Hillary Clinton, il fallito golpe turco e il trionfo russo
20 luglio 2016 a 18:28 (Futuro e Anticipazione)
Tags: armi atomiche, Assad, Clinton Foundation, Erdogan, Fondazione Clinton, Gülen, golpe turco, hacker russi, Hillary Clinton, Incirlik, intelligence, ISIL, NATO, server
Vagina for impeachment – Hillary Clinton, l’appestata
8 giugno 2016 a 20:48 (Futuro e Anticipazione, Verità scomode)
Tags: accuse, alto tradimento, documentazione riservata, doppia cittadinanza, email, Fondazione Clinton, Hillary Clinton, inchiesta federale, intelligence, israelo-americani, lobby sionista, sionisti, top secret
Se leggete il Guardian siete meglio di Nostradamus
14 Maggio 2016 a 15:36 (Controrivoluzione e Complotti, Futuro e Anticipazione)
Tags: Aung San Suu Kyi, Brasile, destabilizzazione, giornalismo, golpe, golpisti, Guardian, imperialismo, intelligence, previsioni, propaganda, rivoluzioni colorate, Venezuela
Per i commenti
https://www.facebook.com/AmorMundi/posts/10205722971587457
Il disastroso fallimento del citizen journalism (giornalismo partecipativo)
26 luglio 2015 a 14:44 (Controrivoluzione e Complotti, Miti da sfatare, Verità scomode)
Tags: Arianna Ciccone, Brown Moses, citizen journalism, cointelpro, controinformazione, disinformatori, disinformazione, Eliot Higgins, giornalismo professionale, intelligence, propaganda, Valigia Blu
Il citizen journalism – lo dico da insider veterano, con i miei errori sul groppone –, a causa della volontarietà, gratuità, inesperienza/dilettantismo ed eccessiva passionalità, sta allevando generazioni di cittadini più scettici, critici, curiosi (ottimo!), ma anche più confusi/disorientati (sovraccarico informativo), disinformati (trovo sia meglio essere ignoranti che disinformati) e soggetti a pandemie emotive tipiche della propaganda (le narrazioni sono diventate così più importanti del dato reale da potersene svincolare).
A mio avviso il bilancio di internet, al momento, non è assolutamente positivo, con buona pace di Arianna Ciccone, che pecca di eccessiva innocenza – e lo dice uno che vive in rete e di rete.
Non si può fare informazione seria ritagliandosi uno spazio nel tempo libero.
Ed è altrettanto inaccettabile che chi lo fa a tempo pieno si lasci guidare dalla credenza che la Sacra e Divina Rete sia in grado di autocorreggersi.
La rete è invasa da disinformatori professionisti come Brown Moses (alias Eliot Higgins), il disoccupato inglese con un background finanziario che è diventato improvvisamente un esperto di balistica, chimica, aeronautica, fotografia satellitare, scienza forense, armamenti, ecc. e che IMMANCABILMENTE CONFERMA LE VERSIONI UFFICIALI DELLA NATO, cosa che lo ha reso una star grazie al suo “giornalismo investigativo”, poi smentito da ricercatori del MIT e da veri esperti (anche lui è uno degli eroi di Valigia Blu):
http://www.theguardian.com/uk-news/2015/jan/31/british-army-facebook-warriors-77th-brigade
https://it.wikipedia.org/wiki/COINTELPRO
http://www.counterpunch.org/2015/02/26/a-pretext-for-cyber-cointelpro/
http://www.dailykos.com/story/2014/10/20/1337083/-Echoes-of-COINTELPRO-in-Ferguson
Under the Dome – l’involuzione degli Stati Uniti verso un Quarto Reich
4 Maggio 2013 a 14:11 (Controrivoluzione e Complotti, Guerra al Terrore, Resistenza e Rivoluzione, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto, Verità scomode)
Tags: Afghanistan, agenti, America, anti-sommossa, antiterrorismo, armi, arrestati, blindati, campi di detenzione, campi di internamento, campi di prigionia, Caprica, cittadini americani, cittadini statunitensi, controllo delle armi, Cuomo, denunce anonime, deriva autoritaria, detenuti, DHS, Dipartimento per la Sicurezza Interna, dispotismo, dissidenti, dittatura, droni, Eisenhower, elicotteri, FBI, forze armate, forze dell'orgine, gestapo, Grande Fratello, guerra civile, habeas corpus, in stato di fermo, intelligence, Iran, Israele, lavori forzati, Mario Cuomo, militari, milizie, minaccia terroristica, movimento di protesta, munizioni, nazisti, nemici combattenti, Obama, Occupy Wall Street, omicidi mirati, Orwell, ows, Pachistan, paramilitari, programmi di lavoro, proiettili, proiettili perforanti, Quarto Reich, rivoluzione, robokiller, robot killer, seconda guerra civile americana, seconda guerra di secessione, sicurezza, sicurezza nazionale, Siria, Skynet, sorveglianza, stato di polizia, svolta autoritaria, Terminator, tirannia, Utah, veicoli blindati, Walt Whitman, Whitman
I comandanti militari federali hanno provvisoriamente l’autorità, in situazioni di emergenza straordinarie in cui il presidente non possa concedere una sua autorizzazione e le autorità localmente competenti non siano in grado di tenere la situazione sotto controllo, di attuare le operazioni necessarie a sedare inattesi disordini su vasta scala
Riforma delle leggi federali (US Code) post-attacco di Boston nella Nuova Repubblica di Weimar (USA)
http://www.longislandpress.com/2013/05/14/u-s-military-power-grab-goes-into-effect/
La via scelta dagli Stati Uniti era contrassegnata a chiare lettere da pochi, trasparenti principi guida della loro condotta nella politica mondiale. Primo: nessun popolo di questa terra, in quanto popolo, può essere giudicato un nemico perché l’umanità tutta condivide un bisogno comune di pace, di fratellanza e di giustizia. Secondo: la sicurezza e il benessere di qualsiasi nazione non possono essere acquisiti permanentemente nell’isolamento, ma solo attraverso una reale cooperazione con le altre nazioni. Terzo: il diritto di ogni nazione ad un governo e ad un sistema economico di sua scelta è inalienabile. Quarto: qualsiasi tentativo di una nazione di imporre ad altre nazioni la sua forma di governo è indifendibile. E quinto: la speranza di una nazione in una pace duratura non può essere solidamente basata sulla corsa agli armamenti ma su rapporti giusti e su intese oneste con tutte le altre nazioni.
D.D. Eisenhower, presidente degli Stati Uniti, 1953
Io dico che la nostra democrazia del Nuovo Mondo, per quanti successi abbia avuto nel sollevare le masse dalla loro degradazione, nello sviluppo materialistico, nella produzione e in certa molto ingannevole e superficiale intellettualità popolare, è oggi come oggi un fallimento quasi completo nei suoi aspetti sociali e in tutti i risultati più grandi, quelli religiosi, morali, letterari e estetici. Invano marciamo a passi mai visti verso un impero tanto colossale da oscurare quelli dell’antichità, l’impero di Alessandro e le più audaci conquiste di Roma. Invano ci siamo annessi il Texas, la California, l’Alaska, e ci spingiamo a Nord verso il Canada, a Sud verso Cuba. È come se fossimo in qualche modo dotati di un corpo vasto e sempre meglio equipaggiato, ma cui fosse rimasto solo un poco, o niente affatto anima.
Walt Whitman, Prospettive democratiche, 1871
Lincoln riteneva, con ogni fibra del suo essere, che questo luogo, l’America, potesse offrire un sogno a tutta l’umanità, un sogno diverso da ogni altro negli annali della storia. Più generoso, più compassionevole, più inclusivo…L’idea di famiglia, l’idea che, se non ci si aiuta l’un l’altro, alcuni non ce la faranno. È la famosa immagine della persona che ascende lungo la scala sociale, raggiunge il suo sogno e poi si volta per aiutare il prossimo a salire, non per ritrarre la scala. Quale altro popolo ha mai rivendicato una qualità di carattere che non risiede in un modo di parlare, vestire, ballare, pregare, ma in un’idea? Quali altri popoli della terra hanno sempre rifiutato di ancorare le definizioni della loro identità a qualcosa che non fosse quell’idea?
Mario Cuomo
Non possiamo continuare a fare affidamento solo sull’esercito al fine di raggiungere gli obiettivi di sicurezza nazionale che abbiamo designato. Abbiamo bisogno di forze dell’ordine per la sicurezza interna che siano altrettanto potenti, forti e ben finanziate.
B.H. Obama, in un tripudio di applausi
Ecco il risultato dei suoi sforzi, in piena crisi, mentre taglia miliardi di dollari di investimenti pubblici, gettando le basi per una catastrofe socioeconomico-finanziaria (le finanze di USA e UK fanno sembrare quelle greche un paragone di virtuosità): 12mila proiettili per ogni singolo poliziotto statunitense, centinaia di migliaia di proiettili perforanti (banditi dalla Convenzione Internazionale dell’Aja del 1899), migliaia di droni, 2700 blindati usati nella guerriglia urbana in Iraq, armi automatiche generalmente in dotazione alla NATO.
Le forze di polizia statunitensi sono pronte a respingere un’invasione. Un’invasione dall’interno.
DRONI
“Immaginate città in cui piccoli aerei senza pilota volano silenziosi ad alta quota, impossibili da individuare ad occhio nudo, equipaggiati con video e fotocamere ad alta definizione e capaci anche di penetrare muri grazie a tecnologia ad infrarossi. Sono i droni, simili a quelli usati in Afghanistan o in Yemen da Obama. Vi sembra fantascienza o l’ultimo film di James Bond? Non fatevi ingannare. Sta già succedendo in alcune città americane ed è solo questione di tempo prima che avvenga in tutto il paese e, chissà, anche in Europa”.
http://www.linkiesta.it/droni-polizia#ixzz2SJ5SmhJf
Droni per uccidere persone in zone non interessate dai combattimenti e puramente per un presunto “comportamento sospetto”
considerare tutti i maschi in età da combattimento in area di guerra (mezzo Afghanistan e tutto il nord del Pachistan) come “nemici combattenti” eliminabili
massacrando gli invitati a cerimonie nuziali e funebri e, successivamente, chi partecipa alle operazioni di soccorso
MUNIZIONI
I funzionari del Dipartimento per la Sicurezza Interna (DHS) hanno ripetutamente negato di aver intrapreso operazioni di stoccaggio di munizioni, ma Associated Press sostiene che l’agenzia programma l’acquisto di oltre 1,6 miliardi di munizioni nel corso dei prossimi quattro o cinque anni, e ha già acquistato 360.000 proiettili perforanti e 1,5 miliardi di munizioni nel 2012.
DHS sostiene che lo faccia per risparmiare, ma gli esperti hanno sottolineato che i proiettili a carica cava costano quasi il doppio e si espandono al momento dell’impatto. Ciò ha spinto alcuni a chiedersi quale uso ne vogliano fare [sparare ai cittadini armati? NdT].
L’acquisto di 1,6 miliardi di munizioni fornirebbe al DHS i mezzi per combattere l’equivalente di una guerra in Iraq lunga 24 anni [le forze dell’ordine statunitensi hanno stabilito che ogni poliziotto deve avere 6 volte più munizioni di quelle che il Pentagono assegna ad ogni soldato americano NdT]. Membri del Congresso affermano che DHS si è ripetutamente rifiutato di spiegare le ragioni di un tale massiccio acquisto di munizioni.
http://rt.com/usa/dhs-ammo-investigation-napolitano-645/
BLINDATI
Perché diavolo la DHS sta acquistando più di un miliardo di proiettili oltre a migliaia di veicoli corazzati anti-mine?
OMICIDI MIRATI DI LEADER DELLE PROTESTE
Le forze di polizia e gli agenti del dipartimento per la sicurezza interna (Department of Homeland Security, DHS) hanno collaborato e, verosimilmente, continuano a collaborare con i servizi di sicurezza delle banche per sorvegliare, arrestare e neutralizzare quei cittadini americani “colpevoli” di protestare pacificamente contro il sistema (Occupy Wall Street). Le strategie preparate congiuntamente contemplavano (contemplano?) anche l’uccisione da parte di cecchini di alcuni leader del movimento di protesta, in quanto classificati come “minaccia terroristica”. Poiché precedenti richieste di accesso a queste informazioni erano state rifiutate, il sospetto è che questa improvvisa generosità sia motivata da ragioni di deterrenza: nessun leader di un movimento di protesta si sentirà più al sicuro (Naomi Wolf, The Guardian, 29 dicembre 2012).
http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2012/dec/29/fbi-coordinated-crackdown-occupy
OMICIDI MIRATI CON USO DI DRONI
Se un “alto funzionario” (anonimo) decide che un cittadino americano rappresenta una “minaccia” (generica, a sua discrezione) per gli Stati Uniti, una minaccia “imminente” e ha intrapreso “azioni ostili agli Stati Uniti” e se un “alto funzionario” (può anche essere lo stesso di cui sopra) pensa che potrebbe essere più problematico o rischioso cercare di catturarlo (e quando non lo è?) allora in questo caso diventa legale ucciderlo preventivamente, senza un processo e senza alcun vaglio delle prove incriminanti.
Non c’è nulla in questa rivendicazione del potere esecutivo che possa impedire ad Obama o ad un futuro presidente di determinare che migliaia di cittadini sono “nemici pubblici” da eliminare.
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/02/07/se-obama-ti-uccide-sicuramente-te-lo-meritavi/
CITTADINI: DENUNCIATE I NEMICI DELLO STATO!
Un milione di dollari per un programma di “interventi preventivi” che dovrebbe incoraggiare i cittadini a denunciare (anonimamente) i loro vicini, amici o familiari se temono che potrebbero nuocere a se stessi o agli altri.
STATO DI POLIZIA
Naomi Wolf (Guardian, 5 aprile 2012): La frase più terrificante di tutte è l’uso da parte del giudice Kennedy del termine “detenuti” per i cittadini statunitensi “agli arresti”…Dieci anni di associazione semantica hanno dato a “detenuto” il significato di sinonimo di chi, in America, è stato spogliato dei suoi diritti – in particolare in prigione. È stato a lungo nell’uso corrente in America, abituandoci a collegarlo alla condizione in cui a qualche remoto musulmano a caso può essere tolto qualsiasi diritto dallo stato americano. Ora il termine – con la sua associazione al concetto di “coloro ai quali si può fare di tutto” – viene reimpiegato sistematicamente all’indirizzo di … qualunque cittadino americano DOC. […]. Ora ci sono 1.271 agenzie governative e 1.931 società private che lavorano su programmi relativi alla lotta al terrorismo, alla sicurezza nazionale ed all’intelligence in circa 10mila sedi negli Stati Uniti. Ci sono 854.000 persone munite di nulla osta per motivi di sicurezza e ci sono 33 complessi edilizi dedicati all’attività di intelligence ai massimi livelli di segretezza che sono stati costruiti o sono in costruzione.
La vera notizia è come è bastato un decennio per addomesticare i cittadini americani e far loro accettare detenzione permanente, tortura, esecuzione sommaria di cittadini americani, in patria o all’estero, una massiccia presenza di paramilitari nelle loro strade e nelle loro case.
CAMPI DI LAVORO PER CIVILI INTERNATI
Queste disposizioni regolano l’istituzione e la gestione da parte dell’esercito di programmi di lavoro per detenuti civili e campi di prigionia per civili in installazioni dell’esercito
http://armypubs.army.mil/epubs/pdf/r210_35.pdf
http://www.apd.army.mil/jw2/xmldemo/r210_35/main.asp
“In allegato potrete trovare le informazioni che avete richiesto riguardo alla politica ed alle linee guida dell’esercito in merito all’istituzione di un programma di lavoro carcerario per civili e di campi di prigionia civili in installazioni militari. Queste informazioni non sono ancora state pubblicate (sono in corso di stampa), comunque, questi programmi sono stati finanziati, hanno ottenuto l’assegnazione del relativo personale e riflettono l’attuale politica dell’esercito. Spero che troverete queste informazioni utili”
Sinceramente vostro
Bill Hefner
Membro del Congresso
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/10/amerika/
ROBOT KILLER
Rapporto delle Nazioni Unite condanna l’introduzione di armi sviluppate da USA, UK, Israele, Giappone e Corea del Sud che non hanno più bisogno della supervisione umana e possono uccidere e determinare chi rappresenta una minaccia per la loro esistenza, ossia dei veri e propri terminator con intelligenze artificiali che, accedendo alle banche dati e ad internet, possono intraprendere programmi di omicidi indipendenti dalla volontà umana (Skynet).
IL GRANDE FRATELLO
Ci sono certamente modi in cui chi investiga per la sicurezza nazionale può scoprire esattamente ciò che è stato detto in una conversazione [telefonica]… Benvenuti in America. Tutto [ciò che diciamo] viene registrato mentre parliamo, che lo sappiamo o meno, che ci piaccia o meno.
Tim Clemente, ex agente FBI della divisione antiterrorismo
http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2013/may/04/telephone-calls-recorded-fbi-boston
“È davvero una situazione in cui questo strumento potrebbe essere reimpiegato istantaneamente ed essere disponibile per i fini di uno stato totalitario abbastanza rapidamente”, spiega Bill Binney, 40 anni di onorata carriera alla National Security Agency
http://it.wikipedia.org/wiki/National_Security_Agency
“La possibilità di farlo è in fase di realizzazione. Ora è solo questione di vedere se la persona sbagliata arriva alla presidenza, o se alcune persone creano una loro rete interna al governo e accelerano questo processo”.
Nello Utah la National Security Agency sta costruendo un enorme punto di calcolo e gestione dei dati che setaccerà la Rete, dalle mail alle ricerche Google, e le telefonate. La sorveglianza capillare potrebbe partire nel 2013.
GUERRA CIVILE?
Una maggioranza di stati americani non ratificherà mai un emendamento costituzionale che limiti il secondo emendamento. Inoltre, la maggior parte delle disposizioni sul diritto di possedere armi non è federale, dipende dalle scelte dei singoli stati. Anche se venisse a mancare il secondo emendamento, questi stati elaborerebbero i loro specifici emendamenti. Il che significa che si rischia un’altra guerra di secessione (la prima per il possesso degli schiavi, la seconda per il possesso di armi semiautomatiche).
RIVOLUZIONE?
“A tutti quelli che vorrebbero proibire le armi dico solo che se gli ebrei europei avesse avuto il diritto di portare armi prima dell’Olocausto i nazisti e i loro collaboratori avrebbero avuto un bel daffare nell’attuare la “Soluzione Finale”. (Questo tipo di situazione era precisamente il motivo per l’introduzione del 2° emendamento – serviva ad eliminare il monopolio di Stato sulla violenza, armando la popolazione). Questo è il problema fondamentale che riguarda il controllo delle armi in America. Senza un’arma da fuoco si è in balia del linciaggio, la vostra sicurezza dipende dalla buona volontà degli altri cittadini. Se improvvisamente questi se la prendono con te perché sei ebreo, musulmano, nero, gay, o qualsiasi altra cosa, allora tanti saluti. Per questo esiste un’associazione ebraica in favore del secondo emendamento come baluardo contro l’antisemitismo e per la stessa ragione il movimento delle Pantere Nere (Black Panther) lottò strenuamente contro il divieto di portare armi. Un’arma da fuoco dà alle minoranze una serie di diritti che non potrebbero altrimenti essere protetti, in particolare la garanzia di protezione dalla tirannia” (Anonimo)
Se consideriamo l’incapacità dimostrata dall’esercito americano di sconfiggere ribelli muniti di armi leggere in diversi paesi asiatici, non è chiaro come l’amministrazione Obama possa pensare di far applicare una legge che vieta le armi d’assalto senza far piombare la nazione nel caos per diversi anni, con migliaia di morti. Quanti soldati americani diserteranno e si schiereranno con i loro concittadini?
Sarà interessante osservare l’arrampicata sugli specchi di chi proverà a dimostrare le “evidenti” differenze tra le azioni di Gheddafi/Assad/Netanyahu e quelle del Nobel per la Pace B.H. Obama.
Tuttavia, come abbiamo visto, cittadini e miliziani anti-federali non avrebbero alcuna chance senza un’ingerenza “umanitaria” di potenze straniere. Le immagini di Boston sono emblematiche: 9mila paramilitari con mezzi blindati, elicotteri, intelligence, diritto di detenzione senza processo a tempo indeterminato (habeas corpus sospeso discrezionalmente in base a NDAA 2012 e 2013) e il possibile appoggio delle forze armate. Gli Stati Uniti sono già un enorme campo di concentramento e la finestra per sfuggire si sta chiudendo. Il Senato ha bloccato ogni possibilità di controllare la vendita delle armi, nonostante il 90% della popolazione sia strenuamente favorevole ad invertire la tendenza alla militarizzazione della propria società.
http://www.informarexresistere.fr/2012/01/07/ndaa-torneranno-i-campi-di-concentramento-in-america/
TERZA GUERRA MONDIALE
Qualora il governo di Israele fosse costretto ad intraprendere un’azione militare di legittima auto-difesa contro il programma di armamento nucleare iraniano, il governo degli Stati Uniti affiancherà Israele, fornendo, nel rispetto della legge americana e delle responsabilità costituzionali del Congresso ad autorizzare l’uso della forza militare, supporto diplomatico militare ed economico al governo di Israele nella difesa del suo territorio, del suo popolo e della sua esistenza.
Risoluzione 65 del Senato americano
[in realtà l’uso di testate nucleari sarebbe limitatissimo, per evidenti ragioni]
Israele ha confermato di aver bombardato in Siria nelle prime di venerdì un carico di missili presumibilmente diretto in Libano ai miliziani Hezbollah, alleati del regime di Bashar al-Assad.
“L’Iran sta continuando con il suo programma nucleare. Deve ancora attraversare la linea rossa che ho presentato alle Nazioni Unite, ma si sta avvicinando in modo sistematico”, ha detto Netanyahu. “Non gli si deve permettere di varcarla“
http://www.reuters.com/article/2013/04/29/us-iran-nuclear-israel-idUSBRE93S0IQ20130429
Entra Renzi, esce Berlusconi – il cambio della guardia e la minaccia autoritaria
10 ottobre 2012 a 08:57 (Controrivoluzione e Complotti, Economia e Società, Miti da sfatare, Stati Uniti d'Europa, Verità scomode)
Tags: 11 settembre, 11 settembre 2001, 9/11, Aldo Moro, Alexander Haig, alta finanza, American Enterprise Institute, Andreotti, armi di distruzione di massa, autoritarismo, banche, banchieri, Berlusconi, Bettino Craxi, Blair, Capezzone, Carrai, Carter, CIA, CL, commissione stragi, Comunione e Liberazione, Corte dei conti, Cosimo Pacciani, Cossiga, Craxi, David Mills, David Serra, De Siervo, destra, dismissioni del patrimonio pubblico, esecutivo forte, ESM, fascismo, finanza, Fininvest, Fiscal Compact, flessibilità, flexsecurity, Florence Multimedia, Francesco Clementi, Francesco Pazienza, Gerhard Schroeder, Gianni Letta, Giannino, Giovanni Paolo II, Giuliano Da Empoli, governo forte, Guardia di Finanza, guerra al terrore, hedge fund, intelligence, Iran Contra, Ledeen, Letta, liberismo, Libia, Licio Gelli, liderismo, Luigi De Siervo, Luigi Zingales, Mario Monti, Massimo Teodori, massoneria, Matteo Renzi, Michael Ledeen, monarchia, Monti, montismo, Moro, Mossad, nazismo, neocon, neoconservatori, neoliberismo, Nixon, Opus Dei, Oscar Giannino, P2, PD, Pietro Ichino, poteri forti, precariato, precarizzazione, primarie, privatizzazioni, programma politico, rapimento, Reagan, reazionario, Renzi, Rothschild, Royal Bank of Scotland, Saddam Hussein, servizi segreti, sindaco, sindaco d'Italia, sindaco di Firenze, sprechi, strategia della tensione, think tank, Tony Blair, unificazione europea, Unione Europea, Ustica, Wojtyla
Aperitivo su Renzi e i poteri forti
Renzi il neoliberista
Renzi beniamino della destra
MATTEO RENZI E I POTERI FORTI INTERNAZIONALI
“Il sindaco non parte da zero, come dimostra anche la genesi dell’incontro americano, nato dai contatti fra Giuliano da Empoli, l’architetto del programma elettorale renziano, e Matt Browne, già direttore del Policy Network — think tank fondato da Tony Blair, Gerhard Schroeder, Goran Persson e Giuliano Amato — che oggi è nel Center for American Progress, il pensatoio fondato da John Podesta. Ma il sindaco fra i suoi rapporti politici in America, oltre ai Dem tipo Kerry Kennedy, può contare anche su relazioni trasversali, grazie anche alla vicinanza di Marco Carrai, che cura la raccolta fondi di Renzi, a Michael Ledeen, animatore del think tank repubblicano American Enterprise Institute”.
Chi è Michael Ledeen?
Il miglior programma in assoluto di educazione alla democrazia si chiama “Esercito degli Stati Uniti”.
Michael Ledeen, American Enterprise Institute for Public Policy Research (AEI)
La stabilità è una missione indegna per l’America, ed anche un concetto fuorviante. Non vogliamo la stabilità in Iran, Iraq, Siria, Libano, e perfino nell’Arabia Saudita, vogliamo che le cose cambino. Il vero problema non è se, ma come destabilizzare.
Michael Ledeen, Wall Street Journal, 4 settembre 2002
La potenza formidabile di una società libera dedicata ad una sola missione è qualcosa che [i nostri nemici] non riescono a immaginare … La nostra vittoria inaspettatamente rapida in Afghanistan è il preludio di una guerra molto più vasta, che con tutta probabilità trasformerà il Medio Oriente per una generazione almeno, e ridefinirà la politica di molti paesi più vecchi in tutto il mondo.
Michael Ledeen, «The War against the Terror Masters» New York: St. Martin’s Press, 2002.
“Daniele Capezzone, il segretario radicale, è andato a Washington, il 9 marzo scorso, all’American Enterprise Institute, a parlare di “globalizzazione della democrazia”, invitato da Michael Ledeen, definito da Radio Radicale “uno dei maggiori esponenti del pensiero neocon“. Peccato che Ledeen è un nome che ricorre nelle memorie di Francesco Pazienza e negli atti della Commissione P2, oltre che nella relazione di minoranza della stessa, quella stesa da Massimo Teodori, ai tempi radicale anch’egli un uomo dei servizi segreti, che l’ammiraglio Fulvio Martini, capo dell’intelligence tricolore, bollò come “persona sgradita” in Italia.
[…].
E’ l’onorevole Giovine a realizzare la migliore sintesi sul personaggio: “Pensiamo al ruolo di Michael Ledeen, che entrava e usciva dal Viminale in quei giorni [quelli del sequestro Moro, ndr]. Michael Ledeen non è uno qualsiasi, ma è forse il più esperto, non teorico ma pratico, della disinformazione americana. Michael Ledeen peraltro è anche un intellettuale apprezzato: è lui per esempio l’autore dell’intervista a De Felice sul fascismo. All’epoca del caso Moro era uno dei più abili giocatori di poker a Roma. E’ l’uomo che ha congegnato il cosiddetto “Billygate”, cioè che ha incastrato il fratello del presidente Carter con una operazione in Libia di altissima scuola fra i cosiddetti “dirty tricks”. […] Pazienza è un ragazzo di bottega rispetto a Michael Ledeen, e io ho citato solo una delle sue imprese. E poi chi troviamo all’altro capo del telefono quando Craxi parla col presidente Reagan la notte di Sigonella? Michael Ledeen, che traduce per Reagan. Ho citato solo due episodi: Ledeen è un uomo di punta di tutto l’ambiente che grava intorno al generale Alexander Haig, personaggio cruciale dell’ambiente nixoniano, uomo poi caduto sull’affare Iran-Contras, il cui ruolo è centrale. […] Ledeen, ripeto, ha contatti con il giro di Alexander Haig, che è un giro particolare, di una massoneria particolare e di Servizi di un certo tipo, come del resto è noto alle cronache. Michael Ledeen è uomo che il ministro Cossiga fa entrare direttamente nella vicenda Moro: non mi interessano i rabdomanti e la corte dei miracoli, ma che, all’interno di questi vi sono anche gli uomini forti. Michael Ledeen è un uomo forte in questo tipo di azione. E’ mai stato chiesto il suo ruolo? E’ mai stato chiesto a Cossiga perché si è rivolto a Michael Ledeen? Perché lo ha mandato, con quale scopo? Scusatemi questa valutazione politica, ma altri come lui possono essere stati coinvolti da Cossiga, di cui neanche sappiamo i nomi” [Atti della commissione stragi, 38/1998].
Ledeen appare anche nelle motivazioni della sentenza su Ustica. Vale la pena di riportare il passo in questione, è un ulteriore bel ritratto: “Veniva anche trasmesso un carteggio concernente Mike Ledeen, relativo alla richiesta di pagamento di onorario per 30.000 dollari da lui avanzata al nostro Governo. L’onorario richiesto risaliva ad un incarico ricevuto nel 1978 dall’allora Ministro dell’Interno prima che questi lasciasse il dicastero, pertanto prima o durante il sequestro dell’onorevole Aldo Moro. L’incarico era relativo ad uno studio sul “terrorismo”. Sul punto non possono non richiamarsi le affermazioni del prefetto D’Amato rese alla Commissione P2, in cui riferendosi a Ledeen precisa che “era stato addirittura collaboratore dei Servizi italiani, perché aveva tenuto, insieme a due ex elementi della CIA, dei corsi dopo il caso Moro” (v. audizione Federico Umberto D’Amato, Commissione P2, 29.10.82
http://www.carmillaonline.com/archives/2004/05/000789print.html
Tutta la documentazione disponibile relativa alle operazioni dei servizi segreti italiani, americani ed israeliani che hanno coinvolto Ledeen – 11 settembre 2001, fantomatiche armi di distruzione di massa in mano a Saddam Hussein, Iran-Contra, Stategia della Tensione, attentato a Giovanni Paolo II e molto altro – la potete trovare qui:
http://www.historycommons.org/entity.jsp?entity=michael_ledeen
“Una presentazione di Ledeen che cerca di diversificare a tutti i costi il fascismo dal nazismo facendo perdere di vista i temi del volume”
http://www.sissco.it/index.php?id=1293&tx_wfqbe_pi1[idrecensione]=2500
Qual è la natura della contiguità tra Matteo Renzi e Michael Ledeen, ultraconservatore, ultrasionista, islamofobo da sempre in favore della destabilizzazione del Medio Oriente?
Perché un politico che aspira a guidare il maggior partito di “sinistra” in Italia ed un eventuale governo dovrebbe essere associato ad un neocon guerrafondaio con il suo passato a dir poco ambiguo tra terrorismo e servizi segreti?
MATTEO RENZI E I POTERI FORTI NOSTRANI
Anche se Renzi negli anni si è sempre più laicizzato, è sempre Carrai a tessere relazioni con il mondo cattolico, in modo trasversale alle congregazioni delle fede e quindi mantenendo buoni rapporti sia con Comunione e Liberazione che con l´Opus Dei.
Il manager toscano vanta conoscenze importanti non solo tra le élite italiane. È sempre lui ad aver messo in contatto Renzi con l’ex primo ministro britannico laburista Tony Blair e con Michael Ledeen, animatore del think tank repubblicano American Enterprise Institute.
[…]
Il giornalista del Corriere Fiorentino David Allegranti, nel suo libro “Matteo Renzi. Il rottamatore del Pd” (Editore Vallecchi 2011), lo ha definito il “Gianni Letta” del primo cittadino di Firenze. E quindi forse, come per Berlusconi, se non ci fosse Carrai, non ci sarebbe Renzi. Anche se quasi nessuno lo sa.
http://www.formiche.net/dettaglio.asp?id=31213&id_sezione=
“…in questa fase pre-elettorale e pre-discesa in campo sono soprattutto gli ultimi due – De Siervo e Da Empoli – ad avere avuto un ruolo importante nella formazione della squadra, del programma e dell’organizzazione della campagna del sindaco di Firenze.
Luigi De Siervo, 43 anni, fiorentino, figlio dell’ex presidente della Corte Costituzionale Ugo De Siervo, ex consulente a Firenze dello studio dell’avvocato David Mills [“Consulente della Fininvest per la finanza estera inglese, è stato condannato in primo e secondo grado per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza in favore di Silvio Berlusconi nei processi Arces (tangenti alla Guardia di Finanza) e Al Iberian – fonte: wikipedia].
De Siervo, tra le altre cose…è stato scelto ancora una volta dal sindaco per allestire i contenuti e gli elementi scenici del suo primo e itinerante Big Bang nazionale
Accanto a De Siervo, poi, sul lato dei contenuti, la persona da tenere bene a mente si chiama Giuliano Da Empoli. Da Empoli – 39 anni, scrittore, saggista e figlio di Antonio Da Empoli, ex consigliere economico di Bettino Craxi – nel 2009 è stato scelto da Renzi come assessore alla Cultura del Comune di Firenze e dopo due anni e mezzo di esperienza in giunta su richiesta del sindaco ha cambiato più o meno mestiere e si è messo alla guida di quel piccolo think tank che dallo scorso ottobre elabora e rielabora a getto continuo i contenuti del programma del sindaco.
I contributors di Renzi (ce ne sono di curiosi e interessanti, non solo Pietro Ichino e Alessandro Baricco, ma, per dire, anche Oscar Farinetti, inventore di Eataly, e David Serra, numero uno del Hedge Fund italiano più famoso d’Europa, Algebris)…Luigi Zingales (economista neoliberista firmatario insieme con Oscar Giannino anche del documento “Fermare il declino”)
Di Roberto Reggi, ex sindaco di Piacenza ed ex coordinatore dei lettiani del nord e centro Italia, invece si sa che è il responsabile della macchina organizzativa di Renzi mentre si sa meno che è proprio lui la persona che più degli altri in questa fase è stata incaricata di lanciare messaggi positivi ai montiani di tutto il mondo (lunedì mattina, per dire, intervistato a “Omnibus”, Reggi ha ripetuto che in un governo Renzi ci potrebbe stare perfettamente un Mario Monti ministro dell’Economia).
…il costituzionalista Francesco Clementi, classe 1975, professore di Diritto pubblico comparato alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Perugia… il giurista che materialmente ha scritto una parte importante del programma del Rottamatore: quella legata alla riforma istituzionale di cui Renzi si farà promotore durante la campagna elettorale. Una riforma che punta a rafforzare l’esecutivo proponendo, in nome della “trasparenza e della responsabilità”, un sistema di governo neoparlamentare sul modello del sindaco d’Italia, sul modello delle democrazie anglosassoni e in particolare sul “modello Léon Blum”. Blum, forse qualcuno lo ricorderà, fu lo storico presidente del Consiglio che negli anni Trenta diede il “la” alla riforma della Terza Repubblica francese e che nel 1936 mise nero su bianco nel pamphlet “La Réforme gouvernementale” (tradotto in Italia proprio da Clementi) le linee guida di quella che sarebbe diventata la futura rivoluzione presidenziale francese. “Il presidente del Consiglio – scrive Blum in questo pamphlet di cui il sindaco di Firenze ha letto alcuni estratti – deve essere come un monarca, un monarca a cui furono tracciate in precedenza le linee della sua azione: un monarca temporaneo e permanentemente revocabile, che possiede nonostante ciò, durante il tempo nel quale la fiducia del Parlamento gli dà vita, la totalità del potere esecutivo, unendo e incarnando in sé tutte le forze vive della nazione”.
Cosimo Pacciani, dirigente della Royal Bank of Scotland (la banca dei Rothschild , NdR);
http://www.ilfoglio.it/soloqui/14879
Il non-programma politico di Matteo Renzi
Renzi stesso non lo ha definito un programma, introducendo le 26 pagine che dovrebbero rappresentare il suo manifesto politico, ma che di politico hanno ben poco. A leggere questo documento non si scorge affatto quella novità e quella freschezza, che Renzi sembrava promettere con il suo giovane viso. A leggerlo bene, questo documento porta una serie di formule liberiste che di nuovo hanno ben poco, accanto a qualche slogan e molta ideologia.
[…]
La sua continuità programmatica e politica con il governo Monti poi è impressionante: maggiore integrazione europea (ergo maggiore cessione di sovranità nazionale); dismissione del patrimonio pubblico; riduzione del 20-25% degli investimenti e dei trasferimenti alle imprese; obbligo per le Università di stabilire accordi con almeno tre banche per erogare mutui agli studenti; accelerazione sulle liberalizzazioni; priorità alle manutenzioni e alle piccole e medie opere; attrazione degli investimenti stranieri (Renzi lo sa che sono comunque un debito?); politiche del lavoro incentrate sulla flexsecurity (la precarizzazione del lavoro vista da sinistra); nessun ritocco alla riforma previdenziale introdotta da Elsa Fornero; incentivi alle fonti rinnovabili elettriche; riduzione del numero delle forze di polizia. Infine Renzi si dice completamente a favore del Fiscal Compact, dell’integrazione della vigilanza bancaria europea presso la BCE e dell’aumento di fondi al neo-costituito ESM.
[Su Fiscal Compact e ESM: https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/10/09/francia-una-nazione-con-la-spina-dorsale/]
http://www.movisol.org/12news193.htm
Cene, viaggi, fiori, pasticcini La Corte dei Conti indaga su Renzi. Sotto esame i rimborsi del periodo 2005-2009, quando il sindaco di Firenze guidava la Provincia. Gli esborsi riguardano anche 70mila euro per attività di rappresentanza negli Stati Uniti e spese al ristorante per 17mila euro… Nel lungo elenco di ricevute e spese che gli inquirenti stanno verificando ci sono anche le fatture di fioristi, servizi catering, biglietti aerei e società vicine all’attuale sindaco. A cominciare dalla Florence Multimedia che riceve complessivamente 4,5 milioni di euro dall’ente.
Gli opportunisti dell’umanitarismo sono un pericolo per tutti noi (e ci porteranno in guerra)
16 luglio 2012 a 09:51 (Antropologia, Controrivoluzione e Complotti, Economia e Società, Guerra al Terrore, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto, Verità scomode)
Tags: agnelli, Alden Pyle, angelismo, armi chimiche, armi di distruzione di massa, Assad, bande armate, Bengasi, Brendan Fraser, casus belli, CIA, civili, diplomazia muscolare, Do Thi Hai Yen, eccidi, escalation, false flag, falsi umanitaristi, fanatici, fanatismo, faziosità, Finisterre, finto attentato, finto attentato terroristico, George Santayana, Gheddafi, Graham Greene, guerra nel Medio Oriente, guerrafondai, Guido Ruotolo, Hitler, Homs, insorti, intelligence, isolamento dalla realtà, Libia, lupi, manicheismo, massacri, media occidentali, Michael Caine, Misurata, narcisismo, narcisisti, NATO, offensiva diplomatica, opportunisti dell'umanitarismo, osservatori ONU, pacifisti, propaganda, ribelli, Shanghai, Siria, Terza Guerra Mondiale, Tremseh, Tripoli, umanitarismo, umanitaristi, umanitaristi part-time, Un Americano Tranquillo, Vietnam, Vladivostok, Yemen
Le guerre non sono catastrofi naturali, sono scelte, scelte variamente motivate, ma spesso dettate dalla brama di gloria, di potere, di ricchezza, ecc. Ci sono persone che le programmano e le scatenano.
Gli Osservatori ONU hanno confermato che l’ultimo massacro (in ordine di tempo), non ha colpito civili ma disertori e militanti (= ribelli armati). Il che conferma quando affermato dal regime siriano nella giornata di ieri: “Anche secondo i dati raccolti dal New York Times, quella di Tremseh più che una strage di civili è stata una carneficina di ribelli: uno scontro impari tra truppe siriane più numerose e ben armate e forze dell’opposizione in numero inferiore e dotate solo di armi leggere”.
http://www.repubblica.it/esteri/2012/07/14/news/siria_missione_onu-39073815/?ref=HRER2-1
Se non avessero estromesso le forze di opposizione che volevano negoziare fin dall’inizio con il governo, preferendo la via della violenza, non sarebbero morti a questo modo. Lo Yemen dimostra che si poteva fare altrimenti, ma nello Yemen l’Occidente voleva stabilità, in Siria no.
Ma la Repubblica riesce a distorcere quest’informazione, con un sapiente uso delle parole, al punto da far credere al lettore che invece confermano la versione dei ribelli (che ieri parlavano, invece, di civili disarmati).
Che interesse ha il gruppo la Repubblica/l’Espresso a spingerci verso l’intervento armato, a pochi mesi da quello in Libia, che si è concluso così:
“Nel caotico dopo-Gheddafi…in tutto il paese si registrano scontri armati. Bengasi da culla della Rivoluzione è diventata regno della paura controllato soprattutto dagli integralisti, con agguati e sparatorie (…) Gli islamisti si sentono i padri e i martiri della Rivoluzione e non sanno cosa sia il rispetto delle regole, delle leggi, dello Stato. Qualsiasi contrasto i bengasini lo risolvono con l’uso della forza (…) Oggi nel paese regna il caos. La tribù Mashashia ha combattuto con Gheddafi e oggi è in guerra con la tribù Gontran di Zintan. Misurata è in guerra con Taurga i cui uomini si schierarono con Gheddafi. Per Misurata, Taurga deve «sparire». Lo stesso accade tra Zwarah e Jmail e Regdaline. Tra Sabratah e Zwarah. E a Kufra è peggio ancora. A Derna, regno dei qaedisti e degli integralisti islamici, tutti gli occidentali, anche dei «paesi amici» come la Francia «sono nemici perché occidentali». La Libia è una polveriera, non c’è polizia e l’esercito nazionale, lasciando alle milizie il controllo del territorio”.
Guido Ruotolo, La Stampa, 29 giugno 2012
Resta il fatto che i ribelli siriani hanno mentito, per l’ennesima volta (come facevano quelli libici), ma ogni volta i media italiani prendono per oro colato tutto quel che dicono.
Resta anche il fatto che i ribelli stanno perdendo e quindi c’è da attendersi un false flag, un falso attentato terroristico con armi chimiche: infatti “fonti dell’intelligence” affermano che il regime sta spostando armi chimiche a Homs. Di tutti i posti possibili, proprio la cosiddetta “capitale dei ribelli”, che peraltro è ancora sotto controllo governativo? Vogliono gasare i propri cittadini pur avendo il controllo della città?
http://news.sky.com/story/959953/syria-military-moves-chemical-weapons-to-homs
Stiamo avvicinandoci a grandi falcate ad una terribile guerra nel Medio Oriente che si ripercuoterà sull’intero globo, con embarghi incrociati, escalation militari e uso di armi di distruzione di massa e di nuove tecnologie belliche.
L’umanità è solo responsabile della sua inerzia e della sua credulità. Non è l’umanità a volere questa guerra. L’umanità non ama le guerre, preferisce coltivare il proprio campicello (vivi e lascia vivere):
Non c’è un mostro sanguinario dentro di noi che è tenuto a bada dalle élite. Ci sono invece élite che, ripetutamente, per puntellare il proprio potere ed aumentare i propri profitti, ci mettono gli uni contro gli altri. élite occidentali ed euro-asiatiche.
Anche in Italia c’è un’élite che spinge per un intervento armato in Siria. Il nostro ministro degli esteri usa l’eufemismo “muscolare” al posto di “armato”.
Altri politici chiedono pressioni sempre più decise sulla Russia (“offensiva diplomatiche”)
Per avere successo, isolano le migliori personalità, quelle del dialogo, della negoziazione, del compromesso, quelle che veramente si spendono per la causa umanitaria, perché hanno sinceramente a cuore le sorti del proprio popolo e del proprio paese:
I falsi umanitaristi (quelli part-time: quando la causa ottiene il sostegno dei media e di Londra+Washington+Gerusalemme/Tel Aviv) spesso credono di essere in buona fede, sebbene siano lupi che si considerano agnelli. A differenza del lupo consapevolmente camuffato da agnello, l’umanitarista opportunista è un fanatico ed è quindi estremamente pericoloso per se stesso e per gli altri, specialmente per i popoli esotici:
Sono persone che ancorano la loro autostima ad una causa di vasto consenso e che piace ai potenti. Amano compiacere i potenti e lo fanno con veemenza ed estremismo, la fede cieca di chi, come tutti i narcisisti, ha bisogno di continuare a credere di non aver commesso un errore, pena il collasso del rispetto di sé. Sono quelli che in Germania combattevano per la patria nazista fino all’ultimo, per non dover ammettere di essersi schierati dalla parte sbagliata. Oggi sono gli utili idioti che facilitano l’incedere della macchina da guerra della NATO. Domani, quando la NATO sarà sconfitta a causa della sua hybris, faranno il salto della quaglia e sosterranno la causa dell’amicizia euroasiatica da Finisterre a Shanghai e Vladivostok.
Questo perché non è la propaganda ad ingannare le persone: le aiuta solo ad ingannarsi meglio.
Avendo poca fede in se stessi (tipico del narcisista che ha bisogno di continue rassicurazioni), si aggrappano ad un qualunque surrogato di fede, una santa causa, un relitto che funga da salvagente. Dichiarano di essere altruisti, di aver messo da parte il loro ego, di essere votati al bene del prossimo, ma in realtà la loro è vanità. Diversamente, si informerebbero in modo serio e responsabile a proposito della causa che appoggiano. Se non lo fanno è perché sono loro ad averne bisogno, non le persone che pretendono di voler aiutare. Le “vittime” sono solo un mezzo, uno strumento, perciò l’attenzione dell’umanitarista part-time sarà sempre altamente selettiva. Ci sarà sempre un Hitler di turno che perseguita degli eroi romantici. Ci sarà sempre una popolazione indifesa (la fanciulla, la principessa prigioniera) che necessita dell’aiuto di un cavaliere senza macchia e senza paura pronto a sfidare il drago (ma sempre e solo quando è certo di poterlo battere). Gli scettici saranno sempre complici dell’Hitler del menù del giorno, o idioti complottisti, indipendentemente dai precedenti storici (la storia è cancellata quando interferisce con la visione idealizzata della realtà che protegge un ego insicuro).
Il fatto è che chi non ha problemi ad ingannare se stesso è facile preda di chi lo vuole ingannare. Perciò circuire l’umanitarista opportunista è come rubare un leccalecca ad un bambino. E i risultati sono eccellenti: essendo isolato dalla realtà, non si rende neppure conto della sua meschinità, egocentrismo, vanità, superbia, faziosità, disonestà intellettuale, bullismo, ecc. Userà parole forti non per esprimere le sue emozioni, ma per evocarle in se stesso. Infatti c’è sempre una vocina che lo tormenta, che lo mette in discussione: va tacitata. Il fanatismo non è sintomo di ferma convinzione, ma di un’intollerabile ed intollerata incertezza.
Oggi c’è la Siria, qualche decennio fa c’era il Vietnam.
“Un Americano Tranquillo” è un eccellente romanzo-denuncia di Graham Greene scritto negli anni Cinquanta, quando l’autore era già in grado di prevedere gli esiti funesti del coinvolgimento statunitense nel Vietnam, allora una colonia francese che lottava per la sua indipendenza. Il tranquillo americano in questione è Alden Pyle, all’apparenza un medico volenteroso e posato, che si rivela poi essere uno zelante e spietato agente della CIA, disposto a massacrare decine di innocenti in nome della causa anti-comunista. Qui mi interessa soprattutto riproporre la caratterizzazione che Greene imprime sul personaggio: “Non era capace di immaginare il dolore o il pericolo per se stesso, allo stesso modo in cui non riusciva a riconoscere negli altri il dolore che causava loro” (Greene, 1983, p. 63) – “Mi accadde diverse volte di scorgere nei suoi occhi un’espressione di dolore e disappunto quando la realtà non corrispondeva alle idee romantiche che si era fatto, o quando qualcuno che amava o ammirava non riusciva ad dimostrarsi all’altezza dei suoi inarrivabili standard” (p. 75) – “Sarà sempre innocente, e non si può dare la colpa ad un innocente, perché sono sempre incolpevoli” (p. 183). Pyle è un fanatico ed il fanatico, diceva George Santayana, “è un uomo che raddoppia gli sforzi quando si dimentica dei fini”. Alla fine organizza un finto attentato terroristico (guarda caso!) che servirà a causare un’escalation e l’intervento militare americano: nella piazza devastata cerca prima di tutto di pulirsi i pantaloni dal sangue, invece di aiutare i feriti.
Sta succedendo di nuovo. Di nuovo le credenze sono più importanti dei fatti (loro continuano ad accusare i loro critici di non badare ai fatti, quando sono loro i primi a non degnarsi di considerare i fatti presentati dai critici), l’azione muscolare più importante della pace, le idee più vitali delle persone, la propria asserita innocenza più esiziale dell’innocenza delle vere vittime delle loro iniziative, dei loro errori, delle loro vulnerabilità e dei loro difetti caratteriali. Di nuovi gli opportunisti dell’umanitarismo si rifiutano di pensare e spengono il cervello. Mentre i soldati, che sanno cos’è la guerra, non venerano la forza, ma la temono e la rispettano, gli opportunisti dell’umanitarismo non si fanno troppi scrupoli. Professano di amare l’umanità, ma è lecito dubitarne, visto che non si domandano se certi attivismi siano generati da nobili motivazioni ed indirizzati a nobili scopi e se per caso l’esito finale non potrebbe essere una situazione molto più degradata (es. il narcofeudo del Kosovo, l’anarchia afghana e somala, i ghetti palestinesi).
Per proteggere la loro psiche hanno bisogno di credere ad una realtà manichea in cui la loro parte è sostanzialmente angelica e civile e l’altra è satanica e barbarica. Il fatto che la propria parte si proclami civile ma si comporti barbaramente dovrebbe farli esitare, ma non se lo possono permettere. Sono governati dalle parole, non dai fatti e dalle idee e, per quanto morte possano essere le parole della propaganda, le riempiranno loro di un conveniente e confortevole significato.
Sono pericolosi, perché le diversità di vedute “riconciliate” con l’uso della forza diventano contrapposizioni feroci, marcate da un odio viscerale, diventano un incendio difficilmente estinguibile, che rischia di bruciarci tutti.
L’FBI organizza e sventa la maggior parte degli attentati terroristici islamici sul suolo americano (ricerca della UCLA!)
21 Maggio 2012 a 11:00 (Guerra al Terrore)
Tags: 11 settembre, 11 settembre 2001, 9/11, antiterrorismo, complotti, cospirazioni, estremisti, FBI, fondamentalisti, intelligence, terrorismo
Salvo tre eccezioni, tutti i complotti terroristici sul suolo americano dopo l’11 settembre 2001 sono stati organizzati grazie ad infiltrati FBI che hanno istigato, informato ed equipaggiato degli estremisti per poi sventare gli attentati.
Le eccezioni sono Najibullah Zazi, che quasi fece saltare in aria la metropolitana di New York nel settembre 2009; Hesham Hadayet Mohamed, un egiziano che ha aperto il fuoco contro la biglietteria El-Al all’aeroporto di Los Angeles e Faisal Shahzad, l’attentatore di Times Square.
http://www.motherjones.com/politics/2011/08/fbi-terrorist-informants