Lui è tornato – Er ist wieder da – Look Who’s Back
9 Maggio 2016 a 22:27 (Verità scomode)
Tags: Cthulhu, David Wnendt, eterno nazismo, fascismo, intolleranza, Lovecraft, Lui è tornato, Mulisch, nazismo, neonazismo, razzismo, ritorno di Hitler, Servatius, Timur Vermes
Le Sentinelle in Piedi sono cittadini di serie B rispetto a me?
6 ottobre 2014 a 10:45 (Verità scomode, Verso un Mondo Nuovo)
Tags: Bobbio, censura, Chaplin, Costituzione, democrazia, diritti universali, fascismo, gay, libertà d'espressione, libertà di parola, omosessuali, Repubblica, Sentinelle in Piedi
Una ragazza invece più mite e più sprovveduta continuava a rispondermi che non si può pensare come pensano le sentinelle. Come non si può? rispondevo. Evidentemente si può, dobbiamo prendere atto che loro pensano così. Sì, ma è un pensiero sbagliato, non si può pensare così, rispondeva di nuovo. E chi lo decide quale pensiero è giusto e quale è sbagliato? chiedevo a quella ragazza come se fossimo a scuola, ma lei non sapeva rispondere a questa interrogazione.
Chissà se da giovane sono stata anch’io tanto dogmatica, suppongo di sì, ma almeno avrei saputo argomentare meglio la mia posizione, almeno spero.
In conclusione ora penso così: le diverse opinioni sull’opportunità di impedire gridando che si sentissero le parole di quel signore al microfono hanno solo in minima parte radici razionali su cui si potrebbe comunque discutere; credo che abbiano in grandissima parte radici emotive, relative cioè all’esuberanza o meno di energie fisiche e al rapporto con la propria aggressività.
Donatella Donati, nota condivisa su FB
Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Art. 19 della “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Art. 21 della Costituzione
Rispettare la Costituzione significa rispettare il diritto di TUTTI di esserne tutelato, anche quando ci dà fastidio, anche quando non siamo d’accordo con loro, anche quando ci mettono a disagio. Se cominciamo ad interpretare un diritto universale esso perde la sua universalità e mette a rischio tutti gli altri nostri diritti. Solo difendendo la libertà altrui posso continuare a difendere la mia.
Perché ci sia democrazia basta il consenso della maggioranza. Ma appunto il consenso della maggioranza implica che vi sia una minoranza di dissenzienti. Che cosa facciamo di questi dissenzienti una volta ammesso che il consenso unanime è impossibile e che là dove si dice che vi sia, è un consenso organizzato, manipolato, manovrato e quindi fittizio, è il consenso di chi, per ripetere il famoso detto di Rousseau, è obbligato ad essere libero? Del resto, che valore ha il consenso dove il dissenso è proibito? I dissenzienti li sopprimiamo o li lasciamo sopravvivere? E se li lasciamo sopravvivere, li recintiamo o li lasciamo circolare, li imbavagliamo o li lasciamo parlare, li espelliamo come reprobi o li teniamo fra di noi come liberi cittadini?
Norberto Bobbio, “il futuro della democrazia”, Einaudi, Torino 1984
Le parole esercitano un’influenza sulle persone solo se queste decidono che così dev’essere, perché attribuiscono credibilità ed autorevolezza a chi le pronuncia e perché vogliono o temono che il messaggio sia vero. Le parole hanno potere solo se chi le ascolta o legge glielo conferisce. Altrimenti non ne hanno, sono solo vibrazioni nell’aria. Attribuire uno speciale potere alle parole è una semplice credenza che ciascuno può respingere coscientemente. Se certe parole ci irritano la responsabilità è nostra, perché lasciamo che ciò avvenga. Possiamo forse plasmare il prossimo in modo da costringerlo ad essere più sensibile? Sarebbe giusto? È sbagliato cercare di controllare gli altri, quando sono adulti, privandoli del loro libero arbitrio, della possibilità di scegliere. E siccome non è giusto controllare gli altri, non è nemmeno giusto censurare gli altri.
A questo proposito, è davvero molto istruttiva questa vicenda delle Sentinelle in Piedi (omofobe e ultra-tradizionaliste) e del tizio denunciato per apologia del nazismo mentre interpretava la parte del Grande Dittatore per criticare le Sentinelle.
Le SiP sono convinte che equiparare un concittadino omosessuale ad uno eterosessuale apre la strada alla “distruzione dell’uomo e della civiltà”
Sono persone spaventate dai grandi cambiamenti della nostra epoca, non diversamente da molti di quei giovani musulmani che accorrono al richiamo dei leader di ISIS.
Questa non è però una buona ragione per paragonarli ai nazisti o agli jihadisti.
Il sito delle SiP prosegue: “Se anche tu vuoi vegliare per difendere la libertà di espressione, se anche tu ritieni che sia giusto e doveroso difendere questa libertà in modo pacifico e silenzioso, informati in quali città hanno già vegliato le Sentinelle in piedi e in quali veglieranno”.
Non posso che condividere.
E condivido in parte anche la tesi opposta (la parte in grassetto):
“L’istigazione all’odio non è libertà d’espressione. Contestiamo le sentinelle in piedi perché hanno la pretesa di spacciare per scientifica e legittima la loro paura e il loro odio verso gay, lesbiche e transgender. Loro si professano pacifiche ma ciò che rivendicano è il diritto di discriminare e opprimere, invocano la negazione di libertà per tante e tanti che considerano ‘diversi’ solo perché assolutizzano il modello di ‘normalità’ che sentono di incarnare e che la società propone come tale“.
Solo in parte, però, perché se chi non la pensa come la maggioranza fosse sempre considerato un istigatore all’odio allora non vivremmo più in una democrazia.
Mi piace come le sentinelle esprimono la loro opinione. Non la condivido, ma appoggio in pieno il loro diritto di esprimerla pubblicamente e mi imbarazza vivere in un paese in cui questo non è naturale.
Mi piace il tizio vestito da Grande Dittatore di Chaplin.
Mi piace meno l’implicita equiparazione delle sentinelle al nazismo (è sciocco dar delle patenti di nazismo un po’ a tutti quelli che non la pensano come noi e non a quelli che veramente ragionano come dei nazisti – e non li incontri per strada, sono ai piani alti, e distruggono nazioni e popoli con un cenno – a proposito: perché nessuno parla più delle sofferenze dei greci?).
Mi piace ancor meno la denuncia al tizio vestito da parodia di Hitler, ma è esattamente quel che succede in un paese in cui la libertà d’espressione è relativa.
L’insensata denuncia è figlia di questa immaturità democratica. Se sono state le Sentinelle a denunciarlo – come mi pare probabile – hanno in un colpo solo negato il senso ufficiale della loro protesta, dando ragione ai loro contestatori. Anche chi manifesta per la libertà d’espressione è subito pronto a sopprimerla negli altri.
Viviamo in un paese così antropologicamente pessimista da credere che la mera manifestazione di una credenza possa essere un virus che contagia le masse.
Se l’OMS avesse usato la stessa ferocia contro Ebola ora non saremmo lì a chiederci quando arriverà in Italia.
Senza la libertà di offendere non c’è libertà. Se le mie azioni sono giudicate in base a quanto offendono il prossimo, potrò fare solo quello che gli altri mi consentono graziosamente di fare e poiché moltissimi sono suscettibili e permalosi, ciò decreterebbe la morte della libertà. Non essere offesi da chi è in buona fede non è un diritto umano. Anche le SiP hanno il diritto di chiamare fascisti quelli che cercano di impedire la loro facoltà di esprimere i propri valori non violentemente.
Se le Sentinelle e i loro contestatori si offendono nell’essere paragonati ai fascisti il problema è loro.
Una democrazia non può essere ostaggio della permalosità e della suscettibilità altrui.
Come si può aver paura di questi pochi dissenzienti? Come può una repubblica di 60 milioni di abitanti essere così tragicamente insicura circa le sue premesse valoriali? Siamo ancora così immaturi?
Sì. Continuiamo a credere che ci serva un Grande Controllore/Censore che decida per noi cosa siamo autorizzati a sentire e vedere (per il nostro bene).
In Azerbaigian le donne hanno ottenuto il diritto di voto nel 1919, in Italia nel 1946, in Svizzera nel 1971.
Abbiamo tutti ancora molta strada da fare.
Ama davvero la libertà solo chi la riafferma per il suo prossimo
Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev, Regno dello Spirito e Regno di Cesare, 1951
La quenelle, Dieudonné e l’insurrezione globale
9 gennaio 2014 a 12:27 (Controrivoluzione e Complotti, Resistenza e Rivoluzione)
Tags: comico, Dieudonné, Ebrei, establishment, fascismo, Francia, Marsigliese, neofascismo, nonviolenza, protesta, quenelle, quenellizzazione, resistenza, rivolta, rivoluzione globale, Secondo Olocausto, sionismo, sionisti, sistema, status quo
A cura di Stefano Fait
Paradiso Riconquistato [blog per architetti di mondi nuovi – poliglotta]
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“Quenellizzazione” sta a significare il processo che ha portato un gesto comune, rivisto e politicizzato nell’ambito di esibizioni teatrali di un comico-umorista francese, a diventare un simbolo globale di protesta contro un establishment che è globalmente percepito come ostile alle persone comuni.
In questo risiede la sua potenza: è stato recepito senza alcuna traduzione o storpiatura in tutto il mondo anche non francofono come antitesi al braccio teso fascista e usato per comunicare l’idea che l’establishment si finge democratico ma è fascista (come ogni oligarchia autoritaria sociopatizzata).
Il fatto poi che i rappresentanti politici di questo stesso establishment lo associno al fascismo testimonia il carattere orwelliano della contemporaneità.
Dieudonné M’bala M’bala, pur avendo calcato le scene per anni in coppia con un comico ebreo, ha indubbiamente espresso opinioni antisemite negli ultimi anni: una presa di posizione quantomai idiota, tenuto conto della sua conclamata avversione ai tribalismi. Questo peculiare personaggio non è però il titolare di questo gesto di protesta anti-sistema: trasformarlo in un martire servirà solo a convincere sempre più persone che è arrivato il momento di dire basta alla “crisi”, che tale non è, essendo il risultato di politiche pianificate e deliberate.
Presto il governo francese si troverà ad affrontare centinaia di migliaia di cittadini, di ogni fede, orientamento politico e sessuale ed estrazione sociale, che faranno il gesto della quenelle mentre cantano la Marsigliese. Cosa succederà? Diventerà un reato? E in Italia? E se saranno degli ebrei a farlo, com’è già accaduto? E se sarà una celebrità? E se il gesto si diffonderà in tutto il mondo come segno di solidarietà tra oppressi che vogliono cambiare il sistema per il bene delle generazioni a venire, in nome della libertà, dell’uguaglianza e della fratellanza umana? Pensano davvero di poter arrestare la quenellizzazione della protesta globale nonviolenta censurando un comico nero, antifascista, buddhista, che predica la nonviolenza, militante dei diritti dell’uomo, universalista, pro-diritti degli omosessuali, che chiede giustizia sociale, lavoro e dignità per tutta l’umanità, per di più chiudendo il suo teatro?
Se è una trappola è molto ben congegnata. Ribadisco che questo scontro servirà solo a sospingere gli ebrei verso un nuovo abisso, un nuovo ruolo di capri espiatori: sempre più persone si domanderanno se certi tabù siano la prova che il complotto giudaico-sionista è reale – è un’idiozia, ma un’idiozia che in tempi confusi può prendere piede. Quei potenti che usano il sionismo a fini mimetici e controrivoluzionari sono scaltri e sanno quello che fanno: due piccioni con una fava. Ebrei e arabi nel sacco (pronti per l’Armageddon genocida, il secondo olocausto semita), masse dirottate, status quo rinsaldato.
http://stefanofait.tumblr.com/post/72189607899/la-quenelle-gesto-di-ribellione-al-sistema
La crisi egiziana in 23 cinguettii – il vaso di Pandora è scoperchiato
26 agosto 2013 a 08:12 (Controrivoluzione e Complotti, Guerra al Terrore, Resistenza e Rivoluzione, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto, Verità scomode)
Tags: africani, al-Sisi, arabi, Arabia Saudita, Argentina, armi di distruzione di massa, Assad, Blair, Boeing, cecchini, chiese, CIA, Cile, colpo di stato, Costituzione, cristiani copti, Danimarca, Ebrei, Egitto, esercito egiziano, fascismo, Fratelli Musumani, General Electric, Gheddafi, giornalisti, giornalisti stranieri, golpe, golpisti, Hamas, Hezbollah, Iran, islamisti, Israele, Kerry, laici, laicità, Lega Nord, leghisti, libertà di stampa, Lockheed Martin, Morsi, multinazionali, NATO, Northrop Grunman, Orwell, Pinochet, regime, regime golpista, Saddam Hussein, salafiti, sharia, Sikorsky, sionisti, Sisi, Skull and Bones, Tony Blair, Turchia, Videla
- – il regime golpista s’inventa un legame tra Fratelli Musulmani e Al Qaeda: a quando l’accusa di detenere armi di distruzione di massa?
- – sto ancora aspettando le prove del legame tra Al Qaeda e Saddam Hussein: dovremo aspettare all’infinito anche in questo caso?
- – Morsi non uccideva, non arrestava in massa, non torturava. L’esercito sì, prima e dopo di lui. Chi è terrorista?
- – la costituzione approvata con un referendum a dicembre 2012 conteneva le stesse disposizioni sulla Sharia della costituzione del 1971. Com’è che il “popolo” si è convertito al laicismo nel giro di pochi mesi?
- – la moglie del Videla egiziano, al-Sisi, indossa il niqab (velo integrale): è questo il campione dell’anti-islamismo?
- – il premier egiziano ad interim ha raccomandato lo scioglimento dei Fratelli Musulmani, giusto per impedire che possano trionfare nuovamente alle prossime elezioni. In genere questo si chiama fascismo. Lo facevano le dittature sudamericane contro i comunisti, i socialisti e i socialdemocratici.
- – nessun giornalista straniero sarà accreditato in Egitto senza l’approvazione dell’intelligence del regime e dell’esercito.
- – cecchini totalmente fuori controllo: sparano a donne e persino alle auto sull’autostrada per l’aeroporto http://www.independent.co.uk/news/world/africa/the-police-keep-firing-the-bodies-pile-up-in-cairo-bloodbaths-are-now-a-daily-occurrence-8771529.html
- – musulmani hanno formato una catena per proteggere una chiesa cristiana copta durante una messa: il mondo come potrebbe essere, se l’Occidente non continuasse a interferire https://www.facebook.com/photo.php?fbid=570460449683829&l=ea081c8eb3
- – Lockheed Martin, Northrop Grunman, General Electric, Boeing, Sikorsky sono i principali beneficiari dei miliardi di dollari che i contribuenti americani sono stati costretti e sono ancora costretti a versare all’esercito egiziano annualmente
- – il fascismo che non è fascismo, la democrazia che non è democrazia, il golpe che non è golpe, il massacro che non è massacro – Orwell preveggente
- – Invece di usare gli idranti, Sisi è andato subito al sodo, il sodo del piombo: esperti pensano che la terribile repressione doveva servire a indurre i Fratelli Musulmani a ricorrere alla violenza, e fornire così una protesta per farsi massacrare più rapidamente e massicciamente http://www.nytimes.com/2013/08/17/world/middleeast/attacks-on-protesters-in-cairo-were-calculated-to-provoke-some-say.html?_r=0 …
- – al-Sisi – il Pinochet egiziano – ha accusato Morsi di aver complottato con Hamas, il nemico storico di Israele
- – Non funziona sempre come a Tienanmen. I tank egiziani falciano con il piombo un manifestante disarmato, invece di manovrare http://www.youtube.com/watch?v=BhaEM_2QC9g&feature=youtu.be
- – il messaggio a reti unificate dei media controllati dai golpisti: “L’Egitto combatte i terroristi”
- – Turchia, Iran, Hezbollah, Hamas schierati con Morsi / Tony Blair, neocon, sionisti, Israele, Arabia Saudita (12 milioni di dollari a fondo perduto), salafiti (destra islamista: 28% dell’elettorato egiziano che considera i fratelli musulmani moderati), leghisti e destre radicali occidentali con al-Sisi
- – se Morsi avesse ordinato queste stragi – prima mensili, ora quotidiane – come avrebbero reagito i leader e media occidentali?
- – dittatura militarista golpista sospinta da masse tripudianti che approvano il massacro degli avversari: un tempo si chiamava fascismo
- – dopo i primi 2 massacri “Skull&Bones” Kerry ribadiva che l’esercito era intervenuto per “ripristinare la democrazia”. Dopo i 700 morti del terzo eccidio parla di “eventi deplorevoli”. Nessuna condanna.
- – la Danimarca ha interrotto ogni accordo economico con l’Egitto. Obama li ha confermati.
- – come mai il dittatore Sisi non è il nuovo Hitler dei media occidentali, come è successo a Saddam Hussein, Gheddafi, Assad, ecc.? Forse perché sta dalla parte “giusta”? E’ il “nostro” Hitler?
- – i laici egiziani, che alle elezioni prendono percentuali a una cifra, hanno intenzione di ricorrere ai militari ogni volta che perdono le elezioni?
– quando i soldati egiziani – in larga parte musulmani – decideranno che massacrare civili egiziani musulmani è contro la loro fede e la loro coscienza, non sarà solo al-Sisi a fare una brutta fine…
La crisi egiziana è l’ennesimo spolpamento di una nazione da parte del FMI e l’ennesima destabilizzazione sionista di una nazione confinante, realizzata grazie ad al-Sisi, grande amico della famiglia reale saudita, che gli ha regalato 12 MILIARDI di dollari.
L’esercito egiziano, come quello israeliano, è virtualmente parte della NATO. Ha armi NATO, soldi NATO, si esercita con la NATO. Il generale golpista è stato addestrato dalla NATO negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Israele e l’Egitto sono basi avanzate della NATO e sono pedine sacrificabili in vista di un disegno più vasto.
Non mi è invece chiara la strategia israeliana: sembra che stia compiendo un mucchio di passi falsi nella convinzione che siano quelli giusti. Pensano di essere molto più furbi di quello che sono, oppure lo sono veramente? Pensano davvero di essere loro a controllare la NATO?
Io penso che stiano mettendo a repentaglio la vita di milioni di ebrei, arabi, africani, “occidentali” innocenti. La stessa esistenza di Israele non è più certa. Perché collaborano con chi li vuole morti (es. i neocon, che vogliono far avverare l’Armagedon e Armageddon = distruzione di Israele)? Pensano che alla fine li faranno fessi? Io non prenderei mai un rischio del genere.
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Pepe Escobar ha scritto un bel pezzo in cui ricalca le “mie” posizioni MA, sul finale, si distacca e suggerisce che neppure Israele possa essere sicuro di quali siano le reali intenzioni di Sisi, che sembra più interessato al potere in quanto tale e quindi potrebbe anche disallinearsi, se gli convenisse.
Questa è un’opzione che non avevo considerato e può essere vera:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12204
Secondo me, finora, in tutte le analisi, manca la questione chiave. Sappiamo che neocon e liberal stanno combattendo la loro guerra civile americana non dichiarata in tutto il mondo e specialmente in Siria e in Egitto. I neocon vogliono lo scontro finale con l’Iran e i BRICS, i liberal preferiscono le rivoluzioni colorate, perché sanno che l’America perderebbe una guerra del genere.
Questo golpe è stato festeggiato dai neocon e quindi dovrebbe essere una sconfitta per Obama, che infatti viene sbeffeggiato dai manifestanti pro-golpe con manifesti che lo chiamano “la puttana di Morsi” (!!!).
Ma, se diamo ragione a Escobar, chi può dirsi certo che Sisi non cambierà alleanze?
E, dopo i massacri, perché i Fratelli Musulmani dovrebbero fidarsi di Obama?
Può succedere ancora di tutto, ma una cosa mi pare certa: non è un golpe anti-NATO, perché neocon e liberal sono pro-NATO e l’esercito egiziano non esisterebbe senza la NATO
L’Egitto, i bulldozer, le vittime della repressione, l’orrore del golpe – per tutti quelli che “il golpe era il male minore” (lo dicevano anche Videla e Pinochet)
Quando l’umanità odia se stessa – la misantropia serrista
9 agosto 2013 a 08:44 (Antropologia, Cambiamento climatico, Miti da sfatare, Verità scomode)
Tags: AGW, Alexander King, ambientalismo, antropocentrismo, antropofobia, Bookchin, cambiamento climatico antropogenico, Climategate, Club di Roma, disprezzo, ecologismo, Ehrlich, estinzione, fascismo, genere umano, infantilismo, James Goldsmith, John Aspinall, John Holdren, Lord Lucan, misantropia, Monbiot, Murray Bookchin, narcisismo, odio, patologia, Paul Ehrlich, riscaldamento globale causato dall'uomo, serrismo, specie umana, Stephen Schneider, suicidio, umanità
https://twitter.com/stefanofait
Il disagio nei confronti della modernità, della tecnologia e del loro potenziale trasformativo ed emancipatore, unito alla nostalgia per un idilliaco passato rurale – inesistente se non per pochi privilegiati – ha impresso al movimento ambientalista delle origini un caratteristico conservatore. Molti tra i primi ambientalisti erano di estrazione nobiliare ed è stato questo sostrato culturale a generare l’ecologismo völkish mitteleuropeo – nazionalista, ruralista, etnocentrico – che poi confluì nel nazional-socialismo. Nel Nord America i maggiori magnati erano impegnati a finanziare generosamente tre cause principali: la conservazione ambientale, il controllo delle nascite e l’eugenetica. Erano convinti di essere gli unici a possedere quell’intelletto e sensibilità necessari a rispettare la natura e quindi tendevano a favorire ogni misura che ostacolasse la crescita demografica e la massificazione della natura. Quindi programmi di aborto e sterilizzazione di massa involontari, come quelli proposti dal biologo statunitense Paul Ehrlich (1968) e dall’esperto di ecologia e politiche energetiche John Holdren, ora consulente di Obama per le scienze e la tecnologia (Ehrlich & Holdren 1973). Dal canto loro i britannici James Goldsmith, John Aspinall (proprietario dello zoo di Londra) e Lord Lucan erano di simpatie franchiste e non nascondevano di parteggiare per chi avesse eseguito un colpo di stato autoritario nel Regno Unito e fosse stato in grado di ridurre la popolazione mondiale rimuovendo almeno tre miliardi di persone (Monbiot, 2002; Bright 2005).
“Il nemico comune dell’umanità è l’uomo. Alla ricerca di un nuovo nemico che ci unisse, ci è venuta l’idea che l’inquinamento, la minaccia del riscaldamento globale, la scarsità d’acqua, la fame ed altre cose del genere sarebbero adatti…Tutti questi pericoli sono causati dall’intervento umano ed è solo attraverso il cambiamento degli atteggiamenti e dei comportamenti che essi possono essere superati. Il vero nemico, dunque è l’umanità stessa” [Alexander King, co-fondatore del Club di Roma (1991)]
Originale: “The common enemy of humanity is man. In searching for a new enemy to unite us, we came up with the idea that pollution, the threat of global warming, water shortages, famine and the like would fit the bill…All these dangers are caused by human intervention, and it is only through changed attitudes and behavior that they can be overcome. The real enemy then, is humanity itself.”
FONTE: “The First Global Revolution: A Report by the Council of the Club of Rome, di Alexander King & Bertrand Schneider” (p. 75)
“Dobbiamo garantirci un vasto supporto di base e catturare l’immaginazione del pubblico, il che implica un’amplissima copertura mediatica. Quindi dobbiamo presentare scenari spaventosi, fare dichiarazioni semplicistiche ma drammatiche tralasciando di citare i dubbi che potremmo avere…ciascuno deve decidere quale sia il giusto equilibrio tra efficacia e onestà”.
[Stephen Schneider, biologo a Stanford e paladino dell’AGW/serrismo, Discover, Ottobre 1989]
Originale: “We need to get some broad based support, to capture the public’s imagination… So we have to offer up scary scenarios, make simplified, dramatic statements and make little mention of any doubts… Each of us has to decide what the right balance is between being effective and being honest.”
http://fanuessays.blogspot.it/2011/12/10-miti-da-sfatare-sul-riscaldamento.html
Essendo patologicamente narcisista e quindi antropocentrico, l’ecologista misantropico non può che distorcere la realtà pur di poter dare la colpa all’umanità di ogni misfatto.
Infatti, “non guidato da un super-io realistico e da un corrispondente adattamento ai limiti della realtà, privo in altre parole della guida di quel “genitore interno” che educa e protegge con retto rigore, il mondo del narcisista è fondamentalmente egoista, infantile e abitato dalla pretesa eccessiva verso gli altri e verso se stesso, dalla cui frustrazione originano i sentimenti di rabbia e odio a cui il narcisista oppone difese diverse, che lo portano ad esistere in una dimensione sempre più alienata e compensatoria di soddisfazioni mancate.
Centrata su aspettative che non possono trovare conferma e su una visione falsa e idealizzata della realtà, l’immagine che il narcisista ha di se stesso è deludente, così come lo è il mondo che lo circonda. È naturale che la vergogna di se stesso, la paura del mondo e la rabbia verso di esso siano le emozioni che fanno da corollario alla patologia narcisistica“.
http://www.aipt.it/Italiano/Pubblicazioni/LBG_ApprIntNarcisismo.htm
Traduzione di scambi di email tra serristi (Climategate II)
“Le osservazioni non mostrano alcun aumento delle temperature in tutta la troposfera tropicale a meno che non si accetti un singolo studio e si ignorino tutti gli altri. Questo è davvero pericoloso”
“Penso anch’io che la scienza sia manipolata a fini politici, il che potrebbe rivelarsi non particolarmente astuto nel lungo termine”
“sembra che poche persone impongano il loro punto di vista e, indipendentemente dai risultati del dibattito, prendano le grandi decisioni, all’ultimo momento, a nome di tutti”.
“Ci sono state diverse presentazioni ingannevoli dei risultati dei modelli da parte di certi autori e dell’IPCC”
“Il trucco potrebbe essere quello di stabilire quale sia il messaggio centrale e poi usarlo per decidere cosa includere e cosa escludere”
“Bisogna convincere i lettori che c’è stato un effettivo incremento della conoscenza, maggiore evidenza empirica. Qual è?”
“È vitale che nell’IPCC si introducano solo persone che conosciamo e di cui ci fidiamo”
“Ho notato che la questione del raffreddamento globale è diventata un problema di relazioni pubbliche con i media”
“Sono d’accordo che sia meglio usare l’espressione cambiamento climatico rispetto a riscaldamento globale”
“E se vien fuori che il cambiamento climatico è principalmente una fluttuazione naturale su base multi-decennale? Probabilmente ci uccideranno”
“Mi pare che se diamo maggior peso all’irradiazione solare nei modelli, allora gran parte del riscaldamento del diciannovesimo e ventesimo secolo sarebbe spiegato unicamente dal sole”.
“C’è un piccolo problema con il regresso dei ghiacciai tropicali. Sono diminuiti di molti negli ultimi 20 anni, eppure i dati indicano che le temperature non sono cresciute a questi livelli”.
“All’Università dell’East Anglia [importante centro di ricerca climatica legato all’IPCC] non ci dovrebbe essere qualcuno con un diverso punto di vista [sul tema: “le recenti estreme condizioni meteo sono dovute al riscaldamento globale”] – o per lo meno non un climatologo”.
“Non sono persuaso che valga la pena di cercare la verità se ciò danneggia le relazioni personali”.
“Phil, grazie per il tuo contributo – ti garantisco che non laveremo i panni sporchi in pubblico”.
“penso che il riscaldamento dovuto all’urbanizzazione dovrebbe essere più ridotto, ma non riesco a trovare un modo convincente di dirlo”.
“Abbiamo scoperto che l’effetto dell’urbanizzazione è piuttosto considerevole nelle aree che abbiamo analizzato…sfortunatamente i nostri commenti in materia sono stati rifiutati dall’IPCC”.
“Ci sono dei coglioni puntigliosi che hanno criticato i dati di Jones et al.: non li vogliamo qui in giro”.
“Il coglione a cui ti riferisci si chiama Gooderich e ha scoperto il riscaldamento urbano in tutte le aree californiane”.
“Abbiamo fatto ogni possibile sforzo statistico per usare dati che non tengano conto dell’effetto di urbanizzazione”
“Quel che Zwiers ha fatto porta ad una conclusione diversa rispetto a Caspar e Gene! Possiamo salvarci stando attenti alle parole che usiamo”
“Sono sicuro che anche tu sei d’accordo che l’articolo Mann/Jones era veramente patetico e non sarebbe mai dovuto essere pubblicato. Non voglio essere associato con quella “ricostruzione” di 2000 anni”
“Perché come si può criticare Crowley per aver espunto 40 anni di dati nel mezzo della sua calibrazione, quando noi stessi abbiamo tolto tutti i dati post-1960…”
“Non prendiamo abbastanza seriamente la responsabilità divina di prenderci cura della Terra…Si stima che 500 milioni di persone vedranno “L’Alba del giorno dopo”. Dobbiamo pregare che colgano il messaggio”.
“Il mio lavoro di direttore del centro nazionale di ricerca sul cambiamento climatico, un lavoro che mi richiede di tradurre in termini di ricerca ed azione la mia fede cristiana a proposito della cura (stewardship) del pianeta di Dio”.
“È inconcepibile che i politici siano disposti a prendere decisioni che costeranno miliardi e miliardi per potersi adattare ai cambiamenti climatici regionali sulla base di modelli che non sanno neppure descrivere e simulare i processi che strutturano la variabilità climatica”.
“Ho gettato la spugna con Judith Curry già da un po’. Non so cosa stia pensando di fare, ma non sta aiutando la causa”.
“Una maniera per tutelarvi potrebbe essere quella di cancellare tutte le email ala fine del processo”.
“Ogni lavoro che abbiamo fatto nel passato grazie alle borse di ricerca che otteniamo dev’essere tenuto nascosto. Ne ho discusso in passato con il principale finanziatore (il dipartimento per l’energia degli Stati Uniti) e sono ben lieti di non pubblicare i dati originali della stazione di rilevamento”.
http://tallbloke.wordpress.com/2011/11/22/breaking-news-foia-2011-has-arrived/#more-3471
*****
Altre traduzioni:
<1939> Thorne/MetO: Le osservazioni non mostrano alcun aumento delle temperature lungo la troposfera tropicale [il problema dell’hot spot troposferico], a meno che non si prendano in considerazione un singolo studio e un singolo approccio, trascurandone un mucchio di altri. Questo è davvero pericoloso. Dobbiamo comunicare l’incertezza ed essere onesti. Phil [Jones?], magari potremmo trovare il tempo di discuterne ulteriormente se necessario […]
<3066> Thorne: Penso anche che la scienza sia stata manipolata a fini politici, cosa che potrebbe rivelarsi non troppo intelligente a lungo andare.
Wils: Che si fa se il climate change si rivela essere essenzialmente una oscillazione multidecadale? Probabilmente ci uccideranno […]
<1485> Mann: La cosa importante è essere sicuri che stiano perdendo la battaglia delle pubbliche relazioni. Questo è lo scopo del sito [Real Climate].
<5111> Pollack: Ma sarà molto difficile far scomparire il Periodo Caldo Medioevale dalla Groenlandia.
<1790> Lorenzoni: Concordo con l’importanza degli eventi estremi come focus per l’opinione pubblica e governativa […] ‘il climate change’ deve essere presente nella vita di tutti i giorni della gente. Deve essere loro ricordato che è un fenomeno che accade e si evolve in continuazione.
<2428> Ashton/co2.org: Avendone stabilito l’urgenza, la sfida politica è ora di trasfromarla da un argomento che riguarda i costi dei tagli alle emissioni – cattiva politica – a uno concernente il valore di un clima stabile – politica molto migliore […] la cosa migliore da fare è raccontare la storia delle brusche variazioni in modo più vivido possibile.
<2267> Wilson: Sebbene sia d’accordo che i gas serra siano stati importanti nel 19° e 20° secolo (specialmente dal 1970), se ilpeso del forcing solare fosse stato maggiore nei modelli, certamente avrebbe diminuito la significatività dei gas serra. […] Mi sembra che assegnando un peso maggiore alla radiazione solare nei modelli, la maggior parte del riscaldamento del 19° e 20° secolo può essere spiegato dal Sole.
http://daltonsminima.altervista.org/?p=17487
L’ecologista misantropico vede le evidenti e terribili offese perpetrate dagli umani all’ecosistema e conclude che il pianeta starebbe messo meglio se non ci fossero gli umani. Io la penso diversamente:
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/08/26/il-mondo-non-starebbe-meglio-senza-gli-umani/
«Non dimenticherò tanto facilmente la mostra “ambientalista” organizzata negli anni ’70 dal Museo di Storia Naturale di quella città [New York], con una lunga serie di scenografie che mostravano al pubblico esempi di inquinamento e distruzione ecologica. L’ultima di esse, quella che concludeva la mostra, portava l’incredibile titolo “L’animale più pericoloso della Terra”, e consisteva unicamente di un grande specchio che rifletteva l’immagine del visitatore che si fosse trovato a sostare di fronte ad esso.
Murray Bookchin (1921 – 2006), ecologista non misantropico
Micheline Calmy-Rey, Donata Borgonovo Re e la sfida dell’essere una leader in una società patriarcale
30 giugno 2013 a 08:09 (Territoriali#Europei, Verso un Mondo Nuovo)
Tags: attivismo, Bruno Leoni, Calmy-Rey, capitalismo, civiltà dell'empatia, democrazia, dialogo, Donata Borgonovo Re, donne, donne in politica, empatia, fascismo, giornalismo, informazione, Istituto Bruno Leoni, Kreisky, leadership, maschilismo, mentalità fascista, Micheline Calmy-Rey, misoginia, neoliberismo, neutralità attiva, patriarcato, politica, Rifkin, Roger Köppel, Svizzera, SVP, Tettamanti, Tito Tettamanti, Trentino, universalismo, virilismo, Weltwoche
La generazione che si è affacciata alla conoscenza nel terzo millennio dà per scontato che il mondo è fatto di condivisione e cooperazione. Le vecchie generazioni hanno ancora un´idea del cambiamento dettato dall´alto verso il basso, i giovani vivono in una dimensione decentrata, sono interconnessi orizzontalmente, senza gerarchie. La mia generazione ammirò le foto della terra prese dall´Apollo nella spedizione sulla luna, fu la nostra prima esperienza di empatìa verso l´intero pianeta visto da fuori. I nostri figli ogni giorno attraverso GoogleMap si percepiscono come cittadini del pianeta terra. Disastri come i terremoti ad Haiti e in Cile, con Twitter si trasformano nell´occasione di un´immediata solidarietà umana su scala globale. Questi ragazzi abituati a usare Skype per parlarsi col compagno di Tokyo intuiscono che siamo un´unica famiglia planetaria, per loro è più facile comprendere che ogni gesto quotidiano in ogni angolo del mondo ha un impatto in tempo reale sulla biosfera e colpisce la specie umana ovunque essa si trovi. Lì si è già avviata la transizione verso una nuova forma di coscienza
Jeremy Rifkin
Nel 2008, Micheline Calmy-Rey, seconda presidente nella storia della confederazione elvetica, rieletta nel 2011, è stata accusata da Roger Köppel, giornalista e imprenditore proprietario del settimanale elvetico Weltwoche, che prima del suo arrivo era orientato a sinistra ed ora è apertamente di destra, di aver predicato e praticato una rottura con il passato che ha messo a repentaglio lo status elvetico, “una neutralità che non è sempre stato eroica, ma generalmente saggia e corretta per un piccolo paese”, spesso visto come “innocuo e noioso”.
Calmy-Rey si è impegnata per anni a chiedere più giustizia sociale nel mondo, a lamentarsi del fatto che l’Unione Europea non riesce a farsi sentire o valere e procede sempre in ordine sparso sui grandi problemi internazionali, a dialogare con palestinesi e nordcoreani per attuare dei piani di pace duraturi, a condannare l’attacco all’Iraq e gli eccessi del globalismo finanziario, stipulare contratti per l’approvvigionamento energetico con gli iraniani, costruire “alleanze strategiche” con i paesi emergenti.
Köppel descrive il suo universalismo e neutralismo attivo come anti-americano, anti-israeliano e perciò “una minaccia per gli interessi elvetici”. Secondo lui la politica elvetica avrebbe costretto la Svizzera a giocare un ruolo internazionale che non competeva a “quel piccolo paese” e già questa è una ragione sufficiente per fermarla. Svezia e Danimarca però non si sono fatte troppe remore in tal senso ed hanno operato efficacemente, così come l’Austria del grande cancelliere Kreisky.
Köppel, fiero sostenitore dei neoconservatori svizzeri dell’SVP, nonché partner d’affari di Tito “come disse Marx, sono i capitalisti i migliori rivoluzionari” Tettamanti, finanziere d’assalto e tycoon ticinese orgogliosamente neoliberista (cf. Istituto Bruno Leoni), riserva a Calmy-Rey l’appellativo di “utile idiota di regimi brutali” in preda ad istintualità, emotività, imprevedibilità, sterile indignazione, mancanza di realismo e di una visione strategica, unicamente interessata ad apparire sui media, incapace di capire che non sarà la solidarietà internazionale a ridurre la miseria nel mondo.
Cioè a dire la quintessenza della donna che, nella mentalità della destra, dovrebbe restare presso il focolare domestico invece di occuparsi di cose da uomini e credere di poter trasformare la Svizzera in una superpotenza morale.
E’ ciò che succede, malauguratamente, a molte donne che entrano in politica non per fare le comparse ma per cambiare le cose, in Svizzera, in Trentino-Alto Adige (cf. Donata Borgonovo Re) e nel resto del mondo (e che vengono ostacolate anche dalle altre donne, in una feroce contesa per le magre briciole concesse dagli uomini).
Più donne capaci in politica, se non volete subire un’altamente spiacevole scottificazione
Omaggio a Pino Scaglione
15 giugno 2013 a 16:21 (Verso un Mondo Nuovo)
Tags: Albert Camus, Alex Langer, Alexander Langer, Alpi, altius, ambiente, architettura, Armani, Camus, Cassano, citius, contesto, Daniel Libeskind, design, ecologia, fascismo, fortius, Franco Cassano, Futuro Presente, ingegneria, landscape sensitive design, Langer, lentius, Libeskind, MART, Mesiano, Michael Jakob, modernismo, Mosè Ricci, natura, Nuovi paradigmi, paesaggio, Paesaggio in Movimento, Pensiero meridiano, Perini, Pino Scaglione, postmodernismo, profundius, Salvotti, suavius, Svizzera, Trentino, Trento, urbanistica, valori
https://twitter.com/stefanofait
Una persona davvero amabile, appassionata, briosa e colta.
Lieto di averlo intervistato.
Questo mio pezzo gli è piaciuto e allora lo condivido.
“Sinora si è agito all’insegna del motto olimpico citius, altius, fortius – più veloce, più alto, più forte – che meglio di ogni altra sintesi rappresenta la quintessenza dello spirito della nostra civiltà, dove l’agonismo e la competizione non sono la mobilitazione sportiva di occasioni di festa, bensì la norma quotidiana ed onnipervadente. Se non si radica una concezione alternativa, che potremmo forse sintetizzare, al contrario, in lentius, profundius, suavius – più lento, più profondo, più dolce -, e se non si cerca in quella prospettiva il nuovo benessere, nessun singolo provvedimento, per quanto razionale, sarà al riparo dall’essere ostinatamente osteggiato, eluso o semplicemente disatteso”.
Questa saggia esortazione di Alexander Langer è sempre più attuale e vale per ogni contesto, anche per il nostro rapporto con il territorio, al centro della rassegna intitolata “Paesaggio in Movimento”, che è il tema dell’edizione di quest’anno del laboratorio permanente “Futuro Presente”. Intellettuali, filosofi, architetti, scrittori, fotografi dialogheranno con il pubblico approfondendo quattro filoni: architettura e urbanistica, letteratura e reportage, cinema e documentari e, infine, fotografia.
La chiave di lettura di questi incontri è la ricerca di un futuro possibile che scaturisca da una soluzione ai mali del presente che sia assennata. Una via di mezzo tra il regresso nel passato del neotradizionalismo e la fuga in avanti di quello sperimentalismo sensazionalistico che produce quelle che al profano sembrano stanze per bimbi giganti sospese nel cielo, mostruose creature cristalline che sbucano da una dimensione parallela per divorare edifici storici, fortezze crepuscolari insofferenti alla luce, astronavi in attesa di decollare. Un architetto-star, Daniel Libeskind, arriva a descrivere l’architettura come “la macchina che produce l’universo che a sua volta produce gli dèi”.
L’alternativa, più mite e sensibile, che non rinuncia alla modernità e non ricorre a furbi mimetismi, prende il nome di landscape sensitive design (un design sensibile e attento al contesto paesaggistico) e ce l’ha spiegata in un’intervista Pino Scaglione, architetto e urbanista che insegna alla facoltà di ingegneria di Trento. Calabrese di nascita e trentino di adozione, sarà protagonista dell’incontro dal titolo “Architettura e arti nella costruzione del paesaggio della modernità in Trentino”, che si terrà OGGI a Rovereto, nella Sala conferenze del Mart, alle 18.00 e si soffermerà sul periodo fascista; non per fare del revisionismo apologetico, ma per far capire ai contemporanei che, per un accidente del caso, all’Italia toccò in sorte di provare a creare un paesaggio moderno, compatibile con la natura e la cultura, proprio durante il fascismo ed è un peccato che ciò abbia gettato un’ombra su una sperimentazione che andrebbe recuperata e aggiornata.
“L’errore che si è commesso nel dopoguerra”, afferma Scaglione, “è stato quello di fagocitare il paesaggio nella convinzione che fosse sovrabbondante. Poi, dopo averlo martoriato, siamo corsi ai ripari. La questione è di enorme importanza, perché occuparsi di paesaggio vuol dire occuparsi del futuro, in un ciclo economico che si chiude per l’insostenibilità del consumismo a tutti i livelli, incluso quello del paesaggio”.
Per Scaglione “il paesaggio è il nostro contesto di vita, l’insieme di tutto ciò che ci circonda e quindi anche le opere umane come le boscaglie, i vigneti, i prati, che richiedono un uso intelligente del territorio per trovare un equilibro con la natura, equilibrio che è esiziale, ma che si è perso”.
Né museificazione della natura, né abuso dissennato: una via di mezzo che ci faccia ritrovare la bussola.
Cita “Pensiero meridiano” di Franco Cassano, che deve molto alle riflessioni di Albert Camus sul giusto mezzo, l’equilibrio delle forze, il disciplinamento delle proprie pulsioni. Rileva che la recente traduzione inglese sta avendo un successo strepitoso proprio nei “celerissimi” Stati Uniti. Parla di lentezza come valore, di un uso della tecnologia che non deve per forza accelerare le nostre vite e farci mettere da parte il senso estetico e l’attenzione al mondo. Menziona Mosè Ricci, autore di “Nuovi paradigmi”, che illustra la transizione da un sistema incentrato sulla quantità ad uno pregno di valori che emergono dal basso, da una sensibilità popolare sempre più orientata al rispetto, alla cura, all’attenzione a ciò che si mangia, ciò che si consuma, ciò che si butta, alla sostenibilità del luogo in cui si risiede e quindi al paesaggio, che è insieme di valori nei quali ci identifichiamo.
“Non si fanno più piani urbanistici guidati dall’idea che il territorio è infinitamente disponibile, ma si comincia a capire che il paesaggio va re-introdotto nel contesto. Le arti disvelano le diverse forme del paesaggio e delle sensibilità e, come nel caso dei trentini Armani, Perini e Salvotti, lottano, magari donchisciottescamente, contro un sistema che quantifica e sacrifica la qualità.
Fortunatamente, constata Scaglione, “il contesto alpino, gelosamente possessivo nei confronti del territorio, ha retto meglio di altre realtà e questo è particolarmente vero in Svizzera, come potrà capire chi, il 16 giugno, andrà ad ascoltare Michael Jakob, sempre al Mart, in un incontro dal titolo “Costruire nuovi paesaggi: architettura contemporanea nelle Alpi”.