Per i commenti
https://www.facebook.com/AmorMundi/posts/10205722971587457
Se leggete il Guardian siete meglio di Nostradamus
14 Maggio 2016 a 15:36 (Controrivoluzione e Complotti, Futuro e Anticipazione)
Tags: Aung San Suu Kyi, Brasile, destabilizzazione, giornalismo, golpe, golpisti, Guardian, imperialismo, intelligence, previsioni, propaganda, rivoluzioni colorate, Venezuela
Obama & Putin 2 – Israel & Saudi Arabia 1
17 novembre 2013 a 09:36 (Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: Al-Qaeda, Aleppo, Arab Spring, Assad, Damascus, Guardian, Israel, jihadists, Netanyahu, North Korea, Obama, Putin, Stalingrad, Syria, Syrian National Coalition, Syrian Observatory for Human Rights, World War III
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http://en.wikipedia.org/wiki/Scw,c#Daraa
This Reuters dispatch does a decent job in communicating the essentials of the Syrian question, as we near the end of 2013:
Western concerns have moved on from toppling Assad to how to stop jihadist groups linked to al Qaeda;
The U.S. position is that the opposition must negotiate with the regime and agree on a roadmap;
The West is switching from an Arab Spring narrative to a counter-terrorism narrative;
The international consensus in support of the opposition and militarization of the conflict is no longer there;
U.S. and Russian officials are privately discussing what organs of the Syrian state would remain and at what level – who would have to go and who would have to stay
Militarily, the regular army is surrounding rebels and jihadist mercenaries in Damascus and Aleppo.
http://www.reuters.com/article/2013/11/15/us-syria-crisis-geneva-insight-idUSBRE9AE08A20131115
It does indeed look like both Aleppo and Damascus are being turned into a Stalingrad for jihadists: no supplies, no air support, a generally hostile population, while Syrian air raids kill rebel commanders
http://www.theguardian.com/world/2013/nov/13/syrian-troops-capture-damascus-suburb
http://www.theguardian.com/world/2013/nov/14/jihadists-reinforcements-syrian-regime-aleppo-al-qaida
Are we allowed to suggest that one faction of the oligarchic transnational clique has concluded that the infighting in Syria is a smart way to get rid of Islamist sociopaths? That would greatly displease Netanyahu who, like most if not all Israeli leaders, is working towards a scenario in which all their neighbours (and Iran) are destabilised and weakened. An agenda which, apparently, finds few, if any, advocates at the present time, in Washington and Moscow. Only Paris and London appear to be prepared to go along with this suicidal plan.
This tug of war explains why the Syrian National Coalition has first agreed to peace talks with the regime:
But, almost instantly, has changed its mind forcing the Guardian to retract: “This was an editorial decision that didn’t reflect the Syrian National Coalition’s stance and has since been corrected. Thanks”
Meanwhile, Israel is eager to play extra-time before conceding defeat: “The Jerusalem Post reported in October that 15 North Korean helicopter pilots were operating in Syria “on behalf of President Bashar Assad’s regime” and said the report had been confirmed by the Syrian Observatory for Human Rights. Other reports have identified North Korean artillery officers as being in Syria, although they were said not to be directing fire. North Korea has longstanding ties with Syria and constructed a plutonium reactor there that was destroyed by an Israeli strike in 2007. It also has links with Syria’s chemical weapons programme”.
http://www.theguardian.com/world/2013/nov/15/north-korea-military-aid-syria
Prossima mossa neoliberista: chi non paga abbastanza tasse perde il diritto di voto (George Monbiot sul Guardian)
19 ottobre 2012 a 09:19 (Controrivoluzione e Complotti, Economia e Società, Verità scomode)
Tags: Adam Smith Institute, American Enterprise Institute, Angelo Panebianco, Cameron, colpo di stato, diritto di voto, distruzione creativa, Fatto Quotidiano, fratelli Koch, George Monbiot, Giannino, giornalismo asservito, golpe, golpisti, Guardian, Istituto Bruno Leoni, James Goldsmith, John Aspinall, Koch, laissez faire, lobbismo, lobbista, lobbisti, lobby, Lord Lucan, Margaret Thatcher, Monbiot, neoliberismo, neoliberisti, Oscar Giannino, Panebianco, prostituzione intellettuale, reddito, Regno Unito, tassazione, Tea Party, Thatcher, think tank, think tank neoliberisti
Ogni volta che sul Fatto Quotidiano o su qualunque altro quotidiano o rivista leggerete un articolo di supporto agli studi dell’Istituto Bruno Leoni – che è un covo di neoliberisti assatanati ed orgogliosi di esserlo – ricordatevi della seguente analisi di George Monbiot, uno dei giornalisti britannici più quotati ed uno dei pochi che si può ancora permettere di criticare l’establishment.
“Sovvertire significa rovesciare dal basso. Abbiamo bisogno di una nuova parola, che significhi rovesciare dall’alto. La principale minaccia per lo Stato democratico e le sue funzioni non è il governo della masse o un’insurrezione di sinistra, ma è costituita dai più ricchi e dalle multinazionali sotto il loro controllo.
Queste forze hanno affinato la loro strategia di assalto alla gestione democratica della società. Non c’è più bisogno – come invece facevano Sir James Goldsmith, John Aspinall, Lord Lucan e altri negli anni Settanta – di discutere la possibilità di lanciare un colpo di stato militare contro il governo britannico: i plutocrati hanno altri mezzi di sovvertirlo.
Nel corso degli ultimi anni ho cercato di capire meglio in che modo le esigenze delle grandi imprese e dei più ricchi vengano implementate nelle politiche statali, e sono arrivato a capire il ruolo centrale dei think tank neoliberisti in questo processo. Questi sono gruppi che pretendono di difendere il libero mercato, ma le cui proposte spesso appaiono come raccomandazioni per un più ampio potere delle imprese.
David Frum, ex membro di uno di questi think tank – l’American Enterprise Institute – sostiene che “funzionano sempre più come agenzie di pubbliche relazioni”. Ma in questo caso, non sappiamo chi siano i clienti. Come il lobbista Jeff Judson ribadisce entusiasticamente, sono “virtualmente immuni da qualsiasi punizione … l’identità dei finanziatori dei think tank è protetta dall’anonimato”. Un consulente che ha lavorato per i miliardari fratelli Koch [i responsabili della creazione del movimento Tea Party, quello di Oscar Giannino] sostiene che vedono il finanziamento dei think tank “come un modo per ottenere quello che vogliono senza sporcarsi le mani”.
Questo mi era già chiaro, ma negli ultimi giorni ho imparato molto di più. In Think Tank: la storia dell’Adam Smith Institute [Think Tank: the story of the Adam Smith Institute], il fondatore dell’Istituto, Madsen Pirie, fornisce una guida, involontaria ma inestimabile, su come opera realmente il potere in Gran Bretagna.
Poco dopo la sua fondazione (nel 1977), l’istituto si avvicinò a “tutte le principali aziende”. Circa 20 di loro risposero con l’invio di assegni. Il suo sostenitore più entusiasta fu James Goldsmith, uno degli aspiranti golpisti, una degli speculatori più spietati del suo tempo. Prima di fare una delle sue donazioni, scrive Pirie, “ascoltò con attenzione la descrizione del nostro progetto, i suoi occhi brillavano per la sua audacia e la sua scala. Poi ci fece consegnare dalla sua segretaria un assegno di 12mila sterline [sterline degli anni Settanta!]”.
Fin dall’inizio, giornalisti veterani del Telegraph, Times e Daily Mail offrirono volontariamente i loro servigi. Ogni sabato, in una vineria chiamata “the Cork and Bottle”, i ricercatori di Margaret Thatcher e gli editorialisti e giornalisti del Times e Telegraph incontravano il personale dell’Adam Smith Institute e dell’Institute of Economic Affairs. Durante il pranzo, “pianificavano la strategia per la settimana successiva”. Queste riunioni “coordinavano le nostre attività per massimizzare la nostra efficacia collettiva”. I giornalisti poi si incaricavano di tradurre in editoriali le proposte dell’istituto mentre i ricercatori s’incollavano ai ministri ombra.
Molto presto, riferisce Pirie, il Mail iniziò a pubblicare articoli di sostegno volta che l’Adam Smith Institute pubblicava qualcosa. L’allora direttore del giornale, David English, curava in prima persona la loro stesura ed aiutava l’istituto a migliorare le sue argomentazioni.
[…]
Pirie si prende, tutto o in parte (e fornisce un mucchio di prove a sostegno) il merito della privatizzazione delle ferrovie e di altre industrie, dell’appalto di servizi pubblici a società private, dell’imposta procapite (indipendente dal reddito e quindi favorevole ai ricchi), della vendita di case popolari, delle liberalizzazioni nel campo dell’istruzione e della sanità, della creazione di penitenziari privati e, successivamente, delle politiche fiscali dell’attuale governo Cameron [neoliberista].
Pirie, restando anonimo, scrisse anche il manifesto dell’ala neoliberista del governo Thatcher, “No Turning Back”.
[…]
Successivamente Monbiot stabilisce un parallelo con il think tank neoliberista “Free Enterprise Group”, che ha raccolto il testimone.
“Ancora una volta la stampa ha risposto alla chiamata. Il Telegraph ha commissionato una serie di articoli che promuovono lo stesso desolante programma a base di meno tasse per i ricchi, meno assistenza ai poveri e meno regolamentazione delle attività delle imprese. Un altro articolo sullo stesso giornale, pubblicato una quindicina di giorni fa dal responsabile delle questioni finanziarie dell’istituto Ian Cowie, propone che non sia prevista alcun rappresentanza per chi non paga le tasse. In pratica chi non paga abbastanza tasse sul reddito perderebbe il diritto al voto.
Considero queste persone come gli avanguardisti della destra, mobilitati per sfasciare prima e assumere il controllo poi di un sistema politico che è stato concepito per appartenere a tutti noi. Come sovversivi marxisti, parlano spesso di rompere le cose, di “distruzione creativa”, di spezzare le catene e togliere il guinzaglio. Ma pare che stiano più che altro tentando di liberare i ricchi dai vincoli della democrazia. E al momento stanno vincendo.
http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2012/oct/01/rightwing-insurrection-usurps-democracy
Qui un’altra traduzione in italiano, con il testo completo:
http://znetitaly.altervista.org/art/7947
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Sul potere e le “profezie” dei think tank
Lo shopping della signora Assad suscita sentimenti rivoluzionari nel Regno Unito
17 marzo 2012 a 08:48 (Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: arredamento, Asmāʾ al-Akhras, Asmāʾ al-Asad, Assad, Bashar al-Assad, DHS, Dipartimento della Sicurezza Nazionale, disinformazione, email, eurocrati, famiglia reale. regina, Gaza, giornalismo, Guardian, Hamid bin Khalifa al-Thani, Iran, Iraniani, Israele, Kony 2012, leader europei, Libia, media, Obama, Occupy Wall Street, ows, propaganda, psicopatici, Regno Unito, scetticismo, shopping, Siria, Siriani
Grazie ad una talpa, gli oppositori di Bashar al-Assad hanno messo le mani su una cache di migliaia di email arrivate e partite dagli account privati del presidente e di sua moglie. Questo flusso di informazioni si è interrotto a febbraio a causa di un attacco degli hackers di Anonymous ai server del regime, che ha bloccato gli account in uso.
Quali incredibili rivelazioni potrebbero nascondere 3000 email e documenti personali del leader siriano, distribuite per un periodo che va da giugno 2011 a febbraio 2012? Una vera cuccagna per i media occidentali.
Oppure no?
No.
Non solo la montagna ha partorito il topolino, ma lo scoop giornalistico rischia di ritorcersi contro le autorità britanniche.
Ecco perché.
Le email rivelano che:
- Assad si fa consigliare dagli Iraniani. Nessuna sorpresa: sono alleati da anni;
- la moglie di Assad, in 8 mesi, ha speso oltre 10mila sterline (un po’ più di 12mila euro) per acquistare candelieri, tavoli e lampadari francesi ed ha chiesto ad un suo assistente di comprare un set per la fondue su amazon;
- Assad se la spassa con il suo iPad scaricando video comici e musica da iTunes;
- Una figlia dell’emiro del Qatar [il Qatar è la petromonarchia più reazionaria e più aggressivamente a favore dell’intervento militare in Siria], Hamid bin Khalifa al-Thani, ha cercato di convincere la signora Assad ad indurre il marito a mollare tutto e rifugiarsi a Doha, in Qatar [trappola?];
- i consulenti di Assad gli hanno raccomandato di impegnarsi a vincere la guerra mediatica;
- Assad è stato informato del fatto che i suoi oppositori riescono a procurarsi armi di contrabbando provenienti dalla Libia;
Tutto qua? 3mila email e questo è quel che si ricava dalla corrispondenza privata del nuovo Uomo Nero dell’Occidente?
Qui di seguito ripropongo i commenti dei lettori più smaliziati del Guardian che, molto significativamente, hanno ricevuto di gran lunga il maggior numero di approvazioni nel relativo forum, a dimostrazione del fatto che la Libia e lo smascheramento della campagna Kony 2012 hanno impartito un’importantissima lezione a tutti. Non è più così facile ingannare un’opinione pubblica che ha la possibilità e la capacità di cercare i necessari riscontri, ossia di fare il lavoro dei giornalisti al posto loro.
Oltre a ciò, vagliando i toni e contenuti di questi “commenti di successo”, è facile misurare la temperatura degli animi dei cittadini britannici in relazione alle autorità. Esattamente un anno fa, al tempo delle operazioni in Libia, il clima era ben diverso e gli scettici erano in netta minoranza.
“Potrà anche essere un infame, ma spendere grandi somme di denaro dei contribuenti è un’abitudine diffusa. I governanti del Regno Unito e degli Stati Uniti non hanno problemi a spendere generosamente ciò che non è loro”
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“Il Regno Unito ha assegnato alla famiglia reale £ 32.000.000 l’anno scorso – quindi queste sono noccioline, al confronto. E potete scommettere il vostro ultimo dollaro che USA / UK consigliano un sacco di terribili dittatori e regimi brutali”.
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“Obama volava in un jet da 185.000 $ all’ora, mentre i soldati americani uccidevano 16 civili afgani”.
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“È interessante che la legge sulla trasparenza non sia applicabile al nostro capo di Stato, la Regina. Non ci è permesso di scoprire ciò che lei e la sua famiglia fanno con i nostri soldi. L’ironia è che ora l’opinione pubblica britannica ne sa più delle spese di Assad che di quelle della loro famiglia reale! L’ipocrisia inglese è servita su un piatto caldo e fumante”.
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“Il conflitto in Siria sembra essere un colpo di stato sostenuto dagli occidentali per distruggere l’indipendenza siriana. Come in Libia, questo non è un movimento di popolo. Il Guardian è responsabile della diffusione di menzogne come nel caso libico. Questo quotidiano ha perso ogni credibilità”.
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“LOL Sono lieto di vedere che la tattica del Guardian di usare lo shopping della moglie di Assad per farci indignare non sta funzionando.
Molti lettori hanno sottolineato che quel che spende è una bazzecola rispetto a Obama, alla regina, a tutti i leader europei nei loro voli da una riunione all’altra e da un pasto raffinato all’altro mentre discutono di come ridurre ulteriormente i nostri salari e le pensioni, ecc.”
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“In un’altra e-mail Mortada ha informato il presidente che è necessario che il regime controlli le piazze tra le 3:00 e le 9:00 per impedire ai gruppi di opposizione di radunarsi. Mortada ha imparato tutto questo dal Dipartimento della Sicurezza Nazionale (DHS) statunitense che, in concorso con gli agenti locali, rimuove i campi di Occupy Wall Street in tutto il paese?”
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“La gente si sta svegliando. I nostri guardiani hanno davvero poco interesse per il popolo siriano, o libico, o iracheno. È solo una questione di potere, risorse e di far pagare i costi ai contribuenti…Sono degli psicopatici e devono essere rimossi dal potere”.
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“Una cosa che mi preoccupa della copertura dei media della guerra civile siriana è che fin dal primo giorno abbiamo sentito solo la campana dei ribelli. È solo perché il governo siriano non vuole avere rapporti con i media oppure è una strategia deliberata di riportare solo un punto di vista? In questo caso la cosa sconfina nella propaganda e tutto questo dovrebbe essere preso con una buona dose di scetticismo. Dopo tutto, riceviamo sempre le due versioni dei fatti quando Israele invia i carri armati e gli aerei a Gaza”.
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“Sono stati i blog a rivelare la verità su Kony 2012 e solo allora il Guardian si è accodato, quando le informazioni già circolavano. Prima di allora i media stavano promuovendo il video e la gente avrebbe richiesto a gran voce di invadere l’Uganda. Penso che quello che è successo con Kony è un segno che si è arrivati ad un punto di svolta. O i media cominciano a fare il proprio dovere, oppure non sopravvivranno”.
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“Se queste email sono vere, dimostrano che Assad e sua moglie sono persone normali. Dignitose, direi. 9 mesi a controllare la loro posta elettronica e nessun riferimento ad uccisioni, minacce, complotti, corruzione, ecc…Sono dei santi rispetto ai nostri politici. Ed hanno anche buon gusto”.
History Channel, gli alieni, l’archeologia misteriosa e l’attenzione dei media intorno ad un argomento scomodo
27 febbraio 2012 a 14:53 (Verità scomode)
Tags: agnelli, alieni, Amleto, angeli caduti, Anticitera, antropocentrismo, catena alimentare, Corriere della Sera, extraterrestri, Guardian, History Channel, Le Monde, lupi, Macchina di Anticitera, Mistero Bufo, New York Times, Orazio, Shakespeare, Telegraph, UFO, universo, Yonaguni
http://it.wikipedia.org/wiki/History_%28Italia%29
http://it.wikipedia.org/wiki/Yonaguni
http://it.wikipedia.org/wiki/Macchina_di_Anticitera
“History” (History Channel) intervista un gran numero di specialisti (più o meno “autorevoli”) che spiegano perché le tecnologie dei nostri antenati non potevano consentire loro di realizzare certe opere magnifiche. O violavano impunemente le leggi della fisica o disponevano di strumenti non documentati dalla ricerca archeologica. L’ipotesi è che qualcuno, da fuori, li abbia aiutati.
Magari sono vere entrambe le cose. Magari in alcuni casi non è così e non c’è nulla di misterioso, in altri invece resta qualche dubbio.
Ne approfitto per dire la mia, usando History Channel come mero spunto.
Chi mi segue da tempo sa che sono giunto alla conclusione che l’umanità non sia in cima alla catena alimentare ed alla piramide sociale di questo pianeta:
http://www.informarexresistere.fr/2011/12/24/alienologia-corso-avanzato-parte-prima-rudimenti-di-fisica-del-superspettro/#axzz1nNrT1Utx
http://www.informarexresistere.fr/2011/12/24/alienologia-corso-avanzato-parte-seconda-la-storiografia/#axzz1nNrT1Utx
Se si rigetta questa possibilità è spesso a causa di un nostro tratto caratteristico: siamo una specie cronicamente antropocentrica e megalomane che crede di rappresentare il pinnacolo dell’evoluzione nell’universo visibile. Come possiamo credere seriamente di essere soli nell’universo e che nessuno sia mai giunto in questi paraggi? Mi sembra un po’ infantile e anche un po’ deprimente: mi auguro che ci sia di meglio là fuori (temo ci sia anche di peggio).
Ma è anche per paura di quelle che sarebbero le implicazioni: chi si sentirebbe tranquillo se sospettasse che non abbiamo il pieno controllo di noi stessi e che altri esseri viventi ci trattano come bestiame ed hanno organizzato la nostra civiltà in modo tale da impedirci di formarci un’idea chiara della realtà fisica, del nostro potenziale e degli ostacoli che sono stati scaltramente posti sul nostro cammino per mantenere le cose come stanno?
Mi rendo conto che non sia facile e per nulla piacevole.
Dunque neghiamo una possibile spiegazione della realtà perché qualcuno ci spinge a farlo e per dei meccanismi psicologici.
Una volta qualcuno mi ha chiesto: ma come fai a vivere questa cosa così serenamente, se ne sei davvero convinto?
Per diverse ragioni:
1. non credo che il corpo sia l’elemento centrale del nostro essere:
http://www.informarexresistere.fr/2012/01/11/la-paura-della-morte-non-ha-molto-senso/#axzz1nNrT1Utx
anche se a qualcuno fa comodo che continuiamo a crederlo:
2. non credo che il nostro destino di esseri umani sia quello di essere bestiame. Qualcosa è successo in passato, qualcuno ha fatto delle scelte stolte e siamo caduti in questa condizione, ma nulla è perduto, ci sarà sempre la possibilità di un riscatto, se ci rendiamo conto della nostra reale situazione. Potremmo tornare ad essere quel che eravamo;
3. ho l’impressione che le mille trasformazioni del nostro tempo segnalino l’imminenza di una via di fuga di qualche genere. È possibile che l’iperattività dei potenti, a tratti confusa, a tratti disperata, sia dovuta al fatto che temono di perdere il controllo della MegaMacchina. Forse non sono solo loro a temerlo;
4. vedo che tante altre persone come me, che hanno fatto le medesime considerazioni, ma sono più lucide e sagge di me, vivono la cosa come una grande esperienza di vita e non sembrano particolarmente scosse, intimidite, intimorite o ansiose;
5. non ci sto a pensare tutto il tempo e comunque non ho la certezza assoluta che le cose stiano così;
6. Là fuori c’è un po’ di tutto, quindi ci saranno anche civiltà benevole o neutre, non solo lupi travestiti da agnelli:
http://www.informarexresistere.fr/2012/01/18/la-sindrome-del-feto-egoista-come-vivono-e-cosa-pensano-gli-angeli-caduti/#axzz1nNrT1Utx
7. Non ci posso fare nulla;
Ad ogni modo, perché History Channel dovrebbe mandare in onda un documentario così controverso?
Qualcuno dirà che History Channel è una produzione poco seria e cerca solo di fare audience. Il che è certamente vero.
Qualcun altro sostiene che c’è l’intento di preparare il terreno per quella che in inglese viene chiamata “disclosure”, la rivelazione di qualcosa che era stato occultato. Osservo che ultimamente anche Telegraph, Guardian, Le Monde, Corriere della Sera, NYT, ecc. riportano notizie sugli UFO. Il Corriere, per qualche ragione, ospita persino un blog a tema:
http://misterobufo.corriere.it/
Sia come sia, ritengo sia saggio tenere la mente aperta e gli occhi aperti, poiché è fuori di dubbio che:
“There are more things in heaven and earth, Horatio, than are dreamt of in your philosophy”
[“Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante non ne sogni la tua filosofia”]
William Shakespeare, Hamlet/Amleto