Guerra in Libia 3.0 – dalla farsa alla parodia della farsa

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Sebbene i curdi, per conto loro, senza avere un esercito regolare, siano ormai alle porte della capitale del Califfato, dimostrando così l’evanescenza della POMPATISSIMA MAREA NERA DI ISIS CHE MINACCIA LA LIBIA E L’ITALIA
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Siria-forze-curde-alle-porte-di-Raqqa-la-roccaforte-Isis-0df1ea1e-55ff-4620-8858-df4f7c3bbbd9.html
ancora una volta gli italiani si interrogano sulla bontà di un intervento militare contro i fondamentalisti islamici che sicuramente aggraverà ulteriormente le tensioni di un paese che, già ora, è dilaniato dagli scontri tra fazioni (la Libia è il terreno di scontro tra i fratelli musulmani a Tripoli e i filo-Sisi a Tobruck: in pratica la guerra civile strisciante in Egitto si combatte in Libia)

http://www.ilpost.it/2015/02/15/crisi-libia-italia/

L’Egitto già riceve annualmente 1 miliardo e 300 milioni di dollari di aiuti dagli Stati Uniti.
http://www.al-monitor.com/pulse/originals/2014/12/egypt-military-aid-obama-congress-human-rights.html#
Al-Sisi non venga a chiedere aiuto agli europei.
E’ perfettamente in grado di cavarsela per conto suo.

È verosimile che in Italia un’ampia maggioranza sia favorevole all’intervento (guerra al cancro, guerra al terrore, guerra alla droga, guerra al crimine, guerra all’anidride carbonica: la manipolazione è permanente e capillare).

Siamo intrappolati in un unico tipo di narrazione bicolore: bianco (non dobbiamo fare nulla) vs nero (dobbiamo intrvenire militarmente, subito e massicciamente).

Se il Consiglio di Sicurezza dell’ONU non ci darà il benestare, i media occidentali potranno accusare Cina e Russia di essere COMPLICI DI ISIS!

YAWN

800 jihadisti minacciano 60 milioni di italiani

800 jihadisti minacciano 60 milioni di italiani

Restano i fatti:

  • L’ONU chiarisce al governo italiano che la soluzione al problema ISIS in Libia sarà politica, non militare. ISIS vive di pubblicità, sono teatrali, tutto quel che fanno è pensato per avere risonanza internazionale e rafforzare il loro appeal presso giovani alienati e/o mitomani.
    Invece di avere un governo che informa i suoi cittadini che lo Stato italiano se ne infischia di un branco di criminali che infangano la fede musulmana con le loro pratiche mafiose e che si fanno battere dalle donne curde, abbiamo un governo che impanica l’opinione pubblica, annuncia che mobiliterà l’esercito perché rischiamo l’invasione nera, ecc.
    ISIS gongola.
    L’ONU interviene e smentisce il nostro governo.
    Figuraccia internazionale.
    Ma siamo pur sempre messi meglio dell’Ucraina.
  • nessuno può portare avanti una guerra senza armi, soldi, energia, risorse umane e queste cose non crescono sugli alberi, possono essere tracciate. Quindi basterebbe tagliare le fonti di approvvigionamento (anche se sono nostri alleati). Se non lo si è fatto è per ragioni politiche, perché si vuole che la gente creda che ci sono solo due opzioni: pacifismo arrendevole o virilismo bellico;
  • finora quale intervento militare è servito a sopprimere il terrorismo islamista (qualunque sia la sua origine e i suoi sponsor)? Se attacchi i terroristi in Libia si sposteranno nel Niger, nel Mali (da lì e dalla Siria sono tornati in Libia, che è casa loro), nel Ciad, nel Sudan. Dall’Iraq sono passati in Siria e poi sono rientrati in Iraq. Dall’Afghanistan sono passati in Pachistan per poi rientrare;
  • gli interventi militari occidentali servono solo a creare martiri nella lotta contro il Grande Male Occidentale: l’idea di mandare oltre 5mila italiani a combattere in Libia è semplicemente folle! L’unica opzione interventista è truppe locali o comunque arabe sotto l’egida ONU e con l’appoggio aereo occidentale (non certo truppe a terra) – niente furbate come l’ultima volta, dove la missione ONU è stata tradita e vilipesa in ogni modo possibile;
  • ISIS E’ UN’ORGANIZZAZIONE MAFIOSA E LA SI COMBATTE COME SI COMBATTE LA MAFIA: Jean-François Gayraud, Divorati dalla mafia. Geopolitica del terrorismo mafioso, 2015. I leader di ISIS hanno agganci nelle alte sfere e sanno che nel mondo post-petrodollaro il controllo dell’energia e dei metalli preziosi resteranno la chiave per conservare il potere: usano il denaro per reclutare gli avidi e la religione per reclutare gli idealisti. L’unica cosa da bombardare sono i pozzi petroliferi che cadono nelle loro mani (in Iraq come in Libia e in Siria: guarda caso si piazzano sempre in zone estrattive o strategiche per il passaggio di gasdotti-oleodotti);
  • Continuiamo a fregarcene delle varie questioni regionali che spingono i giovani all’estremismo (tuareg nel Mali, anarchia in Libia, rivalità tra sciiti e sunniti nel Medio Oriente, disoccupazione/emarginazione);
  • Quante volte dobbiamo commettere lo stesso errore prima di dire “mmmh, in effetti la guerra perpetua potrebbe essere una cazzata”?

La Francia si è rifiutata di intervenire in Libia qualche settimana fa, perché è più saggia di noi.

http://www.leparisien.fr/…/libye-hollande-ecarte-l-idee…

titolo e articolo da blogger o da giornalista?

titolo e articolo da blogger o da giornalista?

http://www.futurables.com/2015/03/01/isis-sion-saud-e-il-gas-idra-fenice-frankenstein-e-vaso-di-pandora/

L’Africa, i diversamente bianchi, i diversamente umani

Twitter [non in italiano]

Verso un mondo nuovo su Facebook [in italiano]

Web Caffè Bookique [in italiano]

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Negli ultimi dieci anni, 6 delle 10 economie a crescita più rapida al mondo erano africane.

ONU – rapporto finale sull’Agenda di Sviluppo Post-2015

Un continente ricchissimo di risorse naturali di ogni genere e di terreni agricoli inutilizzati, giovanissimo, dinamico: l’Africa, assieme al Brasile, è il futuro.

Il suo sviluppo sostenibile sarà garanzia del nostro sviluppo sostenibile. La sua capacità di lasciarsi alle spalle un passato fatto di tribalismi, schiavitù, colonialismo e neocolonialismo economico-finanziario, disuguaglianza e patriarcato sarà la miglior prova del fatto che ci meritiamo un futuro. Gli africani dovranno essere pienamente coinvolti nella gestione del pianeta e considerati come dei nostri pari, con gli stessi diritti alla condivisione delle risorse del pianeta. Su questo pianeta non dovranno più esistere assetti castali, secessioni interne al genere umano che assegnano un trattamento preferenziale a chi ha la pelle più chiara e un conto in banca più cospicuo: slavi, greci e napoletani, per fare alcuni esempi, sono da alcuni (molti leghisti e nordeuropei) considerati meno bianchi degli altri bianchi; i bianchi sotto la soglia di povertà sono grigi e diversi neri benestanti sono “meno neri” degli altri e fanno di tutto per mostrarlo. Le stesse donne bianche sono meno bianche degli uomini bianchi. Ci sono molte persone diversamente bianche. Nessuno dovrebbe essere diversamente umano.

L’immigrato africano è pagato meno e licenziato prima. Se è donna le cose possono andare anche peggio. I suoi figli difficilmente riceveranno un’educazione pari a quella dei loro coetanei bianchi.

La legittimazione di queste forme di discriminazioni ha impedito che, a livello globale, le classi disagiate (bianche e “colorate”) facessero fronte comune, presentassero delle precise rivendicazioni e riuscissero gradualmente a costruire una società meno iniqua e meno feroce.

L’Africa può aiutarci a superare questo impasse, a capire che quando parliamo di extracomunitari stiamo parlando di noi stessi, della comune sorte della specie umana e che battersi per un mondo migliore significa battersi per la pari dignità di tutti gli esseri umani, dato che solo così sarà possibile spianare un po’ la piramide sociale che ci accompagna e vessa almeno dai tempi dei faraoni. Battersi per chi è diverso da noi significa battersi per noi stessi: un mondo in cui le donne, gli omosessuali, i musulmani, i “colorati”, gli animali e l’ambiente nel suo complesso sono tutelati è un mondo migliore per tutti, tranne relativamente pochi milioni di privilegiati che subiranno una perdita di status.

La civiltà umana non sarà completa, non sarà civile e non sarà sostenibile senza l’Africa, senza una classe media africana che guidi il continente e che lo renda protagonista.

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COSA SCRUTIAMO NEL NOSTRO ORIZZONTE?

Tutti, a prescindere dai colori politici, ci siam chiesti,
ha senso la vita nel mondo che appar così balordo?!
Sono necessari innanzitutto ideali virtuosi ed onesti,
con una meta, senza aver l’atteggiamento beffardo!

Prima conosciam la porta che conduce al nostro IO,
che consiste nel saper crescere imparar e cambiare,
rispettando il prossimo, la Terra, per chi crede, DIO.
Solo così avrà un valore esistere, senza vivacchiare!

La chiave non è da ricercare fuori, ma dentro di noi.
se la ritroviam, l’età, le crisi, non faranno più paura!
Si sa, sto mondo è pieno di camaleonti e di avvoltoi
meschini opportunisti, pronti a depredarci con cura!

Molti sono determinati a dirigersi verso la saggezza,
così probabilmente anche i ricordi rimarranno soavi:
ad ogni angolo del mondo vedremo arte e bellezza!
Se ci sarà il premio OK,comunque diverremmo savi.

Son in tanti che “vedono” il nostro futuro su Marte!
Perché piuttosto non cerchiam di rigenerar la Terra,
di farne un giardino che sia davver un opera d’arte,
con una primaria, equilibrata barriera:l’effetto serra.

Perché no, molti sperano in un nuovo rinascimento,
dove,con nuove scoperte scientifiche e con legalità,
con disarmo, ci sia pace, stabilità, pure se a rilento.
I giovani poi han idee che esaltan parte di umanità!

Molti, nonostante la grave crisi non solo economica,
auspican ci sia un rinnovato orizzonte per i loro figli,
con l’acqua del mare (da cui proviene la vita) amica,
e che tenebre degli abissi non occultin fatali “artigli”.

Giorgio Ombrini

I leader occidentali pensano che siete dei colossali imbecilli (è ufficiale!)

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È la seconda volta che Hague [ministro degli Esteri britannico] ha rivolto ad Assad accuse riguardanti armi di distruzione di massa senza essere minimamente in grado di comprovarle

Alex Thomson ‏@alextomo responsabile della corrispondenza all’estero di Channel 4 News

Il regime in Siria … ha armi chimiche, ma non le userebbe nei pressi di Damasco, a 5 km dalla missione degli ispettori ONU che stanno indagando proprio l’uso di armi chimiche. È ovvio che non sono così stupidi da fare una cosa del genere.

Saleh Muslim, leader del Partito dell’unione democratica curda

http://www.reuters.com/article/2013/08/26/us-syria-crisis-kurds-idUSBRE97P0Q520130826?feedType=RSS&feedName=worldNews

Mi trovavo [in Inghilterra] grosso modo due anni prima che iniziassero le ostilità in Siria; ero lì per altre cose, non per la Siria. Ho incontrato dei funzionari inglesi e alcuni sono miei amici che mi hanno informato, sollecitando un mio coinvolgimento, che si stava preparando qualcosa in Siria. In Inghilterra, non negli Stati Uniti. Il Regno Unito preparava l’invasione dei ribelli in Siria.

Roland Dumas, ex ministro degli esteri e capo della diplomazia francese al tempo di Mitterrand
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/06/16/ex-ministro-degli-esteri-francese-uk-e-israele-non-usa-hanno-ordito-linsurrezione-siriana/

middleast

http://www.paopaolo.it/risiko/medioriente.htm

La mia ponderata valutazione dei recenti eventi siriani: chiunque creda che Assad, che stava per ricevere il cavalierato britannico per mano di Tony Blair e che sta vincendo la guerra civile, abbia effettuato un attacco massiccio con armi chimiche contro donne e bambini, proprio sotto il naso degli osservatori delle Nazioni Unite da lui stesso invitati, mentre questi si trovavano a pochi chilometri dal luogo dell’attacco, sapendo che ciò fornirà un casus belli alla NATO e a Israele è UN IDIOTA XXXL ed è pregato di non insozzare/contaminare/contagiare con la sua imbecillità questo blog. VADE RETRO!

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/06/14/scemo-e-piu-scemo-alla-campagna-di-siria-ovvero-scemo-di-guerra/

NOTA BENE SU TONY BLAIR: è a favore del golpe egiziano ed è a favore dell’intervento armato in Siria

http://www.theguardian.com/world/2013/aug/26/tony-blair-intervention-syria

IL PRECEDENTE DEL VIETNAM

Era falso il pretesto dell’incidente del Tonchino che ha dato l’avvio alla guerra del Vietnam. Come è stato accertato dalla consultazione dei Pentagon Papers del 1964, l’attacco alla nave americana Maddox fu una simulazione degli stessi americani o la versione autoassolutoria di un comandante entrato nel panico alla vista di alcune navi vietnamite. Ed era ipocrita perché nessuna minaccia navale vietnamita avrebbe potuto confrontarsi con la potenza americana. Tuttavia il presidente Lyndon Johnson non esitò a usare il pretesto per una escalation militare che finirà in tragedia nazionale.

Il manifesto del 25/08/2013

IL PRECEDENTE DEL KOSOVO

Il contesto geopolitico del Kosovo nel 1999 e quello della Siria del 2013 sono molto diversi, non dobbiamo ricorrere ad iniziative temerarie e bellicose come nel 2003.

Zbigniew Brzezinski

Il testo di Rambouillet, che chiedeva alla Serbia di ammettere truppe NATO in tutta la Jugoslavia era una provocazione, una scusa per iniziare il bombardamento

Henry Kissinger, Daily Telegraph, 28 giugno 1999.

http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/un-po-di-chiarezza-sullintervento-in.html

Penso che i termini imposti a Milošević a Rambouillet fossero assolutamente intollerabili; come avrebbe mai potuto accettarli? Fu una scelta deliberata

John William Gilbert, ministro della difesa inglese

http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/un-po-di-chiarezza-sullintervento-in.html

DICHIARAZIONI DI ESPERTI SCETTICI SUL RECENTE, PRESUNTO USO DI ARMI CHIMICHE IN SIRIA

http://www.trooth.info/troomla/syria/6240-experts-doubt-syrian-chemical-weapons-claims

CHI HA USATO ARMI CHIMICHE IN SIRIA?

In Siria, c’è un’unica fazione che è seriamente sospettata di aver fatto uso di armi chimiche, e non è quella governativa:

http://www.reuters.com/article/2013/05/05/us-syria-crisis-un-idUSBRE94409Z20130505

http://www.presstv.ir/detail/2013/01/30/286331/ukqatari-plot-against-syria-revealed/

http://abcnews.go.com/blogs/headlines/2013/04/israel-accuses-syria-of-using-chemical-weapons-probably-sarin/

http://www.bbc.co.uk/news/world-middle-east-22424188

CHI SPARA SUGLI ISPETTORI ONU?

http://english.al-akhbar.com/content/un-begins-probe-damascus-chemical-attack

CHI HA AIUTATO SADDAM HUSSEIN A USARE ARMI CHIMICHE CONTRO L’IRAN?

http://www.foreignpolicy.com/articles/2013/08/25/secret_cia_files_prove_america_helped_saddam_as_he_gassed_iran#.Uhr0KibDjjY.twitter

sessoepotere

SALVIAMO VITE UMANE DISTRUGGENDO UN PAESE

Se la giustificazione di un’azione militare occidentale è quello di prevenire ulteriori morti, l’invasione dell’Iraq ha portato all’uccisione di centinaia di migliaia di innocenti

http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_d%27Iraq#Il_totale_dei_morti_e_gli_studi_di_.22The_Lancet.22

L’IMPEACHMENT DI OBAMA

Obama non vuole concedere tempo a una missione ONU. Lo stesso comportamento di Bush al tempo dell’invasione dell’Iraq e non c’è una singola ragione credibile che spieghi perché, improvvisamente, gli ispettori ONU non debbano più servire a nulla – questo non è solo un attacco alla Siria, è l’ennesimo attacco all’ONU

http://berkeley.edu/news/media/releases/2004/03/18_blix.shtml

Tra 10 anni l’ONU sarà ancora lì, la NATO e Israele probabilmente no.

Obama sa che rischia l’impeachment e per questo ha intenzione di consultare il Senato prima di intraprendere ogni iniziativa, per pararsi il didietro (il che dimostra che resta contrario a questa guerra). I neocon sanno che dopo un impeachment la strada sarà spianata per l’Iran, che è il vero obiettivo.

http://blogs.rollcall.com/goppers/obama-will-consult-congress-on-syria/

Solo il 9% degli americani pensa che Obama debba intervenire in Siria

http://www.reuters.com/article/2013/08/25/us-syria-crisis-usa-poll-idUSBRE97O00E20130825

Situazione perfetta per un impeachment e l’avvento di un vero e proprio stato di polizia

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/04/23/reichstag-o-golfo-del-tonchino-tutti-e-due-un-ripassino-sul-futuro-delloccidente/

Ma quello di cui i neocon non hanno tenuto conto è che il risultato della loro trappola porterà piuttosto ad un nuovo 1968 che, sulla scia degli indignati e per lo sdegno della repressione violenta, si trasformerà in un 1789. 

COM’È ANDATA A FINIRE IN LIBIA?

Le autorità libiche hanno ammesso di non disporre di mezzi sufficienti per condurre le indagini e per proteggere i testimoni da bande e miliziani armati, che continuano a spadroneggiare.

http://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/stati/libia/2013/08/08/Libia-Hrw-almeno-51-omicidi-politici-dopo-caduta-Gheddafi_9132542.html

COME PROCEDONO LE COSE IN EGITTO?

L’esercito egiziano recluta predicatori islamisti per convincere i soldati che uccidere civili musulmani egiziani è cosa buona e giusta

http://www.nytimes.com/2013/08/26/world/middleeast/egypt.html?smid=tw-share&_r=0

la cantante egiziana Shirine Abdelouahab fischiata e contestata in Marocco per il suo appoggio al golpe

http://www.h24info.ma/maroc/faits-divers/pro-sissi-la-chanteuse-shirine-sifflee-tetouan

Non credo che le forze occidentali abbiano calcolato attentamente le conseguenze di quello che hanno scatenato dando il loro benestare al Pinochet egiziano

PERCHÉ TUTTO QUESTO?

La nuova forma di imperialismo è il debito, ed è realizzato attraverso la finanza. La forza militare è il piano B, una soluzione di ripiego, ma lo strumento più utilizzato è l’imperialismo economico, l’economia…

John Perkins

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/08/21/la-tragedia-egiziana-quella-europea-quella-globale-confessioni-di-un-sicario-della-democrazia-e-delleconomia/

Italian Premier Enrico Letta in Kabul ++ rpt ++
E L’ITALIA, IN TUTTO QUESTO?

ALLA GUERRA, ALLA GUERRA!

Tagli alla Difesa italiana? Non pervenuti. Anzi, quest’anno i fondi per l’acquisto di armamenti aumentano in modo clamoroso rispetto al 2012: complessivamente saranno 5,5 miliardi di euro, grazie al contributo del ministero dello Sviluppo Economico che mette a disposizione 2.182 milioni per comprare sistemi militari.

Lo rivela un’inchiesta sul numero de “l’Espresso” in edicola da venerdì 23 agosto.

Gran parte di questi soldi servono per finanziare l’acquisto dei caccia europei Eurofighter. Mentre si discute dei costi del Lockheed F-35 – stimati in 12 miliardi di euro – si scopre che il preventivo per gli Eurofighter italiani ha superato ogni record: il documento ufficiale indica in 21,1 miliardi di euro la spesa per questi aerei.

Non solo: il prezzo risulta aumentato di ben 3 miliardi rispetto alla previsione formulata lo scorso anno, che si fermava a 18,1 miliardi. Nel corso del 2013 soltanto per comprare gli Eurofighter il ministero Sviluppo Economico spenderà 1182 milioni di euro, mentre quello della Difesa sborsa mezzo miliardo per gli F-35.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/intanto-letta-compra-armi/2213628

COME ANDRÀ A FINIRE?

Male, per noi, che siamo quelli col cappello nero, quelli che alla fine le buscano.

Inizierà tutto con attacchi mirati, per “far capire ad Assad che la NATO non scherza”. Questa è la linea d’azione consigliata dal senatore McCain e dal Council on Foreign Relations (un think tank reazionario immensamente influente, purtroppo, tanto da aver trovato spazio sulla Repubblica, un quotidiano sempre più incresciosamente schierato dalla parte della destra più psicopatica).

Pensano di risolvere la questione come hanno fatto con la Serbia in Kosovo. Non si rendono conto che dall’altra parte c’è un esercito di veterani temprati dalla guerra civile, che lotta per il suo paese contro gli jihadisti, armato e consigliato da russi e iraniani

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/09/13/lo-scontro-di-civilta-ce-lavete-nel-cervello-e-sono-le-teste-che-vanno-cambiate-prima-di-tutto/

Omaggio ad Ahmadinejad – le parole che nessun politico italiano pronuncerà mai

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https://twitter.com/stefanofait

Rohani è stato definito “moderato” e “ragionevole” dalla stampa italiana. Le sue prime dichiarazioni:
1. Sanzioni ingiuste e ingiustificate;
2. Iran non sospenderà l’arricchimento dell’uranio;
3. Negoziati con gli Usa a condizione che riconoscano i diritti legittimi dell’Iran;
4. Iran contrario a ingerenze straniere in Siria;

Non vedo, francamente – e me ne compiaccio -, alcuna differenza rispetto al “grande demone” Ahmadinejad: l’uomo che ha promosso la causa della sovranità e dignità palestinese, che ha difeso il welfare, che voleva sviluppare l’economia iraniana, modernizzare il paese, ottenere una condanna delle politiche di Israele da parte delle Nazioni Unite, promuovere le donne in politica ai più alti incarichi, riformare le Nazioni Unite, contenere i costi della politica, denunciare i complotti della NATO e di Israele in Medio Oriente:
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/06/16/ex-ministro-degli-esteri-francese-uk-e-israele-non-usa-hanno-ordito-linsurrezione-siriana/
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/31/loccidente-e-la-destabilizzazione-della-siria-1957-2011-articolo-del-guardian/

…già, CHE SCHIFO!

 Ahmadinejad è stato accusato di populismo. Negli ultimi 40 anni, chiunque desideri fare qualcosa per i cittadini (es. investire in infrastrutture e in programmi di welfare) e arginare il potere delle oligarchie è condannato come populista dalle “democrazie” occidentali e dai loro media. L’Occidente è diventato una parodia orwelliana: la guerra (umanitaria) è pace, la schiavitù (flessibilità/precariato) è libertà, l’ignoranza (propaganda dei media) è forza, la democrazia è populismo, l’oligarchismo è democrazia e va esportato con la forza.

Ahmadinejad non ha mai dichiarato che l’Iran avrebbe distrutto Israele: si è limitato ad osservare che, continuando così, il sionismo avrebbe causato la sua distruzione, il che dovrebbe essere evidente a tutti e sottoscritto da tutte le persone che non hanno perso la bussola morale [«… questo regime occupante Gerusalemme è destinato a scomparire dalla pagina del tempo… » – «…per quanto concerne le atrocità israeliane nei territori occupati, il regime criminale che sta sfruttando la ricchezza dell’oppressa nazione palestinese e sta uccidendo innocenti da 60 anni, ha raggiunto la sua fine e sparirà dalla scena politica…» – chi non è d’accordo è meglio che si domandi quale sia la misura del lavaggio del cervello che ha subito].
È un ingegnere forse di discendenza ebraica persiana che ha evitato di creare un culto della personalità intorno a lui (Obamamania), è stato sindaco di Tehran (Obama diviene presidente senza l’esperienza necessaria a guidare la superpotenza egemone), usa i proventi petroliferi per varare una serie di programmi per aiutare disoccupati e giovani coppie (Obama ha salvato le banche zombie). Ha condotto una vita sobria (ogni tour di Obama costa decine di milioni di dollari).
Il suo slogan elettorale è “è possibile e possiamo farlo” (yes we can), si è battuto per eliminare il potere di veto delle grandi potenze sulle decisioni che riguardano l’intera umanità, ha promosso il legittimo e legale programma atomico civile iraniano a dispetto di sanzioni internazionali (che erano e restano illegali e un giorno saranno considerate un crimine contro l’umanità, come l’infame embargo all’Iraq). Ha continuato a finanziare Hezbollah (ritenuto un’organizzazione terroristica da quelle nazioni che si rifiutano di condannare le azioni terroristiche di Israele). Ha cercato di indebolire il potere dei conservatori in Iran e, per questo, lui ed i suoi fedelissimi sono diventati il bersaglio di una campagna prima denigratoria e poi giudiziaria per stroncare ogni prospettiva che un “Ahmadinejadista” arrivi di nuovo al potere. Ha fatto eleggere ad alti incarichi il maggior numero di donne nella storia dell’Iran (o della storia italiana). Nei confronti delle proteste di piazza non si è comportato diversamente da Erdogan, che non pare aver perso il sostegno delle democrazia occidentali, e meglio del governo del Bahrein o dello Yemen, alleati di ferro dell’Occidente.

Per tutte queste ragioni, la demonizzazione di Ahmadinejad da parte di governi alleati delle teocrazie e monarchie assolutiste del Golfo Persico e di Israele è una delle grandi infamie del nostro tempo.

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L’Occidente non ha voluto ascoltare questo discorso, rivolto da Ahmadinejad all’assemblea delle Nazioni Unite. Se omettessi di dire che sono le sue parole, qualcuno potrebbe credere che siano uscite dalla bocca di papa Francesco, o di un segretario generale dell’ONU più coraggioso ed indipendente degli altri.
Ora che la vendetta degli ayatollah si sta per abbattere su chi ha osato sfidarli
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Iran-Ahmadinejad-a-novembre-in-tribunale-per-denuncia-presidente-parlamento_32305219693.html

mi pare il momento opportuno per riproporre questo splendido appello all’umanità, che rimane tale a prescindere da ciò che uno possa pensare dell’ex presidente iraniano (giudizi non certo immuni dalla pesante ed unilaterale cappa mediatica occidentale).

“Le culture originali e preziose che sono l’esito di secoli di sforzi e sono il punto d’incontro dell’amicizia degli uomini e dei popoli e sono motivo di varietà e di ricchezza culturale e sociale sono minacciate ed in via di estinzione.
Con l’umiliazione e la distruzione sistematica delle identità culturali si propina alla gente un tipo di vita senza identità personale e sociale.
Le masse popolari non hanno mai desiderato fare conquiste ed ottenere con la guerra ricchezze mitiche. I popoli non hanno divergenze, non hanno avuto nessuna colpa nei fatti amari della storia, sono stati solo ‘le vittime’.
Io non credo che le masse musulmane, cristiane, ebraiche, induiste, buddiste ed ecc… abbiano dei problemi fra di loro. Loro si amano facilmente, vivono in una atmosfera di amicizia, e vogliono tutti purezza giustizia ed affetto.
In generale le richieste dei popoli sono sempre state positive e l’aspetto comune tra di loro, è la loro propensione per istinto verso la bellezza e le virtù divine ed i valori umani.
È giusto dire quindi che la responsabilità dei fatti amari della storia e delle condizioni inconvenienti di oggi, è della gestione del mondo e dei potenti del mondo che hanno venduto l’anima a Satana.
L’ordine mondiale di oggi è un ordine che ha le sue radici nel pensiero anti-umano dello schiavismo, nel colonialismo vecchio e nuovo, ed è responsabile della povertà, della corruzione, dell’ignoranza, dell’ingiustizia e della discriminazione diffusa in tutte le parti del mondo.
La gestione attuale del mondo ha delle caratteristiche ed io ne voglio citare qualcuna.
Primo: è basata sul pensiero materiale e per questo non sente il dovere di rispettare i principi morali.
Secondo: è basato sull’egoismo, l’inganno e l’odio.
Terzo: effettua una classificazione degli uomini, umilia certi popoli, usurpa i diritti di altri ed è basata sul dominio.
Quarto: è alla ricerca della diffusione del dominio attraverso l’intensificazione delle divisioni e delle divergenze tra i popoli e le nazioni.
Quinto: cerca di concentrare nelle mani di pochi paesi il potere, la ricchezza, la scienza e la tecnologia umana.
Sesto: l’organizzazione politica dei centri principali del potere mondiale, è basata sul dominio e sulla forza che un paese ha e che è superiore a quella di altri paesi. Gli enti internazionali pertanto sono centri per acquisire potere, ma non per creare pace e servire tutti i popoli.
Settimo: il sistema che domina il mondo è discriminatorio e basato sull’ingiustizia.
Come deve essere il nuovo ordine mondiale?
Amici e colleghi cari!
Cosa bisogna fare? Qual’è la soluzione? Non c’è dubbio che il mondo ha bisogno di nuovo pensiero e nuovo ordine. Un ordine in cui:
1- L’uomo venga riconsiderato la più eccelsa creatura divina e ad esso venga riconosciuto il diritto di avere una vita caratterizzata da aspetti sia materiali che morali e venga riconosciuto il valore elevato della sua anima e venga riconosciuta legittima la sua propensione istintiva alla giustizia ed alla verità.
2- Invece dell’umiliazione e della classificazione degli uomini e delle nazioni, si pensi alla rinascita della dignità e del carattere sacro dell’uomo.
3- Si cerchi di creare, in tutto il mondo, pace, sicurezza stabile e benessere.
4- La nuova struttura venga costruita sulla base della fiducia e dell’amore tra gli uomini, si cerchi di avvicinare i cuori, le menti, le mani ed i governanti imparino ad amare la gente.
5- Venga applicato un unico standard nelle leggi e tutti i popoli vengano presi in considerazione alla pari.
6- Coloro che gestiscono il mondo si sentano al servizio della gente e non superiori alla gente.
7- La gestione venga considerato un incarico sacro affidato dalla gente alle persone e non una opportunità per arricchirsi.
Come si realizza il nuovo ordine?
Signor Segretario, Signore e Signori!
– Un ordine del genere può realizzarsi senza la cooperazione di tutti alla gestione del mondo?
– È chiaro che queste speranze avranno una probabilità per avverarsi solo quando tutte le nazioni inizieranno a pensare in dimensione internazionale e saranno seriamente decise a partecipare all’amministrazione del mondo.
– Con l’aumento del livello di consapevolezza, ci sarà sempre una maggiore richiesta per una nuova gestione del mondo.
– Questa è l’era dei popoli e la loro volontà sarà determinante per il domain del mondo.
Pertanto è degno un impegno collettivo in queste direzioni:
1) Fare affidamento al Signore ed opporsi con tutta la forza alle ambizioni ed a coloro che vogliono più di quanto spetta loro per isolarli ed indurli a rinunciare al vizio di voler decidere al posto dei popoli.
2) Credere nell’aiuto divino e cercare di compattare ed avvicinare le comunità umane. I popoli ed i governi eletti dai popoli devono credere fermamente nelle proprie capacità e devono avere la forza per lottare contro il sistema ingiusto vigente e difendere i diritti umani.
3) Insistere nell’applicazione della giustizia in tutte le relazioni e rafforzare l’unità e l’amicizia, ampliare le relazioni culturali, sociali, economiche e politiche nell’ambito delle ong e delle organizzazione specializzate, in modo da preparare il terreno fertile per l’amministrazione collettiva del mondo.
4) Riformare la struttura dell’Onu sulla base degli interessi di tutti ed il bene del mondo intero. Bisogna ricordare che l’Onu appartiene a tutti i popoli e per questo discriminare i membri è una grande offesa alle nazioni. L’esistenza di differenze, vantaggi, diritti e privilegi non può essere accettabile, in nessuna forma ed in nessuna misura.
5) Cercare di produrre leggi e strutture basate sempre più sulla letteratura dell’amore, della giustizia e della libertà. L’amministrazione collettiva del mondo è una garanzia per la pace stabile”.
http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/113960-onu-ahmadinejad-propone-nuovo-rinascimento,-%E2%80%98ricollocate-al-centro-dell%E2%80%99universo-l%E2%80%99uomo-e-la-sua-dignit%C3%A0%E2%80%99-discorso-completo

La nostra capacità di costruire un mondo migliore – Buon Natale

 

dominique-de-villepin

In questo tempio delle Nazioni Unite, noi siamo i guardiani di un ideale, noi siamo i guardiani di una coscienza. La pesante responsabilità e l’immenso onore che sono i nostri, ci devono portare a dare la priorità al disarmo nella pace. Ed è un vecchio paese, la Francia, di un vecchio continente come il mio, l’Europa, che ve lo dice oggi, che ha conosciuto le guerre, l’occupazione, la barbarie. Un paese che non dimentica e che sa tutto ciò che deve ai combattenti della libertà venuti dall’America e altrove. E che tuttavia non ha smesso di restare in piedi di fronte alla Storia e di fronte agli uomini. Fedele ai suoi valori, esso vuole agire risolutamente con tutti i membri della comunità internazionale. Esso crede nella nostra capacità di costruire un mondo migliore.

Dominique de Villepin, discorso pronunciato all’ONU contro la guerra all’Iraq, il 14 febbraio 2003.

Un classico senza tempo: l’abbinamento armi di distruzione di massa – guerra umanitaria

USS Eisenhower Battlegroup 01

Tutto questo ricorda tristemente il preludio all’invasione dell’Iraq e la circolazione di storie inventate di sana pianta da Blair, Bush e dalle fazioni pro-intervento irachene, mentre l’opposizione a Saddam contraria alla guerra fu emarginata. C’è stata la grande menzogna delle armi di distruzione di massa, ma anche quella dei soldati iracheni che strappavano i bambini dalle incubatrici e quella che Saddam Hussein usava delle macchine per tritare le persone. Il giornale di Murdoch, The Sun, si vantò: “L’opinione pubblica cominciò ad appoggiare Tony Blair quando gli elettori appresero che i dissidenti venivano buttati da Saddam Hussein nei trituratori industriali”. Quelli che vogliono un intervento “umanitario” NATO in Siria dicono che la Siria non è l’Iraq. Hanno ragione: la Siria sarà molto peggio. Devono dirci che cosa accadrà alle 25 minoranze etniche e religiose della Siria, tra cui il 10% di cristiani 10% ed il 10% di alawiti, se alcuni esponenti del clero fondamentalista che gode dei favori di Qatar ed Arabia Saudita arriveranno al potere. Oppure ai milioni di donne siriane, che hanno molti più diritti delle donne saudite. Oppure ai rifugiati iracheni in Siria.

http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2012/jul/03/military-intervention-syria-disastrous-people

C’è un’evidente escalation in corso. Russi e Americani hanno organizzato un incontro fuori programma sulla Siria. Nei giorni scorsi Lavrov ha incontrato anche Erdogan e l’opposizione siriana nonviolenta (National Coordination Committee) che è stata messa fuori gioco dall’Occidente quando ha riconosciuto solo l’opposizione armata (composta in buona parte da mercenari stipendiati da Arabia Saudita e Qatar). Nel frattempo l’Onu ha evacuato il suo “personale non essenziale” dalla Siria. I missili patriot (assieme a 400 soldati tedeschi) sono in arrivo in Turchia per “difenderla” da un eventuale attacco siriano. La Russia ha replicato promettendo che la Siria riceverà i suoi Iskander. La USS Eisenhower è arrivata al largo delle coste siriane il 5 dicembre. È in compagnia della USS Iwo Jima “Amphibious Ready Group”, con 2500 marines pronti a sbarcare: “Se gli Stati Uniti decidessero di intervenire militarmente in Siria, ora avrebbero a disposizione 10.000 uomini, 17 navi da guerra, 70 caccia-bombardieri, 10 cacciatorpediniere e fregate”.

http://rt.com/usa/news/us-eisenhower-syria-military-369/

“Obama ha anche autorizzato lo schieramento nell’area degli aerei da controllo elettronico Awacs, un fatto che in genere prelude al lancio di massicce operazioni aeree. Il 23 novembre, invece, come annunciato pochi giorni prima, sono giunte al largo della Striscia di Gaza alcune delle più importanti unità della flotta russa del Mar Nero, che comprendono l’incrociatore lanciamissili Moskva, il caccia Smetlivy, le unità da sbarco Novocherkassk e Saratov, oltre al rifornitore di squadra Ivan Bubnov e al rimorchiatore MB-304, in attuazione di una decisione assunta dal governo russo l’11 novembre…i “ribelli” siriani hanno distrutto una delle tre principali stazioni radar siriane, nota come M-1, posizionata nel sud del Paese, a copertura del confine con Israele, Giordania ed Arabia Saudita, oltre che del Libano meridionale, l’area presidiata dal movimento filo-siriano shiita Hezbollah: un evidente regalo allo Stato ebraico, oltreché alle forze aeree occidentali che potranno così operare indisturbate dalle basi aeree giordane e saudite.
http://www.clarissa.it/editoriale_n1869/Palestina-Siria-e-Iran-le-crisi-mediorientali-si-collegano

Pensavo che ormai avrebbero atteso la primavera per farla scoppiare, invece pare che la guerra sia ormai dietro l’angolo. Forse attaccheranno, simbolicamente, proprio il 21/12/2012, per sfoggiare la loro miglior faccia di bronzo sbeffeggiando milioni di persone?

Lo stesso giorno dell’arrivo della USS Eisenhower [il primo presidente americano a denunciare pubblicamente i poteri forti – vendetta postuma con affondamento-casus belli?] una fonte anonima informa i media occidentali che le truppe di Assad stanno solo aspettando l’ordine per usare le armi chimiche contro i loro concittadini:

http://worldnews.nbcnews.com/_news/2012/12/05/15706380-syria-loads-chemical-weapons-into-bombs-military-awaits-assads-order?lite%3Focid=twitter

Questo perché, sostengono (ma senza fornire alcuna prova a sostegno di nessuna delle loro tesi – e il Pentagono li ha successivamente smentiti), il regime è disperato e disposto a tutto.

A me pare che quando degli insorti (e mercenari) ricorrono alle autobombe contro i civili non diano prova di essere sul punto di vincere – né di avere particolarmente a cuore il bene dei propri concittadini –, ma semmai di grande debolezza e frustrazione.

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/10/04/cuscinetto-o-scherzetto-una-delle-guerre-piu-annunciate-ed-odiate-della-storia/

Non è certamente quello il modo di conquistare i favori della popolazione: è più probabile che rafforzi il regime.

Tanto più che la stessa amministrazione Obama sta per riclassificare alcune fazioni dei ribelli come formazioni terroristiche, perché non hanno riconosciuto come legittimo il nuovo leader, un ex lobbista della Shell (il che già ci fa capire che la Siria post-Assad sarebbe una violenta terra di nessuno come la Libia)

http://rt.com/politics/reality-threat-russian-diplomat-410/

Obama, decidendo di attaccare la Siria con il pretesto delle armi chimiche, sembrerebbe fare il gioco dei neocon, che non sono neppure particolarmente creativi: a distanza di anni usano le stesse argomentazioni e gli stessi slogan. A voi l’utile raffronto:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/21/iraq-2002-iran-2012/

Robert Fisk sulla menzogna delle armi di distruzione di massa e su chi le ha usate per la prima volta in Medio Oriente (gli inglesi, nel Sinai, nel 1917), su chi le ha fornite a Saddam Hussein (USA e Germania) e su chi ha suggerito a Saddam Hussein di incolpare l’Iran del loro uso (CIA).

Fisk è uno dei pochi giornalisti mainstream ancora capaci e disposti a compiere il loro dovere.

Quando uno constata che in decine di servizi giornalistici televisivi locali e nazionali negli USA la stessa notizia è riportata esattamente allo stesso modo, con le stesse identiche parole, dovrebbe cominciare a sospettare che qualcosa non va nel mondo dell’informazione (propaganda):

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/04/04/linformazione-in-america-in-canada-ed-in-australia-per-chi-ancora-crede-nel-giornalismo-e-nella-democrazia/

E così, ancora una volta, come in Iraq, come in Libia, come in Iran, le care vecchie armi di distruzione di massa sono sempre in voga. Ancora una volta, non esiste alcuna prova certa che i media dicano il vero. Sull’Iraq e la Libia ora sappiamo che mentivano:

http://sostenibile.blogosfere.it/2011/02/confessa-lesule-iracheno-che-invento-la-storia-delle-armi-biologiche-di-saddam-hussein.html

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/21/menzogne-sulla-libia-preludio-alle-menzogne-sulla-siria/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/09/libia-missione-compiuta-sotto-a-chi-tocca-pachistan-siria/

In cambio sappiamo che va tutto bene se le armi chimiche le usano gli statunitensi (Falluja, Iraq):

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/11_Novembre/07/falluja.shtml

o gli israeliani (Gaza):

http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1704

Sia come sia, ci si prepara all’imposizione di una no-fly zone

http://www.theaustralian.com.au/news/world/allies-weigh-syria-no-fly-zone-and-special-forces/story-fnb64oi6-1226530760318

Mentre i media israeliani chiedono che Israele e Turchia intervengano in Siria a sostegno dei siriani, nella convinzione che i Russi non reagiranno (folli!):

http://www.jpost.com/Opinion/Op-EdContributors/Article.aspx?id=294336

La Russia aveva già avvertito che mentre sulla Libia aveva ceduto, non è disposta a farlo sulla Siria:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/04/11/la-russia-si-muove-cosa-succedera-ai-nostri-ragazzi-in-afghanistan/

La Siria non è la Libia” ha dichiarato Lavrov a Bruxelles il 4 dicembre, aggiungendo che servono prove certe prima di accusare chicchessia di preparare un attacco chimico, tenuto conto del fatto che le precedenti accuse sono state smentite:

http://rt.com/politics/syria-russia-chemical-weapons-nato-lavrov-314/

Quindi ci troveremo in pieno inverno in guerra col nostro maggior fornitore di gas. Brillante!

In più, con migliaia di nostri soldati accerchiati in Afghanistan, senza alcuna via di fuga. Brillantissimo!

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/10/26/il-generale-custer-e-il-nostro-contingente-in-afghanistan/

Anche se fosse legittima, non possiamo permetterci questa guerra. Il fronte interno è già stato abbattuto dall’austerità, disoccupazione e miseria prima ancora di cominciare la guerra. È una follia.

I nostri politici, verosimilmente, ci porteranno comunque in guerra:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/18/il-senatore-della-repubblica-e-la-questione-siriana/

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IL NOTO PRECEDENTE

Il sistema delle alleanze viene “attivato”: l’estate del 1914

– attentato all’arciduca d’Austria a Sarajevo.

– ultimatum dell’Austria alla Serbia

– l’Austria dichiara guerra alla Serbia

– la Russia, alleata della Serbia, mobilita immediatamente l’esercito lungo tutto il confine ovest.

– ultimatum della Germania alla Russia (perché sospenda la mobilitazione)-respinto

– la Germania dichiara guerra alla Russia

– La Francia mobilita le forze armate (trattato di reciproco aiuto con Russia)

– la Germania dichiara guerra alla Francia

– la Germania invade il Belgio (paese neutrale) come previsto dal piano Schlieffen

– La violazione della neutralità e l’attacco a uno stato affacciato sulla manica provocano la reazione della Gran Bretagna

– La Gran Bretagna dichiara guerra alla Germania

– il Giappone dichiara guerra alla Germania

– la Turchia interviene a fianco degli imperi centrali

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CONSEGUENZE

Il Pentagono prevede che la no-fly zone richiederebbe settimane di bombardamenti e causerebbe la morte di un considerevole numero di civili (vast numbers of civilians) anche perché le difese antiaeree di fabbricazione russa sono nei pressi di centri abitati: la Siria non è il deserto libico:

http://www.nytimes.com/2012/03/12/world/middleeast/us-syria-intervention-would-be-risky-pentagon-officials-say.html?_r=1

Bush, Cheney e gli altri hanno rinunciato ad attaccare l’Iran nel 2006-2007 perché i Russi avevano fatto capire che non sarebbero stati a guardare. Per qualche ragione – incombente esplosione di un’altra bolla speculativa? – ora sembra che la NATO ed Israele vogliano andare fino in fondo. Il vecchio giochino del mettere la Russia contro la Cina non funziona più: sono alleati e non si faranno mettere all’angolo. La Russia si sta occupando del fronte eurasiatico, la Cina vigila sul fronte pacifico (nuova portaerei, nuovi cacciabombardieri)

http://fanuessays.blogspot.it/2011/11/terza-guerra-mondiale-scacchiera-pezzi.html

Se il trucco delle armi di distruzione di massa non funziona, NATO ed Israele resteranno completamente isolati:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/08/05/il-voto-sulla-siria-spacca-lonu-e-contrappone-nato-e-brics-nigeria-e-pakistan/

Israele e USA stanno approntando un grande rifugio antiatomico in Israele, denominato 911 (11 settembre!!!) che sarà terminato nel 2014

http://articles.washingtonpost.com/2012-11-28/world/35508382_1_israeli-air-force-corps-base

quindi immagino si aspettino un attacco nucleare, dalla Russia o dall’Iran, entro quella data:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/24/e-se-liran-avesse-gia-latomica-osservazioni-sconvenienti-sullarmageddon-che-verra/

Non penso si rendano conto del fatto che, dopo la primavera araba, la conseguenza più probabile sarà l’avvento di una lega di popoli arabi e musulmani schierata con Cina e Russia e contro le oligarchie arabe filo-occidentali ed autoritarie.

Ma l’immensa idiozia è stata quella di usare la strategia del divide et impera all’interno della NATO, mettendo uno stato contro l’altro, PIIGS contro Nord Europa, aree separatiste contro stati-nazione. Per realizzare un maggior controllo in vista delle grandi crisi hanno continuato a sacrificare pedine ed ora la NATO (come l’Unione Europea) è sul punto di collassare.

L’unica cosa che possiamo fare è avvertire la gente e sperare che si mobiliti contro questa guerra come l’ha fatto contro quella del Vietnam.

Matteo Renzi su Israele, i Territori Occupati e l’Iran

Renzi-e-Shalom

Nel governo Renzi ho potuto riscontrare un approccio molto positivo, amichevole nei confronti di Israele… Se vogliamo parlare di primo “test” per il governo Renzi, direi che il risultato da parte nostra è assolutamente positivo.

Naor Gilon, ambasciatore israeliano a Roma

http://www.huffingtonpost.it/2014/08/05/gilon-ambasciatore-israeliano-roma_n_5652180.html

«Io non sono così sicuro che bisogna per forza votare sì [sul riconoscimento ONU della Palestina]. Non è solo il governo italiano a mostrarsi titubante, lo sono anche gli inglesi ed altri….Non sono d’accordo con Bersani sul fatto che la centralità di tutto sia il conflitto israelo-palestinese. Il problema è generale di tutta l’area del Medio Oriente. E al centro c’è l’Iran. Dobbiamo noi Europa per primi ascoltare il grido di dolore delle ragazze di Teherhan. Se non risolviamo lì, non risolviamo il conflitto israelo-palestinese. A Gaza cosa c’è scritto, infatti? ‘Grazie Theran’. L’Europa non deve lasciare la questione Iran soltanto agli Usa: è quella la madre di tutta le battaglie nel Medio Oriente….»

Matteo Renzi

http://www.corriere.it/politica/speciali/2012/primarie-centrosinistra/notizie/28-11-tg1-renzi-bersani_dbac09ee-3999-11e2-8eaa-1c0d12eff407.shtml

“Talvolta Israele eccede nella difesa, e dobbiamo dirlo, ma è tempo che la sinistra pronunci parole inequivocabili sul diritto di Israele di vivere senza minacce”.

Matteo Renzi

http://www.agenpress.it/index.php?option=com_content&view=article&id=6480:primarie-cs-renzi-discutiamo-su-come-rimettere-in-moto-la-crescita-nostro-orizzonte-terza-via&catid=7:notizia-principale&Itemid=106

Pierluigi Battista scrive sul Corsera: “Ma è abbastanza impressionante notare che mentre Bersani auspica che l’Onu, malgrado le perplessità dell’America di Obama e della Gran Bretagna, riconosca la Palestina anche in assenza di uno Stato palestinese, Renzi invece abbia ricordato la repressione che sta schiacciando i giovani dell’Iran e sta massacrando la rivolta nella Siria di Assad. Ed è impressionante che la radice del conflitto non sia generazionale, come pure è affiorato con la polemica sulla rottamazione scatenata da Renzi, ma culturale. Due sinistre, una che è sempre stata in maggioranza negli ultimi decenni, un’altra che finora è apparsa minoritaria ed esile (Fassina che ha quantificato al «2 per cento» la linea di Ichino, che invece al primo turno ha avuto il 35 per cento dei consensi) e che in Renzi ha trovato lo sdoganatore.

Chi vincerà, incarnerà un modello completamente opposto a quello del competitore. Come dovrebbe accadere tra schieramenti diversi, ma che in Italia accade all’interno dello stesso schieramento. E chi perderà? Dovrà accettare lealmente la sconfitta, ma con un senso di grande distanza dal vincitore. Una storia che non finisce domenica, perché ha cambiato radicalmente il Pd

http://www.matteorenzi.it/rassegna-stampa/22-stampa/545-bersani-renzi-due-idee-di-italia-e-di-partito-una-storia-che-ha-cambiato-il-pd

Un governo mondiale per porre fine alle guerre?

http://it.wikipedia.org/wiki/Equilibrium_%28film%29


C’è un
a piccola, semplice domanda che vorrei rivolgere a tutti coloro che vorrebbero trasformare la pace salutare ed umana che speriamo di avere in Europa in una pace di ferro imposta da un internazionalismo militarizzato. Vorrei, in particolare, porre questa domanda a chi si dichiara, come faccio io, liberale. Se questa persona nega che la guerra possa essere giusta, negherebbe anche che la rivolta possa essere giusta? Supponiamo infatti che nasca uno Stato Mondiale, che bandiere e frontiere non siano più riconosciute; supponiamo scompaiano tutte le uniformi, salvo quelle del sacro poliziotto cosmopolita. Il mio interlocutore riterrebbe di poter negare ad una parte dello Stato Mondiale il diritto di ribellarsi contro la sua restante parte, se si considera tiranneggiato, come i Francesi si rivoltarono nel diciottesimo secolo? Se proibisce la ribellione, nega il principio basilare del liberalismo. Se invece la consente, consentirebbe anche la guerra, semplicemente una guerra priva dei canti, delle musiche e degli emblemi che le conferiscono una certa poeticità e distinzione. Lo Stato Mondiale sarebbe autorizzato a sparare ai suoi prigionieri di guerra: questa sarebbe quasi l’unica differenza.

G. K. Chesterton, Illustrated London News, May 29, 1915.

Non vedo come si possa letteralmente porre fine alla Guerra a meno che non siamo in grado di porre fine alla Volontà. Gli ortaggi sono di norma pacifisti, ma diventare un ortaggio non è un prezzo che sono disposto, o addirittura in grado, di pagare.

G. K. Chesterton, Illustrated London News, October 28, 1916.

Un’Europa con un esecutivo molto forte che si relaziona con piccole realtà regionali potrebbe determinare la morte degli Stati (il che in astratto potrebbe anche essere un bene) e aprire la via all’affermazione di un governo non propriamente e comunque non sostanzialmente democratico.

Luciano Monti, “Il mito d’Europa”, 2000

Jacques Attali, economista, politologo, ex consigliere speciale di Mitterrand ed uno dei più influenti intellettuali europei, ha elaborato nel dettaglio il progetto di un vero e proprio nuovo ordine mondiale federale, sul modello europeo, che si faccia carico degli interessi e dei problemi planetari e faccia rispettare i diritti dei cittadini del mondo (Attali, 2012). Secondo Attali, quest’evoluzione della civiltà umana è inevitabile, perché stiamo procedendo in direzione di un gigantesco caos economico, politico e soprattutto ambientale e ciò costringerà gli esseri umani a prendere coscienza del loro destino comune e della necessità di dotarsi di un unico codice di leggi e di una gestione (“governance”) globale dei problemi globali. Questa governance mondiale nascerà dalla fusione di G20, Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite, FMI e Banca Mondiale, sotto l’egida dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Come spiega Attali, se esiste la volontà politica di farlo, “un simile trattato sta in due righe. Può essere adottato in una giornata” (op. cit. p. 22). Successivamente, tutte le leggi e trattati internazionali saranno raccolti in un unico Codice mondiale che prevarrà sulle costituzioni nazionali e sarà introdotta una moneta unica mondiale, sul modello del Bancor proposto da J. M. Keynes. Tra le nuove istituzioni immaginate da Attali ci sono un sistema di giustizia globale, una forza di polizia globale, un’autorità delegata al disarmo ed una delegata al controllo della sicurezza del nucleare civile, un’Assemblea mondiale che vigili sugli interessi di ogni cittadini, un Senato delle nazioni che garantisca quelli dei singoli Stati e infine quella che Attali chiama una “Camera della pazienza”, che tutelerà quelli delle generazioni future e degli altri esseri viventi, incaricata, tra le altre cose, anche di “immaginare nuovi modi di bere, di nutrirsi, di respirare, di vivere sott’acqua o a temperature estreme, di colonizzare l’universo o di “sopravvivere”, trasformandosi geneticamente per diventare capaci di affrontare condizioni radicalmente diverse” (p. 308).

Attali conclude che questo sarà “un governo totalitario o democratico, a seconda di come si instaurerà”. La considero una valutazione ottimistica. La storia ci insegna che il potere corrompe ed il potere assoluto corrompe in misura assoluta. Le scienze politiche e sociali ci insegnano che il decentramento del potere è l’unico strumento che abbiamo a disposizione per tenere a bada i peggiori vizi umani. Tenuto conto della natura umana, della relativa facilità con la quale mentitori incalliti privi di scrupoli e di coscienza (sociopatici, narcisisti, schizoidi, ecc.) riescono a farsi strada verso i piani alti della politica, del preoccupante livello di partigianeria e della scarsa sensibilità democratica dimostrata da numerosi statisti di ieri e di oggi, è difficile immaginare che questo nuovo ordine mondiale si possa dimostrare benevolo.

Anche con un governo mondiale permarrebbero delle sensibili diversità di vedute tra le genti e la polizia globale dovrebbe essere pesantemente armata ed intervenire in ogni angolo del globo, in applicazione del discutibile principio della responsabilità di proteggere, che troppo spesso è stato fatto equivalere al diritto di interferire e colonizzare. Un governo del genere tenderebbe a considerarsi quasi sacralmente legittimato, e quindi interpreterebbe il suo ruolo come quello di chi, essendo dalla parte del giusto, deve rimediare ai torti, ossia rettificare l’atteggiamento di chi la pensa in modo diverso. La sua costituzionalità sarebbe solo una cortina fumogena per nascondere un dispotismo burocratico nudo e crudo, iperpaternalistico, votato a rendere il mondo il più omogeneo possibile – nella lingua, nelle credenze, negli usi e costumi – per agevolare l’unificazione dei popoli, garantire la pace e migliorare l’efficienza della gestione planetaria. In ogni caso, in assenza di una comunità organica mondiale, il governo mondiale sarebbe una costruzione artificiale priva di alcuna autorità. Partire dalla costituzione sarebbe come costruire una casa partendo dal tetto.
Nel mondo esiste una comunità di reciproca dipendenza, ma non di reciproca fiducia e rispetto: un governo unitario non potrebbe applicare la legge efficacemente se la comunità nel suo complesso non si sentisse tenuta a rispettarla e non potrebbe integrare la comunità per decreto. In una democrazia l’autorità non risiede nel governo, ma nella comunità che lo accetta come legittimo e conforme alla sua idea di giustizia. Un governo globale non potrebbe mai fabbricare dal nulla uno spirito di comunità e quindi, alla lunga, fallirebbe. Incrementerebbe il caos e l’anarchia nel tentativo di esercitare la propria autorità in un mondo diviso, pieno di disparità, socialmente diversificato, multiculturale e, in breve, plurale, senza un obiettivo comune ed un’identità condivisa. Un tale governo sarebbe o totalmente inefficiente e perciò irrilevante, oppure dispotico, di un dispotismo senza precedenti.

Faremmo bene ad applicare il principio di precauzione e a non perdere mai di vista il fatto che, proprio perché l’umanità è tendenzialmente egoista e bramosa di potere, bisogna temere il peggio da essa e fare in modo che questo peggio non trovi modo di esprimersi. L’unificazione dell’umanità in macro-entità statali federative non risolverebbe, da sola, i nostri problemi, perché se fosse l’utile a stabilire cosa sia giusto e sbagliato, non si potrebbe evitare che, un giorno, in altre circostanze, si decidesse che sarebbe nell’interesse del genere umano amputarne una sua parte (es. Israele, o gli Stati Uniti, o la Corea del Nord). Per questa ragione, il decentramento del potere è il miglior strumento per scongiurare un avvenire terribile. Umanità certamente unita, ma nel più pieno rispetto dei principi di libertà, uguaglianza e fratellanza, altrimenti la ribellione sarà un dovere ineludibile (cf. Spartaco).

Tutto questo nulla toglie all’innegabile bellezza e poesia della visione di Attali. Non posso infatti non condividere questo suo lodevole auspicio (op. cit. pp. 304-305):

Ogni essere umano deve disporre di una “cittadinanza mondiale”. Nessuno deve più essere “apolide”. Ciascuno deve sentirsi a casa propria sulla terra. Chiunque deve avere il diritto di lasciare il proprio paese d’origine e di essere accolto, almeno temporaneamente, in qualsiasi altro luogo. Ogni essere umano deve avere diritto a un insieme di beni universali: l’aria, l’acqua, i prodotti alimentari, la casa, le cure, l’istruzione, il lavoro, il credito, la cultura, l’informazione, un reddito equo per il suo lavoro, la protezione in caso di malattia o di invalidità; l’eterogeneità del modo di vivere, la vita privata, la trasparenza, la giustizia, il diritto di emigrare e quello di non farlo; la libertà di coscienza, di religione, d’espressione, di associazione; la fraternità, il rispetto dell’altro, la tolleranza, la curiosità, l’altruismo, il piacere di dare piacere, la felicità nel rendere gli altri felici, la molteplicità delle culture e delle concezioni di benessere“.

Contesto i modi e i tempi, non certo gli scopi (quelli ufficiali – le vere finalità di alcuni, e forse anche di Attali, sono verosimilmente altre), che sono lodevolissimi. È quella la nostra destinazione, l’unica degna di un’umanità possibile. Ma accelerare i tempi sfruttando delle crisi chiaramente pianificate a tavolino per estorcere alla popolazione un consenso che altrimenti non si sentirebbe di dare significa camminare sul filo del rasoio o nascondere dei fini malevoli.

NATO e Israele contro BRICS, Nigeria e Pakistan

Questi saranno, presumibilmente, gli schieramenti della Terza Guerra Mondiale, come si sono delineati al recente voto sulla Siria.

Il presidente di turno dell’assemblea generale è il rappresentante del Qatar, paese fortemente coinvolto nella destabilizzazione della Siria.

Il rappresentante della Siria ha notato il curioso paradosso che gli sponsor della risoluzione (Arabia Saudita, Qatar, Bahrein – paese, quest’ultimo, che ospita il comando della Quinta Flotta e 2.300 soldati americani ed ha soffocato nel sangue le proteste della popolazione) siano proprio i paesi che gli stessi media occidentali hanno indicato come i principali fornitori di armi agli insorti. Ha anche aggiunto che il suo paese applicherà le norme della convenzione sulle armi chimiche quando lo farà anche Israele.

I 12 voti contrari sono quelli dei soliti noti, gli “stati canaglia”, incluso il Nicaragua.

Tra i 133 favorevoli, il rappresentante del Sudafrica ha deplorato le violenze da entrambe le parti, precisando che in una guerra civile entrambe le parti sono tenute a rispettare le norme del diritto internazionale, ed ha escluso qualunque soluzione militare della crisi.

Anche i rappresentanti del Cile e del Brasile hanno condannato la violenza di entrambe le parti e precisato che continueranno ad appoggiare le vie diplomatiche ed umanitarie proposte da Kofi Annan.

Il rappresentante di Israele ha accusato l’Iran di aver organizzato la repressione siriana e si è rammaricato del fatto che la comunità internazionale non abbia ancora riconosciuto questo stato di cose

I rappresentanti di Uruguay ed Argentina hanno escluso categoricamente l’uso della forza nella soluzione del conflitto siriano ed invitato gli stati ad astenersi da azioni che promuovono la violenza in Siria.

Il rappresentante della Nigeria ha parimenti richiesto una soluzione pacifica della crisi e stigmatizzato la parzialità della risoluzione che accusava solo una parte (il governo siriano) di violare i diritti umani dei Siriani e la posizione della Lega Araba che, avendo come unico obiettivo un cambio di regime, impedisce qualunque soluzione diplomatica.

Il rappresentante della Serbia esclude l’intervento armato.

Tra i 31 astenuti figurano l’India, il Pakistan, l’Algeria, il Ghana, il Libano, la Tanzania, il Vietnam, lo Sri Lanka, l’Uganda, l’Armenia.

Il rappresentante dell’India ha accusato entrambe le parti di violazioni dei diritti umani e rifiutato ogni azione unilaterale.

Il rappresentante della Tanzania ha spiegato di essersi astenuto dal voto perché l’assemblea non ha tenuto nel giusto conto le interferenze esterne che hanno impedito di perseguire le vie della negoziazione.

Tra chi non si è presentato al voto (17), troviamo le Filippine, l’Etiopia e lo Yemen

http://www.un.org/News/Press/docs//2012/ga11266.doc.htm

Dopo che Kofi Annan ha gettato la spugna, ora la strategia occidentale si avvarrà quasi certamente della R2P, il dovere di intervento per ragioni umanitarie, che si è già dimostrato molto utile in innumerevoli occasioni in passato, e si verificherà un’escalation dell’impegno euro-americano nella regione (come in Vietnam).
Un attentato terroristico in qualche capitale europea o negli Stati Uniti potrebbe anche venire incontro all’urgenza israeliana di attaccare l’Iran:

“Il New York Times reintroduce il classico motivo della rappresaglia terroristica iraniana, spiegando che ci sono esperti che valutano improbabile un contrattacco iraniano diretto esplicitamente contro le forze armate statunitensi, che fornirebbe un facile pretesto per un intervento americani. Per qualche “bizzarra” ragione, questi asseriti “esperti”, ritengono che sia più probabile un’offensiva iraniana per mezzo di autobombe fatte esplodere in diverse capitali mondiali”
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/22/il-new-york-times-prepara-il-terreno-per-il-prossimo-11-settembre-dove-sono-kennedy-e-kruscev-quando-ne-hai-bisogno/

“L’esito finale di questa deriva sarà probabilmente un conflitto con l’Iran e con gran parte del mondo islamico. Uno scenario plausibile di uno scontro militare con l’Iran presuppone il fallimento [del governo] iracheno nell’adempiere ai requisiti [stabiliti dall’amministrazione statunitense], con il seguito di accuse all’Iran di essere responsabile del fallimento, e poi, una qualche provocazione in Iraq o un atto terroristico negli Stati Uniti che sarà attribuito all’Iran, [il tutto] culminante in un’azione militare “difensiva” degli Stati Uniti contro l’Iran“.
Zbigniew Brzezinski, dichiarazione davanti ad una commissione del senato americano (1 febbraio 2007)

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/02/21/nella-malaugurata-evenienza-di-un-altro-11-settembre-ma-peggiore/

Il piano prevedeva un bombardamento preventivo israelo-statunitense dei siti nucleari iraniani ed un possibile attacco terroristico con uso di armi di distruzione di massa sul suolo americano di cui i media avrebbero incolpato l’Iran“.

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/30/perche-proprio-ora-riguardo-alla-pubblicazione-di-uno-studio-sullimpatto-di-un-attacco-terroristico-nucleare-a-washington/

Il caos siriano spiegato dai missionari (che non possono essere sospettati di complicità con Iran, Russi e Cinesi)

Damasco (Agenzia Fides) – Instabilità, insicurezza, violenza, massacri: lo scenario oggi in Siria è desolante. Secondo il “Consiglio Nazionale Siriano”, che guida l’opposizione, a Houla, in provincia di Homs, 88 persone, fra i quali civili e bambini, sono state uccise da bombardamenti dell’esercito regolare. Fonti di Fides raccontano un’altra versione: l’esercito regolare avrebbe colpito Houla, dove si sono rifugiati molti militanti salafisti e terroristi che avevano bruciato l’ospedale nazionale nella città, provocando molte vittime, e hanno poi usato i civili come scudi umani.
Il Nunzio Apostolico in Siria, S. Ecc. Mons. Mario Zenari, interpellato dall’Agenzia Fides, lancia un appello: “Questo massacro non è l’unico, speriamo sia l’ultimo. Chiediamo la fine di tali atrocità. Tutti i credenti, cristiani e musulmani, oggi sono chiamati a riscoprire le armi della preghiera e del digiuno, per riaccendere la speranza di un futuro di pace in Siria”.
Secondo fonti di Fides nella comunità cristiana, anche bande armate fuori controllo continuano a imperversare e colpire civili innocenti. Terroristi hanno fatto saltare in aria la casa di un alawita nel quartiere meridionale di Rableh, nei pressi di Qusayr, sempre nell’area di Homs. L’esplosione ha causato la morte di Youssef Airouti, il ferimento di sua moglie e di suo figlio, ma anche di Shibli Hallaq e di sua moglie Niamat Saadiyet, una coppia di cristiani di Qusayr, rifugiati a Rableh. Intanto a Homs la chiesa armena apostolica e la scuola annessa nel quartiere di Hamidia sono state sequestrate e occupate dai militari dell’Esercito di Liberazione Siriano, che usa gli edifici come alloggi e ospedali.
P. Romualdo Fernandez, frate francescano del Santuario di Tabbaleh, dedicato a San Paolo, a Damasco, commenta all’Agenzia Fides: “La gente è confusa e disorientata. Notizie di massacri si susseguono ma i responsabili non sono certi. C’è pessimismo perchè non si sa qual sarà il futuro. Vi sono critiche al regime ma anche ai ribelli dell’opposizione. Come cristiani partecipiamo alle sofferenza del popolo, provato dal conflitto. Operiamo per la pace e la giustizia, senza aderire ad alcuna fazione politica”. (PA) (Agenzia Fides, 26/05/2012)
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=39181&lan=ita

Damasco (Agenzia Fides) – Dal “Giorno della dignità” al “Venerdì delle Armate dell’Islam”:sta tutto in questi due titoli, scelti per le manifestazioni dell’opposizione siriana, il sintomo di come la militanza islamica, wahabita e salafita, si sta facendo strada nelle file dei ribelli siriani. Come successo nelle esperienze della “Primavera araba” in Yemen, i dissidenti hanno scelto dare un titolo, ogni volta differente, alle manifestazioni di protesta di ogni venerdì. La prima giornata di protesta pubblica, nel marzo 2011, che inaugurò la rivolta, venne chiamata “Giorno della dignità” e indicava il desiderio di rinascita, di dignità, diritti e democrazia che c’è nei rivoluzionari.
A circa un anno dall’inizio delle sollevazioni popolari, come confermano fonti di Fides in Siria, la militanza islamica sta prendendo sempre più corpo: nella scelta del titolo per la manifestazione del 13 aprile scorso, operata tramite un sondaggio sul social network “Facebook”, nelle oltre 30mila risposte degli attivisti, il titolo più gettonato è stato a lungo “Venerdì delle armate dell’islam: salvezza della Siria”. Un chiaro segno di come, dalla base, stia crescendo una ideologia islamica che preoccupa tutte le minoranze religiose, inclusi i cristiani. Solo “sul filo di lana”, grazie all’intervento dei leader del “Consiglio della Rivoluzione Siriana”, la scelta è poi caduta sul nome “Una rivoluzione per tutti i siriani”.
La vicenda e l’inneggiare alle armate dell’islam da parte di tanti attivisti è segno evidente che l’opposizione siriana è divisa e che l’anima islamica whahabita e salafita, incoraggiata da forze esterne, sta prendendo piede”, commenta allarmata un fonte di Fides nella comunità cristiana in Siria. “Il pericolo è che il fondamentalismo islamico, foraggiato da paesi esteri, si impadronisca della rivoluzione siriana: allora sarebbe la fine per le minoranze etniche e religiose, che già stanno soffrendo molto in Siria, nochè per il pluralismo culturale e religioso che caratterizza la nazione siriana”. (PA) (Agenzia Fides 21/4/2012)
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=38926&lan=ita

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DI MARINELLA CORREGGIA

sibialiria.org

L’opposizione siriana ripresa dai media sostiene che l’esercito ha usato artiglieria pesante contro il villaggio dopo una aver sparato su una manifestazione pacifica, e che in seguito degli assassini filo-Assad sarebbero andati nelle case a uccidere i bambini. Fra le tante domande, queste cinque si riferiscono a contraddizioni che inficerebbero la narrazione dei media internazionali e dell’opposizione siriana.

1. Cui prodest? A chi giova un simile massacro? Quale risultato ha avuto a livello internazionale? E’ evidentissimo. I media dicono che l’Onu accusa il governo siriano. Ma il generale Robert Mood capo degli osservatori Onu non l’ha fatto. E Navi Pillai, commissario ONU per i diritti umani, condanna il governo ma – come risulta perfino nel comunicato! Lo fa sulla basi di “unconfirmed news” (notizie non confermate) a proposito appunto degli assassini recatisi casa per casa.

2. I terribili video che circolano su youtube (http://www.youtube.com/watch?NR=1&v=7B2_iY9ALpg&feature=endscreen) e http://www.youtube.com/watch?NR=1&v=bLab9mIl750&feature=endscreen&skipcontrinter=1) mostrano i bambini ammassati in diverse ambientazioni, case o moschee. Dove sono stati trovati i bambini? Chi li ha trovati? Perché assassini mandati dal governo avrebbero dovuto lasciarli alla vista di tutti e degli osservatori? Secondo il centro di informazione cattolico Vox Clamantis che si trova a Qara, in Siria, i bambini e gli adulti sono stati uccisi in diversi luoghi e poi portati dai complici nella moschea per mostrarli agli osservatori e incolpare l’esercito.

3. Questo video (http://www.youtube.com/watch?v=-DhJoeorfDY&feature=related) mostra bambini morti, alcuni con i polsi legati, e la didascalia è “hanno legato le mani ai bambini prima di ucciderli”. Ma non è incredibile che un assassino si metta a legare le mani dei bambini prima di ucciderli in massa. Dunque le mani sono state legate dopo. Dunque c’è una componente di messinscena.

4. L’opposizione parla di bombardamenti. Ma nessun morto (bambini e adulti) sembra essere stato ucciso in tal modo: tutti mostrano di essere stati uccisi da breve distanza, uno per uno, non nel crollo di case o colpiti da armi pesanti. Non c’è polvere, non ci sono disintegrazioni di corpi, né macerie.

5. Non ci sono del resto video di bombardamenti governativi su Hulé. Né ci sono video – mi pare – di persone uccise nelle strade. C’è un video (arriva digitando “Hula massacre” su Google) che mostra uomini che corrono via nelle strade dopo rumori di spari, mentre qualcuno rimane a giacere per terra e viene poi portato via. Ma si vendono delle bandiere nazionali (rosse bianche nere), non dell’opposizione. Dove è stato girato e a chi si riferisce? (http://www.youtube.com/watch?v=o84kc_Y1Gfo)

Alcune altre considerazioni si trovano qui: http://www.rt.com/news/damascus-refutes-accusations-houla-massacre-339/

Marinella Correggia

Fonte: www.sibialiria.org

29.05.2012

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