Idi Amin in Uganda

http://www.treccani.it/scuola/tesine/dittature_extraeuropee_degli_anni_70/5.html

Penso che questi episodi, come quelli in America Latina, quei popoli se li siano legati al dito e prima o poi presenteranno il conto. Quando il bullo è a terra, le sue vittime…

“Ora che la crisi più grave è passata, il nuovo governo [Renzi] ha la possibilità di affrontarli. Di certo non ha bisogno dello shock e dei danni che la crisi russa minaccia di provocare all’economia europea”.

È una crisi ucraina, non russa. Lapsus freudiano?

La vera crisi deve ancora arrivare

http://www.futurables.com/2014/04/15/easter-egg-surprise-ukraine-the-straw-that-breaks-the-dollars-back-part-i/

Gli americani sono convinti che la Russia sia messa così male che basterà tenerla sotto pressione qualche mese in Ucraina per piegarla.
I russi sono convinti che UK e USA sono messi così male che basterà aspettare che il nuovo governo ucraino si inimichi gli ucraini e che Wall Street crolli per liberarsi dalla pressione della NATO.

La Germania si sta sganciando dalla NATO. Il Giappone intende proteggere le sue relazioni con la Russia. Gli altri BRICS sono schierati con la Russia. L’Iran, che la Casa Bianca vuole come alleato (cf. Brzezsinki, Ian Bremmer), stringe accordi con la Russia escludendo il dollaro.

Non è difficile capire quale sia la valutazione che va per la maggiore.

Non è difficile immaginare su quale cavallo puntare, se si hanno soldi da investire.

Com’è che l’analista di riferimento di Wall Street non pare averlo capito? (A che gioco gioca?)

Selfie-governance nella Terza Repubblica

 

a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles

 

10176214_532617520188142_293183029_n

selfie Obama

Il neoliberismo è un’evoluzione del liberismo.

Invece di limitarsi a tenere a bada lo Stato o a farlo tornare sui suoi passi, il suo obiettivo è quello di impadronirsi non solo dello Stato ma anche dello Stato Profondo

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=17751

Per questo un leader neoliberista (che non si proclami orgogliosamente tale) è in grado di sedurre sia i liberali (per il suo libertarismo), sia i socialisti (per il suo statalismo). L’illusione dura finché gli uni non si rendono conto che è autoritario e centralista e gli altri che è al servizio di interessi privati.

Il volto neoliberista non è sempre facile da scorgere dietro la maschera che di volta in volta sceglie di indossare, a seconda della fase storica e delle attese della massa.

Prendiamo un esempio a caso…

“«Un soprintendente è tenuto a compiere sopralluoghi, controllare perizie, dirigere i lavori, pubblicare studi, redigere piani paesistici, ma soprattutto resistere ai privati che vorrebbero distruggere tutto per rifarlo in vetrocemento, quasi sempre con l’assenso e l’appoggio delle autorità». «Resistere ai privati»: chi lo sostiene oggi è segnato a dito come talebano, statalista, comunista. A scriverlo, invece, era il liberalissimo Indro Montanelli, in un memorabile articolo comparso sul «Corriere della sera» il 12 marzo 1966. Oggi, invece, un giornale come «Repubblica» scrive che «troppo spesso le soprintendenze diventano fattori di conservazione e di protezionismo in senso stretto cioè di freno e ostacolo allo sviluppo, alla crescita del turismo, e dell’economia», sul «Corriere» si invoca un giorno sì e l’altro pure l’intervento salvifico di quegli stessi privati, Matteo Renzi ripete a macchinetta che «Sovrintendente è una delle parole più brutte di tutto il vocabolario della burocrazia. Stritola entusiasmo e fantasia fin dalla terza sillaba». L’entusiasmo e la fantasia di chi – tra il 1966 e oggi – ha sepolto questo Paese sotto una colata di cemento”.

http://www.minimaetmoralia.it/wp/patrimonio-culturale-montanelli/

“Condivide il rischio di “svolta autoritaria” evidenziato nel manifesto di Libertà e giustizia?
Per quanto riguarda il problema democratico, giustamente sollevato da altri professori, segnalo solo le criticità principali:

1) La modifica della Costituzione sarà approvata da un parlamento bicamerale dotato di minore legittimazione democratica complessiva della sola Camera dei deputati che approva le leggi ordinarie (purché riceva una legge elettorale più democratica).
2) I ventun senatori nominati dal Presidente non rappresentano le autonomie territoriali, ma rischiano di rieleggere il Presidente che a sua volta potrebbe rinominarli, un meccanismo di cooptazione lontanissimo dal principio di democrazia.

3) I senatori non risponderanno delle loro scelte senatoriali nei consigli regionali e locali, piuttosto nelle sedi dei partiti politici e dell’ANCI”.

Jörg Luther, giurista e costituzionalista all’Università del Piemonte Orientale

http://www.formiche.net/2014/04/05/senato-renzi-bundesrat-confronto-prof-luther/

“Quella corporazione oggi largamente rappattumata sotto le sue bandiere; riaccreditata grazie a giochi verbali dal sapore vagamente terroristico, promossi dal nuovo conformismo che ci traghetta verso la Terza Repubblica: l’addebito di “conservatore” appioppato a chi dubita che il cambiamento per il cambiamento sia riformismo; l’accusa di “gufare” come una scudisciata a quanti obiettano che gli effetti d’annuncio presuppongono piani articolati (che non si vedono) e adeguate coperture finanziarie (idem come sopra). Obiezioni a cui la claque replica allo stesso modo di Iva Zanicchi quando difendeva Berlusconi “a prescindere”: lasciatelo provare! Come se fossimo al tirassegno del Luna Park e non in politica, dove è regola esibire garanzie e rendicontare preventivamene.

Comunque, basta e avanza per capire senza preconcetti il senso del new deal renziano analizzare dove vada a parare il suo progetto di riforma elettorale: un duopolio di potere, con i vertici che si eleggono i propri fidati. Mentre resta escluso dal gioco il partito più consistente: gli italiani che hanno deciso di non andare più a votare”.

Pierfranco Pellizzetti

http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/04/07/pierfranco-pellizzetti-viperette-renziane-mordono-professoroni/

“…è già accaduto in passato che la contrapposizione del Corriere della Sera a tutto ciò che la sinistra rappresentava in questo Paese, ha portato il maggiore quotidiano italiano a ritenere i socialisti più pericolosi e minacciosi dei fascisti.

Ovviamente il 2014 non è il 1922, ma la crisi profondissima che sta attraversando la nostra democrazia e le risposte sbagliate che ad essa si vorrebbero dare, non lasciano presagire nulla di buono.

Proprio per questo è bene che ci siano appelli contro i pericoli autoritari come quello lanciato da autorevolissimi intellettuali italiani, contro il tentativo di cambiare in peggio le nostre istituzioni.

Oggi più che mai, l’imperatore, se vuole essere saggio, ha bisogno di usignoli che cantino liberamente la loro canzone. Non ha bisogno di usignoli meccanici che cantino a comando”.

Antonello Falomi

http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/04/07/antonello-falomi-gli-usignoli-meccanici-dell%E2%80%99imperatore/

“…abbiamo un Parlamento di nominati con un tasso di disrappresentatività spaventoso (oltre il 40%, caso unico mondiale), che è stato eletto con un sistema dichiarato in buona parte incostituzionale che, anziché sciogliersi, pretende di riformare la Costituzione ed a tempo di rock, sotto la regia di un semi-ottuagenario in stato confusionale e di un frenetico giovanotto in preda al ballo di San Vito: è meglio di una commedia surrealista! Pura comicità demenziale”.

http://www.aldogiannuli.it/2014/04/berlusconi-ondivago-renzi-frenetico/

“Un gruppo di senatori del Pd sostiene che, in commissione affari costituzionali al Senato, si possa e debba presentare una bozza di riforma alternativa a quella del governo.

E’ d’altra parte il normale ruolo di una commissione parlamentare: raccogliere le varie proposte, mediare, fare sintesi e infine portare un testo in aula. Se il testo da portare fosse quello della proposta governativa, blindato, non ci sarebbe bisogno della commissione e soprattutto ci sarebbe un’ingerenza dell’esecutivo sul legislativo.

Ma il capogruppo Pd al Senato (Zanda) richiama all’ordine i dissidenti, dicendo loro che la proposta del Pd è quella del governo.

Non entro nel merito. Dico solo che quando Grillo invocava il vincolo di mandato per i suoi senatori, ci furono molte levate di scudi anche dal Pd in nome della Costituzione che esenta i parlamentari dal vincolo di mandato.

Ora pare che siamo al vincolo di mandato a fasi alterne”.

Andrea Iannuzzi, facebook

“Si tratta di partire dalle nostre esperienze autonomistiche per convincere il governo che dopo il federalismo di matrice leghista non si può tornare allo statalismo. E nella Costituzione dev’essere scritto che è possibile per i territori di montagna avere forme speciali di autogoverno, contro l’omologazione a un modello metropolitano. Perché quello che succederà è che il governo del territorio delle vecchie Province lo faranno le classi dirigenti delle metropoli. Che senso ha un Senato delle Regioni se alle Regioni si tolgono i poteri? Noi dobbiamo essere capofila di una grande battaglia in cui sia chiara la tutela della nostra autonomia”

Lorenzo Dellai, presidente della Provincia Autonoma di Trento dal 1999 al 2012

http://ricerca.gelocal.it/trentinocorrierealpi/archivio/trentinocorrierealpi/2014/04/07/NZ_14_04.html

I criteri guida di questo millennio dovrebbe essere ben altri; anti-paternalisti e incentrati sul concetto di cittadino-sovrano (una vera e propria rivoluzione antropologica e politica che deve guidare le nostre azioni in questi anni):

– non lasciare che chi ti governa tenga in mano tutto le carte;

– cerca di sviluppare le capacità e il cuore (la coscienza) per essere padrone del tuo destino, capitano della tua anima, sindaco/presidente di te stesso, un cittadino sovrano che stringe rapporti di cordiale cooperazione con altri cittadini sovrani, in nome del bene comune;

– diventa il cambiamento che vuoi vedere nel mondo partecipando attivamente al mutamento come si sviluppa nel mondo, senza attendere una figura paterna, veterotestamentaria, che ti dica cosa sia nel tuo interesse (Gesù il Cristo non ha mai controllato, manipolato, ricattato, comprato, comandato);

– partecipa alla creazione di comunità di cittadini sovrani che formino una rete planetaria e scoprano che l’armonia è possibile anche in comunità più grandi, se c’è il rispetto della diversità e se l’altruismo vince sull’egoismo;

– partecipa alla costruzione di un villaggio globale in cui il naturale desiderio di unirsi per prosperare non sia dirottato verso forme di integralismo religioso, politico ed economico che conquistano con la forza e con il ricatto, invece di persuadere con il buon esempio.

http://www.futurables.com/2014/04/06/maroni-lombardia-kompatscher-sudtirolo-rossi-trentino-e-il-risorgimento-2-0/

La pace, la vita e la nuova guerra di Crimea

a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles

Dmytro YaroshDmytro Yarosh, il nuovo responsabile della sicurezza e della difesa ucraina

Nel pieno di una crisi internazionale esplosa sul territorio europeo, la Casa Bianca invita la Georgia a entrare nell’Unione Europea e nella NATO ed esorta Mosca a consegnarle Abkhazia (21% della popolazione di etnia georgiana) e Ossezia del Sud (29%), che la stessa Georgia aveva cercato di conquistare

http://archive.is/jvFGJ

al tempo della presidenza Bush, quando Saakashvili prese per buone le parole di John McCain e David Cameron

http://blogs.spectator.co.uk/coffeehouse/2008/08/mccain-and-cameron-close-for-now/

e attaccò la Russia

http://www.ceiig.ch/pdf/IIFFMCG_Volume_I.pdf

nella convinzione di godere del pieno appoggio anglo-americano.

Perché proprio ora? Perché in un momento così delicato, in cui tutto dovrebbe far propendere per il dialogo con i russi, nel tentativo di risolvere felicemente la crisi ucraina e quella siriana, congiuntamente alle trattative sul programma atomico civile iraniano, si sceglie di accendere gli animi e rinfocolare i sospetti? Perché i media occidentali non si allarmano per questa completa assenza di volontà di pace che può trascinarci oltre il bordo del precipizio?

Esaminiamo quel che abbiamo appreso in questi anni.

Sappiamo (Dilip Hiro, “After Empire: The Birth of a Multipolar World”) che negli anni successivi all’11 settembre i governi/regimi di Libia e Siria avevano autorizzato l’approdo delle navi della marina russa nei porti di Bengasi e di Tartus. Gheddafi aveva dichiarato che questa decisione serviva a garantirlo contro le ambizioni del Pentagono, perché la sua partecipazione alla Guerra al Terrore non gli pareva un’assicurazione sufficiente. Bengasi, Tartus, Sebastopoli (Crimea). Forse una coincidenza, o forse no.

Sappiamo che l’Occidente appoggia fermamente la candidatura a sindaco di Mosca dell’oppositore russo Alexei Navalny, un avvocato che nel 2012 ha invocato la riunificazione di Russia, Ucraina e Bielorussia e che ha paragonato gli indipendentisti del Caucaso a degli scarafaggi. Certamente non un uomo di pace.

In Ucraina la rivolta antigovernativa è stata guidata dall’estrema destra ultranazionalista, antisemita, omofoba e russofoba, che ora è arrivata al governo ed è a capo della sicurezza nazionale (!!!). Una serie di attacchi a sinagoghe ed ebrei ucraini hanno spinto il rabbino Menachem Margolin, direttore generale dell’Associazione delle organizzazioni ebraiche in Europa, a chiedere al governo israeliano di proteggere gli ebrei ucraini da eventuali pogrom ad opera della destra giunta al potere.

In Siria il lassismo (e connivenza?) occidentale hanno fatto sì che la guerra civile ora veda ribelli siriani, militanti kurdi e truppe regolari siriane alle prese con migliaia di mercenari fondamentalisti sunniti giunti da tutto il mondo arabo e retribuiti da Arabia Saudita e Qatar.

La NATO, che aveva promesso che in cambio della riunificazione tedesca avrebbe rinunciato ad incorporare l’Est Europa, ha spostato a est i suoi confini fino alla Russia e ora si prepara ad inglobare Georgia e Ucraina. Il dislocamento delle sue batterie missilistiche in prossimità delle basi russe consente allo scudo antimissile “Guerre Stellari” di intercettare eventuali missili balistici intercontinentali russi prima che raggiungano la velocità di crociera. La questione, però, è che questo sistema di difesa sarebbe utile solo in caso di attacco americano e quindi una sua maggiore efficacia data dalla accresciuta vicinanza aumenta di fatto le probabilità che un’amministrazione statunitense aggressiva possa decidere di tentare la sorte.

Quest’aggressività per nulla dissimulata ha persuaso grandi potenze emergenti come la Cina, la Russia, l’India, il Brasile e il Sudafrica a far fronte comune (Kent Calder, “The New Continentalism: Energy and Twenty-First-Century Eurasian Geopolitics”) e, nel contempo, ha prodotto un avvicinamento tra la Russia e l’Ungheria, la Grecia, Cipro, l’Armenia e perfino la Germania (cf. nomina di Gernot Erler).

Non ci è dato sapere come andrà a finire, ma uno scenario che purtroppo non è da escludere è quello di una nuova guerra di Crimea.

http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_di_Crimea

Francia e Regno Unito sono le stesse nazioni che volevano intervenire militarmente in Siria, anche se questo comportava il rischio di un conflitto con la Russia. Al posto del Piemonte questa volta ci sarebbe l’Italia, ma c’è da augurarsi che Renzi non veda in Tony Blair un modello anche per gli “interventi umanitari”.

Se il fine ultimo è davvero quello di scacciare i russi dal Mediterraneo allora, dopo Bengasi (Libia) e Tartus (Siria), potrebbe essere la volta di Sebastopoli.

http://www.juancole.com/2014/02/reason-crimean-war.html

specialmente dopo l’accordo russo-ucraino del dicembre 2013 per un’ulteriore espansione della presenza russa

http://www.eurasianet.org/node/67882

Ormai da anni siamo sull’orlo di un conflitto mondiale. Ci siamo andati vicini nel 2008, quando Israele aveva chiesto il via libera a Bush per un bombardamento. Poi di nuovo in Siria nel 2013. Ora è il momento dell’Ucraina (e della Georgia?).

Se davvero forze influenti vogliono lo scontro sarà praticamente impossibile evitarlo.

L’unico aspetto positivo di tutta questa faccenda è che per i media occidentali è sempre più difficile prendere per i fondelli l’opinione pubblica: quando uno constata che un governo legittimamente eletto è stato abbattuto per sostituirlo con un altro governo che pullula di neofascisti e neoliberisti è difficile che la retorica “libertaria” e “democratica” faccia presa su chi ancora possiede qualcosa di più di un cervello a mezzo servizio.

PACE E VITA NON SONO MAI STATE COSI’ INDISSOLUBILMENTE INTRECCIATE

Renzi il mutazionista – Vulgus vult decipi, ergo decipiatur

A cura di Stefano Fait

Web Caffè Bookique [Facebook]

Dimostreremo che non è vero che l’Italia e l’Europa sono state distrutte dal liberismo, ma che al contrario il liberismo è un concetto di sinistra, e che le idee degli Zingales, degli Ichino e dei Blair non possono essere dei tratti marginali dell’identità del nostro partito, ma ne devono essere il cuore.
Matteo Renzi, intervista al Foglio, 8 giugno 2012
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/12/08/con-renzi-verso-il-cacerolazo-votate-renzi/

Il sindaco di Firenze si sente un liberista e non ha paura a dirlo: «le idee degli Zingales, degli Ichino e dei Blair non possono essere dei tratti marginali dell’identità del nostro partito, ma ne devono essere il cuore», ha detto alcuni mesi fa. E ha più volte dichiarato che «il liberismo è di sinistra». Parole che risultano gradite a quegli elettori del centro-destra che sarebbero disponibili a cambiare barricata nel caso Renzi diventasse leader del Pd…«Per rilanciare l’economia Renzi ricalca le ricette montiane e della Bce, che sono basate sulla maggiore flessibilità del mercato del lavoro e su interventi quali la semplificazione fiscale e burocratica

http://espresso.repubblica.it/palazzo/2013/04/15/news/economia-renzi-e-liberista-br-1.53177

Vivo in un paese popolato da alcuni milioni di allocchi narcisisti, ciascuno dei quali è convinto che Renzi farà quel che lui/lei si aspetta da lui, indipendentemente da quel che il nuovo leader del PD ha dichiarato di voler fare nei suoi programmi. E’ neoliberista, ma siccome a loro questa cosa non piace, allora farà per forza politiche anti-liberiste. Sindrome di Peter Pan.

È già successo con Craxi, con Berlusconi, con Monti.

Diceva Montanelli: “L’unico modo per liberarci di Berlusconi è lasciarlo governare. Tutto finirà male, malissimo, nella vergogna e nella corruzione. E sarà stato inutile avere ragione”.

Per Renzi il discorso è leggermente diverso. Uomo della Merkel, di Blair, di JPMorgan Chase e Blackstone

http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2012/06/01/722410-renzi-blair-cena-pranzo.shtml

http://www.corriere.it/politica/13_luglio_19/merkel-renzi-invito_981c6246-f078-11e2-ac13-57f4c2398ffd.shtml

se diventerà capo del governo, seguirà fedelmente le istruzioni ricevute dall’alto – usare lo Stato a sostegno delle oligarchie e farne un capro espiatorio – e, a un certo punto, QUANDO le cose si metteranno male, verrà sacrificato.

La storia mostrerà che Berlusconi era molto più volpe di lui.

Gli italiani, invece, restano in buona parte fessi almeno quanto gli altri popoli che continuano a votare per i loro carnefici scambiandoli per figure messianiche. Raccoglieranno quel che hanno seminato col voto e ben gli starà.

cambiare-renzi-cambia-verso

agenda-monti

Santanché+cambiamento+Berlusconi+-+Nonleggerlo+MM manifestoobama_69921renzi_segreteria_pd_italia_cambia_verso3_okresizertestatanew_cambiamento testatina_sito_comit1000x288new
R_9939166db3crozza-imita-matteo-renzicrozza-imita-renziIl-Renzusconi-Mara-carfagna-ministro-della-Carità-9vignetta-renzi-bieber-apparatoSnapShot_064812o-RENZI-E-NONNE-facebookwewantrenzi--620x420o-MATTEO-RENZI-facebookmatteo-renzi-versione-252754renzirenzi-slide_265688_1803085_freeRenzusconirenzusconi-renzi-berlusconi-228706resizer2unità-contro-renzi6a00d83451654569e2017c382d2233970b-320wi1018_211539_Crozza-Paese-Meraviglie-620x3501115_214822_Crozza-620x3501266461_crozzaVENrenzini_thumb_big1451571_551828724906703_624992898_n1455998_710034835674316_814437859_n1459091_708955845782215_1839702169_n1471390_184389258430528_1224360189_n1472965_482737275178818_1837258133_n1474431_189123337945662_1938697517_n164917328-f28108ea-e2b2-4049-bcc2-d9886e8426a73154200311article_f386474d43faa4d1_1363673093_9j-4aaqsk1465199_787936514565252_463633803_ncorel100

curranposter41blog_renzi-giannino_01renzi-santo-subito-196283Renzi santo subito, ora…adesso!

A me basta la faccenda dell’orologio trecentesco della Torre d’Arnolfo di Palazzo Vecchio, per il quale Renzi non trova pace, perché ha un quadrante indicante le 24 ore ed è a lancetta unica che, a suo parere, inganna i turisti sull’ora esatta o, peggio, potrebbe dar da credere che l’amministrazione guidata da cotanto sindaco non lo regoli a puntino (e speriamo non s’accorga che il David di Michelangelo ha le gambe un po’ più corte di quanto ci aspetterebbe considerando la lunghezza delle braccia sulle curve auxologiche).

Non che sia mancato chi gli abbia fatto presente che quel tipo di orologio è caratteristico del XVI in cui fu creato dalle mani di Niccolò di Bernardo, e che ad aggiungere una lancetta si dovrebbe sostituire il quadrante, che è di Paolo Uccello, o la meccanica, che è di Giorgio Lederle, un geniale artigiano del XVII secolo. Macché, «troveremo uno sponsor, la gente deve vedere bene l’ora, mica deve essere un orologio filosofico». Non avrà le idee chiare neanche su cosa sia la filosofia, ma come biasimarlo? Lo fa per la «gente». E a chi gli obietta che sarebbe uno stupro a storia e cultura della sua città risponde piccato: «Mica voglio metterci un orologio al quarzo, è che così ’un funziona». Lasciando perdere il resto, l’aggiunta del pisello che Berlusconi decise per la statua di Marte che è a Palazzo Chigi, al confronto, è niente”.

http://malvinodue.blogspot.it/2013/12/mica-deve-essere-un-orologio-filosofico.html

Se i sindaci governassero il mondo – 15 obiezioni alla distopia globalista di Benjamin R. Barber

barber_comp-rev-1

Twitter [non in italiano]

Facebook [in italiano]

Ciò che noi, educatori delle nuove leve del Führer, vogliamo, è una moderna statualità articolata secondo il modello delle città-stato elleniche. Bisogna pensare a queste democrazie strutturate aristocraticamente, con la loro larga base economica di iloti, come ai maggiori risultati culturali dell’antichità. Il cinque-dieci per cento della popolazione, i migliori accuratamente selezionati, devono comandare, il resto deve lavorare e obbedire. Soltanto così sarà possibile raggiungere quelle alte mete che proponiamo a noi stessi e al popolo tedesco (Kaminski, 1998, p. 138).

Lo storico tedesco Eugen Kogon, sopravvissuto ai campi di concentramento per diventare uno dei padri della Repubblica Federale Tedesca, riferisce di un colloquio che ebbe nel 1937 con un ufficiale delle SS, che gli descrisse il futuro che avevano in mente i nazisti.

Il futuro è per i più piccoli: la posizione geopolitica non avrà più un grande peso, proprio grazie alle nuove tecnologie di comunicazione. Del resto l’Italia è nota in tutto il mondo per aver avuto delle città molto “potenti” come Genova o Venezia. Credo che i “piccoli” potranno farsi avanti se avranno volontà di farlo, delle strategie adatte, un gruppo dirigente che sappia creare entusiasmo su degli obiettivi precisi

Jacques Attali, già consigliere di François Mitterrand e uno degli intellettuali europei più ascoltati e citati

http://www.ladige.it/articoli/2010/04/23/attali-mondo-vince-chi-sa-cambiare

Venezia era Venezia, Genova era Genova, Firenze era Firenze: le repubbliche marinare e i comuni avevano una loro personalità. Ogni parte dell’ Italia era unica. Con il risultato che le città-Stato erano in competizione tra loro e questo era il motore della crescita, dell’ innovazione, del potere… Uso l’esempio del Sud Tirolo (l’Alto Adige, ndr). Quando ogni regione si auto-organizza, le cose riprendono a funzionare, come lì. Quando si dà uno stop alle interferenze e alle imposizioni di Roma, intesa come centro dello Stato, l’innovazione e la crescita lievitano, scompare la paura dello Stato. E la competitività ne guadagna enormemente. Questo, credo, è quello che l’Italia dovrebbe imparare dalla sua storia… Il primo passo necessario, probabilmente, sarebbe la separazione tra il Nord e il Sud. Per togliere paura ad ambedue le entità. Poi si dovrebbe andare verso regioni autonome, che si governano da sole. Dopo un po’ si potrebbe introdurre qualcosa che dia un feeling simbolico di identità italiana, ma niente di più. Come in alcuni Paesi è la monarchia… Io penso che, come entità politica, l’Europa sia finita. Credo nell’Europa culturale, nel senso dei valori dell’Occidente. Ma per il resto penso si debbano avere indipendenza, specializzazione, capacità di affrontare i propri problemi. E ognuno con la propria moneta.

Marcia Christoff Kurapovna, teorica neoliberista, collaboratrice del Wall Street Journal

http://archiviostorico.corriere.it/2012/luglio/14/Ispiratevi_alle_citta_del_Rinascimento_co_8_120714018.shtml

L’esimio sociologo neocon Benjamin Barber immagina un mondo senza stati-nazione, sostituiti da città-stato che amministrano le loro aree di pertinenza.

Secondo lui le città sono pragmatiche e non ideologiche e i sindaci sono più amati dei presidenti, le città sono meno sottoposte alla pressione lobbistica e le amministrazioni riescono a mantenere più promesse. Già si relazionano tra loro con unioni internazionali, come la Nuova Lega Anseatica o la Fondazione delle Megacittà.

Barber sostiene che la governance globale non ha bisogno di un grande edificio con governanti unitari. Può essere volontaria, informale, bottom-up. Raccomanda la costituzione di un parlamento mondiale delle città, perché gli Stati nazionali non possono governare a livello globale, mentre le città lo possono fare. Un pianeta governato dalle città rappresenterebbe un nuovo paradigma di governance globale, di glocalismo democratico e non imposizione dall’alto, di orizzontalismo invece di gerarchia, di interdipendenza pragmatica in luogo delle ideologie superate di indipendenza nazionale.

E’ un progetto che ha un futuro: la stampa angloamericana mainstream sta dando ampio spazio a chi suggerisce che città come Tokyo, New York, Londra, Chicago, Montreal, ecc. [es. cercate “London city-state” e “Montreal city-state”], seguano l’esempio di Singapore e, in parte, Honk Kong, dandosi uno statuto di città-stato.
Barber, nei prossimi anni, diventerà una star a livelli dell’Al Gore di inizio secolo, se l’agenda anarcocapitalista (fase finale del neoliberismo) procederà spedita:
http://it.wikipedia.org/wiki/Anarco-capitalismo

  IMG_0198-320x240

Si possono muovere numerose obiezioni a questo “nuovo ordine mondiale”:

1. Innanzitutto i sindaci di norma vengono eletti perché assecondano le esigenze (e i capricci) locali e si ripromettono di risolvere i problemi locali, prima di tutto e quasi esclusivamente. Difficile che un sindaco venga eletto perché promette di risolvere i problemi del mondo assieme ad altri sindaci.

2. A un sindaco, anche il sindaco di una megalopoli, manca una prospettiva non solo globale, ma anche semplicemente nazionale, e non ha senso che siano autorizzati a parlare a nome di milioni di persone che non abitano nella città o nei paraggi (e se i paraggi fossero davvero estesi, che differenza ci sarebbe rispetto agli stati-nazione e capi di stato attuali?).

3. Capita che i sindaci/giunte emanino disposizioni che entrano in conflitto con le legislazioni nazionali, se non addirittura con le costituzioni. Chi tutelerebbe il rispetto dei principi fondamentali? Con quale forza impositiva?

4. Circa il 50% della popolazione mondiale non vive in un contesto urbano. Di che tutele potrebbe godere?

5. E se questa popolazione non urbanizzata, che produce il 95% del cibo e delle risorse di cui necessitano le città, decidesse di scioperare per difendere la propria autonomia, che succederebbe?

6. L’esempio cinese (o di Singapore) non promette bene: i sindaci onnipotenti delle megalopoli non sembrano interessati a coordinarsi per il bene della Cina. Sembrano più intenzionati a trasformare le loro città in feudi personali e gli amministratori locali in cortigiani. Un caso non troppo dissimile è quello di Tokyo, che molti giapponesi considerano un’entità ipertrofica con un’eccessiva influenza sulla gestione del paese. Per non parlare della bancarottata Detroit.

7. Le città-stato del passato non erano certo il paragone della virtù e della concordia, né in Grecia, né in Italia o in Germania. La ‘culla della democrazia’ era in realtà un nido di serpi infido di città in perenne conflitto tra loro per centinaia di anni fino a che furono conquistate da un impero. L’Italia è un esempio classico di come un mosaico di piccoli staterelli è rimasto per secoli alla mercé delle grandi potenze e delle grandi banche. Se le città erano murate una ragione c’era.

8. Senza entità nazionali e federali chi amministra i parchi nazionali, la viabilità transcontinentale, i soccorsi ed aiuti di emergenza, la difesa, la lotta alla criminalità transnazionale? Chi salverà le istituzioni finanziarie troppo grandi per essere lasciate fallire? La tua città o la mia?

9. Oggi, nella maggior parte dei paesi democratici, il governo raccoglie le tasse dai cittadini e le distribuisce ai governi locali. Ci si sforza di contrastare le disparità dovute alle rendite di posizione che nascono dalla concentrazione di ricchezze e di competenze in certi luoghi strategici. Tuttavia, se i governi dovessero scomparire, i divari tra aree urbane e rurali crescerebbero stabilmente e le periferie finirebbero alle dirette dipendenze delle grandi città in grado di far valere la loro volontà con la forza e il ricatto.

10. Inoltre l’attenzione concentrata sulle questioni locale non farebbe che sviluppare il campanilismo e la competizione più sfrenata che ora i governi centrali riescono a gestire a beneficio di un’intera nazione.

11. Per quel che riguarda l’idea che i sindaci siano in grado di cooperare meglio dei leader nazionali, non è difficile capire perché ciò avvenga. Lo possono fare perché tutte le questioni più scottanti, controverse e potenzialmente esplosive vengono gestite a livello nazionale, e così i sindaci possono occuparsi di tutto quel che resta, come i bambini possono giocare assieme mentre i genitori si prendono cura dei problemi reali. Riusciamo ad immaginare una conferenza di sindaci che cercano di decidere riguardo a questioni complesse come il diritto delle donne all’aborto, la guerra alla criminalità organizzata, il welfare, ecc.?

12. La creazione di migliaia di città-stato sarebbe un regalo a quella porzione avida e priva di scrupoli delle élites. Essa prenderebbe il controllo di tutto le esistenti strutture di potere sfruttandole per i propri fini egoistici. La storia italiana, quella tedesca e quella giapponese ce lo insegnano.

13. I candidati a sindaco/governatore sarebbero molto probabilmente ricchi e non capirebbero le condizioni di vita dei distretti più poveri.

14. Infine, mi rifiuto di vivere in un mondo governato da politici post-ideologici, se questo significa che giustizia sociale, uguaglianza e fratellanza saranno incasellate nelle categorie “ideologia”, “populismo”, “radicalismo”. Abbiamo bisogno di più democrazia, non della fantasia di un mondo fiabesco, in cui tutti i sindaci non sono corrotti o vittime della sindrome del salvatore che ha sempre ragione perché è dalla parte del vero, del bene e del giusto.

Post-ideologico, al giorno d’oggi, è diventato sinonimo di neo-liberismo, la dottrina che promuove l’abolizione di quelle norme che tutelano i deboli dall’arbitrio dei forti in nome della “meritocrazia”: come se un bambino allevato “parsimoniosamente” non subisse contraccolpi a livello cognitivo e psicologico,  veri e propri handicap di cui non ha alcuna colpa e come se un bambino allevato in una famiglia benestante non avesse le migliori opportunità di sfruttare una posizione di rendita e di privilegio pregressa.

15. Il progetto di Barber ricorda troppo da vicino lo scenario denominato “renew-abad” nell’analisi futurologica intitolata “Megacities on the Move” di Forum for the Future e che prevede la riemersione delle “città-stato”, un massiccio uso delle energie rinnovabili; uso delle risorse strettamente regolamentato; “benevole” autocrazie sul modello cinese; il divario tra ricchi e poveri diminuito a livello sociale, ma aumentato a livello globale; iniziativa privata fortemente regolamentata dal potere centrale: “I governi impongono regole più severe e utilizzano tecnologie sempre più sofisticate per monitorare i cittadini e far rispettare la legge. Spesso decretano il distretto in cui uno dovrà risiedere, le modalità di spostamento, il livello di consumi energetici consentito. Il tasso di criminalità è calato drasticamente, il traffico è più fluido, ma le rappresentanze della società civile denunciano la morte della democrazia. Le città-stato controllano vasti territori come al tempo dell’Europa medievale”.

I centri urbani funzionerebbero come città-stato neo-feudali che sfruttano e tengono a bada le masse sottomesse e divise in clan neotribali in perenne conflitto – la filantropia al posto dei diritti sociali, la “sicurezza” al posto dei diritti civili, il populismo al posto della democrazia, il vassallaggio al posto del contratto sociale, il precariato al posto dei diritti dei lavoratori. No, grazie!

Chi potrebbe volere una cosa del genere?
Avete presente i semi terminator e zombie della Monsanto? Avete presente le sperimentazioni statunitensi per creare soldati-macchina privi di empatia che saranno poi usati contro la popolazione civile?
http://fanuessays.blogspot.it/2011/11/i-cyloni-sono-gia-tra-noi.html
http://www.independent.co.uk/news/science/super-soldiers-the-quest-for-the-ultimate-human-killing-machine-6263279.html
Avete presente le revisioni dei conti greci della Goldman Sachs? Avete presente il riciclaggio dei soldi del narcotraffico e della vendita di armi della HSBC? Avete presente le conseguenze letali delle politiche europee in Grecia?
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/10/09/islanda-grecia-egitto-italia-cavie-sovrane/
Avete presente le liste della morte di Obama? Avete presente Deepwater Horizon e Tepco? Avete presente l’Halliburton? Avete presente la guerra delle case farmaceutiche contro i paesi del Terzo Mondo? Avete presente il lobbismo delle multinazionali contro gli interessi e la salute della popolazione? Avete presente la Black Rock, la più grande società di investimento nel mondo, che gestisce un giro d’affari superiore al PIL della Germania? Avete presente il Washington Consensus? Avete presente l’11 settembre? Avete presente la misantropia di certi leader dell’ecologismo?
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/08/09/quando-lumanita-odia-se-stessa-la-misantropia-serrista/
Pensate seriamente che questo esercizio psicopatico di un potere spropositato sia capace di e disposto a disciplinare la sua avidità ed egoismo?

1-reports-per-year2-700x4602145 avvistamenti ufficializzati nel 2012 – 2250 all’inizio di ottobre 2013

http://www.amsmeteors.org/fireball_event/2013/


L’umanità può essere indotta ad accettare tutto questo?

Ecco la risposta di Jacques Attali (parti in rosso): meteoriti/impatti cosmici
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/26/jacques-attali-domani-chi-governera-il-mondo-2012-estratti/
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/09/23/spedizioni-cosmiche-consegna-rapida-e-sicura-in-tutto-il-mondo/

photo7http://sciencefictionruminations.wordpress.com/2011/12/05/adventures-in-science-fiction-cover-art-the-domed-cities-of-the-future/

602430_Artists-concept-of-a-giant-domed-city-in-an-asteroid-crater-on-a-hypothetical-planet52-houston-domeecocity-8Future_City_Under_The_Dome_Wallpaper_acztbSpring Arrives At The Eden Projectmanhattandomeelysiumhttp://it.wikipedia.org/wiki/Elysium_%28film%29

Il celebre scrittore di fantascienza William Gibson, incuriosito dalla possibilità che Singapore incarnasse l’avanguardia di quel mondo futuro che lui descriveva nei suoi romanzi, dopo aver visitato la città-stato, l’ha definita “Disneyland con la pena di morte” e ha ipotizzato che, se la IBM avesse potuto crearsi un suo staterello, le corrispondenze con la tecnocrazia capitalista di Singapore sarebbero state ragguardevoli. Un microcosmo fatto di conformismo, automatizzazione, sorveglianza capillare, carenza di creatività e di senso dell’umorismo, efficientismo, soppressione di tutto ciò che è considerato vecchio, censura, divieto di vendita di certi libri (inclusi, a quel tempo, i suoi!), programmi TV che insegnano ai vari gruppi etnici come essere stereotipicamente “se stessi”, locali gay clandestini, omologazione della moda e delle vetrine, ecc. Gibson conclude mestamente che, se gli architetti della società di Singapore dimostreranno di avere ragione – cioè che è così che una società dovrebbe essere amministrata – sarà una sconfitta per l’umanità, perché sarà la prova che essa può prosperare a dispetto della repressione della libera espressione delle personalità e dell’eterogeneità della natura umana.

astana1Astana
post-3990-1246826145Astana

Più inquietante ancora è l’allucinante “città-utopia” di Astana, capitale dell’odierno Khazakhstan, soprannominata la “base spaziale della steppa” e fortemente voluta dal dittatore Nursultan Nazarbaev, strenuo alleato della NATO, che ne magnifica l’architettura futuristica e sincretistica, gli appelli umanitaria al dialogo tra le fedi e le nazioni, alla pace, alla prosperità ed al progresso, ecc. Ma non c’è unità nella diversità ad Astana, non ci sono concordia, dignità, libertà, uguaglianza e fratellanza. È solo il sogno auto-celebrativo – realizzato con l’aiuto dei proventi petroliferi di un tiranno che si crede illuminato. È anche l’incubo di qualunque persona assennata. Non sembra essere una residenza popolarissima: doveva raggiungere il milione di abitanti nel 2012, ma è rimasta bloccata sotto la soglia degli 800mila e, di questo passo, al milione ci arriverà, forse, dopo il 2030. Tuttavia, nel 2010, Astana è stata scelta come sede di una conferenza diplomatica sui diritti umani dell’Organizzazione per la Sicurezza e Cooperazione in Europa.

Quello di Nazarbaev e delle città-stato tecnocratiche è un dispotismo che ha un futuro, perché non è orwelliano, non è sguaiato. È piuttosto molto paternalistico e retoricamente benevolo, un po’ come quello preconizzato da Tocqueville ne “La Democrazia in America” (1840):

Se cerco di immaginare il dispotismo moderno, vedo una folla smisurata di esseri simili ed eguali che volteggiano su se stessi per procurarsi piccoli e meschini piaceri di cui si pasce la loro anima… Al di sopra di questa folla, vedo innalzarsi un immenso potere tutelare, che si occupa da solo di assicurare ai sudditi il benessere e di vegliare sulle loro sorti. È assoluto, minuzioso, metodico, previdente, e persino mite. Assomiglierebbe alla potestà paterna, se avesse per scopo, come quella, di preparare gli uomini alla virilità. Ma, al contrario, non cerca che di tenerli in un’infanzia perpetua. Lavora volentieri alla felicità dei cittadini ma vuole esserne l’unico agente, l’unico arbitro. Provvede alla loro sicurezza, ai loro bisogni, facilita i loro piaceri, dirige gli affari, le industrie, regola le successioni, divide le eredità: non toglierebbe forse loro anche la forza di vivere e di pensare?

Lo spirito di questo possibile futuro è stato colto con una prodigiosa ed inquietante capacità precognitiva da Fëdor Dostoevskij nella Leggenda del Grande Inquisitore:

Il grande inquisitore si presenta come liberatore degli uomini dal peso della libertà. Sembra quasi una contraddizione: liberare dalla libertà. Ma è proprio questo ch’egli vuole fare: sollevare gli esseri umani da quella che sostiene essere la maledizione che il Cristo è venuto a portare agli uomini. Alla stragrande maggioranza di essi, dice il vegliardo al Cristo prigioniero che lo ascolta in silenzio, non si addice la vertigine della libertà, ma la servitù dello spirito… Il grande inquisitore e il Cristo sono fratelli e al tempo stesso nemici mortali. Cristo promuove la vita, l’inquisitore la soffoca…L’inquisitore sostiene le sue posizioni dal punto di vista della «ragion del volgo»: si presenta come amico e non come nemico del popolo. Egli, che ha detto di sì a tutte le tentazioni del demonio nel deserto, non vuole affatto costringere con la forza gli esseri umani ad obbedire; vuole piuttosto impadronirsi dell’animo. È l’anima umana che gli interessa. Il potere non compare come violenza, ma nella sua versione seduttiva, fino al punto di dispensare l’illusione di una vita oltre la morte. Noi, gli eletti – dice l’inquisitore – sappiamo bene che non è così, ma poiché sappiamo illudere gli uomini, essi moriranno felici (Gustavo Zagrebelsky, intervista, Il Sussidiario, 23 gennaio 2012)

E, non meno lucidamente, da Aldous Huxley in “Brave New World” e da David Mitchell in un romanzo trasposto sul grande schermo dai fratelli Wachowski (cf. “L’Atlante delle Nuvole”) che tratteggia una città-stato plutocratica, iperconsumista, castale ed ecologicamente compromessa chiamata Nea So Copros, retta da un’oligarchia, l’“Unanimità”, che si presenta unita ma in realtà è divisa da lobby, tribalismi e lotte di potere, ed è soprattutto condannata:

Nea So Copros si sta avvelenando da sola. Il terreno è inquinato, i fiumi sono privi di vita, l’aria è tossica, le scorte di cibo sono piene di geni canaglia. Gli strati inferiori non ce la fanno più a comprare le droghe indispensabili per affrontare queste privazioni. Le fasce di melanoma e malaria avanzano verso nord a una velocità di quaranta chilometri all’anno. Le Zone di Produzione dell’Africa e dell‘Indonesia che alimentano la domanda delle Zone di Consumo sono per il sessanta per cento inabitabili. La legittimità della plutocrazia, il benessere, sta scomparendo; le Leggi per l’Arricchimento promulgate dalla Juche sono semplici cerotti a fronte di emorragie e amputazioni. L’unica via d’uscita rimasta è la strategia tanto apprezzata da tutti gli ideologi della bancarotta: la negazione.

Al tempo della rivoluzione francese, Louis-Sebastien pubblicò una visione utopica, intitolata “L’anno 2440”, che doveva prefigurare l’esito finale dell’ingegneria sociale di un certo filone illuminista tecnocratico applicata alla rivoluzione. A distanza di qualche secolo Parigi sarebbe diventata una città puritana che avrebbe bandito caffè, the e tabacco. Sarebbe stata la capitale di una società imperialista che aveva occidentalizzato il mondo, che censurava la letteratura non allineata e inquisiva i dissidenti per convertirli. Una società patriarcale, fatta funzionare come un orologio, in cui non esistevano ozio e tempo libero, ma tutti dovevano rendersi utili in ogni momento. La separazione tra pubblico e privato era svanita e i doveri civici avevano eclissato le libertà civili. I critici hanno paragonato la Parigi di Mercier a una città di morti viventi, una necropoli. Dobbiamo contrastare ogni spinta in quella direzione con tutte le nostre forze.

« Older entries