La vera banalità del male – ovvero perché le cose non stanno andando come dovrebbero

 

a cura di Stefano Fait

 

Le patologie del pensiero umano – tutte riconducibili all’egotismo, che è il vero handicap umano – sono presenti in tutti noi in vario grado ma, di recente, per qualche ragione, la società le esalta e queste paiono essersi massicciamente e pericolosamente accentuate e concentrate nelle “alte” sfere della civiltà umana:

http://fanuessays.blogspot.com/2012/01/golpe-psicopatico.html

Questi sono i principali errori di ragionamento delle personalità patologiche sviscerati da George Simon, “Character disturbance: the phenomenon of our age”. Little Rock [Ark.] : Parkhurst Brothers, 2011.

http://www.amazon.com/Character-Disturbance-phenomenon-our-age/dp/1935166336

egocentrico – l’universo ruota intorno a lui, ciò che importa sono i suoi desideri, non quelli altrui. Ritiene che tutti facciano lo stesso e sia giusto così. Giusto è quel che uno vuole. Dimostra indifferenza verso i diritti, bisogni ed aspettative degli altri, disprezzo per gli obblighi sociali. È un creditore: il mondo gli deve tutto e lui non deve niente al mondo. Pretende molto dagli altri, ma non ricambia.

possessivo – ogni relazione è vista in senso proprietario. Può fare ciò che vuole con le altre persone, che diventano oggetti, pedine da manipolare, veicoli di piacere, strumenti per ottenere ciò che vuole, oppure ostacoli da rimuovere. Gli altri non sono mai al suo stesso livello. Il pensiero possessivo promuove un atteggiamento disumanizzante nei confronti del prossimo.

estremista – vede le cose in termini di bianco e nero, tutto o niente. Se non ottiene tutto quel che vuole, rifiuta. Se qualcuno non è completamente d’accordo con lui, è irrilevante. Si sente vittimizzato da chi dissente. Non riesce a sviluppare un ragionevole senso del dare e dell’avere. È intransigente, immoderato.

disattento – filtra quel che accade intorno a lui. Presta attenzione solo a ciò che vuole, trascurando tutto il resto. Sente quel che vuol sentire, ricorda ciò che vuol ricordare, impara ciò che vuol imparare. Si dedica intensamente alle cose che lo interessano e ignora le altre, pur sapendo che gli altri si aspettano ben altro comportamento da lui. Ascolta solo in parte chi dice cose che non gli piacciono, specialmente se fanno appello a valori pro-sociali per esortarlo a fare attenzione.

irrealista (scambia desideri per la realtà) – incline a vedere le cose come vuole, invece di come sono realmente, perché troppo forte è il suo bisogno di vedere realizzati i suoi desideri. Altera la loro percezione della realtà per non dover modificare il proprio atteggiamento, cambiare punto di vista, o mettere in discussione il suo modo abituale di fare le cose. Crede che pensando positivo l’universo gli sorriderà. Disprezza la verità, celebra il relativismo.

impulsivo – pensa principalmente a quel che vuole in quel momento. Non bada alle conseguenze eventuali del suo comportamento, ha un’ottica a corto raggio. Non pensa prima di agire.

superbo – “l’immagine è tutto” è il suo assioma. Tende a pensare che non c’è niente di peggio che ammettere un errore, tirarsi indietro, o arrendersi, perché ciò lo fa apparire inadeguato o “debole”. La sua capacità di sviluppare relazioni basate sul reciproco rispetto è ridottissima, se non assente. Invece di riconoscere difetti o errori e correggerli naturalmente, resiste al cambiamento e pensa solo a come gestire la propria immagine.

edonista – la ricerca del piacere è tutto. Non fa niente se non ci ricava qualcosa e se non è piacevole. Desidera ardentemente stimoli ed eccitazione, detesta ciò che è noioso o banale. Apprezza il comfort e odia gli eventuali inconvenienti. Per lui una vita senza forti emozioni non è degna di essere vissuta, ma non vuole soffrire, se non per un maggior piacere.

pedante – spesso si concentra solo sugli aspetti più minuti, meschini delle situazioni, ignorando le cose più importanti, o il “quadro generale”.

irresponsabile – non è mai colpa sua, si sente sempre vittima delle circostanze e non delle sue azioni. Questo modo di pensare induce ad atteggiamenti di amarezza e risentimento.

diffidente – non si fida degli altri e non pensa di doversi guadagnare la fiducia altrui. Pensa che gli altri sono disonesti come lui e che dovrà superarli in scaltrezza per sopraffarli. Se gli altri fanno un errore insignificante o non si esprimono chiaramente, sono automaticamente incasellati nella categoria “mentitori”.

6 commenti

  1. 11 agosto 2012 a 11:06

    […] descrive la condizione umana al crepuscolo della nostra civiltà e il senso ultimo di questo e di altri […]

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  2. 24 agosto 2012 a 10:00

    […] Ryan è cresciuto a pane ed Ayn Rand. Le idee e predilezioni di Ayn Rand corrispondono a quelle di uno psicopatico. Non si può provare che lo fosse, ma certamente piace molto agli […]

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  3. ciaociao! said,

    4 ottobre 2012 a 22:17

    Non credo di essere inquadrato specificatamente in una di queste patologie , per fortuna! Ma saprei inquadrarci qualche mia conoscenza … Comunque sia , adoro questo blog ! ;D

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  4. 30 ottobre 2012 a 08:50

    […] Chi non se ne rende conto è perché ha idealizzato la situazione, rendendola verosimile quando non lo è. Si è aggrappato a delle astrazioni, cancellando tutto quel che interferisce con lo scenario ideale che predilige. La colpa ricade un po’ su tutti noi, anche se in varia misura. Abbiamo discusso astrattamente, abbiamo più o meno consciamente generato confusione e corruzione morale, abbiamo perso di vista la natura perversa di questo genere di società: non una brutta o pessima copia dell’ideale raffigurato nella Costituzione, ma una sua quasi puntuale inversione. Abbiamo imboccato il sentiero sbagliato e ora stiamo arrivando agli antipodi di dove dovremmo essere. Gli antipodi morali. […]

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