Se leggete il Guardian siete meglio di Nostradamus

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Per i commenti
https://www.facebook.com/AmorMundi/posts/10205722971587457

Tempo di boicottare le olimpiadi brasiliane

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Alba Dorata, Gandhi e la linea rossa della dignità umana

voridis-holding-an-axe2-470x312voridis-ax-closeup1Il giovane neofascista Voridis (prima di diventare un parlamentare di Nea Demokratia, partito attualmente al governo) brandeggia un’ascia – ora è un sostenitore dell’equivalenza di Syriza e Alba Dorata

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Tra il forte e il debole, il ricco e il povero, il padrone e il servo, è la libertà che opprime e la legge che affranca.

Henri Lacordaire

Come in Ungheria, anche in Grecia lo spauracchio è uno specchietto per le allodole. In Ungheria c’è Jobbik, in Grecia Alba Dorata. Nessuno dei due movimenti ha una singola possibilità di arrivare al potere (salvo necessità per i potentati di passare al piano B), ma la loro esistenza serve all’establishment per poter equiparare falsamente la sinistra moderata (es. Syriza) all’estrema destra, mettendola fuori gioco o comunque togliendole il vento dalle vele.
La vera minaccia sono i governi reazionari che si fingono moderati ma chiudono entrambi gli occhi di fronte alla strategia della tensione messa in atto dai loro manovali e intanto mettono in atto le politiche neoliberiste “consigliate” dai fautori del Washington Consensus (ricordo che Orban è un assiduo ed apprezzato frequentatore del think tank Bruegel ed è stato lui a invitare gli osservatori del FMI a Budapest, seguendo puntigliosamente le procedure standard, fino al pagamento del debito – purtroppo se la gente prende per buone le info riportate da David Icke e poi rimbalzate in rete…)
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/10/06/la-resistibilissima-ascesa-di-alba-dorata-e-dellestrema-destra/
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/04/07/cosa-succede-in-ungheria/

Alba Dorata è sotto il 6% nelle intenzioni di voto. Se la cava poco meglio di Monti

http://www.reuters.com/article/2013/09/23/us-greece-goldendawn-poll-idUSBRE98M07S20130923

Altro che 12-15%

http://www.europaquotidiano.it/2013/09/23/alba-dorata-romanzo-di-una-crisi/

Ha successo solo nei distretti dove la disoccupazione è ben oltre il 50%. Senza la letali politiche austeriste imposte da Berlino ritornerebbe sotto il 5%, permanentemente.

Alba Dorata non ha alcuna intenzione di governare e non è questo il suo compito. Non è quello l’obiettivo. Ci sono già ex fascisti picchiatori in parlamento, nella compagine che governa.

AD è uno spauracchio che serve solo a nascondere il fatto che il fascismo è già al potere in Grecia, sotto mentite spoglie.

Al massimo, se non ci fossero i numeri per governare senza l’estrema destra e se la demonizzazione di Syriza avesse successo, l’establishment potrebbe annunciare alla popolazione di voler governare assieme alla parte pulita di Alba Dorata. Ma queste uccisioni la rendono una prospettiva piuttosto remota.

Perché questo recente allarme?

Perché una popolazione spaventata è una popolazione mite e i Greci erano/sono sempre più irrequieti.

Perché una sinistra che reagisce difendendosi violentemente nel timore di un imminente golpe neofascista è una sinistra tagliata fuori da ogni chance di governare: verrà immediatamente equiparata ad Alba Dorata.

Perché disordini diffusi giustificano l’imposizione dello stato di polizia e l’impiego delle forze armate: Syriza farà la fine degli Fratelli Musulmani in Egitto (arresti, detenzioni e messa al bando)

Si chiama strategia della tensione.

Il fatto che si tratti di una formazione che ha come unico fine quello di seminare il caos, spaventare la popolazione e preparare il terreno ad una dittatura, un governo democratico avrebbe il pieno di diritto di bandirla. È un virus che indebolisce il sistema immunitario della democrazia greca e lo rende più facilmente attaccabile da ben altri aggressori, molto più potenti e organizzati, gli stessi che controllano i media e minimizzano le loro malefatte e le infamie commesse da chi governa.

Tsipras sconsiglia questa mossa, ma credo lo faccia per paura che l’ostracizzazione possa rendere più popolare l’estrema destra, quando invece le azioni di quest’ultima sono sufficienti a rendere sempre più detestata sia questa formazione di picchiatori, sia i suoi sponsor al governo. Conosce la situazione infinitamente meglio di me e avrà fatto i suoi conti.

Spero comunque che sappia bene quello che fa e che stia molto attento. La democrazia è una pianta che va coltivata quotidianamente e le idee, quando si diffondono e acquistano peso, possono evocare mostruosità che poi si materializzeranno, se la volontà collettiva è sufficientemente robusta e determinata. Il che non implica che bisogna proibire la circolazione di idee, ma solo che non bisogna mai mettersi nella situazione in cui le proprie idee non sono più autorizzate a circolare ed è precisamente quel che sta rischiando Syriza.

Esiste un limite alle ingiurie che la democrazia può sostenere, in nome dei nostri nobili principi o dei nostri calcoli elettorali, senza appassire.

Il rischio è quello di farsi intossicare dalla narcisistica compiacenza di chi si sente di incarnare il Bene nella battaglia contro il Male e per questo si permette di consentire al Male di continuare ad operare, per non macchiare la sua candida veste. Tipico dei fanatici della nonviolenza.

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/02/26/gandhi-o-arundhati-roy-la-scelta-che-determinera-il-futuro-dellumanita/

Se Lincoln avesse assunto questa posizione l’America avrebbe solo rinviato una guerra inevitabile, continuato ad opprimere un’altra generazione di innocenti e mostrato ai bulli che lo spirito della Costituzione è gracile e la tracotanza paga.

Se chi può intervenire lascia correre, i bulli continueranno ad infierire contro i deboli. Arrestare i singoli bulli è necessario, ma mettere fuorilegge la madre di tutti i bulli neonazi e neofascisti mi pare altrettanto opportuno. Qui non si tratta di censurare delle idee, ma di prevenire la violenza, il terrore, il crimine, prima che contagino l’intera società e divengano un pretesto per mettere fuorilegge anche i sinceri riformatori come Tsipras.

“È proibito proibire” è uno slogan sessantottino buono per il Regno di Dio, non per questo mondo. È sciocco e arrogante trattarli come vorresti essere trattato, se la loro intenzione è quella di toglierti di mezzo, se ne sbattono altamente della tua solenne magnanimità e non vedono l’ora di abbattere lo stato di diritto?

Le nobili intenzioni di una minoranza non servono a proteggere una maggioranza indifesa di donne, stranieri (europei ed extracomunitari, inclusi i loro eventuali coniugi greci), giornalisti, omosessuali, rom, disabili, anziani, ecc.) che hanno diritto alla pace e alla sicurezza.

Questo è un vero e proprio scontro di civiltà coi fiocchi. 

http://www.theguardian.com/world/2013/sep/20/greece-foreboding-violence-flares-streets

L’organizzazione criminale chiamata Alba Dorata (e i poliziotti fascistizzati) deve avere ben chiaro, con assoluta certezza, che se non modifica radicalmente il suo atteggiamento è fuori. C’è una linea rossa che non va oltrepassata e non c’è nessun Neville Chamberlain da pigliare per i fondelli (appeasement).

La popolazione non può continuare a vivere nella paura, perché la paura spegne il cervello e la coscienza.

 Protesters in Athens

http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=4725&lang=it

La Germania sta giocando una partita suicida: strafregandosene del resto d’Europa e traendo il massimo profitto al minimo costo

http://www.spiegel.de/international/europe/germany-profiting-from-euro-crisis-through-low-interest-rates-a-917296.html

sta destabilizzando non solo la Grecia, ma tutti i Balcani. È già successo una volta, con la Jugoslavia

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/10/23/la-geopolitica-dei-miti-etnici-lassassinio-dellunione-europea-e-lavvento-dellimpero/

e già due volte i tedeschi hanno subito una durissima lezione  di vita, in questi ultimi 100 anni.

L’opinione pubblica tedesca sarà maturata a sufficienza, nel frattempo? Avrà capito? Si renderà conto in tempo delle conseguenze degli egoismi etnonazionalistici?
I vicini olandesi qualcosa stanno cominciando a subodorarlo:
http://www.gadlerner.it/2013/09/18/il-re-dolanda-da-laddio-allo-stato-sociale

 Derivative-bomb

L’unica cosa buona è che l’intero sistema economico occidentale è una bolla che produce bolle ed è quindi destinato ad esplodere. Può essere la bolla dei derivati, la bolla immobiliare britannica, un sistema bancario tedesco molto precario, l’instabilità internazionale, l’avidità estrema dei soliti speculatori. Ci possono essere molte cause, molti inneschi dell’effetto domino.

Poi dovremo stare attenti ai rivoluzionari sintetici (lupi travestiti da agnelli, come Saint-Just) che ci prometteranno mari e monti in cambio della nostra obbedienza e partecipazione alla Grande Purga.

La crisi egiziana in 23 cinguettii – il vaso di Pandora è scoperchiato

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  1. – il regime golpista s’inventa un legame tra Fratelli Musulmani e Al Qaeda: a quando l’accusa di detenere armi di distruzione di massa?
  2. – sto ancora aspettando le prove del legame tra Al Qaeda e Saddam Hussein: dovremo aspettare all’infinito anche in questo caso?
  3. – Morsi non uccideva, non arrestava in massa, non torturava. L’esercito sì, prima e dopo di lui. Chi è terrorista?
  4. – la costituzione approvata con un referendum a dicembre 2012 conteneva le stesse disposizioni sulla Sharia della costituzione del 1971. Com’è che il “popolo” si è convertito al laicismo nel giro di pochi mesi?
  5. – la moglie del Videla egiziano, al-Sisi, indossa il niqab (velo integrale): è questo il campione dell’anti-islamismo?
  6. – il premier egiziano ad interim ha raccomandato lo scioglimento dei Fratelli Musulmani, giusto per impedire che possano trionfare nuovamente alle prossime elezioni. In genere questo si chiama fascismo. Lo facevano le dittature sudamericane contro i comunisti, i socialisti e i socialdemocratici.
  7. – nessun giornalista straniero sarà accreditato in Egitto senza l’approvazione dell’intelligence del regime e dell’esercito.
  8. – cecchini totalmente fuori controllo: sparano a donne e persino alle auto sull’autostrada per l’aeroporto http://www.independent.co.uk/news/world/africa/the-police-keep-firing-the-bodies-pile-up-in-cairo-bloodbaths-are-now-a-daily-occurrence-8771529.html
  9. – musulmani hanno formato una catena per proteggere una chiesa cristiana copta durante una messa: il mondo come potrebbe essere, se l’Occidente non continuasse a interferire https://www.facebook.com/photo.php?fbid=570460449683829&l=ea081c8eb3
  10. Lockheed Martin, Northrop Grunman, General Electric, Boeing, Sikorsky sono i principali beneficiari dei miliardi di dollari che i contribuenti americani sono stati costretti e sono ancora costretti a versare all’esercito egiziano annualmente
  11. – il fascismo che non è fascismo, la democrazia che non è democrazia, il golpe che non è golpe, il massacro che non è massacro – Orwell preveggente
  12. – Invece di usare gli idranti, Sisi è andato subito al sodo, il sodo del piombo: esperti pensano che la terribile repressione doveva servire a indurre i Fratelli Musulmani a ricorrere alla violenza, e fornire così una protesta per farsi massacrare più rapidamente e massicciamente http://www.nytimes.com/2013/08/17/world/middleeast/attacks-on-protesters-in-cairo-were-calculated-to-provoke-some-say.html?_r=0 …
  13. – al-Sisi – il Pinochet egiziano – ha accusato Morsi di aver complottato con Hamas, il nemico storico di Israele
  14. – Non funziona sempre come a Tienanmen. I tank egiziani falciano con il piombo un manifestante disarmato, invece di manovrare http://www.youtube.com/watch?v=BhaEM_2QC9g&feature=youtu.be
  15. – il messaggio a reti unificate dei media controllati dai golpisti: “L’Egitto combatte i terroristi”
  16. – Turchia, Iran, Hezbollah, Hamas schierati con Morsi / Tony Blair, neocon, sionisti, Israele, Arabia Saudita (12 milioni di dollari a fondo perduto), salafiti (destra islamista: 28% dell’elettorato egiziano che considera i fratelli musulmani moderati), leghisti e destre radicali occidentali con al-Sisi
  17. – se Morsi avesse ordinato queste stragi – prima mensili, ora quotidiane – come avrebbero reagito i leader e media occidentali?
  18. – dittatura militarista golpista sospinta da masse tripudianti che approvano il massacro degli avversari: un tempo si chiamava fascismo
  19. – dopo i primi 2 massacri “Skull&Bones” Kerry ribadiva che l’esercito era intervenuto per “ripristinare la democrazia”. Dopo i 700 morti del terzo eccidio parla di “eventi deplorevoli”. Nessuna condanna.
  20. – la Danimarca ha interrotto ogni accordo economico con l’Egitto. Obama li ha confermati.
  21. – come mai il dittatore Sisi non è il nuovo Hitler dei media occidentali, come è successo a Saddam Hussein, Gheddafi, Assad, ecc.? Forse perché sta dalla parte “giusta”? E’ il “nostro” Hitler?
  22. – i laici egiziani, che alle elezioni prendono percentuali a una cifra, hanno intenzione di ricorrere ai militari ogni volta che perdono le elezioni?

quando i soldati egiziani – in larga parte musulmani – decideranno che massacrare civili egiziani musulmani è contro la loro fede e la loro coscienza, non sarà solo al-Sisi a fare una brutta fine…hero

La crisi egiziana è l’ennesimo spolpamento di una nazione da parte del FMI e l’ennesima destabilizzazione sionista di una nazione confinante, realizzata grazie ad al-Sisi, grande amico della famiglia reale saudita, che gli ha regalato 12 MILIARDI di dollari.
L’esercito egiziano, come quello israeliano, è virtualmente parte della NATO. Ha armi NATO, soldi NATO, si esercita con la NATO. Il generale golpista è stato addestrato dalla NATO negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Israele e l’Egitto sono basi avanzate della NATO e sono pedine sacrificabili in vista di un disegno più vasto.

Non mi è invece chiara la strategia israeliana: sembra che stia compiendo un mucchio di passi falsi nella convinzione che siano quelli giusti. Pensano di essere molto più furbi di quello che sono, oppure lo sono veramente? Pensano davvero di essere loro a controllare la NATO?

Io penso che stiano mettendo a repentaglio la vita di milioni di ebrei, arabi, africani, “occidentali” innocenti. La stessa esistenza di Israele non è più certa. Perché collaborano con chi li vuole morti (es. i neocon, che vogliono far avverare l’Armagedon e Armageddon = distruzione di Israele)? Pensano che alla fine li faranno fessi? Io non prenderei mai un rischio del genere.

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The-Transparent-Cabal
Pepe Escobar ha scritto un bel pezzo in cui ricalca le “mie” posizioni MA, sul finale, si distacca e suggerisce che neppure Israele possa essere sicuro di quali siano le reali intenzioni di Sisi, che sembra più interessato al potere in quanto tale e quindi potrebbe anche disallinearsi, se gli convenisse.
Questa è un’opzione che non avevo considerato e può essere vera:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12204

Secondo me, finora, in tutte le analisi, manca la questione chiave. Sappiamo che neocon e liberal stanno combattendo la loro guerra civile americana non dichiarata in tutto il mondo e specialmente in Siria e in Egitto. I neocon vogliono lo scontro finale con l’Iran e i BRICS, i liberal preferiscono le rivoluzioni colorate, perché sanno che l’America perderebbe una guerra del genere.
Questo golpe è stato festeggiato dai neocon e quindi dovrebbe essere una sconfitta per Obama, che infatti viene sbeffeggiato dai manifestanti pro-golpe con manifesti che lo chiamano “la puttana di Morsi” (!!!).
Ma, se diamo ragione a Escobar, chi può dirsi certo che Sisi non cambierà alleanze?
E, dopo i massacri, perché i Fratelli Musulmani dovrebbero fidarsi di Obama?
Può succedere ancora di tutto, ma una cosa mi pare certa: non è un golpe anti-NATO, perché neocon e liberal sono pro-NATO e l’esercito egiziano non esisterebbe senza la NATO

L’Egitto, i bulldozer, le vittime della repressione, l’orrore del golpe – per tutti quelli che “il golpe era il male minore” (lo dicevano anche Videla e Pinochet)

La Tienanmen egiziana (700 morti – stima Reuters/New York Times) – mai complici del fascismo!

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Sono a Rabaa – scene di caos e un gran numero di morti. Ospedali da campo pieni di corpi e feriti gravi. Cecchini sparano sulla gente. Non è una operazione di rimozione degli occupanti, è un massiccio assalto militare condotto anche con mitragliatori contro civili in gran parte disarmati.

Tom Rayner, corrispondente per Sky News, twitter

Poliziotti e soldati stanno sparando sui reporter.

Erin Cunningham, inviata per il Global Post

… In realtà noi crediamo che l’amministrazione Obama sia complice del colpo di stato militare, come lo è stata in passato sostenendo la dittatura di Mubarak. È forse il compito dell’esercito “ripristinare la democrazia”? Kerry accetterebbe che il Segretario alla Difesa Hagel intervenisse per rimuovere Obama se si volgessero delle massicce proteste negli Stati Uniti? L’esercito degli Stati Uniti congelerebbe la costituzione e smantellerebbe congresso e senato? Potrebbe nominare un presidente di sua scelta? Questa retorica è molto allarmante, gli americani dovrebbero opporsi ad un’amministrazione che corrompe i loro valori appoggiando la tirannia e la dittatura.

Gehad El Haddad, portavoce dei fratelli musulmani

Il mio sostegno al movimento 30 giugno in opposizione a Morsi è cambiato dopo il colpo di stato militare, che si contrappone a tutte le conquiste e valori della rivoluzione del 25 gennaio. La sua natura mi è diventata chiara quando ho visto l’uccisione di manifestanti, la carcerazione, sequestro e sparizione forzata di migliaia di oppositori del colpo di stato e la chiusura di canali televisivi via satellite. Chiaramente i leader del colpo di stato militare hanno qualcosa da nascondere gli occhi attenti del mondo…. Forse uno dei pochi aspetti positivi del colpo di stato è che ha screditato l’asserzione che lo Stato fosse stato occupato dai fratelli musulmani sotto Morsi. I ministri incaricati della difesa, degli affari interni e esteri e molti altri ministri e titolari di alti incarichi di governo, sono tra i sostenitori del colpo di stato. Sono stati nominati dal Morsi, ma sono tutti oppositori del presidente, del suo partito e della sua comunità…. Le ripercussioni del colpo di stato sulle nascenti democrazie nel mondo arabo saranno distruttive. La gente potrebbe presto perdere la fiducia nel processo democratico, spianando la strada alla rinascita di gruppi estremisti. È terribile immaginare le conseguenze a lungo termine della frustrazione nei confronti della democrazia. Al-Qaeda e i suoi simpatizzanti hanno sempre deriso i Fratelli musulmani, dicendo che nessuna soluzione poteva venire dalle urne, ma solo attraverso proiettili. Il colpo di stato serve a rafforzare i radicali, interrompendo il corso del cambiamento pacifico.

Tawakkul Karman, Nobel nel 2011 per la sua “battaglia non violenta a favore della sicurezza delle donne e del loro diritto alla piena partecipazione nell’opera di costruzione della pace”. Uno dei pochi Nobel per la Pace dissidenti

Egyptian security forces clear protest camps loyal to ousted President Mohamed Morsi, Cairo, Egypt - 14 Aug 2013

Ancora oggi ci sono in giro apologeti degli eccidi egiziani, come ce n’erano nel 1989 in Cina.

Siete spregevoli ora, come erano spregevoli i vostri predecessori. Come quelli che si esaltano per la distruzione della Siria, purché vinca la sua parte preferita e magari invocano un intervento armato: distruggere una nazione per poterla salvare!
La NATO in Siria e in Libia, le forze armate alleate della NATO in Egitto.

Con che coraggio condannate Assad e non al-Sisi, generale golpista? Solo perché i media vi hanno insegnato a disprezzare l’uno e ad apprezzare l’altro? E’ questa la vostra maturità cognitiva e morale? Bene vs. Male come nei Marvel Comics?

E voi, marxisti pro-golpe, siete d’accordo con le forze armate che arrestano gli operai delle acciaierie in sciopero?

http://menasolidaritynetwork.com/2013/08/12/egypt-appeal-for-solidarity-after-steel-workers-arrested-by-army/

Martin Rowson 16.08.13

Questo è il fascismo. Le reazioni (virtualmente inesistenti – perché Obama non ha minacciato di interrompere il gigantesco flusso di dollari che arriva annualmente all’esercito egiziano?) dei leader occidentali indicano che quello che sta succedendo in Egitto è un’anteprima di quello che accadrà in Occidente, se le popolazioni si ribelleranno all’austerità e alla dittatura dei mercati.

http://www.flickr.com/photos/mosaaberising/sets/72157635071774090/page2/

E’ quel che succede quando si arresta un presidente democraticamente eletto e lo si sostituisce con il capo delle forze armate. La situazione in Egitto non può essere risolta con eccidi a scadenza mensile (massacro dell’8 luglio, massacro del 27 luglio, massacro del 14 agosto). Il Medio Oriente e il Nord Africa sono in fiamme, l’Europa del sud è in bancarotta. L’Occidente sta militarizzando le sue forze di polizia e smantellando welfare e stato di diritto. Chi dobbiamo ringraziare se non la mafia finanziaria che ha eliminato ogni contrappeso alla competizione più sfrenata dove i forti stabiliscono le regole con cui schiacciare i deboli e i deboli sono troppo divisi per opporsi allo stillicidio? La democrazia sta scomparendo e le guerre si moltiplicano, prevedibilmente. L’unica via di uscita è eliminare le divisioni di classe, etnia, fede, ecc. e unire il genere umano contro questa minaccia esistenziale.

Euronews mostra cecchini mascherati sui tetti che sparano sulla folla, inclusi i reporter e cameraman egiziani e stranieri, uccidendo civili disarmati.

Dei 18 nuovi governatori provinciali nominati in questi giorni, la metà è composta di generali in pensione.

Tutto questo dimostra che Karman ha ragione. La stupefacente facilità e rapidità con cui i generali si sono ripresi l’Egitto mostra non c’era assolutamente alcuna possibilità che i Fratelli Musulmani potessero instaurare una dittatura, come gli oppositori li hanno accusati di voler fare: l’esercito non ha mai perso il controllo del paese. Hanno solo atteso il momento giusto per mettere fuori gioco i loro unici oppositori, i fratelli musulmani.

I quali, tra l’altro non hanno aggiunto alcun articolo islamico alla Costituzione. Le clausole aggiuntive sono state inserite dal Partito Nour degli islamisti radicali, che è schierato coi liberali nella lotta contro i fratelli musulmani (!!!).

Sorprendentemente (o forse no, forse ci vorrebbe più cinismo nei confronti della maggioranza degli occidentali) molti, in Occidente, non si chiedono come mai i nemici di Al-Qaeda siano quasi sempre i nemici di Washington

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/02/14/le-singolari-antipatie-di-al-qaeda/

e come mai i nemici dei salafiti siano quasi sempre i nemici di Israele

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/24/leader-della-rivolta-anti-assad-condivide-le-mie-preoccupazioni-sulla-siria/

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Morsi ha un dottorato in scienze dei materiali preso negli Stati Uniti, dove ha anche insegnato per un paio di anni.

Il generale golpista al-Sisi, addestrato negli Stati Uniti e nel Regno Unito, addetto militare egiziano in Arabia Saudita, ha una moglie  che indossa il niqab.

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È da almeno un anno che circolano voci di una sanguinosissima guerra civile/rivoluzione nel futuro dell’Egitto e in effetti questo sembra proprio il preludio. Gli egiziani hanno dimostrato una grandissima maturità nel 2011 e anche ora, scegliendo la strada della protesta nonviolenta. A me pare che abbiano dato una lezione di civiltà al mondo, anche se l’Occidente li tratta come umani di serie B.

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Mick Deane, ucciso dai cecchini, come pure Sohip Saad (fotografo) e Habiba Ahmed (giornalista)

Ma vedo che le cose si mettono sempre peggio.

Il generale golpista al-Sisi ha definito terroristi i suoi oppositori

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Egitto-dai-militari-appello-a-manifestazioni-venerdi-contro-il-terrorismo_32427199797.html

la Corte internazionale per i crimini nella ex-Jugoslavia ha stabilito che nessun generale jugoslavo è processabile se non esiste una prova inconfutabile che abbiano ordinato un massacro (Hitler sarebbe stato scagionato per mancanza di prove riguardo al suo ordine di perpetrare l’Olocausto) – sentenza che stabilità un precedente:

http://www.theguardian.com/law/2013/aug/13/hague-war-crimes-ruling-prosecutions-serb

Una domanda per il cosiddetto “campo laico” in Egitto: riuscirete ad assimilare i principi democratici o avete intenzione di ricorrere ai militari ogni volta che perdete le elezioni?

Altre decine di morti si sommano a quelle precedenti.

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cecchini sul tetto di uno degli edifici dell’intelligence egiziana

L’impressione è che qualcuno voglia istigare una guerra civile in Egitto, dividendo la popolazione lungo una frattura insanabile che va ben al di là della figura di Morsi e che potrebbe essere il preludio all’ennesima balcanizzazione/destabilizzazione semi-permanente di una nazione geostrategicamente fondamentale e scomoda.

Qualcuno vuole un Egitto frantumato, polarizzato, ridotto a un mosaico di settarismi, come la Libia e la Siria (e presto la Tunisia): un paese ingovernabile, diviso, debole, alla mercé dei suoi vicini.

Questo qualcuno ha trovato complicità tra i soliti privilegiati che hanno tutto da perdere da una redistribuzione delle risorse egiziane e da una progressiva opera di trasparenza sul passato regime e sulle sue connivenze.

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Chi potrà mai essere questo qualcuno?

La nomina dell’ambasciatore Robert S. Ford, già assistente di John D. Negroponte a Baghdad nel 2004/2005 e nominato a Damasco pochi mesi prima dello scoppio dell’insurrezione, nel 2011, è di pessimo auspicio: “Negroponte è una figura controversa per il suo coinvolgimento nei finanziamenti occulti ai Contras e l’occultamento degli abusi contro i diritti umani commessi da agenti addestrati dalla CIA in Honduras negli anni ottantahttp://it.wikipedia.org/wiki/John_Negroponte

http://www.nytimes.com/2013/08/05/world/middleeast/kerry-picks-former-syria-envoy-as-ambassador-to-egypt.html

Israele e l’esercito egiziano collaborano nel Sinai

http://www.repubblica.it/esteri/2013/08/10/news/egitto_gruppo_islamico_sinai_colpiti_da_raid-64581076/

e a Gaza

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Egitto-valico-Rafah-con-Gaza-chiuso-da-domani-per-fine-Ramadan_32470408039.html

Israele sta commettendo un errore fatale: destabilizzando ogni singolo paese confinante si ritroverà circondato da un odio inestinguibile. Prima o poi si formerà una coalizione di popoli arabi risoluti a porre fine una volta per tutte alle ingerenze sioniste, sconfiggendo Israele e costringendolo a più miti consigli. Purtroppo Israele non potrà mai accettare una sconfitta e la fine dei suoi sogni egemonici (cf. Grande Israele) e affonderà assieme ai suoi sogni di grandezza.

Intanto il Bahrein si prepara a classificare come terroristi i manifestanti contro il regime, con il sostegno dell’Arabia Saudita, nemica giurata dei fratelli musulmani e dell’Iran

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08/12/il-bahrein-si-prepara-al-suo-tamarod-tra-nuovi-decreti-repressivi/680101/

Il precedente algerino si è concluso con 100mila morti – e non c’erano in ballo Suez e la Palestina-Sinai.

I fratelli musulmani non si faranno estromettere dalla vita politica egiziana senza lottare. Sanno che il loro futuro sarebbe la clandestinità, la persecuzione, la tortura, l’imprigionamento, la “sparizione”, come ai tempi di Mubarak e delle sue “forze di sicurezza” addestrate dall’FBI (gli americani pensano davvero che le stesse tecniche impiegate dalla CIA e dall’FBI all’estero non saranno mai impiegate contro di loro?):

http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/wikileaks/8314475/WikiLeaks-Egyptian-torturers-trained-by-FBI.html

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Il golpe in Egitto è da considerarsi come un tentativo di congelare la Primavera araba. La Fratellanza ha perso il suo avamposto più importante. Nello stesso tempo i fondi finanziari a disposizione dell’Arabia Saudita, del Kuwait e degli Emirati superano di gran lunga le disponibilità del Qatar che sostiene i Fratelli. Eppure in tutto questo c’è la possibilità di una spirale nuova. Nel triangolo Iran (sciiti) – Arabia Saudita (salafiti) – Turchia (Fratellanza musulmana) può accadere un cambio di alleati piuttosto interessante. Se prima l’Arabia Saudita si univa in alleanza alla Turchia contro il pericolo sciita, ora la base della coalizione può cambiare. A fronte della «reazione» la Fratellanza e gli sciiti possono avvicinarsi. Inoltre la vittoria della reazione in Egitto non è per niente scontata. A differenza di Nasser il generale al-Sisi non ha una propria ideologia. Quanto ai leader liberali e tecnocrati, la loro autorevolezza non basta per mantenere il potere. L’attuale governo dipende dai troppo numerosi player esterni: i miliardari che desiderano far tornare non solo il capitale investito, ma farsi risarcire le perdite subite nella rivoluzione, i militari, i liberali, le minoranze religiose e i radicali – salafiti. Il governo, semplicemente, non potrà durare con tanti interessi da considerare inderogabili.

http://networkedblogs.com/O6y3B

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Obama NON ha tagliato i finanziamenti all’esercito egiziano, la Danimarca ha interrotto ogni forma di collaborazione con il regime golpista, l’Arabia Saudita lo copre d’oro

UN’INVEROSIMILE INTERPRETAZIONE ALTERNATIVA DEGLI EVENTI
L’esercito egiziano, che è sovvenzionato dal Pentagono-Casa Bianca e collabora con Israele in ogni circostanza, sarebbe intervenuto per bloccare una sovversione dell’Egitto da parte della NATO, che è controllata dal Pentagono-Casa Bianca…

http://aurorasito.wordpress.com/2013/08/15/stato-di-emergenza-in-egitto-per-sventare-la-sovversione-della-nato/

Gli islamofobi devono pur trovare un qualche appiglio per giustificare quasi 700 morti (più i 2-300 precedenti). La ragione implode, il fanatismo abbaglia l’intelletto.

I fatti sono che Al Nour (salafiti egiziani) ha appoggiato il golpe e continua a farlo anche dopo i massacri di musulmani:
http://www.grr.rai.it/dl/grr/notizie/ContentItem-811a63d0-b287-4178-9fa0-840a2b27862c.html
Gli islamisti salafiti (la destra islamica) sono alleati dei militari contro i fratelli musulmani, non ci si può girare intorno – le loro decisioni parlano per loro:

“Fanno parte del fronte di piazza Tahrir con i giovani Tamarrud soltanto per concorrenza islamica con la Fratellanza: pensano sia il modo migliore per conquistare i cuori e le menti dei tanti musulmani egiziani delusi da Morsi. Il richiamo alla purezza dell’Islam dei primordi da parte di un movimento come quello dei Salafiti che conta secoli di Storia non è argomento di poca suggestione per tutti quei credenti che devono confrontarsi con la corruzione e le storture del consumismo. Anche nel “laico” Egitto”.

http://www.geopolitica-rivista.org/22817/i-salafiti-in-ascesa-nellegitto-del-golpe-laico/

I nemici di Assad e di Hezbollah sono anche nemici di Morsi. Uno potrebbe farci qualche riflessione al riguardo…

Per la nuova Oriana Fallaci e i giornalisti come lei: VERGOGNA! (sugli eccidi in Egitto)

https://twitter.com/stefanofait

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Quello che esportiamo nel mondo arabo (fascismo, armi), prima o poi tornerà a casa.

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Leader mondiali come Barack Obama si erano impegnati a fermare i dittatori “che uccidevano il proprio popolo”. Ricordate come prontamente David Cameron ha inviato aerei della RAF per aiutare a bombardare Gheddafi in Libia? La “protezione dei civili” è sempre stata la prima giustificazione per l’uso di tale forza letale…Ora, quegli stessi leader occidentali rimangono in gran parte in silenzio riguardo agli eccessi di un esercito che è sempre stata la base di potere principale del despota egiziano Hosni Mubarak. Non importa in che modo la si guardi, la soppressione da parte dei militari della Fratellanza Musulmana del governo Morsi è stato un classico colpo di stato. Quelli che cercano di giustificare questo trionfo del potere militare sono inevitabilmente quelli che credono che la legge marziale sia la modalità standard e preferibile in qualsiasi paese arabo….Nessuno pretendeva che la primavera araba potesse assicurare una rapida soluzione ai massicci problemi delle società arabe, ma se la forza militare continuerà ad arrogarsi il diritto di decidere chi possa governare, allora le uccisioni proseguiranno senza sosta.

http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2013/jul/27/arab-spring-stifled-by-armies-and-militias

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Un medico ha riferito di aver contato 50 cadaveri prima di fermarsi perché il pavimento dell’ospedale era pieno di corpi e non riusciva a muoversi...I medici del campo presso al moschea di Rabaa al-Adawiya riportano che tutte le vittime sono state colpite alla testa, torace e collo. La precisione dei colpi suggerisce che si trattasse di cecchini. Le autorità hanno invitato i giornalisti occidentali a fare un giro in elicottero prima degli scontri: coincidenza? La strada per l’obitorio di Zeinhom al Cairo è bloccata dalle ambulanze in fila per consegnare i cadaveri della strage di oggi

Patrick Kingsley, corrispondente del Guardian che, a differenza di Vanna Vannuccini, sta facendo il dannato lavoro per cui è stato pagato (twitter)

Intensifying clashes in Egypt leave dozens dead

I morti sono almeno 100. E’ il secondo eccidio di fratelli musulmani in tre settimane. NESSUN AGENTE DI POLIZIA RISULTA ESSERE MORTO. “Nessuno dovrebbe vedere quello che abbiamo dovuto vedere oggi”, ha detto Amr Gamal, un giovane medico alla clinica. “Era come essere in una zona di guerra. C’erano così tanti corpi che non riuscivamo a muoverci. “Le lesioni erano molto precise, il che suggerisce che siano stati colpiti da cecchini“, spiega il dottor Mohamed Lotfy, responsabile delle forniture mediche della clinica. “C’erano fori di proiettile al centro della fronte e nella parte posteriore del cranio. Chi sparava non lo faceva per ferire, ma per uccidere.”

http://www.guardian.co.uk/world/2013/jul/28/egypt-injuries-snipers

BQLQa6ACAAAD6uSQuindicenne ucciso da un colpo sparato dall’alto

Vanna Vannuccini giustifica tranquillamente l’eccidio di decine di civili che protestavano organizzando sit-in (tipico dei terroristi!): “se la sono cercata!”
http://video.repubblica.it/dossier/egitto-caos/il-cairo-vannuccini-militari-decisi-a-chiudere-la-partita-ci-saranno-altri-scontri/136209/134746?ref=HRER3-1

La prego, signora Vanna Vannuccini, ora vada a verificare quanti dimostranti sono morti sotto Morsi. Faccia pure, si prenda il suo tempo. Poi ne parliamo, se avrà ancora il coraggio di difendere la sua vergognosa performance.
Mentre verifica si guardi un po’ i video dei poliziotti che sparano direttamente sulla folla, dei furgoni della polizia che investono i manifestanti e delle persone abbattute a fucilate.
È il prezzo da pagare per la democrazia, quella “vera”? Il fine giustifica i mezzi? E’ normale che la Casa Bianca finanzi generosamente (1 miliardo e mezzo di dollari all’anno) l’esercito che poi uccide dei dimostranti che occupano una piazza davanti a una moschea o a un mausoleo? E’ normale che, pur essendo tenuta per legge a erogare prestiti o finanziamenti in caso di colpo di stato si rifiuti di definire se questo sia stato un golpe o meno – “non diremo che è un golpe, non diremo che non lo, non diremo niente” (funzionario della Casa Bianca al New York Times), in modo da poter procedere?
Morsi ha mai anche solo minacciato di fare qualcosa del genere?
Chi veniva torturato e ucciso sotto Mubarak, alleato dell’Occidente? Sì, proprio i fratelli musulmani (non lo può non sapere, se fa la corrispondente dal Cairo).
Le ha mai attraversato l’anticamera del cervello il sospetto che le forze armate abbiano pianificato questo golpe dal momento in cui Morsi è arrivato al potere ed abbiano usato il loro controllo dell’economia, delle forniture di carburante e alimentari, dell’amministrazione pubblica, del sistema giudiziario, ecc. per preparare la sua caduta?
Forse gli alti ufficiali dell’esercito erano un tantino – giusto una stilla – dispiaciuti di aver perso il controllo totale del paese dopo la caduta di Mubarak?
Le sembra uno scenario vagamente plausibile o è puro complottismo?

Complottismo come quello dei media sulla Libia
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/21/menzogne-sulla-libia-preludio-alle-menzogne-sulla-siria/

e sulla Siria?

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/31/loccidente-e-la-destabilizzazione-della-siria-1957-2011-articolo-del-guardian/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/24/leader-della-rivolta-anti-assad-condivide-le-mie-preoccupazioni-sulla-siria/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/12/27/la-primavera-araba-la-siria-e-lindustria-del-bene-r-fisk-the-independent-24-12-12/

Come molti occidentali preferirebbero risolvere il problema islamico

Che gliene importa a lei se il governo era democraticamente eletto, se c’erano delle elezioni a settembre, se l’esercito ha già ucciso, a varie riprese, tra i 100 e i 200 sostenitori di Morsi che chiedevano il ripristino della democrazia, sequestrato un presidente eletto di cui non si sa più nulla, arrestato decine di leader del partito, continuando a modificare le accuse, definito TERRORISTI, i manifestanti anti-golpe e chiesto alla folla di appoggiare in toto la sua opera di liquidazione della protesta, in perfetto stile fascista.

Sa cosa ha avallato? D’ora in poi i militari golpisti continueranno a massacrare vittime innocenti e a giustificare le loro azioni spiegando che erano islamisti-alqaedisti-terroristi e che stanno prendendo parte attiva nella Guerra al Terrore.
Proprio come sta facendo Assad. Peccato che in Siria al-Nusra ci sia effettivamente e faccia uso di autobombe, mentre in Egitto I SALAFITI SONO CONTRO MORSI. Non le sembra strano come gli integralisti finiscano quasi sempre per fare un favore all’Occidente o a Israele: es. Vittorio Arrigoni? Non le sembra strano che il nuovo regime accusi Morsi di essere stato complice di Hamas, il nemico di Israele?

Vanna Vannuccini, si può essere ostili ai fratelli musulmani senza dimenticare che sono esseri umani e sono cittadini ai quali va riconosciuto il loro diritto di protestare senza che le forze dell’ordine e le forze armate li massacrino, specialmente se non hanno dimostrato alcuna volontà di usare la violenza (mica sono scemi: a mani nude contro mitragliatori e carri armati?). Capisco che lei ha una certa età ma, per Dio, questo non è il Cile o il Guatemala e non siamo negli anni della Guerra Fredda dove tutto era giustificabile nella lotta al comunismo [no, non lo era nemmeno allora]!

Si è accorta che persino la sua collega giornalista era imbarazzata e le ha dato la possibilità di esprimere una condanna dell’eccidio? Mai lei no, lei è della vecchia scuola (la scuola Diaz?).
Chiunque approvi o minimizzi quest’ennesimo massacro dovrebbe vergognarsi del livello di corruzione e degrado della sua coscienza e del suo intelletto.
Le stesse forze che ora uccidono i fratelli musulmani presto o tardi saranno occupati a fare lo stesso con i dimostranti “che piacciono a noi”, quelli fighetti, occidentalizzati, quelli che sono come noi e quindi sono OK.
Ci siamo già dimenticati dei blindati che hanno schiacciato i cristiani copti, a Maspero, il 9 ottobre 2011? 26 morti.
“Liberali” egiziani: quando toccherà a voi, chi vi difenderà, imbecilli burattini?

E i lavoratori in sciopero non saranno risparmiati. Qui mi rivolgo a quei marxisti che “sono islamici e quindi nemici della sinistra”. Vergogna pure a voi! Non sono lavoratori oppressi anche i fratelli musulmani? Non si oppongono al neoliberismo pure loro? Non stanno difendendo il welfare con le unghie e con i denti come noi?
Non sono nostri fratelli, per Dio?

Mubarak è tornato e si chiama Sisi. La primavera araba è ufficialmente morta. Comincia l’inverno arabo. L’estate arriverà, un giorno, dopo che molto altro sangue sarà stato versato.

Complimenti, Obama, hai dato il tuo benestare assicurando all’esercito che i soldi arriveranno (oltre a quelli dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti, sempre felici di sostenere economicamente la democrazia nel mondo).
Adesso le tue mani sono insanguinate anche di sangue egiziano.
Premio Nobel per la Pace!

La democrazia vale solo se vince chi vogliamo noi?
Quanti morti prima che si possa chiamare golpe questo golpe?
Quanti morti prima che si possano chiamare mostri i golpisti, come è stato fatto quasi subito in Libia e Siria o persino in Costa d’Avorio?
Quanti morti prima che Amnesty International e Human Rights Watch trovino qualcosa da eccepire?
La soglia si alza di molto perché le forze armate egiziane sono in eccellenti rapporti con Washington e Tel Aviv e perché si tratta, in fondo, di musulmani e musulmani fa rima con subumani?

Non avevano famiglie che li aspettavano a casa questi manifestanti uccisi? Quanto uno le rogne se le va a cercare…vero Vanna Vannuccini? Se in piazza ci fosse un manifestante vicino al suo cuore, e se fosse ucciso da militari o forze antisommossa europee cambierebbe qualcosa Vanna Vannuccini?

Tranquilla, Vanna Vannuccini, lei è in buona compagnia tra gli apologeti della dittatura e dei crimini contro l’umanità.
C’è il suo degno collega Bernardo Valli, che non si è mai tirato indietro quando c’era da dare manforte alla propaganda pro-guerre umanitarie e che è ancora convinto che in Libia ora sia finalmente tutto a posto, tranne qualche sporadico inconveniente.
C’è anche Gad Lerner
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/07/04/egitto-allinferno-e-oltre-corriere-della-sera-gad-lerner-travolti-da-un-bisogno-di-degrado-morale-filo-golpista/
Ci sono anche centinaia di migliaia di giovani egiziani che davvero hanno creduto che lo stesso esercito di Mubarak che controlla fino al 40% dell’economia e viene foraggiato da Washington improvvisamente si fosse convertito alla democrazia (più stupidi di così si muore…infatti):
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/07/05/il-vincitore-del-premio-darwin-2013-ela-folle-folla-di-piazza-tahrir-un-bellapplauso/

Io invece a questo gioco al massacro non ci sto e la storia condannerà voi, se non ci penseranno le vostre coscienze:
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/07/09/poi-sono-venuti-per-i-musulmani-ma-io-non-ho-parlato-perche-non-ero-un-musulmano/

Io sto con l’Unione Africana, che non riconosce il nuovo regime. Bravi africani, esportate la democrazia qui da noi, che ce n’è bisogno!

Sarebbe stato meglio se la Vannuccini se ne fosse restata a fare la corrispondente in Germania, tra tè e pasticcini. Anzi, forse il giornalismo lo doveva lasciar fare a chi comprende il significato di termini come “approfondimento”, “riscontro”, “verifica”, “inchiesta”, “sul campo”, “propaganda”, “golpe”, “democrazia”, “libertà di dissenso”, “stato di diritto”, “diritto alla vita” e altre quisquilie.

Vanna Vannuccini, lei mi imbarazza. Non mi posso vergognare al posto suo. Ci pensi lei.

Golpe anti-Morsi > impeachment di Obama > rivoluzione pan-araba? Le ripercussioni degli eventi egiziani nel mondo

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i carri armati egiziani sono ancora schierati nella capitale, in attesa – il numero delle vittime dell’uso della forza da parte dell’esercito sta montando

 https://twitter.com/stefanofait

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L’Egitto è sull’orlo di una guerra civile come quella siriana
Vladimir Putin 7 luglio 2013

Chris Riddell 07 July 2013

Interessante scoprire come gli editorialisti mainstream internazionali siano così inturgiditi all’idea di un golpe militare.

New York Times: “questi straccioni egiziani sono inadatti alla democrazia” (è più forbito ed elegante di così)

http://www.nytimes.com/2013/07/05/opinion/brooks-defending-the-coup.html

Wall Street Journal (cf. dell’oligarca Murdoch): “auspichiamo che un Pinochet egiziano governi la transizione” (!!!)

http://online.wsj.com/article/SB10001424127887324399404578583932317286550.html#articleTabs=article

IL FARDELLO DELL’UOMO BIANCO: Già, questi assurdi arabi che non sono neppure disposti a disfarsi di una tradizione che va avanti da 1400 anni. Ma vi pare? Una tale insensata ostinazione! Per fortuna che c’è chi ha capito come si fa: facciamo finta che l’Islam sia un’imbarazzante parentesi nella vita di decine di milioni di egiziani e procediamo oltre. 

Steve Bell cartoon 5.7.2013

Terribile leggere i commenti di chi afferma che siccome i manifestanti anti-Morsi erano molto più numerosi dei manifestanti pro-Morsi, allora il “cambio di regime” era legittimo. E’ questo che ora chiamiamo democrazia? Il plebiscito della folla sostenuto dalle armi? Fino a quando il prossimo demagogo agiterà le folle europee? Non è democrazia, questa, bensì OCLOCRAZIA al servizio di un’oligarchia tirannica (ossia l’essenza del peggio).

E’ un caso che proprio nelle settimane immediatamente precedenti al golpe siano venuti a mancare generi alimentari e carburante, creando colonne e facendo infuriare la popolazione? E’ un caso che proprio l’esercito egiziano controlli direttamente o indirettamente le forniture di carburanti e gas?

http://www.guardian.co.uk/world/2013/jul/05/mohamed-morsi-downfall-egypt-rebels

La mia tesi è che le “rivolte” in Brasile e in Egitto sono un terribile inganno che porterà alla rovina gli egiziani, ma non i brasiliani (quella brasiliana è una democrazia che sta maturando più in fretta e ha una storia più lunga. Inoltre l’economia brasiliana è su un altro pianeta rispetto a quella egiziana).
Sarà molto presto chiaro che l’intervento dell’esercito in Egitto non solo non ha risolto nulla e ha aggravato la situazione, dimostrando agli egiziani che la loro presunta democrazia è una “gentile” concessione, non un diritto, e ai musulmani che votare per un partito che ha fatto del welfare e del riscatto delle masse la sua bandiera – e che per questo cercava finanziamenti a 360 gradi e non solo dagli strozzini del FMI – vuol dire rischiare di trovarsi i carri armati per le strade.
Più importante ancora. Qualunque analisi professionale delle primavere arabe vi dirà che nel 2011 la richiesta di democratizzazione del sistema si è innestata in una precedente protesta contro la disoccupazione crescente (massiccia tra i giovani) e l’inflazione sui beni alimentari; più forte perché la crisi globale del 2007-2008 ha interrotto il rilancio dell’economie arabe e ha traumatizzato la popolazione, che si era formata aspettative ben diverse (un po’ come in Brasile, con la differenza che lì c’è una democrazia molto più radicata e un governo che ha i mezzi per attutire l’impatto della crisi).

Ormai l’Egitto è entrato nella spirale della folla che attende il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. I disordini non si fermeranno più, perché la questione principale è la miseria. In effetti ai fratelli musulmani converrebbe tenere un basso profilo e aspettare che il prossimo governo “laico” vada verso il disastro finale:

http://www.repubblica.it/economia/2013/07/05/news/merryl_lynch_l_egitto_ha_solo_sei_mesi_di_vita-62424215

A quel punto le folle saranno nuovamente nelle piazze a protestare, ma stavolta i cannoni saranno puntati contro di loro.

UNIONE AFRICANA ED EGITTO
L’Unione Africana, meno ipocrita e meno serva di quella Europea, ha definito golpe e quindi atto incostituzionale la destituzione di Morsi. Ha pertanto sospeso l’Egitto da tutte le attività dell’organizzazione.

SIRIA ED EGITTO

Assad ha irriso Morsi, dopo la sua caduta, cercando di accreditarsi come paladino della laicità contro l’islamismo (i Fratelli musulmani sono al bando in Siria dal 1980). È la sua vendetta postuma per la politica anti-governativa di Morsi che, per procacciarsi il denaro disperatamente necessario a salvare l’economia egiziana dalle borse degli emiri del Golfo, ha scimmiottato la loro posizione sul cambio di regime in Siria.

18 giugno 2013: “Il Cairo e Damasco sono ufficialmente nemici. Sabato sera il presidente egiziano Mohamed Morsi ha annunciato la completa rottura delle relazioni diplomatiche con il regime del presidente siriano Bachar al Assad.

Morsi, che appartiene alla corrente religiosa dei Fratelli musulmani, si è espresso davanti a migliaia di islamisti radunati per una conferenza di sostegno alla Siria e ha annunciato la prossima chiusura dell’ambasciata siriana al Cairo, così come il rimpatrio dell’ambasciatore egiziano a Damasco.
Ha inoltre chiesto l’attuazione di una no-fly zone sopra il territorio siriano, denunciando l’intervento del Hezbollah sciita libanese accanto alle truppe del regime di Damasco.

[…].

Le dichiarazioni del presidente Morsi sono un evidente sostegno a questa guerra santa e si distanziano dalla prudenza mostrata dai vicini libici e tunisini. Potrebbero incitare alla radicalizzazione di taluni islamisti e minare la sicurezza anche in Egitto.

Molti paesi arabi temono il ripetersi di uno scenario afghano. La loro paura è giustificata. Abbiamo diversi casi di persone partite combattere in Afghanistan e che una volta tornate in patria hanno condotto una guerra santa interna – ha commentato Dhia Rashwan, ricercatore presso il Centro al-Ahram per gli studi politici e strategici.

http://www.ticinolive.ch/2013/06/18/gli-islamisti-egiziani-pronti-a-una-guerra-santa-in-siria/

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L’esercito siriano ormai controlla Hama, ha accerchiato Zabadani (nord-ovest di Damasco), rotto l’assedio della base aerea di Menagh e sta riconquistando Homs (sono già nel centro storico e i ribelli sono assediati). Se non intervengono fattori esterni, Aleppo sarà ripresa entro la fine dell’estate e Assad avrà vinto. Una guerra civile in Egitto farebbe defluire guerriglieri islamisti che si recherebbero lungo le sponde del Nilo, riconsegnando ad Assad la Siria.

Obama non sfiderà i russi – per questo è il male minore e bisogna tifare per lui – ma le conseguenze dello smacco saranno terribili, forse fatali.

Nondimeno, Israele difficilmente resterà a guardare mentre una Siria molto più forte di prima attende solo il momento giusto per riprendersi le Alture del Golan, occupate illegalmente da Israele, e rafforza Hezbollah con armi russe. Prima della caduta di Aleppo c’è da aspettarsi un’iniziativa sconsiderata sionista che precipiterà il Medio Oriente nel caos (in Siria ci sono forze russe, libanesi, iraniane).

ISRAELE ED EGITTO

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Iniziativa sconsiderata?

“Nel passato del Mossad, anche ai tempi dei fallimenti più clamorosi, nessuno ha mai contestato la necessità di uccidere i nemici”, conferma Yossi Melman, autore di un’importante storia dei servizi segreti israeliani. Non avvenne in occasione del celebre “affare Lavon” nel 1954. L’allora ministro della Difesa, Pichas Lavon, fu costretto alle dimissioni quando fu rivelato al mondo il progetto del Mossad di compiere una serie di sanguinosi attentati contro gli interessi inglesi e americani in Egitto al fine di criminalizzare il regime di Nasser. Pochi anni dopo venne alla luce il piano di eliminare per mezzo di lettere – bomba gli scienziati tedeschi che collaboravano con l’industria militare egiziana” [NB scienziati russi uccisi perché collaboravano con l’Iran]

http://archiviostorico.corriere.it/1997/ottobre/14/Mossad_sempre_licenza_uccidere_co_0_971014661.shtml

Come parte di un’operazione false flag, un gruppo di ebrei egiziani fu reclutato dai servizi segreti militari israeliani per far saltare in aria bersagli egiziani, americani e britannici. Gli attacchi sarebbero stati imputati ai Fratelli Musulmani, comunisti egiziano, o “nazionalisti locali”, allo scopo di creare un clima di violenza e instabilità sufficiente per indurre il governo britannico a mantenere le sue truppe di occupazione nella zona del Canale di Suez. L’operazione non causò vittime, salvo i membri della cellula terrorista che si suicidarono dopo essere stati catturati.

IRAN ED EGITTO

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Mohamed Morsi ”è il presidente in carica in base al voto popolare” e le Forze armate, che hanno detto di voler ”sostenere un percorso di riconciliazione nazionale”, devono ”rispettare il voto del popolo”. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir Abdollahian

http://www.asca.it/news-Egitto__Iran__Morsi_eletto_da_cittadini__Esercito_rispetti_voto-1293125-ATT.html

Economist condanna avvicinamento Morsi-Iran (maggio 2013)

http://www.economist.com/news/middle-east-and-africa/21577117-president-muhammad-morsis-efforts-befriend-iran-upset-his-other-allies-pious

Washington Post condanna avvicinamento Morsi-Iran (febbraio 2013)

http://www.washingtonpost.com/blogs/worldviews/wp/2013/02/05/mohamed-morsis-strange-gamble-on-iran-and-ahmadinejad/

TURCHIA ED EGITTO

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La Turchia giudica il colpo di stato militare che in Egitto ha rovesciato ieri il presidente islamista Mohamed Morsi antidemocratico e invita il paese a “tornare alla democrazia”. “Il cambio di potere in Egitto non è stato il risultato della volontà del popolo. Il cambiamento non è stato nel rispetto della democrazia e della legge”, ha chiarito il vicepremier Bekir Bozdag. “In tutti i paesi democratici – ha aggiunto – le elezioni sono il solo modo di arrivare al potere”.

http://www.internazionale.it/news/egitto/2013/07/04/turchia-rovesciamento-morsi-non-democratico/

 

CINA ED EGITTO

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2012: La scorsa settimana il neo-presidente Morsi ha rilasciato un intervista a Reuters in cui ha annunciato di voler intraprendere una politica estera “bilanciata”, nel senso di meno esplicitamente pro-Washington. Si tratta chiaramente di una voluta rottura con il precedente regime di Hosni Mubarak, fidato bastione della politica statunitense e garante dello status di primo paese arabo a siglare una pace con Israele.

Da qui la scelta, a suo modo coraggiosa, di rivolgere lo sguardo a est e volare a Pechino. Ad accompagnarlo una delegazione di 80 businessmen egiziani, intenzionati a discutere progetti di investimento congiunto con circa 200 soggetti economici cinesi. I risultati non sono mancati: le due parti hanno firmato numerosi accordi di cooperazione nel settore agricolo, delle infrastrutture e delle telecomunicazioni.

http://www.meridianionline.org/2012/09/10/la-cina-ruba-egitto-agli-stati-uniti/

RUSSIA ED EGITTO

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Morsi, in aprile, si era rivolto a Putin per chiedergli di investire pesantemente in Egitto (centrali atomiche, sfruttamento dell’uranio, importazioni di grano russo) e aiutarlo a far fronte alla terribile crisi economica:

http://www.arabtimesonline.com/NewsDetails/tabid/96/smid/414/ArticleID/195360/reftab/69/Default.aspx

 

GERMANIA ED EGITTO

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Guido Westerwelle ha definito il golpe militare «un grande passo indietro per la democrazia in Egitto»

http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/silenzio-Israele-Erdogan-inaccettabile.aspx

GOLFO PERSICO ED EGITTO

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Al-Jazeera (Qatar) è pro-fratellanza musulmana, Al-Arabiya (Arabia Saudita) è anti-Morsi e fratellanza musulmana

http://www.dailystar.com.lb/News/Middle-East/2013/Jul-04/222475-qatar-saudi-arabia-in-screen-war-over-arab-spring.ashx#ixzz2Y5jtw4RV

Quindi i due maggiori sovvenzionatori della ribellione anti-Assad sono su fronti opposti nella incipiente guerra civile egiziana

OBAMA ED EGITTO

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Obama indebolito da Snowden. Sondaggi lo danno al 45% con un crollo tra i giovani:

http://edition.cnn.com/2013/06/17/politics/obama-poll-decline

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1 americano su 4 pensa che Obama potrebbe essere l’Anticristo (!!!)

http://www.guardian.co.uk/world/2013/apr/02/americans-obama-anti-christ-conspiracy-theories

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In un servizio dall’Egitto dedicato all’oceanica manifestazione di protesta al Cairo che ha spinto l’esercito a prendere il potere deponendo Mohamed Morsi, la Cnn riferisce che la gente radunata in piazza Tahrir se la prendeva con il presidente dei Fratelli Musulmani eletto un fa, ma almeno altrettanto con il suo sostenitore più importante, il presidente americano Barack Obama, accusato dalla folla di aver appoggiato incautamente un «dittatore» e un «terrorista»

Egitto, in piazza Tahrir Obama è come Morsi | Tempi.it

Gli Stati Uniti finanziano lautamente l’esercito egiziano in cambio della sua fedeltà

http://www.bbc.co.uk/news/world-us-canada-23167490

Tuttavia Obama, per il tramite dell’ambasciatrice Anne Patterson, ha espresso la sua contrarietà rispetto al golpe che ha rimosso una figura che, educata negli Stati Uniti e sempre molto obbediente, fino a pochi mesi fa godeva dell’appoggio – economicamente molto tangibile – americano (Obama, Clinton, Kerry):

http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=167248

http://www.lapresse.it/mondo/nord-america/clinton-incontra-morsi-importante-garantire-sicurezza-diplomatici-1.220860

http://rt.com/usa/guccifer-clinton-emails-second-678/

http://english.ahram.org.eg/News/72308.aspx

Una legge americana interrompe il flusso delle erogazioni in caso di golpe, quindi le forze armate egiziane, se non riescono a convincere gli Americani che non è stato un colpo di stato, perderanno 1 miliardo e 300 milioni di dollari di “aiuti” per il 2014. Non sono bruscolini. Se qualcuno si chiedeva come mai ieri il meme dominante nei forum dei quotidiani di lingua inglese fosse “non è un golpe”, questa è la risposta: golpe = 0 dollari.

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Il meme che circola nei forum dei quotidiani di lingua inglese è: Morsi era il burattino di Obama, è caduto, questo è l’ennesimo fallimento di Obama (e della Clinton). Inoltre Obama si è comportato come Morsi, ha tradito il mandato elettorale e la costituzione, e perciò non c’è alcuna ragione che giustifichi la sua permanenza alla Casa Bianca.

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Questo significa che, tra non molto, il Tea Party e i repubblicani chiederanno la testa di Obama.

L’analisi della caduta di Morsi di parte iraniana è molto condivisibile: al di là della crisi probabilmente irrimediabile finché l’FMI determinerà le politiche economiche del paese, il grande errore di Morsi è stato quello di non aver rimpiazzato i vertici dell’esercito, delle forze dell’ordine e dell’intelligence con uomini a lui fedeli.

http://www.foxnews.com/world/2013/07/04/iranian-lawmaker-says-egypt-president-toppled-because-failed-to-exert-influence/

Altrove le purghe sono arrivate appena in tempo:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/11/25/altre-notti-dei-lunghi-coltelli-negli-usa-grecia-e-turchia/

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I neoconservatori stanno preparando l’offensiva finale. La loro strategia è quella di imputare a Morsi l’attacco terroristico di Bengasi

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-12/attacco-consolato-americano-bengasi-082017.shtml?uuid=AbykfEcG

con l’assistenza dei loro tirapiedi in Libia e in Egitto, che possono mettere fuori gioco i candidati islamici e bandire i partiti di ispirazione islamica dal presentarsi alle elezioni in tutti i paesi arabi (con gran gioia di Assad e degli Israeliani):

“Negli interrogatori i jihadisti egiziani arrestati a Bengasi avrebbero confessato che l’attacco al consolato americano è stato pianificato e finanziato al Cairo con il coinvolgimento diretto di molte figure chiave del mondo politico egiziano a partire dal presidente Mohamed Morsi. Tra i nomi dei “padrini” di Ansar el-Sharia anche il candidato salafita alle elezioni presidenziali egiziane dell’anno scorso Hazim Salih Abu Ismail e l’uomo d’affari saudita Mansour Kadasa, proprietario della tv satellitare egiziana al-Nas vicina ai Fratelli Musulmani… La pagina del rapporto degli 007 di Tripoli va certo presa “con le molle” anche perché non spiega i dettagli né circa l’attendibilità delle informazioni raccolte (o estorte) né di come sia stato possibile risalire al coinvolgimento di Morsi e degli altri egiziani nell’azione terroristica dell’11 settembre scorso. Il documento libico apre però scenari importanti (e inquietanti) innanzitutto perché dimostrerebbe la sostanziale coincidenza di interessi tra Fratelli Musulmani e salafiti nell’obiettivo comune di imporre l’Islam più radicale non solo in Egitto ma in tutto il “Califfato”.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-07-04/denuncia-tripoli-cera-morsi-112750.shtml?uuid=AbwpaBBI

In questo modo le forze armate egiziane riprendono il completo controllo dell’Egitto, gli israeliani si tolgono di torno un governo potenzialmente nemico, mentre i neoconservatori fanno un altro passo avanti verso l’impeachment di Obama, “che non poteva non sapere, ma ha continuato a difendere Morsi: alto tradimento, in base all’articolo 3, paragrafo 3, comma 1 della Costituzione Americana”

http://www.presstv.ir/detail/2013/05/16/303768/gop-gins-up-benghazi-event-to-rap-obama/

dopo aver già messo fuori gioco la Clinton per la corsa alle presidenziali del 2016

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/12/attacco-a-bengasi-verita-insabbiate-a-rischio-corsa-di-clinton-alla-casa-bianca/591757/

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L’attentato di Bengasi è invece stato quasi certamente un inside job dei neoconservatori che hanno usato ogni mezzo per convincere gli elettori americani che Obama è debole, indeciso, incerto, morbido, incapace di garantire la loro sicurezza e il loro tenore di vita:

http://www.giornalettismo.com/archives/491641/lattentato-in-libia-era-premeditato/

http://www.presstv.ir/detail/2012/11/19/273240/coup-and-countercoup-in-washington/

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=38049

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Collegato al tentativo dei cristiani copti (es. Magdi Allam?) di ripristinare lo status quo precedente alla primavera araba in Egitto
:

“L’innocenza dei musulmani”, anzi è sufficiente dire i 14 minuti del “Muhammad Movie Trailer”, non è la causa diretta dell’attentato in cui ha perso la vita l’ambasciatore americano in Libia (un’azione così non si improvvisa o realizza emotivamente): assomiglia piuttosto a un dispositivo incendiario a orologeria piazzato sotto la sedia di Morsi, il leader egiziano e confezionato da mani e teste cristiano copte istruite al Cairo. Il bersaglio  sono i Fratelli Musulmani che, raggiunto il potere al culmine di un processo cominciato con la primavera araba, tentano di accreditarsi come forza moderata che non spaventi l’Occidente e concili allo stesso tempo la ragione sociale della loro investitura.

Morsi, che ricevette indirettamente l’endorsement di Obama quando questi stoppò le pretese della giunta militare contro le deliberazioni democratiche del popolo egiziano, cammina sul filo dell’equilibrista. L’obiettivo del caos prevedibile suscitato dal film non è Maometto ma la difesa degli interessi della comunità cristiana in Egitto, una minoranza del 10% ricca e cosmopolita preoccupata dal rovesciamento del vecchio regime di Mubarak che gli assicurava  sicurezza e protezione in un ambiente radicalmente ostile. Come inizia infatti il trailer? Con un assalto alle proprietà cristiane di una massa di musulmani inferociti mentre un poliziotto ostentatamente fa finta di non vedere.

Un conflitto di classe con pretesti religiosi”.

http://www.blitzquotidiano.it/politica-mondiale/innocenza-musulmani-complotto-cristiani-copto-sam-bacile-nakoula-1342907/

copti egizi e neoconservatori americani sono pappa e ciccia:

http://mondoweiss.net/2012/09/coptic-christian-leader-of-organization-that-produced-anti-muslim-film-spoke-at-pamela-gellers-anti-mosque-rally.html

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Amdin Sabahi potrebbe salvare l’Egitto. È anti-islamista e anti-neoliberista, insomma è una persona mentalmente sana e coscienziosa. Al giorno d’oggi è già molto:

http://www.nytimes.com/2012/12/26/world/middleeast/egypts-hamdeen-sabahy-vs-islamists-and-free-markets.html?_r=0

Ma non ha nessuna chance: entrambe le fazioni in lotta detestano un politico del genere.

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The revolution is over?

PREVISIONE: la situazione sfuggirà di mano ai falchi neocon-sionisti-copti-golpisti. Milioni di musulmani – non solo in Egitto – si renderanno presto conto di essere stati turlupinati per la seconda volta in tre anni (3 se consideriamo la Siria) e faranno in modo che non succeda più. Sarà un macello e l’unico aspetto positivo della cosa è che forse in questo modo non finiremo in una terza guerra mondiale. Si sacrificheranno gli arabi al posto nostro.

Il vincitore del Premio Darwin 2013 è…la folle folla di Piazza Tahrir! Un bell’applauso!!!

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Se nei paesi della “primavera araba” vuoi far votare il popolo, preparati a un probabile governo islamista.  Se non vuoi gli islamisti, vai sul sicuro e non far votare il popolo. Se poi il popolo ha votato e rivotato gli  islamisti e tu sei abbastanza certo di non poter mai vincere un’elezione, scatena la piazza, accendi la mischia e chiama i militari a scioglierlaCiò che ai militari interessa è il controllo del vasto apparato produttivo di cui sono i capofila, la gestione in perfetta autonomia del proprio bilancio e la garanzia del supporto finanziario americano: quasi un miliardo di dollari e mezzo all’anno. Ma per intascare questa tangente – il prezzo che gli americani pagano per potersi considerare azionisti di riferimento dei militari egiziani, a tutela della sicurezza di Israele – ad al-Sisi occorre che il governo sia presentabile al peraltro assai geopolitico vaglio di legalità del Congresso Usa. Di qui lo sbarramento semantico del generale, che mentre metteva agli arresti domiciliari il primo presidente democraticamente eletto del suo paese e colpiva d’interdetto la Fratellanza musulmana, lanciava i blindati nelle piazze e censurava i media ostili, curava di comunicare che non era in corso alcun colpo di Stato.
Lucio Caracciolo
http://temi.repubblica.it/limes/egitto-fratelli-musulmani-il-rebus-arabo/49611

IL GOLPE LIBERTARIO

https://twitter.com/stefanofait

Il governo democraticamente eletto viene deposto dalle stesse forze che sostenevano la dittatura e che hanno presto annunciato la prossima nascita di un “governo dei tecnici”, tra l’esultanza dei manifestanti. C’è del genio in queste piazze, ma è arduo intravederlo. Democrazia o demagogia? Cittadini o folla emotiva e imbecille?

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Molti italiani che si ritengono, a torto, democratici, approvano il golpe militare in Egitto. Avrebbero acclamato anche dei golpisti che avessero rimosso Berlusconi?

Anche noi abbiamo avuto la nostra Fratellanza Cristiana al governo, per lungo tempo, e per certi versi è ancora al potere. Ma noi siamo noi, gli egiziani sono gli egiziani e non abbiamo problemi se una minoranza laica e copta (copta come il ramo paterno della famiglia di Magdi Allam – così pare – , copta come molti agenti dell’intelligence britannica ai tempi dell’impero) esautora un governo islamico in un paese preponderatamente islamico, CON L’AIUTO DEI SALAFITI (all’opposizione pure loro – ma li trovate anche in Siria e Libano contro Assad).

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I salafiti consideravano Morsi troppo moderato. Ricorda un po’ la brutta fine della democrazia in Spagna degli anni Trenta, presa in mezzo tra i franchisti e i comunisti.

28-marzo

Ricorda anche l’approccio israeliano alla democrazia in Palestina. Gli elettori di Gaza votano il governo sbagliato? Li invadiamo.

Poi sono venuti per i fratelli musulmani, ma io non ho parlato perché non ero un fratello musulmano”.

Adly Mansour, nuovo presidente ad interim, giudice nominato da Mubarak, che Morsi era legalmente tenuto a designare come presidente della corte costituzionale – la costituzione è un parto delle forze armate, quindi cambiarla era un dovere di un governo che volesse emancipare l’Egitto dal cappio militare -, tende la mano alla fratellanza musulmana, invitandola a partecipare alla costruzione di un nuovo Egitto. Lo dovranno fare dal carcere:

Membri del governo (incluso Morsi) e della maggioranza parlamentare accusati del reato di “insulto alla magistratura” (quella nominata da Mubarak)

https://twitter.com/BreakingNews/status/352777403799584768

Fino a 300 mandati d’arresto per politici e parlamentari della maggioranza, con l’accusa di “incitamento alla violenza” (quale? Questi “terribili” islamisti sembrano essere stati fin troppo disciplinati nel corso del colpo di stato ai loro danni)

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/04/egitto-membri-della-fratellanza-in-arresto-negli-scontri-almeno-14-morti/645623/

 1044627_10151620847817459_82669996_nN.B. non sono berlusconiano: sono gollista in politica e anarchico di sinistra nella sfera morale-spirituale

È chiaramente una presa per il culo: se l’esercito avesse voluto dare una qualunque chance ai fratelli musulmani avrebbe dialogato con Morsi, che aveva fatto numerose aperture all’opposizione.

Bavaglio ai mezzi di informazione filo-governativi. Morsi è agli arresti, Erdogan è al potere.

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/06/02/la-primavera-turca-mandera-in-fumo-i-piani-nato/

È alleato dell’Occidente, come lo sono Israele, Bahrein, Qatar, Arabia Saudita, ecc. al cui confronto Morsi e i fratelli musulmani sono la reincarnazione di Martin Luther King.

 fosforoGaza

Parliamo un po’ dei golpisti. Lo stesso esercito che fino al 2011 torturava e faceva sparire gli oppositori a centinaia, ora gode dei favori di una parte dell’opinione pubblica occidentale ed egiziana:

“Un’inchiesta del Guardian rivela che durante la rivoluzione del 2011 in Egitto i militari dell’esercito hanno torturato e ucciso, e in alcuni casi hanno fatto sparire, gli oppositori dell’ex presidente Hosni Mubarak. Durante i 18 giorni della rivolta cominciata nel gennaio del 2011 che ha portato alla caduta del regime sono sparite più di mille persone, tra cui molti detenuti. Alcuni sono finiti in carcere senza che nessuno ne fosse al corrente e hanno subìto torture e maltrattamenti, altri sono morti, altri semplicemente scomparsi. L’esercito ha sempre negato di aver avuto un ruolo attivo durante la cosiddetta “primavera araba” e di essere stato responsabile di violenze e omicidi. Ma questi documenti dimostrano il contrario. “Molti civili sono morti mentre erano in carcere e sono stati sepolti in fosse comuni come se non avessero identità”, scrive il Guardian….La commissione che ha scritto il rapporto ha chiesto al governo di mettere sotto inchiesta i vertici dell’esercito per le violazioni dei diritti umani, ma il presidente Morsi – che è anche il capo supremo delle forze armate – non ha aperto nessun procedimento”.

http://www.internazionale.it/news/egitto/2013/04/10/la-verita-sui-crimini-dei-militari/chiamiamola-tortura-1

Se gli egiziani non volevano Morsi non serviva fare altro che attendere il voto e scacciarlo. Morsi stesso aveva acconsentito ad un referendum sulla sua presidenza e a formare un governo di transizione con l’opposizione.

Forse l’esercito sapeva che i fratelli musulmani avrebbero vinto? Se perfino al Cairo c’erano massicce manifestazioni pro-Morsi è presumibile che nell’Egitto rurale il suo consenso forse ancora robusto.

Non conta il parere dei contadini? Noi vogliamo la democrazia diretta per noi ma loro non si meritano neanche di valutare l’operato del governo da loro eletto nel corso di una legislatura?

La maggioranza del popolo egiziano ha votato per i fratelli musulmani, ma noi sappiamo cosa è meglio per loro e lo sa anche l’esercito.

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Risultato dell’arroganza occidentale? Milioni di voti potenziali per i salafiti (integralisti islamici), che tanto saranno interdetti dal presentarsi alle prossime elezioni, perché questa è la “democrazia” che esportiamo.

È legittimo solo quello che sta bene a noi, perché noi valiamo. Forse la deriva integralista delle masse è effettivamente quel che vuole l’Occidente? Come in Siria? Un conveniente nemico che può essere utile per giustificare uno stato di polizia permanente a Suez e al confine con Israele?

Una rivoluzione colorata con una spruzzatina di carri armati e uniformi gallonate?

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El Baradei: potrebbe essere un’ottima scelta per una continuità militari > militari resa rispettabile:

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=7962

Dalla dittatura a un governo fantoccio, un governo nato solo grazie al divieto che sarà imposto ad ogni partito di ispirazione islamici di presentarsi alle elezioni, e forse persino di esistere. Sarà un governo debolissimo, odiato al di fuori delle metropoli, alla mercé della volontà delle forze armate, in pieno disastro economico.

Sarà il caos e scorrerà il sangue.

I fatti dimostreranno che ero realista, non pessimista.

Egitto all’inferno e oltre – Corriere della Sera, Gad Lerner travolti da un bisogno di degrado morale filo-golpista

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https://twitter.com/stefanofait

Questo è il destino di chiunque nel mondo provi a usare la religione per interessi politici o di parte. L’esperienza di governo dei Fratelli musulmani è fallita prima ancora di cominciare, perché va contro la natura del popolo.

Assad si prende la sua puerile vendetta su Morsi e, nel farlo, delegittima le elezioni siriane dell’anno prossimo

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Il Corriere della Sera, che parla di “golpe dolce“, istruisce i suoi lettori su chi siano i buoni e chi siano i cattivi e che cosa sia veramente importante, cioè a dire non la democrazia, ma il controllo di Suez e la sicurezza di Israele: “Morsi, presuntuosamente, ha pensato soltanto a sopravvivere, affidandosi ad un pigro provincialismo. Senza comprendere di essere al timone del primo Paese arabo, che è proprietario dei diritti su quel cordone ombelicale che collega due mondi – il canale di Suez -, che confina con Israele, che è la patria di una cultura millenaria a cui tutti noi dobbiamo qualcosa.

http://www.corriere.it/editoriali/13_luglio_04/Golpe-popolare-egitto-morsi-ferrari_8431ef42-e468-11e2-8ffb-29023a5ee012.shtml

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Gad Lerner: Guardo in tv piazza Tahir che ribolle, una massa di popolo impressionante.  Lo so che dietro ci sono anche i generali, lo so che Morsi può rivendicare la legittimità derivante da una vittoria elettorale [ecco Gad, fermati qui e rifletti prima di proseguire oltre…]. Ma non c’è dubbio che sta manifestandosi in Egitto una spinta di libertà che l’islamismo politico invano ha vervato di reprimere.  Ormai anche le nazioni della sponda sud del Mediterraneo vivono la dialettica di società plurali e complesse, irriducibili all’omogeneità della norma religiosa così come alla militarizzazione del rapporto tra Stato e cittadinanza. È un’energia giovanile prorompente quella che si manifesta in una regione che non possiamo permetterci di considerare estranea alla nostra. Con questa energia vitale, che oggi destabilizza l’Egitto ma domani potrebbe favorirne la crescita economica, saremo chiamati a fare i conti non solo in Israele, dove ancora mi trovo, ma anche in Italia.
http://www.gadlerner.it/2013/07/03/egitto-morsi-e-travolto-da-un-bisogno-di-liberta

Commento di un lettore di Gad: “che triste fine lerner. Dalla parte dei colonnelli golpisti. A quando la rivalutazione di stefano delle chiaie e junio valerio borghese???????

Commento di un altro lettore di Gad: “Lerner fa torto alla nostra intelligenza. Credere che una rivoluzione appoggiata dai militari pagati da chissachì, sia foriera di benessere, progresso e libertà, e persino meno verosimile del fatto che Ruby era nipote di Mubarak!

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Commento di Michele Serra (dall’Amaca): “Che legittimità ha un potere non eletto dal popolo che contraddice e annulla un potere eletto dal popolo? L’esercito ha prestigio, spiegano gli analisti, e rappresenta l’unità del Paese. Ma della democrazia, quando è d’impiccio, che ne facciamo? Facciamo finta di niente?

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Jonathan Steele, Guardian:

“Rifiutare i risultati di elezioni che sono state ampiamente ritenute libere e legittime e mettere da parte il diritto fondamentale di un paese è un passo che nessun esercito dovrebbe mai prendere. Il fatto che la mossa dell’esercito sia stata accolta da molti dei rivoluzionari che per primi hanno avuto il coraggio di andare in piazza contro Mubarak nel 2011 è un drammatico sintomo della loro ingenuità e miopia politica…. Imputare a Morsi tutte le delusioni degli ultimi due anni è assurdo. Non è stato lui, ma la Corte suprema amministrativa ad aver sciolto l’assemblea del popolo, la camera bassa del parlamento. Non è stato lui, ma i leader dei partiti di opposizione che hanno prodotto un governo in gran parte dominato dai Fratelli Musulmani. Morsi li ha invitati a partecipare al gabinetto ma loro hanno rifiutato…. Certamente non è il presidente che deve essere incolpato per l’incapacità dell’economia egiziana di fornire sufficienti posti di lavoro per decine di migliaia di giovani che si laureano ogni anno, per non parlare di una generazione più vecchia che è senza lavoro.

Morsi ha seguito i piani del Fondo monetario internazionale per porre fine ai sussidi sui prodotti alimentari e le bollette che hanno creato ancora più austerità, ma così avrebbe fatto la maggior parte dei leader dell’opposizione che ora chiede a gran voce il potere…. Si è parlato molto e giustamente della minaccia alla democrazia egiziana che viene dal cosiddetto “stato profondo”: la burocrazia ancora radicata, fatta di funzionari del partito di Mubarak, imprenditori suoi sodali e una gerarchia dell’esercito che sfrutta i beni dello Stato o trae profitto dalle industrie e aziende di recente privatizzazione.

Alcuni hanno accusato Morsi di essersi unito a questa élite autoritaria. Ma la vera accusa era di aver fatto troppo poco per contrastarla e per tenere sotto controllo i loro tirapiedi, una forza di polizia corrotta e brutale. L’ironia degli eventi degli ultimi giorni è che coloro che hanno così energicamente denunciato il presidente in piazza Tahrir e nelle strade di altre città stanno cadendo nella trappola tesa dalla stessa elite che vorrebbero riportare sotto il loro controllo.

È vero che i Fratelli Musulmani e i loro sostenitori sono conservatori e possono costituire una minaccia per certi diritti civili degli egiziani. Ma il pericolo maggiore e più immediato per il paese è quello dei diritti politici che tutti gli egiziani hanno conquistato con il rovesciamento di Mubarak. L’abolizione della norma del partito unico, il diritto di tutti i tipi di gruppi politici di organizzarsi liberamente, l’abolizione della censura dei media e l’alleggerimento della reclusione per chi dissente sono vantaggi che non dovrebbe essere abbandonati alla leggera.

Coloro che credono che l’obiettivo principale dei militari sia quello di preservare le nuove libertà saranno presto delusi. Dal Cile nel 1973 al Pakistan nel 1999 (e i numerosi precedenti), lunga è la storia di golpe militari che sono stati accolti positivamente nelle loro prime ore e giorni, ma deplorati negli anni di disperazione che seguirono. Per l’Egitto sarebbe un disastro seguire questa tradizione”.
http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2013/jul/03/egypt-coup-ruinous-army

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QUESTO E’ IL NODO DELLA QUESTIONE: chi approva un golpe militare contro un governo democraticamente eletto non può contestualizzare.
I fratelli musulmani venivano torturati e fatti sparire sotto la precedente dittatura militare: tutto bene tanto sono islamici e quindi chissenefrega? Salvador Allende in fondo era un comunista, no? Lo diceva anche Kissinger che i comunisti sono incompatibili con la democrazia. Meglio un sano golpe.

Presto scopriremo se l’esercito egiziano permetterà ai partiti di ispirazione islamica di presentarsi alle prossime elezioni “democratiche” o se li bandirà, come al tempo di Mubarak.

Stiamo attraversando un campo minato, la democrazia è in crisi, ci vengono imposti tecnocrati e quisling, Grillo&Casaleggio dimostrano tutto il loro dispotismo e non è dato di sapere che altro (di peggio?) ci riserva il futuro. Non è tollerabile questa nonchalance nei confronti di un colpo di stato dell’esercito.

L’islamofobia è una pessima ragione per appoggiare un golpe.

I manifestanti di piazza Tahrir che esultano per i carri armati nelle strade con i fuochi d’artificio si renderanno conto molto presto di cosa è successo e di quali siano le implicazioni.

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Pochi mesi e siamo di nuovo alla casella di partenza, con l’esercito di nuovo al potere, i media dei fratelli musulmani interdetti, il presidente democraticamente eletto agli arresti domiciliari, il potere giudiziario filo-Mubarak e anti-islamico che gongola, la dirigenza dei Fratelli Musulmani arrestata in blocco e la costituzione sospesa. Se ci saranno le elezioni vincerà un burattino dell’esercito. Bel risultato! Complimenti fighetti di piazza Tahrir: avete chiuso il cerchio!

L’esercito egiziano, il secondo più generosamente foraggiato da Washington nel mondo dopo quello israeliano, per qualche ragione ha deciso di essere più democratico e costituzionale di un governo eletto democraticamente; che non aveva imposto la sharia (c’era già); che fin dall’inizio aveva dovuto accettare le umilianti e devastanti condizioni imposte dal FMI (austerità!), in pratica suicidandosi (aggravamento crisi economica = rivolte); che aveva dovuto esortare gli egiziani ad andare a combattere in Siria per non subire ritorsioni da Qatar e Arabia Saudita. Un governo non particolarmente efficace – ma chi lo sarebbe in un paese complesso, arretrato e in crisi economica sparata come l’Egitto? Si possono pretendere miracoli in pochi mesi? – non educato alla democrazia, ma non certo una dittatura e nulla che meritasse di essere esautorato con la forza. Se in una singola occasione aveva cercato di conferirsi maggiori poteri costituzionali era solo per poter controllare un establishment fedele a Mubarak che non aveva alcuna intenzione di mollare l’osso: certi magistrati egiziani, nominati da Mubarak, avevano il potere di sciogliere il parlamento, un’autorità che non ha nulla a che vedere con una democratica divisione dei poteri. In ogni caso aveva subito interrotto il tentativo di fronte alle pressioni della folla. Troppo moderato per piacere ai salafiti (estremisti islamici), negli ultimi giorni aveva anche manifestato la sua disponibilità a formare un governo di unità nazionale con l’opposizione ed ad anticipare le elezioni pur di scongiurare uno scontro. Che cos’altro si pretendeva da lui?

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Cosa succederebbe in Europa? Gli europei approverebbero un colpo di stato militare per liberarsi dei governi austeristi che distruggono le loro economie e il loro tessuto sociale? Ci sarebbero fuochi artificiali come a Tahrir? Se un governo è impopolare è giusto che intervengano populisticamente le forze armate? Come si può esultare nel democratico Occidente per una cosa del genere? Sdoganiamo i colpi di stato militari?

Se Obama avesse cercato veramente di ridimensionare il complesso militare-industriale sarebbe stato deposto? Potrebbe succedere in futuro? Sta rischiando grosso già adesso? In futuro vedremo manifestazioni di massa del Tea Party, guidate da Rand Paul, al grido di “impeachment, impeachment”? Come si comporteranno le forze armate americane?

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/06/10/la-siria-e-il-golpe-anti-obama-il-momento-monica-lewinsky-di-obama/

È solo l’Egitto ad essere governato da dietro le quinte dagli uomini in uniforme? Oppure le dirigenze civili sono molto più effimere di quanto si pensi in diverse nazioni “civili”?

Qualche giorno fa l’esperta ambasciatrice americana Anne Patterson aveva garantito il sostegno a Morsi

http://www.ilfoglio.it/soloqui/18900

Ma subito dopo Hagel aveva incontrato il generale golpista Sisi

http://www.guardian.co.uk/world/middle-east-live/2013/jul/03/egypt-countdown-army-deadline-live

Per tenerlo calmo o per spronarlo? Chi controlla l’esercito egiziano? Obama o i neocon-sionisti? Obama ha pugnalato alle spalle Morsi oppure ha perso un’altra pedina importante nell’area? Chi controlla il Pentagono?

Che senso hanno altre elezioni se chi vince ha questa spada di Damocle che pende sul suo capo? Come potrà governare? Come potrà non obbedire allo stato maggiore dell’esercito?

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I soldati e ufficiali egiziani che hanno votato per Morsi si ammutineranno?

Dopo la rimozione della fratellanza musulmana dal governo del paese, cosa farà la maggioranza di egiziani che non si riconosce in un governo laico appoggiato dai militari o in una giunta militare? Si rivolgerà ai salafiti, gli stessi che seminano il caos dalla Libia alla Siria?

I cristiani copti si sono schierati con l’esercito – ricordo che c’erano i copti e i neocon americani dietro l’atroce filmetto su Maometto che scatenò la furia islamica in Egitto e in Libia (uccisione dell’ambasciatore americano).

Le manifestazioni pro-Morsi urlano “abbasso la giunta militare”. Morsi si considera ancora il presidente.

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È assai probabile che entro la fine dell’anno gli egiziani saranno di nuovo in piazza a manifestare contro la giunta militare che non garantisce delle elezioni veramente democratiche e sembra intenzionata a restare al potere quanto più a lungo possibile (abituata com’è a gestirlo – con Mubarak era il generale Tantawi a reggere la barra cleptocratica – l’esercito lucra attraverso un enorme business fatto di latifondi, alberghi, imprese edili, industrie, ecc.).

Oltre 80 milioni di persone impoverite dalla crisi e sottoposte ad austerità (FMI colpisce anche in Egitto) sono una massa incredibile ed ingovernabile. Scopriremo molto presto cosa ciò significhi in un’area cruciale come quella intorno al Canale di Suez, che tiene in vita le nostre economie.

Si rischia una guerra civile infinitamente peggiore di quella siriana, con Israele pronto a riprendersi il Sinai con una qualche operazione anti-terrorismo e di pacificazione.

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Adesso gli jihadisti che combattono in Siria si trasferiranno in Egitto per combattere l’esercito egiziano e i copti?

Sarebbe interessante capire fin dove si spingerebbe la ginnastica mentale e dialettica dei filo-golpisti nello sforzo di negare che si tratti di un colpo di stato [“è un recall un po’ brusco ma legittimo”], se fosse Obama o un presidente/premier europeo e subirlo. Magari finiremo per scoprirlo.

Prossima mossa neoliberista: chi non paga abbastanza tasse perde il diritto di voto (George Monbiot sul Guardian)

Ogni volta che sul Fatto Quotidiano o su qualunque altro quotidiano o rivista leggerete un articolo di supporto agli studi dell’Istituto Bruno Leoni – che è un covo di neoliberisti assatanati ed orgogliosi di esserlo – ricordatevi della seguente analisi di George Monbiot, uno dei giornalisti britannici più quotati ed uno dei pochi che si può ancora permettere di criticare l’establishment.

“Sovvertire significa rovesciare dal basso. Abbiamo bisogno di una nuova parola, che significhi rovesciare dall’alto. La principale minaccia per lo Stato democratico e le sue funzioni non è il governo della masse o un’insurrezione di sinistra, ma è costituita dai più ricchi e dalle multinazionali sotto il loro controllo.
Queste forze hanno affinato la loro strategia di assalto alla gestione democratica della società. Non c’è più bisogno – come invece facevano Sir James Goldsmith, John Aspinall, Lord Lucan e altri negli anni Settanta – di discutere la possibilità di lanciare un colpo di stato militare contro il governo britannico: i plutocrati hanno altri mezzi di sovvertirlo.

Nel corso degli ultimi anni ho cercato di capire meglio in che modo le esigenze delle grandi imprese e dei più ricchi vengano implementate nelle politiche statali, e sono arrivato a capire il ruolo centrale dei think tank neoliberisti in questo processo. Questi sono gruppi che pretendono di difendere il libero mercato, ma le cui proposte spesso appaiono come raccomandazioni per un più ampio potere delle imprese.

David Frum, ex membro di uno di questi think tank – l’American Enterprise Institute – sostiene che “funzionano sempre più come agenzie di pubbliche relazioni”. Ma in questo caso, non sappiamo chi siano i clienti. Come il lobbista Jeff Judson ribadisce entusiasticamente, sono “virtualmente immuni da qualsiasi punizione … l’identità dei finanziatori dei think tank è protetta dall’anonimato”. Un consulente che ha lavorato per i miliardari fratelli Koch [i responsabili della creazione del movimento Tea Party, quello di Oscar Giannino] sostiene che vedono il finanziamento dei think tank “come un modo per ottenere quello che vogliono senza sporcarsi le mani”.

Questo mi era già chiaro, ma negli ultimi giorni ho imparato molto di più. In Think Tank: la storia dell’Adam Smith Institute [Think Tank: the story of the Adam Smith Institute], il fondatore dell’Istituto, Madsen Pirie, fornisce una guida, involontaria ma inestimabile, su come opera realmente  il potere in Gran Bretagna.

Poco dopo la sua fondazione (nel 1977), l’istituto si avvicinò a “tutte le principali aziende”. Circa 20 di loro risposero con l’invio di assegni. Il suo sostenitore più entusiasta fu James Goldsmith, uno degli aspiranti golpisti, una degli speculatori più spietati del suo tempo. Prima di fare una delle sue donazioni, scrive Pirie, “ascoltò con attenzione la descrizione del nostro progetto, i suoi occhi brillavano per la sua audacia e la sua scala. Poi ci fece consegnare dalla sua segretaria un assegno di 12mila sterline [sterline degli anni Settanta!]”.

Fin dall’inizio, giornalisti veterani del Telegraph, Times e Daily Mail offrirono volontariamente i loro servigi. Ogni sabato, in una vineria chiamata “the Cork and Bottle”, i ricercatori di Margaret Thatcher e gli editorialisti e giornalisti del Times e Telegraph incontravano il personale dell’Adam Smith Institute e dell’Institute of Economic Affairs. Durante il pranzo, “pianificavano la strategia per la settimana successiva”. Queste riunioni “coordinavano le nostre attività per massimizzare la nostra efficacia collettiva”. I giornalisti poi si incaricavano di tradurre in editoriali le proposte dell’istituto mentre i ricercatori s’incollavano ai ministri ombra.

Molto presto, riferisce Pirie, il Mail iniziò a pubblicare articoli di sostegno volta che l’Adam Smith Institute pubblicava qualcosa. L’allora direttore del giornale, David English, curava in prima persona la loro stesura ed aiutava l’istituto a migliorare le sue argomentazioni.

[…]

Pirie si prende, tutto o in parte (e fornisce un mucchio di prove a sostegno) il merito della privatizzazione delle ferrovie e di altre industrie, dell’appalto di servizi pubblici a società private, dell’imposta procapite (indipendente dal reddito e quindi favorevole ai ricchi), della vendita di case popolari, delle liberalizzazioni nel campo dell’istruzione e della sanità, della creazione di penitenziari privati e, successivamente, delle politiche fiscali dell’attuale governo Cameron [neoliberista].

Pirie, restando anonimo, scrisse anche il manifesto dell’ala neoliberista del governo Thatcher, “No Turning Back”.

[…]

Successivamente Monbiot stabilisce un parallelo con il think tank neoliberista “Free Enterprise Group”, che ha raccolto il testimone.

“Ancora una volta la stampa ha risposto alla chiamata. Il Telegraph ha commissionato una serie di articoli che promuovono lo stesso desolante programma a base di meno tasse per i ricchi, meno assistenza ai poveri e meno regolamentazione delle attività delle imprese. Un altro articolo sullo stesso giornale, pubblicato una quindicina di giorni fa dal responsabile delle questioni finanziarie dell’istituto Ian Cowie, propone che non sia prevista alcun rappresentanza per chi non paga le tasse. In pratica chi non paga abbastanza tasse sul reddito perderebbe il diritto al voto.

Considero queste persone come gli avanguardisti della destra, mobilitati per sfasciare prima e assumere il controllo poi di un sistema politico che è stato concepito per appartenere a tutti noi. Come sovversivi marxisti, parlano spesso di rompere le cose, di “distruzione creativa”, di spezzare le catene e togliere il guinzaglio. Ma pare che stiano più che altro tentando di liberare i ricchi dai vincoli della democrazia. E al momento stanno vincendo.

http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2012/oct/01/rightwing-insurrection-usurps-democracy

Qui un’altra traduzione in italiano, con il testo completo:

http://znetitaly.altervista.org/art/7947

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Sul potere e le “profezie” dei think tank

http://www.informarexresistere.fr/2012/10/12/la-perniciosa-influenza-planetaria-delle-fondazioni-e-think-tank-degli-stati-uniti/#axzz29HXJDac0

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/15/il-futuro-visto-da-un-think-tank-della-rockefeller-foundation/

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