Le uniformi nelle scuole trentine

Cattura1

Cattura2

Jacob Needleman sul nostro rapporto patologico con i soldi e con il tempo

JN-at-Baylor

The Meaning of Money in the 21st Century

An Interview with JACOB NEEDLEMAN 

By Alexander M. Dake

Filosofo in un’università statale, mistico ma anche consulente finanziario. È Jacob Needleman, che ha previsto correttamente l’esplosione della bolla della new technology (il boom finanziario legato ad internet che ha preceduto l’ultima bolla dei subprime e le cui conseguenze sono state neutralizzate dall’11 settembre e dalla Guerra al Terrore – una buona ragione per attendersi qualche altro incidente internazionale nei prossimi mesi).

Intervistato sul significato dei soldi, per un interessante confronto con l’approccio di Giampiero Mughini

http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012-05-14/soldi-sono-poesia-difesa-173456.shtml?uuid=AbKtcacF

AD: Cosa c’è di così attraente e seducente nei soldi?

JN: Il denaro ha il potere di far sentire le persone potenti, felici ed importanti. Ecco dove sta il pericolo, perché si tratta di un falso senso di comfort. Se ti preoccupi di piccole cose quando sei povero, continuerai a preoccuparti di cose più grandi quando sarai ricco. Il denaro non cambierà la vostra interiorità ed è lì che la maggior parte delle persone cade in errore. Pensano che il denaro cambierà la loro vita e questo è vero, ma non nella maniera attesa. Se non sai come ti poni nei confronti del denaro e comprendi questo rapporto, non sai chi sei veramente. Un ansioso rimarrà tale, una persona sicura resterà tale, indipendentemente dal suo benessere.

AD: Lei spiega nei suoi saggi che l’importanza del denaro è aumentata sostanzialmente a causa del protestantesimo. Può chiarire meglio questo punto?

JN: Mi si consenta innanzitutto di spiegare che cosa vuol dire che il denaro è diventato più importante che mai. Prima di tutto il denaro entra in ogni tipo di relazione nella società, molto più che in qualsiasi altra epoca e civiltà. Tutto è stato monetizzato. C’è stato un tempo in cui le questioni che riguardavano le relazioni personali, i medici e la medicina, le relazioni accademiche, la vita artistica erano esentate dalle considerazioni monetarie. Un artista poteva essere apprezzato per quello che faceva senza riscuotere un successo finanziario. Un medico era disposto a curare senza necessariamente essere pagato subito o l’intera somma, se il paziente non se lo poteva permettere. Ora, però, se si parla di malattie, spesso il costo della sanità è una parte importante della discussione. Per esempio, parlando delle morti causate dal tabacco, il fatto che le imprese produttrici di tabacco debbano pagare miliardi di dollari di danni sembra più importante delle morti e malattie causate dal tabacco. Tutto ha un prezzo al giorno d’oggi. Questo non è necessariamente un male, ma mostra come il denaro si sia insinuato in ogni angolo della nostra vita. Parte di questo processo ha a che fare con la polverizzazione dei valori nella nostra cultura. Il denaro ha colmato un vuoto. Di nuovo, questo potrebbe non essere un male: invece di uccidersi a vicenda, ci si fa causa. Il potere del denaro sta nel fatto che ha iniziato a quantificare la vita, cancellando gli aspetti qualitativi della vita. Questo coincide con un altro sviluppo nella nostra cultura: usiamo le nostre menti sempre di più e il nostro cuore sempre di meno quando prendiamo delle decisioni. Comunque, è stato all’inizio del XX secolo che il sociologo Max Weber ha detto che il protestantesimo è stato la causa principale del capitalismo. Il capitalismo esisteva anche in altre culture, ma la cultura protestante è stata l’unica che ha dato un significato religioso ai guadagni.

AD: Come si spiega la differenza tra l’atteggiamento nei confronti del denaro nei paesi protestanti dell’Europa occidentale, come la Svizzera e l’Olanda, e negli Stati Uniti, dove l’importanza del denaro pare endemica?

JN: Quando Weber faceva le sue osservazioni in merito al protestantesimo faceva uno specifico riferimento agli sviluppi negli Stati Uniti, in cui il denaro aveva quasi assunto il ruolo della religione. Ciò era cominciato con l’inizio della storia americana, con leader come Benjamin Franklin, che aveva fatto dei soldi una misura del proprio rapporto con Dio. Questo esiste in misura limitata in Svizzera e anche in Olanda, ma negli Stati Uniti gli americani hanno interpretato lo spirito del protestantesimo a modo loro ed accresciuto l’importanza del denaro ed il suo ruolo religioso.

 

AD: Avendo appena stabilito l’influenza pervasiva del denaro nella nostra società, continua a sostenere che abbiamo bisogno di rendere i soldi più significativi nella nostra vita. Perché?

JN: L’uomo deve dimostrare maggior rispetto per il denaro. Il denaro di per sé non è male, diventa una cattiva influenza solo quando distrugge o sostituisce ciò che è prezioso nella nostra vita. Il denaro è un mezzo attraverso il quale il desiderio umano si esprime in tutto il mondo e il desiderio umano di per sé è una grande cosa, che merita rispetto. Per questo la gente deve prendere più sul serio i soldi, in quanto mezzo (per un fine). Non sul serio nel senso di mettere le mani su quanto più denaro sia possibile, ma sul serio nel senso di riconoscere che il denaro è una parte importante della vita umana. Al fine di comprendere la propria vita è necessario capire il ruolo del denaro nella propria vita.

 

AD: Lei consiglia tante persone diverse su come gestire i soldi nella loro vita. Da dove comincia quando fornisce una consulenza? Esamina la loro vita personale o il modo in cui trattano i soldi nella loro vita?

JN: Parto dal secondo punto. La gente nutre ogni sorta di paura, illusione ed auto-inganno in materia finanziaria. Esiste un’enorme ipocrisia riguardo ai soldi. Il tabù che circonda il sesso ora circonda il denaro. Si deve avere il coraggio e l’onestà di studiare il proprio atteggiamento verso i soldi, senza giudicarsi. Nella mia esperienza questi atteggiamenti sono spesso basati su nozioni molto primitive sepolte nella psiche delle persone: gli esempi più ovvi sono le persone che credono veramente che il denaro sia sporco [lo “sterco del demonio”, lo si chiamava nel Medio Evo, NdT] e poi ci sono persone che credono che il denaro sia la cosa più importante nella vita. Soprattutto quest’ultima è la visione radicata nella cultura americana. E poi ci sono molte persone che credono vere entrambe le cose e diventare ancora più ipocrite sui soldi. Non ci si può sbarazzare in fretta di questi preconcetti.

 

AD: Come spiega la spontanea ammirazione, in particolare negli Stati Uniti ma anche in altri paesi, per le persone facoltose, spesso senza sapere altro su di loro?

JN: Questo è un altro esempio di ipocrisia intorno al denaro. Quando negli Stati Uniti si incontra qualcuno che si rivela essere un miliardario, l’atteggiamento cambia improvvisamente. Non è una risposta razionale, ma profondamente emotiva. Le persone rispettano i ricchi più di chiunque altro. Una volta ho chiesto a un miliardario, che aveva iniziato la sua carriera con niente in mano, qual è stata la cosa più sorprendente che ha scoperto quando è diventato ricco. Ha detto che la gente lo trattava con immenso rispetto e valutava le sue opinioni come se fosse ben informato su tutto. Ha poi aggiunto che l’unica cosa che sapeva fare era far soldi. L’autopercezione della gente è legata a quanti soldi fanno. Questo è molto più forte negli Stati Uniti che in Europa, anche se l’Europa si sta muovendo in questa direzione pure lei. Il rovescio della medaglia è che gli uomini d’affari americani possono essere molto più diretti ed onesti nel loro business, mentre gli uomini d’affari europei sembrano nascondere l’importanza di realizzare un profitto. Ma anche lì le cose stanno cambiando.

 

AD: Come pensa che gli storici del futuro giudicheranno quest’epoca in cui i soldi governare la nostra cultura?

JN: Come uno straordinario periodo di ricchezza, ma anche decisamente barbaro. Non possiamo sopravvivere se diamo importanza solo al denaro ed al potere. Non credo che nessuna società o cultura possa esistere senza dei valori spirituali come suo fondamento. Penso che stiamo raggiungendo una situazione di crisi, se non cambiamo il nostro amore per il denaro [profetico: pochi anni dopo è arrivata la Seconda Depressione NdT].

AD: Qual è la sua esperienza con la nuova ricchezza guadagnata e persa negli ultimi anni da molti manager della Silicon Valley?

JN: Due anni fa sono stato invitato da Microsoft per offrire consigli su come trattenere i loro giovani dirigenti sui 30-35 anni di età, che se ne andavano perché erano diventati ricchi per conto loro. Era chiaro che non sarebbe stato il denaro a trattenerli. Forse solo un lavoro pieno di significato avrebbe potuto farcela. La Silicon Valley è stata descritta come il più grande accumulo legale di ricchezza della storia.

 

[…]

 

AD: Cos’è il successo per questi specialisti della conoscenza [knowledge workers]?

JN: Sorprendentemente, non lo definiscono solo in termini monetari. Pensano di avere successo quando fanno qualcosa di pionieristico, qualcosa di nuovo ed interessante, e possibilmente che sia di beneficio per il genere umano e per la società. Sono prigionieri dell’illusione che, se lavorano ad un computer o modem più veloce, sarà automaticamente un bene per l’umanità. La chiamo l’illusione delle nuove tecnologie. Noi, come società, crediamo che la nuova tecnologia ci abbia assicurato ogni genere di vantaggio, ma ci potremmo chiedere che cosa abbia ottenuto, oltre ad accelerare la vita delle persone. La tecnologia risolve spesso un problema per crearne due di nuovi, che a loro volta richiederanno nuova tecnologia per risolverli. E questo processo continua imperterrito. Invenzioni progettate per risparmiare tempo e fatica, eppure la maggior parte degli americani lavora più a lungo e non ha mai avuto meno tempo libero.

 

AD: Perché la nostra società non sembra valorizzare alcune professioni molto importanti, come l’insegnamento, la sanità e la cura dei bambini, delle arti e della scienza, se monetizzate?

JN: Le persone che toccano i punti più deboli della natura umana sono quelle che fanno di gran lunga più soldi di tutti gli altri messi insieme. Le persone sono disposte a pagare di più per dei servizi che soddisfano il desiderio di eccitazione, l’autoinganno, la vanità, il piacere. Sono quelle le situazioni in cui le persone si sentono più vive, non quando ascoltano un’insegnante premurosa o sono assistite da un infermiere capace in ospedale. Questo potrebbe apparire come ingiusto, ma il denaro non ha a che fare con la giustizia, bensì con le emozioni e con l’apprendere a gestirle.

AD: Il denaro è il modo giusto di valutare il lavoro? Per esempio, un insegnante in una cittadina non sarà mai in grado di estendere i suoi servizi o il suo pubblico e ha quindi un limite massimo al suo reddito, mentre una pop star teoricamente può ampliare il suo pubblico fino ad includere il mondo intero, con un reddito virtualmente senza limiti.

JN: Usare altri mezzi per premiare le persone non cambierà la natura umana alla base di queste grottesche differenze di retribuzione. Non so se apprezzeremo mai il valore di un insegnante in termini paragonabili al valore che diamo ad una pop star. Forse è meglio così. Forse un insegnante insegna meglio se non guadagna due milioni di dollari all’anno. Inoltre la gente potrebbe arrivare a rendersi conto che il punto non è pagare di più gli insegnanti, ma capire che hanno una vita migliore di una pop star. Ci sono esempi di persone che hanno abbandonato posti di lavoro ben retribuiti per fare delle cose che gli piacevano molto, ma con una paga molto inferiore.

AD: Lei si è anche occupato del tempo e dell’esistenza di una povertà di tempo. I problemi associati al tempo sono paragonabili a quelli collegati al denaro?

JN: Sì, tempo e denaro sono al centro di analoghe illusioni. La proliferazione del desiderio è stata la base della nostra economia capitalistica. Non è la soddisfazione del desiderio, ma la creazione di desideri artificiali. Le persone non hanno bisogno del 99% dei prodotti immessi sul mercato. Se i cosiddetti desideri “normali” fossero soddisfatti, allora l’economia crollerebbe. L’economia si basa su illusioni e falsi desideri. Chi ha bisogno di 20 tipi di succo d’arancia al supermercato? È qui che entra in gioco la questione del tempo. A causa di tutti questi desideri dobbiamo lavorare per molte più ore e molto più duramente per poterceli permettere e poi abbiamo troppo poco tempo per acquistare i prodotti o servizi, per non parlare di goderne. Questo, a sua volta, è un riflesso della vita nelle nostre teste che ci mantiene continuamente impegnati con i nostri desideri di futuri possibili. Il tempo sembra quindi scorrere sempre più velocemente. Semplicemente non abbiamo abbastanza tempo per fare tutto quello che pensiamo di dover fare, non abbiamo nemmeno il tempo di fare ciò che realmente dobbiamo fare. Questa è la povertà di tempo. Proprio come nel caso del denaro, con il tempo stiamo assistendo alla perdita di valori e del senso di cosa sia un essere umano.

AD: Sembra una situazione miserevole, all’inizio del 21° secolo.

JN: È una crisi molto grave, e non potrà andare avanti così ancora a lungo.

http://www.paraview.com/features/needleman.htm

Sonmi-451 e Thomas Sankara – quando finzione e realtà riecheggiano

cloud-atlas

a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles

La preghiera di Sonmi~451 (2144)

Archivista “Ricordati non è un interrogatorio, né un processo, la tua versione della verità è ciò che conta”

Sonmi~451 “La verità è singolare, le sue versioni sono non-verità”

Archivista “Qual è il primo catechismo?”

Sonmi~451 “Onora il tuo consumatore”

Yoona~939 “Io non sarò mai soggetta a maltrattamenti criminosi”

Sonmi~451 “La nostra vita non è nostra, da grembo a tomba, siamo legati ad altri, passati e presenti, e da ogni crimine e ogni gentilezza generiamo il nostro futuro”

Sonmi~451 “Puoi mantenere il potere sulle persone finché dai loro qualcosa, deruba un uomo di ogni cosa e quell’uomo non sarà più in tuo potere”

Hae-Joo Chang “Spesso la sopravvivenza richiede coraggio”

Sonmi~451 “Ma io sono solo la servente di una mangeria, non sono stata genomata per alterare la realtà”

Generale An-kor Apis “Nessun rivoluzionario lo è mai stato”

Sonmi~451 “Non importa se siamo nati in una vasca o in un grembo, siamo tutti purosangue. Dobbiamo tutti combattere, e se necessario morire, per insegnare alle persone la verità”

Sonmi~451 “Essere vuol dire essere percepiti, pertanto conoscere se stessi è possibile solo attraverso gli occhi degli altri. La natura della nostra vita immortale è nelle conseguenze delle nostre parole e azioni, che continuano a suddividersi nell’arco di tutto il tempo.

Archivista “Nella tua rivelazione hai parlato delle conseguenze della vita di un individuo che si spandono per tutta l’eternità. Questo vuol dire che credi in una vita nell’aldilà, nel paradiso e nell’inferno?”

Sonmi~451 “Io credo che la morte sia solo una porta, quando essa si chiude, un’altra si apre. Se tenessi a immaginare un paradiso, io immaginerei una porta che si apre e dietro di essa, lo troverei lì, ad attendermi”

Archivista “Se posso fare un’ultima domanda, dovevi sapere che la rivolta dell’unione sarebbe fallita”

Sonmi~451 “Si”

Archivista “E perché hai accettato di farlo?”

Sonmi~451 “E’ questo che il generale Apis mi aveva chiesto”

Archivista “Cosa, di essere giustiziata?”

Sonmi~451 “Se io fossi rimasta invisibile, la verità sarebbe stata nascosta, non lo potevo permettere.”

Archivista “E se nessuno credesse a questa verità?”

Sonmi~451 “Qualcuno ci crede già”

A Nuova Seoul (Nea So Copros), l’ingegneria genetica viene impiegata per produrre cloni inseriti in caste inferiori, con uno status morale inferiore. Possono essere oggetto di abuso senza che ciò sia sanzionato, ma sia i cloni sia i consumatori (“purosangue”) sono all’oscuro del destino di questi servitori: dopo un prematuro pensionamento dopo 12 anni di servaggio, sono uccisi e trasformati in cibo per cloni (sedato per intontire i servitori in modo che non si mettano in testa strane idee) e tessuti organici per fabbricare altri cloni.

Coesistono tre caste: la “razza padrona”, i servitori e i consumatori, che hanno il dovere costituzionale di consumare una certa somma, calcolata in funzione del loro status sociale, e di obbedire alle direttive della tirannia che li domina. I consumatori cercano solo apatia spirituale, comfort e gratificazioni fisiche. Sono distinguibili dai cloni che li servono per il fatto di possedere dalla nascita un microchip sull’indice, mentre i servitori hanno un collare che li può uccidere se disobbediscono.

Con il passare del tempo le distinzioni di classe e di casta hanno perso il loro carattere arbitrario, artificiale, fittizio per acquistare una vita propria, una certa naturalità e quindi ineluttabilità: “le cose stanno così perché è giusto e normale che sia così”.

Questo è il “progresso” che conduce alla Caduta e ad un mondo post-apocalittico.

Gattaca

Di sviluppi del genere se ne discute da anni negli ambienti della bioetica (si veda anche Gattaca):

http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/leugenetica-e-un-complotto-scientista.html

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/06/ethical-aspects-of-genetic-engineering-and-biotechnology/

o “In Time”

In-Time

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/01/in-time-occupy-hollywood-e-la-lotta-di-classe-del-terzo-millennio/

È un avvelenamento progressivo dell’umanità e del mondo, che si perpetua a causa di una popolazione sedata dal consumismo, dalla propaganda che filtra l’informazione che può essere comunicata e dall’ignoranza che ne consegue. È l’oblio della realtà che conserva strutture di potere tossiche e, nel lungo periodo, autodistruttive. Un potere predatorio, cannibalistico, che si sostiene grazie alla sua capacità di definire una narrazione univocamente vantaggiosa, che colonizza le menti delle masse e razze subordinate, predicando una supposta superiore condizione esistenziale, naturale, intellettuale e morale della casta dirigente che giustifica lo status quo.

Questi colonialisti, veri e propri conquistadores, sono cannibali, consumano ciò che li circonda per sostentarsi ed espandere la loro fonte di reddito e potere. Il potere, in particolare, va mantenuto ed esteso, a spese di tutti gli altri ed a qualunque costo, in una frenetica scalata della piramide sociale e naturale che dovrebbe dare un senso ad esistenze ossessionate dalla bramosia insaziabile, una fame inestinguibile, e dalla paura di decadere, di trovarsi sempre più parassiti sul groppone e sempre meno vittime da vampirizzare. Una splendida illustrazione del circolo vizioso che rappresenta la condanna esistenziale degli psicopatici/sociopatici: così terribili eppure così tragicamente prigionieri della loro natura.

Vyvyan Ayrs, ultra-nietzscheano ode una sinfonia in un sogno di un mondo futuristico in cui tutte le cameriere di un locale sotterraneo sono identiche ed ogni giorno ripetono gli stessi gesti e le stesse frasi per accogliere i clienti. La vuole riprodurre per affermare la propria grandezza e come tributo al suo “prezioso Nietzsche”:

E sapete voi che cosa é per me il mondo? Devo mostrarvelo nel mio specchio? Questo mondo é un mostro di forza, senza principio, senza fine, una quantità di energia fissa e bronzea, che non diventa né più piccola né più grande, che non si consuma, ma solo si trasforma, che nella sua totalità é una grandezza invariabile […] Questo mio mondo dionisiaco che si crea eternamente, che distrugge eternamente se stesso, questo mondo misterioso di voluttà ancipiti, questo mio al di là del bene e del male, senza scopo, a meno che non ci sia uno scopo nella felicità del ciclo senza volontà, a meno che un anello non dimostri buona volontà verso di sé, per questo mondo volete un nome? Una soluzione per tutti i suoi enigmi? E una luce anche per voi, i più nascosti, i più forti, i più impavidi, o uomini della mezzanotte? Questo mondo è la volontà di potenza e nient’altro! E anche voi siete questa volontà di potenza e nient’altro! (F. Nietzsche, La volontà di potenza)

Non è il possesso del potere che produce piacere ma l’incessante ricerca di più potere. Non serve dire che questa brama senza fine è una prigionia. Se questo incremento di potenza non ce lo possiamo garantire da noi stessi, ci legheremo sempre più strettamente alla fazione più promettente. Il che spiega come, nel corso della loro vita, molti militanti di un colore politico sono passati a quello opposto: per loro l’ideologia è solo un pretesto, un mezzo per accumulare potenza. Se il partito o movimento che hanno abbandonato tornasse in auge si riavvicinerebbero in breve. Anche la lealtà o slealtà rispetto ad una particolare azienda o nazione segue le stesse logiche (es. si osservi la parabola del sionismo, una causa che era di “sinistra”/“progressista” solo un paio di generazioni addietro).

La ribellione di Sonmi-451 apparentemente fallisce. Viene catturata, interrogata, giustiziata. Migliaia, milioni di altri ribelli come lei sono stati inghiottiti dall’oblio, il loro eroismo si è dimostrato inutile: una goccia in un oceano, appunto. Però gli esseri umani sono tanti, sono come gli spermatozoi, se mi si passa il parallelo non particolarmente elegante. Basta che uno solo riesca a far arrivare il messaggio a destinazione che qualcosa di prodigioso si manifesta (la vita, la libertà).

Se ci pensiamo, è un po’ il fato di Thomas Sankara, martire della dignità e libertà africana, tornato improvvisamente in auge nell’Europa oppressa dai dogmi neoliberisti e dagli attacchi degli speculatori e delle agenzie di rating (chi l’avrebbe mai detto?):

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/12/05/thomas-sankara-e-il-terzo-mondo-europeo-piigs/

http://mauropoggi.wordpress.com/2013/01/20/thomas-sankara-un-documentario-e-un-appello/

o quello di Joel Olson, docente ed attivista morto prematuramente, poco dopo aver realizzato un’analisi che è stata poi fatta circolare viralmente sulla rete, specialmente tra gli indignati:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/11/16/la-democrazia-bianca-e-la-nostra-prigione/

Questi esempi valorizzano e comprovano il contenuto di verità di Cloud Atlas: un messaggio di valore universale resisterà al tempo e riaffiorerà carsicamente al momento giusto, anche in un altro luogo del mondo: laddove ci sia chi ne ha bisogno.

 thomas-sankara-2

Il messaggio di Sonmi-451 ce la fa a sopravvivere: è così autentico, vibrante, pregnante, universale, rivoluzionario, da lasciare scossi alcuni dei guardiani del sistema tirannico di Nuova Seoul (Nea So Copros). Non servirà a salvare la civiltà umana del ventiduesimo secolo, ma darà speranza ai superstiti nei secoli seguenti e la speranza è un bene di valore inestimabile quando si conduce un’esistenza miserabile.

Grazie ad un film di un’epoca precedente, ed in particolare ad una battuta – “Io non sarò mai soggetto a maltrattamenti criminosi!” – che ha il potere di scuotere dal torpore persino chi è nato per essere schiavo, Sonmi-451 comprende che esistono dei diritti universali e che occorre battersi per riaffermarli, perché questi possono essere sovvertiti esattamente come il granito può essere eroso, dato che l’ignoranza produce paura, la paura partorisce l’odio, l’odio genera violenza e la violenza prolifera fino a quando l’unico diritto riconosciuto è la volontà di chi è più forte e spietato in un dato momento.

I forti restano al comando grazie alle illusioni. Dunque la libertà vera è quella dalle illusioni (di separazione, differenza, gerarchia come parte di un “ordine naturale”) che vengono perpetrate da rapporti di forza iniqui ed artificiali. Il coraggio proviene dalla ferma volontà di combattere queste illusioni: “Sarai solo una goccia nell’oceano” – “Cos’è l’oceano se non una moltitudine di gocce?”. Di combatterle per sé e per tutti quanti, a nome di tutti quanti.

Cloud Atlas ci chiede di essere più empatici e più audaci nell’estensione verso il prossimo della nostra empatia, nel nostro riconoscimento della nostra comune condizione, comuni esigenze, comune destino. L’empatia, l’amore e la meraviglia sono le fondamenta della società. Il cinismo è ciò che la corrode e minaccia la nostra sopravvivenza come civiltà e come specie degna di esistere. La strada per l’ascensione, di Sonmi-451 e di tutti noi, passa per la disponibilità a trattare gli altri con decenza e rispetto, riconoscendone la dignità intrinseca, e per il rifiuto di accettare una società costruita intorno a convenzioni che discriminano gli uni ed avvantaggiano gli altri e che, se trasmesse di generazione in generazione, finiscono per apparire come un fatto naturale, un prodotto dell’evoluzione che l’uomo non ha il diritto di mettere in dubbio e cambiare.

La storia di Sonmi-451 ci insegna che, sebbene il mondo possa essere destinato ad una caduta – il che può certamente essere il nostro caso –, il percorso non è predeterminato. Le scelte dei singoli hanno la capacità di creare narrazioni diverse, con conclusioni diverse. Le scelte interrelate di molte persone hanno considerevoli ramificazioni (effetto del battito d’ali di una farfalla).

Per questo è indispensabile credere in un futuro alternativo (es. a quello deciso per noi dalle autorità monetarie e dalle oligarchie finanziarie) e plasmare un mondo nuovo. Il futuro è aperto e c’è sempre l’opportunità di considerare verità alternative e di scoprire una conoscenza insperata che può condurci verso altri futuri.

Se un numero sufficiente di persone, una massa critica, mette in discussione la narrazione egemonica che condiziona il comportamento di tutti, è possibile arrivare ad un cambiamento duraturo.

 tumblr_mcfdj16hBV1qf17zto1_500

Per un’analisi più generale:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/01/18/cloud-atlas-uno-studio-antropologico/

Conserviamo la nostra umanità

 

 

Confortiamoci insieme: non ricusiamo di portare quella parte che il destino ci ha stabilito, dei mali della nostra specie. Sì bene attendiamo a tenerci compagnia l’un l’altro; e andiamoci incoraggiando, e dando mano e soccorso scambievolmente; per compiere nel miglior modo questa fatica della vita

Plotino, parole di commiato rivolte a Porfirio nella XXII Operetta Morale

Avviso ai naviganti: molta gente è irritata, i dibattiti degenerano facilmente.

È evidente a tutti che la vita del corpo (e forse anche dell’anima) non è una faccenda di pacifica contemplazione e quieta devozione. Spesso, dentro e fuori di noi, c’è un terribile caos, una lotta disarmante e crudele. Non è sempre facile affrontarla.

Perciò aiutiamoci a vicenda a preservare un minimo di civiltà.

Per favore, evitiamo insulti, epiteti, toni eccessivamente sgarbati, atteggiamenti da bullo, un’impostazione del confronto che mira alla distruzione dell’interlocutore, allo svilimento e non alla comprensione delle sue ragioni.

Lo dico a voi e lo dico a me stesso.

Dobbiamo aiutarci.

Nessuno se la può cavare da solo.

Grazie a tutti per l’aiuto.

A questo riguardo, mi e vi rimando ad un paio di articoli precedenti:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/02/20/prontuario-per-difendersi-e-difendere-gli-altri-dal-bullismo-in-rete/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/18/la-vera-banalita-del-male-ovvero-perche-le-cose-non-stanno-andando-come-dovrebbero/

 

 

Lionel “Leo” Messi, Maradona e la brutalità del mondo in cui viviamo

 

di Stefano Fait

 

 

 

Ad un certo punto infierire dà pure fastidio, lo spettacolo del calcio va al di là del risultato.
Un tifoso

La parola greca hybris esprime meglio di qualunque altra la natura di questo atteggiamnto. Per i greci indicava l’arroganza dell’eccesso, l’orgogliosa tracotanza, la sconfinata presunzione dell’uomo che cerca di acquistare gli attributi di Dio. Certamente gli Stati Uniti vivono sempre più in un regime di hybris e in pochi si rendono conto che con questo atteggiamento si stanno guadagnando un’ostilità crescente da parte del resto del mondo e in particolare da parte delle vittime della loro arroganza. […] raggiungeremo un senso del limite quando riusciremo a percepire questa ricerca dell’eccesso, della crescita illimitata, del dominio sulle alterità come un tentativo di rimozione della propria mortalità.

Marco Deriu, “Dizionario critico delle nuove guerre”, p. 256

Un enorme buco nero che, nella sua foga di incrementare la propria potenza, inghiotte tutto ciò che gli sta intorno, senza esserne mai sazio. Inghiotte soprattutto, per rimanere sul piano filosofico, le anime degli uomini, le loro risonanze emotive ed affettive, i loro slanci ideali.

Luca Grecchi, “La filosofia politica di Eschilo: l’eterna attualità del pensiero filosofico”, p. 81.

Eichmann era stato complice di un crimine contro la creazione stessa. Lui e i suoi colleghi avvano cercato di prendere il posto del creatore nel mondo e guidare la natura secondo le proprie regole: quella dello sterminio e della superiorità volte a creare un mondo entor la sfera della crudeltà e del male e del trionfo belligerante. La cultura umana si è in fondo – e spero lo sia ancora – racchiusa nell’idea di sottrarre l’uomo alle leggi animali e a un comportamento darwinista, secondo cui a dominare è il più forte. Per tutta la mia vita ho lottato in questo senso, mettendo all’apice dei valori da difendere i principi della responsabilità morale, della sensibilità e gli strumenti del discorso, il pensiero, la possibilità di agire. All’opposto c’è il nazismo, cioè l’universo di Eichmann, fautore di un ritorno ad un’umanità di natura, un’umanità monolitica, quasi divina, che tratta il diverso come un ratto appestatore.

Avraham Burg, “Sconfiggere Hitler”, p. 204

Devi imparare, ragazzo, che ciò che sarebbe sbagliato per te o per una qualunque persona comune non è sbagliato per una grande regina come me. Il peso del mondo si regge sulle nostre spalle e dobbiamo essere liberi da ogni regola.

C.S. Lewis, “Le Cronache di Narnia”

Beppe di Corrado, sul Foglio, ha pubblicato la sua difesa del comportamento dei calciatori del Barcellona che hanno imperversato contro il Bayer Leverkusen quando questa squadra si era già arresa, per manifesta inferiorità. È finita 7 a 1.

Per di Corrado, “I cinque gioielli di Leo [Lionel Messi] sono una lezione contro il calcio buonista”.

Continua, poi: “La parabola della perfezione pallonara, della squadra bella e vincente, del campione più forte della storia inserito nella formazione più forte della storia, non può prescindere dalla cattiveria. Al Barcellona in pochi rinfacceranno di aver umiliato eccessivamente i tedeschi…Sette, otto, nove, dieci: si fanno tutti i gol possibili fregandosene delle critiche e anche degli avversari. Messi che irride, col settimo gol e il suo quinto personale, un’intera squadra è il trionfo della potenza barcelonista nel mondo. Il trionfo della più grande qualità che ha questa squadra e questo campione: è quella risposta. Perché sono i più forti di sempre? Perché Leo è il più grande della storia? Cinismo. Sono più bravi e più cattivi. Sono quelli che non ti perdonano mai…Pensavano, i poveri tedeschi, di dare il messaggio che solitamente arriva in questi casi: ci arrendiamo, basta che non ci fate troppo male… Il Barcellona e Messi hanno risposto a questo segnale schiacciandoli. Cinque gol di Lionel lo portano nella storia due volte: perché nessuno in Champions aveva fatto una quintipletta e perché ha svelato al mondo quello che molti non volevano vedere. E cioè che dietro i sorrisi, dietro l’allegria, dietro la benedetta poesia sua e del Barcellona c’è una cattiveria mai vista. La differenza tra Maradona e lui è che Diego a un certo punto avrebbe detto a se stesso: basta. Limite, questo. Messi sembra buono, ma non si ferma. Cattivo, egoista, assetato di vittoria. Avido, sì avido. Quindi il migliore. Perché mai dovrebbe dire basta? Non è un problema suo o dei suoi compagni. C’è una dignità anche nella sconfitta e quelli che si arrendono sanno a che cosa vanno incontro. Il buonismo è la sconfitta dello sport non il contrario…Il Barcellona e Messi avrebbero potuto anche farne di più: lo schiaffo all’avversario l’hanno dato facendogli fare il gol della bandiera. Quello è umiliante, non il resto”.

http://www.ilfoglio.it/singole/139

Questo è il pensiero del Foglio, che notoriamente non è un faro di cultura e di coscienza.

Me ne potrei infischiare, ma è pur sempre un segno dei tempi e quindi va analizzato.

Se, come dicono loro, Maradona non avrebbe infierito, allora io dico “viva Maradona!”, che si dimostrerebbe il più grande calciatore della storia.

Il rispetto per il prossimo dovrebbe venire sempre prima della gratificazione del proprio ego. Bisogna saper vincere, non solo saper perdere.

Quel che di Corrado chiama buonismo, per me è rispetto ed umanità, quel che chiama moralismo, per me è senso dell’onore e fair play. Quella che lui definisce la squadra più grande della storia, per me, IN QUELL’OCCASIONE, si è comportata come un’accozzaglia di bulletti in preda al loro ego.

La loro celebrazione dell’avidità, della spietatezza (cattiveria mai vista), dell’egoismo, della tracotanza non è dissimile da quella di quel simbolico 1% che imperversa sul 99% degli altri esseri umani.

La lezione di fondo di questo articolo e di tanti altri che celebrano il darwinismo sociale è che l’egoismo è buono, l’altruismo è cattivo, l’empatia e la compassione sono irrazionali, nocive ed autodistruttive. Chi è povero, debole e vulnerabile se lo merita – è uno scarto del sistema, scorie del mondo, un parassita che zavorra i vincenti (povere vittime, questi plutocrati!) –, chi è ricco e potente non deve contenersi, non è tenuto a trattenere l’espressione del suo potere.

Questa è l’essenza della filosofia sottostante al capitalismo monopolitistico, il neoliberismo della deregulation ed alla filosofia editoriale del Foglio. Una filosofia fatta di crudeltà, meschinità, cinismo, misantropia, avidità, degna del peggior Nietzsche:

http://www.informarexresistere.fr/2012/01/24/morbido-e-bello-perche-amo-il-femminino-e-detesto-nietzsche-pur-ammirandolo/#axzz1od3sL7a5

La legge della giungla è l’unica morale che può essere approvata, perché “realistica” (N.B. in natura la cooperazione è tanto diffusa quanto la competizione: un dettaglio sconveniente che viene trascurato).

Tanto perniciosa è questa visione del mondo, responsabile di aver riclassificato i peggiori vizi umani come le più nobili virtù, che sta distruggendo e corrompendo l’umanità e la vita su questo pianeta.

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/02/24/pertini-berlinguer-e-don-milani-si-rivoltano-nella-tomba-il-pd-non-ancora/

È vitale (sic!) combatterla a livello intellettuale (blog) e politico (indignati).

Non ci potrà mai essere un Mondo Nuovo, più gentile, più compassionevole, più sereno, più pacifico, più prospero, più equo, se perderemo questa battaglia.

È facile dimostrarlo; la letteratura scientifica ci fornisce tutta l’evidenza empirica che occorre:

1. Più elevato è lo status sociale di una persona, più tendenzialmente immorale sarà il suo comportamento;

2. più modesto è lo status sociale di una persona, più tendenzialmente compassionevole sarà la reazione rispetto alla sofferenza altrui;

3. i potenti sono più abili ad ignorare le sofferenze altrui;

http://campaignstops.blogs.nytimes.com/2012/03/04/other-peoples-suffering/

http://www.pnas.org/content/early/2012/02/21/1118373109.abstract?sid=373ec9de-6417-48ab-acdd-27d0c685b98a

http://www.apa.org/pubs/journals/releases/EMO-class-and-compassion.pdf

http://socrates.berkeley.edu/~keltner/publications/vankleef.2008.pdf

In pratica, all’interno di una gamma psicologica e morale che va dal santo allo psicopatico, i poveri sono più vicini al santo e i ricchi sono più vicini allo psicopatico. Questo per una semplice ragione: la nostra società è ordinata in modo tale da favorire la scalata al potere degli psicopatici:

http://www.informarexresistere.fr/2012/01/16/golpe-psicopatico/#axzz1od3sL7a5

http://www.informarexresistere.fr/2011/11/18/psicopatici-in-giacca-e-cravatta/

http://www.informarexresistere.fr/2011/12/19/300-milioni-di-psicopatici-se-ne-fregano-della-nonviolenza-e-dei-diritti-ci-si-difende-informandosi/#axzz1jQ55HOzR

Viviamo in un mondo dominato dall’idea che è bene ciò che è utile e cattivo ciò che è inutile e che prendersi cura dei meno fortunati sia encomiabile, ma non un vero lavoro. Un vero lavoro è quello di chi gabba i piccoli investitori. Una vita vera è quella in cui certi scrupoli e rimorsi non ci toccano:

http://fanuessays.blogspot.com/2011/10/eterno-nazismo.html

Viviamo in un mondo in cui una minoranza di esseri umani psichicamente e moralmente pervertiti impone ad una maggioranza di persone egoiste ed avide entro dei limiti tollerabili una visione del mondo narcisistica, solipsistica e terribilmente infantile: “l’uomo che non deve chiedere mai”, “il lusso è un diritto”, “perché io valgo”, “tutto intorno a te”, “i moralisti sono solo degli invidiosi”, “il Barcellona ha fatto quel che avrebbero desiderato fare tutti”, ecc.

Si chiama hybris ed è l’indisponibilità a riconoscere che abbiamo dei limiti e che questi limiti non sono ostacoli che dobbiamo cercare freneticamene ed ossessivamente di superare, ma rappresentano i diritti di cui sono titolari gli altri esseri viventi che popolano questo pianeta, che non sono nostre appendici, estensioni di noi stessi, non sono terre di conquista su cui allungare le mani, non sono alterità da cancellare perché scomode, sconvenienti, irritanti:

Il narcisismo endemico della nostra società ci rende più crudeli, perché siamo particolarmente preoccupati che s’infranga la nostra immagine riflessa nello specchio del mondo:

http://www.informarexresistere.fr/2011/12/21/la-sindrome-dellanticristo/#axzz1od3sL7a5

Lo riconosciamo nei “padroni dell’universo” dell’alta finanza così bravi a mentire alla gente, spiegando che le regole intralciano la crescita economica e rimandano l’avvento della prosperità, da persuadere se stessi che è vero e che il loro interesse egoistico equivale al bene comune. Va ricercata qui la radice della condizione disastrosa in cui versano le economie e società “occidentali”. Come gli Stati Uniti, dove il principale sfidante di Obama, Mitt Romney, durante le ferie trasportava per ore il cane di famiglia in una gabbia sul tetto dell’auto, traumatizzandolo, e che durante la campagna elettorale ha dichiarato che le persone ridotte in miseria non sono un suo problema [“I’m not concerned about the very poor”] e che licenziare per lui è un piacere [“I like being able to fire people who provide services to me”], esibendo i suoi privilegi in una fase storica disastrosa per decine di milioni di Americani: “mia moglie guida un paio di Cadillac”.

http://www.informarexresistere.fr/2012/01/18/la-sindrome-del-feto-egoista-come-vivono-e-cosa-pensano-gli-angeli-caduti/

Gli squali in forma umana che tanto piacciono alla redazione del Foglio sono afflitti da un handicap cognitivo: sono sicuri che il mondo è intrinsecamente giusto, che le regole umane sono ingiuste in quanto violano quest’ordine cosmico ideale che stabilisce meritevoli ed immeritevoli e che quindi le loro vittime si meritano, appunto, tutto quel che accade loro. Se possiedono una coscienza, non morde.

Il problema, con queste persone, è che con loro è sempre una lotta senza quartiere. Si deve mirare alla giugulare (rivoluzione), altrimenti sono in grado di distruggerci (sterminarci) e sono determinati a farlo.

http://www.informarexresistere.fr/2012/01/26/la-pedagogia-nera-del-nuovo-ordine-mondiale/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/02/20/prontuario-per-difendersi-e-difendere-gli-altri-dal-bullismo-in-rete/

La buona notizia è che il “male”, il titanismo, è destinato a sconfiggere se stesso, suo malgrado, a causa della sua hybris, della sua sconfinata cupidigia, della sua assenza di misura, della sua propensione ad arrecare un danno o un’umiliazione ad un altro per puro piacere personale. Arroganti, tracotanti, violenti, prepotenti, smodati, privi di contegno e limiti, sono così centripeti, così ossessionati da se stessi e dalla loro esigenza di strumentalizzare tutto e tutti, da perdere di vista le cose come sono e confondere dogmaticamente i propri desideri per la realtà. È questo vizio insanabile che li rovina. Possono vincere delle battaglie, ma le loro guerre sono sempre perse in partenza, come quelle dei nazisti.

 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: