“Gli animali da fuori guardavano il maiale e poi l’uomo, poi l’uomo e ancora il maiale: ma era ormai impossibile dire chi era l’uno e chi l’altro” (Orwell)

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Monti: “Partiti stiano lontani dalle banche”.
Bersani: “Tenere i banchieri lontani dai partiti”.
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“Ecco, tutti costoro sono niente; nulla sono le opere loro, vento e vuoto i loro idoli”.
Isaia 41, 29

Abbiamo voluto noi Monti. Io interpreto la sua agenda come rigore e rispetto dei vincoli europei, tentativo di incidere sull’evoluzione della politica europea, sforzi di riforma e modernizzazione e quindi ribadisco che il rigore e la credibilità sono un punto di non ritornoSe toccherà a me guidare il Paese, il giorno dopo la vittoria parlerò con Monti. Ho detto direttamente al presidente del Consiglio e pubblicamente che deve continuare ad avere un ruolo. Quale lo discuteremo insiemeSiamo disponibili e aperti all’incontro con i centristi.

Pierluigi Bersani, 13 dicembre 2012

Tra l’agenda Bersani e quella Monti non vedo grandi differenze, anzi non ne vedo quasi nessuna salvo forse alcune diverse priorità e un diverso approccio alla ridistribuzione del reddito e alle regole d’ingresso e di permanenza nel lavoro dei precari. E salvo che l’agenda Bersani è stata formulata prima di quella Monti e in alcune parti avrebbe potuto utilizzarla anche l’attuale governo se avesse posto la fiducia su quei provvedimenti. Conclusione: non esiste né un’agenda Bersani né un’agenda Monti. Esiste un’agenda Italia che dovrebbe essere valida per tutte le forze responsabili e democratiche.

Eugenio Scalfari, editoriale, Repubblica, 30 dicembre 2012

Bersani candiderà nel listino il Prof. Carlo dell’Aringa, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, giuslavorista, storico ispiratore della Cisl, uomo graditissimo a Confindustria. Grande cultura e dottrina, la sua, ma giocata sempre in un campo diverso da quello dei diritti dei lavoratori e dei più deboli. La cosa ha quasi dei lati comici. Fuori Ichino (peraltro se ne è andato con le sue gambe), dentro un altro. Mi sa che gli elettori della coalizione dei democratici e dei progressisti si potrebbero anche trovare nella paradossale condizione di dire, come si usa a Roma : “Arridatece Ichino”!

Alfonso Gianni

Ho segnalato tempo fa che il PD attraverso le fondazioni bancarie presiedute dai suoi amministratori locali controlla le tre maggiori banche italiane, che detengono gran parte del debito pubblico italiano e continuano ad ottenere prestiti e fortissimi vantaggi da parte del governo. Fassino presiede la fondazione cassa di risparmio di torino che detiene il maggior pacchetto di unicredit subito dopo gli arabi, chiamparino alla compagnia di san paolo controlla nettamente intesa con oltre il 10%, su siena e mps non mi pare di dovermi dilungare…Monti è stato creato in questo suo ruolo da Napolitano e sostenuto costantemente dal PD…io ritengo che il PD non si sia fatto catturare dal montismo e ne sia vittima, bensi che sia proprio tra i mandanti e creatori, con il movente di difendere il prprio potere economico-finanziario. Allora la lista monti non è un avversario del pd bensì una pedina posta in parlamento per poter poi costituire un governo post elezioni e non dover calare del tutto la maschera presentandosi come la coalizione erede del governo monti. Io credo che già sappiano che non avranno una maggioranza solida al senato e così potranno giustificare l’alleanza con il centro-monti, un secondo miracolo per enrico letta. Sel sarà ininfluente e comunque condita nelle sue liste di “responsabili” che per non far cadere il paese nel caos resteranno nel governo.

Pierfrancesco Ciancia, 7 gennaio 2012 (con approvazione di Aldo Giannuli)

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Pierluigi Bersani ha sostenuto…con la copertura della discrezione di Repubblica e Unità, uno dei più robusti e silenziosi, almeno a livello di opinione pubblica, tentativi di salvataggio di banche tossiche della storia d’Italia. Stiamo parlando di una iniezione di liquidità superiore ai tagli delle pensioni della recente riforma Fornero a favore di uno dei feudi piddini: il Monte dei Paschi.  Allo stesso tempo, a differenza della Gran Bretagna (che è IL paese liberista) la decisiva immissione di liquidità non ha comportato che la banca passasse sotto controllo pubblico. Insomma, la società italiana ha compiuto uno sforzo immenso per pagare le avventure di MPS, e di riflesso del Pd, nel mondo della speculazione finanziaria.  Di fatto ha dovuto pagare anche il disastro MPS dell’acquisizione di Antonveneta (costata 9 miliardi), ma il controllo del Monte, a differenza di quanto accaduto in Gran Bretagna per casi analoghi, resta privato. Nonostante questo Moody’s ha declassato…i titoli MPS a spazzatura. Un’operazione da serio, serissimo dibattito politico. Lusi, Penati e lo scandalo Enac, di un altro collaboratore stretto di Bersani, rispetto a quanto è costato alla società italiana  MPS, e a fondo perduto, a confronto sono questioni da ricettazione di un camion trafugato pieno di salumi.

http://senzasoste.it/internazionale/i-disperati

Ma qual era allora il vero obiettivo della Spending Review? A questa domanda i ministri allineati e indottrinati del governo Monti rispondono in coro: evitare l’aumento dell’IVA dal 21% al 23% previsto per luglio 2013. Risposta sbagliata, perché l’aumento dell’IVA non è stato definitivamente scongiurato ma risulta solamente rinviato di qualche mese fino a gennaio 2014, con uno stratagemma contabile che penalizzerà come al solito gli ignari consumatori: l’aumento del 2% verrà scorporato in due parti, 1,5% e 0,5%, e applicato in due periodi successivi, con una manovra che per chi conosce come funziona la tecnica degli arrotondamenti al rialzo prevista per ogni aumento IVA corrisponde ad una doppia fregatura per i consumatori.

Bazzecole direte voi, però sommate tutti gli arrotondamenti da 1 o 2 centesimi sui consumi complessivi di un’intera nazione e vedrete la cifra enorme che vi apparirà come risultato: un esproprio lento e impercettibile dalle tasche dei contribuenti che finirà come sempre per svanire dentro il buco nero del debito pubblico italiano e ingrassare i forzieri di chi vive esclusivamente di rendita sulle spalle dei lavoratori. Ma andiamo avanti, perché non è questo il punto. Scorrendo il documento del decreto legge Spending Review fino alla fine, troviamo il famigerato articolo 23-sexties che dichiara quanto segue (vengono omessi per facilità di lettura i riferimenti di legge):

1. Al fine di conseguire gli obiettivi di rafforzamento patrimoniale previsti in attuazione della raccomandazione della European Banking Authority (EBA) dell’8 dicembre 2011 il Ministero dell’economia e delle finanze (di seguito il «Ministero»), su specifica richiesta di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. (di seguito l’«Emittente»):

a) provvede a sottoscrivere, fino al 31 dicembre 2012, anche in deroga alle norme di contabilità di Stato, strumenti finanziari (di seguito i «Nuovi Strumenti Finanziari»), computabili nel patrimonio di vigilanza (Core Tier 1) come definito dalla raccomandazione EBA dell’8 dicembre 2011, fino all’importo di €2 miliardi;

b) provvede altresì a sottoscrivere, entro il medesimo termine, Nuovi Strumenti Finanziari per l’importo ulteriore di €1,9 miliardi al fine dell’integrale sostituzione degli strumenti finanziari emessi dall’Emittente e sottoscritti dal Ministero (si tratta dei cosiddetti Tremonti bonds già utilizzati da Monte Paschi).

Monte Paschi chiama e lo stato italiano risponde, con uno stravolgimento di ruoli che ha dell’incredibile: quando uno è in difficoltà finanziaria, quasi sempre è la parte forte che detta le condizioni alla parte debole (Germania docet, purtroppo per noi paesi deboli della periferia). Mentre qui in Italia avviene esattamente il contrario: la parte debole (Monte Paschi) impone le sue richieste e le metodologie operative alla parte forte (che in teoria dovremmo essere noi cittadini e le istituzioni statali che indegnamente ci rappresentano), secondo le sue specifiche convenienze. E così lo stato italiano dovrà versare i famosi €3,9 miliardi di aiuti complessivi alla banca tecnicamente fallita Monte Paschi di Siena, tramite l’acquisto delle sue obbligazioni spazzatura, che a ragion veduta nessuno tra gli investitori più accorti vuole più comprare. Un salvataggio pubblico in piena regola, che viene mascherato da un’operazione finanziaria molto svantaggiosa per le casse dello Stato, e quindi in ultima istanza per le tasche dei cittadini, la quale finirà per creare rendite di posizione per i soliti banchieri privati, tramite lo schema ormai ben collaudato della socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti. Noi paghiamo con i nostri soldi per coprire i buchi di bilancio accumulati da Monte Paschi di Siena, mentre gli inqualificabili dirigenti della banca senese continueranno ad incassare i loro fantasmagorici compensi e gli eventuali utili di gestione.

http://tempesta-perfetta.blogspot.co.uk/2012/10/la-spending-review-e-il-salvataggio-di.html#more

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Morale della favola: Vendola sarà rispedito al suo posto, ossia all’opposizione (pare che sia rimasto l’unico a non averlo capito). Si farà una Grande Coalizione con i centristi per fare un governo che, con i voti di Berlusconi, riformerà la costituzione in senso molto più ampio e drastico rispetto a quanto preannunciato dalla Carta d’Intenti (PD, SEL) e dall’Agenda Monti.

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Bersani ha approvato tutto questo:

http://temi.repubblica.it/micromega-online/i-falsi-tecnicismi-della-spending-review/

http://www.milanocosa.it/temi-e-riflessioni/dopo-un-anno-di-governo-monti

http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/11/01/patrizio-gonnella-carceri-e-spending-review/

http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-decrescita-infelice-del-governo-monti/

http://temi.repubblica.it/micromega-online/disabili-gravi-sciopero-della-fame-contro-i-tagli-allassistenza/?printpage=undefined

http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-clinica-dei-tagli/?printpage=undefined

http://temi.repubblica.it/micromega-online/f35-sotto-lalbero-il-regalo-di-monti-alla-casta-dei-militari/?printpage=undefined

http://temi.repubblica.it/micromega-online/l%E2%80%99anno-perduto-di-mario-monti/?printpage=undefined

http://temi.repubblica.it/micromega-online/quei-modelli-sbagliati-alla-base-della-crisi-europea/?printpage=undefined

http://temi.repubblica.it/micromega-online/tagli-alla-cultura-il-governo-cancella-i-fondi-alle-edizioni-nazionali/

http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/08/29/marina-boscaino-il-governo-monti-e-i-diplomifici/

http://temi.repubblica.it/micromega-online/patrimonio-pubblico-e-diritti-civili/?printpage=undefined

http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-mistica-dei-sacrifici-da-andreotti-a-monti-passando-per-il-pci/?printpage=undefined

http://temi.repubblica.it/micromega-online/cosi-viene-umiliata-listruzione-pubblica/?printpage=undefined

http://temi.repubblica.it/micromega-online/pessime-previsioni/?printpage=undefined

http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/10/23/fabio-sabatini-%E2%80%93-il-governo-colpisce-la-societa-civile-e-risparmia-la-chiesa-cattolica/

http://temi.repubblica.it/micromega-online/perche-rottamare-l%E2%80%99agenda-monti/

http://temi.repubblica.it/micromega-online/nellera-monti-i-mercati-vanno-a-scuola/?printpage=undefined

http://temi.repubblica.it/micromega-online/monti-lestremista-liberista/

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Insomma la differenza sostanziale tra Berlusconi, Monti e Bersani sembra essere la seguente:

  1. il primo ce l’ha messo nel didietro negando di aver intenzione di farlo e di averlo fatto;
  2. il secondo ha dichiarato di volerlo fare, di averlo fatto e di volerlo fare ancora e pretende la nostra gratitudine;
  3. il terzo ha applaudito la tecnica del secondo e condannato quella del primo e si propone di imitare il secondo rassicurandoci sul fatto che “è una cosa di sinistra”;

Siamo messi proprio bene!


Entra Renzi, esce Berlusconi – il cambio della guardia e la minaccia autoritaria

Aperitivo su Renzi e i poteri forti

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/09/15/matteo-renzi-giovane-rampante-plastico-pericoloso/

Renzi il neoliberista

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/09/17/sto-con-marchionne-si-al-nucleare-si-al-tav-io-i-referendum-per-lacqua-non-li-voto-matteo-renzi/

Renzi beniamino della destra

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/09/26/la-destra-chiede-ai-suoi-di-votare-renzi-alle-primarie-del-pd/

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MATTEO RENZI E I POTERI FORTI INTERNAZIONALI

“Il sindaco non parte da zero, come dimostra anche la genesi dell’incontro americano, nato dai contatti fra Giuliano da Empoli, l’architetto del programma elettorale renziano, e Matt Browne, già direttore del Policy Network — think tank fondato da Tony Blair, Gerhard Schroeder, Goran Persson e Giuliano Amato — che oggi è nel Center for American Progress, il pensatoio fondato da John Podesta. Ma il sindaco fra i suoi rapporti politici in America, oltre ai Dem tipo Kerry Kennedy, può contare anche su relazioni trasversali, grazie anche alla vicinanza di Marco Carrai, che cura la raccolta fondi di Renzi, a Michael Ledeen, animatore del think tank repubblicano American Enterprise Institute”.

http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/politica/2012/6-settembre-2012/quella-rete-americana-asse-clinton-blair-2111718004332.shtml

Chi è Michael Ledeen?

Il miglior programma in assoluto di educazione alla democrazia si chiama “Esercito degli Stati Uniti”.

Michael Ledeen, American Enterprise Institute for Public Policy Research (AEI)

La stabilità è una missione indegna per l’America, ed anche un concetto fuorviante. Non vogliamo la stabilità in Iran, Iraq, Siria, Libano, e perfino nell’Arabia Saudita, vogliamo che le cose cambino. Il vero problema non è se, ma come destabilizzare.

Michael Ledeen, Wall Street Journal, 4 settembre 2002

La potenza formidabile di una società libera dedicata ad una sola missione è qualcosa che [i nostri nemici] non riescono a immaginare … La nostra vittoria inaspettatamente rapida in Afghanistan è il preludio di una guerra molto più vasta, che con tutta probabilità trasformerà il Medio Oriente per una generazione almeno, e ridefinirà la politica di molti paesi più vecchi in tutto il mondo.

Michael Ledeen, «The War against the Terror Masters» New York: St. Martin’s Press, 2002.

Daniele Capezzone, il segretario radicale, è andato a Washington, il 9 marzo scorso, all’American Enterprise Institute, a parlare di “globalizzazione della democrazia”, invitato da Michael Ledeen, definito da Radio Radicale “uno dei maggiori esponenti del pensiero neocon. Peccato che Ledeen è un nome che ricorre nelle memorie di Francesco Pazienza e negli atti della Commissione P2, oltre che nella relazione di minoranza della stessa, quella stesa da Massimo Teodori, ai tempi radicale anch’egli un uomo dei servizi segreti, che l’ammiraglio Fulvio Martini, capo dell’intelligence tricolore, bollò come “persona sgradita” in Italia.

[…].

E’ l’onorevole Giovine a realizzare la migliore sintesi sul personaggio: “Pensiamo al ruolo di Michael Ledeen, che entrava e usciva dal Viminale in quei giorni [quelli del sequestro Moro, ndr]. Michael Ledeen non è uno qualsiasi, ma è forse il più esperto, non teorico ma pratico, della disinformazione americana. Michael Ledeen peraltro è anche un intellettuale apprezzato: è lui per esempio l’autore dell’intervista a De Felice sul fascismo. All’epoca del caso Moro era uno dei più abili giocatori di poker a Roma. E’ l’uomo che ha congegnato il cosiddetto “Billygate”, cioè che ha incastrato il fratello del presidente Carter con una operazione in Libia di altissima scuola fra i cosiddetti “dirty tricks”. […] Pazienza è un ragazzo di bottega rispetto a Michael Ledeen, e io ho citato solo una delle sue imprese. E poi chi troviamo all’altro capo del telefono quando Craxi parla col presidente Reagan la notte di Sigonella? Michael Ledeen, che traduce per Reagan. Ho citato solo due episodi: Ledeen è un uomo di punta di tutto l’ambiente che grava intorno al generale Alexander Haig, personaggio cruciale dell’ambiente nixoniano, uomo poi caduto sull’affare Iran-Contras, il cui ruolo è centrale. […] Ledeen, ripeto, ha contatti con il giro di Alexander Haig, che è un giro particolare, di una massoneria particolare e di Servizi di un certo tipo, come del resto è noto alle cronache. Michael Ledeen è uomo che il ministro Cossiga fa entrare direttamente nella vicenda Moro: non mi interessano i rabdomanti e la corte dei miracoli, ma che, all’interno di questi vi sono anche gli uomini forti. Michael Ledeen è un uomo forte in questo tipo di azione. E’ mai stato chiesto il suo ruolo? E’ mai stato chiesto a Cossiga perché si è rivolto a Michael Ledeen? Perché lo ha mandato, con quale scopo? Scusatemi questa valutazione politica, ma altri come lui possono essere stati coinvolti da Cossiga, di cui neanche sappiamo i nomi” [Atti della commissione stragi, 38/1998].

Ledeen appare anche nelle motivazioni della sentenza su Ustica. Vale la pena di riportare il passo in questione, è un ulteriore bel ritratto: “Veniva anche trasmesso un carteggio concernente Mike Ledeen, relativo alla richiesta di pagamento di onorario per 30.000 dollari da lui avanzata al nostro Governo. L’onorario richiesto risaliva ad un incarico ricevuto nel 1978 dall’allora Ministro dell’Interno prima che questi lasciasse il dicastero, pertanto prima o durante il sequestro dell’onorevole Aldo Moro. L’incarico era relativo ad uno studio sul “terrorismo”. Sul punto non possono non richiamarsi le affermazioni del prefetto D’Amato rese alla Commissione P2, in cui riferendosi a Ledeen precisa che “era stato addirittura collaboratore dei Servizi italiani, perché aveva tenuto, insieme a due ex elementi della CIA, dei corsi dopo il caso Moro” (v. audizione Federico Umberto D’Amato, Commissione P2, 29.10.82

http://www.carmillaonline.com/archives/2004/05/000789print.html

Tutta la documentazione disponibile relativa alle operazioni dei servizi segreti italiani, americani ed israeliani che hanno coinvolto Ledeen  – 11 settembre 2001, fantomatiche armi di distruzione di massa in mano a Saddam Hussein, Iran-Contra, Stategia della Tensione, attentato a Giovanni Paolo II e molto altro – la potete trovare qui:

http://www.historycommons.org/entity.jsp?entity=michael_ledeen

“Una presentazione di Ledeen che cerca di diversificare a tutti i costi il fascismo dal nazismo facendo perdere di vista i temi del volume”

http://www.sissco.it/index.php?id=1293&tx_wfqbe_pi1[idrecensione]=2500

Qual è la natura della contiguità tra Matteo Renzi e Michael Ledeen, ultraconservatore, ultrasionista, islamofobo da sempre in favore della destabilizzazione del Medio Oriente?

Perché un politico che aspira a guidare il maggior partito di “sinistra” in Italia ed un eventuale governo dovrebbe essere associato ad un neocon guerrafondaio con il suo passato a dir poco ambiguo tra terrorismo e servizi segreti?

MATTEO RENZI E I POTERI FORTI NOSTRANI

Anche se Renzi negli anni si è sempre più laicizzato, è sempre Carrai a tessere relazioni con il mondo cattolico, in modo trasversale alle congregazioni delle fede e quindi mantenendo buoni rapporti sia con Comunione e Liberazione che con l´Opus Dei.

Il manager toscano vanta conoscenze importanti non solo tra le élite italiane. È sempre lui ad aver messo in contatto Renzi con l’ex primo ministro britannico laburista Tony Blair e con Michael Ledeen, animatore del think tank repubblicano American Enterprise Institute.

[…]

Il giornalista del Corriere Fiorentino David Allegranti, nel suo libro “Matteo Renzi. Il rottamatore del Pd” (Editore Vallecchi 2011), lo ha definito il “Gianni Letta” del primo cittadino di Firenze. E quindi forse, come per Berlusconi, se non ci fosse Carrai, non ci sarebbe Renzi. Anche se quasi nessuno lo sa.

http://www.formiche.net/dettaglio.asp?id=31213&id_sezione=

“…in questa fase pre-elettorale e pre-discesa in campo sono soprattutto gli ultimi due – De Siervo e Da Empoli – ad avere avuto un ruolo importante nella formazione della squadra, del programma e dell’organizzazione della campagna del sindaco di Firenze.

Luigi De Siervo, 43 anni, fiorentino, figlio dell’ex presidente della Corte Costituzionale Ugo De Siervo, ex consulente a Firenze dello studio dell’avvocato David Mills [“Consulente della Fininvest per la finanza estera inglese, è stato condannato in primo e secondo grado per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza in favore di Silvio Berlusconi nei processi Arces (tangenti alla Guardia di Finanza) e Al Iberian – fonte: wikipedia].

De Siervo, tra le altre cose…è stato scelto ancora una volta dal sindaco per allestire i contenuti e gli elementi scenici del suo primo e itinerante Big Bang nazionale

Accanto a De Siervo, poi, sul lato dei contenuti, la persona da tenere bene a mente si chiama Giuliano Da Empoli. Da Empoli – 39 anni, scrittore, saggista e figlio di Antonio Da Empoli, ex consigliere economico di Bettino Craxi – nel 2009 è stato scelto da Renzi come assessore alla Cultura del Comune di Firenze e dopo due anni e mezzo di esperienza in giunta su richiesta del sindaco ha cambiato più o meno mestiere e si è messo alla guida di quel piccolo think tank che dallo scorso ottobre elabora e rielabora a getto continuo i contenuti del programma del sindaco.

I contributors di Renzi (ce ne sono di curiosi e interessanti, non solo Pietro Ichino e Alessandro Baricco, ma, per dire, anche Oscar Farinetti, inventore di Eataly, e David Serra, numero uno del Hedge Fund italiano più famoso d’Europa, Algebris)…Luigi Zingales (economista neoliberista firmatario insieme con Oscar Giannino anche del documento “Fermare il declino”)

Di Roberto Reggi, ex sindaco di Piacenza ed ex coordinatore dei lettiani del nord e centro Italia, invece si sa che è il responsabile della macchina organizzativa di Renzi mentre si sa meno che è proprio lui la persona che più degli altri in questa fase è stata incaricata di lanciare messaggi positivi ai montiani di tutto il mondo (lunedì mattina, per dire, intervistato a “Omnibus”, Reggi ha ripetuto che in un governo Renzi ci potrebbe stare perfettamente un Mario Monti ministro dell’Economia).

 …il costituzionalista Francesco Clementi, classe 1975, professore di Diritto pubblico comparato alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Perugia… il giurista che materialmente ha scritto una parte importante del programma del Rottamatore: quella legata alla riforma istituzionale di cui Renzi si farà promotore durante la campagna elettorale. Una riforma che punta a rafforzare l’esecutivo proponendo, in nome della “trasparenza e della responsabilità”, un sistema di governo neoparlamentare sul modello del sindaco d’Italia, sul modello delle democrazie anglosassoni e in particolare sul “modello Léon Blum”. Blum, forse qualcuno lo ricorderà, fu lo storico presidente del Consiglio che negli anni Trenta diede il “la” alla riforma della Terza Repubblica francese e che nel 1936 mise nero su bianco nel pamphlet “La Réforme gouvernementale” (tradotto in Italia proprio da Clementi) le linee guida di quella che sarebbe diventata la futura rivoluzione presidenziale francese. “Il presidente del Consiglio – scrive Blum in questo pamphlet di cui il sindaco di Firenze ha letto alcuni estratti – deve essere come un monarca, un monarca a cui furono tracciate in precedenza le linee della sua azione: un monarca temporaneo e permanentemente revocabile, che possiede nonostante ciò, durante il tempo nel quale la fiducia del Parlamento gli dà vita, la totalità del potere esecutivo, unendo e incarnando in sé tutte le forze vive della nazione”.

Cosimo Pacciani, dirigente della Royal Bank of Scotland (la banca dei Rothschild , NdR);

http://www.ilfoglio.it/soloqui/14879

Il non-programma politico di Matteo Renzi

Renzi stesso non lo ha definito un programma, introducendo le 26 pagine che dovrebbero rappresentare il suo manifesto politico, ma che di politico hanno ben poco. A leggere questo documento non si scorge affatto quella novità e quella freschezza, che Renzi sembrava promettere con il suo giovane viso. A leggerlo bene, questo documento porta una serie di formule liberiste che di nuovo hanno ben poco, accanto a qualche slogan e molta ideologia.

[…]

La sua continuità programmatica e politica con il governo Monti poi è impressionante: maggiore integrazione europea (ergo maggiore cessione di sovranità nazionale); dismissione del patrimonio pubblico; riduzione del 20-25% degli investimenti e dei trasferimenti alle imprese; obbligo per le Università di stabilire accordi con almeno tre banche per erogare mutui agli studenti; accelerazione sulle liberalizzazioni; priorità alle manutenzioni e alle piccole e medie opere; attrazione degli investimenti stranieri (Renzi lo sa che sono comunque un debito?); politiche del lavoro incentrate sulla flexsecurity (la precarizzazione del lavoro vista da sinistra); nessun ritocco alla riforma previdenziale introdotta da Elsa Fornero; incentivi alle fonti rinnovabili elettriche; riduzione del numero delle forze di polizia. Infine Renzi si dice completamente a favore del Fiscal Compact, dell’integrazione della vigilanza bancaria europea presso la BCE e dell’aumento di fondi al neo-costituito ESM.

[Su Fiscal Compact e ESM: https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/10/09/francia-una-nazione-con-la-spina-dorsale/]

http://www.movisol.org/12news193.htm 

Cene, viaggi, fiori, pasticcini La Corte dei Conti indaga su Renzi. Sotto esame i rimborsi del periodo 2005-2009, quando il sindaco di Firenze guidava la Provincia. Gli esborsi riguardano anche 70mila euro per attività di rappresentanza negli Stati Uniti e spese al ristorante per 17mila euro… Nel lungo elenco di ricevute e spese che gli inquirenti stanno verificando ci sono anche le fatture di fioristi, servizi catering, biglietti aerei e società vicine all’attuale sindaco. A cominciare dalla Florence Multimedia che riceve complessivamente 4,5 milioni di euro dall’ente.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/21/renzi-e-spese-allegre-mentre-era-presidente-della-provincia/359496/