Hillary Clinton Could Start World War III in Syria. Here’s Why
22 luglio 2016 a 11:40 (Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto, Verità scomode)
Tags: falchi, guerra mondiale, Hillary Clinton, Iran, Kissinger, neocon, neoconservatori, Russia, Terza Guerra Mondiale
Vecchio euro, nuovo euro, brexit, grexit e ingerenza umanitaria negli USA
31 Maggio 2015 a 00:58 (Controrivoluzione e Complotti, Resistenza e Rivoluzione, Stati Uniti d'Europa, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: Brexit, da Lisbona a Vladivostok, euroscettici, eurozona, Federico Dezzani, Grexit, indipendenza scozzese, Intermarium, Kissinger, Napolitano, riunificazione irlandese
Moneta unica in avvitamento, tensione militare in ascesa
L’impero americano, fedele a questo principio, si sta ripiegando su se stesso: ha perso la capacità di eterodirigere il Sud America, l’influenza sull’India, la guerra in Afghanistan ed il controllo del Medio Oriente, dove è stato inoculato l’ISIS perché facesse terra bruciata dopo la dipartita dall’Iraq del 2011. Ora Washington lotta disperatamente per conservare il dominio sull’Europa occidentale, politicamente e militarmente ignava, ma tra le economie ancora più produttive al mondo.
http://federicodezzani.altervista.org/moneta-unica-avvitamento-tensione-militare-ascesa/
…e su Giappone, Taiwan, Filippine e Oceania.
Il fatto che Washington non abbia richiamato all’ordine il premier inglese David Cameron, dissuadendolo dall’indire il referendum, significa che il processo federativo europeo è ormai defunto e gli inglesi sono liberi di ritirarsi in buon ordine da Bruxelles, dove hanno assolto finora il ruolo di ferrei difensori degli interessi atlantici.
http://federicodezzani.altervista.org/moneta-unica-avvitamento-tensione-militare-ascesa/
Non credo. Penso che il referendum, come nel caso scozzese, darà il risultato desiderato: un nulla di fatto. Perché l’establishment inglese dovrebbe accettare di non aver più voce in capitolo nelle faccende continentali? Perché dovrebbe creare i presupposti per la secessione scozzese dopo aver fatto di tutto per impedirla? E perché dovrebbe risvegliare la questione della riunificazione irlandese (gli irlandesi accetterebbero di trovarsi all’improvviso separati da una frontiera così netta?).
gli USA infatti, sebbene diano ormai per spacciato il progetto della moneta unica, hanno bisogno di tempo per realizzare un progetto alternativo agli Stati Uniti d’Europa (il TTIP ed il conflitto con la Russia) che vincoli stabilmente l’Europa alla loro sfera di dominio.
Rimarrà la Grecia nell’eurozona? La risposta è no.
http://federicodezzani.altervista.org/moneta-unica-avvitamento-tensione-militare-ascesa/
Siamo davvero sicuri?
La Casa Bianca sarebbe disposta a consentire alla Grecia di entrare definitivamente e irrimediabilmente nella sfera BRICS, pur restando nella NATO e nell’Unione Europea, con potere di veto?
Impossibile!
Lo Spiegel si permette da un lato, con retorica eleganza, di definire Tsipras un decerebrato (“If Tsipras has an ounce of political understanding…”) e dall’altro invita la Germania a trovare un compromesso che il governo greco ha già detto di essere disposto ad accettare (rinvio dei pagamenti e taglio degli interessi sul debito)
Aggiungo un altro argomento che vale per la controparte.
Perché due potenze che stanno facendo di tutto per abbattere il dollaro e con esso l’Impero dovrebbero dare il via libera alla dissoluzione dell’eurozona, che rafforzerebbe fenomenalmente il dollaro e danneggerebbe le loro economie (decapitando l’essenziale Nuova Via della Seta) in una fase così delicata di questo scontro finale? Perché rischiare di mettere a repentaglio il loro veto indiretto nell’UE e nella NATO e i numerosi accordi bilaterali tra Cina e UE?
http://www.scmp.com/business/article/1757753/chinese-investment-european-union-looks-set-continue
La mia ipotesi di lavoro provvisoria è che non succederà nulla fino a quest’autunno o addirittura fino alla fine del 2016, perché Mosca e Pechino non vogliono nessuna “rivoluzione colorata” ad Atene (non potrebbero aiutare il governo) e perché tutti sanno che Wall Street è destinata a crollare, e con lei il dollaro. A quel punto, dopo il deflusso della presenza militare americana in Europa (le basi diventeranno finanziariamente insostenibili) si potrà decidere che fare dell’euro, dell’UE, della BCE e dei vari accordi e trattati internazionali, senza eccessive complicazioni di ordine bellico e golpistico.
Sembra archiviata l’era della politica tedesca monopolizzata dalla CDU/CSU succube dei diktat americani e visceralmente ostile a Mosca: campione di quel periodo è senza dubbio il bavarese Franz Josef Strauss, ministro della difesa dal 1956 al 1962, acerrimo avversario della Ostpolitik del socialdemocratico Willy Brandt, propugnatore degli Stati Uniti d’Europa e padre della cooperazione militare tra Germania ed Israele15, che consente oggi a Tel Aviv di dispiegare le proprie testate nucleari (illegali) su sottomarini Dolphins made in Germany.
http://federicodezzani.altervista.org/moneta-unica-avvitamento-tensione-militare-ascesa/
Anche Heinz Alfred “Henry” Kissinger è bavarese e sarà ben felice di conferire di persona il premio a lui stesso intitolato (sì, esiste un “premio Kissinger”, che è un po’ come dire “premio Ribbentrop”) al nostro “beneamato” Giorgio Napolitano e all’ex ministro degli Esteri tedesco Hans-Dietrich Genscher (uno dei principali responsabili della distruzione della Jugoslavia) «in riconoscimento degli straordinari contributi al consolidamento dell’integrazione e stabilità europea»
Sono convinto che certi potentati bavaresi che a suo tempo hanno agevolato l’ascesa di un certo austriaco siano ancora al servizio dello stesso progetto imperiale transnazionale.
Però allo stesso tempo la CSU, il partito che monopolizza il potere bavarese, è euroscettico, forse perché lo è il suo elettorato.
Le divergenze sull’Ucraina si saldano alle tensioni tra Washington e Berlino sulla gestione dell’euro-crisi: gli americani pretendono invano da due anni che la Germania allenti la morsa dell’austerità (gradita da Wall Street e dalla City nella misura in cui non mette a repentaglio l’euro) e si impegni nella fondazione degli Stati Uniti d’Europa; la Germania legge invece nitidamente nelle manovre ucraine degli angloamericani la volontà di separarla da Russia e Cina.
http://federicodezzani.altervista.org/moneta-unica-avvitamento-tensione-militare-ascesa/
È vero, Washington sa che la Grecia può bloccare l’UE e la NATO tramite il suo potere di veto, che tornerebbe molto comodo a Mosca.
Io non riesco a capire le mosse tedesche se non nell’ottica di chi desidera scongiurare in ogni modo la nascita degli Stati Uniti d’Europa, che sono ormai, fortunatamente, un miraggio inagguantibile. Charles De Gaulle esulta e noi (come qualunque persona savia) con lui!
Confederazione sì, federazione no!
Attenzione, però. Mosca dichiara che gradirebbe creare un blocco valutario eurasiatico: “In this [EEU] format it would be possible to consider the possibility and conditions of eventually creating a monetary union,” Medvedev said.
http://sputniknews.com/business/20150529/1022701382.html#ixzz3begAivsm
Unione monetaria di che tipo? Moneta unica? Moneta comune?
C’entra la nascita di un’unione eurasiatica da Lisbona a Vladivostok come quella auspicata da De Gaulle, Putin e dalla Merkel?
Blocco del dollaro, blocco del bolivar, blocco dello yuan, blocco dell’euro, blocco del rublo, blocco della rupia, ecc. Ecco lì il nuovo ordine multilaterale. Un paniere di valute (assieme a oro e forse argento?) senza che una sia egemone rispetto alle altre. Per me va bene, se l’obiettivo è quello di generare investimenti e benessere (sovranità nazionale sul credito e produttività, come in Cina e Russia), non guerre valutarie e crescenti disuguaglianze (controllo privato dell’emissione del credito, rendite e giogo debitorio sulle masse, come in USA, UK, UE).
Nazionalista duro e puro, anti-tedesco21 ed ancor più russofobo, contrario all’unione politica dell’Europa ed all’ingresso di Varsavia nell’euro, favorevole all’installazione di basi NATO permanenti sul territorio polacco, Duda si inquadra alla perfezione nella nuova strategia angloamericana: sfumati gli Stati Uniti d’Europa e caduta l’ideologia comunista, la massima minaccia strategica agli interessi di Washington è l’integrazione economica tra l’Europa occidentale e la Russia, da fermare ad ogni costo. In quest’ottica è indispensabile fomentare i nazionalismi del centro-est Europa anti-tedeschi ma soprattutto anti-russi, in primis quelli di Polonia, Ucraina e degli Stati Baltici.
L’elezione di Andrzey Duda alla presidenza della Polonia accelera la formazione dell’Intermarum sognato tra il 1918 ed il 1920 dal capo delle forze armate polacche Jozef Pilsudski: la federazione di Lituania, Polonia ed Ucraina che, allargandosi dal Mar Baltico al Mar Nero, separi Germania e Russia. A fornire oggi i mezzi militari, economici e soprattutto il collante politico per la riedizione dell’Intermarium sono gli angloamericani che, abbandonata l’eurozona ad un lento ed ineluttabile naufragio, si concentrano ora sull’asse Estonia-Ucraina sviluppandone tutto il prezioso potenziale anti-russo….nel disperato tentativo di sedare le spinte centrifughe in seno all’Europa, Washington e Londra non esiteranno a scatenare una guerra regionale che compatti la NATO e mantenga separata Berlino, libera dai legacci dell’euro e dell’Unione Europea, da Mosca, ponte economico e logistico verso l’Asia.
http://federicodezzani.altervista.org/moneta-unica-avvitamento-tensione-militare-ascesa/
Zbigniew Brzezinski è polacco ma Radio Liberty gli rifila un ceffone, definendo il suo progetto anti-russo “inefficiente” (= faida interna tra neocon sionisti e imperialisti “America First” che temono, giustamente, che Israele mandi in fumo le loro strategie). Meglio l’Intermarium o una risorgenza asburgica senza l’Austria. Il fatto che la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Slovacchia siano governate da leader filo-putiniani e che gli ucraini siano insorti nella speranza di entrare più facilmente nell’Europa, non con l’intento di trovarsi intruppati in un macrostato-cuscinetto straccione destinato all’annientamento in caso di guerra tra USA e Russia non sembra turbare questi strateghi dissociati dalla realtà
Federico Dezzani pensa che la guerra mondiale si stia avvicinando.
Io invece credo che i neocon guerrafondai stiano perdendo la partita e che per questo dovranno giocarsi l’ultima carta: spingere gli USA oltre l’orlo del baratro, verso il fascismo esplicitato. Però questo segnerà la loro rovina, perché la popolazione americana, diversamente da quella tedesca dei tempi di Hitler, si difenderà con le armi, la marina non interverrà contro la popolazione e una percentuale ragguardevole del resto delle forze armate si schiererà con i cittadini.
Se guerra sarà, si tratterà, ironicamente, un’ingerenza umanitaria del resto del mondo negli USA, per salvare la popolazione insorta dalle rappresaglie della tirannia.
Zbigniew Brzezinski condanna la satira di Charlie Hebdo, il fallimento della manifestazione di Parigi
11 gennaio 2015 a 15:42 (Miti da sfatare, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: Brzezinski, Charlie Hebdo, Islam, islamismo, Kissinger, neocon, Nobel per la Pace, Obama, Russia, scontro di civiltà, sionisti, terrorismo, Terza Guerra Mondiale
Financial Times, New York Times e Zbigniew Brzezinski condannano la satira di Charlie Hebdo.
http://www.newsmax.com/Newsfront/Zbigniew-Brzezinski-satire-free-speech/2015/01/09/id/617677/
http://www.ilvelino.it/it/article/2015/01/10/charlie-hebdo-la-stampa-internazionale-difende-charlie-ma-il-financial-times/b7305466-71a9-4473-941d-9da887fc898c/
http://www.huffingtonpost.it/2015/01/09/new-york-times-charlie-he_n_6443716.html
Obama NON ha partecipato alla commemorazione delle vittime dell’attentato e aveva già stigmatizzato le vignette “satiriche”
http://www.straitstimes.com/news/world/europe/story/paris-shooting-obama-wont-attend-march-tribute-charlie-hebdo-victims-says-of
http://www.newsmax.com/TheWire/obama-charlie-hebdo-mock-prophet-muhammad/2015/01/09/id/617516/
Obama non c’era.
Biden non c’era.
Kerry non c’era.
La Casa Bianca non c’era.
Mancavano anche un mucchio di francesi: 1 milione e mezzo al massimo i partecipanti alla marcia di Parigi (“capitale del mondo per la libertà”, dice Hollande), secondo i dati ministeriali.
Come a Roma per il No Berlusconi Day.
Direi un INSUCCESSO colossale. La stessa affluenza della Love Parade di Essen del 2007
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_largest_peaceful_gatherings_in_history
Vi dico cosa penso di questa cosa.
Brzezinski è il mentore di Obama.
Obama è stato piazzato alla Casa Bianca e ha ricevuto il Nobel per la Pace (gran mossa!) per evitare una guerra mondiale, che è invece fortemente voluta dai neocon e da Israele.
Obama all’Islam: “Cerchiamo un nuovo inizio. Sospetti e discordie devono finire”, 2009
[mi chiedo tra l’altro se le continue “fughe” (partite di golf, scampagnate, ferie) di Obama dalla Casa Bianca non servano a permettergli di ricevere istruzioni da una fazione, a scapito dell’altra]
Brzezinski e Kissinger sono stati espliciti nel riaffermare che la supremazia americana si conserva senza scatenare conflitti extra-regionali.
Kissinger ha addirittura ricapitolato in modo più che accettabile le ragioni russe sulla crisi ucraina.
Entrambi sono aperti a un duopolio con la Cina.
Entrambi sono severi critici delle politiche di Israele che giudicano fortemente lesive della supremazia statunitense a causa della loro belligeranza.
Ora Brzezinski, di fatto, si è schierato CONTRO “je suis Charlie”.
ERGO
Una parte dell’élite statunitense non ha alcuna intenzione di andare in guerra per Israele, rovinando tutto il “lavoro” realizzato in questi anni.
Quella francese e tedesca men che meno [N.B. non sono i buoni: hanno solo priorità diverse e usano gli eventi in maniera differente]. Francesi e tedeschi vogliono allentare la pressione sulla Russia (cosa che invece a Brzezinski non sta bene).
Mi sa che, come sospettavo, tra le alte sfere occidentali si sta svolgendo uno scontro intestino, la partita decisiva.
Se è così – e ribadisco che quanto scritto qui e nel resto del blog può essere completamente sbagliato, va verificato per conto proprio ed è soggetto a revisione – nel giro di poco tempo qualche grossa rivelazione salterà fuori e rivoluzionerà la percezione globale di quel che è accaduto a Parigi (e non solo).
Il 2015 potrebbe riservare grosse sorprese.
Kissinger, Brzezinski e Putin stanno cercando di salvare Obama (un’altra volta)?
15 marzo 2014 a 16:24 (Controrivoluzione e Complotti)
Tags: Brzezinzski, Carter, carterizzazione, crisi degli ostaggi, Guerra Fredda, Iran contras, Kagan, Kissinger, McCain, Netanyahu, Obama, Putin, Reagan, Soros, Ucraina
a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles
Si tende a restringere lo spettro delle variabili in gioco in Ucraina a coppie di contrapposizioni schematiche e nette: Russia contro Stati Uniti, Russia vs Europa, neo-fascisti contro sinistra, Ucraina occidentale vs Ucraina orientale, ecc.
Ma ci sono varie fazioni tra gli oligarchi che compongono l’establishment e non è detto che tutte quelle associate, più o meno strettamente, agli Stati Uniti, siano impegnate a difendere il dollaro, o Wall Street.
È ipotizzabile che, in questa fase, Washington (lo Stato Profondo, per usare un’espressione alla moda) e Wall Street (banche d’affari) non siano in sintonia.
A questo proposito, mi interessa approfondire la questione della convergenza dei vecchi nemici della guerra fredda – Brzezinski, Kissinger e Putin – su delle possibili soluzioni della crisi ucraina e di quella siriana. Sull’Ucraina, come sulla Siria, le loro posizioni sono sorprendentemente conciliabili.
Chi ragiona in termini rigidamente dicotomici preferirà aggirare questa dissonanza cognitiva, che invece va spiegata.
Partiamo da Obama, pupillo di Brzezinski. Sapeva a cosa andava incontro quando ha accettato di candidarsi, ma ora il gioco si sta facendo pesante.
Il Washington Post lo sta demolendo, paragonandolo a Jimmy Carter.
Leggendo l’editoriale si può capire meglio il significato di un paragone per nulla casuale: l’affaire Iran Contra servì a screditare Carter e far vincere Reagan. Il Washington Post non spiega ai suoi lettori che si trattò di uno sporco complotto interno che aveva precisamente quello scopo.
Coincidenza vuole che proprio il giorno del referendum in Crimea sia l’anniversario dell’incriminazione per complotto ai danni degli Stati Uniti di Oliver North e del vice-ammiraglio John Poindexter, orchestratori della crisi degli ostaggi con l’Iran.
E’ insomma in atto la carterizzazione di Obama.
Da un punto di vista caratteriale-psicologico Obama non è probabilmente la persona più indicata per quella carica, ma ci sono sicuramente stati molti presidenti meno idonei di lui, nella storia americana. La sua amministrazione è stata nel segno della continuità con quella repubblicana che l’ha preceduta, nella piena consapevolezza che, ai giorni nostri, senza l’appoggio di Wall Street e del Pentagono un presidente americano è completamente impotente, specialmente se il Congresso gli è ostile a prescindere.
Ma almeno, finora, ci ha evitati quel temuto conflitto in Medio Oriente che produrrebbe automaticamente un’escalation incontrollabile. Non ama Netanyahu.
Sarà la storia a giudicarlo.
Quel che ci interessa è che Obama è un presidente zoppo. Le varie rivelazioni sul sistema di sorveglianza totale creato dopo l’11 settembre da Bush e da lui perpetuato lo hanno messo in pessima luce; i suoi tentennamenti in politica estera lo hanno trasformato nel bersaglio degli editoriali neocon; la sua timidezza sul fronte della tutela dei diritti dei cittadini e dei consumatori gli hanno alienato le simpatie di moltissimi elettori progressisti.
Domani si vota il referendum in Crimea e sembra sempre più chiaro che questa, come la faccenda delle armi chimiche di Assad, sia l’ennesima trappola tesagli dai suoi nemici, che controllano il nuovo governo ucraino ma anche alcune posizioni chiave della sua amministrazione (Victoria Nuland, lo sponsor del primo ministro ad interim Arseniy Yatsenyuk, è la moglie di Robert Kagan, l’imperialista per antonomasia).
Se è vero che è stato il nuovo governatore di Donetsk, il multimiliardario Taruta, a pagare gli autobus che hanno portato decine di militanti anti-russi a manifestare nell’est filo-russo proprio in coincidenza con una manifestazione anti-governativa – scontri, due morti – allora è chiaro che il nuovo governo che l’ha nominato gli ha dato espressamente l’incarico di gettare le basi per quel caos che potrebbe provocare un intervento russo.
Anche se quest’idea non è facile da accettare, la crisi ucraina ha molti obiettivi (espandere la NATO, togliere di mezzo Putin, inventarsi una nuova guerra perpetua dopo la morte di Osama Bin Laden, “risolvere” la crisi finanziaria), però quello principale è di politica interna.
I neocon/sionisti reazionari (Kagan, McCain, Soros, Netanyahu, ecc.) vogliono un loro uomo al posto di Obama, se possibile anche prima del 2016, e hanno agito in vista delle elezioni del Parlamento europeo (22-25 maggio) e soprattutto delle elezioni congressuali USA (4 novembre).
Sapendo bene come avrebbe reagito Putin alla prospettiva di perdere il controllo di Sebastopoli, hanno infilato Obama in un vicolo cieco in cui può solo perdere la faccia. Obama e Putin: due piccioni con una fava.
Altri oligarchi si oppongono a questa offensiva. In altre circostanze le alleanze saranno diverse. Non ci sono buoni in questa disfida. Queste persone giocano a scacchi con le nazioni e le vite di milioni di persone.
Quel che ha veramente detto il Capo di Stato Maggiore USA, gen. Martin Dempsey
13 marzo 2014 a 18:01 (Miti da sfatare, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: Atlantic Council, Brzezinski, Crimea, Dempsey, diplomazia, escalation, esercito degli Stati Uniti, intervista, Kissinger, Lavrov, Martin Dempsey, NATO, Russia, stato maggiore, Ucraina
a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles
Questo è quel che probabilmente leggeremo sui giornali: “forze armate americane pronte alla guerra contro la Russia per l’Ucraina”
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=6&pg=7202
Non è così. Questa è l’arbitraria interpretazione (con parafrasi ingannevoli) dell’Atlantic Council che, per usare un eufemismo, non ha la pace e la prosperità del mondo al centro delle sue preoccupazioni.
Martin Dempsey ha scelto con accortezza le sue parole e, per come la vedo io (ingenuamente? arbitrariamente?), ha dimostrato di essere la persona giusta, al posto giusto, nel momento giusto (anche perché Obama, ogni volta che è sotto pressione, cede e si chiude in se stesso, stando a quel che si può ricostruire dalle sue azioni e da certi aneddoti riferiti da membri del suo entourage).
Dempsey ha già contribuito a tenerci (noi della NATO) fuori da due conflitti, uno in Iran e uno in Siria, e sta facendo il possibile per tenerci fuori da quello più terribile di tutti: Occidente contro Oriente (“Oceania” contro “Eurasia” – cf. Orwell).
Ho messo in risalto le frasi chiave che aiutano a capire il messaggio che stava lanciando all’opinione pubblica e agli analisti in ascolto. Quel che ho inteso io – e chiaramente mi auguro di non scambiare i miei desideri per la realtà – è quanto segue:
- “reassure our allies”: i dispiegamenti americani in Europa e nel Mar Nero servono per placare le ansie dei paesi ex-comunisti;
- “not to escalate this thing further into Eastern Ukraine and allow the conditions to be set for some kind of resolution in the Crimea”: se i russi si limiteranno a riprendersi la Crimea e non avanzeranno alcuna pretesa nell’Ucraina orientale, tutto andrà bene [il che permetterebbe di arrivare all’ottimo piano informalmente proposto da Kissinger-Brzezinski-Lavrov]
“resolve this diplomatically”/ “without it being escalatory”/“avoid escalating this thing”: la questione va risolta assolutamente per vie diplomatiche (come da insistenza cinese). Qualunque altra azione sarebbe un errore (“miscalculation”); - “everything that we have done, I tell him, here’s what we’re doing”: sto facendo quel che va fatto per creare un rapporto di reciproca fiducia con la mia controparte russa ed evitare equivoci dalle conseguenze potenzialmente disastrose;
- “a question that I think deserves to be assessed and reassessed and refreshed”: entrare in guerra con la Russia è decisamente l’ultima cosa che vorrei trovarmi a fare.
- “we do have treaty obligations with our NATO allies“: Noi interveniamo solo per difendere membri della NATO e l’Ucraina non è nella NATO.
TRASCRIZIONE DELLLA PARTE “INCRIMINATA”
JUDY WOODRUFF: The United States is sending more military material, forces into Eastern Europe, F-15s into the Baltics, F-16s to Poland, another warship into the Black Sea. What message is the U.S. trying to send to Russia right now?
GEN. MARTIN DEMPSEY: We’re clearly trying to send a message to Russia, almost exclusively through diplomatic channels, so that I do have an open line with my Russian counterpart that I have used twice the last two days.
But we’re trying to tell them not to escalate this thing further into Eastern Ukraine and allow the conditions to be set for some kind of resolution in the Crimea. But the message we are sending militarily is to our NATO allies.
So, one of our responsibilities at times like this is to reassure our allies. And so the deployments you mentioned into the Baltic air policing mission, into the aviation detachment in Poland, the deployment of the ship, are really intended to reassure our allies.
JUDY WOODRUFF: So, the U.S. is saying to the allies, if this were to come to some sort of military conflict, the U.S. would back up NATO?
GEN. MARTIN DEMPSEY: Well, don’t forget, we have — actually, we have NATO treaty obligations under Article 5 for collective defense.
And, so, when they ask us for reassurance or they ask us to — for contingency planning, we respond, and we do have obligations with NATO.
JUDY WOODRUFF: But, if there were to be a misunderstanding of some sort, if there were to be an accident that were to lead to something bigger, has the administration thought through the consequences of what that means, the two countries that are the greatest armed powers on the planet involved?
GEN. MARTIN DEMPSEY: Well, that’s why we’re seeking aggressively to resolve this diplomatically, before we would reach the point where there could be a miscalculation.
It’s probably worth mentioning why this is so unsettling to the Eastern Europeans. You know, we live here in America and sometimes don’t understand the realities of geography and demographics in Eastern Europe.
There are — if Russia is allowed to do this, which is to say move into a sovereign country under the guise of protecting ethnic Russians in Ukraine, it exposes Eastern Europe to some significant risk, because there are ethnic enclaves all over Eastern Europe and the Balkans.
I will give you one example. There are 400,000 ethnic Romanians living in Ukraine. So this is enormously unsettling.
JUDY WOODRUFF: But you know what the Russians are saying is that they have an historic relationship with — with Crimea, and they’re saying the Crimean legislature has voted now to have a referendum, and they’re saying what the government in Kiev did was illegal.
GEN. MARTIN DEMPSEY: Of course they are. And they’re trying to roll back to the February 21 agreement, and we’re trying to suggest that, really, the clock started on February 24.
Those are matters of diplomacy. Our role, as the military, is to seek ways to influence this without it being escalatory. And, by the way, I do have this open line with my Russian counterpart. So, everything that we have done, I tell him, here’s what we’re doing. Here’s why we’re doing it. We disagree fundamentally about your claim of legitimacy, but, as militaries, let’s try to avoid escalating this thing.
JUDY WOODRUFF: But there is a chance it could escalate?
GEN. MARTIN DEMPSEY: Of course there is.
JUDY WOODRUFF: There is a chance of military conflict?
GEN. MARTIN DEMPSEY: Sure. Yes.
JUDY WOODRUFF: And is the U.S. prepared if that happened?
GEN. MARTIN DEMPSEY: Well, that’s a question that I think deserves to be assessed and reassessed and refreshed as this thing evolves.
But, remember, we do have treaty obligations with our NATO allies. And I have assured them that, if that treaty obligation is triggered, we would respond”.
If Kissinger could win the Nobel Peace Prize, why not Brzezinski? (Iran nuclear deal)
25 novembre 2013 a 10:07 (Guerra al Terrore, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: Afghanistan, agreement, atomic weapons, attack, Brzezinski, China, enrichment, false flag, Geneva, Iran, Iran deal, Iranian nationalism, Israel, Kissinger, Lebanon, Meir Dagan, Middle East, Mohammed bin Nawaf bin Abdulaziz, Mossad, Naftali Bennett, national security, Netanyahu, non-proliferation, nuclear capability, nuclear suitcase, Obama, Palestine, proliferation, Putin, Russia, Sarkozy, Saudi Arabia, stability, Strait of Hormuz, Syria, terrorism, United Nations, United Nations Security Council, war, Zionist
A cura di Stefano Fait
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I can’t stand him anymore. He’s a liar – You may be sick of him, but I have to deal with him everyday.
Sarkozy and Obama on Netanyahu, November 2011
There are some who without too much thinking are listening to foreign advice of the kind that you have displayed like from the prime minister, Netanyahu [“a very bad deal”]. They are not being particularly helpful and I’m not sure what their motives are.
Zbigniew Brzezinski, November 2013
The agreement under discussion would slow crucial elements of the Iran program, make it more transparent and allow time to reach a more comprehensive agreement in the coming year. Should the United States fail to take this historic opportunity, we risk failing to achieve our non-proliferation goal and losing the support of allies and friends while increasing the probability of war.
Zbigniew Brzezinski, November 2013
http://www.ipsnews.net/2013/11/scowcroft-brzezinski-urge-iran-accord/
A limited U.S. strike would have only a temporary effect. Repetitive attacks would be more effective, but civilian fatalities would rise accordingly, and there would be ghastly risks of released radiation. Iranian nationalism would be galvanized into prolonged hatred of the United States, to the political benefit of the ruling regime. Iran, in retaliating, could make life more difficult for U.S. forces in western Afghanistan by activating a new guerrilla front. Tehran could also precipitate explosive violence in Iraq, which in turn could set the entire region on fire, with conflicts spreading through Syria to Lebanon and even Jordan. Although the U.S. Navy should be able to keep the Strait of Hormuz open, escalating insurance costs for the flow of oil would adversely affect the economies of Europe and Asia. The United States would be widely blamed. Given the recently woeful U.S. performance in the United Nations — where the United States and Israel gained the support of only seven states out of 188 in opposing U.N. membership for Palestine — it is also safe to predict that an unsanctioned U.S. attack on Iran would precipitate worldwide outrage. Might the U.N. General Assembly then condemn the United States? The result would be unprecedented international isolation for an America already deeply embroiled in the region’s protracted turmoil. Congress should also take note that our Middle Eastern and European friends who advocate U.S. military action against Iran are usually quite reticent regarding their readiness to shed their own blood in a new Middle East conflict. To make matters worse, the most immediate beneficiary of ill-considered recourse to war would be Vladimir Putin’s Russia, which would be able to charge Europe almost at will for its oil while gaining a free hand to threaten Georgia and Azerbaijan….Could Meir Dagan, the former head of Israel’s Mossad, have been right when he bluntly said that an attack on Iran is “the stupidest thing I have ever heard”? Fortunately, there is a better, even if not a perfect, option.
Zbigniew Brzezinski,January 03, 2013
I don’t think there is an implicit obligation for the United States to follow like a stupid mule whatever the Israelis do. If they decide to start a war, simply on the assumption that we’ll automatically be drawn into it, I think it is the obligation of friendship to say, ‘you’re not going to be making national decision for us.’ I think that the United States has the right to have its own national security policy.
Zbigniew Brzezinski, November 2012
http://www.niacouncil.org/site/News2?page=NewsArticle&id=8713
A war in the Middle East, in the present context, may last for years. And the economic consequences of it are going to be devastating for the average American. High inflation. Instability. Insecurity. Probably significant isolation for the United States in the world scene. Can you name me any significant country that’s going to be in that war together on our side? That’s something no one can afford to ignore.
Zbigniew Brzezinski, July 2012
http://www.newsmax.com/newsfront/brzezinski-iran-war-oil/2012/07/18/id/445804#ixzz2le23nmD3
[Sanctions] work already to an extent that they weaken Iran. They make domestic stability more difficult for the Iranian leadership to maintain. I don’t think they will work in a kind of decisive fashion if our objective is to deprive the Iranians entirely of a nuclear program.We have to be firm and credible about it and we also have to say a conflict is not in our interest because we know if there’s a conflict, we will be hit by the Iranians. Do you want another war in that part of the world? Do you want the price of oil to go up? Do you want our troops in Iraq and Afghanistan to be threatened? I don’t understand how anyone can seriously argue that this is in the American interest. I don’t want to live with a nuclear Iran. I would like to make it uncomfortable for them to seek it. I would like to promote internal change in Iran — which is more likely if we don’t fuse Iranian nationalism with Iranian fundamentalism.
Zbigniew Brzezinski, February 2012
http://www.cbsnews.com/news/brzezinski-concerned-about-american-ignorance/
We won’t sit idly by…Appeasement hasn’t worked in the past, and I don’t think it will work in the 21st century. That is why the frustration really is toward the main players within the United Nations Security Council, that’s their responsibility. And they will share also the blame, whatever deal comes out, they are responsible for it
Prince Mohammed bin Nawaf bin Abdulaziz, the Saudi ambassador to London
http://www.timesofisrael.com/saudi-prince-to-iran-we-wont-sit-idly-by/
What was achieved last night in Geneva is not an historic agreement, but an historic mistake…Today the world has become a much more dangerous place because the most dangerous regime in the world has taken a significant step toward attaining the most dangerous weapon in the world. Israel will not allow Iran to develop a military nuclear capability.
Benjamin Netanyahu
http://www.independent.ie/incoming/netanyahu-iran-nuclear-deal-is-historic-mistake-29779836.html
If a nuclear suitcase blows up in New York or Madrid five years from now, it will be because of the deal that was signed this morning.
Naftali Bennett, Israel’s economic minister
1.) The USA and UK overthrew an elected Government in Iran in 1953.
2.) The Shah was selected to rule over Iran by the West.
3.) The Shah never stood for an election.
4.) The Shah was supplied by the USA with weapons.
5.) The US shot down an Iranian Airliner killing all aboard.
6.) Hostages held by Iran were released. None were killed.
7.) The USA favored Saddam Hussain in the Iraq-Iran War, even though Saddam started it.
8.) The Neo-Cons and the Puppet State of Israel have on numerous occasions threatened to bring a War to Iran.
9.) We have a double standard where Israel is allowed to have Nukes (WMD’s) but Iran must undergo a rigorous process of transparency.
10.) Iran is ringed by US Military bases, and carriers.
La pace si conquista ogni giorno, dicendo no alle menzogne
31 agosto 2013 a 09:25 (Resistenza e Rivoluzione, Verso un Mondo Nuovo)
Tags: abbondanza, Aung San Suu Kyi, Étienne de La Boétie, bastone, burattinai, cambiamento, carota, cervello rettiliano, decrescita, Dominique de Villepin, Emerson, energia, fantascienza, fusione fredda, fusione nucleare, futuri possibili, futuro, I have a dream, invenzioni, Kissinger, l'audacia della speranza, Luca Mercalli, Mandela, manipolazione, Martin Luther King, menzogna, Mercalli, messianismo, Mondo Nuovo, montature, non ci sono alternative, Obama, paura, poliziotto buono, poliziotto cattivo, potentati, potere, propaganda, R-complex, ribellione, rinnovabili, rivolta, senso di colpa, status quo, strategia della tensione, trasformazione, verità, Verso un Mondo Nuovo, Villepin, Whitman
Le preghiere degli uomini sono una malattia della volontà. La preghiera che implora un particolare rendiconto è viziosa. La preghiera è la contemplazione degli eventi della vita dal punto di vista più elevato. Ė il soliloquio di un’anima che percepisce ed esulta. Ma la preghiera usata come mezzo per ottenere un soddisfacimento privato è un furto e una meschinità. Essa suppone dualismo e non Unità nella natura e nella coscienza. Quando l’uomo sarà uno con Dio, allora non implorerà più, ma trasformerà ogni preghiera in azione.
Ralph Waldo Emerson
Nessuno può fare esperienza per un altro, nessuno;
Nessuno può progredire per un altro, nessuno!”
Walt Whitman
Un grande no come quello del Parlamento britannico. La prima volta che un governo del Regno Unito subisce una sconfitta in Parlamento in materia di iniziative belliche dai tempi di Palmerston (1784 – 1865)
https://theconversation.com/commons-rejects-cameron-plea-for-syria-strikes-rewrites-special-relationship-17674
Un grande no come quello dell’ex primo ministro francese Dominique de Villepin in quest’intervista televisiva [in francese]
Tutta l’umanità deve concordare sul fatto che ci stanno mentendo, chiamare le menzogne e le montature con il loro nome e smetterla di servire questi poteri. Gli esempi sono numerosi, da Mandela a Martin Luther King a Étienne de La Boétie a Aung San Suu Kyi. Il semplice atto di non credere alle loro falsità e deriderli li rende impotenti. La loro forza deriva unicamente dal nostro volontario asservimento, dalla nostra credulità, dall’oblio di chi siamo veramente e di quel che potremo fare una volta liberi
Nessun paese può fare una guerra se la popolazione è contraria e blocca la nazione con scioperi continui, nessun governo/regime può restare al potere se la popolazione non collabora (per questo Assad è ancora lì dopo due anni e mezzo; per questo i golpisti egiziani saranno spazzati via entro primavera e al loro posto s’insedierà un governo misto di unità nazionale, con diversi ministeri assegnati ai fratelli musulmani).
Basta con la scusa che loro e i loro burattinai sono onnipotenti. La colpa è nostra! Votiamo turandoci il naso (voto utile), continuiamo a leggere quotidiani faziosi pro-establishment nella convinzione che è quello che fanno le persone istruite, continuiamo a comprare prodotti delle multinazionali, continuiamo a credere che non ci siano alternative, che così va il mondo, che c’è poco da fare se non ricavarsi una nicchia e rispettare regole e relazioni di potere rivoltanti, ad ogni livello.
Il nostro futuro è nostro. Siamo noi che lo determiniamo, non loro. Ci volevano far credere che siamo piccoli, deboli, vulnerabili, impotenti e ce l’hanno fatta. Un grande successo. Milioni di persone credono che l’unico cambiamento possa provenire da fuori (da una catastrofe, dagli alieni, dal Cristo, ecc.), non da loro stessi.
Ma, badate bene, se hanno inscenato tutto questo gigantesco teatrino è perché sanno che c’è qualcosa di incredibile potente in noi, che non possono controllare e che non vogliono che scopriamo che c’è e come usarlo.
Altrimenti come si spiegano i loro immensi sforzi? Forse sono loro i piccoli, deboli, vulnerabili, impotenti, perennemente tormentati all’idea del nostro risveglio, della nostra presa di coscienza, della nostra maturazione?
La loro ossessione per il controllo, per la sorveglianza, per la prevenzione è tipica degli insicuri, dei vigliacchi, di chi deve convincersi di essere quello che non è e di poter controllare tutto ciò che lo circonda, perché le incertezze della vita e del futuro lo terrorizzano. I loro think tank, le loro intelligenze artificiali, i loro modelli, i loro media, l’intera macchina della propaganda, della paura, del senso si colpa e di inadeguatezza è costruita a loro immagine e somiglianza.
Il loro è l’unico linguaggio che conoscono: potere, sfruttamento, paura, subordinazione, prevaricazione, possesso, dominio.
Ci accusano di invidiarli, ma le loro esistenze sono l’inferno di chi investe ogni sua energia nel negare ciò che sa essere vero: la destinazione finale è l’estinzione fisica e la perdita di tutta la loro “roba”.
La macchina della paura e del controllo è comunque riuscita a farci fessi, ossia a farci pensare e agire come loro: reattivamente, aggressivamente, paranoicamente, psicopaticamente, territorialmente. È il cervello rettiliano / R-complex:
http://it.wikipedia.org/wiki/Triune_Brain
Invece di pensare alla vita, agli affetti, ai sogni, alla creatività, inventiva, ecc., siamo sempre più maniacalmente concentrati su ciò che decade, sulla morte, proprio come questi necrofili. Da creatori siamo diventati distruttori, proprio come loro, proprio come ogni essere demonico.
L’orrore di guardarci allo specchio, di capire che il loro mondo ideale, quello delle loro pubblicità e della loro “arte”, è entropico, satanico, privo di qualunque sbocco che non sia l’involuzione e il degrado della coscienza e di tutto il resto. Non c’è nulla, nel loro mondo, per cui valga la pena di battersi. Il loro è un futuro vuoto, fittizio come le loro anime, simulacri di anime.
Sono la pelle di serpente abbandonata dopo la muta, sono un involucro dall’apparenza umana, ma che non pensa, non sente, non si comporta umanamente:
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/05/15/cose-il-male/
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/04/14/legoista/
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/09/16/la-banalita-del-male-e-una-cagata-pazzesca/
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/10/28/del-potere-della-pedofilia-del-male-categorico/
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/03/06/alcibiade-il-rottamatore/
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/06/perche-non-ce-pace-perche-non-ce-liberta/
Intanto un nuovo mondo sta prendendo forma, come frutto collettivo di un diverso modo di intendere il mondo e il nostro ruolo in esso
Una delle ragioni per cui la gente è apatica è per sfuggire alla disperazione. D’altra parte gli speranzosi idealismi non supportati da sano pragmatismo non hanno mai un lieto fine.
Il problema, a mio avviso, è che spesso ci facciamo governare dalla speranza (“l’audacia della speranza”, diceva un Nobel per la Pace degno di Kissinger) e/o dalla disperazione e così affidiamo il nostro destino a queste forze emotive, invece che alla nostra creatività ed inventiva. Paura, senso di colpa, speranza messianica, apatia/indifferenza e disperazione sono probabilmente le migliori armi di distruzione di massa delle coscienze e sono usate precisamente a questo scopo e per indirizzare la civiltà umana sulla via della perdizione, la via dell’egoismo, del materialismo, della violenza, del sopruso, della dismisura.
È per questa ragione che diventa necessario che almeno una minoranza di persone competenti e motivate da buona volontà e dalla volontà di servire l’interesse generale si coordini per realizzare un cambiamento positivo nelle loro rispettive aree di competenza.
Questo può avvenire solo se il pragmatismo sconfigge la disperazione (bastone, poliziotto cattivo) e la speranza fideistica (carota, poliziotto buono) in un cambiamento che non provenga da noi e dalle nostre iniziative.
Per esempio, una volta che tutto ciò che ostacola la ricerca e lo sviluppo di fonti di energia abbondanti ed economiche – non mi riferisco alle rinnovabili: c’è di meglio: http://peswiki.com/index.php/Main_Page – sarà rimosso, l’intero sistema di infrastrutture e modello socioeconomico globale (che si fonda sul profitto derivato da un regime di scarsità e competizione creato artificialmente – la “decrescita felice” eccita i plutocrati) sarà rivoluzionato in maniera completa e definitiva, a meno che le oligarchie non riescano ad imporre un ulteriore monopolio.
Dobbiamo capire, tra le tante cose, come sostituire un’economia di scarsità e concorrenza basata sulle risorse, in un’economia dell’abbondanza basata sull’energia, ossia l’esatto opposto di quel che crede Luca Mercalli (che è davvero poco stimato tra i ben informati, ma continua ad essere invitato ovunque, purtroppo):
Molti pensano di dover combattere contro qualcosa, ma quello di cui hanno bisogno è lottare per qualcosa.
Inoltre molti non sanno che farsene dell’ideale della libertà, perché pensa di essere già libera a sufficienza: ciò che li può motivare è la presa di coscienza della loro miseria, o della prospettiva del loro impoverimento. Su questa cosa non possono ingannarsi a lungo, non possono tollerare che così va il mondo e molti ricevono le briciole mentre pochi se la spassano. Se sapessero come potrebbe essere trasformato il mondo una volta che certe tecnologie, conoscenze e risorse fossero rese disponibili, potrebbero cominciare a pensare ad un’esistenza in termini più concreti e lungimiranti.
Capire queste semplici verità e agire conseguentemente significa essere pragmatici, non cinici.
Una minoranza guidata dalla voglia di capire, dalla buona volontà, dall’empatia, dal sapere, dalla capacità di trasformare responsabilmente, costruttivamente e di rendere partecipi tutti, nei loro modi e nei loro tempi, senza paternalismi e autoritarismi neogiacobini (“noi sappiamo cosa è meglio per voi”).
Una maggioranza la seguirebbe a ruota se capisse che è nel suo interesse farlo e se potesse dire la sua.
Nessuna mobilitazione di massa è possibile senza questa presa di coscienza.
Un vantaggio della propaganda immaginifica dei potentati è che ha creato un terreno fertile per immaginare il nuovo in termini concreti anche in persone che non sanno neanche che per andare da Trento a Trieste servono 3 ore d’auto, perché non sono come Massa e Carrara.
Siamo entrati nell’era dei tecno-miti, della mitologia scientifica. Mentre Omero trasmetteva una visione del mondo parlando delle gesta degli eroi e degli avventurieri, gli Omeri del nostro tempo possono avvalersi della fantascienza e delle invenzioni al servizio del nostro spirito, delle nostre coscienze. Le possibilità di cambiamento sono infinite, nel bene e nel male. “Non ci sono alternative” è un mantra che ormai convince solo chi vuole crederlo vero. I nostri orizzonti si stanno espandendo, inesorabilmente: il futuro è sempre più aperto. Si tratta di scegliere e, soprattutto, di voler scegliere, rifiutando la falsa alternativa tra un futuro neo-medievale e un futuro tecnocratico.
I leader occidentali pensano che siete dei colossali imbecilli (è ufficiale!)
27 agosto 2013 a 10:02 (Controrivoluzione e Complotti, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: 1789, 1968, armi chimiche, armi di distruzione di massa, Assad, Blair, Council on Foreign Relations, Egitto, Enrico Letta, guerra civile, Hague, impeachment, insorti, Iraq, ispettori, Israele, Italia, John McCain, Jugoslavia, Kissinger, Kosovo, Letta, Libia, McCain, Nazioni Unite, neocon, Obama, ONU, opinione pubblica, osservatori, proteste, repressione, risiko, rivolte, Saddam Hussein, Senato americano, Serbia, Siria, sondaggi, sondaggio, spese militari, Terza Guerra Mondiale, Tonchino, Tony Blair, Turchia, Vietnam
È la seconda volta che Hague [ministro degli Esteri britannico] ha rivolto ad Assad accuse riguardanti armi di distruzione di massa senza essere minimamente in grado di comprovarle
Alex Thomson @alextomo responsabile della corrispondenza all’estero di Channel 4 News
Il regime in Siria … ha armi chimiche, ma non le userebbe nei pressi di Damasco, a 5 km dalla missione degli ispettori ONU che stanno indagando proprio l’uso di armi chimiche. È ovvio che non sono così stupidi da fare una cosa del genere.
Saleh Muslim, leader del Partito dell’unione democratica curda
Mi trovavo [in Inghilterra] grosso modo due anni prima che iniziassero le ostilità in Siria; ero lì per altre cose, non per la Siria. Ho incontrato dei funzionari inglesi e alcuni sono miei amici che mi hanno informato, sollecitando un mio coinvolgimento, che si stava preparando qualcosa in Siria. In Inghilterra, non negli Stati Uniti. Il Regno Unito preparava l’invasione dei ribelli in Siria.
Roland Dumas, ex ministro degli esteri e capo della diplomazia francese al tempo di Mitterrand
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/06/16/ex-ministro-degli-esteri-francese-uk-e-israele-non-usa-hanno-ordito-linsurrezione-siriana/
http://www.paopaolo.it/risiko/medioriente.htm
La mia ponderata valutazione dei recenti eventi siriani: chiunque creda che Assad, che stava per ricevere il cavalierato britannico per mano di Tony Blair e che sta vincendo la guerra civile, abbia effettuato un attacco massiccio con armi chimiche contro donne e bambini, proprio sotto il naso degli osservatori delle Nazioni Unite da lui stesso invitati, mentre questi si trovavano a pochi chilometri dal luogo dell’attacco, sapendo che ciò fornirà un casus belli alla NATO e a Israele è UN IDIOTA XXXL ed è pregato di non insozzare/contaminare/contagiare con la sua imbecillità questo blog. VADE RETRO!
NOTA BENE SU TONY BLAIR: è a favore del golpe egiziano ed è a favore dell’intervento armato in Siria
http://www.theguardian.com/world/2013/aug/26/tony-blair-intervention-syria
IL PRECEDENTE DEL VIETNAM
Era falso il pretesto dell’incidente del Tonchino che ha dato l’avvio alla guerra del Vietnam. Come è stato accertato dalla consultazione dei Pentagon Papers del 1964, l’attacco alla nave americana Maddox fu una simulazione degli stessi americani o la versione autoassolutoria di un comandante entrato nel panico alla vista di alcune navi vietnamite. Ed era ipocrita perché nessuna minaccia navale vietnamita avrebbe potuto confrontarsi con la potenza americana. Tuttavia il presidente Lyndon Johnson non esitò a usare il pretesto per una escalation militare che finirà in tragedia nazionale.
Il manifesto del 25/08/2013
IL PRECEDENTE DEL KOSOVO
Il contesto geopolitico del Kosovo nel 1999 e quello della Siria del 2013 sono molto diversi, non dobbiamo ricorrere ad iniziative temerarie e bellicose come nel 2003.
Zbigniew Brzezinski
“Il testo di Rambouillet, che chiedeva alla Serbia di ammettere truppe NATO in tutta la Jugoslavia era una provocazione, una scusa per iniziare il bombardamento”
Henry Kissinger, Daily Telegraph, 28 giugno 1999.
http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/un-po-di-chiarezza-sullintervento-in.html
“Penso che i termini imposti a Milošević a Rambouillet fossero assolutamente intollerabili; come avrebbe mai potuto accettarli? Fu una scelta deliberata”
John William Gilbert, ministro della difesa inglese
http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/un-po-di-chiarezza-sullintervento-in.html
DICHIARAZIONI DI ESPERTI SCETTICI SUL RECENTE, PRESUNTO USO DI ARMI CHIMICHE IN SIRIA
http://www.trooth.info/troomla/syria/6240-experts-doubt-syrian-chemical-weapons-claims
CHI HA USATO ARMI CHIMICHE IN SIRIA?
In Siria, c’è un’unica fazione che è seriamente sospettata di aver fatto uso di armi chimiche, e non è quella governativa:
http://www.reuters.com/article/2013/05/05/us-syria-crisis-un-idUSBRE94409Z20130505
http://www.presstv.ir/detail/2013/01/30/286331/ukqatari-plot-against-syria-revealed/
http://www.bbc.co.uk/news/world-middle-east-22424188
CHI SPARA SUGLI ISPETTORI ONU?
http://english.al-akhbar.com/content/un-begins-probe-damascus-chemical-attack
CHI HA AIUTATO SADDAM HUSSEIN A USARE ARMI CHIMICHE CONTRO L’IRAN?
SALVIAMO VITE UMANE DISTRUGGENDO UN PAESE
Se la giustificazione di un’azione militare occidentale è quello di prevenire ulteriori morti, l’invasione dell’Iraq ha portato all’uccisione di centinaia di migliaia di innocenti
http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_d%27Iraq#Il_totale_dei_morti_e_gli_studi_di_.22The_Lancet.22
L’IMPEACHMENT DI OBAMA
Obama non vuole concedere tempo a una missione ONU. Lo stesso comportamento di Bush al tempo dell’invasione dell’Iraq e non c’è una singola ragione credibile che spieghi perché, improvvisamente, gli ispettori ONU non debbano più servire a nulla – questo non è solo un attacco alla Siria, è l’ennesimo attacco all’ONU
http://berkeley.edu/news/media/releases/2004/03/18_blix.shtml
Tra 10 anni l’ONU sarà ancora lì, la NATO e Israele probabilmente no.
Obama sa che rischia l’impeachment e per questo ha intenzione di consultare il Senato prima di intraprendere ogni iniziativa, per pararsi il didietro (il che dimostra che resta contrario a questa guerra). I neocon sanno che dopo un impeachment la strada sarà spianata per l’Iran, che è il vero obiettivo.
http://blogs.rollcall.com/goppers/obama-will-consult-congress-on-syria/
Solo il 9% degli americani pensa che Obama debba intervenire in Siria
http://www.reuters.com/article/2013/08/25/us-syria-crisis-usa-poll-idUSBRE97O00E20130825
Situazione perfetta per un impeachment e l’avvento di un vero e proprio stato di polizia
Ma quello di cui i neocon non hanno tenuto conto è che il risultato della loro trappola porterà piuttosto ad un nuovo 1968 che, sulla scia degli indignati e per lo sdegno della repressione violenta, si trasformerà in un 1789.
COM’È ANDATA A FINIRE IN LIBIA?
Le autorità libiche hanno ammesso di non disporre di mezzi sufficienti per condurre le indagini e per proteggere i testimoni da bande e miliziani armati, che continuano a spadroneggiare.
COME PROCEDONO LE COSE IN EGITTO?
L’esercito egiziano recluta predicatori islamisti per convincere i soldati che uccidere civili musulmani egiziani è cosa buona e giusta
http://www.nytimes.com/2013/08/26/world/middleeast/egypt.html?smid=tw-share&_r=0
la cantante egiziana Shirine Abdelouahab fischiata e contestata in Marocco per il suo appoggio al golpe
http://www.h24info.ma/maroc/faits-divers/pro-sissi-la-chanteuse-shirine-sifflee-tetouan
Non credo che le forze occidentali abbiano calcolato attentamente le conseguenze di quello che hanno scatenato dando il loro benestare al Pinochet egiziano
PERCHÉ TUTTO QUESTO?
La nuova forma di imperialismo è il debito, ed è realizzato attraverso la finanza. La forza militare è il piano B, una soluzione di ripiego, ma lo strumento più utilizzato è l’imperialismo economico, l’economia…
John Perkins
ALLA GUERRA, ALLA GUERRA!
Tagli alla Difesa italiana? Non pervenuti. Anzi, quest’anno i fondi per l’acquisto di armamenti aumentano in modo clamoroso rispetto al 2012: complessivamente saranno 5,5 miliardi di euro, grazie al contributo del ministero dello Sviluppo Economico che mette a disposizione 2.182 milioni per comprare sistemi militari.
Lo rivela un’inchiesta sul numero de “l’Espresso” in edicola da venerdì 23 agosto.
Gran parte di questi soldi servono per finanziare l’acquisto dei caccia europei Eurofighter. Mentre si discute dei costi del Lockheed F-35 – stimati in 12 miliardi di euro – si scopre che il preventivo per gli Eurofighter italiani ha superato ogni record: il documento ufficiale indica in 21,1 miliardi di euro la spesa per questi aerei.
Non solo: il prezzo risulta aumentato di ben 3 miliardi rispetto alla previsione formulata lo scorso anno, che si fermava a 18,1 miliardi. Nel corso del 2013 soltanto per comprare gli Eurofighter il ministero Sviluppo Economico spenderà 1182 milioni di euro, mentre quello della Difesa sborsa mezzo miliardo per gli F-35.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/intanto-letta-compra-armi/2213628
COME ANDRÀ A FINIRE?
Male, per noi, che siamo quelli col cappello nero, quelli che alla fine le buscano.
Inizierà tutto con attacchi mirati, per “far capire ad Assad che la NATO non scherza”. Questa è la linea d’azione consigliata dal senatore McCain e dal Council on Foreign Relations (un think tank reazionario immensamente influente, purtroppo, tanto da aver trovato spazio sulla Repubblica, un quotidiano sempre più incresciosamente schierato dalla parte della destra più psicopatica).
Pensano di risolvere la questione come hanno fatto con la Serbia in Kosovo. Non si rendono conto che dall’altra parte c’è un esercito di veterani temprati dalla guerra civile, che lotta per il suo paese contro gli jihadisti, armato e consigliato da russi e iraniani