Tra parentesi, Johnson ha ragione sulla #glaciazione, naturalmente, come stanno scoprendo gli stessi scienziati.
Sondaggisti asserviti
14 luglio 2016 a 08:14 (Cambiamento climatico, Futuro e Anticipazione, Resistenza e Rivoluzione)
Tags: Boris Johnson, Donald Trump, glaciazione, presidenziali, previsioni, sindaco di Londra, sondaggi, sondaggisti
Le meschinità giornalistiche non aiuteranno la Clinton: la condanneranno
7 giugno 2016 a 09:00 (Miti da sfatare)
Tags: Bernie Sanders, convenzione democratica, delegati, disinformazione, Donald Trump, elettori indipendenti, Hillary Clinton, Jill Stein, primarie democratiche, propaganda, regole, sondaggi, superdelegati
Gli italiani lo fanno meglio (il libero pensiero)
11 giugno 2015 a 11:58 (Resistenza e Rivoluzione, Sorprendimi!)
Tags: assistenza, atteggiamenti, guerra, Italia, Italiani, Kiev, NATO, PEW, russofilia, russofobia, sondaggi, Ucraina, Unione Europea
Gli italiani si distinguono per la capacità di resistere alla grancassa mediatica pro-NATO e anti-russa
Chi l’avrebbe mai detto?
http://www.pewglobal.org/2015/06/10/nato-publics-blame-russia-for-ukrainian-crisis-but-reluctant-to-provide-military-aid/
http://www.futurables.com/2015/06/09/the-little-piigs-the-house-of-brics-and-the-big-bad-wolf-part-ii-the-eus-break-up-is-not-inevitable-but/
Meglio pensare al dopo Renzi e al dopo “Partito della Nazione”…
1 Maggio 2015 a 20:06 (Controrivoluzione e Complotti, Verità scomode)
Tags: cinepanettone, consenso, fine di Renzi, Matteo Renzi, mediocrità, Michael Ledeen, Mussolini, neoconservatori, Partito della Nazione, perdente, Pieraccioni, Renzi Ledeen, sondaggi
Non ho mai capito perché abbiano scelto lui. Forse doveva rassicurare le mamme italiane e conquistare i voti dei fan di Pieraccioni?
Fatto sta che non funziona. Solo una minoranza di persone è felice di farsi governare da qualcuno che considera più mediocre di lui/lei, specialmente sulla scena internazionale (noi italiani, come tutti i popoli narcisisti, amiamo criticarci ma non perdoniamo chi ci fa sfigurare e non perdoniamo le critiche altrui).
Così nei sondaggi Renzi è stabilmente sotto il 40%, tallonato dai vari G.W. Bush e Hollande nei loro momenti peggiori:
Solo una situazione di marcata instabilità sociale potrebbe farlo risalire, ma a patto che fosse in grado di gestirla senza troppe bischerate, incertezze, ambiguità, smargiassate. Direi che non ha alcuna chance. E’ un ganassa, uno sbruffone nato. Per questo si è lasciato usare e per questo è già sulla via del declino.
I suoi avversari politici sono potenti e sono pronti a fargli le scarpe:
“Dal partito del Divo Giulio, Enrico Letta ha ereditato anche l’afflato terzomondista che gli costa la poltrona a Palazzo Chigi: inserendosi senza essere invitato nel gioco delle grandi potenze sul nucleare iraniano, il governo Letta invia a Teheran il ministro degli Esteri Emma Bonino già nel dicembre del 2013; sfidando il boicottaggio di Washington e delle cancellerie occidentali che ha come pretesto la violazione dei diritti degli omosessuali (il regime change ucraino è ancora in gestazione), Enrico Letta partecipa all’inaugurazione dei Giochi Olimpici di Sochi nel febbraio 2014; è fautore di una politica araba che non subordina la questione palestinese ai diktat israeliani e dei falchi americani. Cerca insomma di ritagliarsi un margine di manovra all’interno dei paletti fissati dagli USA, attirandosi lo scherno delle figure italiane più vicine a Tel Aviv ed ai repubblicani, come il giornalista Giuliano Ferrara che lo definisce sprezzantemente un “giovane vecchio”.
http://federicodezzani.altervista.org/aspettando-il-partito-della-nazione/
Come abbiamo visto, i suoi sponsor neocon non se la passano bene.
Non gliene va in porto una, sono sulla difensiva e probabilmente non riusciranno a far eleggere Hillary Clinton:
“Dichiarato già negli anni ’80 persona “non grata” dall’ammiraglio Fulvio Martini a capo del SISMI, non solo Ledeen non si allontana dall’Italia ma interferisce ancora con la politica nostrana, segnalando a Washington gli amici fidati di USA ed Israele: risale infatti al 2007 l’articolo che Ledeen scrive per l’influente rivista conservatrice National Review, dove racconta di aver avuto due anni prima (2005) uno scambio di battute con con giovane amico italiano sui vini del Bel Paese. Il commensale con cui discetta di bottiglie è un rampante e brillante politico toscano, appena rieletto alla presidenza della provincia di Firenze: Matteo Renzi.
Abbiamo quindi uno storico del fascismo, studioso e collaboratore di Renzo De Felice, invischiato in traffici illegali d’armi, inserito nei servizi segreti americani e forse israeliani, neo-conservatore affiliato all’American Enterprise Institute, che diventa mentore di Matteo Renzi fin dal 2005 e, quasi sicuramente, ne segue passo dopo passo la scalata al potere.
È lecito supporre che alla base delle incredibili somiglianze tra gli esordi di Benito Mussolini e Matteo Renzi, ci sia lo studioso del fascismo Micheal Ledeen? Sì, è lecito.
Il Partito della Nazione, nella sua gestazione e nei tratti che sta assumendo, è la versione aggiornata del fascismo-regime o partito-nazione che Dino Grandi e Benito Mussolini concepirono nel 1922-1923.
Micheal Ledeen sta suggerendo a Matteo Renzi come resuscitarlo, passo dopo passo, fiducia dopo fiducia, giorno dopo giorno”.
http://federicodezzani.altervista.org/la-legge-acerbo-si-ripete-con-la-farsa-italicum/
Non ci sarà alcun Partito della Nazione perché la ripetizione farsesca della storia è come un cinepanettone che diventa realtà: l’entusiasmo è passeggero e la gente passa presto a occuparsi delle cose serie della vita.
SCHEDA
Il neocon, sionista, ultraguerrafondaio Michael Ledeen è uno dei principali sponsor di Matteo Renzi.
Questo spiacevolissimo dato di fatto è stato confermato da:
Corriere della Sera
L’Espresso
L’Unità
http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/2490000/2486104.xml?key=bersani&first=341&orderby=1
Il Giornale
http://www.ilgiornale.it/news/interni/strana-amicizia-premier-lamericano-indesiderato-1012850.html
Il Sole 24 Ore (N.B. descrivere Tony Blair e i neocon come se fossero su fronti opposti è straordinario)
Gad Lerner
http://www.gadlerner.it/2014/04/22/lamico-amerikano-di-renzi-e-il-giornale-complottista
Fatto Quotidiano
Formiche: “Ledeen, ormai settantatreenne, non ha mai smesso negli Stati Uniti di occuparsi d’Italia e d’italiani. Lo dimostra il suo articolo di elogi a Mattarella appena pubblicato da The Wall Street Journal. Non più tardi dell’autunno scorso egli ha partecipato in Toscana al ricevimento nuziale di Marco Carrai, tanto giovane quanto storico amico di Renzi, suo testimone di nozze”.
http://www.formiche.net/2015/02/19/mattarella-renzi-usa-libia-isis/
Michael Ledeen
http://www.wsj.com/articles/michael-ledeen-a-chance-for-italy-to-distinguish-itself-1424206385
Il 54% degli europei non si fida dell’informazione ufficiale sull’Ucraina
22 aprile 2015 a 10:09 (Verità scomode)
Tags: controinformazione, Europa, giornalismo, giornalisti, informazione, media, opinione pubblica, sondaggi, stampa, Ucraina
Ucraina, Iran e gli affanni del colonialismo atlantista (neoatlantideo)
26 novembre 2013 a 23:25 (Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: accerchiamento, Asia, Brzezinski, Cina, FMI, geostrategia, imperialismo americano, integrazione europea, Iran, Israele, maquiladoras, Messico europeo, NATO, neocolonialismo, Putin, Russia, sondaggi, Stati Uniti, Terza Guerra Mondiale, Timoshenko, Ucraina, ucraini, Unione Europea, Vietnam
A cura di Stefano Fait
Sappiamo che la Russia ha mantenuto il controllo della Siria e non ha alcuna intenzione di permettere agli americani di piazzare armi ostili ai suoi confini (Polonia e Romania) con la risibile scusa di voler difendere l’Europa dai missili iraniani.
Sappiamo che la strategia americana – quella di Brzezinski – prevede di strappare l’Ucraina e l’Iran alla sfera egemonica russa e che Israele e Arabia Saudita rischiano di mandare tutto in fumo.
L’accordo sul nucleare iraniano non piace a Israele e ai neocon, ma rispecchia questa volontà della Casa Bianca, che ha come unico obiettivo quello di accerchiare la Russia (visceralmente odiata dal polacco Brzezinski), mentre Australia, Corea del Sud, Giappone, Taiwan e il Vietnam (!!!) assistono gli Stati Uniti nell’accerchiamento della Cina (Tibet e Xinjiang tengono alta la tensione all’interno, un ruolo svolto da Cecenia, Dagestan e Georgia nei confronti della Russia).
Forse il fallimento della trattativa con l’Ucraina indica che gli americani hanno pensato di fare un baratto: ti lascio l’Ucraina e la Siria, tiro il guinzaglio a Israele e Arabia Saudita, ma in cambio tu molli l’Iran?
Peggio per l’Europa neocoloniale, e in particolare per la Germania, che molto probabilmente aveva già messo gli occhi sul Messico europeo, l’Ucraina, una terra ideale per piazzarci maquiladoras e per fare man bassa delle risorse locali, inclusa la manodopera, attraverso le classiche politiche austeriste e privatizzatrici del FMI (= togli ai poveri per dare ai ricchi e spiega che lo fai per il bene dei poveri).
Sia come sia, il governo ucraino ha detto “ni” e ora gli statisti europei protestano invocando la comune matrice europea: “l’Ucraina è Europa”. Come se la Russia non fosse Europa e come se invece lo fosse la Turchia. Come se una proposta che dà via libera alle locuste occidentali possa essere seriamente intesa come una dimostrazione di affetto fraterno paneuropeista. Affetto e fratellanza come quelli che hanno potuto toccare con mano i greci e tutti i PIIGS? PIIGS con due “I” perché, a dispetto dei proclami, l’Irlanda è ancora prigioniera del debito e la “sua” crescita è unicamente quella delle multinazionali che si sono trasferite lì per non pagare tasse (parassiti si nasce, grandi parassiti si diventa)
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/12/atlantide-contro-eurasia-la-principale-causa-della-terza-guerra-mondiale/
Per non parlare della follia di un’istituzione come l’Unione Europea che, invece di fare tutto il possibile per dare un futuro ai suoi giovani, si lascia adoperare dalla Casa Bianca e dal Pentagono per espandere la NATO nel cortile di Putin (far incazzare una potenza nucleare che ci fornisce l’energia per scaldarci d’inverno è furbo quanto mandare migliaia di soldati in mezzo all’Asia, tra Cina, Russia, Iran e Pachistan).
I partner commerciali dell’Ucraina (che pare sia più sveglia dell’UE): importazioni > RUSSIA 19.4%, Cina 10.2%, Germania 9.6%, Bielorussia 7.8%; esportazioni > RUSSIA 23.7%, Turchia 6%, Cina 4.1%.
Si ribatte: gli ucraini non hanno avuto alcuna possibilità di dire la loro. È vero, ma non sembra che la cosa possa essere così problematica. I sondaggi ci dicono che per metà degli ucraini cambiava poco tra Russia o UE: “Con Franza o Spagna purché se magna”
http://www.dw.de/ukrainian-support-for-eu…/a-17189085
Quanto alla pasionaria Timoshenko, cerchiamo di capire chi è veramente.
2005: Rivoluzione arancione. Yulia Timoshenko (frequentatrice di grandi corrotti e sfrenata privatizzatrice di ricchezze ucraine dopo la caduta dell’Unione Sovietica – “durante questo periodo, fu soprannominata la “principessa del gas” per le accuse di aver stoccato enormi quantità di metano, facendo aumentare le tasse sulla risorsa”) e Victor Yushenko sono anche responsabili della riabilitazione di Stejpan Bandera, terrorista, collaborazionista nazista, poi espatriato a Monaco di Baviera per restare vicino ai suoi “amiconi” nel dopoguerra: “Durante la presidenza Yushenko, il leader arancione per intenderci, Stepan Bandera fu dichiarato eroe nazionale e lo stesso Yushenko ne esaltò l’operato per la lotta all’indipendenza. Bandera era il leader dell’Upa-Oun, responsabile della pulizia etnica ai danni della popolazione polacca”.
Fedro, il crollo della Torre e l’alleanza (tattica) Obama-Putin – una storia semplice
29 agosto 2013 a 10:00 (Resistenza e Rivoluzione, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto, Verso un Mondo Nuovo)
Tags: 11 settembre, 11 settembre 2001, 9/11, Afghanistan, agnello, Al-Qaeda, Assad, attacco, contingenti italiani, controrivoluzione, escalation, estate, Fedro, guerre mondiali, Hezbollah, intellettuali, Iran, Israele, Kennedy, Kerry, Libano, lobby neonazista, lobby sionista, lobby sioniste, lupo, neocon, neonazi, Netanyahu, Obama, Operazione Paperclip, opinione pubblica, pace, pacifismo, Panama, prima guerra mondiale, retroscena, rivoluzione, Rogozin, salafiti, sionisti, Siria, Skull and Bones, soldati italiani, sondaggi, tarocchi, Terza Guerra Mondiale, torre, tradimento dei chierici, una storia semplice
http://it.wikipedia.org/wiki/La_Torre_%28tarocchi%29
[a dire il vero la Torre di Babele, odiata da Geova, era probabilmente un’ottima iniziativa umana]
http://www.harmonia-mundi.it/arcani/la_torre.php
Signore e signori, la parola “segretezza” è ripugnante in una società libera e aperta e noi, come popolo, ci siamo opposti, intrinsecamente e storicamente, alle società segrete, ai giuramenti segreti e alle riunioni segrete. Siamo di fronte, in tutto il mondo, ad una cospirazione monolitica e spietata, basata soprattutto su mezzi segreti per espandere la sua sfera d’influenza, sull’infiltrazione anziché sull’invasione, sulla sovversione anziché sulle elezioni, sull’intimidazione anziché sulla libera scelta. È un sistema che ha reclutato ampie risorse umane e materiali nella costruzione di una macchina affiatata, altamente efficiente, che combina operazioni militari, diplomatiche, di intelligence, economiche, scientifiche e politiche. Le sue azioni non vengono diffuse, ma tenute segrete. I suoi errori non vengono messi in evidenza, ma vengono nascosti. I suoi dissidenti non sono elogiati, ma ridotti al silenzio. Nessuna spesa viene contestata. Nessun segreto viene rivelato. Ecco perché il legislatore ateniese Solone decretò che evitare le controversie fosse un crimine per ogni cittadino. Sto chiedendo il vostro aiuto nel difficilissimo compito di informare e allertare il popolo americano. Sono convinto che con il vostro aiuto l’uomo diventerà ciò che per cui è nato: un essere libero e indipendente.
John F. Kennedy, hotel Waldorf-Astoria di New York, il 27 aprile 1961
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/10/27/presidenti-americani-schiettamente-complottisti/
John Forbes Kerry, membro della società segreta Skull & Bones
Se Barack Obama deciderà di attaccare il regime siriano, questa sarà la prima volta nella storia che gli Stati Uniti combatteranno dalla stessa parte di al-Qa’ida.
Robert Fisk, the Independent – più che altro “ufficializza” l’alleanza, già testata in Libia, al tempo dei mujaheddin anti-sovietici [Operation Cyclone] e l’11 settembre
I paesi occidentali si stanno comportando nel mondo islamico come una scimmia che gioca con le granate
Dmitry Rogozin
Ai più pericolosi regimi al mondo non deve essere permesso di possedere le armi più pericolose del mondo. Il nostro dito deve essere pronto a scattare. È un dito responsabile e, se necessario, sarà anche sul grilletto.
Benjamin Netanyahu (in un classico caso di proiezione)
Niente guerra, solo interventi mirati.
David Cameron
Puniremo gli autori delle stragi.
Fraçois Hollande
Offesa l’umanità.
John Forbes Kerry
È possibile aggirare il veto di Russia e Cina.
Laurent Fabius
Non hanno dato il loro consenso all’attacco o lo condannano: Germania, Austria, Italia, Spagna, Giordania, l’America Latina, Ban Ki Moon, il 74% dell’opinione pubblica britannica, il 63% di quella tedesca, il 59% di quella francese, il 60% di quella statunitense, fino a 70 parlamentari conservatori inglesi, ecc.
Come potete notare, in questa cartina interattiva non c’è l’opzione “nazioni favorevoli all’attacco”, perché si contano sulle dita di un mano
http://www.theguardian.com/news/datablog/interactive/2013/aug/28/syria-interactive-map-stances
La rassegna stampa del mattino è disarmante. I quotidiani italiani, in genere, presentano la vicenda siriana come se fosse il copione di un film hollywoodiano, oppure la trama di “una storia semplice”
“Questo è un caso semplice, sottolinea sbrigativamente il Questore, invitando il brigadiere a fare subito rapporto sull’accaduto”
http://it.wikipedia.org/wiki/Una_storia_semplice_%28film%29
Altrove le cose non vanno molto meglio.
Nel Regno Unito sono i comici (comici estremamente colti ed eloquenti come Russell Brand) ad avanzare i loro dubbi e proporre della alternativa:
Una storia semplice, come tutte le storie che ci hanno raccontato finora: c’è un dittatore, un popolo oppresso che si ribella, la cavalleria occidentale che arriva in soccorso degli innocenti, il lieto fine. Migliaia di blockbuster sono serviti a farci credere che il mondo sia puerilmente semplice. E tanta gente ci crede, forse ci crede persino il giornalista di RAINEWS24 che confonde l’ONU con il Consiglio di Sicurezza dell’ONU e si sforza di convincere se stesso e il suo pubblico che le cose stanno davvero così: male > bene > violenza giustificata > prezzo da pagare/fine giustifica i mezzi > lieto fine.
Una storia semplice, appunto.
O forse no.
Un attacco alla Siria, anche “semplicemente” e “chirurgicamente” missilistico, corre il rischio di comportare la perdita di diverse navi, ossia di centinaia di marinai (centinaia di bare che rientrano in patria), e una grave escalation, specialmente perché qualcuno (Israele) la desidera fortemente. La suddetta escalation comprometterebbe la logistica in Afghanistan e in Libano – leggi: contingenti italiani assediati in Asia -, causerebbe la morte di migliaia di civili, il caos in Libano e probabilmente anche in Giordania e in Egitto (il golpe serviva forse a neutralizzare preventivamente questo scenario?). Come mai i giornalisti italiani non spiegano ai miei concittadini cosa significherebbe l’interruzione del traffico nel Canale di Suez (o quella delle forniture energetiche russe in un inverno che sarà lungo e freddo anche più del precedente).
Una storia semplice.
Quel che è più disarmante è che non è pensabile che un così gran numero di giornalisti, intellettuali e accademici sia corrotto. Uno dei problemi più gravi del nostro tempo è il tradimento degli esperti, la loro pigrizia, codardia, incapacità di mettere in discussione i paradigmi dominanti, la loro infantilizzazione. Queste persone, che hanno avuto il privilegio di ricevere un’educazione superiore alla norma, ne fanno un pessimo uso, per amore del quieto vivere. Così facendo, perpetuano miti che incatenano le persone comuni e le guidano verso la catastrofe collettiva. Hanno chiuso la mente alla sapienza, hanno abbracciato l’ignoranza, il dogmatismo e la servitù volontaria, Hanno cessato di essere una fonte di ispirazione, di cambiamento, di miglioramento, di rigenerazione, di riscatto. Hanno tradito le loro coscienze prima ancora di tradire noi e la democrazia.
Le due precedenti guerre mondiali sono scoppiate in estate. In entrambi i casi chi le ha iniziate pensava che la cosa si sarebbe risolta in fretta.
I neocon/sionisti vogliono l’impeachment di Obama, Obama [“no, non ho nessuna intenzione di attaccare l’Iran, meglio la diplomazia”] cerca di infinocchiarli, credo con l’aiuto di Putin [“La Russia è il nemico numero uno dell’America”, parola di neocon Mitt Romney], dato che entrambi hanno mille valide ragioni per evitare una scontro diretto. Le esitazioni di Obama molto probabilmente dipendono dal fatto che deve trovare il modo per compiacere Israele senza far precipitare la situazione. Debka (servizio di informazioni dell’intelligence israeliana, lo accusa proprio di questo, e credo abbia ragione – naturalmente questo significa anche che gli Israeliani non si faranno menare per il naso: altro false flag in arrivo)
Necon e neodem finiranno come queste due aquile americane (precipitate dopo essere rimaste impigliate l’una all’altra nel loro duello):
[Pd e Pdl?]
ennesimo monito – aquila simbolo dell’America si schianta contro una vetrata mentre la gente celebra gli Stati Uniti gridando USA, USA, USA!
I poveri mentecatti neoconsionisti si comportano come il lupo con l’agnello (un agnello feroce, peraltro) nella favola di Fedro.
Hanno cercato in tutti i modi di far cadere Assad e istituire un governo fantoccio, ma i ribelli e i mercenari salafiti (gli stessi che uccidono gli oppositori comunisti in Tunisia e che sono schierati contro Morsi in Egitto) sono riusciti solo ad alienarsi i favori della popolazione siriana e gli analisti hanno previsto la loro sconfitta entro la fine dell’anno: l’investimento occidentale e saudita-qatarino sta andando in fumo. Come quello di Israele, la cui intelligence è stata cruciale per creare il casus belli contro la Siria
http://www.timesofisrael.com/israeli-intelligence-seen-as-central-to-us-case-against-syria/
Ora Israele e Arabia Saudita hanno perso la pazienza: «Hai sparlato di me, sei mesi fa». L’agnello rispose: «In verità non ero nato». «Tuo padre in verità, quello aveva sparlato di me». E così afferra l’agnello e lo sbrana
http://spazioinwind.libero.it/labandadeisei/fedro/fedrofav.htm
USA, Francia e UK non vogliono certo essere coinvolti in una guerra con la Russia. Si limiteranno a qualche “attacco chirurgico”, della durata di poche ore, giusto per inviare un messaggio a Netanyahu e ad Assad, e ammorbidire quest’ultimo in vista dei “colloqui di pace” di Ginevra. Pensano di poter negoziare da una posizione di forza, mentre ora i ribelli sono talmente sulla difensiva che qualunque loro pretesa scatenerebbe l’ilarità generale.
La misura della scempiaggine neocon (es. Lee Kaplan, nel dibattito contro Webster G. Tarpley) è testimoniata dal fatto che partono dalla premessa che queste loro azioni siano “contenibili”, che la risposta sarà insignificante, che non c’è alcuna possibilità di un’escalation, che la Russia non interverrà mai (pensavano lo stesso al tempo del conflitto georgiano – non riescono a capire che una superpotenza umiliata è poco propensa ai giochetti e non può permettersi altre mortificazioni). Ma se le azioni belliche dureranno più di 48 ore non c’è alcuna certezza che Iran e Hezbollah resteranno a guardare e forse è proprio quello che si augura Israele. Inoltre non è da escludere che un missile Yakhont colpisca una nave occidentale: cosa succederà, in quel caso?
“Intervento limitato”…Lo dovevano essere TUTTI gli interventi americani del passato, incluso il blitz di Panama 1989 (migliaia di morti). Le guerre “umanitarie” degli USA e della NATO hanno causato centinaia di migliaia di morti e gettato nel caos decine di paesi.
Tutti sanno che NON sarà un conflitto rapido e a bassa intensità e non lo nascondono:
Da metà ottobre in poi gli Stati Uniti potrebbero non riuscire a pagare neppure gli stipendi dei soldati e francesi ed inglesi non sono messi molto meglio. Chi pagherà i costi di una missione che farà impallidire quelli dell’Iraq (quasi 12 miliardi di dollari al mese)?
Quando si parla dell’11 settembre, è importante tenere a mente che non ci sono stati “terroristi”, né “dirottatori”. Non c’è stato nessun vero e proprio attacco. È stato un golpe, né più né meno di quello egiziano, ma senza i tank nelle strade:
La parte sana e autenticamente patriottica (quella che ragiona con la sua testa, pensa al bene comune e non si fa fregare dalla propaganda) di quella grande nazione che sono gli Stati Uniti – che personalmente mi auguro riescano a estirpare il cancro al loro interno prima che li uccida – ci ha messo un po’ a rendersene conto e a capire cosa sia avvenuto in America tra l’operazione Paperclip (et similia), l’assassinio dei due Kennedy e l’11 settembre. Ci ha anche messo un po’ a capire la profondità, pervasività e pericolosità delle trame neocon-sioniste, la penetrazione nei gangli dello stato americano dell’intelligence israeliana. Israele non è più uno stato degli e per gli ebrei: è stato infiltrato ed è ora una lobby (per certi/molti versi neonazista) che sfrutta l’Olocausto, il giudaismo e il sionismo per perseguire fini che saranno fatali per centinaia di milioni di ebrei e arabi (e non solo). L’ultima tappa della guerra al terrore e agli stati canaglia sarà un secondo olocausto, molto probabilmente inevitabile:
http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/verso-un-secondo-olocausto.html
Dico inevitabile perché anche se la grossolanità dei recenti false flag che devono portare alla guerra con l’Iran [come illustrato nei piani generali] indica che gli ingranaggi non sono più ben oliati e che ci sono forze, in America, che hanno capito che la zavorra li sta portando a fondo, Israele resta solo una pedina di un gioco più grande.
Il suo fato sarà segnato dal risveglio globale delle coscienze, ad ogni livello, che è già in corso da tempo, come testimoniato dai sondaggi e dai risultati delle elezioni, abbondantemente contrari alle ingerenze in Siria, alle schermaglie con l’Iran, al neoliberismo, all’austerità, alle riforme costituzionali in senso autoritario, alla sorveglianza capillare dei cittadini, al patetico baraccone circense del cambiamento climatico causato dall’uomo (Anthropogenic Global Warming), ecc.
A misura che le masse si avvedono che la realtà in cui hanno creduto era fittizia, le oligarchie globali si sentono sempre più minacciate e cercano disperatamente di tappare ogni falla e prevenire ogni crepa, con sempre minor successo. Il che ci fa capire che:
a. ci troviamo nelle fasi iniziali di una rivoluzione mondiale (che sarebbe davvero tanto bello se potesse essere nonviolenta – la violenza dovrebbe essere solo una misura difensiva);
b. nel prossimo futuro le costituzioni saranno, speriamo solo temporaneamente, sospese dalle forze controrivoluzionarie (es. Egitto);
I leader occidentali pensano che siete dei colossali imbecilli (è ufficiale!)
27 agosto 2013 a 10:02 (Controrivoluzione e Complotti, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: 1789, 1968, armi chimiche, armi di distruzione di massa, Assad, Blair, Council on Foreign Relations, Egitto, Enrico Letta, guerra civile, Hague, impeachment, insorti, Iraq, ispettori, Israele, Italia, John McCain, Jugoslavia, Kissinger, Kosovo, Letta, Libia, McCain, Nazioni Unite, neocon, Obama, ONU, opinione pubblica, osservatori, proteste, repressione, risiko, rivolte, Saddam Hussein, Senato americano, Serbia, Siria, sondaggi, sondaggio, spese militari, Terza Guerra Mondiale, Tonchino, Tony Blair, Turchia, Vietnam
È la seconda volta che Hague [ministro degli Esteri britannico] ha rivolto ad Assad accuse riguardanti armi di distruzione di massa senza essere minimamente in grado di comprovarle
Alex Thomson @alextomo responsabile della corrispondenza all’estero di Channel 4 News
Il regime in Siria … ha armi chimiche, ma non le userebbe nei pressi di Damasco, a 5 km dalla missione degli ispettori ONU che stanno indagando proprio l’uso di armi chimiche. È ovvio che non sono così stupidi da fare una cosa del genere.
Saleh Muslim, leader del Partito dell’unione democratica curda
Mi trovavo [in Inghilterra] grosso modo due anni prima che iniziassero le ostilità in Siria; ero lì per altre cose, non per la Siria. Ho incontrato dei funzionari inglesi e alcuni sono miei amici che mi hanno informato, sollecitando un mio coinvolgimento, che si stava preparando qualcosa in Siria. In Inghilterra, non negli Stati Uniti. Il Regno Unito preparava l’invasione dei ribelli in Siria.
Roland Dumas, ex ministro degli esteri e capo della diplomazia francese al tempo di Mitterrand
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/06/16/ex-ministro-degli-esteri-francese-uk-e-israele-non-usa-hanno-ordito-linsurrezione-siriana/
http://www.paopaolo.it/risiko/medioriente.htm
La mia ponderata valutazione dei recenti eventi siriani: chiunque creda che Assad, che stava per ricevere il cavalierato britannico per mano di Tony Blair e che sta vincendo la guerra civile, abbia effettuato un attacco massiccio con armi chimiche contro donne e bambini, proprio sotto il naso degli osservatori delle Nazioni Unite da lui stesso invitati, mentre questi si trovavano a pochi chilometri dal luogo dell’attacco, sapendo che ciò fornirà un casus belli alla NATO e a Israele è UN IDIOTA XXXL ed è pregato di non insozzare/contaminare/contagiare con la sua imbecillità questo blog. VADE RETRO!
NOTA BENE SU TONY BLAIR: è a favore del golpe egiziano ed è a favore dell’intervento armato in Siria
http://www.theguardian.com/world/2013/aug/26/tony-blair-intervention-syria
IL PRECEDENTE DEL VIETNAM
Era falso il pretesto dell’incidente del Tonchino che ha dato l’avvio alla guerra del Vietnam. Come è stato accertato dalla consultazione dei Pentagon Papers del 1964, l’attacco alla nave americana Maddox fu una simulazione degli stessi americani o la versione autoassolutoria di un comandante entrato nel panico alla vista di alcune navi vietnamite. Ed era ipocrita perché nessuna minaccia navale vietnamita avrebbe potuto confrontarsi con la potenza americana. Tuttavia il presidente Lyndon Johnson non esitò a usare il pretesto per una escalation militare che finirà in tragedia nazionale.
Il manifesto del 25/08/2013
IL PRECEDENTE DEL KOSOVO
Il contesto geopolitico del Kosovo nel 1999 e quello della Siria del 2013 sono molto diversi, non dobbiamo ricorrere ad iniziative temerarie e bellicose come nel 2003.
Zbigniew Brzezinski
“Il testo di Rambouillet, che chiedeva alla Serbia di ammettere truppe NATO in tutta la Jugoslavia era una provocazione, una scusa per iniziare il bombardamento”
Henry Kissinger, Daily Telegraph, 28 giugno 1999.
http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/un-po-di-chiarezza-sullintervento-in.html
“Penso che i termini imposti a Milošević a Rambouillet fossero assolutamente intollerabili; come avrebbe mai potuto accettarli? Fu una scelta deliberata”
John William Gilbert, ministro della difesa inglese
http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/un-po-di-chiarezza-sullintervento-in.html
DICHIARAZIONI DI ESPERTI SCETTICI SUL RECENTE, PRESUNTO USO DI ARMI CHIMICHE IN SIRIA
http://www.trooth.info/troomla/syria/6240-experts-doubt-syrian-chemical-weapons-claims
CHI HA USATO ARMI CHIMICHE IN SIRIA?
In Siria, c’è un’unica fazione che è seriamente sospettata di aver fatto uso di armi chimiche, e non è quella governativa:
http://www.reuters.com/article/2013/05/05/us-syria-crisis-un-idUSBRE94409Z20130505
http://www.presstv.ir/detail/2013/01/30/286331/ukqatari-plot-against-syria-revealed/
http://www.bbc.co.uk/news/world-middle-east-22424188
CHI SPARA SUGLI ISPETTORI ONU?
http://english.al-akhbar.com/content/un-begins-probe-damascus-chemical-attack
CHI HA AIUTATO SADDAM HUSSEIN A USARE ARMI CHIMICHE CONTRO L’IRAN?
SALVIAMO VITE UMANE DISTRUGGENDO UN PAESE
Se la giustificazione di un’azione militare occidentale è quello di prevenire ulteriori morti, l’invasione dell’Iraq ha portato all’uccisione di centinaia di migliaia di innocenti
http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_d%27Iraq#Il_totale_dei_morti_e_gli_studi_di_.22The_Lancet.22
L’IMPEACHMENT DI OBAMA
Obama non vuole concedere tempo a una missione ONU. Lo stesso comportamento di Bush al tempo dell’invasione dell’Iraq e non c’è una singola ragione credibile che spieghi perché, improvvisamente, gli ispettori ONU non debbano più servire a nulla – questo non è solo un attacco alla Siria, è l’ennesimo attacco all’ONU
http://berkeley.edu/news/media/releases/2004/03/18_blix.shtml
Tra 10 anni l’ONU sarà ancora lì, la NATO e Israele probabilmente no.
Obama sa che rischia l’impeachment e per questo ha intenzione di consultare il Senato prima di intraprendere ogni iniziativa, per pararsi il didietro (il che dimostra che resta contrario a questa guerra). I neocon sanno che dopo un impeachment la strada sarà spianata per l’Iran, che è il vero obiettivo.
http://blogs.rollcall.com/goppers/obama-will-consult-congress-on-syria/
Solo il 9% degli americani pensa che Obama debba intervenire in Siria
http://www.reuters.com/article/2013/08/25/us-syria-crisis-usa-poll-idUSBRE97O00E20130825
Situazione perfetta per un impeachment e l’avvento di un vero e proprio stato di polizia
Ma quello di cui i neocon non hanno tenuto conto è che il risultato della loro trappola porterà piuttosto ad un nuovo 1968 che, sulla scia degli indignati e per lo sdegno della repressione violenta, si trasformerà in un 1789.
COM’È ANDATA A FINIRE IN LIBIA?
Le autorità libiche hanno ammesso di non disporre di mezzi sufficienti per condurre le indagini e per proteggere i testimoni da bande e miliziani armati, che continuano a spadroneggiare.
COME PROCEDONO LE COSE IN EGITTO?
L’esercito egiziano recluta predicatori islamisti per convincere i soldati che uccidere civili musulmani egiziani è cosa buona e giusta
http://www.nytimes.com/2013/08/26/world/middleeast/egypt.html?smid=tw-share&_r=0
la cantante egiziana Shirine Abdelouahab fischiata e contestata in Marocco per il suo appoggio al golpe
http://www.h24info.ma/maroc/faits-divers/pro-sissi-la-chanteuse-shirine-sifflee-tetouan
Non credo che le forze occidentali abbiano calcolato attentamente le conseguenze di quello che hanno scatenato dando il loro benestare al Pinochet egiziano
PERCHÉ TUTTO QUESTO?
La nuova forma di imperialismo è il debito, ed è realizzato attraverso la finanza. La forza militare è il piano B, una soluzione di ripiego, ma lo strumento più utilizzato è l’imperialismo economico, l’economia…
John Perkins
ALLA GUERRA, ALLA GUERRA!
Tagli alla Difesa italiana? Non pervenuti. Anzi, quest’anno i fondi per l’acquisto di armamenti aumentano in modo clamoroso rispetto al 2012: complessivamente saranno 5,5 miliardi di euro, grazie al contributo del ministero dello Sviluppo Economico che mette a disposizione 2.182 milioni per comprare sistemi militari.
Lo rivela un’inchiesta sul numero de “l’Espresso” in edicola da venerdì 23 agosto.
Gran parte di questi soldi servono per finanziare l’acquisto dei caccia europei Eurofighter. Mentre si discute dei costi del Lockheed F-35 – stimati in 12 miliardi di euro – si scopre che il preventivo per gli Eurofighter italiani ha superato ogni record: il documento ufficiale indica in 21,1 miliardi di euro la spesa per questi aerei.
Non solo: il prezzo risulta aumentato di ben 3 miliardi rispetto alla previsione formulata lo scorso anno, che si fermava a 18,1 miliardi. Nel corso del 2013 soltanto per comprare gli Eurofighter il ministero Sviluppo Economico spenderà 1182 milioni di euro, mentre quello della Difesa sborsa mezzo miliardo per gli F-35.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/intanto-letta-compra-armi/2213628
COME ANDRÀ A FINIRE?
Male, per noi, che siamo quelli col cappello nero, quelli che alla fine le buscano.
Inizierà tutto con attacchi mirati, per “far capire ad Assad che la NATO non scherza”. Questa è la linea d’azione consigliata dal senatore McCain e dal Council on Foreign Relations (un think tank reazionario immensamente influente, purtroppo, tanto da aver trovato spazio sulla Repubblica, un quotidiano sempre più incresciosamente schierato dalla parte della destra più psicopatica).
Pensano di risolvere la questione come hanno fatto con la Serbia in Kosovo. Non si rendono conto che dall’altra parte c’è un esercito di veterani temprati dalla guerra civile, che lotta per il suo paese contro gli jihadisti, armato e consigliato da russi e iraniani
Golpe anti-Morsi > impeachment di Obama > rivoluzione pan-araba? Le ripercussioni degli eventi egiziani nel mondo
6 luglio 2013 a 09:26 (Controrivoluzione e Complotti, Resistenza e Rivoluzione, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: ambasciatore americano, Anticristo, Assad, Bacile, Bengasi, Cina, colpo di stato, copti, cristiani copti, Egitto, Erdogan, esercito egiziano, fardello dell'uomo bianco, film, Germania, golpe, golpisti, guerra civile, Hillary Clinton, impeach, impeach Obama, impeachment, inside job, Iran, Israele, Kerry, Magdi Allam, Maometto, Morsi, neocon, neoconservatori, Obama, oclocrazia, Putin, Russia, Sam Bacile, sionisti, Siria, Snowden, sondaggi, Stevens, Tarpley, Tunisia, Westerwelle
i carri armati egiziani sono ancora schierati nella capitale, in attesa – il numero delle vittime dell’uso della forza da parte dell’esercito sta montando
https://twitter.com/stefanofait
L’Egitto è sull’orlo di una guerra civile come quella siriana
Vladimir Putin 7 luglio 2013
Interessante scoprire come gli editorialisti mainstream internazionali siano così inturgiditi all’idea di un golpe militare.
New York Times: “questi straccioni egiziani sono inadatti alla democrazia” (è più forbito ed elegante di così)
http://www.nytimes.com/2013/07/05/opinion/brooks-defending-the-coup.html
Wall Street Journal (cf. dell’oligarca Murdoch): “auspichiamo che un Pinochet egiziano governi la transizione” (!!!)
http://online.wsj.com/article/SB10001424127887324399404578583932317286550.html#articleTabs=article
IL FARDELLO DELL’UOMO BIANCO: Già, questi assurdi arabi che non sono neppure disposti a disfarsi di una tradizione che va avanti da 1400 anni. Ma vi pare? Una tale insensata ostinazione! Per fortuna che c’è chi ha capito come si fa: facciamo finta che l’Islam sia un’imbarazzante parentesi nella vita di decine di milioni di egiziani e procediamo oltre.
Terribile leggere i commenti di chi afferma che siccome i manifestanti anti-Morsi erano molto più numerosi dei manifestanti pro-Morsi, allora il “cambio di regime” era legittimo. E’ questo che ora chiamiamo democrazia? Il plebiscito della folla sostenuto dalle armi? Fino a quando il prossimo demagogo agiterà le folle europee? Non è democrazia, questa, bensì OCLOCRAZIA al servizio di un’oligarchia tirannica (ossia l’essenza del peggio).
E’ un caso che proprio nelle settimane immediatamente precedenti al golpe siano venuti a mancare generi alimentari e carburante, creando colonne e facendo infuriare la popolazione? E’ un caso che proprio l’esercito egiziano controlli direttamente o indirettamente le forniture di carburanti e gas?
http://www.guardian.co.uk/world/2013/jul/05/mohamed-morsi-downfall-egypt-rebels
La mia tesi è che le “rivolte” in Brasile e in Egitto sono un terribile inganno che porterà alla rovina gli egiziani, ma non i brasiliani (quella brasiliana è una democrazia che sta maturando più in fretta e ha una storia più lunga. Inoltre l’economia brasiliana è su un altro pianeta rispetto a quella egiziana).
Sarà molto presto chiaro che l’intervento dell’esercito in Egitto non solo non ha risolto nulla e ha aggravato la situazione, dimostrando agli egiziani che la loro presunta democrazia è una “gentile” concessione, non un diritto, e ai musulmani che votare per un partito che ha fatto del welfare e del riscatto delle masse la sua bandiera – e che per questo cercava finanziamenti a 360 gradi e non solo dagli strozzini del FMI – vuol dire rischiare di trovarsi i carri armati per le strade.
Più importante ancora. Qualunque analisi professionale delle primavere arabe vi dirà che nel 2011 la richiesta di democratizzazione del sistema si è innestata in una precedente protesta contro la disoccupazione crescente (massiccia tra i giovani) e l’inflazione sui beni alimentari; più forte perché la crisi globale del 2007-2008 ha interrotto il rilancio dell’economie arabe e ha traumatizzato la popolazione, che si era formata aspettative ben diverse (un po’ come in Brasile, con la differenza che lì c’è una democrazia molto più radicata e un governo che ha i mezzi per attutire l’impatto della crisi).
Ormai l’Egitto è entrato nella spirale della folla che attende il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. I disordini non si fermeranno più, perché la questione principale è la miseria. In effetti ai fratelli musulmani converrebbe tenere un basso profilo e aspettare che il prossimo governo “laico” vada verso il disastro finale:
A quel punto le folle saranno nuovamente nelle piazze a protestare, ma stavolta i cannoni saranno puntati contro di loro.
UNIONE AFRICANA ED EGITTO
L’Unione Africana, meno ipocrita e meno serva di quella Europea, ha definito golpe e quindi atto incostituzionale la destituzione di Morsi. Ha pertanto sospeso l’Egitto da tutte le attività dell’organizzazione.
SIRIA ED EGITTO
Assad ha irriso Morsi, dopo la sua caduta, cercando di accreditarsi come paladino della laicità contro l’islamismo (i Fratelli musulmani sono al bando in Siria dal 1980). È la sua vendetta postuma per la politica anti-governativa di Morsi che, per procacciarsi il denaro disperatamente necessario a salvare l’economia egiziana dalle borse degli emiri del Golfo, ha scimmiottato la loro posizione sul cambio di regime in Siria.
18 giugno 2013: “Il Cairo e Damasco sono ufficialmente nemici. Sabato sera il presidente egiziano Mohamed Morsi ha annunciato la completa rottura delle relazioni diplomatiche con il regime del presidente siriano Bachar al Assad.
Morsi, che appartiene alla corrente religiosa dei Fratelli musulmani, si è espresso davanti a migliaia di islamisti radunati per una conferenza di sostegno alla Siria e ha annunciato la prossima chiusura dell’ambasciata siriana al Cairo, così come il rimpatrio dell’ambasciatore egiziano a Damasco.
Ha inoltre chiesto l’attuazione di una no-fly zone sopra il territorio siriano, denunciando l’intervento del Hezbollah sciita libanese accanto alle truppe del regime di Damasco.
[…].
Le dichiarazioni del presidente Morsi sono un evidente sostegno a questa guerra santa e si distanziano dalla prudenza mostrata dai vicini libici e tunisini. Potrebbero incitare alla radicalizzazione di taluni islamisti e minare la sicurezza anche in Egitto.
“Molti paesi arabi temono il ripetersi di uno scenario afghano. La loro paura è giustificata. Abbiamo diversi casi di persone partite combattere in Afghanistan e che una volta tornate in patria hanno condotto una guerra santa interna – ha commentato Dhia Rashwan, ricercatore presso il Centro al-Ahram per gli studi politici e strategici.
http://www.ticinolive.ch/2013/06/18/gli-islamisti-egiziani-pronti-a-una-guerra-santa-in-siria/
L’esercito siriano ormai controlla Hama, ha accerchiato Zabadani (nord-ovest di Damasco), rotto l’assedio della base aerea di Menagh e sta riconquistando Homs (sono già nel centro storico e i ribelli sono assediati). Se non intervengono fattori esterni, Aleppo sarà ripresa entro la fine dell’estate e Assad avrà vinto. Una guerra civile in Egitto farebbe defluire guerriglieri islamisti che si recherebbero lungo le sponde del Nilo, riconsegnando ad Assad la Siria.
Obama non sfiderà i russi – per questo è il male minore e bisogna tifare per lui – ma le conseguenze dello smacco saranno terribili, forse fatali.
Nondimeno, Israele difficilmente resterà a guardare mentre una Siria molto più forte di prima attende solo il momento giusto per riprendersi le Alture del Golan, occupate illegalmente da Israele, e rafforza Hezbollah con armi russe. Prima della caduta di Aleppo c’è da aspettarsi un’iniziativa sconsiderata sionista che precipiterà il Medio Oriente nel caos (in Siria ci sono forze russe, libanesi, iraniane).
ISRAELE ED EGITTO
Iniziativa sconsiderata?
“Nel passato del Mossad, anche ai tempi dei fallimenti più clamorosi, nessuno ha mai contestato la necessità di uccidere i nemici”, conferma Yossi Melman, autore di un’importante storia dei servizi segreti israeliani. Non avvenne in occasione del celebre “affare Lavon” nel 1954. L’allora ministro della Difesa, Pichas Lavon, fu costretto alle dimissioni quando fu rivelato al mondo il progetto del Mossad di compiere una serie di sanguinosi attentati contro gli interessi inglesi e americani in Egitto al fine di criminalizzare il regime di Nasser. Pochi anni dopo venne alla luce il piano di eliminare per mezzo di lettere – bomba gli scienziati tedeschi che collaboravano con l’industria militare egiziana” [NB scienziati russi uccisi perché collaboravano con l’Iran]
Come parte di un’operazione false flag, un gruppo di ebrei egiziani fu reclutato dai servizi segreti militari israeliani per far saltare in aria bersagli egiziani, americani e britannici. Gli attacchi sarebbero stati imputati ai Fratelli Musulmani, comunisti egiziano, o “nazionalisti locali”, allo scopo di creare un clima di violenza e instabilità sufficiente per indurre il governo britannico a mantenere le sue truppe di occupazione nella zona del Canale di Suez. L’operazione non causò vittime, salvo i membri della cellula terrorista che si suicidarono dopo essere stati catturati.
IRAN ED EGITTO
Mohamed Morsi ”è il presidente in carica in base al voto popolare” e le Forze armate, che hanno detto di voler ”sostenere un percorso di riconciliazione nazionale”, devono ”rispettare il voto del popolo”. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir Abdollahian
Economist condanna avvicinamento Morsi-Iran (maggio 2013)
Washington Post condanna avvicinamento Morsi-Iran (febbraio 2013)
TURCHIA ED EGITTO
La Turchia giudica il colpo di stato militare che in Egitto ha rovesciato ieri il presidente islamista Mohamed Morsi antidemocratico e invita il paese a “tornare alla democrazia”. “Il cambio di potere in Egitto non è stato il risultato della volontà del popolo. Il cambiamento non è stato nel rispetto della democrazia e della legge”, ha chiarito il vicepremier Bekir Bozdag. “In tutti i paesi democratici – ha aggiunto – le elezioni sono il solo modo di arrivare al potere”.
http://www.internazionale.it/news/egitto/2013/07/04/turchia-rovesciamento-morsi-non-democratico/
CINA ED EGITTO
2012: La scorsa settimana il neo-presidente Morsi ha rilasciato un intervista a Reuters in cui ha annunciato di voler intraprendere una politica estera “bilanciata”, nel senso di meno esplicitamente pro-Washington. Si tratta chiaramente di una voluta rottura con il precedente regime di Hosni Mubarak, fidato bastione della politica statunitense e garante dello status di primo paese arabo a siglare una pace con Israele.
Da qui la scelta, a suo modo coraggiosa, di rivolgere lo sguardo a est e volare a Pechino. Ad accompagnarlo una delegazione di 80 businessmen egiziani, intenzionati a discutere progetti di investimento congiunto con circa 200 soggetti economici cinesi. I risultati non sono mancati: le due parti hanno firmato numerosi accordi di cooperazione nel settore agricolo, delle infrastrutture e delle telecomunicazioni.
http://www.meridianionline.org/2012/09/10/la-cina-ruba-egitto-agli-stati-uniti/
RUSSIA ED EGITTO
Morsi, in aprile, si era rivolto a Putin per chiedergli di investire pesantemente in Egitto (centrali atomiche, sfruttamento dell’uranio, importazioni di grano russo) e aiutarlo a far fronte alla terribile crisi economica:
http://www.arabtimesonline.com/NewsDetails/tabid/96/smid/414/ArticleID/195360/reftab/69/Default.aspx
GERMANIA ED EGITTO
Guido Westerwelle ha definito il golpe militare «un grande passo indietro per la democrazia in Egitto»
http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/silenzio-Israele-Erdogan-inaccettabile.aspx
GOLFO PERSICO ED EGITTO
Al-Jazeera (Qatar) è pro-fratellanza musulmana, Al-Arabiya (Arabia Saudita) è anti-Morsi e fratellanza musulmana
Quindi i due maggiori sovvenzionatori della ribellione anti-Assad sono su fronti opposti nella incipiente guerra civile egiziana
OBAMA ED EGITTO
Obama indebolito da Snowden. Sondaggi lo danno al 45% con un crollo tra i giovani:
http://edition.cnn.com/2013/06/17/politics/obama-poll-decline
1 americano su 4 pensa che Obama potrebbe essere l’Anticristo (!!!)
http://www.guardian.co.uk/world/2013/apr/02/americans-obama-anti-christ-conspiracy-theories
In un servizio dall’Egitto dedicato all’oceanica manifestazione di protesta al Cairo che ha spinto l’esercito a prendere il potere deponendo Mohamed Morsi, la Cnn riferisce che la gente radunata in piazza Tahrir se la prendeva con il presidente dei Fratelli Musulmani eletto un fa, ma almeno altrettanto con il suo sostenitore più importante, il presidente americano Barack Obama, accusato dalla folla di aver appoggiato incautamente un «dittatore» e un «terrorista»
Egitto, in piazza Tahrir Obama è come Morsi | Tempi.it
Gli Stati Uniti finanziano lautamente l’esercito egiziano in cambio della sua fedeltà
http://www.bbc.co.uk/news/world-us-canada-23167490
Tuttavia Obama, per il tramite dell’ambasciatrice Anne Patterson, ha espresso la sua contrarietà rispetto al golpe che ha rimosso una figura che, educata negli Stati Uniti e sempre molto obbediente, fino a pochi mesi fa godeva dell’appoggio – economicamente molto tangibile – americano (Obama, Clinton, Kerry):
http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=167248
http://rt.com/usa/guccifer-clinton-emails-second-678/
http://english.ahram.org.eg/News/72308.aspx
Una legge americana interrompe il flusso delle erogazioni in caso di golpe, quindi le forze armate egiziane, se non riescono a convincere gli Americani che non è stato un colpo di stato, perderanno 1 miliardo e 300 milioni di dollari di “aiuti” per il 2014. Non sono bruscolini. Se qualcuno si chiedeva come mai ieri il meme dominante nei forum dei quotidiani di lingua inglese fosse “non è un golpe”, questa è la risposta: golpe = 0 dollari.
Il meme che circola nei forum dei quotidiani di lingua inglese è: Morsi era il burattino di Obama, è caduto, questo è l’ennesimo fallimento di Obama (e della Clinton). Inoltre Obama si è comportato come Morsi, ha tradito il mandato elettorale e la costituzione, e perciò non c’è alcuna ragione che giustifichi la sua permanenza alla Casa Bianca.
Questo significa che, tra non molto, il Tea Party e i repubblicani chiederanno la testa di Obama.
L’analisi della caduta di Morsi di parte iraniana è molto condivisibile: al di là della crisi probabilmente irrimediabile finché l’FMI determinerà le politiche economiche del paese, il grande errore di Morsi è stato quello di non aver rimpiazzato i vertici dell’esercito, delle forze dell’ordine e dell’intelligence con uomini a lui fedeli.
Altrove le purghe sono arrivate appena in tempo:
I neoconservatori stanno preparando l’offensiva finale. La loro strategia è quella di imputare a Morsi l’attacco terroristico di Bengasi
con l’assistenza dei loro tirapiedi in Libia e in Egitto, che possono mettere fuori gioco i candidati islamici e bandire i partiti di ispirazione islamica dal presentarsi alle elezioni in tutti i paesi arabi (con gran gioia di Assad e degli Israeliani):
“Negli interrogatori i jihadisti egiziani arrestati a Bengasi avrebbero confessato che l’attacco al consolato americano è stato pianificato e finanziato al Cairo con il coinvolgimento diretto di molte figure chiave del mondo politico egiziano a partire dal presidente Mohamed Morsi. Tra i nomi dei “padrini” di Ansar el-Sharia anche il candidato salafita alle elezioni presidenziali egiziane dell’anno scorso Hazim Salih Abu Ismail e l’uomo d’affari saudita Mansour Kadasa, proprietario della tv satellitare egiziana al-Nas vicina ai Fratelli Musulmani… La pagina del rapporto degli 007 di Tripoli va certo presa “con le molle” anche perché non spiega i dettagli né circa l’attendibilità delle informazioni raccolte (o estorte) né di come sia stato possibile risalire al coinvolgimento di Morsi e degli altri egiziani nell’azione terroristica dell’11 settembre scorso. Il documento libico apre però scenari importanti (e inquietanti) innanzitutto perché dimostrerebbe la sostanziale coincidenza di interessi tra Fratelli Musulmani e salafiti nell’obiettivo comune di imporre l’Islam più radicale non solo in Egitto ma in tutto il “Califfato”.
In questo modo le forze armate egiziane riprendono il completo controllo dell’Egitto, gli israeliani si tolgono di torno un governo potenzialmente nemico, mentre i neoconservatori fanno un altro passo avanti verso l’impeachment di Obama, “che non poteva non sapere, ma ha continuato a difendere Morsi: alto tradimento, in base all’articolo 3, paragrafo 3, comma 1 della Costituzione Americana”
http://www.presstv.ir/detail/2013/05/16/303768/gop-gins-up-benghazi-event-to-rap-obama/
dopo aver già messo fuori gioco la Clinton per la corsa alle presidenziali del 2016
L’attentato di Bengasi è invece stato quasi certamente un inside job dei neoconservatori che hanno usato ogni mezzo per convincere gli elettori americani che Obama è debole, indeciso, incerto, morbido, incapace di garantire la loro sicurezza e il loro tenore di vita:
http://www.giornalettismo.com/archives/491641/lattentato-in-libia-era-premeditato/
http://www.presstv.ir/detail/2012/11/19/273240/coup-and-countercoup-in-washington/
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=38049
Collegato al tentativo dei cristiani copti (es. Magdi Allam?) di ripristinare lo status quo precedente alla primavera araba in Egitto:
“L’innocenza dei musulmani”, anzi è sufficiente dire i 14 minuti del “Muhammad Movie Trailer”, non è la causa diretta dell’attentato in cui ha perso la vita l’ambasciatore americano in Libia (un’azione così non si improvvisa o realizza emotivamente): assomiglia piuttosto a un dispositivo incendiario a orologeria piazzato sotto la sedia di Morsi, il leader egiziano e confezionato da mani e teste cristiano copte istruite al Cairo. Il bersaglio sono i Fratelli Musulmani che, raggiunto il potere al culmine di un processo cominciato con la primavera araba, tentano di accreditarsi come forza moderata che non spaventi l’Occidente e concili allo stesso tempo la ragione sociale della loro investitura.
Morsi, che ricevette indirettamente l’endorsement di Obama quando questi stoppò le pretese della giunta militare contro le deliberazioni democratiche del popolo egiziano, cammina sul filo dell’equilibrista. L’obiettivo del caos prevedibile suscitato dal film non è Maometto ma la difesa degli interessi della comunità cristiana in Egitto, una minoranza del 10% ricca e cosmopolita preoccupata dal rovesciamento del vecchio regime di Mubarak che gli assicurava sicurezza e protezione in un ambiente radicalmente ostile. Come inizia infatti il trailer? Con un assalto alle proprietà cristiane di una massa di musulmani inferociti mentre un poliziotto ostentatamente fa finta di non vedere.
Un conflitto di classe con pretesti religiosi”.
copti egizi e neoconservatori americani sono pappa e ciccia:
Amdin Sabahi potrebbe salvare l’Egitto. È anti-islamista e anti-neoliberista, insomma è una persona mentalmente sana e coscienziosa. Al giorno d’oggi è già molto:
Ma non ha nessuna chance: entrambe le fazioni in lotta detestano un politico del genere.
PREVISIONE: la situazione sfuggirà di mano ai falchi neocon-sionisti-copti-golpisti. Milioni di musulmani – non solo in Egitto – si renderanno presto conto di essere stati turlupinati per la seconda volta in tre anni (3 se consideriamo la Siria) e faranno in modo che non succeda più. Sarà un macello e l’unico aspetto positivo della cosa è che forse in questo modo non finiremo in una terza guerra mondiale. Si sacrificheranno gli arabi al posto nostro.