Gli italiani si distinguono per la capacità di resistere alla grancassa mediatica pro-NATO e anti-russa
Chi l’avrebbe mai detto?
http://www.pewglobal.org/2015/06/10/nato-publics-blame-russia-for-ukrainian-crisis-but-reluctant-to-provide-military-aid/
http://www.futurables.com/2015/06/09/the-little-piigs-the-house-of-brics-and-the-big-bad-wolf-part-ii-the-eus-break-up-is-not-inevitable-but/
Gli italiani lo fanno meglio (il libero pensiero)
11 giugno 2015 a 11:58 (Resistenza e Rivoluzione, Sorprendimi!)
Tags: assistenza, atteggiamenti, guerra, Italia, Italiani, Kiev, NATO, PEW, russofilia, russofobia, sondaggi, Ucraina, Unione Europea
Lo stesso editoriale guerrafondaio pubblicato su Guardian, Independent, Fatto Quotidiano e Washington Post
1 febbraio 2015 a 22:32 (Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: astroturfing, blogger, disinformazione, Donbass, forum, giornalismo, guerrafondai, Kiev, manipolazione dell'informazione, propaganda, Russia, spin doctor, Terza Guerra Mondiale, Ucraina
http://www.washingtonpost.com/opinions/ukraine-needs-more-help-from-the-west/2015/01/29/462b1ea4-a71b-11e4-a7c2-03d37af98440_story.html
http://www.independent.co.uk/voices/president-putin-is-a-dangerous-psychopath–reason-is-not-going-to-work-with-him-10015896.html
http://www.theguardian.com/commentisfree/2015/feb/01/putin-stopped-ukraine-military-support-russian-propaganda
www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/31/tsipras-grimaldello-putin-per-disgregare-lue/1383609/
Lo stesso tipo di accoglienza da parte dei lettori: “Finitela con la vostra patetica propaganda e ricominciate a fare giornalismo“.
“Un articolo delirante, basato sul presupposto che bisogna distruggere la Russia e conquistare territori e risorse con il metodo dell’usuraio (consistente nel mettere in ginocchio le economie di determinati Stati fino a fagocitarle). In tale ottica, il giornalista criminalizza ogni passo che ostacoli “gli obbiettivi europei in Ucraina” (frase che presuppone il fatto che l’Ue abbia l’obbiettivo di sottomettere o comunque sfruttare l’Ucraina), nonche’ ogni persona che persegua una linea politica di affrancamento da Nato ed Ue. Avreste fatto più bella figura se non aveste scritto questa congerie di stupidaggini. Usa ed Ue sono fatti da persone perbene, non da sciacalli feroci in cerca di genti da affamare e popoli da sottomettere, come lascia intendere questo articolo”
*****
“Questo articolo è una VERGOGNA! Il direttore del Fatto Q dovrebbe chiederci scusa. Pura propaganda USA, a Cohen è stata passata la velina dei Servizi USA e il Fatto l’ha pubblicata! VRGOGNA!”
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“Lo so, è dura ingoiare “articoli propaganda” ma si chiama libertà di stampa. Cohen, tanta esperienza buttata nel cesso. C’é più giornalismo, informazione e idee in questi commenti che in qualsiasi riga dell’articolo”
*****
“è VERGOGNOSO e fazioso questo articolo! gli stessi fatti possono essere raccontati con un’ottica completamente opposta, oppure -come dovrebbe essere!- con imparzialità.
non fa onore al FQ, di cui sono abbonata”.
Spettacolare risveglio delle menti e delle coscienze.
Avevano previsto questo tipo di reazione nelle stanze dei bottoni? Come possono porre rimedio alla totale demolizione della credibilità e autorevolezza dei loro strumenti di manipolazione di massa?
Lo stato maggiore ucraino ha ammesso che non ci sono forze russe in Ucraina e che migliaia di richiamati non si presentano ai centri di reclutamento. Centinaia di soldati ucraini lealisti disertano e si rifugiano in Russia
http://www.bbc.com/news/world-europe-28637569
http://www.cbsnews.com/news/russia-hundreds-ukraine-troops-defect-russia-military-drills-border/
E’ evidente a tutti che da una parte ci sono ucraini (quelli dell’est) che lottano per una causa e dall’altra ucraini (quello dell’ovest) che non sanno perché stanno morendo e uccidendo altri ucraini.
La situazione per i neoconservatori che hanno eseguito il colpo di stato con cecchini prezzolati a Maidan è disperata
https://www.academia.edu/8776021/The_Snipers_Massacre_on_the_Maidan_in_Ukraine
Il saliente di Debaltsevo potrebbe diventare per Kiev quel che il saliente di Kursk fu per la Wehrmacht. A quel punto il cambio di regime a Mosca diventerebbe impossibile e quello a Kiev altamente probabile.
http://www.globalresearch.ca/7000-trapped-ukrainian-soldiers-trapped-in-debaltsevo-kiev-could-be-be-faced-with-catastrophic-defeat/5428794
Avevo pronosticato che per la fine del 2014 la situazione in Ucraina si sarebbe risolta con l’implosione del nuovo governo ucraino e una nuova Maidan.
Non è ancora successo, ma tutto lascia intendere che il presidente Poroshenko sia in una pessima situazione (isolato e contestato dai falchi) e che questa urgenza dei media occidentali sia motivata dal fatto che le forze lealiste ucraine sono prossime al collasso.
Soros e i mass media anglo-americani pretendono dagli europei un sostegno finanziario (e militare da parte degli americani) ad una nazione alla bancarotta, con un esercito allo sbaraglio, come se gli euroamericani non fossero stati munti a sufficienza.
Più i guerrafondi strepitano, più persone mangiano la foglia o comunque si disinteressano alla “causa ucraina”.
Non c’è più via di uscita per loro: Kiev perderà questa guerra civile perché le guerre si perdono quando le menti e i cuori di chi le combatte sono altrove o ne odiano i mandanti.
Quel che un tempo era una semplice routine (infinocchiare le masse), oggi è diventata una vera sfida, dall’esito non scontato.
http://www.futurables.com/2014/09/02/la-crisi-ucraina-vista-da-mosca/
http://www.futurables.com/2014/09/30/occupy-central-il-punto-di-vista-di-pechino/
Nel frattempo il giornalismo sta morendo (es. Leonardo Coen), vittima della sua dipendenza da finanziatori tutt’altro che disinteressati.
Le mille maniere in cui gli anglo-americani manipolano l’informazione in rete
Glenn Greenwald: Hacking Online Polls and Other Ways British Spies Seek to Control the Internet
GCHQ’s “Chinese menu” of tools spreads disinformation across Internet- “Effects capabilities” allow analysts to twist truth subtly or spam relentlessly.
The Guardian: Internet Astroturfing
BBC News: US plans to ‘fight the net’ revealed
http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/4655196.stm
BBC News: Pentagon plans propaganda war
http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/1830500.stm
CENTCOM engages bloggers
http://www.rawstory.com/news/2006/Raw_obtains_CENTCOM_email_to_bloggers_1016.html
WIRED: Air Force Releases ‘Counter-Blog’ Marching Orders
http://www.wired.com/2009/01/usaf-blog-respo/
Military Report: Secretly ‘Recruit or Hire Bloggers’
http://www.wired.com/2008/03/report-recruit/
HBGary: Automated social media management
NPR: Report: U.S. Creates Fake Online Identities To Counter ‘Enemy Propaganda’
The Guardian: US spy operation to manipulate social media
http://www.theguardian.com/technology/2011/mar/17/us-spy-operation-social-networks
La primavera messicana
21 novembre 2014 a 17:23 (Resistenza e Rivoluzione)
Tags: 43 studenti, Emiliano Zapata, Ferguson, Kiev, massacro, Messico, primavera araba, rivolta messicana, rivoluzione americana, rivoluzione globale, rivoluzione messicana, rivoluzione mondiale, Ucraina, Zapata
Se si potesse cominciare a costruire anche mentre si sta bruciando. Se si potesse coltivare mentre si distrugge…La nostra causa era la terra, non un’idea; la terra coltivata per sfamare le nostre famiglie; libertà e non parole; un uomo sereno seduto al tramonto sulla soglia di casa; pace, non sogni; tempo di quiete e di bontà. Una domanda mi tormenta: nasce una cosa buona da una cattiva azione? Può nascere la pace da tanti delitti? Può infine tanta violenza generare della bontà? Può un uomo con idee sorte nell’ira e nell’odio, può costui condurre alla pace? Può governare in pace? Io non lo so…
Pablo Torres Burgos – “Viva Zapata!”
Questa terra è nostra, ma voi dovete proteggerla, non sarà vostra a lungo se non la difendete, se necessario con la vostra vita e con la vita dei vostri figli. Non sottovalutate i vostri nemici, essi torneranno. E se la vostra casa è bruciata, ricostruitela; se il vostro grano è distrutto, seminate di nuovo; se i figli muoiono, crescetene altri; se vi cacciano dalla valle, andate a vivere sulla montagna, ma vivete.
Siete sempre in cerca di capi: uomini forti, senza colpe, non ne esistono: esistono soltanto uomini come voi. Loro cambiano, disertano, muoiono. Non c’è nessun capo tranne voi e un popolo forte è la sola forza che duri…Un uomo forte fa un popolo debole. A un popolo forte non serve un uomo forte.
Emiliano Zapata – “Viva Zapata!”
Il 21 novembre dell’anno scorso iniziavano le proteste ucraine.
I media non stanno praticamente parlando dei disordini in Messico e degli scandali intorno alla corruzione del governo/presidenza, con la first lady costretta a vendere una villa del valore di svariati milioni di dollari, dono di un consorzio edile che ha vinto un megacontratto.
Forse non sono i disordini “giusti” contro l’establishment “giusto”?
Invito i russi a mandare qualche pezzo grosso a fare ripetute visite nelle piazze messicane per incitare la folla contro il governo, com’è successo a Kiev.
Potrebbero anche orchestrare un “cambio di regime” e poi pianificare la creazione di basi militari russe in Messico.
Allora vedremo se “quelli di Guantánamo” sono così democratici e rispettosi della sovranità dei popoli.
La primavera araba, le legittime proteste ucraine contro il governo (poi dirottate dall’alto per favore una fazione a spese dell’altra), i disordini messicani, Ferguson (USA), le sempre più frequenti e irose proteste in Europa, il reclutamento dei giovani musulmani europei alienati da parte di ISIS.
Bisogna essere ciechi e sordi per non riconoscere una tendenza, una logica interna a questi eventi, che va nella direzione di una rivoluzione globale.
Milioni di persone soffrono e hanno deciso che non ne possono più. La miccia può essere qualunque cosa: un venditore ambulante che si dà fuoco (Mohamed Bouazizi), oppure degli studenti massacrati e poi bruciati e un procuratore generale che si alza da una conferenza stampa dicendo: “basta, sono stanco” – “ya me cansé” (Messico).
Gli oligarchi possono continuare a tirare la corda, ma prima o poi si spezzerà.
Nei paesi più poveri, ma anche in quelli più ricchi (e impoveriti).
La loro avidità è il loro tallone d’Achille: il bisogno compulsivo di accumulare più ricchezze di quanto potrebbero spendere in centinaia di esistenze continua a forzare la loro mano, costringendoli a privatizzare e precarizzare tutto e usare la minaccia della violenza, o la violenza minacciosa, per continuare questo loro gioco. Loro malgrado, più useranno la forza bruta per tenere a bada le masse, più le masse capiranno con chi hanno a che fare: “o noi, o loro”.
Obama fornirà il suo pieno sostegno ai rivoltosi messicani? Oppure quelli ucraini sono buoni mentre quelli messicani sono cattivi, anche se le rivendicazioni sono le stesse e i governi mal-governano allo stesso modo?
I tempi sono ormai maturi per la rivoluzione globale (effetto domino).
Esercizi di analisi predittiva per il periodo 2015-2020
Il disastro aereo ucraino: cosa ci sfugge?
19 luglio 2014 a 12:38 (Controrivoluzione e Complotti, Miti da sfatare)
Tags: abbattimento, aeroporto di Amsterdam, Amsterdam, armi chimiche, armi di distrazione di massa, armi di distruzione di massa, atrocità, attentato, attentato terroristico, Buk, colpa, complotto, cospirazione, crimini di guerra, disinformazione, false flag, fosforo bianco, fosse comuni, Gaza, giornalismo, Gladio, ICTS, incidente aereo, informazione, Iraq, Israele, KAL 007, Kiev, Kuala Lumpur, Libia, manipolazioni, MANPAD, missile aria-aria, MIT, montature, Mosca, Obama, Operazione Northwoods, Paolo Rumiz, pista israeliana, Putin, responsabilità, Rumiz, russi, Saddam Hussein, sarin, scatole nere, separatisti russi, Shin Bet, Siria, Tawergha, terrorismo, Timisoara, Ucraina, ucraini, Unione Sovietica, volo malese, volo MH17, Yoichi Shimatsu
Come sempre, i media di entrambe le parti stanno creando notizie (es. il volo di Putin in quell’area poco prima dell’abbattimento del volo malese: sconfessato dalle autorità moscovite) e fungendo da megafoni per i vari potentati, invece di descrivere quel che accade.
Continua a succedere e ogni volta si rischia (o avviene) un’escalation bellica.
I lettori più frettolosi possono saltare a piè pari tutto quel che segue e atterrare sani e salvi all’ultima sezione, intitolata “voci fuori dal coro”
IL MIT SUL SARIN IN SIRIA
Anche il Massachussetts Institute of Technology mette in dubbio la versione dell’amministrazione Obama sull’attacco chimico di Ghouta, in Siria, il 21 agosto scorso…Per i due studiosi infatti la gittata del missile rudimentale trovato dagli ispettori Onu non poteva essere superiore ai due chilometri e considerando la mappa delle forze in campo sul territorio siriano in possesso di Washington il 30 agosto, il punto da cui era partito il missile si trovava nelle aree controllate dai ribelli jihadisti che stanno combattendo Assad.
Un risultato che conferma, secondo Lloyd e Postol, la possibilità che parte dell’amministrazione americana volesse utilizzare delle informazioni ‘sbagliate’ per convincere il Congresso ad autorizzare un intervento militare contro il governo di Damasco. A settembre infatti si era arrivati ad un passo dai bombardamenti ma poi la proposta russa sulla consegna alla comunità internazionale dell’arsenale chimico di Assad aveva fermato Obama e lasciato spazio alla diplomazia
PAOLO RUMIZ SULLE FOSSE COMUNI LIBICHE E SUL MASSACRO RUMENO
Negli stessi giorni, un «filmato del 22 febbraio» di One World mostra le «fosse comuni»: morti fatti dai governativi inumati su una spiaggia dopo i massacri ordinati da Gheddafi. Il 24 si dimostra che il video era stato girato nell’agosto 2010 nel cimitero Ashat ed era una normale operazione di rinnovamento del suolo e spostamento dei resti, abituale ogni 10-20 anni:
Paolo Rumiz: Anche in Libia la situazione per i media occidentali sembra difficile da interpretare. Un esempio che rischia di ricordare il finto massacro di Timisoara è il video circolato nei giorni scorsi dove si vedono degli uomini scavare delle fosse. I media hanno parlato in un primo momento di fosse comuni. Salvo avanzare qualche dubbio subito dopo
Sì, in Libia potrebbero aver agito come in Romania. E come avviene sempre durante le guerre, che ormai si combattono anche con l’uso dell’informazione. Ovviamente, non possiamo nemmeno escludere che chi ha girato quelle immagini lo abbia fatto in buona fede. Ma che non fossero delle fosse comuni mi sembrava chiaro sin dall’inizio. Dal video si capisce che non c’è un’unica fossa ma tante fosse, una cosa che assomiglia molto di più a un cimitero.
Però i media, almeno all’inizio, hanno parlato di fosse comuni in Libia
E’ l’indiscutibilità della morte che ti frega. Davanti a dei cadaveri uno non può fare a meno che prenderli per tali. Quando c’è una guerra, la confusione, la concitazione e la fretta giocano sempre a favore di chi vuole mettere in giro notizie false. Tutte queste cose chi manipola l’informazione le sa. Durante le guerre, i servizi segreti o chi vuole condizionare l’opinione pubblica usa i cadaveri per raccontare cose non vere. E’ un trucco antico. Non scopriamo niente di nuovo.
PIETRO FOLENA SULLE ARMI CHIMICHE DI SADDAM HUSSEIN
E’ chiaro oramai che le armi di distruzione di massa non sono tra queste: in due mesi ogni tentativo di ritrovamento è fallito miseramente. Il presidente Bush ha persino ipotizzato, oltrepassando la soglia del ridicolo, che Saddam abbia fatto distruggere le armi poco prima della guerra, come se sbarazzarsi di testate chimiche e nucleari fosse un lavoro di pochi giorni. Ancora più gravi sono le rivelazioni sulle “prove” prodotte (nel senso proprio di “fabbricate”) da Bush e Blair per giustificare la guerra. Già sapevamo del dossier rivelatosi una tesi di laurea di uno studente di origini irakene risalente a 10 anni fa. Già sapevamo dell’inattendibilità del Rapporto Powell al Consiglio di sicurezza che suscitò le perplessità di Blix e di El-Baradei e l’ilarità di tutti i media indipendenti del mondo. Oggi sappiamo anche che il governo britannico ha letteralmente costretto i servizi segreti a fornire prove false e a ingigantire fatti che altrimenti sarebbero passati inosservati. Sappiamo che la Cia aveva dimostrato l’inesistenza di prove concrete contro il regime di Saddam. Bush e Blair hanno mentito. Hanno detto grossolane e incredibili bugie ai loro parlamenti, all’opinione pubblica dei loro paesi e del mondo intero, ai governi alleati. Hanno ostacolato e ancora ostacolano il lavoro degli ispettori dell’ONU che, come ci ha raccontato El-Baradei in una conferenza organizzata dalla Fondazione Di Vittorio, non possono ancora riprendere appieno il loro lavoro a causa dell’ostilità delle forze occupanti. Hanno cercato di gettare fango su un onesto funzionario qual è Hans Blix….Berlusconi, Aznar e gli altri capi di governo della coalizione dei volenterosi sono anch’essi complici di questa colossale menzogna.
Pietro Folena, l’Unità
http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/90000/89589.xml?key=Pietro+Folena&first=41&orderby=1&f=fir
RW JOHNSON (OXFORD) SULL’ABBATTIMENTO DI UN AEREO COREANO PER MANO DEI SOVIETICI (1983)
RW Johnson era una delle poche persone su entrambe le sponde dell’Atlantico a resistere [alle pressioni a conformarsi alla versione ufficiale sull’abbattimento del volo KAL 007]. I suoi articoli sul Guardian sollecitarono un messaggio da un parlamentare Tory (generosamente lasciato anonimo in questo libro) al capo del Magdalen College di Oxford suggerendo che il signor Johnson era ‘inadatto’ al suo incarico. Johnson difese la sua visione scettica, tuttavia e la arricchì con una ricerca meticolosa. Il risultato non è solo una storia terribile – molto più terrificante di qualsiasi opera di narrativa potrebbe mai essere – ma una denuncia politica di primissimo ordine….Il velivolo era stato dotato delle più sofisticate tecnologie computerizzate di assistenza alla navigazione. Il percorso da Anchorage a Seoul passava così vicino alla Russia che era costellata di punti di segnalazione per la guida alla navigazione, tutti ugualmente ben attrezzati. Se l’apparecchiatura funziona, un aereo di linea non può deviare fuori rotta. Se non funziona, i meccanismi di allarme sull’apparecchio e a terra si incaricano di avvisare il pilota in pochi secondi. Eppure, quasi dal momento in cui lasciò Anchorage, il KAL 007 deviò verso nord allontanandosi dal suo percorso corretto. Era 365 miglia fuori rotta quando fu abbattuto: nessuno altro aereo si era mai allontanato così tanto dalla rotta programmata nella storia dell’aviazione civile. Prima di partire da Anchorage, il capitano del velivolo aveva segnato un percorso molto simile a quella che poi seguì. Aveva caricato carburante in eccesso senza registrarlo. In qualche modo, quando i caccia russi sciamavano attorno a lui sparando proiettili traccianti, cercava di schivarli con cambiamenti di rotta e altitudine, regolarmente notificati al controllo a terra.
London Review of Books
http://www.lrb.co.uk/v08/n13/paul-foot/the-scandal-that-never-was
Il pilota dello 007, considerato il migliore della compagnia (un vero e proprio “robot umano”:
– mentì sulla quantità di carburante che caricava;
– abbandonò ad Anchorage un carico pagato che era tenuto a trasportare;
– aveva pianificato su delle note il percorso che poi avrebbe seguito (365 miglia fuori rotta: che non sono bruscolini);
– fece 3 manovre che non potevano essere compiute inconsciamente;
– riportò falsamente la sua posizione ad ogni waypoint in cui poteva correggere la rotta;
– modificò la velocità ben al di fuori dei parametri previsti;
– usò misteriosamente il codice transponder sbagliato;
– non poteva non sapere che era su territorio sovietico per via delle mappature meteo che aveva a disposizione;
– non si è curato di rispondere alle comunicazioni e poi agli avvertimenti radio sovietici, o ai traccianti di avvertimento che sono stati sparati proprio di fronte a lui;
– quando un caccia sovietico lo ha affrontato, ha falsamente informato il suo controllo a terra che stava effettuando una salita, mentre in realtà stava scendendo rapidamente;
– nei 56 secondi in cui rimase in onda dopo che l’aereo era stato colpito da un missile si astenne dal lanciare l’obbligatorio segnale di richiesta di soccorso.
http://www.lrb.co.uk/v08/n13/paul-foot/the-scandal-that-never-was
L’OPERAZIONE NORTHWOODS
L’operazione Northwoods (Operation Northwoods)[1] fu un piano concepito nel 1962 da alti dirigenti del Ministero della Difesa statunitense, (firmato dal generale Lyman Lemnitzer, capo degli stati maggiori riuniti e futuro responsabile di GLADIO) allo scopo di indurre l’opinione pubblica statunitense a sostenere un eventuale attacco militare contro il regime cubano di Fidel Castro[2]. Il piano, che non fu mai messo in atto, prevedeva l’esecuzione di una serie di azioni organizzate da entità governative USA operanti sotto le mentite spoglie di nazionalisti cubani; il piano prevedeva anche attacchi terroristici contro obiettivi all’interno del territorio nazionale degli Stati Uniti.
http://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Northwoods
http://www2.gwu.edu/~nsarchiv/
LA SCIAGURA DELL’AEREO MALESE IN UCRAINA
Mi rifiuto di prendere in considerazione i vari tuit/tweet, dell’una e dell’altra parte, perché non ritengo credibile lo scenario in cui gente che si trova sotto attacco o che potrebbe essere un bersaglio, userebbe twitter per comunicare al mondo i suoi stati d’animo, imprese, congetture. Un tweet non è una prova.
Non è chiaro perché, in un conflitto contro ribelli privi di aviazione, l’esercito regolare ucraino abbia deciso di collocare dei sofisticati sistemi antiaerei in un’area in cui potevano essere catturati.
Finora i separatisti non avevano mai usato un sistema di lancio di missili terra-aria Buk in dotazione all’esercito ucraino (e russo) per abbattere gli aerei lealisti (volano a quote molto più basse), ma esclusivamente i MANPAD (un sistema missilistico antiaereo a corto raggio trasportabile a spalla, con una gittata di 4 km)
Il sistema Buk è in grado di identificare un aereo civile (radar > transponder sull’aereo: l’eventuale comunicazione dovrebbe essere stata registrata nella scatola nera) perciò è da escludere un incidente (un solo tiro, con 60% di probabilità di colpire un bersaglio mobile se si è perfettamente addestrati al suo uso: come si può parlare di miliziani ubriachi che non si rendono conto di quel che fanno, come nella “versione ufficiale”?).
Se quella è stata l’arma impiegata (il tempo dirà se hanno ragione coloro i quali sospettano che la pista del Buk sia fuorviante e che si sia trattato di un missile aria-aria o di una bomba programmata per attivarsi al cambio di quota imposto da terra al momento dell’ingresso nello spazio aereo ucraino), chi ha sparato sapeva cosa stava facendo e sapeva che a quell’altezza volavano solo aerei civili.
Non esiste alcuna spiegazione razionale del perché i separatisti pro-russi e gli specialisti russi che li avrebbero dovuto assistere, avrebbero deliberatamente effettuato un attacco del genere, che non avrebbe potuto fornir loro alcun beneficio tangibile e, al contrario, poteva solo produrre una massiccia e forse fatale reazione internazionale contro la loro causa.
Perché un aereo che, in genere, vista la sua destinazione, passerebbe sopra il mare di Azov, si è ritrovato 2-300 miglia fuori rotta, in un’area ad alto rischio e ad un’altezza di 33mila piedi, ossia al limite della zona rischio? La Malaysia Airlines contesta ai controllori dello spazio aereo ucraino di aver chiesto al loro pilota di abbassare la quota da 35mila piedi a 33mila piedi
ma non sapremo mai cosa si sono detti i controllori di volo e l’equipaggio, dato che i servizi di sicurezza ucraini hanno confiscato le registrazioni della suddetta conversazione
http://www.bbc.com/news/world-us-canada-28360784
Chi ha fatto circolare le supposte prove del coinvolgimento russo, una comunicazione tra separatisti e russi in cui si afferma di aver abbattuto l’aereo sbagliato, un video che, in realtà, è stato creato alle 19 e 10 del giorno prima, il 16 luglio 2014? Chi sapeva con largo anticipo che il 17 ci sarebbe stato un incidente aereo addebitato alle ingerenze russe?
http://rghost.net/private/56950510/78d787acfabcaf840cfa213e7221a060
http://www.mmnews.de/index.php/etc/19144-mh17-angebliche-youtube
LA REAZIONE RUSSA
È abbastanza sorprendente, se si presume che siano in qualche modo responsabili. Non hanno nulla da obiettare all’acquisizione e analisi da parte di Kiev delle scatole nere
http://italian.ruvr.ru/news/2014_07_18/Mosca-non-portera-via-le-scatole-nere-del-Boeing-0147/
È possibile che reputino di avere già sufficiente materiale per screditare qualunque tentativo di false flag?
Un aspetto estremamente gustoso della situazione è che se si dimostrasse che la colpa è dei ribelli filorussi e l’Occidente riuscisse a convincere la “comunità internazionale” che Putin è responsabile per i crimini dei ribelli ucraini ai quali garantisce il suo supporto (peraltro non certo assoluto, come si è già visto in varie occasioni, inclusi i referendum), automaticamente Bush, Blair, Cameron, Sarkozy, Merkel, ecc. sarebbero da considerare responsabili per i crimini commessi dai loro soldati (torture, eccidi di civili con o senza droni) e dalle varie formazioni di insorti che godono del loro sostegno (es. la pulizia etnica dei libici di colore a Tawergha, realizzata grazie alla copertura aerea della NATO, le decine di violazioni di risoluzioni ONU e l’uso del fosforo bianco da parte di Israele; Guantanamo, Abu Ghraib, ecc.)
VOCI FUORI DAL CORO
Su vari forum si è fatta avanti una lettura dell’evento che si distingue da quelle dell’una e dell’altra fazione. La ripropongo in sintesi; ciascuno ne faccia ciò che vuole.
Chi ne tra vantaggio? Qual è il vero obiettivo di questo attacco? Al di là della funzione propagandistica, non sembra essere un evento cataclismico e certamente non servirà a scatenare una guerra internazionale. L’opinione pubblica internazionale darà in gran parte la colpa ai separatisti per un incidente disastroso e continuerà a chiedersi chi abbia permesso a dei voli civili di transitare in un’area di guerra. I leader europei non sono intenzionati a cambiare la propria posizione di dialogo diplomatico con Mosca. Obama ha escluso che l’Ucraina possa diventare un campo di battaglia per soldati americani.
Non è abbastanza, ci dev’essere dell’altro. Queste voci fuori dal coro suggeriscono che si tratti di una distrazione che svia l’attenzione da ciò che sta accadendo sul campo, in Ucraina, ma anche nel mondo. Mentre tutti si concentrano su questo evento, perdono di vista sviluppi più importanti. La stessa guerra civile ucraina potrebbe avere questo fine, in un contesto più ampio.
Ipotizziamo che questa interpretazione sia corretta.
Che cosa ci sfugge? L’intervento terrestre israeliano avvenuto in pratica sincronicamente rispetto all’incidente in Ucraina?
Segnalo l’ipotesi delineata dal giornalista giapponese Yoichi Shimatsu, che già aveva individuato una pista israeliana grazie ad un’inchiesta sui retroscena di un precedente incidente aereo collegato all’aeroporto di Amsterdam, dove la sicurezza è gestita da una ditta israeliana (ICTS) fondata da un ex ufficiale dello Shin Bet.
Forse proprio la coincidenza dei tempi è un segnale che esiste un qualche tipo di coordinamento?
Non ci resta che attendere e osservare.
http://www.futurables.com/2014/07/21/israele-un-monito-per-lumanita/
L’Ucraina dopo il colpo di stato
22 febbraio 2014 a 23:59 (Controrivoluzione e Complotti, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: 1989, 2014, antisemitismo, Caracciolo, colpo di stato, FMI, golpe, guerra civile, guerra civile spagnola, Guerra Fredda, Kharkov, Kiev, omofobia, Putin, Russia, secessione, Svoboda, Tiagnibok, Ucraina
a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles
A scontrarsi con la polizia provvedono formazioni paramilitari bene addestrate, afferenti agli ultranazionalisti di Svoboda, del Pravy Sektor o di Spilna Sprava, fautori della “Ucraina agli ucraini”, segnati dai miti razziali otto-novecenteschi distillati dai teorici locali dello Stato etnico, profondamente russofobi, polonofobi e antisemiti. Sotto la pelle della piazza s’infiltrano provocatori di regime (titushki) e agenti più o meno collegati ai servizi segreti russi od occidentali, come si conviene nelle aree di crisi particolarmente strategiche.
A questo punto solo un negoziato fra tutte le forze interne ed esterne che partecipano alla battaglia d’Ucraina può impedire una prolungata guerra civile, che cambierebbe comunque il volto della Russia e dell’Europa. È tempo che Washington e Mosca scendano in campo non per sostenere i loro campioni locali, ma per salvare gli ucraini da se stessi e dagli europei che pretendono di salvarli. Obama e Putin hanno dimostrato di sapersi intendere, quando le alternative al compromesso sono disastrose. Il tempo stringe, nella speranza che non sia già tardi.
Lucio Caracciolo, Repubblica, 20 febbraio 2014
Quando è affidabile la fazione filo-occidentale che sta prendendo il controllo di Kiev?
L’accordo prevedeva il disarmo della bande che avevano attaccato i poliziotti. Sono ancora armate. Le elezioni dovevano essere anticipate a dicembre, ma ora si terranno il 25 maggio. Il parlamento ha rimosso dalla presidenza Yanukovich – senza aver raggiunto il quorum per essere legittimati a farlo (328 voti contro i 338 richiesti) -, che aveva appena firmato l’accordo, rendendolo di fatto nullo. Non erano interessati alla riforma costituzionale, a un governo di coalizione o a qualunque compromesso: volevano il potere, ad ogni costo.
Timoshenko era in buoni rapporti con Putin. Anzi, era in carcere per malversazione per aver favorito i russi di Gazprom in un accordo sul costo del gas. Non è insensibile a chi la paga bene. Potrebbe forse riuscire a evitare una guerra civile?
– L’arrivo al potere degli ultranazionalisti, omofobi, antisemiti e russofobi di Svoboda, che in precedenza hanno presentato in Parlamento disegni di legge per l’abolizione dell’aborto, il divieto di adozione di bambini ucraini da parte di coppie straniere, l’introduzione dell’identificazione etnica sui passaporti e certificati di nascita. Tiagnibok ieri, in parlamento, ha chiesto di vietare l’uso del russo in Ucraina. E’ degno di nota che i media se la siano presa con Putin per una legge contro la “propaganda gay” ai minori ma non si dicano preoccupati per l’ascesa di una formazione che ha ben altri piani per gli omosessuali ucraini o per chiunque non la pensi come loro e sia diverso da loro (tra parentesi, com’è che il totalitarismo omofobo, misogino, razzista, militarista e schiavista dei sauditi e dei qatarini non è sulle prime pagine dei nostri giornali?)
– Le regioni meridionali e orientali si stanno preparando a resistere anche con le armi ad un’eventuale cambio di regime palesemente anti-russo: se la Timoshenko non si muoverà con cautela e astuzia, la prospettiva è quella della creazione di un’Ucraina filorussa, più ricca, che rifiuterà l’autorità (in primis quella di tassare) di un’Ucraina filo-occidentale più povera (gli 11 distretti più poveri dell’Ucraina sono nella macroregione nord-occidentale che ha scatenato la rivolta, mentre 7 distretti del sud-est filorusso producono quasi metà del PIL ucraino: la “Padania ucraina” tollererà di essere governata da golpisti occidentali?) , che cercherebbe di assicurarsi il controllo della capitale, Kiev. La nuova capitale orientale sarebbe Kharkov, capitale di tutta l’Ucraina fino al 1936. La nuova Ucraina replicherà alle accuse dei leader occidentali rammentando loro che l’Occidente si è fatto paladino della sacralità dell’autodeterminazione dei popoli;
– L’Occidente dovrà farsi carico, in qualche modo, della parte povera dell’Ucraina, pur non avendo soldi per pagare i propri debiti con le imprese, i servizi pubblici, le pensioni e tantomeno per salvare banche nuovamente sull’orlo del collasso. Ci pensa il Fondo Monetario Internazionale: è già stato richiesto un prestito, che arriverà col suo corollario di austerità, licenziamenti di massa, congelamento dei salari e delle pensioni, crescita delle bollette, svendita dei beni pubblici, ecc.;
– I russi, aggrediti 4 volte in 200 anni da potenze europee (1812, 1914, 1919 e 1941), non staranno a guardare, come non lo farebbero gli Stati Uniti se Russia o Cina cercassero di installare un governo amico in Messico o in Canada. Ma cosa faranno? Resteranno sulla difensiva. L’esplicita volontà di apertura di Siria, Ucraina, Iran e Venezuela nei confronti degli Stati Uniti non è un sintomo di debolezza, ma della consapevolezza che il tempo gioca a loro favore e contro l’Alleanza Atlantica
L’enorme errore commesso dai decisori occidentali è stato quello di credere di poter vincere un’altra volta la Guerra Fredda (o la Guerra Civil Española). La differenza, rispetto agli anni Ottanta, è che le parti sono invertite. È l’economia euroamericana a trovarsi sul bordo del precipizio ed è l’opinione pubblica occidentale a disprezzare e odiare i propri governanti ed oligarchi che, consci di questo, hanno istituito un sistema di sorveglianza e prevenzione di rivolte degno della DDR.
Il mondo si sta già schierando con lo sfidante, contro l’imbolsito campione in carica, che tipicamente sopravvaluta le sue forze e sottovaluta l’avversario
Come nel 1989, ma a parti invertite, è sufficiente che uno dei due contendenti attenda il collasso dell’altro, per poi proclamarsi vincitore. La differenza è che mentre nel 1989 la cosa avvenne con un minimo spargimento di sangue, questa volta gli oligarchi non hanno alcuna intenzione di togliersi di mezzo. Il loro obiettivo è chiaramente quello di reinventarsi gattopardescamente e, se possibile, sfruttare la crisi per realizzare la Perfetta Controrivoluzione, la rivoluzione finale. Sono irriformabili.
La variabile X di cui non hanno tenuto conto è la Natura (e quindi anche la natura umana). Gaia si è dotata di anticorpi e il virus psicopatico ha gli anni contati.
Platone a Maidan (Kiev)
19 febbraio 2014 a 13:28 (Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto, Verità scomode)
Tags: Atlantide, Brzezinski, egemonia, Eurasia, Europa, imperialismo americano, Kiev, Maidan, NATO, Platone, proteste, rivolte, Russia, Stati Uniti, Ucraina, Unione Europea, violenza
a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles
Vi era una grande e meravigliosa dinastia regale che dominava tutta l’isola e molte altre isole e parti del continente: inoltre governavano le regioni della Libia che sono al di qua dello stretto sino all’Egitto, e l’Europa sino alla Tirrenia. Tutta questa potenza, radunatasi insieme, tentò allora di colonizzare con un solo assalto la vostra regione, la nostra, e ogni luogo che si trovasse al di qua dell’imboccatura. Fu in quella occasione, Solone, che la potenza della vostra città si distinse nettamente per virtù e per forza dinanzi a tutti gli uomini: superando tutti per coraggio e per le arti che adoperavano in guerra, ora guidando le truppe dei Greci, ora rimanendo di necessità sola per l’abbandono da parte degli altri, sottoposta a rischi estremi, vinti gli invasori, innalzò il trofeo della vittoria, e impedì a coloro che non erano ancora schiavi di diventarlo, mentre liberò generosamente tutti gli altri, quanti siamo che abitiamo entro i confini delle colonne d’Ercole. Dopo che in seguito, però, avvennero terribili terremoti e diluvi, trascorsi un solo giorno e una sola notte tremendi, tutto il vostro esercito sprofondò insieme nella terra e allo stesso modo l’isola di Atlantide scomparve sprofondando nel mare
Platone, “Timeo”, 24e-25d
Un’Europa che potrebbe rivelarsi uno dei pilastri essenziali di un più ampio sistema euroasiatico di sicurezza e cooperazione sponsorizzato dagli americani. Ma, prima di ogni altra cosa, l’Europa è la testa di ponte essenziale dell’America sul continente euroasiatico. Enorme è la posta geostrategica americana in Europa…l’allargamento dell’Europa si traduce automaticamente in un’espansione della sfera d’influenza diretta degli Stati Uniti. In assenza di stretti legami transatlantici, per contro, il primato dell’America in Eurasia svanirebbe in men che non si dica. E ciò comprometterebbe seriamente la possibilità di estendere più in profondo l’influenza americana in Eurasia…Un impegno americano in nome dell’unità europea potrebbe scongiurare il rischio che il processo di unificazione segni una battuta d’arresto per poi essere addirittura gradualmente stemperato.
Zbigniew Brzezinski, “La grande scacchiera”, Milano : Longanesi, 1998, pp. 83-85
In Ucraina si gioca LA partita decisiva, perfino più importante di quella in Medio Oriente.
Ci vorrà del tempo prima che l’opinione pubblica internazionale si renda conto delle implicazioni degli eventi ucraini, destinati a cambiare la storia mondiale.
Fidatevi: quando vedete neocon e “liberal” americani ed europei schierati dalla stessa parte, per la prima volta dall’11 settembre, è perché questa è la battaglia che conta.
Ucraina – agitare un popolo prima di (as)servirlo
5 dicembre 2013 a 09:20 (Controrivoluzione e Complotti, Etnofederalismo/Etnopopulismo, Resistenza e Rivoluzione)
Tags: Accordo di libero scambio transatlantico, Afghanistan, American Enterprise Institute, antisemitismo, area di libero scambio, atlantismo, austerità, Bolzano, BRICS, Brzezinski, Bullingdon Club, Canada, CDU, CSU, Femen, Francia, geopolitica, Georgia, Germania, imperialismo americano, Kiev, Klitschko, L'viv, lager, Lvov, Macchi, Merkel, Messico, Messico europeo, NATO, nazisti, neofascisti, neonazisti, New Atlantic Initiative, Ocse, Pierre Hillard, Polonia, Putin, razzismo, Russia, russofobia, Seifert, Sikorski, Soros, Svoboda, Tyahnybok, Tymoshenko, Ucraina, ultrazionalisti, Unione Europea, Vancouver, Yanukovych
a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles
Si comincia in Serbia nell’ottobre del 2000. è ormai documentato dagli storici che alcune ONG statunitensi, in particolare Open Society [Soros], Freedom House e il NED, abbiano sostenuto “Otpor!” e le grandi manifestazioni di piazza a ridosso delle elezioni presidenziali, senza attendere il risultato definitivo delle urne, che vedeva i due candidati andare verso un probabile ballottaggio…Dopo l’assalto della folla alla sede del Parlamento e alla tv di Stato, Slobodan Milosevic è costretto a lasciare il potere. In seguito sarà arrestato e consegnato al Tribunale Penale Internazionale dell’Aja, dove morirà prima di essere giudicato. Sotto il nuovo governo le truppe americane realizzano la gigantesca base militare di Bondsteel, in Kosovo, e rendono l’ex provincia serba uno stato indipendente nel 2008, in un tripudio di bandiere a stelle e strisce.
In Georgia, nel 2003, si ripete lo stesso schema. L’opposizione guidata dal movimento “Kmara!” denuncia brogli elettorali nelle elezioni legislative. A migliaia scendono in piazza sostenendo che i risultati del voto sono quelli indicati dal ISFED, una società di sondaggi e monitoraggio elettorale vicina a Open Society Georgian Foundation, NED, IRI e NDI. È la cosiddetta “rivoluzione delle rose”, con la quale i manifestanti costringono il presidente Edward Shevarnadze a dimettersi. Il suo successore, Mikhail Saakashvili, apre il paese agli interessi economici americani e si muove in direzione dell’entrata della Georgia nella NATO e nell’UE, mentre raffredda i rapporti con il vicino russo. Cinque anni più tardi, nell’agosto del 2008, Sakashvili bombarda la popolazione dell’Ossezia del Sud. Mosca risponde all’offensiva militare georgiana con l’invio delle forze speciali, arrivando a un passo da un possibile conflitto diretto con Washington.
Nel 2004 è la volta dell’Ucraina e della rinomata “rivoluzione arancione”. I due sfidanti alle elezioni presidenziali sono Viktor Yanoukovitch (filorusso) e Viktor Iouchenko (con il sostegno degli Stati Uniti e della comunità internazionale). Alla chiusura dei seggi e ai primi risultati sfavorevoli, migliaia di giovani, guidati dal movimento “Pora!”, si raggruppano nella piazza centrale di Kiev indossando indumenti color arancione, per sostenere Viktor Iouchenko. Dopo due settimane di manifestazioni, sotto una forte pressione mediatica e internazionale esercitata da OCSE, NATO, Consiglio d’Europa e Parlamento europeo, il risultato delle elezioni viene annullato e si torna alle urne. Nella nuova votazione vince Iouchenko..Una volta alla guida del paese, il nuovo leader stringe forti rapporti con la Georgia e stipula accordi sulle forniture di gas favorevoli agli Stati Uniti. Nel 2010 viene però clamorosamente eliminato al primo turno delle elezioni da Viktor Yanoukovitch che si prende la rivincita.
Alfredo Macchi, “Rivoluzioni S.p.A.: chi c’è dietro la Primavera Araba”, Alpine studio, 2012 pp. 78-80.
Alfredo Macchi, pluripremiato inviato di Mediaset
Tutto suffragato da Ian Traynor, “US campaign behind the turmoil in Kiev”, the Guardian, 26 novembre 2004
http://www.theguardian.com/world/2004/nov/26/ukraine.usa
GEOPOLITICA
Gli Stati che meritano il più forte sostegno geopolitico americano sono l’Azerbaijan, l’Uzbekistan e l’Ucraina, in quanto tutti e tre sono pilastri geopolitici. Anzi è l’Ucraina lo stato essenziale, in quanto influirà sull’evoluzione futura della Russia. […]. Tra il 2005 e il 2010 l’Ucraina dovrà essere pronta per un confronto serio con la NATO. Dopo il 2010, il principale nucleo della sicurezza in Europa consisterà in Francia, Germania, Polonia e Ucraina.
Zbigniew Brzezinski, “La Grande Scacchiera”
L’obiettivo principale della politica europea brzezinskiana – e quindi obamiana, se i neocon non lo fanno deragliare di nuovo come sulla Siria – è unificare il continente, ma sotto l’egida americana (un’Unione Europea a sovranità limitata, appendice della NATO), sfruttando le rivalità tra le varie potenze europee e i lobbismi a Bruxelles (es. accordo di libero scambio transatlantico).
I principali avversari sono la Francia (per la sua pretesa di voler continuare a essere una nazione guida a livello globale) e la Russia (potenza egemone dell’Eurasia). Queste due nazioni non devono perciò allearsi. Peggio ancora se si forma un asse Parigi-Berlino-Mosca. Germania e Italia sono comunque sotto occupazione militare. L’Italia è la seconda nazione europea per numero di installazioni militari delle forze americane. Siamo al quinto posto del mondo dopo Germania (179 siti militari US), Giappone (103), Afghanistan (100), Corea del Sud (89). Ne abbiamo 59.
Il profilo internazionale della Russia è ormai secondo solo a quello americano, anche grazie agli exploit con Siria e Iran, dove Putin si è guadagnato il rispetto di Romano Prodi, tra gli altri. È parte dei BRICS, la sua economia è solida, è militarmente temibile. Ha una base navale di importanza fondamentale in Crimea (Ucraina), con la quale può dire la sua nel Mediterraneo.
POLITICA UCRAINA
Yanukovych non può permettersi di perdere le prossime elezioni, nel febbraio del 2015. Ha senza dubbio tanti scheletri nell’armadio quanti ne aveva e ne ha la Tymoshenko, che ora è giustamente in cella. Sono entrambi dei delinquenti e chi è al potere cercherà di incarcerare l’altro. L’alternativa sono gli ultranazionalisti con simpatie neonazifasciste. Si vocifera da tempo della possibilità di separare l’Ucraina in due tronconi, uno per la NATO (L’viv, vicino a Polonia e Slovacchia) e uno per la Russia (Kiev)
Insomma, gli ucraini sono messi peggio di noi.
Yanukovych sa che l’accordo con l’Europa (e il famigerato FMI) significa austerità – aumento del prezzo del gas del 40%, tagli al welfare, congelamento dei salari – per un’economia già in sofferenza e la fine dei sussidi russi per il gas, che avrebbe un notevole impatto sulla popolazione. Vuol dire perdere le prossime elezioni; vuol dire, in pratica, l’esilio. Il rifiuto delle avances europee e americane significa invece un’altra “rivoluzione colorata” e maggiori interferenze russe nelle questioni interne ucraine.
Ha scelto di non scegliere o, per meglio dire, di prorogare la decisione a data da destinarsi, per poter mungere entrambe le mucche finché gli è possibile farlo. Non c’è nulla di tirannico in questo, anzi, in un certo senso sta servendo gli interessi del suo paese. Non è però detto che le mucche saranno consenzienti a lungo.
Le proteste sono un segnale: qualcuno ha pagato i trasporti fino alla capitale dei manifestanti ed è intuibile come mai così tanti tra gli intervistati dalle TV straniere parlino americano e non ucraino, pur trovandosi di fronte un intervistatore che parla la loro madrelingua.
Intanto si sprecano i paralleli con Hitler (l’Occidente hitlerizza tutti i suoi avversari)
IL NEONAZISMO
Io li odio i nazisti dell’Illinois.
Jake Blues
Stupratore ed assassino di donne incinte, torturatore, sadico seviziatore. Un vero e proprio mostro che trovò nel nazismo il suo habitat naturale. La difesa della democrazia da ogni arbitrio totalitario è un baluardo contro questi mostri, è un dovere morale ma anche una forma di autodifesa. L’alternativa alla democrazia è una giungla di mostri in libertà, assoldati per fare il lavoro sporco, in virtù di un loro terribile handicap – l’assenza di empatia – che si dimostra particolarmente utile in un sistema che vede nella naturale empatia della maggior parte degli esseri umani un ostacolo e non la promessa di un futuro migliore. Questo è quel che succede quando la democrazia si estingue.
Alfredo Poggi (Giorgio Mezzalira e Carlo Romeo, 2002, p. 65).
Ho trascorso un anno della mia vita a Vancouver e in almeno un paio di occasioni mi sono recato nel quartiere dove risiedeva Michael “Mischa” Seifert, il boia del lager di Bolzano, senza esserne consapevole. A dire il vero, a quel tempo ero convinto che quasi tutti i nazisti in fuga si fossero rifugiati in Sudamerica e negli Stati Uniti. Che uno di loro (forse più di uno?) potesse risiedere anche a Vancouver, a circa sei chilometri da casa mia, non mi aveva mai attraversato l’anticamera del cervello. Seifert è morto nel carcere militare casertano di Santa Maria Capua Vetere, nel 2010, mentre scontava una condanna all’ergastolo per l’uccisione di 11 internati nel campo di transito di Bolzano (Polizeilisches Durchgangslager Bozen), tra il dicembre del 1944 e l’aprile del 1945 quando lui, ucraino, serviva il Reich con la divisa delle SS, prima di rifugiarsi in Canada, dopo la sconfitta.
è che ste cose gli piacciono
I tre partiti dell’opposizione (neoliberisti e nazionalisti) hanno tutti legami con la Germania. Il Partito della Patria di Julia Tymoshenko è vicino alla CDU/CSU di Angela Merkel e alla galassia delle sue fondazioni e think tank. L’Alleanza per la Riforma Democratica dell’Ucraina del campione mondiale di pugilato Vitali Klitschko (che ha terminato la sua carriera in Germania e ricevuto un’onorificenza per aver migliorato le relazioni tra Ucraina e Germania) è anch’essa sponsorizzata dall’istituto Konrad Adenauer ed è esplicitamente pro-NATO.
http://www.theguardian.com/world/shortcuts/2013/dec/02/vitali-klitschko-next-president-ukraine-boxer
http://www.german-foreign-policy.com/en/fulltext/58302/print?PHPSESSID=urcvm6aogdfn53hkg0bc4g27i3
Svoboda (Libertà) è il partito “social-nazionale” (sic!) degli ultranazionalisti antisemiti e russofobi, guidati da Oleh Tyahnybok (“lottiamo contro la mafia ebreo-moscovita che governa l’Ucraina”), affiliati all’estrema destra europea e con nostalgie naziste (tra gli Ucraini occidentali molti simpatizzavano per gli occupanti tedeschi). A L’viv hanno preso il 38% dei voti nelle politiche del 2012 e sono arrivati secondi a Kiev: i 37 parlamentari eletti si sono subito distinti per la loro inciviltà, violenza, volgarità.
http://www.bbc.co.uk/news/magazine-20824693
Si sono viste moltissime bandiere del partito alle dimostrazioni. Sarebbe interessante capire quanta influenza abbiano sul movimento di protesta.
LE FEMEN
Hanno urinato su una foto di Yanukovych a Parigi, davanti all’ambasciata ucraina
Sofisticate intelligenti, persuasive e dignitose come sempre.
il giovane Sikorski tra i mujaheddin anti-sovietici in Afghanistan
LA POLONIA
I politici polacchi (Brzezinski è polacco-americano) sono in prima linea negli attacchi al governo ucraino.
Vale la pena di notare il background del ministro degli esteri polacco Radek Sikorski: “Studiò filosofia, politica ed economia presso il Pembroke College dell’Università di Oxford, entrando poi nel Bullingdon Club, l’associazione goliardica degli studenti universitari oxoniense nella quale fece conoscenza con molti futuri esponenti della vita politica britannica, tra cui l’attuale capo del partito conservatore e allora studente universitario David Cameron”.
[L’attuale governo ultraliberista britannico è espressione dell’esclusivo Bullingdon Club].
Nel 1990, dopo la caduta del Muro di Berlino, divenne consigliere di Rupert Murdoch per i suoi investimenti in Polonia.
Dal 2002 al 2005 fu membro del American Enterprise Institute a Washington e direttore della New Atlantic Initiative, un’organizzazione creata per rafforzare i legami fra americani ed europei dopo la fine della Guerra fredda. [rafforzare i legami: consolidare i pilastri dell’impero]
http://en.wikipedia.org/wiki/Rados%C5%82aw_Sikorski
“Un altro polacco, il ministro degli esteri Radek Sikorski, potrebbe invece ritentare l’assalto al vertice della Nato, già fallito nel 2009”.
Il Messico d’Europa
UNIONE EUROPEA
I cittadini europei avranno finalmente la possibilità di votare direttamente per il presidente della Commissione Europea (es. Tsipras, se non fa la fine di JFK). Devono pretendere anche di poter votare su ogni espansione, in qualunque direzione. Finora l’allargamento dell’UE l’ha resa sempre meno democratica e sempre più tecnocratica e sottoposta alle pressioni lobbistiche. Le vergognose vicende dell’eurozona e dell’accordo sul libero scambio transatlantico sono solo alcuni esempi tra i mille possibili.
Washington e Berlino non vogliono un’Ucraina nell’UE, ma un Messico europeo. Gli ucraini e i cittadini dei 28 paesi membri dell’Unione dovrebbero poter votare per decidere se questa cosa abbia senso e sia nell’interesse dei popoli di questo continente.
Ukraine on the brink – another Yugoslavia?
3 dicembre 2013 a 08:20 (Controrivoluzione e Complotti, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: Angela Merkel, balkanization, break-up, Brzezinski, demonstrations, Europe, European Future, European Union, foreign policies, free market, free trade agreement, Freedom House, full spectrum dominance, Ian Brzezinski, IMF, Kiev, Konrad Adenauer Stiftung, Merkel, National Endowment for Democracy, NATO, Open Society Foundations, Orange Revolution, Protasiewicz, Russia, Soros, Svoboda, Tymoschenko, Ukraine, Washington, Washington Consensus, Yanukovych, Yushchenko, Zbigniew Brzezinski
A cura di Stefano Fait
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Prior to her political career, Yulia Tymoshenko was a successful but controversial businesswoman in the gas industry, becoming by some estimates one of the richest people in the country.
http://en.wikipedia.org/wiki/Yulia_Tymoshenko#2011_trial_and_imprisonment
Yanukovych won a November 2004 runoff election. He defeated Viktor Yushchenko. Washington backed him. He’s a former Ukraine central bank governor. His wife held US citizenship. She’s a former Reagan and GHW Bush official. Yushchenko favored NATO and EU membership. His campaign prominently featured the color orange. Western media promoted his Orange Revolution.
Viktor Klitschko’s UDAR is sponsored by the Konrad Adenauer Stiftung and Yulia Tymoshenko’s Fatherland Party has ties with Angela Merkel’s Christian Democratic Union. Svoboda which enjoys strong support in the Lviv administrative region in western Ukraine with 38% electoral support has ties with the BNP in the UK and Jobbik in Hungary. Svoboda would have even stronger ties with these and other right-wing parties in the EU were Ukraine to become a, uh, full-fledged EU member. Is it possible that politically conservative and far-right forces in Germany and other countries need Ukraine in the EU over and above consideration for any economic benefits and other impacts that Ukraine’s integration into the EU might have?
When Polish politician Jacek Protasiewicz (Poland is a NATO country), vice-president of the European parliament, agitates the Ukrainian crowds by telling them: “You are part of Europe” – Russians are also Europeans, by the way –, the inquiring mind wonders how many Ukrainians are in a position to make any informed judgements.
There is no “European Future” for Ukrainians looking westward. Ukraine, like Mexico, will never be an equal partner.
For as long as the Washington Consensus (i.e. privatisation of the public sector at bargain prices, dismantling of the welfare state, debt bondage, hedge fund hyenas and zombie banks) dominates European policies, Ukrainians, like all other Europeans, are bound to be exploited: wealth and prosperity for all is not the goal of the current European leadership.
The Orange Revolution was sponsored by the IMF (Washington), the National Endowment for Democracy (Washington), Freedom House (Washington) and Soros’ Open Society Foundations (New York): “Do you know why there is no revolution in Washington? Because there is no US embassy in Washington DC”.
http://www.theguardian.com/world/2004/nov/26/ukraine.usa
http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/3588115.stm
The ultimate goal is the balkanization of Ukraine, the break-up of Ukraine, for the western portion is to become part of the NATO alliance (cf. Brzezinski and “full spectrum dominance”)
Ian Brzezinski is the son of foreign-policy expert Zbigniew Brzezinski
2000s
http://www.theguardian.com/world/2004/nov/28/ukraine.theobserver
2010s
2013
http://rt.com/op-edge/ukraine-eu-entry-russia-438/
Driving tractors and a bulldozer at the riot police is not what I would call “demonstrating peacefully”.
http://edition.cnn.com/2013/12/01/us/ukraine-eu-protest-sunday/
Western leaders’ hypocrisy on the suppression of peaceful demonstrations
http://www.theguardian.com/world/blog/2011/sep/25/occupywallstreet-occupy-wall-street-protests
http://www.theguardian.com/uk/2010/nov/26/police-student-protests-horses-charge
https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_cases_of_police_brutality_in_the_United_Kingdom
The same leaders who authorize monitoring internet activities and phone conversations of all citizens, CCTV mass surveillance, the arrest of whistleblowers, drone wars, “humanitarian wars”, toxic austerity, the crushing of protests in Bahrain and Palestine, etc.
The best option, for Ukraine, would be to remain neutral and on friendly terms with both Russia and EU. The European Union should do the same with Russia and the United States. This continent deserves better than being a US protectorate.
The agreement proposed by the European Union would destroy Ukraine’s economy, which could not compete with Western European producers after the lifting of protective tariffs. Even the agricultural sector would be in trouble. For EU countries, Ukraine is but another market to conquer.
We must not also forget that Ukraine depends on subsidised gas from Russia while, in Europe, major banks are insolvent, unemployment is on the rise and basic social and civil rights are no longer guaranteed.
Ultimately, sacrificing Ukraine’s economic sovereignty is suicidal, a gift to foreign speculators.
Think Ukrainians, think!