Statue di cera vs. esseri umani
18 luglio 2016 a 17:02 (Futuro e Anticipazione, Verso un Mondo Nuovo)
Tags: Boris Johnson, Islanda, Organizzazione di Shanghai per la Cooperazione, Palestina, Palestina e Vaticano, Palmira, panta rei, papa e Palestina, papa Francesco, Regno Unito, Turchia, Ucraina, Unione Europea
La maschera “green” di un’oligarchia psicopatica – schiattare per il gelo in Europa
29 ottobre 2014 a 10:04 (Cambiamento climatico, Energia, Verità scomode)
Tags: assideramento, Belgio, blackout, energie rinnovabili, eolico, glaciazione, inverno 2014-2015, privatizzazioni, psicopatia, raffreddamento globale, Regno Unito, UK
Per garantire il livello di vita dell’élite finanziaria globale, non occorrono le migliaia di miliardi accumulati da questo ceto, basterebbe molto meno. Insomma, il denaro per questa gente non è solo il mezzo per fare quella vita, è molto di più, è davvero fine a se stesso.
Gustavo Zagrebelsky, “La maschera democratica dell’oligarchia”
Numerosi studi dimostrano che i cervelli sociopatici non rispondono emotivamente a parole come “morte”, “stupro” e “cancro”, o almeno non quanto fanno i cervelli normali: diciamo che la nostra risposta emotiva equivale a quella che si ottiene pronunciando la parola “sedia”. Un’ulteriore ricerca ha poi dimostrato che i cervelli dei sociopatici dispongono di un numero inferiore di connessioni tra corteccia prefrontale (che aiuta a regolare le emozioni, interpreta i segnali di pericolo e consente di prendere le decisioni) e l’amigdala (che le emozioni le elabora), il che potrebbe spiegare perché i sociopatici non provano sufficienti emozioni negative nel momento in cui compiono un’azione antisociale.
M.E. Thomas, “Confessioni di una sociopatica”
Avevo avvertito che sarebbe successo (“Il raffreddamento globale è causato dall’uomo” – NO! Non fatevi fregare un’altra volta!” 5 giugno 2013) ed è successo. Alcuni scienziati giapponesi hanno annunciato che il “riscaldamento globale causato dall’uomo” ci garantirà inverni rigidi in Asia ed Europa FINO ALLA FINE DEL SECOLO:
http://www.lifegate.it/persone/news/inverno-brutte-notizie-freddolosi
La prossima fase, che sarà quella finale sarà formulata in questi termini: “il riscaldamento globale causato dall’uomo ha innescato una glaciazione. Se ci aveste ascoltati ora l’emisfero boreale non sarebbe coperto di ghiacci” (cf. “L’alba del giorno dopo”).
Ci aggiorniamo nel 2016-2017 e vedrete che ci avrò beccato.
Intanto c’è chi ci lascerà le penne in massa. Per esempio inglesi e belgi.
. . . . e che cosa occorre fare per evitare la crisi energetica che incombe sulla Gran Bretagna? Con il 40 per cento della nostra capacità di generazione di energia che svanirà nei prossimi anni (con 14 delle nostre principali centrali nucleari e a carbone che saranno chiuse), che misure intende proporre il governo per tenere accese le luci e far funzionare un’economia che dipende dai computer?
Christopher Booker nel 2010, profeta inascoltato.
Le famiglie dovranno abituarsi ad usare l’energia solo quando è disponibile (leggi: non avete alternative all’assideramento? Cazzi vostri!)
Steve Holliday – responsabile della rete energetica britannica, 2011
2 settimane di gennaio senza energia elettrica per il Regno Unito se questo sarà un inverno particolarmente rigido
http://www.thetimes.co.uk/tto/business/industries/utilities/article4250172.ece
Questo a causa delle folli/criminali politiche energetiche del governo neoliberista/neoconservatore (basta carbone, W l’eolico che arricchisce i latifondisti inglesi dal cuore green quanto il loro portafogli! settore energetico tutto in mano ai privati!) > Wind turbines bring in ‘risk-free’ millions for rich landowners, Guardian, 28 febbraio 2012
Significa migliaia di morti, forse decine di migliaia di morti. I neocon sono sempre stati eugenetisti, quindi la cosa non ci deve sorprendere
Ricordatevelo quando elogiate Londra e l’Occidente, o quando vi rifiutate di credere che ci possano essere psicopatici al governo di una nazione (“sarebbero facili da riconoscere!”)
I governi psicopatici li riconosci dal numero di esseri umani che lasciano morire o di cui causano attivamente la morte.
In Belgio sono ancora più lungimiranti. Hanno superato la fase del se e hanno già predisposto delle aree in cui verrà fatta mancare l’elettricità nel corso dell’inverno e che quindi se la devono cavare da sole: “caro cittadino, sono un po’ cazzi tuoi!”.
http://spectrum.ieee.org/…/nuclear-vulnerability-sends…
Meglio il pubblico inefficiente o il privato avido?
Per favorire gli interessi privati i governi neoliberisti di Blair e Cameron hanno messo troppe uova energetiche in un paniere, quello eolico, che esiste solo grazie agli ingenti sussidi pubblici e che dovrebbe arrivare a coprire il 20% del fabbisogno, ma chiaramente non lo può fare quando le alte pressioni estive ed invernali bloccano le condizioni meteo facendo crollare la produzione all’1% di quanto è richiesto. Hanno poi consentito ai privati di smantellare le centrali a carbone che dovevano attivarsi in caso di emergenza, per costruire abitazioni che subiranno il blackout.
http://www.adamsmith.org/wp-content/uploads/2014/10/Assessment7.pdf
Questo è folle e criminale!
È difficile da credere se uno si rifiuta di accettare l’idea che siamo in un’epoca sociopatica, in cui vi è un’altissima incidenza di persone prive di coscienza o sotto ricatto che sono giunte nelle stanze dei bottoni.
Nei prossimi anni la realtà batterà più di un colpo alla porta delle 3 scimmiette.
L’unica risposta sensata è quella di creare un rinascimento della scienza, economia e politica per essere all’altezza della sfida che rappresenta la prossima glaciazione.
1. La fisica quantistica ha dimostrato che lo spazio e la materia contengono grandi quantità di energia inutilizzata;
2. La legge di conservazione dell’energia non sarebbe violata. Non c’è energia gratuita ma solo conversione da un’altra forma di energia di cui abbiamo ignorato l’esistenza o che credevamo inaccessibile;
3. A causa di 2 #, dobbiamo sviluppare una buona comprensione teorica di qualsiasi tecnologia prima di iniziare la generazione. Abbiamo bisogno di sapere da dove provenga l’energia e quali effetti questo trasferimento di energia potrebbe avere sugli esseri viventi circostanti (e sulla materia).
4. Se e quando queste tecnologie saranno disponibili, dovranno essere presentate contemporaneamente in tutto il mondo in modo open-source per impedire che siano soppresse e/o controllate da pochi oligarchi;
Di che raffreddamento globale parli? In Italia fa caldo! [tribalismo fuori controllo]
28 ottobre 2013 a 19:19 (Cambiamento climatico)
Tags: 2014, Alaska, antartico, artico, attività solare, attività vulcanica, BBC, Cambiamento climatico, Co2, conseguenze, correnti a getto, Courtillot, Dalton, diminuzione della temperatura, Eddy, emissioni, Ernani, Europa, Europa settentrionale, Gore, Hansen, IPCC, Lockwood, Mann, Maunder, Mazzoleni, minimo, minimo solare, Nord Europa, oceani, Olocene, piccola era glaciale, raffreddamento globale, Regno Unito, Rubbia, temperature oceaniche, variazioni di temperatura, Vincent Courtillot, vulcani sottomarini, vulcanismo
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Non è riscontrabile un rapporto tra i cambiamenti climatici e le emissioni di CO2. La situazione nuova è che nonostante le emissioni continuino, dal 2000 si è registrata una diminuzione della temperatura.
Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica, giugno 2012
La lunga fase di riscaldamento che si è registrata a partire dagli Anni ’90 si è andata progressivamente spegnendo così dopo la stabilizzazione, pare che si vada verso una diminuzione lenta e impercettibile, ma misurabile
Massimo Mazzoleni, L’Eco di Bergamo, luglio 2013
http://forum.valbrembanaweb.com/meteo-alpi-prealpi-orobie-f79/piccola-era-glaciale-t7469.html
La nostra ipotesi di un avvio verso un periodo freddo trova conferma da altri enti di ricerca europei e non…Supponendo che tale intensa attività solare abbia raggiunto il culmine, potremmo ipotizzare allora una prima fase in cui anche la temperatura del Pianeta permarrebbe anch’essa quasi stazionaria per il medesimo tempo. Seguirebbe poi una seconda fase nella quale, diminuendo il numero delle macchie solari, anche la temperatura scenderebbe, dando così il via ad una inversione di tendenza con conseguente avvio verso una piccola era glaciale
colonnello Paolo Ernani, aeronautica militare, settembre 2013
http://www.meteoweb.eu/2013/09/clima-il-col-ernani-ribadisce-la-terra-si-sta-raffreddando-in-italia-il-2013-e-lanno-piu-freddo-degli-ultimi-17/228210/
Esiste un rischio reale di piccola era glaciale
BBC
http://www.bbc.co.uk/blogs/paulhudson/posts/Real-risk-of-a-Maunder-minimum-Little-Ice-Age-says-leading-scientist
Lockwood non è l’unico a pronosticare inverni siberiani per le isole britanniche
http://www.express.co.uk/news/uk/439701/Now-get-ready-for-an-Ice-Age-as-experts-warn-of-Siberian-winter-ahead
[N.B. Nel 2007 il professor Lockwood, che ora ci mette in guardia da una piccola glaciazione, se la prendeva con un astronomo, Whitehouse, ex corrispondente della BBC, che diceva esattamente le stesse cose (che lui già sapeva a quel tempo):
http://www.telegraph.co.uk/comment/letters/3641481/Letters-to-The-Sunday-Telegraph.html]
gli oceani continuano a riscaldarsi leggermente (secondo i serristi il caldo mancante nell’atmosfera è finito tutto negli oceani), ma tra 0 e 700 metri di profondità la tendenza è completamente diversa: quasi 1 grado C in meno
oceani australi in via di raffreddamento
L’Antartico continua a infischiarsene del cambio di stagione e non vuole sciogliersi, sfidando le direttive dell’IPCC, che continua a ingiungere il suo scioglimento
ghiacci in ripresa a livello globale
Alaska in via di raffreddamento
L’attuale ciclo solare è già più debole del numero 5, quello del Minimo di Dalton
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/10/21/minimo-di-eddy-glaciazione-di-landscheidt-grossi-casini/
L’intensificazione dell’attività vulcanica, che il più recente rapporto IPCC accusa di aver fatto fallire i suoi modelli (assieme al recente calo di attività solare)…questi modelli:
è in realtà uno dei due fattori che ha fatto riscaldare la Terra (l’altro è il Sole, che è stato molto attivo fino all’inizio del decennio scorso).
Il vulcanismo è anche responsabile delle innumerevoli morie di animali marini degli ultimi anni, dell’acidificazione degli oceani e del fatto che l’aumento di temperatura oceanico sia concentrato sotto i 700 metri di profondità, dove non ci sono attività umane.
Ecco qui svelato il “tremendo mistero”. L’IPCC non può non averlo capito, quindi vi stanno buggerando.
Ora sono fregati. Il vulcanismo non può compensare la perdita di calore del pianeta. Fino al 2017 si verificherà un leggero raffreddamento che l’IPCC non potrà in alcun modo spiegare. Dopodiché, dal 2017 in poi, si comincerà a scendere di brutto, anche di 2 gradi C.
Mi piacerebbe che la gente riflettesse su quel che sta accadendo: come mai grande caldo e grande freddo si alternano? Perché le correnti atmosferiche hanno cambiato direzione e ora vanno da nord a sud e non da est a ovest. Cosa succede quando cambiare direzione? Che il caldo affluisce verso i poli, dove una parte scioglie i ghiacci e l’altra si disperde nello spazio. E quindi? E quindi il bilancio termico della terra volge verso il negativo. E quindi? E quindi preparatevi a degli inverni sempre più freddi
Scopriremo presto se chi, come me, prevede un raffreddamento globale che potrebbe innescare una glaciazione di quelle toste, aveva ragione. Quest’inverno dovrà per forza proseguire la tendenza al raffreddamento che è diventata molto tangibile nel Regno Unito
Inverno 2009-2010, also called The Big Freeze
http://en.wikipedia.org/wiki/Winter_of_2009%E2%80%9310_in_Great_Britain_and_Ireland
inverno 2010–2011: heavy snowfalls, record low temperatures, travel chaos and school disruption. UK’s coldest December since Met Office records began in 1910, with a mean temperature of -1°C.
http://en.wikipedia.org/wiki/Winter_of_2010%E2%80%9311_in_Great_Britain_and_Ireland
2013 – si mettono le mani avanti e si prepara la prossima frode: “il cambiamento climatico produce inverni più freddi per le isole britanniche”
L’attività solare è in calo dal 2005, ma siamo ancora in prossimità del picco (minuscolo, ma pur sempre un picco) del ciclo 24. A un certo punto il computo delle macchie solari comincerà a precipitare e le temperature declineranno, per almeno 20-30 anni. Entro la primavera del 2015 i forum dei quotidiani saranno invasi da lettori infuriati con chi parla di riscaldamento globale causato dall’uomo. Entro il 2019, iniziato il ciclo solare 25 (molto probabilmente privo o quasi di macchie solari), la terribile verità sarà chiara a tutti: l’AGW (riscaldamento globale causato dall’uomo) è stata la più grande bufala o il più grande abbaglio della storia della scienza (se la climatologia può già essere definita una scienza).
Mann, Hansen, Gore e gli altri truffatori avranno ancora una carta da giocarsi:
Dopodiché potremo avere un Dalton (brutto), un Maunder (molto brutto), o qualcosa di peggio. Anche un semplice Dalton può far partire una glaciazione.
12000 anni di durata di un periodo interglaciale è solo una media. Non significa che abbiamo ancora 500 anni di margine (oltre al fatto che non è certo che le nostre datazioni siano corrette
http://it.wikipedia.org/wiki/Dryas_recente
Se poi ci fosse pure un impatto cosmico o un’intensificazione del vulcanismo…
In caso di minimo solare prolungato come quello previsto dalla NASA e da altri centri di ricerca è verosimile che avremo un calo di 1,5C verso i 60 gradi di latitudine (Oslo, Helsinki, Stoccolma, San Pietroburgo, Anchorage), che diventeranno 2,5C entro al massimo una ventina di anni. Le pale eoliche danesi serviranno a ben poco.
A metà del secolo scorso eravamo circa 3 miliardi, mentre nei prossimi anni arriveremo a 7,5 miliardi di bocche da sfamare, senza i raccolti cerealicoli canadesi, che saranno annullati nel giro di 7-10 anni (-80% in 5 anni? -20% per gli USA), e senza una parte dei raccolti russi e ucraini. Servirà una conversione rapidissima dal bio-diesel ai cereali per consumo animale/umano.
Mai così vicini alla pace, mai così vicini alla guerra
22 settembre 2013 a 08:18 (Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto, Verità scomode, Verso un Mondo Nuovo)
Tags: Al-Qaeda, Assad, basket, catena umana, chiese copte, Cina, colloqui di pace, Consiglio di Sicurezza dell’ONU, Corea, Coree, cristiani copti, Curdi, filistei, Francia, Gangnam style, Ginevra, Ginevra I, Ginevra II, Goering, guerra, insorti, Iran, Irlanda del Nord, Israele, Italia, jihadisti, Jugoslavia, Medio Oriente, mercenari, musulmani, Nazioni Unite, negoziati, Obama, opposizione, pace, pacifismo, Palestina, Regno Unito, Russia, Rwanda, Sanson, Siria, Stati Uniti, Terza Guerra Mondiale, trattative, veti, veto
Ringrazio “Lettere Dalla Germania“
*L’Iran rilascia detenuti politici, esclude la transizione da nucleare civile a nucleare militare, chiede dialogo costruttivo con l’Occidente ad ogni livello.
*Assad chiede ancora una volta – in precedenza l’opposizione si è sempre opposta – un cessate il fuoco, la fine di interventi esterni e un processo politico pacifico e democratico di soluzione del conflitto che coinvolga una forza di interposizione delle Nazioni Unite.
http://www.haaretz.com/news/middle-east/1.547923
Ossia quel che i politici europei più lucidi e in buona fede avevano proposto qualche settimana fa
*La Russia ha fatto tutte le aperture possibili. Già da tempo (prima di Ginevra I) ha proposto un governo di transizione che porti ad elezioni monitorate internazionalmente e ha salvato la faccia ad Obama rilanciando sul controllo delle armi chimiche e su Ginevra II. Possedeva tutte le informazioni che servivano per smerdare i paesi interventisti (come le hanno questi ultimi), ma ha scelto di non farlo, perché è assolutamente contraria alla guerra e vuole la pace. In questo frangente, Putin merita un grande plauso e un grande grazie.
La situazione in Siria è gravissima. Il massiccio afflusso di jihadisti-alqaedisti (provenienti da carceri pachistane, irachene, libiche e saudite)
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2013/08/03/Interpol-Qaida-dietro-evasioni_9115198.html
che ora costituiscono fino al 50% dei combattenti anti-Assad (studio di una società di consulenza della Difesa statunitense) – con meno di un terzo animato da sentimenti democratici
ha ricompattato i siriani dietro Assad
http://www.worldtribune.com/2013/05/31/nato-data-assad-winning-the-war-for-syrians-hearts-and-minds/
e ora ci sono scontri tra insorti anti-Assad e jihadisti stranieri per il possesso di città che saranno susseguentemente stalingradizzate (rase al suolo dagli scontri)
gli jihadisti rapiscono e massacrano civili alawiti e curdi
e sono in guerra con i curdi (che per questo si sono schierati con Assad) in tutta l’area
http://mondo.panorama.it/Siria-opposizione-ad-Assad-perde-i-curdi-e-si-indebolisce
e naturalmente con i cristiani
http://www.internazionale.it/news/siria/2013/09/11/ribelli-jihadisti-minacciano-cristiani-a-maalula/
Solo un’alleanza pan-siriana potrebbe spazzare via questi fanatici-psicopatici e mettere in salvo i civili, che hanno già sofferto abbastanza.
Forse questa volta Assad sa di trovarsi in una posizione di forza – strategica e politica – e sa anche che gli insorti sono più preoccupati degli jihadisti che dell’esercito regolare. Quindi si aspetta una risposta più costruttiva di: “non sarà con te che negozieremo un cessate il fuoco”.
Non ci possono essere precondizioni per partecipare a dei colloqui di pace. Parlare non ha mai fatto male a nessuno. Si possono mettere paletti e premettere che certe questioni non sono negoziabili, ma non c’è niente di più infame, in questi frangenti, che rifiutare un confronto finché l’altra parte non ha rimosso il suo leader e finché l’Iran pretende di sedersi al tavolo internazionale delle trattative. È un alibi per protrarre la guerra, oppure per continuare a nascondere il fatto che l’opposizione ad Assad non ha una leadership definita e quindi non potrà governare il paese. Non è certo una prova di serietà.
L’opposizione Siriana e gli Stati Uniti devono smettere di porre delle precondizioni per il negoziato. Deve essere la popolazione siriana a decidere le sue sorti, con delle elezioni ed è impensabile che ai negoziati partecipi l’Arabia Saudita, ma non l’Iran.
Non credo che Russia, Iran e Siria farebbero queste mosse se non pensassero che Obama continua ad opporsi a una guerra voluta da Netanyahu.
Obama è in grado di riprendere il controllo della Casa Bianca evitando anche un conflitto “incredibilmente piccolo”, come l’ha comicamente definito Kerry, per rimarcare come fosse un modo per cavarsi fuori da una trappola e non una vera volontà di belligeranza?
Forse questi sforzi non serviranno a evitare la guerra, o quantomeno il bombardamento missilistico della Siria (e dell’Iran), ma se c’è una cosa che possono ottenere è far pensare il mondo e persuadere miliardi di persone che la guerra non è inevitabile e può essere fermata, perché anche molti potenti – quali che siano le loro intenzioni – sono contrari alla terza guerra mondiale.
Questo è fondamentale: non è solo la gente comune a non volere questa guerra. Su questo possiamo trovare, provvisoriamente, alleati insperati che sanno che la guerra non è nel loro interesse.
QUESTA VOLTA CE LA POSSIAMO FARE, LA PACE PUÒ VINCERE PERCHÉ HA SPONSOR IMPORTANTI
L’Irlanda del Nord sembrava una causa persa, ora è in pace. Le squadre di basket della ex Jugoslavia sono tornate a giocare nella stessa lega dal 2001.
http://it.wikipedia.org/wiki/ABA_Liga
In futuro anche le due Coree saranno in pace: Operai sudcoreani si sono recati oggi in Corea del Nord in concomitanza con la ripresa delle attività nella zona industriale di Kaesong, co-gestita da Seoul e Pyongyang
http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE98F01R20130916
Soldati israeliani ballano con palestinesi sulle note del Gangnam style che, imprevedibilmente, sta diventando un ballo di pace universale
Puniti dai vertici militari, festeggiati da moltissimi israeliani e palestinesi
http://www.huffingtonpost.it/2013/08/30/video-soldati-israeliani-ballano-gagnam-style_n_3842287.html
Egitto: musulmani pregano formando catena umane a protezione di chiesa copte
Chi le guerre le combatte, odia la guerra
http://it.wikipedia.org/wiki/Tregua_di_Natale
LA GENTE COMUNE NON VUOLE MAI LA GUERRA: «È ovvio che la gente non vuole la guerra. Perché mai un povero contadino dovrebbe voler rischiare la pelle in guerra, quando il vantaggio maggiore che può trarne è quello di tornare a casa tutto intero? Certo, la gente comune non vuole la guerra: né in Russia, né in Inghilterra e neanche in Germania. È scontato. Ma, dopo tutto, sono i capi che decidono la politica dei vari Stati e, sia che si tratti di democrazie, di dittature fasciste, di parlamenti o di dittature comuniste, è sempre facile trascinarsi dietro il popolo. Che abbia voce o no, il popolo può essere sempre assoggettato al volere dei potenti. È facile. Basta dirgli che sta per essere attaccato e accusare i pacifisti di essere privi di spirito patriottico e di voler esporre il proprio paese al pericolo. Funziona sempre, in qualsiasi paese.»
Hermann Göring
Chi si è adoperato in Irlanda, in Palestina, in Rwanda e in Siria per la pace è un eroe del genere umano. Chi ostacola la pace merita solo disprezzo.
Ora gli occhi del mondo sono puntati su Israele, la mina vagante, la reale minaccia per la pace su questo pianeta:
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/israele_libano_razzi_tensione/notizie/318048.shtml
http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=86778&typeb=0&Anche-l-Egitto-soffoca-Gaza
http://www.lindro.it/politica/2013-09-20/100417-sabra-e-shatila-la-ferita-sanguina-ancora
Ha già fatto sapere per bocca del suo ambasciatore a Washington che loro volevano la rimozione di Assad anche prima dello scoppio della guerra civile (quelli che hanno giurato e spergiurato che non erano coinvolti nella questioni siriane, coi soliti imbecilli che li prendevano in parola).
http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/1.547538
Tanto per far capire che non intendono tollerare meno che una Siria non soggiogata e non allineata. Le loro preferenze vanno per un’altra Somalia ai loro confini
http://www.counterpunch.org/2012/07/30/israels-plan-for-syria/
La fazione bellicista (neoconservatori angloamericani e sionisti euroamericani e israeliani) non è mai stata così vicina alla sconfitta e dovrà reagire con un terribile colpo di coda: si gioca tutto e cercherà di trascinare tutti nell’abisso assieme a lei: dopo di me il Diluvio, muoia Sansone e tutti i filistei.
Sentiamo cosa ha da dire a proposito il senatore repubblicano L. Graham:
“Credo che se gestiamo male la Siria, entro sei mesi – e mi può citare su questo”, ha aggiunto Graham, facendo una pausa per ottenere un effetto drammatico – “Ci sarà una guerra tra Iran e Israele sul loro programma nucleare. Ma la cosa non si risolverebbe lì. Senza dubbio”, ha spiegato minacciosamente, “gli iraniani condividerebbero la propria tecnologia nucleare con i nemici degli Stati Uniti. Il mio timore è che essa non arriverà in America sulla testata di un missile, ma nel ventre di una nave a Charleston o nel porto di New York”.
Abbastanza incredibile, no? Sembra di essere in un episodio dei Soprano. Eppure non è fiction.
L’Italia dovrebbe porsi come interlocutore super partes, e spingere per una soluzione politico-diplomatica. L’Italia ha sempre avuto la vocazione di mediatore tra Terzo Mondo e Primo Mondo, tra Mediterraneo e Nord Europea, tra Est e Ovest: non può continuare a negare la sua natura, la sua missione.
La NATO non ha il diritto di stabilire quale sia l’interesse e il futuro del nostro paese e del mondo e l’Italia non può suicidarsi per far contenta la Prussia mediorientale e i suoi sponsor d’oltreoceano.
Corrente del Golfo malata – l’elefante nella stanza che si continua a ignorare
7 luglio 2013 a 09:43 (Cambiamento climatico)
Tags: artico, BBC, Cambiamento climatico, Corrente del Golfo, indebolimento, interruzione, Irlanda, Islanda, Isole britanniche, oceano, raffreddamento globale, Regno Unito, riscaldamento globale, salinità
https://twitter.com/stefanofait
Programma su BBC2: il riscaldamento globale ha già sensibilmente indebolito la Corrente del Golfo, la salinità oceanica è diminuita e perciò le isole britanniche potrebbero andare incontro a un clima islandese (figuriamoci i poveri islandesi!):
http://www.dailymail.co.uk/news/article-201951/Global-warming-cause-big-chill.html
Brzezinski, Atlantide e la Supernova
10 aprile 2013 a 07:49 (Miti da sfatare, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto, Verso un Mondo Nuovo)
Tags: Atlantide, Ban Ki-moon, BRICS, Brzezinski, Cina, City, Commissione Trilaterale, divide et impera, egemonia, geopolitica, imperialismo, impero americano, Iran, Israele, NATO, Nazioni Unite, Netanyahu, Obama, oleodotti, Pentagono, Putin, Regno Unito, Russia, russofobia, Sarkozy, stati satellite, supernova, Turchia, Unione Eurasiatica, Unione Europea, Van Rompuy, vassallaggio, vassalli, Zbigniew Brzezinski
Il “brillante” piano di Brzezinski per gli Stati Uniti del ventunesimo secolo: scimmiottare le strategie dell’impero britannico (e/o di Atlantide?)
http://it.wikipedia.org/wiki/Zbigniew_Brzezinski
Premessa: occorre capire che senza un impero gli Stati Uniti non hanno alcuna chance di sopravvivere. Sono nelle stesse condizioni del Regno Unito: la loro industria è moribonda, la loro economia è tenuta in vita a botte di stimoli dalle rispettive banche centrali (che prima o poi si pagano, con gli interessi – disastrose bolle speculative + inflazione), il loro settore bancario-finanziario è una metastasi, il loro tasso di disoccupazione reale è a livelli record, così come il loro indebitamento reale. Le loro rispettive valute non sono crollate solo grazie al predominio militare americano.
Anglo-America (Nuova Atlantide = City di Londra + Pentagono) è come una stella diventata troppo grande che è in procinto di esplodere per esaurimento di combustibile:
“L’esplosione di Supernova rappresenta l’ultimo atto, distruttivo e spettacolare, del ciclo evolutivo di stelle molto massive. Durante l’esplosione viene liberata un’energia enorme e la stella diventa così luminosa da splendere più di una intera galassia. La luce emessa dalla stella in seguito all’esplosione dura qualche mese ed è paragonabile a quella che il nostro Sole è in grado di emettere in un miliardo di anni!… Ogni volta che il combustibile nucleare al centro della stella finisce perché si è trasformato in un altro elemento, il nucleo si contrae sotto l’azione della gravità e riesce ad innalzare la temperatura fino ad innescare il bruciamento del nuovo elemento chimico. Sfortunatamente (per la stella) il ferro non può essere ulteriormente fuso per produrre energia e questa volta la contrazione del nucleo prosegue in maniera irreversibile. Quando la temperatura e la densità della materia all’interno del nucleo raggiungono un valore limite, i protoni e gli elettroni degli atomi si fondono a formare neutroni. In ognuna di queste reazioni di “neutronizzazione” viene prodotto un neutrino. In poche decine di secondi il diametro del nucleo si contrae da circa metà del raggio terrestre (3000 km) a poco più di 10 km. L’onda d’urto prodotta si propaga in circa due ore attraverso gli strati esterni della stella e, quando raggiunge la superficie, la stella esplode. Tutto il materiale di cui è composta la parte esterna della stella viene proiettato nello spazio circostante con una velocità approssimativa di 15000 km/s, lasciando come residuo il nucleo di neutroni che, a seconda della massa, può rimanere una stella di neutroni (pulsar) o diventare un buco nero”
Succederà. Uno choc petrolifero (crisi nel Golfo Persico), la morte di una banca zombie troppo grande per essere salvata (con effetto domino sulle altre), il tentativo di riprendere il controllo delle armi automatiche, pogrom antisemiti, una nuova recessione, un crack di Wall Street, prolungate proteste di massa con repressione e reazioni violente di una popolazione armata fino ai denti, un attentato terroristico, il collasso dell’eurozona: ormai le concause possono essere numerose.
Brzezinski queste cose le sa.
È un uomo straordinariamente intelligente, è spiritoso, è un padre amorevole. Ha fatto tutto quel che era in suo potere per scongiurare una terza guerra mondiale (conseguenza di un attacco all’Iran); ha condannato le politiche inique ed austeriste del Nord Europa, consigliando ad Obama di contrastarle in ogni modo negli Stati Uniti; ha promosso la nascita di una Palestina indipendente ed un serio processo di pace nel Medio Oriente. Per questo è diventato il bersaglio del livore dei neocon statunitensi e dei nazionalisti israeliani.
Brzezinski è troppo lucido e disciplinato per essere un neocon: sa che senza la carota il bastone può produrre un effetto boomerang.
È uno scacchista e il mondo per lui è una scacchiera. Ci sono giocatori e ci sono pedine. Qualcuno vince, qualcuno perde, qualcuno è sacrificato. Così è sempre stato e sempre sarà.
Brzezinski non tollera l’idea di un pianeta in cui non esista una potenza leader (o un direttorio) che stabilizzi i rapporti internazionali, l’idea di una governance globale DEMOCRATICA in cui il Terzo Mondo possa avere lo stesso peso delle potenze maggiori e in cui si possano mettere a tacere le oligarchie finanziarie.
Sa che l’America è stata quasi incessantemente una forza destabilizzante, anche laddove – conflitto arabo-israeliano – era nel suo interesse evitare che Israele facesse il passo più lungo della gamba (per non parlare di Iran, Pachistan, America Latina, Sud Est asiatico, Mediterraneo, ecc.).
La proliferazione di basi americane in tutto il mondo, anche a poche centinaia di chilometri dai confini russi e cinesi non è un fattore di stabilizzazione.
Sa perfettamente che, come l’impero britannico, anche quello NATO si pone come “indispensabile mediatore” solo per interferire negli affari interni di altri stati ed è perciò nel suo interesse impedire in ogni modo che nel mondo prevalga la diplomazia, la cooperazione, la concordia (divide et impera).
Obama non è meno imperialista di Bush, è solo molto più “smart”.
Di questo occorre tener conto quando si leggono i numerosi pareri condivisibili di Brzezinski.
Fa tutto parte di un calcolo costi-benefici che ha come obiettivo quello di fare in modo che Obama impari dagli errori di Gorbaciov nel gestire il declino del modello statunitense (soft landing). La parola-chiave è coordinamento (controllo indiretto): un Nobel per la Pace usa i droni, non i bombardieri; usa le truppe dei vassalli, non le sue (es. Libia, Mali, Siria, Somalia).
Si sfruttano come vassalli le ex potenze coloniali ora inserite nella NATO per conservare il predominio (low cost): Regno Unito, Francia e Turchia in Africa e Medio Oriente [Sarkozy ha inaugurato una base aeronavale francese negli Emirati Arabi Uniti, a poche decine di chilometri dall’Iran, nel 2009, lo stesso anno in cui ha imposto alla Francia l’adesione alla NATO], Polonia nell’Europa orientale (nella speranza che la Russia imploda).
Però le cose non vanno sempre per il verso giusto. Israele è ormai una mina vagante.
La Germania in Europa, il Giappone nell’Estremo Oriente e l’Italia nel Mediterraneo hanno occasionalmente lasciato intendere che sono più che pronti ad operare in una prospettiva post-NATO (es. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-09-06/putin-inaugura-gasdotto-north-165827.shtml?uuid=AaKyb31D).
La Francia pre-Sarkozy era una nazione sovrana e quasi certamente tornerà ad esserlo negli anni a venire.
I BRICS hanno sfidato la volontà di Washington senza subire alcuna conseguenza significativa.
Il Pachistan non desidera altro che liberarsi dalla presenza americana e dalla costante minaccia di una sua disgregazione (con il nord che se ne va per conto suo e finisce nell’orbita americana).
Insomma, le cose volgono al peggio, per i nemici dell’America come doveva essere.
Ecco la reazione di Brzezinski, al crepuscolo dell’impero.
Zbignew Brzezinski, primavera 2012
0:50 – il ventunesimo secolo sarà o il secolo più di successo su scala globale, oppure il peggior secolo nella storia umana
2:30 – la NATO è ancora importante e ancora necessaria ma deve dotarsi di una visione di politica globale.
5:00 – la storia del mondo si snoda nel continente eurasiatico. Là, oggigiorno, ogni conflitto regionale ha una portata globale.
6:30 – non è da escludere che l’Asia del ventunesimo secolo possa replicare la tragica storia dell’Europa del ventesimo secolo.
8:50 – gli Stati Uniti non devono lasciarsi coinvolgere in nessun conflitto asiatico sul continente (Giappone, Corea e Taiwan restano però strategici). Gli USA devono limitarsi a fare quel che ha fatto il Regno Unito nel diciottesimo secolo con l’Europa: fungere da equilibratori, mediatori.
9:30 – USA devono impegnarsi in un’opera di riconciliazione tra Giappone e Cina
10 – la Cina può essere un junior partner degli USA nella stabilizzazione del mondo: un conflitto tra le due potenze le distruggerebbe entrambe
11 – Gli USA sono i guardiani d’Europa, ma l’Europa deve svolgere un ruolo attivo nella stabilizzazione dell’Oriente (perché è nell’interesse di tutti)
13:44 – Perché ciò avvenga è indispensabile che Turchia e Russia entrino a far parte dell’Occidente
15 – Ataturk ha avuto successo laddove Lenin ha fallito
18 – la Turchia è un modello per il futuro sviluppo dell’Iran
21 – l’Unione Europea evolverà, sviluppando verosimilmente un nucleo centrale federale circondato da una periferia meno vincolata e da satelliti collegati in qualche forma all’UE, tra i quali certamente la Turchia, il tutto all’interno della comunità euro-atlantica (leggi: Europa vassallo del Nordamerica)
22 – L’Unione Europea era più “unione” quando era una comunità (CEE): ora è attraversata da fratture (chissà come mai!?)
26 – la Turchia può essere un modello di sviluppo per la Russia (arriva a dire che i turisti russi in Turchia si domanderanno perché il loro paese non possa essere più simile alla Turchia!)
31 – non è che gli Stati Uniti sono in declino, è che altre potenze si sviluppano più rapidamente, ma non è detto che possano conservare quel tasso di crescita
32 – gli USA possono migliorare la propria situazione solo risolvendo alcuni problemi strutturali e questo può accadere solo con un élite più lucida di quella attuale (segue allusione al fatto che una vittoria di Romney sarebbe disastrosa)
34 – l’Europa non sta decadendo. È significativo che sempre più statisti dicano che serve maggiore integrazione e una crescita che sia socialmente responsabile e non finalizzata unicamente alla massimizzazione del profitto
36 – se fossi un turco e vedessi da una parte l’Iran ed un Medio Oriente in subbuglio, dall’altra la Russia e da un’altra parte ancora l’Europa e gli Stati Uniti, vorrei avere questi ultimi come amici
46 – se la Turchia decidesse di intervenire in Siria, non sarebbe lasciata sola. Francia e Regno Unito (non li nomina ma vi allude) la assisterebbero (ma non gli USA, non direttamente). MA, data la sensitività e complessità della situazione, sarebbe meglio evitare di farsi coinvolgere in un’escalation voluta da forze esterne all’alleanza NATO (Arabia Saudita+Qatar? Israele?) in modo da evitare un coinvolgimento dell’Iran
55 – South Stream (progetto italo-russo) ignorato, Nabucco (progetto americano) strada giusta
http://temi.repubblica.it/limes/nabucco-vs-south-stream/6899
1:03 – il cambiamento climatico può essere realmente catastrofico per l’umanità ma non ci sono ancora risposte definitive. Altre minacce del ventunesimo secolo potrebbero essere la diffusione di malattie sconosciute, sommosse, guerre che impieghino armi di distruzione di massa. Queste sono minacce che non possono essere affrontate con il voto alle Nazioni Unite (B. odia le Nazioni Unite ma anche l’Unione Europea: altrimenti non ci sarebbero in giro molluschi come Van Rompuy e Ban Ki-Moon), ma solo attraverso la collaborazione delle grandi potenze.
https://www.youtube.com/watch?v=tTku4KZff3Q
Zbignew Brzezinski, estate 2012
La Russia si democratizzerà, ma solo dopo una parentesi nefasta (12:43)
Qualunque guerra nell’Estremo Oriente sarebbe disastrosa per gli Stati Uniti
Non ci sarà alcuna egemonia cinese fino alla metà del secolo (perché culturalmente gli USA hanno un appeal che i cinesi non possono avere)
Le disparità sociali negli Stati Uniti sono una gravissima minaccia
È necessario un ritiro delle forze americane dall’Afghanistan ma senza lasciare un paese destabilizzato
La questione siriana va risolta diplomaticamente, coinvolgendo l’Iran
L’invasione dell’Afghanistan era necessaria per distruggere Al-Qaeda
Se gli USA si fanno coinvolgere in una guerra in Iran tutte le crisi del Medio Oriente confluiranno in un’unica gigantesca crisi dal Mediterraneo all’India (15-16) – la strategia giusta è la stessa impiegata contro l’Unione Sovietica ed in ogni caso è evidente che una scelta tra strangolamento economico e umiliante capitolazione sarebbe irricevibile. L’Iran può continuare il suo legittimo programma atomico se monitorato seriamente. In ogni caso l’acquisizione da parte dell’Iran di una testata atomica non sarebbe la fine del mondo (19). La Corea del Nord ha testate atomiche, ma né la Corea del Sud né il Giappone strepitano perché gli Stati Uniti entrino in guerra contro il regime nordcoreano: si sentono ragionevolmente sicuri (21:30).
Un attacco israeliano all’Iran avrebbe effetti deleteri per i nostri soldati in Afghanistan, per i paesi del Golfo, per il prezzo del petrolio e quindi della benzina che è già fin troppo costosa per via della “tassa Netanyahu”, ossia il sovrapprezzo che le sue esternazioni hanno prodotto con la crescita dei premi di assicurazione sulle forniture petrolifere (23)
I palestinesi e gli israeliani non possono fare pace. I palestinesi sono troppo deboli e divisi e gli israeliani sono troppo forti, fiduciosi e politicamente frammentati. Solo gli Stati Uniti possono trovare e far accettare un compromesso ragionevole tra entrambe le parti che integri Israele nel Medio Oriente e trasformi Palestina e Israele, nel giro di una generazione, nella Singapore di quell’area: una fonte di innovazione (25).
Una guerra mondiale che coinvolga Cina e Stati Uniti per il controllo del mondo sarebbe troppo costosa per entrambe le parti, quindi è altamente improbabile che si verifichi. È necessario che gli uni non demonizzino gli altri e che si trovi una formula che permetta alle potenze di coesistere (32).
L’opinione pubblica è troppo ignorante di storia e geografia per rispondere intelligentemente alle sollecitazioni del presidente e spiana la strada ai demagoghi (34). La responsabilità è sia del sistema educativo, che non insegna la geografia e la storia mondiale, sia dei media che sono troppo superficiali.
La Siria non è la Libia, Assad non è Gheddafi: la situazione è molto più complicata di come l’hanno presentata i media (40).
Nel breve periodo le nostre relazioni con la Russia si deterioreranno per colpa di Putin, nel lungo periodo il suo regime è condannato e si protrarrà a lungo La stagnazione e decadenza saranno intollerabili per i Russi. La società civile cosmopolita è più ricettiva ed è il nostro obiettivo, se vogliamo costruire una comunità euro atlantica che sappia gestire i più vasti conflitti globali.
Nella società iraniana le donne hanno un ruolo molto più importante di quel che si tende a credere e sono loro che riusciranno a scindere il nazionalismo dal fondamentalismo. Ma una politica di contrapposizione con il governo iraniano può solo rafforzare quel legame.
L’America Latina è di importanza relativa nelle questioni internazionali del nostro tempo (43).
L’India è estremamente a rischio a causa dell’alto tasso di analfabetismo, del carattere aristocratico della sua pseudo-democrazia e dell’eterogeneità della sua popolazione (45).
L’intelligence statunitense non ha saputo prevedere la primavera araba come non l’ha saputa prevedere Mubarak, che era sul posto. Certi eventi sono il prodotto di incontrollabili concatenazioni di variabili (50)
COMMISSIONE TRILATERALE: è diventata sempre meno efficace. È prestigiosa, ma poco influente (54).
È una vergogna che nessun dirigente del mondo finanziario sia stato punito per delle azioni che possono essere definite delle truffe. È stata una grave mancanza da parte di Obama (59).
Il prossimo presidente dovrà occuparsi della giustizia sociale, perché non c’è democrazia con certi livelli di sperequazione
https://www.youtube.com/watch?v=Z7GDu1hqLPw
Zbigniew Brzezinski “The Role of the West in the Complex Post-Hegemonic World“, autunno 2012
13:00 – crescente distanza tra burocrati cinesi e forze armate nazionaliste, ma anche tra dirigenza e giovane borghesia rampante
14:30 – la Russia di Putin è imperialista e vuole assorbire l’Ucraina ma il declino demografico la rende vulnerabile in oriente (minaccia cinese: Brzezinski ha sempre cercato di mettere Russia e Cina l’una contro l’altra, fin dai tempi della Guerra Fredda – la cosa sta diventando alquanto patetica). Le violenze caucasiche faranno fallire i giochi olimpici invernali di Sochi e il fondamentalismo islamico rischia di destabilizzare le sue regioni meridionali (Brzezinski è polacco, non ama la Russia, per usare un eufemismo – qui si rivolge ad un pubblico polacco, a Danzica)
16:00 – sostiene che la CEE (più piccola) era più coesa dell’UE (molto più grande) – il che è certamente vero – ma, “curiosamente”, consiglia all’UE di espandersi ulteriormente fino all’Ucraina
17:00 – il Giappone dovrebbe farsi valere di più con la Russia nella disputa sull’isola di Sakhalin
23:00 – la Germania deve guidare l’Europa (il ruolo storico della Francia è solo quello di aver portato a questo risultato!)
27:00 – l’UE deve includere la Turchia perché solo così Georgia e Ucraina saranno difese dalle mire espansionistiche russe
28:00 – L’Unione Eurasiatica promossa da Mosca è solo un trucco per ristabilire l’impero sovietico
http://it.wikipedia.org/wiki/Unione_eurasiatica
28:30 – una Russia inserita nell’Unione Europea sarebbe percepita come meno minacciosa per i suoi vicini, ma solo se subordinata alla NATO
L’indipendenza non è un diritto, è un capriccio (il nazionalismo scozzese e sudtirolese)
22 febbraio 2013 a 08:51 (Alto Adige / Sudtirolo, Etnofederalismo/Etnopopulismo, Territoriali#Europei)
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L’indipendenza scozzese: panem et circenses
Le promesse dei nazionalisti scozzesi diventano ogni giorno più fantastiche. La cosa non deve sorprendere: i sondaggi li danno in ripiegamento.
Brian Wilson, Guardian, 7 febbraio 2013
“Si tende ad essere benevoli verso i nazionalismi altrui, quando li si guarda da una certa distanza. Diversa è la cosa se si vive in una realtà nazionalista. Quando però si recuperano le proprie facoltà critiche, è chiaro che tutti i nazionalismi hanno una cosa in comune: dividono le persone per categorie identitarie e creano confini laddove non ne esistevano.
Questo è lo scenario che la Scozia deve ora affrontare. Non vi è alcun marcato aumento di richiesta di indipendenza, e ancor meno giustificazioni. Tranne che nella testa di qualche paranoico, non siamo perseguitati, derubati, discriminati o esclusi. Dal punto di vista sociale ed economico abbiamo le stesse ragioni di lamentarci di molte altre parti del Regno Unito.
Lo zoccolo duro dell’indipendentismo scozzese si attesta a circa il 20%, ma vi è anche una significativa domanda di poteri più decentrati. Se si sottopone all’attenzione degli scozzesi un elenco di problemi che li riguardano, questi danno le stesse risposte degli inglesi, con le modifiche costituzionali che arrancano molto dietro ai soliti apripista – posti di lavoro, la salute, l’istruzione e una dozzina di altre questioni.
La differenza è che la Scozia ora deve rispondere a una domanda che solo una minoranza vorrebbe fosse posta: “La Scozia dovrebbe diventare una nazione indipendente?” E questo perché, due anni fa, il 21% degli scozzesi ha votato per i nazionalisti, dando loro la maggioranza assoluta. Il SNP (partito nazionalista scozzese) ha in mano le leve del potere e ha il diritto di usarle. Di qui il referendum.
Questa settimana sono andati un po’ oltre. Pur non avendo ancora fissato una data per il referendum, hanno annunciato che l’”Independence Day” [giorno della proclamazione dell’a sovranità] si terrà nel marzo del 2016. Il circo è già organizzato, mentre altri dovranno preoccuparsi del pane. L’intenzione è quella di creare un’aria di inevitabilità alla marcia per l’indipendenza, e in questo sono assistiti dalla disposizione delle notevoli risorse del governo devoluto.
I sondaggi indicano che la campagna separatista è in stallo.
Quando le opzioni sono ridotte a due, il sostegno per l’indipendenza sale al 25-30%. Ma sarebbe sciocco supporre che rimarrà lì. Giocando sul lungo periodo, lo SNP conta sul fatto che entro la fine del 2014 la scelta sarà tra l’indipendenza e la probabilità di un altro governo conservatore, il che potrebbe alterare significativamente lo stato d’animo prevalente.
Quelli di noi che non vogliono frantumare la Gran Bretagna non sono del tipo che si commuove nel veder garrire la bandiera dell’unione. Noi crediamo che staremo meglio insieme che divisi, e che non c’è alcuna ragione credibile per dissolvere 300 anni di storia comune. Sappiamo che ogni cambiamento progressivo che ha beneficiato la gente comune in tutto il Regno Unito è stato conquistato e votato da persone a Newcastle e Liverpool tanto quanto a Glasgow e Edimburgo.
E sappiamo che se lo SNP ce la farà, non sarà solo la Scozia a pagarne il prezzo, a prescindere dagli ipotetici benefici che sono stati promessi. Saranno anche i nostri amici, familiari e compagni ad essere abbandonati alla loro sorte in un “resto del Regno Unito” politicamente sbilanciato, in un paesaggio molto più ostile [la Scozia è una regione “rossa”, NdT]. Non c’è nulla di lontanamente progressista, per nessuno di noi, in questo.
Questa settimana il governo scozzese ha allegramente promesso che, se la gente voterà per l’indipendenza della Scozia, il tutto si risolverà nel giro di 18 mesi [tra il 2014 ed il 2016, appunto, NdT]. Non possono dirci che valuta sarà impiegata o che tassi di interesse saranno fissati, però possono dirci quanto dureranno i negoziati.
La loro intera argomentazione economica si basa sulla richiesta della maggior parte dei ricavi delle risorse energetiche del Mare del Nord, ma presuppongono che un benevolo governo Tory [conservatori] sia disposto a sottoscrivere tranquillamente ogni aspetto della separazione dei beni che sarà loro proposta, al fine di agevolare il grande party al castello di Edimburgo. Basano la loro politica energetica sull’assunto che i consumatori inglesi sovvenzioneranno le energie rinnovabili scozzesi mentre la Scozia si appropria dei proventi del petrolio [NB cosa succederebbe se le isole Shetland votassero per l’indipendenza dalla Scozia e poi reclamassero una parte di quegli stessi proventi, in quanto ricavati dalle proprie acque territoriali? NdT]. Sono stati presi in castagna quando mentivano spudoratamente in merito all’automatica adesione all’UE che, è ormai chiaro, non sarebbe tale.
A sostegno della loro tesi che il processo richiederebbe solo 18 mesi, – e ricordate che questo è un documento ufficiale del governo, non una nota di partito – hanno fatto riferimento a quei 30 paesi che hanno ottenuto un divorzio all’acqua di rose dai vicini o dai loro signori coloniali: dal Mali al Montenegro, alle isole Kiribati nel mare del sud.
L’idea che esista un paragone pertinente con la dissoluzione di 300 anni di relazioni, istituzioni condivise ed interdipendenza economica nel Regno Unito può essere assurda, ma è indicativo dell’approccio nazionalista. Sanno che dovranno limitarsi ad ingannare la maggior parte delle persone per un singolo giorno, nell’autunno del 2014, e il futuro apparterrà a loro. Si tratta di un grande trofeo, e il fine sarà utilizzato senza pietà per giustificare i mezzi”.
http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2013/feb/07/scottish-nationalists-bread-and-circuses
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Non esiste una nazione in cui gli elettori ottengono ciò che vogliono, anche solo occasionalmente. Anche se vincono i “nostri”, l’azione di governo dovrà comunque tener conto delle esigenze di tutti. L’infantilizzazione della società contemporanea ha però indotto molti a credere che se i propri desideri non vengono esauditi, allora è giusto che ciascuno se ne vada per la sua strada. Ci si divide in gruppi sempre più piccoli, alla ricerca di una crescente conformità di vedute che è tossica per la mente, per la coscienza, per la società e per la civiltà umana. I miti della cultura, della patria, della lingua, della fede, ecc. sono solo espressione di coscienze immature che antepongono al benessere collettivo il benessere della propria parrocchia e campanile, o l’interesse personale. L’egoismo è all’origine dell’attuale Depressione (la chiama Depressione anche Paul Krugman, Nobel per l’Economia, ne “Il ritorno dell’economia della depressione”, 2013), l’egoismo degli speculatori, delle caste, delle categorie, delle nazioni, delle classi, e così via.
Con la risoluzione 1832 (2011) concernente “la sovranità nazionale e lo stato di diritto nel diritto internazionale contemporaneo: necessità di un chiarimento”, il Consiglio d’Europa – che non è un’istituzione dell’Unione Europea, ma include la Corte Europea per i Diritti Umani ed è la fonte della “Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali” – ha dato priorità all’integrità degli stati stabilendo che questa può cessare solo in caso di oppressione e violenze che impediscano una riconciliazione pacifica tra le parti. Il diritto all’ autodeterminazione non dà luogo a un diritto automatico alla secessione. Il rapporto che accompagna la risoluzione afferma quanto segue:
“all’infuori del processo di decolonizzazione, l’opinione prevalente non vede nel diritto all’autodeterminazione un fatto costitutivo del diritto per ogni gruppo minoritario regionale di addivenire alla secessione da uno stato esistente. L’autodeterminazione delle minoranze dovrebbe essere piuttosto realizzata per mezzo della partecipazione al governo dello Stato nel suo complesso, e attraverso la devoluzione del potere con lo sviluppo dell’autonomia regionale, vale a dire l’auto-governo in questioni come l’istruzione, la cultura, ecc., ad esclusione dell’indipendenza”.
Il governo britannico non era tenuto a concedere la possibilità di votare per l’indipendenza, ma l’ha fatto. Difficile considerarlo un governo oppressivo e violento.
http://www.raetia.com/it/shop/item/1567-contro-i-miti-etnici.html