Statue di cera vs. esseri umani
18 luglio 2016 a 17:02 (Futuro e Anticipazione, Verso un Mondo Nuovo)
Tags: Boris Johnson, Islanda, Organizzazione di Shanghai per la Cooperazione, Palestina, Palestina e Vaticano, Palmira, panta rei, papa e Palestina, papa Francesco, Regno Unito, Turchia, Ucraina, Unione Europea
A proposito del Brexit e dell’elvetizzazione europea
11 giugno 2016 a 11:27 (Stati Uniti d'Europa)
Tags: Brexit, democrazia diretta, elezione di richiamo, governance globale, integrazione europea, porcospini, recall, referendum, referendum inglese, Schopenhauer, Svizzera, Unione Eurasiatica, Unione Europea, uscita dall'Europa
Gli olandesi, l’Ucraina e i referendum inutili
21 aprile 2016 a 00:09 (Diritti umani e bioetica, Verità scomode)
Tags: accesso, adesione, autoritarismo, élite, democrazia diretta, democrazia rappresentativa, oligarchismo, parlamento olandese, ratifica, referendum, referendum olandese, Ucraina, Unione Europea
L’11 settembre francese visto dagli euroscettici/eurofobi
21 novembre 2015 a 12:05 (Controrivoluzione e Complotti)
Tags: CIA, estrema destra, euroscetticismo, Farage, Front National, Gladio, integrazione europea, Marine Le Pen, Mossad, Salvini, servizi segreti deviati, Strache, strategia della tensione, Unione Europea
L’unica cosa che non funziona del ragionamento di Dezzani, analista estremamente intelligente, è l’uso dell’avverbio “paradossalmente”:
“Le elezioni regionali del 6-13 dicembre nel frattempo si avvicinano e, PARADOSSALMENTE, gli attentati del 13/11 diretti dalla DGSE sembrano aver ulteriormente gonfiato le vele al partito anti-establishment par excellence, ossia il Front National, dato in testa ai sondaggi con il 27% delle intenzioni di voto, contro il 26% del PS ed il 25% dell’UMP19”.
http://federicodezzani.altervista.org/quel-filo-che-ervizi-segreti/
Non c’è nulla di paradossale, se la prospettiva cambia.
Dezzani crede che i servizi segreti deviati lavorino per il governo, ossia che non siano realmente deviati.
E lo crede perché, essendo radicalmente euroscettico, non può immaginare che gli autori di questa strategia della tensione possano essere eurofobi.
Non collega le continue pressioni esterne a Germania e Francia per le loro intese sotto banco con Putin.
Non vede che il progetto europeo si è sfaldato dopo la crisi del 2008 e che quindi la crisi non è stata usata per integrare ulteriormente l’Unione Europea o l’eurozona, ma semmai per dividerla.
E siccome non lo può concepire, non arriva a immaginare che Mossad-CIA-Gladio possano tifare per Marine Le Pen, Strache, Salvini, Farage, ecc., come già accadde negli anni Trenta del secolo scorso, quando le forze sovversive avevano altri nomi ma i medesimi obiettivi: fascistizzare il continente.
La nostra fortuna è che l’Europa, da allora, è molto cambiata e le cose andranno diversamente.
Rifugiati, eurozona, ordine globale: Cucinotta vs. Dezzani
9 settembre 2015 a 13:03 (Controrivoluzione e Complotti, Stati Uniti d'Europa)
Tags: crisi, Erdogan, eurozona, immigrazione, impero, Isis, Merkel, migranti, profughi, rifugiati, TTIP, Unione Europea
http://www.giornalettismo.com/archives/1885686/video-operatrice-calci-sgambetto-migranti-ungheria/
Da
http://federicodezzani.altervista.org/emergenza-immigrazione-ed-isis-lextrema-ratio-salvare-la-ue/#
Vincenzo Cucinotta (commenta anche su http://www.aldogiannuli.it/)
Condivido quasi interamente le tesi esposte nell’articolo, con qualche elemento di dissenso.
Il punto di dissenso più importante riguarda il progetto di Stati Uniti di Europa che io non credo venga realmente perseguito.
Il progetto di globalizzazione a cui assistiamo, prevede a mio parere il mantenimento degli stati attuali, ma totalmente svuotati di capacità decisionale e ridotti a strutture puramente repressive. Gli stessi USA sono una nazione in cui il potere delle istituzioni è gravemente mortificato, dove il capo della NSA si permette di replicare piccato allo stesso Obama, come nel caso dello scandalo delle intercettazioni alla Merkel. Obama appare sempre più come un burattino manovrato da dietro le quinte ma anche sbeffeggiato in modo palese e pubblico. Non si tratta della tradizone del capitale di influenzare gli organi istituzionali, siamo ormai ad un potere effettivo che allo scopo di portere avanti il suo progetto, è disposto anche a palesarsi. Non v’è quindi una nazione imperiale, c’è una cupola internazionale che detiene il potere e parassita i singoli paesi, sfruttandone la forza militare e tutte le risorse statali in generale.
Mi chiedo pertanto quale possa essere l’interesse a portare avanti il progetto di una federazione europea, secondo me anzi si teme la possibilità anche remota che possa costituirsi una entità statale potente in cui si possa innescare un processo per quanto improbabile di democratizzazione. Soprattutto, a cosa servirebbe una volta che verrà approvato il TTIP? Io mi spingo fino a dire che addirittura dopo la sua approvazione, la UE si scioglierà avendo svolto la sua funzione di globalizzazione e da allora in poi potrebbe costituire soltanto un ingombro. Bastano gli stati svuotati di ogni reale potere, ma aventi la funzione di fare il lavoro sporco, lasciando alla cupola finanziaria solo vantaggi.
Credo poi che questi potenti non abbiano un piano così preciso e dettagliato, anche perchè sanno che la situazione finanziaria che hanno determinato andrà in poco tempo verso un big bang che la distruggerà. Credo piuttosto ad una logica di breve periodo, la logica dell’arraffamento di chi non vede un grande futuro.
Si può spiegare tutto ciò che l’articolo descrive così bene come finalizzato a creare uno stato di caos organizzato per cui l’ISIS viene foraggiata e nello stesso tempo bombardata con droni (ma senza esagerare…). L’ISIS ha la funzione di impersonare il male assoluto per la ferocia diomostarta verso le persone, ma addirittura anche verso il patrimonio culturale dell’umanità. Gli europei, ma non solo loro, devono essere terrorizzati ma non realmente danneggiati, in modo che riconoscano la capacità degli USA di difenderli e quindi rendere questo legame indispensabile.
Non credo enanche ad un piano esplicito riguardo alle migrazioni, mi pare che questi potenti facendo i propri interessi, creano come effetto collaterale tali danni che poi non sanno come riparare e quindi questi profughi vengono dirottati dove è possibile, fregandosene degli effetti conseguenti, ma senza tuttavia che si possa parlare di un piano prestabilito. A quanto pare, questo imporvviso flusso di siriani a distanza di così tanti anni dall’inizio del conflitto, dipenda da una scelta di Erdogan di cacciarli o comunque di sollecitarli ad andarsene dai campi in cui risiedevano già da tempo, e mi pare che Erdogan abbia assunto già da tempo un atteggiamento diciamo dialettico rispetto al potente alleato, come del resto Israele e tutte le potenze di quella regione.
La reazione della Merkel mi pare improvvisata ed alquanto pasticciata in fondo. La Merkel, essendo un po’ meno peggio dei suoi colleghi, finisce per fare una figura migliore, ma solo per si confronta con politici di quarta fila.
Mi scuso per il lungo commento, suscitato dalla corposità dell’interessante articolo.
Federico Dezzani:
Grazie per il commento.
La federazione dell’Europa, gli USE, è senza dubbio l’obbiettivo sottostante all’euro: creando un governo federale per 500 mln di persone, il controllo del continente è enne volte più facile che cooptare 28 capi di Stato e comprare 28 parlamenti. Le sanzioni a Iran e Russia non sarebbero state possibili senza UE, da cui si ricava la necessità di mantenere viva l’Unione e di federare l’eurozona: senza USE, l’euro salta presto o tardi.
Credo che il “potere” abbia strategie di potere di lungo periodo, ma è non certo infallibile nell’attuarle: il capitolo immigrazione, assieme alla famiglia ed alla morale sessuale, è certamente in cima all’agenda.
Gli italiani lo fanno meglio (il libero pensiero)
11 giugno 2015 a 11:58 (Resistenza e Rivoluzione, Sorprendimi!)
Tags: assistenza, atteggiamenti, guerra, Italia, Italiani, Kiev, NATO, PEW, russofilia, russofobia, sondaggi, Ucraina, Unione Europea
Gli italiani si distinguono per la capacità di resistere alla grancassa mediatica pro-NATO e anti-russa
Chi l’avrebbe mai detto?
http://www.pewglobal.org/2015/06/10/nato-publics-blame-russia-for-ukrainian-crisis-but-reluctant-to-provide-military-aid/
http://www.futurables.com/2015/06/09/the-little-piigs-the-house-of-brics-and-the-big-bad-wolf-part-ii-the-eus-break-up-is-not-inevitable-but/
NATO (eurozona? UE?) al capolinea…
25 aprile 2015 a 17:54 (Resistenza e Rivoluzione, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: base navale russa, Cipro, eurozona, flotta russa, gasdotti, Grecia, Grexit, Mediterraneo, NATO, Putin, Russia, Turchia, Unione Europea
Vi era una grande e meravigliosa dinastia regale che dominava tutta l’isola e molte altre isole e parti del continente: inoltre governavano le regioni della Libia che sono al di qua dello stretto sino all’Egitto, e l’Europa sino alla Tirrenia [di Matteo Renzi, la storia si ripete NdA].
Tutta questa potenza, radunatasi insieme, tentò allora di colonizzare con un solo assalto la vostra regione [Grecia], la nostra [Egitto], e ogni luogo che si trovasse al di qua dell’imboccatura [Mediterraneo].
Fu in quella occasione, Solone, che la potenza della vostra città [Atene] si distinse nettamente per virtù e per forza dinanzi a tutti gli uomini: superando tutti per coraggio e per le arti che adoperavano in guerra, ora guidando le truppe dei Greci, ora rimanendo di necessità sola per l’abbandono da parte degli altri, sottoposta a rischi estremi, vinti gli invasori, innalzò il trofeo della vittoria, e impedì a coloro che non erano ancora schiavi di diventarlo, mentre liberò generosamente tutti gli altri, quanti siamo che abitiamo entro i confini delle colonne d’Ercole. Dopo che in seguito, però, avvennero terribili terremoti e diluvi, trascorsi un solo giorno e una sola notte tremendi, tutto il vostro esercito sprofondò insieme nella terra e allo stesso modo l’isola di Atlantide scomparve sprofondando nel mare.
Platone, “Timeo”, 24e-25d
Stanno strangolando la Grecia e il resto d’Europa [quanti siamo che abitiamo entro i confini delle colonne d’Ercole] per salvare certe banche europee che hanno preso il vizietto angloamericano di fregarsene della loro funzione sociale.
Più stringono il collo di Atene, più questa si allontana da Bruxelles a si avvicina a Mosca.
Mosca ha salvato la sua base navale di Sebastopoli, in Crimea, l’unica che può usare tutto l’anno (specialmente in caso di glaciazione) ma ha bisogno di un porto nel Mediterraneo.
Ha provato con Bengasi (> rivolta anti-Gheddafi) e ha provato con Tartus (> rivolta anti-Assad).
Ma ora tutto è più facile.
Cipro (che non ha dimenticato la gestione europea della sua crisi bancaria) ha detto sì alla marina della Russia (che non ha dimenticato come sono stati trattati i suoi correntisti a Cipro)
http://www.analisidifesa.it/2015/02/cipro-apre-i-suoi-porti-alla-marina-russa/
La Grecia potrebbe dire sì ai missili russi
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=11&pg=11275
L’Egitto ha già stretto accordi coi russi: “Russia ed Egitto hanno concordato di creare una zona di libero scambio e una zona industriale russa nei pressi del Canale di Suez. Secondo la tv russa Russia Today il Cairo vuole entrare nella zona di libero scambio Euroasiatica… Le imprese russe hanno partecipazioni in più di 400 aziende egiziane. La Russia aiuterà l’Egitto a sviluppare centrali nucleari e a creare una nuova industria nucleare nel paese. Lukoil, la seconda più grande compagnia petrolifera russa produce più del 16% del petrolio proveniente dall’Egitto”.
Il filo-russo Assad è ormai inamovibile
La Turchia si sta sfilando dalla NATO
http://www.limesonline.com/south-stream-addio-il-gas-di-putin-va-in-turchia/67521
http://www.linkiesta.it/russia-accordi-energia-nucleare-diplomazia-atomo
http://www.agichina24.it/focus/notizie/cosa-rivela-il-contratto-sino-turcobr-
http://rt.com/news/233803-turkey-china-antimissile-defense/
Israele protesta ma non ha alcuna intenzione di farsi vetrificare atomicamente da Mosca.
I missili russi alla Grecia (il ministero della difesa greco, Panos Kammenos, è molto vicino a Mosca e Pechino) servono per tenere buona la NATO e quelli all’Iran mandano un messaggio a Tel Aviv: “datevi una calmata, l’accordo sul nucleare è stato siglato, che non vi sfiori l’idea di attaccare l’Iran”
Il Mediterraneo orientale sta per diventare, di fatto, un mare russo e, in virtù dell’alleanza sino-russa, non c’è assolutamente nulla che l’Occidente possa fare per evitarlo.
Se l’offensiva diplomatica di Putin è trionfale è proprio perché Washington, non Mosca, è sempre più isolata:
http://www.opinione.it/economia/2015/03/31/lettieri_economia-31-03.aspx
Mentre la Russia si occupa dello scudo militare, la Cina si occupa di quello finanziario e sta già facendo shopping nel comparto agricolo in Grecia, Spagna e Italia, rivitalizzando delle salme.
Questa sinergia rassicura il crescente numero di paesi che hanno deciso di sfidare l’egemonia americana e condanna alla rovina l’ordine esistente.
Se NATO, Unione Europea e eurozona sono ormai inestricabilmente avvinghiate l’una all’altra, allora la sorte dell’una sarà anche quella delle altre.
Poi dovremo pensare alla ricostruzione, mettendo gli interessi e i bisogni della gente comune al primo posto.
Dopo che gli squali anti-putiniani (naturalmente!) si saranno scannati a vicenda:
“La «guerra» dei Rothschild. Il blasone unisce e divide la dinastia“
o saranno stati messi fuori gioco dai non più mansueti ex sudditi
Leading Indonesian family behind rival to Rothschild bid for Arms
Indonesian group takes on Nat Rothschild with proposed bid for ARMS
TerraNova – economia, finanza e geopolitica del futuro:
http://www.futurables.com/category/economia-futura/
AGGIORNAMENTI
https://plus.google.com/+StefanoFaitFuturAbles/posts
La pace, la vita e la nuova guerra di Crimea
27 febbraio 2014 a 19:44 (Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: 2014, Abkhazia, Alexei Navalny, Armenia, Bengasi, Blair, BRICS, Cameron, Cipro, Crimea, Dilip Hiro, Ebrei, flotta del Mar Nero, flotta russa, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, guerra di Crimea, guerre stellari, Kent Calder, Libia, marina russa, McCain, media occidentali, Menachem Margolin, NATO, Ossezia del Sud, pace, pacifismo, Piemonte, programma atomico civile iraniano, Renzi, riunificazione tedesca, Russia, Saakashvili, Sebastopoli, Siria, Tartus, Terza Guerra Mondiale, Ucraina, Ungheria, Unione Europea, vita
a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles
Dmytro Yarosh, il nuovo responsabile della sicurezza e della difesa ucraina
Nel pieno di una crisi internazionale esplosa sul territorio europeo, la Casa Bianca invita la Georgia a entrare nell’Unione Europea e nella NATO ed esorta Mosca a consegnarle Abkhazia (21% della popolazione di etnia georgiana) e Ossezia del Sud (29%), che la stessa Georgia aveva cercato di conquistare
al tempo della presidenza Bush, quando Saakashvili prese per buone le parole di John McCain e David Cameron
http://blogs.spectator.co.uk/coffeehouse/2008/08/mccain-and-cameron-close-for-now/
e attaccò la Russia
http://www.ceiig.ch/pdf/IIFFMCG_Volume_I.pdf
nella convinzione di godere del pieno appoggio anglo-americano.
Perché proprio ora? Perché in un momento così delicato, in cui tutto dovrebbe far propendere per il dialogo con i russi, nel tentativo di risolvere felicemente la crisi ucraina e quella siriana, congiuntamente alle trattative sul programma atomico civile iraniano, si sceglie di accendere gli animi e rinfocolare i sospetti? Perché i media occidentali non si allarmano per questa completa assenza di volontà di pace che può trascinarci oltre il bordo del precipizio?
Esaminiamo quel che abbiamo appreso in questi anni.
Sappiamo (Dilip Hiro, “After Empire: The Birth of a Multipolar World”) che negli anni successivi all’11 settembre i governi/regimi di Libia e Siria avevano autorizzato l’approdo delle navi della marina russa nei porti di Bengasi e di Tartus. Gheddafi aveva dichiarato che questa decisione serviva a garantirlo contro le ambizioni del Pentagono, perché la sua partecipazione alla Guerra al Terrore non gli pareva un’assicurazione sufficiente. Bengasi, Tartus, Sebastopoli (Crimea). Forse una coincidenza, o forse no.
Sappiamo che l’Occidente appoggia fermamente la candidatura a sindaco di Mosca dell’oppositore russo Alexei Navalny, un avvocato che nel 2012 ha invocato la riunificazione di Russia, Ucraina e Bielorussia e che ha paragonato gli indipendentisti del Caucaso a degli scarafaggi. Certamente non un uomo di pace.
In Ucraina la rivolta antigovernativa è stata guidata dall’estrema destra ultranazionalista, antisemita, omofoba e russofoba, che ora è arrivata al governo ed è a capo della sicurezza nazionale (!!!). Una serie di attacchi a sinagoghe ed ebrei ucraini hanno spinto il rabbino Menachem Margolin, direttore generale dell’Associazione delle organizzazioni ebraiche in Europa, a chiedere al governo israeliano di proteggere gli ebrei ucraini da eventuali pogrom ad opera della destra giunta al potere.
In Siria il lassismo (e connivenza?) occidentale hanno fatto sì che la guerra civile ora veda ribelli siriani, militanti kurdi e truppe regolari siriane alle prese con migliaia di mercenari fondamentalisti sunniti giunti da tutto il mondo arabo e retribuiti da Arabia Saudita e Qatar.
La NATO, che aveva promesso che in cambio della riunificazione tedesca avrebbe rinunciato ad incorporare l’Est Europa, ha spostato a est i suoi confini fino alla Russia e ora si prepara ad inglobare Georgia e Ucraina. Il dislocamento delle sue batterie missilistiche in prossimità delle basi russe consente allo scudo antimissile “Guerre Stellari” di intercettare eventuali missili balistici intercontinentali russi prima che raggiungano la velocità di crociera. La questione, però, è che questo sistema di difesa sarebbe utile solo in caso di attacco americano e quindi una sua maggiore efficacia data dalla accresciuta vicinanza aumenta di fatto le probabilità che un’amministrazione statunitense aggressiva possa decidere di tentare la sorte.
Quest’aggressività per nulla dissimulata ha persuaso grandi potenze emergenti come la Cina, la Russia, l’India, il Brasile e il Sudafrica a far fronte comune (Kent Calder, “The New Continentalism: Energy and Twenty-First-Century Eurasian Geopolitics”) e, nel contempo, ha prodotto un avvicinamento tra la Russia e l’Ungheria, la Grecia, Cipro, l’Armenia e perfino la Germania (cf. nomina di Gernot Erler).
Non ci è dato sapere come andrà a finire, ma uno scenario che purtroppo non è da escludere è quello di una nuova guerra di Crimea.
http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_di_Crimea
Francia e Regno Unito sono le stesse nazioni che volevano intervenire militarmente in Siria, anche se questo comportava il rischio di un conflitto con la Russia. Al posto del Piemonte questa volta ci sarebbe l’Italia, ma c’è da augurarsi che Renzi non veda in Tony Blair un modello anche per gli “interventi umanitari”.
Se il fine ultimo è davvero quello di scacciare i russi dal Mediterraneo allora, dopo Bengasi (Libia) e Tartus (Siria), potrebbe essere la volta di Sebastopoli.
http://www.juancole.com/2014/02/reason-crimean-war.html
specialmente dopo l’accordo russo-ucraino del dicembre 2013 per un’ulteriore espansione della presenza russa
http://www.eurasianet.org/node/67882
Ormai da anni siamo sull’orlo di un conflitto mondiale. Ci siamo andati vicini nel 2008, quando Israele aveva chiesto il via libera a Bush per un bombardamento. Poi di nuovo in Siria nel 2013. Ora è il momento dell’Ucraina (e della Georgia?).
Se davvero forze influenti vogliono lo scontro sarà praticamente impossibile evitarlo.
L’unico aspetto positivo di tutta questa faccenda è che per i media occidentali è sempre più difficile prendere per i fondelli l’opinione pubblica: quando uno constata che un governo legittimamente eletto è stato abbattuto per sostituirlo con un altro governo che pullula di neofascisti e neoliberisti è difficile che la retorica “libertaria” e “democratica” faccia presa su chi ancora possiede qualcosa di più di un cervello a mezzo servizio.
PACE E VITA NON SONO MAI STATE COSI’ INDISSOLUBILMENTE INTRECCIATE