La Brexit e la democrazia della paura
28 giugno 2016 a 07:21 (Guerra al Terrore, Miti da sfatare, Verità scomode)
Tags: astensione, Brexit, bugie, democrazia della menzogna, democrazia diretta, disinformazione, George Soros, giovani, Jacob Rothschild, propaganda, referendum, Stefano Feltri
A proposito del Brexit e dell’elvetizzazione europea
11 giugno 2016 a 11:27 (Stati Uniti d'Europa)
Tags: Brexit, democrazia diretta, elezione di richiamo, governance globale, integrazione europea, porcospini, recall, referendum, referendum inglese, Schopenhauer, Svizzera, Unione Eurasiatica, Unione Europea, uscita dall'Europa
Vecchio euro, nuovo euro, brexit, grexit e ingerenza umanitaria negli USA
31 Maggio 2015 a 00:58 (Controrivoluzione e Complotti, Resistenza e Rivoluzione, Stati Uniti d'Europa, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: Brexit, da Lisbona a Vladivostok, euroscettici, eurozona, Federico Dezzani, Grexit, indipendenza scozzese, Intermarium, Kissinger, Napolitano, riunificazione irlandese
Moneta unica in avvitamento, tensione militare in ascesa
L’impero americano, fedele a questo principio, si sta ripiegando su se stesso: ha perso la capacità di eterodirigere il Sud America, l’influenza sull’India, la guerra in Afghanistan ed il controllo del Medio Oriente, dove è stato inoculato l’ISIS perché facesse terra bruciata dopo la dipartita dall’Iraq del 2011. Ora Washington lotta disperatamente per conservare il dominio sull’Europa occidentale, politicamente e militarmente ignava, ma tra le economie ancora più produttive al mondo.
http://federicodezzani.altervista.org/moneta-unica-avvitamento-tensione-militare-ascesa/
…e su Giappone, Taiwan, Filippine e Oceania.
Il fatto che Washington non abbia richiamato all’ordine il premier inglese David Cameron, dissuadendolo dall’indire il referendum, significa che il processo federativo europeo è ormai defunto e gli inglesi sono liberi di ritirarsi in buon ordine da Bruxelles, dove hanno assolto finora il ruolo di ferrei difensori degli interessi atlantici.
http://federicodezzani.altervista.org/moneta-unica-avvitamento-tensione-militare-ascesa/
Non credo. Penso che il referendum, come nel caso scozzese, darà il risultato desiderato: un nulla di fatto. Perché l’establishment inglese dovrebbe accettare di non aver più voce in capitolo nelle faccende continentali? Perché dovrebbe creare i presupposti per la secessione scozzese dopo aver fatto di tutto per impedirla? E perché dovrebbe risvegliare la questione della riunificazione irlandese (gli irlandesi accetterebbero di trovarsi all’improvviso separati da una frontiera così netta?).
gli USA infatti, sebbene diano ormai per spacciato il progetto della moneta unica, hanno bisogno di tempo per realizzare un progetto alternativo agli Stati Uniti d’Europa (il TTIP ed il conflitto con la Russia) che vincoli stabilmente l’Europa alla loro sfera di dominio.
Rimarrà la Grecia nell’eurozona? La risposta è no.
http://federicodezzani.altervista.org/moneta-unica-avvitamento-tensione-militare-ascesa/
Siamo davvero sicuri?
La Casa Bianca sarebbe disposta a consentire alla Grecia di entrare definitivamente e irrimediabilmente nella sfera BRICS, pur restando nella NATO e nell’Unione Europea, con potere di veto?
Impossibile!
Lo Spiegel si permette da un lato, con retorica eleganza, di definire Tsipras un decerebrato (“If Tsipras has an ounce of political understanding…”) e dall’altro invita la Germania a trovare un compromesso che il governo greco ha già detto di essere disposto ad accettare (rinvio dei pagamenti e taglio degli interessi sul debito)
Aggiungo un altro argomento che vale per la controparte.
Perché due potenze che stanno facendo di tutto per abbattere il dollaro e con esso l’Impero dovrebbero dare il via libera alla dissoluzione dell’eurozona, che rafforzerebbe fenomenalmente il dollaro e danneggerebbe le loro economie (decapitando l’essenziale Nuova Via della Seta) in una fase così delicata di questo scontro finale? Perché rischiare di mettere a repentaglio il loro veto indiretto nell’UE e nella NATO e i numerosi accordi bilaterali tra Cina e UE?
http://www.scmp.com/business/article/1757753/chinese-investment-european-union-looks-set-continue
La mia ipotesi di lavoro provvisoria è che non succederà nulla fino a quest’autunno o addirittura fino alla fine del 2016, perché Mosca e Pechino non vogliono nessuna “rivoluzione colorata” ad Atene (non potrebbero aiutare il governo) e perché tutti sanno che Wall Street è destinata a crollare, e con lei il dollaro. A quel punto, dopo il deflusso della presenza militare americana in Europa (le basi diventeranno finanziariamente insostenibili) si potrà decidere che fare dell’euro, dell’UE, della BCE e dei vari accordi e trattati internazionali, senza eccessive complicazioni di ordine bellico e golpistico.
Sembra archiviata l’era della politica tedesca monopolizzata dalla CDU/CSU succube dei diktat americani e visceralmente ostile a Mosca: campione di quel periodo è senza dubbio il bavarese Franz Josef Strauss, ministro della difesa dal 1956 al 1962, acerrimo avversario della Ostpolitik del socialdemocratico Willy Brandt, propugnatore degli Stati Uniti d’Europa e padre della cooperazione militare tra Germania ed Israele15, che consente oggi a Tel Aviv di dispiegare le proprie testate nucleari (illegali) su sottomarini Dolphins made in Germany.
http://federicodezzani.altervista.org/moneta-unica-avvitamento-tensione-militare-ascesa/
Anche Heinz Alfred “Henry” Kissinger è bavarese e sarà ben felice di conferire di persona il premio a lui stesso intitolato (sì, esiste un “premio Kissinger”, che è un po’ come dire “premio Ribbentrop”) al nostro “beneamato” Giorgio Napolitano e all’ex ministro degli Esteri tedesco Hans-Dietrich Genscher (uno dei principali responsabili della distruzione della Jugoslavia) «in riconoscimento degli straordinari contributi al consolidamento dell’integrazione e stabilità europea»
Sono convinto che certi potentati bavaresi che a suo tempo hanno agevolato l’ascesa di un certo austriaco siano ancora al servizio dello stesso progetto imperiale transnazionale.
Però allo stesso tempo la CSU, il partito che monopolizza il potere bavarese, è euroscettico, forse perché lo è il suo elettorato.
Le divergenze sull’Ucraina si saldano alle tensioni tra Washington e Berlino sulla gestione dell’euro-crisi: gli americani pretendono invano da due anni che la Germania allenti la morsa dell’austerità (gradita da Wall Street e dalla City nella misura in cui non mette a repentaglio l’euro) e si impegni nella fondazione degli Stati Uniti d’Europa; la Germania legge invece nitidamente nelle manovre ucraine degli angloamericani la volontà di separarla da Russia e Cina.
http://federicodezzani.altervista.org/moneta-unica-avvitamento-tensione-militare-ascesa/
È vero, Washington sa che la Grecia può bloccare l’UE e la NATO tramite il suo potere di veto, che tornerebbe molto comodo a Mosca.
Io non riesco a capire le mosse tedesche se non nell’ottica di chi desidera scongiurare in ogni modo la nascita degli Stati Uniti d’Europa, che sono ormai, fortunatamente, un miraggio inagguantibile. Charles De Gaulle esulta e noi (come qualunque persona savia) con lui!
Confederazione sì, federazione no!
Attenzione, però. Mosca dichiara che gradirebbe creare un blocco valutario eurasiatico: “In this [EEU] format it would be possible to consider the possibility and conditions of eventually creating a monetary union,” Medvedev said.
http://sputniknews.com/business/20150529/1022701382.html#ixzz3begAivsm
Unione monetaria di che tipo? Moneta unica? Moneta comune?
C’entra la nascita di un’unione eurasiatica da Lisbona a Vladivostok come quella auspicata da De Gaulle, Putin e dalla Merkel?
Blocco del dollaro, blocco del bolivar, blocco dello yuan, blocco dell’euro, blocco del rublo, blocco della rupia, ecc. Ecco lì il nuovo ordine multilaterale. Un paniere di valute (assieme a oro e forse argento?) senza che una sia egemone rispetto alle altre. Per me va bene, se l’obiettivo è quello di generare investimenti e benessere (sovranità nazionale sul credito e produttività, come in Cina e Russia), non guerre valutarie e crescenti disuguaglianze (controllo privato dell’emissione del credito, rendite e giogo debitorio sulle masse, come in USA, UK, UE).
Nazionalista duro e puro, anti-tedesco21 ed ancor più russofobo, contrario all’unione politica dell’Europa ed all’ingresso di Varsavia nell’euro, favorevole all’installazione di basi NATO permanenti sul territorio polacco, Duda si inquadra alla perfezione nella nuova strategia angloamericana: sfumati gli Stati Uniti d’Europa e caduta l’ideologia comunista, la massima minaccia strategica agli interessi di Washington è l’integrazione economica tra l’Europa occidentale e la Russia, da fermare ad ogni costo. In quest’ottica è indispensabile fomentare i nazionalismi del centro-est Europa anti-tedeschi ma soprattutto anti-russi, in primis quelli di Polonia, Ucraina e degli Stati Baltici.
L’elezione di Andrzey Duda alla presidenza della Polonia accelera la formazione dell’Intermarum sognato tra il 1918 ed il 1920 dal capo delle forze armate polacche Jozef Pilsudski: la federazione di Lituania, Polonia ed Ucraina che, allargandosi dal Mar Baltico al Mar Nero, separi Germania e Russia. A fornire oggi i mezzi militari, economici e soprattutto il collante politico per la riedizione dell’Intermarium sono gli angloamericani che, abbandonata l’eurozona ad un lento ed ineluttabile naufragio, si concentrano ora sull’asse Estonia-Ucraina sviluppandone tutto il prezioso potenziale anti-russo….nel disperato tentativo di sedare le spinte centrifughe in seno all’Europa, Washington e Londra non esiteranno a scatenare una guerra regionale che compatti la NATO e mantenga separata Berlino, libera dai legacci dell’euro e dell’Unione Europea, da Mosca, ponte economico e logistico verso l’Asia.
http://federicodezzani.altervista.org/moneta-unica-avvitamento-tensione-militare-ascesa/
Zbigniew Brzezinski è polacco ma Radio Liberty gli rifila un ceffone, definendo il suo progetto anti-russo “inefficiente” (= faida interna tra neocon sionisti e imperialisti “America First” che temono, giustamente, che Israele mandi in fumo le loro strategie). Meglio l’Intermarium o una risorgenza asburgica senza l’Austria. Il fatto che la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Slovacchia siano governate da leader filo-putiniani e che gli ucraini siano insorti nella speranza di entrare più facilmente nell’Europa, non con l’intento di trovarsi intruppati in un macrostato-cuscinetto straccione destinato all’annientamento in caso di guerra tra USA e Russia non sembra turbare questi strateghi dissociati dalla realtà
Federico Dezzani pensa che la guerra mondiale si stia avvicinando.
Io invece credo che i neocon guerrafondai stiano perdendo la partita e che per questo dovranno giocarsi l’ultima carta: spingere gli USA oltre l’orlo del baratro, verso il fascismo esplicitato. Però questo segnerà la loro rovina, perché la popolazione americana, diversamente da quella tedesca dei tempi di Hitler, si difenderà con le armi, la marina non interverrà contro la popolazione e una percentuale ragguardevole del resto delle forze armate si schiererà con i cittadini.
Se guerra sarà, si tratterà, ironicamente, un’ingerenza umanitaria del resto del mondo negli USA, per salvare la popolazione insorta dalle rappresaglie della tirannia.