Il golpe anti-Obama e il secondo olocausto (intervista a Zbigniew Brzezinski)

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ragazzina ebrea americana (Bibbia e Stella di Davide) defunta ritratta nei sinistri murales dell’aeroporto di Denver

https://twitter.com/stefanofait

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Un reporter che ha seriamente danneggiato la fazione neocon che usa generali impegnati nelle guerre coloniali per abbattere l’imperatore – impeachment di Obama > guerra in Siria – è stato verosimilmente ucciso:

http://www.iljournal.it/2013/michael-hastings-e-stato-ucciso/482704

http://www.corriere.it/esteri/13_giugno_25/usa-morte-giornalista-michael-hastings-sospetti-omicidio_27726576-dd37-11e2-98cd-c1e6834d0493.shtml

Mi riferisco ai generali purgati da Obama (per chi si fosse collegato solo ora)
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/11/25/altre-notti-dei-lunghi-coltelli-negli-usa-grecia-e-turchia/

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Zbigniew Brzezinski conferma che c’è qualcosa di sospetto e contraddittorio nel comportamento dell’amministrazione Obama sulla questione siriana e fa il nome del generale Petraeus, al tempo capo della CIA, da molti visto come l’anti-Obama dei repubblicani:

Heilbrunn: Cinque anni di amministrazione Obama e lei sostiene che l’Occidente è impegnato in un’attività di massiccia propaganda. Obama si sta facendo risucchiare nel conflitto siriano perché è troppo debole per resistere lo status quo? Che cosa è successo al presidente Obama che ci ha portati a questo punto?
Brzezinski: Non sono nella posizione di fare della psicoanalisi o qualsiasi tipo di revisionismo storico. Obama ha ovviamente una brutta gatta da pelare tra le mani e vi è un aspetto misterioso in tutto questo. Basta considerare la tempistica. Alla fine del 2011 ci sono scontri in Siria causati dalla siccità e fomentati da due notorie autocrazie mediorientali: Qatar e Arabia Saudita. E tutto a un tratto Obama annuncia che Assad se ne deve andare, senza apparentemente aver effettuato alcuna reale preparazione sul da farsi per fare in modo che ciò avvenga. Poi, nella primavera del 2012, l’anno delle elezioni, la CIA del generale Petraeus, secondo il New York Times del 24 marzo di quest’anno (un articolo molto rivelatore), si impegna risolutamente al fianco di Qatar e Arabia Saudita e cerca di coinvolgere in qualche modo anche i turchi in questo sforzo. Era una posizione strategica? Perché abbiamo improvvisamente deciso che la Siria doveva essere destabilizzat e il suo governo rovesciato? È mai stato spiegato questo al popolo americano?
http://nationalinterest.org/print/commentary/brzezinski-the-syria-crisis-8636

Neocon eversori alleati dei sionisti con quale obiettivo?

Brzezinski: Forse il loro punto di vista è condizionato dalla nozione, condivisa da alcuni esponenti della destra israeliana, che le prospettive strategiche di Israele siano meglio servite se tutti i suoi vicini sono destabilizzati. Mi capita di pensare che è questa è una formula che, a lungo termine, porterà Israele al disastro, perché una delle conseguenze sarà l’eliminazione dell’influenza americana nella regione, con Israele che rimarrà solo. Non credo sia una buona cosa per Israele e, dal punto di vista di chi, come me, analizza i problemi dal punto di vista dell’interesse nazionale americano, non è assolutamente una buona cosa per noi.

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E’ esattamente questo il piano:

La dissoluzione totale del Libano in cinque province serve come precedente per tutto il mondo arabo, inclusi l’Egitto, la Siria, l’Iraq e la penisola arabica e sta già percorrendo quella strada. La successiva dissoluzione della Siria e dell’Iraq in aree etnicamente o religiosamente distinte, come in Libano, è l’obiettivo primario di Israele sul fronte orientale nel lungo periodo, mentre la dissoluzione del potere militare di questi stati costituisce l’obiettivo primario a breve termine. La Siria si disgregherà in diversi staterelli, in conformità con la sua struttura etnica e religiosa, come succede nell’attuale Libano.

Oded Yinon, consulente del ministero degli esteri israeliano, “A Strategy for Israel in the Nineteen Eighties”, 1982

http://www.historycommons.org/entity.jsp?entity=oded_yinon

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e se serve sono pronti a nuclearizzare la Corea del Nord
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/06/25/dan-gillerman-la-corea-del-nord-ed-eventualmente-liran-dovrebbero-essere-distrutti/

SOLUZIONE PROPOSTA DA BRZEZINSKI (stessa intervista)

Penso che se affrontiamo la questione solo con i russi, che in ogni caso va fatto perché sono parzialmente coinvolti, e se facciamo affidamento principalmente sulle ex potenze coloniali nella regione – la Francia e la Gran Bretagna, che sono davvero odiate nella regione – le probabilità di successo siao inferiori di quelle che avremmo se dialogassimo con la Cina, l’India e il Giappone, che hanno interesse ad un Medio Oriente più stabile…Insieme, quei paesi possono forse contribuire a costruire un compromesso in cui, almeno di facciata, nessuno sarà un vincitore, ma che potrebbe includere una cosa che sto proponendo da più di un anno, e cioè delle elezioni sponsorizzate a livello internazionale in Siria, in cui chiunque voglia candidarsi lo faccia, che potrebbero salvare la faccia ad Assad e che potrebbero risultare in un accordo, di fatto, in cui completa il suo mandato il prossimo anno e non si ripresenta.

ALTRIMENTI?

Temo che siamo diretti verso un intervento americano inefficace, il che è anche peggio. Ci sono circostanze in cui l’intervento non è l’opzione migliore, ma non è nemmeno quella peggiore. Quello di cui si sta parlando è aumentare il nostro aiuto alla meno efficace delle forze che si oppongono ad Assad. Quindi, nella migliore delle ipotesi, è solo dannoso per la nostra credibilità. Nel peggiore dei casi si accelera la vittoria di gruppi che sono molto più ostili a noi di quanto lo sia mai stato Assad. Io ancora non capisco perché abbiamo concluso, nel 2011 o nel 2012, un anno di elezioni, per inciso, che Assad doveva andarsene.

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SECONDO OLOCAUSTO

Heilbrunn: La sua prima risposta su Israele era molto affascinante. Ritiene che se la regione dovesse entrare in una fase di maggiori sconvolgimenti, con una diminuzione di influenza americana, Israele ci vedrebbe l’opportunità di consolidare le sue conquiste, o addirittura di andare oltre se anche la Giordania piombasse nel caos?

Brzezinski: Sì, so dove vuole arrivare. Penso che nel breve periodo, creerebbe una grande Fortezza Israele, perché non ci sarebbe alcun ostacolo, per così dire. Ma sarebbe, innanzitutto, un bagno di sangue (in misura diversa per persone diverse), con alcune perdite significative anche per Israele. Ma gli esponenti della destra sono convinti che sia necessario per la sopravvivenza di Israele.

Nel lungo termine una regione ostile come quello non può essere controllata, anche da parte di una potenza nucleare. Ad Israele succederà quel che è successo a noi con altre guerre, sebbene su scala minore. Attriti, estenuazione, demoralizzazione, fuga di cervelli, e poi una specie di cataclisma, imprevedibile in questa fase perché non sappiamo chi avrà cosa e quando. Dopo tutto, l’Iran è lì vicino. Potrebbe avere qualche capacità nucleare. Supponiamo che gli israeliani se ne disfino. Pensano di fare lo stesso con il Pakistan e gli altri? L’idea che si possa controllare una regione a partire da un paese molto forte e motivato, ma con soli sei milioni di persone, è semplicemente un sogno delirante.
http://nationalinterest.org/print/commentary/brzezinski-the-syria-crisis-8636

http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/verso-un-secondo-olocausto.html
http://fanuessays.blogspot.it/2012/01/auschwitz-in-israele-il-secondo.html

Alfiere nero in sicurezza, bianchi in difficoltà – prossime mosse sulla scacchiera siriana

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Persino il Washington Post riporta la notizia che praticamente nessuna persona informata crede che esistano prove che il governo siriano abbia usato armi chimiche
http://www.washingtonpost.com/world/national-security/in-syrian-chemical-weapons-claim-criticism-about-lack-of-transparency/2013/06/20/fa799e6e-d925-11e2-a016-92547bf094cc_story.html?hpid=z1
http://nymag.com/daily/intelligencer/2013/06/did-syria-actually-cross-obamas-red-line.html

Agenti della Cia e membri delle forze speciali Usa hanno segretamente addestrato sin dall’anno scorso per mesi contingenti di ribelli siriani, insegnando loro ad usare armi anticarro e antiaereo. Lo afferma il Los Angeles Times, citando funzionari Usa e comandanti ribelli siriani, secondo cui l’addestramento ha avuto luogo in basi in Giordania e Turchia e sarebbe cominciato molti mesi prima della decisione formale di Barack Obama di fornire assistenza militare diretta agli insorti.
http://www.ansa.it/web/notizie/collection/rubriche_mondo/06/22/Siria-media-Cia-addestra-ribelli-mesi_8910163.html

Obama non vuole che vincano i ribelli. Uno stallo gli è più congeniale, per arrivare ad un governo di transizione e ad elezioni che farà in modo di vincere
https://now.mmedia.me/lb/en/commentaryanalysis/tactical-shift
http://www.dailystar.com.lb/Opinion/Columnist/2013/Jun-20/220951-barack-obama-is-not-after-a-military-defeat-of-bashar-assad.ashx#axzz2Wr1o6bWY

Nella zona di Idlib i ribelli controllano i campi ma il governo controlla i mulini. Hanno fatto un accordo: mandano il grano, il governo lo macina, se ne tiene una parte e il resto lo rispedisce indietro
http://in.reuters.com/article/2013/06/20/syria-rebels-trade-idINDEE95J06D20130620

L’alfiere nero Assad concede interviste ai media occidentali e si dimostra tranquillo e fiducioso, al punto da sminuire l’importanza della vittoria di Al-Qusair che invece, in Occidente, è stata annunciata come una svolta nella guerra sia dai sostenitori sia dai critici di Assad (l’ho fatto anch’io).

LiveLeak-dot-com-d97c553679bf-944423_480732258670250_1448349536_nsacche di resistenza nei pressi di Damasco accerchiate

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Si fa beffe delle accuse circa l’uso del sarin: 150 morti si fanno molto presto con armi convenzionali. Chi potrebbe essere così stupido da usare delle armi di distruzione di massa per un risultato del genere, scatenandosi addosso l’ira del resto del mondo? [appunto!] E perché non hanno mostrato al mondo le loro prove così inoppugnabili? [appunto!]

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(N.B. Se ci fosse stato Netanyahu al posto di Assad si sarebbero levate le accuse di antisemitismo nazistoide)

Assad ribadisce anche che nessuno leader resta in sella se la popolazione ce l’ha con lui: se diversi paesi confinanti e l’Occidente ti vedono come un nemico, difficilmente resti al potere in un paese in cui non godi di un ampio appoggio popolare [appunto!]

Intervista rilasciata al(la) Frankfurter Allgemeine Zeitung

http://www.faz.net/aktuell/politik/ausland/naher-osten/f-a-z-interview-with-bashar-al-assad-europe-s-backyard-would-become-a-terrorist-haven-12225367.html

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Mentre l’alfiere nero ostenta disinvoltura, sul solito Wall Street Journal un pedone bianco, l’immarcescibile falco neocon e filosionista John Bolton, uno dei protagonisti della stagione guerrafondaia della premiata ditta Bush&Cheney, accusa Obama di essere confuso, esitante, irrisoluto e di favorire la Russia che, a suo avviso, sta cercando….UDITE, UDITE…di conquistare l’egemonia globale!!!

http://online.wsj.com/article/SB10001424127887324798904578527060289564332.html

Siamo tornati alla minaccia bolscevica usata per giustificare l’imperialismo più becero (e senza logica, senza costrutto, senza prospettive). La classica inversione della realtà che è il tratto caratterizzante delle personalità psicopatiche: la Russia è l’aggressore, gli USA e Israele si stanno difendendo.

Se il giochetto funziona ci saranno decine di politici e banchieri idioti che eserciteranno pressioni sulla Casa Bianca che fanno in direzione diametralmente opposta a quelli che sarebbero i loro reali interessi. Obama questo lo sa bene e lo sa anche chiunque abbia tratto le dovute conclusioni dalla miserevole performance israeliana nel Libano del 2006 e dei ribelli/mercenari in Siria nella primavera del 2013. Per questo sta trascinando i piedi ed aggrappandosi ad ogni appiglio possibile (proteste in Turchia in parte sostenute e rinfocolate da operatori che rispondono agli ordini della Casa Bianca? Da che parte sta Soros?). Obama sta facendo un ottimo doppiogioco, per salvare se stesso e quindi gli Stati Uniti.

A dire il vero, lo scoppio di questa guerra è nell’interesse delle masse asservite allo status quo oligarchico, perché innescherà un effetto domino. Ma quanti di voi sono pronti a sacrificare milioni di vite asiatiche, africane (Egitto) ed euro-americane per un cambiamento che dovremmo invece conquistarci politicamente, con una mobilitazione generale?

Io resto contrario a questa guerra. Non mi piace vincere “facile”, non mi piace vincere grazie al sacrificio di milioni di innocenti.

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L’alfiere bianco che si credeva regina (Israele) sta conducendo le danze e sopravvalutando enormemente la sua potenza e la sua influenza

http://world.time.com/2013/06/14/the-syrian-war-israel-and-u-s-coordinating-how-to-target-assads-arsenal/

Arriverà il momento in cui sarà sacrificato dal re bianco (Pentagono, non certo Obama). Momento alquanto vicino, visto che i mercenari in Siria, in quanto appunto mercenari, non saranno disposti a lasciarci la pelle nella disfatta e cercheranno di trovare altri sponsor in altre guerre (Niger? Nigeria?). Inoltre alle prossime elezioni è quasi certo che Assad, se si ripresenterà, non avrà rivali e sarà difficile spiegare all’opinione pubblica occidentale come delle elezioni monitorate dagli osservatori internazionali abbiano visto la vittoria del Tiranno.
Israele dovrà fare qualcosa prima delle elezioni del 2014 e sarà una sciocchezza, perché le sue difese sono coordinate con la NATO e quindi non è in grado di operare autonomamente in uno scenario di guerra regionale. La popolazione israeliana dovrebbe cominciare a rendersi conto che non può dare per scontata l’assistenza statunitense (es. Georgia e il mitomane Saakashvili, ora fortunatamente defenestrato).

Il re nero (Putin) è definito dai media occidentali come “internazionalmente isolato”, eppure il 60-80% dell’opinione pubblica occidentale, a seconda delle nazioni, disapprova la condotta dei propri governi. Nel G8 UK, Francia, Canada e USA spingono per un intervento armato. Forse sono loro ad essere isolati?
Putin è passato all’offensiva e non ha alcuna intenzione di bluffare o di bersi i bluff degli avversari. Sa perfettamente che una parte delle forze armate americane (e forse franco-inglesi) è contraria al coinvolgimento per ragioni strategiche, perché ne ha abbastanza di essere usata dai sionisti per fare il lavoro sporco senza trarne vantaggi sostanziali, perché la Turchia è già partita per la tangente e perché è conscia di cosa sia successo l’11 settembre e non ha perdonato Israele, anzi. Così il portavoce del re bianco (Obama) ha apparentemente approvato qualcosa che è stato descritto come un intervento, ma in realtà non ha promesso nulla di concreto. Mr. Vaghezza.

Il re nero deve solo aspettare le mosse bianche, sempre più a rischio di aggravare la propria già difficile posizione.

Israele e la NATO cercavano rogne, le hanno trovate e ora tutto è possibile

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Mosca è preoccupata per i segnali che indicano un’attività di preparazione dell’opinione pubblica mondiale alla possibilità di un intervento armato nella guerra civile siriana.

Aleksandr Lukashevich, portavoce del ministero degli Esteri, 11 maggio 2013

Per il Medio Oriente è l’ultima possibilità.

Emma Bonino

Abbiamo potuto raccogliere alcune testimonianze sull’utilizzo di armi chimiche in Siria, ma non da parte delle autorità governative, bensì degli oppositori…In Siria non ci sono buoni da una parte e cattivi dall’altra.

Carla Del Ponte, componente della commissione Onu sul conflitto siriano, 6 maggio 2013

Che cosa pensa il Brasile? Pensa che non esiste una soluzione militare al conflitto siriano…Ci sono stati interventi militari che, invece di stabilizzare, hanno creato maggiori impasse, conflitti interminabili… Noi ribadiamo che il conflitto siriano deve essere risolto dai siriani.

Dilma Rousseff, presidente del Brasile, 14 dicembre 2012

http://blog.planalto.gov.br/dilma-concede-entrevista-em-moscou-e-fala-sobre-exportacao-de-carne-e-conflito-na-siria/

Pensiamo di avere solide prove dell’uso di armi chimiche da parte del regime di Bashar al Assad in Siria.

John Kerry, segretario di Stato Usa, 9 maggio 2013

Lingua biforcuta: la locuzione è entrata in uso con la diffusione dell’Epopea Indiana del Far West, e nel linguaggio dei fumetti veniva usata dai Pellerossa nei confronti dei coloni bianchi.

http://dizionari.corriere.it/dizionario-modi-di-dire/L/lingua.shtml

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– Gli insorti siriani stanno perdendo terreno su tutti i fronti e l’inerzia della guerra civile è cambiata (Washington Post). Non è chiaro come mai: forse il reclutamento non è sufficiente a rimpiazzare i caduti. Per gli aggiornamenti, consiglio questa fonte.
Hezbollah è intervenuto a fianco di Assad proclamando di voler liberare le alture del Golan dall’occupazione israeliana.
Kerry esclude che tra i futuri candidati a governare la Siria ci possa essere Assad, ma la compattezza delle forze armate, il fatto che una maggioranza di sunniti (che in teoria dovrebbero volere la caduta di Assad) non si sia schierata contro il regime, la probabile sconfitta dell’insurrezione, l’assenza di un vero leader alternativo ad Assad (in due anni di insurrezione i capi sono sempre stati calati dall’alto: uno era un lobbista della Shell, l’altro è un cittadino americano di origini siriane residente nel Texas) indicano che Assad non avrebbe rivali.
– se gli insorti perdessero, le elezioni già previste per il 2014, sorvegliate da osservatori internazionali, sarebbero probabilmente vinte da un delfino di Assad (la nuova legge elettorale voluta da Assad gli impedisce di essere rieletto, avendo già governato 14 anni), che riuscirebbe facilmente a convincere la popolazione che la sua fiera resistenza li ha salvati da un golpe jihadista (il che è vero) e da una destabilizzazione permanente sponsorizzata da Israele (verosimile). L’Occidente può permettersi questa umiliazione e completa perdita di credibilità ed influenza? NO!
– la rimozione di Assad come precondizione per i negoziati annulla ogni chance che si arrivi ad un accordo: qualunque “conferenza di pace” fallirà e la guerra civile proseguirà finché una delle due parti non schiaccerà l’altra.
Erdogan ha dichiarato che il regime siriano ha usato armi chimiche e quindi la linea rossa è stata varcata. Si dice favorevole ad una no-fly zone. Sta rischiando grosso e la Turchia potrebbe disgregarsi.
Putin ha fatto aspettare Kerry 3 ore, per fargli capire che un segretario di stato americano non deve avere la pretesa di parlare da pari a pari ad un presidente russo, essendoci un ministro russo per gli affari esteri incaricato di trattare con i suoi omologhi.
Brzezinski (e molti alti ufficiali statunitensi) avevano avvertito che “tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino” e che la presunta sollevazione popolare anti-Assad è più un mito che una realtà. La sua fazione vuole un cambio di regime ed una balcanizzazione del paese, quella “neocon-sionista” vuole il caos.
India, Brasile, Sudafrica e Pachistan continuano ad essere contrari all’ingerenza militare occidentale nelle questioni siriane ed iraniane;

Stando così le cose, il maggior pericolo è che Stati Uniti e Israele, per superare l’impasse, scelgano non di effettuare un ripiego ma di agire sempre più temerariamente e aggressivamente, e non solo in Medio Oriente, dove i fattori di tensione sono molteplici e fortissimi.
Parlano di pace ma le azioni non sono conseguenti: sembra che l’idea sia quella di provocare una guerra, forse per puntellare un sistema finanziario che non si sa più come tenere in vita e per deviare la rabbia popolare verso un conveniente capro espiatorio, e lontano dai veri colpevoli (l’1%).
I pessimi (eufemismo) governanti europei non solo non trovano nulla da eccepire, ma addirittura sono in prima linea nell’escalation. Vogliono una fetta della torta?
Come se ciò non bastasse, il precedente maliano ci insegna che quando gli jihadisti vengono scacciati da un’area saltano fuori da qualche altra parte, molto ben armati, e al centro di qualche traffico di armi e droga. Saranno una sciagura per tutto il Medio Oriente.

Constatiamo che le tensioni e l’instabilità stanno diventando insostenibili e s’intersecano con gli interessi di nazioni solidamente armate. Così la soglia dello scontro armato internazionale generalizzato (effetto domino del tipo prima guerra mondiale) si sta abbassando e la cricca di fanatici e/o psicopatici e/o schizoidi e/o megalomani non sembra intenzionata a mollare la presa.

Falliranno, perché le opinioni pubbliche occidentali sono stabilmente e marcatamente contrarie ad avventurismi militari.
http://italian.irib.ir/notizie/politica5/item/123036-sondaggio-americani-e-britannici-contro-cambio-di-regime-in-siria
Le armi di distruzione di massa non sono più un argomento decisivo per gli Americani, se non si dimostra in modo inequivocabile che sono state impiegate dal regime, e ache in quel caso l’appoggio all’azione militare sarebbe minoritario:
http://www.people-press.org/2013/04/29/modest-support-for-military-force-if-syria-used-chemical-weapons/

Il mondo arabo è complessivamente contrario a coinvolgimenti occidentali e un’ampia maggioranza di tedeschi (82%), francesi (69%), inglesi (57%) e turchi (65%) non approva l’opzione delle forniture militari agli insorti:
http://www.pewglobal.org/2013/05/01/widespread-middle-east-fears-that-syrian-violence-will-spread/

L’opposizione alle ingerenze occidentali in Siria è quindi cresciuta sensibilmente rispetto a meno di un anno fa
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/07/02/lopinione-pubblica-occidentale-rifiuta-di-farsi-coinvolgere-nella-questione-siriana/

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Mentre i ribelli “moderati” disertano in massa per unirsi alle ben sovvenzionate (dalle petromonarchie) brigate integraliste islamiche che la Francia vorrebbe fosse classificata come organizzazione terroristica:
http://www.guardian.co.uk/world/2013/may/08/free-syrian-army-rebels-defect-islamist-group

“La caduta di Khirbet Ghazaleh segna un avanzamento delle forze del presidente di Bashar al-Assad per il controllo di una strada di transito internazionale. Da qui si sono oggi ritirati un migliaio di ribelli, che hanno lamentato uno scarso sostegno da parte delle autorità giordane nel combattere le forze di Damasco nella regione”.

http://news.liberoreporter.eu/index.php/2013/05/cronaca/siria-esercito-riprende-controllo-citta-strategica-al-confine-giordano.html

è l’ennesimo successo dell’offensiva primaverile dell’esercito regolare siriano, che in 3 giorni ha liberato/ripreso:
Assan
Tall Assan
Khanat Assan
Khan Assan
Saqlaya
Hdeidin
Khirbet Ghazaleh
Tal Assafir
al momento l’esercito sta aprendosi un varco verso l’aeroporto internazionale di Aleppo.
Questi innegabili successi nei distretti di Damasco, Aleppo e Homs sono stati ottenuti anche grazie a nuove tattiche anti-guerriglia ed all’intervento di Hezbollah dal Libano (provocato dai raid israeliani), che ha tagliato molte linee di rifornimento dei ribelli e li ha costretti sulla difensiva, quasi assediati nei sobborghi di Damasco, a rischio di assedio ad Aleppo, assediati ad Homs e ad al-Qusayr (la battaglia decisiva, perché la cittadina è la chiave per collegare Damasco al mare), scacciati dalla base aerea di Minnigh (N.B. per mesi i media occidentali ci avevano garantito che le forze fedeli ad Assad erano sull’orlo del collasso)
http://www.dailystar.com.lb/News/Middle-East/2013/May-09/216455-kerry-insists-assad-cannot-be-part-of-syrian-transitional-government.ashx#axzz2SuSNsadV

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/04/27/gli-insorti-le-stanno-prendendo-e-fanno-capolino-le-consuete-armi-di-distruzione-di-massa/

A meno di un intervento della NATO, una volta ripresa al-Qasayr,  il regime avrà la vittoria in tasca
http://english.alarabiya.net/en/News/middle-east/2013/05/10/Syrian-army-warns-civilians-to-leave-Qusayr.html

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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, mentre era a Shanghai, ha ricevuto una severa strigliata dal presidente russo Vladimir Putin, un avvertimento che la Russia non avrebbe tollerato ulteriori attacchi israeliani contro Damasco e avrebbe risposto.

http://english.farsnews.com/newstext.php?nn=9107168122

Putin non ha detto come, ma ha annunciato di aver ordinato l’accelerazione delle forniture di armi russe molto avanzate alla Siria.

Fonti militari israeliane (DEBKAfile) hanno rivelato che il leader russo si riferiva a sistemi di difesa contraerea S-300

http://it.wikipedia.org/wiki/S-300

e missili di superficie 9K720 Iskander.

http://it.wikipedia.org/wiki/9K720_Iskander

Mosca reagisce non solo alle operazioni aeree di Israele contro la Siria, ma in previsione della imminente decisione dell’amministrazione Obama di inviare i primi armamenti americani ai ribelli siriani.

Lunedì il presidente del comitato per gli affari estri del Senato degli Stati Uniti, Bob Menendez, ha presentato un disegno di legge che consente agli Stati Uniti di fornire armi e addestramento militare ai ribelli siriani.

http://www.repubblica.it/ultimora/esteri/siria-senatore-usa-propone-legge-per-armare-i-ribelli/news-dettaglio/4340741

Il messaggio di Putin aveva l’obiettivo di raggiungere un pubblico più ampio, come Barack Obama a Washington e il presidente Xi Jinping a Pechino

http://www.lapresse.it/mondo/asia/abbas-e-netanyahu-in-cina-per-visite-separate-pechino-mira-a-diplomazia-1.327099

Il messaggio è giunto forte e chiaro. La Turchia si è zittita, tranne la condanna dei raid israeliani. Dalla Francia nessun commento. Carla Del Ponte ha addirittura accusato i ribelli di essere i responsabili del rilascio di agenti chimichi (molto probabile). Israele si è lamentato con gli USA che l’invio delle batterie missilistiche s-300 renderebbe complicito un intervento in Siria (in effetti sarebbe un massacro) e Kerry ha definito la decisione “potenzialmente destabilizzante“. In cambio quando sono gli Stati Uniti a fornire sofisticati armamenti offensivi ad Israele e alle petromonarchie del Golfo Persico, va tutto bene.

I raid israeliani sono stati condannati da Turchia, Egitto, Lega Araba, Libano, Cina, Russia. La Giordania si è rifiutata di aiutare i ribelli siriani asserragliati in un altro centro strategico che hanno dovuto sgomberare.

L’ex braccio destro di Colin Powell quand’era Segretario di Stato, il colonnello in pensione Lawrence Wilkerson, incolpa Israele per l’uso di armi chimiche che dovevano servire per spingere la NATO ad intervenire – parla apertamente di “false flag”
http://www.haaretz.com/blogs/west-of-eden/former-bush-administration-official-israel-may-be-behind-use-of-chemical-arms-in-syria.premium-1.519172

Sta prendendo forma un’alleanza militare pan-araba contro Israele, che per di più godrà del sostegno di Russia, Iran e Cina (+ Pachistan?). Un eventuale coinvolgimento diretto e massiccio di Israele in Siria o un attacco preventivo all’Iran sarebbero la goccia che fa traboccare il naso: la resa dei conti. Netanyahu non è intellettualmente e psicologicamente capace di comprendere la terribile minaccia che si profila all’orizzonte.

Gli Stati Uniti ora parlano di pace. Forse perché Putin ha fatto capire che la Russia è pronta ad entrare in guerra in Siria se ci sarà un intervento della NATO? Forse perché gli Stati Uniti non sono assolutamente disposti a farsi coinvolgere in una guerra con la Russia?

L’azione inconsulta di Israele ha costretto Putin ad inviare un ultimatum? Obama ha capito che doveva opporsi ai falchi e alle lobby interne perché il regime/governo di Assad ha dimostrato una forza imprevista e perché un’escalation in Siria coinvolgerebbe non solo l’Iran e la Russia ma anche la Cina?

NON CI SARà PIù ALCUNA CONFERENZA DI PACE

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Una conferenza internazionale entro fine mese per mettere fine al conflitto siriano: è la principale decisione annunciata dal Segretario di Stato americano, John Kerry, e dal suo omologo russo Sergei Lavrov, al termine del loro incontro a Mosca.

http://it.euronews.com/2013/05/07/siria-usa-e-russia-d-accordo-conferenza-internazionale-entro-fine-mese/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+euronews%2Fit%2Fhome+%28euronews+-+home+-+it%29

Potrebbe essere un’ottima maniera di permettere all’amministrazione Obama di ritirarsi in buon’ordine evitando un’umiliazione internazionale. Ma Israele non può tollerare questo genere di esito.

I leader della ribellione siriana la considerano una perdita di tempo

http://www.guardian.co.uk/world/2013/may/08/syrian-rebels-react-coolly-peace-conference

Qatar e Arabia Saudita l’hanno sabotata
http://www.atimes.com/atimes/Middle_East/MID-01-100513.html

RAGIONI PER OSTEGGIARE L’INGERENZA OCCIDENTALE IN SIRIA

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Sir Andrew Green, ex ambasciatore britannico in Siria: “Gli alawiti non hanno esercitato un monopolio del potere. Le numerose minoranze – cristiani, drusi, curdi e altri – preferivano il loro dominio a quello della maggioranza sunnita. In effetti un buon numero di sunniti ha preferito un regime effettivamente laico ad un’alternativa che potrebbe essere gestita dai Fratelli Musulmani…sapendo che l’alternativa sarebbe o una dittatura islamica o un conflitto settario.

Queste sono le nozioni essenziali per poter prendere una decisione sul da farsi. Purtroppo non sono state comprese. Il governo britannico…vuole addestrare ed armare le milizie in modo da mettere pressione al regime e farlo cadere.

Questo, purtroppo, è un grave travisamento della situazione. Gli alawiti e i loro sostenitori lotteranno fino alla fine. Con il sostegno militare della Russia e dell’Iran, più il sostegno politico della Cina (tutti per le loro buone ragioni) il regime può resistere ancora. Se alla fine cadrà, la Siria precipiterà nel caos. Questo è il motivo per cui molti tra quelli che, come noi, conoscono la Siria sono stati, sin dall’inizio, fortemente contrari ad un “cambio di regime”.

Il caos sarà intensificato dalle divisioni settarie e dalla cultura della vendetta e dell’onore. Per motivi personali e tradizionali, chi ha subito si vendicherà sui responsabili o sulle loro famiglie.

Alla fine, uno dei tanti gruppi di opposizione emergerà. Sarà probabilmente Al-Nusra, il gruppo jihadista che afferma di essere alleato di al-Qaeda e che è stato il più coraggioso ed efficace nei combattimenti. Godono di un ulteriore e decisivo vantaggio. I loro leader sono segreti, mentre i loro rivali sono noti a tutti. Non escluderei certamente che possano intimidire o, se necessario, uccidere i loro avversari o qualsiasi leader rivale che li sfidi.

Questo è il motivo per cui sono sicuro che la nostra politica stia procedendo nella direzione sbagliata. Fornire armi all’opposizione sarebbe semplicemente versare benzina sul fuoco – oltre al rischio che le armi finiscano nelle mani sbagliate. Il crollo della Siria sarebbe un disastro, non solo per il paese ma per il Libano e, forse, l’Iraq e, in effetti, per l’intera regione e non solo.

Dobbiamo avere il coraggio di fare un passo indietro. Anzi, dobbiamo invertire la politica di armare l’opposizione. Dovremmo avviare un dialogo serio con i russi e, se necessario, gli iraniani, per ridurre il flusso di armi ad entrambe le parti. Solo quando entrambe le parti si renderanno conto che una vittoria militare non è più possibile possiamo sperare di dare l’avvio ad un processo politico. Meglio una speranza futura che un disastro imminente”.

http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/middleeast/syria/10022576/Commentary-Arming-the-Syrian-rebels-is-pouring-petrol-on-the-fire.html

*****
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Quel che i cittadini dei paesi occidentali, ottenebrati dalla continua propaganda, di regola non riescono a capire, è che la NATO è letteralmente fuori controllo e sta disseminando disastri nel mondo: Iraq, Afghanistan, Somalia, Yemen, Libia, Mali sono solo gli esempi più recenti. È così sorprendente che i paesi del secondo e terzo mondo abbiano paura di noi?

Siamo quelli col cappello nero, quelli che alla fine del film schiattano

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/04/14/siamo-quelli-col-cappello-nero-quelli-che-alla-fine-del-film-schiattano-kosovo-nella-nato/

“Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube e di notte con una colonna di fuoco”

“Colonna di nube” è il nome dell’operazione militare israeliana contro Gaza. Un nome tratto dalla Bibbia, da un passo dell’Esodo: “Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte. Di giorno la colonna di nube non si ritirava mai dalla vista del popolo, né la colonna di fuoco durante la notte” (Esodo 13: 21-22).

Gott mit uns.

Netanyahu, un megalomane disperato e messianico, si è reso conto che:

* la società israeliana sta protestando in maniera sempre più veemente;

* alle prossime elezioni rischia seriamente di perdere;

* la sua ultima speranza (Romney) si è volatilizzata;

* gli alti ufficiali americani che avrebbero potuto assisterlo sono stati rimossi o sono sotto inchiesta (Petraeus, Allen, Gaouette e Sinclair);

* Obama ha dichiarato in una recente conferenza stampa che vuole cercare una soluzione diplomatica con l’Iran (linea Brzezinski).

Questi leader disperati, di regola, causano la  rovina dei propri paesi.

Israele, ormai isolato, ha richiamato 75mila riservisti e ha già mostrato che intende coinvolgere la Siria (e quindi il Libano). L’Iran ha messo a pieno regime il sito di Fordo(w), dove arricchisce l’uranio e che può essere colpito solo da ordigni atomici tascabili, il che significa che in Israele potrebbe attaccare anche senza l’appoggio degli Stati Uniti. Con conseguenze devastanti per la sua aviazione e per l’Asia meridionale (inquinamento radioattivo). L’Egitto non resterà a guardare, perché Morsi non si può permettere di fare come Mubarak: milioni di egiziani sarebbero pronti ad insorgere e fare una rivoluzione vera, non semplici manifestazioni di protesta di massa. Migliaia di giordani stanno protestando da giorni per cacciare re Abdullah. L’attacco a Gaza e la connivenza del re non faranno altro che peggiorare la sua posizione. Il tentativo della Palestina di farsi riconoscere dall’ONU come stato sovrano, programmato per il 29 novembre, è probabilmente la causa scatenante, assieme alle elezioni parlamentari israeliane. Il presidente Abbas ha detto che procederà comunque. Israele non tollererà mai uno stato palestinese, perciò andrà fino in fondo per impedirne la nascita (muoia Sansone e tutti i filistei):

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/11/07/le-prossime-mosse-suicide-di-israele/

Quel che si può intuire è che Netanyahu, quel famoso 5 marzo

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/03/lunedi-5-marzo-2012-si-decidono-le-sorti-del-mondo-nellindifferenza-della-gente/

abbia lasciato perdere l’opzione guerra primaverile (che gli avrebbe permesso di colpire il sito iraniano di Fordo con armi convenzionali, mentre ora saranno necessari ordigni atomici

http://fanuessays.blogspot.it/2012/01/guardatevi-dalle-idi-di-marzo-come.html

lo ha fatto perché contava sulla vittoria di Romney.

Romney ha perso e il governo israeliano ha deciso di agire comunque.

Lo scudo difensivo anti-missile israeliano non funziona e questo ha costretto Israele a richiamare migliaia di riservisti, per un intervento risolutivo, a terra. Questo creerà immense complicazioni, perché il mondo arabo non tollererà più quello che è successo l’ultima volta e perché Obama non sarà più così flessibile.

Negli scorsi giorni la NATO ha dichiarato che difenderà la Turchia dalla Siria

http://english.alarabiya.net/articles/2012/11/12/249124.html
Si è deciso l’invio di truppe inglesi presso il confine con la Siria (ci sono già soldati americani in Giordania)

http://www.independent.co.uk/news/world/middle-east/uk-troops-may-be-sent-to-syrian-borders-8305055.html
Gli israeliani hanno “risposto al fuoco” bombardando una base siriana

http://www.jpost.com/Defense/Article.aspx?id=291470
Si sono tenute le più grande manovre aeree difensive iraniane della storia

http://tehrantimes.com/politics/103243-major-air-defense-exercise-begins-in-eastern-iran

Perciò è assai verosimile che, nel corso delle prossime settimane, Libano, Siria, Iran ed Egitto saranno coinvolti nel conflitto, una vera e propria guerra totale come non si vedeva da tempo:

“E’ la prima volta dal 1991 che un razzo colpisce Tel Aviv. Da Gaza la Jihad islamica ha affermato da parte sua di aver sparato verso Tel Aviv un razzo di tipo Fajar 5: si tratta di un razzo in dotazione alle forze armate IRANIANE. Il Fajr-5 e’ un razzo di ultima generazione, lanciato da postazioni mobili, e ha una gittata stimata tra i 75 e gli 80 km”.

http://notizie.it.msn.com/approfondimento/razzo-colpisce-tel-aviv-israele-la-pagheranno

Cina e Russia non staranno a guardare. Le popolazioni arabe, islamiche, turche e kurde si solleveranno contro i loro governi se combatteranno dalla parte di Israele e della NATO (i Kurdi siriani non vogliono che a Damasco s’insedi un governo musulmano). Obama non muoverà un dito per fermare Netanyahu: Washington e Londra hanno già assegnato l’intera colpa di quel che sta succedendo ad Hamas ed Obama stesso non fa nulla di diverso – e non è meno moralmente abominevole – quando stila ed approva le sue liste di omicidi “mirati” (disposition matrix = scheda degli smaltimenti) per i droni americani in Afghanistan ed Pachistan.

Il “nostro” (non certo mio) Terzi ha anche lui dato la colpa ai palestinesi ma, come la Francia, ha chiesto maggiore cautela da parte di Israele.

http://www.esteri.it/MAE/IT/Sala_Stampa/ArchivioNotizie/Approfondimenti/2012/11/20121115_Gaza_Terzi.htm?LANG=IT

Netanyahu non si tratterrà. Lui e chi la pensa come lui (una minoranza egemone nelle stanze dei bottoni israeliane) è convinto che la superiorità tecnologica israeliana sia indiscutibile e decisiva. Non si rende conto che già nel 1973 Israele ha rischiato grosso e in Libano gli Hezbollah hanno sconfitto Israele nella sua ultima operazione. Il mondo è cambiato dal 1967 e Israele imparerà il significato del proverbio “chi di spada ferisce, di spada perisce”:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/24/e-se-liran-avesse-gia-latomica-osservazioni-sconvenienti-sullarmageddon-che-verra/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/02/israele-la-destabilizzazione-del-medio-oriente-ed-il-neonazismo/

Gli Israeliani hanno già commesso l’errore decisivo iniziando questa guerra, allo scopo di completare la pulizia etnica dei Territori Occupati, ma scopriranno l’impatto dell’eterogenesi dei fini (= la sommatoria delle conseguenze inattese) quando sarà troppo tardi e l’incendio che hanno appiccato si ritorcerà contro di loro, in un nuovo Olocausto

http://fanuessays.blogspot.it/2012/01/auschwitz-in-israele-il-secondo.html

Come detto, in precedenza, Israele si è infilato nella trappola e non ne uscirà vivo. La pedina sta per essere sacrificata: come gli Israeliani hanno imparato a considerare i Palestinesi come “quella gente” (non esseri umani come gli altri), così la stessa scorciatoia logica che si conclude con l’eccidio di massa sarà applicata a loro (e forse a molti altri ebrei nel mondo).

E l’Italia?

Abbiamo vinto la prima guerra mondiale per il rotto della cuffia, contro un esercito (austriaco) che non ha mai vinto una battaglia importante senza l’aiuto degli alleati tedeschi. Abbiamo perso la seconda guerra mondiale con un esercito che non ha mai vinto una battaglia importante senza l’aiuto degli alleati tedeschi.
Siamo parte della NATO e quindi, in qualche forma, entreremo in guerra anche noi, a fianco di un esercito (israeliano) che ha perso tutte le ultime guerre.

Faremo una pessima figura, come sempre.

Fatevi un corso intensivo di cinese e russo.

Il generale Custer e il nostro contingente in Afghanistan

È morto l’ennesimo soldato italiano in Afghanistan. Sono 52, finora.

Intanto il Medio Oriente sta scivolando sempre più verso una dura contrapposizione NATO-Russia.  Ci sono soldati americani in Giordania, la Turchia si è graziosamente autorizzata ad invadere e occupare le regioni confinanti della Siria e continua a bombardarle, l’amministrazione Obama ha assicurato che in caso di uso di armi chimiche da parte di Assad non potrebbe non intervenire (false flag in arrivo!), il Libano rischia di ripiombare nel caos, l’aviazione israeliana bombarda la capitale sudanese, uno dei pochi oppositori di un certo peso – in Israele – contro l’attacco preventivo di Israele all’Iran, Meir Dagan, l’ex direttore del Mossad, si ritrova improvvisamente con un incurabile tumore fulminante al fegato.

L’Asia Centrale diventerà un campo di battaglia e rischiamo una Terza Guerra Mondiale.

L’imbecillità degli strateghi della NATO: oltre 100mila soldati di 40 nazioni con 700 basi militari in mezzo al nulla, circondati da talebani, nazioni islamiche ostili (+ la Russia), con come unica via di fuga l’aria.

16 settembre: 6 jet americani sono stati distrutti e 2 danneggiati dai talebani in un sol giorno!

http://mondo.panorama.it/War-Games/I-talebani-distruggono-i-jet-dei-marines

E noi continueremo ad avere sul posto diverse migliaia di soldati in “missione di pace” e in guerra contro il terrorismo.

11 ottobre: Il Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, nel corso dell’audizione alla Camera ha fatto spere che l’impegno delle nostre truppe nella missione ISAF in Afghanistan resterà praticamente invariata per il 2013. Solo nel 2014 ci sarà una progressiva riduzione del contingente italiano

Il generale Custer è stato più lucido a Little Big Horn.

Le famiglie dei nostri soldati dovrebbero farsi sentire!

E’ mai possibile che non ci siano milioni di italiani che chiedono a gran voce il ritiro?

Un editoriale ogni tanto su qualche quotidiano generalista che s’interroghi sull’opportunità di lasciarli lì fino al 2014?

Siamo disposti a correre il rischio di perderli tutti o quasi tutti? Migliaia di famiglie distrutte? In nome della realpolitik?

Qualche migliaio di morti per sederci al tavolo delle trattative?

L’aereo turco, il precedente libico ed un intervento NATO che si complica

[…] “Un portavoce del ministero degli Esteri siriano, Magdissi Jihad, ha detto che l’abbattimento dell’aereo turco è stato un gesto di autodifesa contro una violazione della sua sovranità. La Difesa aerea siriana è stata presa di sorpresa dall’aeroplano che volava a 100 metri di altitudine. Anche se l’aereo fosse stato siriano, l’avremmo abbattuto”, ha detto, aggiungendo che Damasco ha fatto del suo meglio per attenuare le conseguenze, contattando tempestivamente le autorità turche ed offrendo tutta l’assistenza dovuta nelle operazioni di ricerca e soccorso […]. L’incursione del jet militare turco in Siria potrebbe essere stata un’operazione NATO non riuscita per mimetizzare i suoi aerei militari al fine di ingannare la difesa aerea del paese, facendoli passare per aerei siriani. I codici necessari sono stati sottratti al cacciabombardiere siriano che era stato rubato dal suo pilota disertore qualche giorno fa [si è consegnato al governo giordano, NdT].

Questa teoria spiega perché l’aereo da ricognizione turco è entrato nello spazio aereo siriano prima di essere abbattuto, ha argomentato il quotidiano russo Komsomolskaya Pravda, che cita fonti anonime delle forze di sicurezza siriane.

I Siriani ritengono che l’incidente di venerdì abbia origine dalla defezione della scorsa settimana di un pilota siriano fuggito nel suo MiG-21 jet da combattimento in Giordania. Damasco ha bollato il disertore come un traditore, mentre le autorità giordane gli hanno dato asilo.

La defezione richiama alla mente un incidente simile che ha avuto luogo nel mese di febbraio 2011, quando due piloti libici “consegnarono” il loro aereo militare a Malta. La campagna di bombardamenti della NATO, che si concluse con la caduta del governo del Muammar Gheddafi, iniziò appena un mese dopo.
Gli analisti militari hanno notato che, curiosamente, i sistemi di difesa aerea libici sembravano essere impotenti contro gli attacchi aerei della NATO. La spiegazione potrebbe essere in un sistema di identificazione “amico/nemico” presente a bordo dei due velivoli rubati, suggerisce il giornale. Questo sistema viene utilizzato dai militari in combattimento per distinguere il proprio aereo.

Secondo il quotidiano, l’esercito siriano [leggi: i tecnici russi, NdT] ritiene che la NATO ci abbia riprovato, ma senza riuscire a decifrare i codici. Questo è dimostrato dal fatto che il pilota disertore è riuscito a mandare la sua famiglia in Turchia prima di rubare il jet da combattimento, il che significa che l’atto non è stato probabilmente dettato da un’improvvisa crisi emotiva.

Alla Turchia potrebbe essere stato affidato il compito da parte della NATO di testare la qualità del lavoro svolto e il risultato è stato disastroso.

Questa è comunque solo una teoria e non si possono escludere spiegazioni più banali – ma è più probabile che l’intrusione facesse parte di un’operazione militare, piuttosto che essere un errore come ha affermato la Turchia, sostengono gli esperti militari […]”.

http://www.rt.com/news/turkish-plane-nato-syria-725/

Il Dottor Male va a Damasco (articolo del Guardian)

Twitter [non in italiano]

Facebook [in italiano]

Solo il Dottor Male potrebbe riutilizzare un piano vecchio, noto e fallimentare sperando di farla franca.
Ergo, il Dottor Male ha preso il controllo della NATO!

Ben Fenton, “Macmillan backed Syria assassination plot”, the Guardian, 27 settembre 2003

“Quasi 50 anni prima della guerra in Iraq, la Gran Bretagna e l’America cercavano di realizzare segretamente un “cambio di regime” in un altro paese arabo accusato di diffondere il terrore e minacciare le forniture di petrolio per l’Occidente. Era stata progettata l’invasione della Siria e l’assassinio di figure di spicco.

Documenti recentemente scoperti mostrano come nel 1957, Harold Macmillan e il presidente Dwight Eisenhower avevano approvato un piano CIA-MI6 per inscenare falsi incidenti di frontiera come pretesto per un’invasione da parte dei vicini filo-occidentali della Siria e poi “eliminare” il triumvirato più influente a Damasco.

I piani, paurosamente espliciti nella loro discussione, sono stati scoperti nelle carte private di Duncan Sandys, segretario alla difesa di Macmillan, da Matthew Jones, professore associato di storia internazionale al Royal Holloway, Università di Londra.

[…].

Nel rapporto si legge che dopo aver seminato un necessario livello di panico, sarebbero stati inscenati incidenti di frontiera e scontri di confine per fornire un pretesto per un intervento militare iracheno e giordano. Si doveva far credere che il governo siriano fosse “il mandante di complotti, sabotaggi e violenze dirette contro i governi vicini”, dice il rapporto. “CIA e SIS avrebbero utilizzare le loro capacità in campo psicologico ed operativo per far crescere la tensione”. Questo comportava operazioni in Giordania, Iraq e Libano, nella forma di “sabotaggi, complotti sovversivi e varie attività violente” da imputare a Damasco.

Il piano prevedeva il finanziamento di un “Comitato per la Siria Libera” e l’armamento di “fazioni politiche con capacità di operazioni paramilitari o di altro tipo” all’interno della Siria. La CIA e l’MI6 avrebbero istigato rivolte interne, ad esempio dai drusi nel sud, aiutato a liberare i prigionieri politici detenuti nel carcere di Mezze, e fomentato la Fratellanza Musulmana a Damasco.

Gli autori del piano prevedevano la sostituzione del Ba’ath / regime comunista con un altro regime fermamente anti-sovietico, ma ammettevano che sarebbe stato impopolare e “probabilmente avrebbe avuto bisogno di fare affidamento su misure repressive e sull’esercizio arbitrario del potere” [leggi: dittatura – leggi: Pinochet in Cile].

Il piano non fu implementato soprattutto perché i vicini della Siria non si lasciarono coinvincere ad agire ed un attacco dalla sola Turchia era ritenuto inaccettabile. L’anno seguente, i baathisti si disfarono degli alleati comunisti e federarono la Siria all’Egitto di Nasser, fino al 1963″.

http://www.guardian.co.uk/politics/2003/sep/27/uk.syria1

Per approfondire il contesto contemporaneo:
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/17/mentre-la-turchia-si-prepara-allintervento-in-siria-alcune-immagini-istruttive/
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/21/menzogne-sulla-libia-preludio-alle-menzogne-sulla-siria/
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/11/rivoluzioni-colorate-e-primavere-araba-preludio-alla-terza-guerra-mondiale/

Il dado è tratto. Pronti alla guerra? Attenti…Via!

 

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali

Articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana

A fine novembre del 2011 avevo avvertito che nel 2012 rischiavamo la Terza Guerra Mondiale:

http://fanuessays.blogspot.it/2011/11/terza-guerra-mondiale-scacchiera-pezzi.html

A gennaio 2012 ho pronosticato un attacco israeliano tra marzo e le presidenziali di Obama, ma più probabilmente entro settembre:

http://www.informarexresistere.fr/2012/01/12/guardatevi-dalle-idi-di-marzo-come-prevedere-la-data-dinizio-della-terza-guerra-mondiale/#axzz1uGj2e0y1

A marzo Obama ha fatto capire che non era il momento, ma NON HA MAI BLOCCATO ISRAELE.

Anzi, il Congresso americano ha appena approvato un ulteriore stanziamento di un miliardo di dollari per:

http://it.wikipedia.org/wiki/Iron_Dome

In totale, per l’anno fiscale 2013, Israele avrà ricevuto la somma record di 4 miliardi di dollari per la sua difesa, ossia per minimizzare i danni dalla rappresaglia iraniana in conseguenza di un attacco preventivo israeliano.

http://www.upi.com/Business_News/Security-Industry/2012/05/08/House-panel-OKs-1B-for-Israels-missiles/UPI-80231336496230/

Obama e i politici americani hanno le mani preventivamente insanguinate.

La guerra, intanto si avvicina a grandi falcate. Coinvolgerà l’intero Medio Oriente e, molto probabilmente, Egitto, Russia, Stati Uniti, Turchia e quindi l’intera NATO, cioè anche noi. L’unica cosa che possiamo e dobbiamo fare è impedire che l’Italia si faccia coinvolgere in questa impresa scellerata che ci porterà solo disastri in patria e rovinerà per molti decenni a venire l’immagine internazionale di paese decente (non certo equo, non certo benevolo, ma almeno decente, in confronto ad altri) che ci siamo costruiti dopo il fascismo. BISOGNA FERMARE QUESTA GUERRA! CHE L’ITALIA SIA TRA I PRIMI A DARE IL BUON ESEMPIO!

“C’è chi dice, e sono in molti, che la decisione di dare il via alla più grande coalizione di maggioranza mai vista in Israele sia da legare soprattutto a una ragione: essere il più compatti possibile in vista di un possibile attacco contro l’Iran, ipotesi che Gerusalemme non ha mai voluto escludere”.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-09/governo-israeliano-allarga-maggioranza-064019.shtml?uuid=AbeQmpZF

 

“L’ingresso di Kadima nel governo di Netanyahu e l’annullamento all’ultimo minuto delle elezioni anticipate hanno lasciato disorientata la stampa israeliana. Un analista di Haaretz ha scritto che Netanyahu, avendo agito da una posizione di forza e sfruttando la estrema debolezza di Mofaz, «ha comprato il suo partito Kadima con un brodo di lenticchie». E ha concluso: «Una volta superato il senso di disgusto e di repulsione, dobbiamo ammettere che Netanyahu è il re della politica israeliana»”.

http://www.lettera43.it/politica/netanyahu-blinda-israele_4367550076.htm

 

“Mofaz [il leader di Kadima, che ha acconsentito al grande inciucio di governo] ha recitato la parte del leader dell’opposizione nelle ultime settimane, ma prendere ordini da Netanyahu e Barak è quasi una seconda natura per lui. I commentatori tendono a porre Mofaz nel campo degli esperti di sicurezza contrari ad un attacco unilaterale israeliano, e nel corso dell’ultimo anno ha certamente dato questa impressione, come in una recente intervista il mese scorso in cui descriveva il piano di colpire l’Iran in questo momento come “prematuro” e “disastroso”.

D’altra parte, in un’intervista del giugno 2008…aveva detto: “sembra che un attacco israeliano contro l’Iran sia inevitabile”. Come abbiamo visto ieri sera, la coerenza non è uno dei punti forti di Mofaz.

Con l’adesione al Bibi-Barak cabinet, Mofaz ha ridotto drasticamente l’efficacia delle critiche [al governo] mosse dagli ex capi del Mossad e Shin Bet Meir Dagan e Yuval Diskin. […]. 

Se il duo al governo è davvero “messianico” nei confronti dell’Iran, come accusa Diskin, che cosa ci sta a fare Mofaz con loro al potere?

Oggi, non solo ha conferito ad entrambi un’istantanea credibilità, ha anche abbandonato i banchi dell’opposizione nella Knesset [il parlamento israeliano], lasciandola senza una figura credibile che controlli le azioni del governo”.

http://www.haaretz.com/blogs/the-axis/mofaz-has-neutralized-opposition-on-iran-1.429033

 

“Questa arriva dalla squadra di ricerca che si occupa di commodity per la banca Goldman Sachs: “I sauditi hanno accumulato riserve di greggio per 35 milioni di barili nel periodo dicembre-febbraio. La prima domanda è: perché l’Arabia Saudita estrae greggio al ritmo più intenso degli ultimi trent’anni per metterlo semplicemente nelle riserve?”. Aggiornamento di ieri: il ministro del Petrolio saudita, Ali al Naimi, ha detto che ora le scorte di petrolio sono arrivate a più del doppio, 80 milioni di barili. La domanda se la pone anche Izabella Kaminska, analista del Financial Times: perché i sauditi – “che sono la banca centrale del petrolio” pompano freneticamente greggio dai pozzi e non lo mettono sul mercato? Il Brent è attorno ai 100 dollari al barile, e “fare scorta durante un periodo di prezzi alti è un controsenso economico”, sarebbe il momento più adatto per vendere. Tanto più che, secondo Reuters, per colpa delle sanzioni l’Iran trabocca di petrolio invenduto, tanto da essere costretta a tenere ferma metà della sua costosissima flotta di superpetroliere poco al largo della costa per usarle come magazzini galleggianti: “Diciannove navi, classe Suezmax e Very large crude carriers, per una capacità di 33 milioni di barili di petrolio”. Ricapitolando: tra le scorte dei sauditi e quelle  degli iraniani non c’è mai stato così tanto petrolio contemporaneamente sopra la crosta terrestre invece che sotto.

Ci sono teorie diverse. Una sostiene che  i mesi del caldo stanno arrivando, in Arabia Saudita la domanda di energia aumenterà per colpa dei condizionatori d’aria e quindi i sauditi hanno pensato bene di fare scorta durante la stagione fredda, quando il clima è mite e la domanda è minore. Ma il picco nei consumi elettrici è un fatto stagionale che si ripete ogni anno. Un’altra spiegazione è che i sauditi si preparano a un forte periodo di tensioni nel Golfo. La capacità dell’Opec di aumentare la sua produzione, fa notare Kaminska, è di un milione di barili in più al giorno, ma la produzione dell’Iran è di 2,2 milioni di barili al giorno. Se qualcosa privasse il mondo del greggio iraniano, gli altri paesi non riuscirebbero a soddisfare la domanda.
Resta da capire che cosa può essere questo qualcosa a cui i sauditi si preparano. Aiuta un’altra notizia dal mercato petrolifero, da Reuters: i sauditi a marzo hanno esteso l’aumento di vendite di greggio agli Stati Uniti. “Contrariamente alle aspettative, secondo cui l’aumento dell’estrazione del greggio saudita era destinato ai mercati asiatici in espansione, i dati mostrano che le spedizioni verso gli Stati Uniti sono salite con discrezione del 25 per cento, tornando al livello più alto dal 2008, quando il primo paese dell’Opec tentava con una superproduzione di calmare il prezzo record del greggio arrivato vicino ai 150 dollari al barile”.

L’Arabia Saudita aumenta la produzione di petrolio ma in parte lo tiene e in parte lo spedisce a un mercato che non è quello che ti aspetti. Un meccanismo così previdente che ieri il ministro al Naimi ha aggiunto che “i prezzi sono troppo alti, possiamo farli scendere”, come dire: “Forse abbiamo esagerato con le scorte, liberiamoci di un certo quantitativo”.

Riad e Washington tengono in considerazione la possibilità a breve termine di uno strike israeliano contro il programma atomico di Teheran e le sue conseguenze: la chiusura dello Stretto di Hormuz, il collo di bottiglia marittimo attraverso cui passa un terzo del petrolio mondiale, da parte degli iraniani; gli attacchi di rappresaglia contro Israele; l’intero quadrante mediorientale destabilizzato. Sanno che in caso di attacco la produzione di petrolio subirà un rallentamento generale e non vogliono che – come minaccia Teheran – il prezzo schizzi oltre quota 200 dollari e provochi un infarto all’economia mondiale.

Se non è per la guerra, potrebbe essere per le sanzioni. Il primo luglio scatta l’embargo quasi totale dell’occidente – Stati Uniti più Unione europea – contro il petrolio iraniano. I produttori possono colmare la scomparsa dell’offerta iraniana dal mercato, ma sarà un periodo da amministrare con cautela: da qui la necessità di riserve. Intanto Teheran cerca altri acquirenti e strategie per aggirare le sanzioni: due giorni fa, secondo i banchieri di Dubai, ha cominciato ad accettare il pagamento da parte della Cina in yuan e non più in dollari. Per evitare di spendere troppo nel cambio, Teheran starebbe investendo i profitti direttamente in beni da comprare sul mercato cinese”.

http://www.ilfoglio.it/soloqui/13342

Usa e Ue hanno esercitato oggi ulteriore pressione sull’Iran affinché compia ”urgenti passi pratici” per dimostrare che il suo programma nucleare non ha fini militari. In particolare l’Unione europea, in una dichiarazione, ha affermato che Teheran ”deve sospendere” le sue attività di arricchimento dell’uranio.

http://www.blitzquotidiano.it/politica-mondiale/nucleare-in-iran-usa-e-ue-chiedono-passi-concreti-subito-1219679/

“La compagnia petrolifera nazionale cancella l’accordo di fornitura di gas a Israele e il parlamento chiede le dimissioni del Gran Muftì egiziano, ‘reo’ di aver visitato Gerusalemme Est. I rapporti tra Egitto e Israle hanno vissuto questa settimana due episodi per natura molto distanti tra loro, ma avvisaglie entrambi della situazione caotica che l’Egitto sta vivendo a un mese dalle elezioni presidenziali.

[…].

Israele avrebbe ripetutamente violato i termini contrattuali, secondo gli egiziani. Non è chiaro se la Giunta militare sia stata al corrente della decisione, che priva lo Stato ebraico del 40 percento delle sue forniture di gas, a tariffe molto vantaggiose. Gli analisti politici ritengono non a torto che nell’attuale fase economica, l’annuncio costituisca un suicidio politico per Il Cairo. Mentre il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che l’intera questione è ‘business, non politica’, il ministro degli Esteri nazional-conservatore Avigdor Lieberman ha definito l’Egitto un Paese più pericoloso dell’Iran.

L’Egitto ha cominciato a rifornire Israele di gas nel 2008, nella cornice di un accordo siglato nel 2005 da Mubarak.

Il contesto politico nel quale si sono verificati i due fatti – la richiesta delle dimissioni del Gran Muftì a Gerusalemme e l’interruzione delle forniture di gas – è quello di un crescente sentimento anti-israeliano con il quale giunta militare e politici moderati devono fare quotidianamente i conti. Area fortemente critica, il Sinai, piagato da povertà cronica, traffico di esseri umani e scorribande di tribù beduine, è stato teatro degli attacchi più sanguinosi degli ultimi anni contro civili e militari israeliani. Dal 2008 i sabotaggi al gasdotto hanno interrotto le forniture per 225 giorni di fila, spia evidente dell’incapacità della giunta militare di controllare i gruppi radicali armati che imperversano nella regione”.

http://www.eilmensile.it/2012/04/24/egitto-israele-relazioni-pericolose/

Guerra tra Israele ed Egitto? Traduzione di G. Campa

7 maggio 2012

di Gianfranco Campa

Scritto da Raven Clabough

Proprio il mese scorso, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva annunciato che Israele sarebbe stata costretta a ritardare un eventuale attacco agli impianti nucleari iraniani fino alle prossime elezioni israeliane nel 2013. Ma questo non significa affatto che non sia in vista una guerra  nel prossimo futuro  di Israele. La Forza di Difesa di Israele ha appena richiamato sei battaglioni di riserva in quanto la tensione ai confini egiziani e siriani continua ad aumentare. The Times Of Israel riporta che il  parlamento israeliano ha dato il permesso all’ IDF di richiamare altri 16 battaglioni di riserva, se necessario.

Il Times of Israel nota che”Secondo la legge del 2008; Duty Reserve, i soldati di combattimento possono essere chiamati per adempiere al dovere di riserva attiva una volta ogni tre anni, e per sessioni di addestramento brevi durante gli altri due. Le crescenti tensioni tra Israele e Egitto, l’insurrezione in corso in Siria hanno forzato l’esercito a chiedere alla Knesset un permesso speciale per richiamare più soldati e con maggiore frequenza. ”

Tale richiesta è stata approvata dal Consiglio Affari Esteri e Comitato di Difesa, che consente all’IDF di richiamare in servizio attivo fino a 22 battaglioni, di cui sei già convocati.

“Questo significa che l’IDF considera i confini egiziano e siriano come una fonte potenziale di minaccia più grande rispetto al passato”, ha detto l’ex vice capo di stato maggiore, Dan Harel. “L’esercito ha bisogno di una  ’risposta’ più adeguata rispetto al passato per affrontare le attuali minacce”, ha aggiunto, riferendosi  al progressivo deterioramento del controllo dell’ Egitto sulla penisola del Sinai, con un aumento del contrabbando di armi e altre merci. Inoltre, egli sottolinea la crescente minaccia del terrorismo nel  Sinai.

Anche  la situazione siriana è altamente infiammabile; Harel ha detto, “che potrebbe esplodere in qualsiasi momento … rappresentando  un motivo di minaccia diretta per Israele.”

In risposta  a questo clima volatile, l’IDF ha scelto di richiamare le sue riserve e, di conseguenza, ha cancellato le sue sessioni di addestramento dei soldati di leva.

Allo stesso modo, Uzi  Dayan, l’ex capo del Consiglio di Sicurezza Nazionale, esorta Israele ad intraprendere un’azione militare. “Questo è il tempo per l’esercito israeliano di  estendere il suo controllo all’interno del Sinai”, ha detto Dayan. Ha continuato indicando che si è tenuto un incontro con il Capo di Stato Maggiore dell’esercito israeliano Benny Jants la scorsa settimana al fine di discutere le questioni relative alla penisola del Sinai.

Secondo il quotidiano egiziano Al-Arabiya, la polizia di stanza nella penisola egiziana del Sinai è stata attaccata oltre 50 volte da gruppi palestinesi e da una fazione  locale di al-Qaeda.

L’ egiziano Al-Masry Al-Youm osserva che la maggior parte degli attacchi si sono verificati nelle montagne del Sinai centrale, la maggior parte dei quali sono stati eseguiti da gruppi armati palestinesi tra cui Jaljalat, Esercito dell’Islam, Ezz Eddin al-Qassam e al-Qaeda. “La sicurezza in Sinai è ormai fuori controllo e gli sforzi  esercitati dai militari e dalla polizia hanno lo scopo di ripristinare un minimo di sicurezza, soprattutto perché una settimana fa, Israele ha accusato l’Egitto di rappresentare per Israele un pericolo addirittura maggiore dell’Iran, nonostante lo Stato Ebraico lo accusi di costruire armi  nucleari.” Il governo Egiziano, ha respinto queste accuse, e  in risposta ha richiamato il suo ambasciatore da Tel Aviv; le relazioni tra i due governi stanno  diventano sempre più tese.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito la  penisola egiziana del Sinai una “sorta di Wild West”. Netanyahu accusa l’Iran di contribuire a queste nuove tensioni nella regione. Ma le truppe israeliane non sono autorizzate ad entrare nella penisola del Sinai secondo il trattato di pace (Camp David) del 1979 con l’Egitto. Tuttavia, alcuni analisti ritengono che se l’Egitto dovesse violare il  trattato di pace, Israele potrà  muovere per riprendersi il Sinai.  Mordechai Kedar, un ricercatore  presso il Begin-Sadat Center for Strategic Studies, fondatore e direttore del Centro  Studi sul Medio Oriente e l’Islam, afferma: “ Si tratta di una possibilità che non si può escludere in quanto il Sinai è stato dato all’Egitto in cambio della pace. Se il trattato di pace viene annullato dagli egiziani, ci potrebbe essere una giustificazione per Israele per riprendere il Sinai. Non ho idea se lo farà. Ma se la Fratellanza Musulmana si aggiudica la presidenza [maggio 23] e quindi annulla l’accordo di pace e comincia a muovere l’esercito, questo  sarebbe pericoloso e Israele potrebbe probabilmente invadere il Sinai per creare una zona cuscinetto tra Egitto e Israele.”

Quindi, le tensioni tra il governo israeliano e il governo egiziano stanno aumentando drammaticamente. In realtà, secondo DEBKA, il presidente Obama, il Segretario alla Difesa Leon Panetta e il Segretario di Stato Hillary Clinton hanno ricevuto informazioni che Israele ed Egitto si stanno avviando alla guerra.

Al momento, il presidente  del Supremo Consiglio Militare dell’Egitto, SCAF, il feldmaresciallo Muhammad Tantawi,  ha detto: “Se qualcuno osa avvicinarsi al confine dell’Egitto, noi gli rompiamo la gamba” Il secondo in capo dell’esercito egiziano, Gen. Muhammad Higazi ha aggiunto: “Gli aggressori dovrebbero riconsiderare prima di pensare di attaccare qualsiasi parte del territorio egiziano “.

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Nel frattempo, oltre alle tensioni tra Egitto e Israele, la situazione in Siria ha contribuito ad aumentare la tensione lungo il confine nei pressi delle alture del Golan, territorio che Israele conquistò alla Siria durante la guerra del 1967.

Dayan afferma che i funzionari israeliani dovrebbero “garantire la sicurezza dei loro civili, sempre assicurandosi di non far crescere le tensioni tra Israele ed Egitto “. Egli aggiunge che l’esercito deve “rispondere con forza perseguendo i terroristi e informando il governo egiziano delle intenzioni di intervenire militarmente in Sinai per braccare questi terroristi “, questo al fine di evitare che le frontiere d’Israele diventino  vulnerabili.

Israele sembra si stia preparando ad uno scenario di guerra, e sta fortificando un muro al confine con il Libano.

Il Wall Street Journal riporta che i funzionari israeliani hanno coordinato la costruzione del muro con l’esercito libanese e la forza di peacekeeping delle Nazioni Unite nella regione, UNIFIL.

Ma c’è qualcosa di sospetto in tale affermazione, in quanto Israele e Libano non condividono  relazioni amichevoli.

Haaretz ha riferito in aprile che Israele aveva pianificato un’altra invasione del Libano. “Quasi sei anni dopo la seconda guerra in Libano, unità speciali israeliane si stanno preparando a partecipare a incursioni di massa in Libano, dovesse scoppiare un altro round di combattimento con Hezbollah”

Dove porta tutto questo resta da vedere.

http://www.conflittiestrategie.it/2012/05/07/guerra-tra-israele-ed-egitto-traduzione-di-g-campa/

Migliaia di Giordani manifestano contro l’accordo di pace tra Israele e Giordania.

http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/thousands-in-jordan-call-for-end-of-peace-treaty-with-israel-1.428302

Israele è riuscito nell’incredibile, tafazziana impresa di costruirsi attorno una trappola che lo stritolerà:

http://www.informarexresistere.fr/2012/01/27/auschwitz-in-israele-un-suicidio-collettivo/#axzz1uGj2e0y1