11 settembre 1683–11 ottobre 2015: Vienna e l’Europa resistono alla marea nera

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Qualcuno sta manipolando la nostra percezione della crisi e della realtà per scatenare uno scontro di civiltà nel cuore dell’Europa.
Chi potrà mai essere? (domanda retorica)

VIENNA RESISTE ANCORA E SEMPRE ALL’INVASORE
Allo stragista norvegese Anders Behring Breivik, un seguace della famigerata Scuola di Vienna, sionista e anti-musulmana (Nella Rete di Breivik. Nei siti frequentati dall’attentatore di Oslo, due link della Lega, Lettera 43, 12 settembre 2011) era molto cara la data dell’11 settembre (Il primo 11 settembre: Vienna, 1683, Corriere della Sera, 6 settembre 2009).
Vienna è stata anche la culla del neoliberismo che imperversa nell’odierna Europa.
È una delle quattro sedi dell’ONU.
Infine in questa magnifica città hanno soggiornato, contemporaneamente, alcune delle figure storiche più significative per la costruzione dell’orizzonte ideologico del populismo razzista europeo (1913: When Hitler, Trotsky, Tito, Freud and Stalin all lived in the same place, BBC, 18 aprile 2013).

La capitale austriaca era perciò il trofeo più concupito dalle destre europee e da chi le finanzia generosamente.

Heinz-Christian Strache, il nuovo Haider, aveva impostato la campagna elettorale per la conquista di Vienna fondendo questo tipo di motivi mitologici con l’ostilità nei confronti degli immigrati e dei rifugiati.
La maggioranza rosso-verde che ha governato Vienna per tutto il dopoguerra, elevandola a città più vivibile del mondo (in un testa a testa con Melbourne e Vancouver), ha invece difeso strenuamente i valori che guidano l’altra civiltà europea (libertà, uguaglianza, fratellanza, dignità).
Il risultato dell’11 ottobre: la civiltà progressista ha battuto la civiltà reazionaria in 21 distretti su 23 (Spö al 39,5%, l’Fpö di Strache al 31%, al terzo posto i Verdi con l’11,7%).
La sinistra austriaca ha conservato Vienna, nonostante Charlie Hebdo, i rifugiati, ISIS, ecc. perché ha scelto di non scimmiottare la destra xenofoba (Keep them out, lock them up, bomb them all, or…Europe and the refugee crisis, 5 ottobre 2015) e difendere invece i valori costituzionali europei.

LA RESISTIBILE ASCESA DELL’ESTREMA DESTRA
Per una generazione i media europei ci hanno bombardati con un unico, ossessivo messaggio: l’irresistibile ascesa dell’estremismo di destra. Eppure, nonostante l’austerismo neoliberista, la Guerra al Terrore, l’immigrazione di massa, la guerra di sanzioni con la Russia sulla crisi ucraina e l’ondata di profughi principalmente provenienti da Siria, Iraq, Yemen e Afghanistan (guarda caso!), la crescita è stata tutt’altro che irresistibile

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11 settembre 1683–11 ottobre 2015: Vienna e l’Europa resistono alla marea nera

La “civiltà occidentale” ha il diritto di esistere?

11987137_1045145435496586_1903334274013560540_nPREMESSA BREVE
Il titolo è radicale, non l’analisi.
Il titolo fa riferimento all’idea di “civiltà occidentale” difesa dai bruti citati dopo le premesse (sotto le cronolinee).
L’analisi sostiene che quella civiltà occidentale (che non è la mia e spero non sia la vostra) non ha alcuna ragione di esistere, essendo un cancro dell’umanità.

PREMESSA LUNGHISSIMA

Le anime belle della sinistra devono affrontare la realtà.

La rozzezza di chi difende un certo tipo di trattamento riservato ad altri esseri umani e un certo tipo di “civiltà occidentale” che appartiene a secoli bui rende improvvisamente attualissimo un grande film – CLOUD ATLAS – che aveva spiegato molto bene quale sia la posta in palio: la scissione dell’umanità (e del suo futuro) in due o più ramificazioni.

Alcuni, a SINISTRA, si dolgono all’idea che l’umanità possa essere differenziata (plurima).

Detestano chi, a DESTRA, protesta che siamo DIVERSI e che un bianco non è un nero e non lo sarà mai.

Naturalmente la destra ha ragione da vendere e la sinistra ha torto.

Un fascista è un fascista ed è diverso da un non-fascista.

Mentre un fascista ha il diritto di esistere, il fascismo non ce l’ha, come non ce l’ha l’antifascismo (o la civiltà “occidentale”, quella “cinese”, quella “islamica”, quella “ebraica”, ecc.).

Le idee non hanno alcun diritto di esistere. Si scontrano nell’arena della storia. Alcune vincono, altre perdono.

La questione dei rifugiati ha riesumato vecchie idee (marchiature, campi di concentramento, muri, demonizzazione, disumanizzazione, caccia alle streghe) che hanno trasformato la civiltà occidentale in una MACCHINA DI MORTE (da Cortés alle guerre dell’oppio, all’Olocausto, alla Guerra al Terrore).

In mezzo a questo orrore chi si è opposto (es. Bartolomé de las Casas, Martin Luther King, papa Francesco e, dall’altra parte, tutti quelli che hanno difeso un uso umanitario della tecnoscienza) ha potuto fare molto poco e se non la pensiamo così è molto probabilmente perché siamo diventati cinici e disincantati e ci accontentiamo di quasi niente (di molti secoli per poter abolire la schiavitù e altri secoli per abolire il servaggio debitorio-salariale, che ci sembra così naturale).

Al momento forse sono pochi quelli che possono credere che la polarizzazione tra gli esseri umani (che ignora categorie politiche, razziali, di genere, ecc.) possa arrivare a un punto tale da causare una scissione definitiva tra due (o più?) umanità.

I più sono certi che la polarizzazione sui social media e nei forum sia dovuta alla natura stessa dello strumento.

Io penso che si sbaglino. Siamo di fronte a una cesura radicale, epocale (La sesta estinzione e il prossimo balzo evolutivo della civiltà umana, FuturAbles, 15 agosto 2015).

La separazione è già un dato di fatto. Quante persone avete perso di vista che una volta frequentavate assiduamente e ora se le incontrate non sapete che dire e non vedete l’ora di salutarvi?
Con quante persone preferite non avere più contatti perché pensano cose che per voi non stanno né in cielo né in terra (“ma una volta non erano così”)?
L’umanità si sta dividendo tra quelli che mettono in discussione la realtà, ad ogni livello, e quelli che sostanzialmente o entusiasticamente la accettano.
Nulla del genere e non su questa scala, era mai successo in passato, fin dai tempi della comparsa di Cro-Magnon.

Non sto parlando di separazione fisica/geografica, ma psichica/spirituale.
Grazie a internet il vostro migliore amico/mentore/partner può abitare dall’altra parte del mondo ed essere cresciuto in una cultura totalmente altra, mentre invece i vicini coi quali non avete nulla in comune li potete ignorare tranquillamente.

Mentre sono convinto che, per quanto è possibile, sia utile e giusto unire l’umanità, una sua parte (nazista, ebrea, extracomunitaria, leghista, femminile, maschile, islamica, atea, gay, etero, ecc. non importa) resterà refrattaria e quella parte lì – e in special modo la mentalità che diffonde e che vuole imporre a tutti gli altri – è quella che rischia di portarci alla catastrofe.

Le anime belle della sinistra devono affrontare la realtà.

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Tomorrowland – The future of the future is ours to create

I profughi marchiati dalla polizia ceca con un numero di registrazione sull’avambraccio, il filo spinato ungherese e la richiesta di un leader nazionalista ceco di internare i rifugiati a Terezin (Theresienstadt), un ex campo di concentramento nazista, ci scuotono la coscienza.

Questa è la seconda chance per l’Europa e l’Occidente, dopo il test fallito con gli ebrei nel secolo scorso.

Non siamo partiti bene (Keep them out, lock them up, bomb them all, or…, 15 September 2015).

Wesley Clark, generale americano in pensione, già comandante supremo della forze NATO in Europa tra il 1997 e il 2000, propone di rinchiudere in campi di internamento i cittadini americani “a rischio di radicalizzazione” e raccomanda a Gran Bretagna, Germania e Francia di metter mano alle rispettive costituzioni per fare lo stesso (Wesley Clark: “Disloyal Americans” should be tossed in internment camps for the “duration” of the war on terror, Salon, 20 July 2015).

L’intellettuale di riferimento di Marine Le Pen (Marine Le Pen verrait bien Eric Zemmour comme son ministre de la Culture, BFMTV, 14 settembre 2015), Éric Zemmour, non esclude la prospettiva di deportare 5 milioni di musulmani francesi perché incompatibili con una non ben definita “francesità” (Il successo di Zemmour, l’arrabbiato anti-élite «La Francia si è suicidata», Corriere della Sera, 30 ottobre 2014).

L’ancor più influente Bernard-Henri Lévy, annunciando la morte imminente dell’Europa, dichiara che se la Siria fosse stata sufficientemente bombardata la crisi dei rifugiati siriani non avrebbe mai avuto luogo (Migrants: pour qui sonne le glas? Project Syndicate, 31 agosto 2015).

Il folgorante motivo del suicidio collettivo di una civiltà nazionale (Francia) e transnazionale (Europa) trova il suo portavoce tedesco nell’economista e controverso commentatore socio-politico Thilo Sarrazin, autore diDeutschland schafft sich ab” (“La Germania si auto-abolisce”). Questi invita l’opinione pubblica tedesca a considerare la possibilità di erigere grandi opere difensive come la Grande Muraglia cinese o il Limes romano (“Sie können mich ja gern fragen, was ich täte, wenn ich Chef von Frontex wäre”, Die Zeit, 13 settembre 2015).

Piero Ostellino, più modestamente, vede negli immigrati e rifugiati un cavallo di Troia che ci snazionalizzerà e pretende che abbandonino la loro inconciliabile cultura pacificamente (Piero Ostellino, Il buonismo che ci acceca, Corriere della Sera, 10 gennaio 2015).

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Questa civiltà occidentale non è la mia e non so cosa farmene. Per come la vedo io, non ha alcun diritto di esistere e chi scrive non sente alcun dovere di rispettarla e tutelarla.

Prima si estinguerà, meglio sarà per il genere umano (Scontro di inciviltà o incontro di civiltà? Armageddon o Pace? WazArs, 13 gennaio 2015).

Che fine farebbe la Grecia se il resto d’Europa ascoltasse queste sirene e seguisse l’esempio magiaro, saudita e israeliano, erigendo muri e accusando i critici di altruismo patologico?

Sommersa dagli “indesiderati” (cf. Arendt), con un governo debole, neonazisti scatenati, una popolazione impoverita…imploderebbe.

Come detto, l’Europa si gioca tutto.

Oleh Tyahnybok, leader della destra ucraina

Oleh Tyahnybok, leader della destra ucraina (Ukraine underplays role of far right in conflict, BBC, 13 December 2014)

Zbigniew Brzezinski condanna la satira di Charlie Hebdo, il fallimento della manifestazione di Parigi

Sicherheitskonferenz - Munich Security Conference

Financial Times, New York Times e Zbigniew Brzezinski condannano la satira di Charlie Hebdo.
http://www.newsmax.com/Newsfront/Zbigniew-Brzezinski-satire-free-speech/2015/01/09/id/617677/
http://www.ilvelino.it/it/article/2015/01/10/charlie-hebdo-la-stampa-internazionale-difende-charlie-ma-il-financial-times/b7305466-71a9-4473-941d-9da887fc898c/
http://www.huffingtonpost.it/2015/01/09/new-york-times-charlie-he_n_6443716.html
Obama NON ha partecipato alla commemorazione delle vittime dell’attentato e aveva già stigmatizzato le vignette “satiriche”
http://www.straitstimes.com/news/world/europe/story/paris-shooting-obama-wont-attend-march-tribute-charlie-hebdo-victims-says-of
http://www.newsmax.com/TheWire/obama-charlie-hebdo-mock-prophet-muhammad/2015/01/09/id/617516/
Obama non c’era.
Biden non c’era.
Kerry non c’era.
La Casa Bianca non c’era.

i "leader del mondo" non si sentono troppo tranquilli assieme alla folla

i “leader del mondo” non si sentono troppo tranquilli assieme alla folla

Mancavano anche un mucchio di francesi: 1 milione e mezzo al massimo i partecipanti alla marcia di Parigi (“capitale del mondo per la libertà”, dice Hollande), secondo i dati ministeriali.
Come a Roma per il No Berlusconi Day.
Direi un INSUCCESSO colossale
. La stessa affluenza della Love Parade di Essen del 2007
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_largest_peaceful_gatherings_in_history

Vi dico cosa penso di questa cosa.
Brzezinski è il mentore di Obama.
Obama è stato piazzato alla Casa Bianca e ha ricevuto il Nobel per la Pace (gran mossa!) per evitare una guerra mondiale, che è invece fortemente voluta dai neocon e da Israele.

Obama all’Islam: “Cerchiamo un nuovo inizio. Sospetti e discordie devono finire”, 2009

[mi chiedo tra l’altro se le continue “fughe” (partite di golf, scampagnate, ferie) di Obama dalla Casa Bianca non servano a permettergli di ricevere istruzioni da una fazione, a scapito dell’altra]


Brzezinski e Kissinger sono stati espliciti nel riaffermare che la supremazia americana si conserva senza scatenare conflitti extra-regionali.
Kissinger ha addirittura ricapitolato in modo più che accettabile le ragioni russe sulla crisi ucraina.
Entrambi sono aperti a un duopolio con la Cina.
Entrambi sono severi critici delle politiche di Israele che giudicano fortemente lesive della supremazia statunitense a causa della loro belligeranza.
Ora Brzezinski, di fatto, si è schierato CONTRO “je suis Charlie”.

ERGO
Una parte dell’élite statunitense non ha alcuna intenzione di andare in guerra per Israele, rovinando tutto il “lavoro” realizzato in questi anni.
Quella francese e tedesca men che meno [N.B. non sono i buoni: hanno solo priorità diverse e usano gli eventi in maniera differente]. Francesi e tedeschi vogliono allentare la pressione sulla Russia (cosa che invece a Brzezinski non sta bene).
Mi sa che, come sospettavo, tra le alte sfere occidentali si sta svolgendo uno scontro intestino, la partita decisiva.

Se è così – e ribadisco che quanto scritto qui e nel resto del blog può essere completamente sbagliato, va verificato per conto proprio ed è soggetto a revisione – nel giro di poco tempo qualche grossa rivelazione salterà fuori e rivoluzionerà la percezione globale di quel che è accaduto a Parigi (e non solo).
Il 2015 potrebbe riservare grosse sorprese.

Alba Dorata, Gandhi e la linea rossa della dignità umana

voridis-holding-an-axe2-470x312voridis-ax-closeup1Il giovane neofascista Voridis (prima di diventare un parlamentare di Nea Demokratia, partito attualmente al governo) brandeggia un’ascia – ora è un sostenitore dell’equivalenza di Syriza e Alba Dorata

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Tra il forte e il debole, il ricco e il povero, il padrone e il servo, è la libertà che opprime e la legge che affranca.

Henri Lacordaire

Come in Ungheria, anche in Grecia lo spauracchio è uno specchietto per le allodole. In Ungheria c’è Jobbik, in Grecia Alba Dorata. Nessuno dei due movimenti ha una singola possibilità di arrivare al potere (salvo necessità per i potentati di passare al piano B), ma la loro esistenza serve all’establishment per poter equiparare falsamente la sinistra moderata (es. Syriza) all’estrema destra, mettendola fuori gioco o comunque togliendole il vento dalle vele.
La vera minaccia sono i governi reazionari che si fingono moderati ma chiudono entrambi gli occhi di fronte alla strategia della tensione messa in atto dai loro manovali e intanto mettono in atto le politiche neoliberiste “consigliate” dai fautori del Washington Consensus (ricordo che Orban è un assiduo ed apprezzato frequentatore del think tank Bruegel ed è stato lui a invitare gli osservatori del FMI a Budapest, seguendo puntigliosamente le procedure standard, fino al pagamento del debito – purtroppo se la gente prende per buone le info riportate da David Icke e poi rimbalzate in rete…)
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/10/06/la-resistibilissima-ascesa-di-alba-dorata-e-dellestrema-destra/
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/04/07/cosa-succede-in-ungheria/

Alba Dorata è sotto il 6% nelle intenzioni di voto. Se la cava poco meglio di Monti

http://www.reuters.com/article/2013/09/23/us-greece-goldendawn-poll-idUSBRE98M07S20130923

Altro che 12-15%

http://www.europaquotidiano.it/2013/09/23/alba-dorata-romanzo-di-una-crisi/

Ha successo solo nei distretti dove la disoccupazione è ben oltre il 50%. Senza la letali politiche austeriste imposte da Berlino ritornerebbe sotto il 5%, permanentemente.

Alba Dorata non ha alcuna intenzione di governare e non è questo il suo compito. Non è quello l’obiettivo. Ci sono già ex fascisti picchiatori in parlamento, nella compagine che governa.

AD è uno spauracchio che serve solo a nascondere il fatto che il fascismo è già al potere in Grecia, sotto mentite spoglie.

Al massimo, se non ci fossero i numeri per governare senza l’estrema destra e se la demonizzazione di Syriza avesse successo, l’establishment potrebbe annunciare alla popolazione di voler governare assieme alla parte pulita di Alba Dorata. Ma queste uccisioni la rendono una prospettiva piuttosto remota.

Perché questo recente allarme?

Perché una popolazione spaventata è una popolazione mite e i Greci erano/sono sempre più irrequieti.

Perché una sinistra che reagisce difendendosi violentemente nel timore di un imminente golpe neofascista è una sinistra tagliata fuori da ogni chance di governare: verrà immediatamente equiparata ad Alba Dorata.

Perché disordini diffusi giustificano l’imposizione dello stato di polizia e l’impiego delle forze armate: Syriza farà la fine degli Fratelli Musulmani in Egitto (arresti, detenzioni e messa al bando)

Si chiama strategia della tensione.

Il fatto che si tratti di una formazione che ha come unico fine quello di seminare il caos, spaventare la popolazione e preparare il terreno ad una dittatura, un governo democratico avrebbe il pieno di diritto di bandirla. È un virus che indebolisce il sistema immunitario della democrazia greca e lo rende più facilmente attaccabile da ben altri aggressori, molto più potenti e organizzati, gli stessi che controllano i media e minimizzano le loro malefatte e le infamie commesse da chi governa.

Tsipras sconsiglia questa mossa, ma credo lo faccia per paura che l’ostracizzazione possa rendere più popolare l’estrema destra, quando invece le azioni di quest’ultima sono sufficienti a rendere sempre più detestata sia questa formazione di picchiatori, sia i suoi sponsor al governo. Conosce la situazione infinitamente meglio di me e avrà fatto i suoi conti.

Spero comunque che sappia bene quello che fa e che stia molto attento. La democrazia è una pianta che va coltivata quotidianamente e le idee, quando si diffondono e acquistano peso, possono evocare mostruosità che poi si materializzeranno, se la volontà collettiva è sufficientemente robusta e determinata. Il che non implica che bisogna proibire la circolazione di idee, ma solo che non bisogna mai mettersi nella situazione in cui le proprie idee non sono più autorizzate a circolare ed è precisamente quel che sta rischiando Syriza.

Esiste un limite alle ingiurie che la democrazia può sostenere, in nome dei nostri nobili principi o dei nostri calcoli elettorali, senza appassire.

Il rischio è quello di farsi intossicare dalla narcisistica compiacenza di chi si sente di incarnare il Bene nella battaglia contro il Male e per questo si permette di consentire al Male di continuare ad operare, per non macchiare la sua candida veste. Tipico dei fanatici della nonviolenza.

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/02/26/gandhi-o-arundhati-roy-la-scelta-che-determinera-il-futuro-dellumanita/

Se Lincoln avesse assunto questa posizione l’America avrebbe solo rinviato una guerra inevitabile, continuato ad opprimere un’altra generazione di innocenti e mostrato ai bulli che lo spirito della Costituzione è gracile e la tracotanza paga.

Se chi può intervenire lascia correre, i bulli continueranno ad infierire contro i deboli. Arrestare i singoli bulli è necessario, ma mettere fuorilegge la madre di tutti i bulli neonazi e neofascisti mi pare altrettanto opportuno. Qui non si tratta di censurare delle idee, ma di prevenire la violenza, il terrore, il crimine, prima che contagino l’intera società e divengano un pretesto per mettere fuorilegge anche i sinceri riformatori come Tsipras.

“È proibito proibire” è uno slogan sessantottino buono per il Regno di Dio, non per questo mondo. È sciocco e arrogante trattarli come vorresti essere trattato, se la loro intenzione è quella di toglierti di mezzo, se ne sbattono altamente della tua solenne magnanimità e non vedono l’ora di abbattere lo stato di diritto?

Le nobili intenzioni di una minoranza non servono a proteggere una maggioranza indifesa di donne, stranieri (europei ed extracomunitari, inclusi i loro eventuali coniugi greci), giornalisti, omosessuali, rom, disabili, anziani, ecc.) che hanno diritto alla pace e alla sicurezza.

Questo è un vero e proprio scontro di civiltà coi fiocchi. 

http://www.theguardian.com/world/2013/sep/20/greece-foreboding-violence-flares-streets

L’organizzazione criminale chiamata Alba Dorata (e i poliziotti fascistizzati) deve avere ben chiaro, con assoluta certezza, che se non modifica radicalmente il suo atteggiamento è fuori. C’è una linea rossa che non va oltrepassata e non c’è nessun Neville Chamberlain da pigliare per i fondelli (appeasement).

La popolazione non può continuare a vivere nella paura, perché la paura spegne il cervello e la coscienza.

 Protesters in Athens

http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=4725&lang=it

La Germania sta giocando una partita suicida: strafregandosene del resto d’Europa e traendo il massimo profitto al minimo costo

http://www.spiegel.de/international/europe/germany-profiting-from-euro-crisis-through-low-interest-rates-a-917296.html

sta destabilizzando non solo la Grecia, ma tutti i Balcani. È già successo una volta, con la Jugoslavia

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/10/23/la-geopolitica-dei-miti-etnici-lassassinio-dellunione-europea-e-lavvento-dellimpero/

e già due volte i tedeschi hanno subito una durissima lezione  di vita, in questi ultimi 100 anni.

L’opinione pubblica tedesca sarà maturata a sufficienza, nel frattempo? Avrà capito? Si renderà conto in tempo delle conseguenze degli egoismi etnonazionalistici?
I vicini olandesi qualcosa stanno cominciando a subodorarlo:
http://www.gadlerner.it/2013/09/18/il-re-dolanda-da-laddio-allo-stato-sociale

 Derivative-bomb

L’unica cosa buona è che l’intero sistema economico occidentale è una bolla che produce bolle ed è quindi destinato ad esplodere. Può essere la bolla dei derivati, la bolla immobiliare britannica, un sistema bancario tedesco molto precario, l’instabilità internazionale, l’avidità estrema dei soliti speculatori. Ci possono essere molte cause, molti inneschi dell’effetto domino.

Poi dovremo stare attenti ai rivoluzionari sintetici (lupi travestiti da agnelli, come Saint-Just) che ci prometteranno mari e monti in cambio della nostra obbedienza e partecipazione alla Grande Purga.

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