ISIL-DAESH è un’organizzazione de-islamizzata e post-musulmana
22 agosto 2016 a 09:31 (Antropologia, Miti da sfatare, Sorprendimi!)
Tags: califfato, Daesh, fondamentalismo islamico, ISIL, Isis, islamisti, Israele, mercenari, sionismo, stato islamico, terrorismo islamico, terrorismo musulmano
Mai così vicini alla pace, mai così vicini alla guerra
22 settembre 2013 a 08:18 (Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto, Verità scomode, Verso un Mondo Nuovo)
Tags: Al-Qaeda, Assad, basket, catena umana, chiese copte, Cina, colloqui di pace, Consiglio di Sicurezza dell’ONU, Corea, Coree, cristiani copti, Curdi, filistei, Francia, Gangnam style, Ginevra, Ginevra I, Ginevra II, Goering, guerra, insorti, Iran, Irlanda del Nord, Israele, Italia, jihadisti, Jugoslavia, Medio Oriente, mercenari, musulmani, Nazioni Unite, negoziati, Obama, opposizione, pace, pacifismo, Palestina, Regno Unito, Russia, Rwanda, Sanson, Siria, Stati Uniti, Terza Guerra Mondiale, trattative, veti, veto
Ringrazio “Lettere Dalla Germania“
*L’Iran rilascia detenuti politici, esclude la transizione da nucleare civile a nucleare militare, chiede dialogo costruttivo con l’Occidente ad ogni livello.
*Assad chiede ancora una volta – in precedenza l’opposizione si è sempre opposta – un cessate il fuoco, la fine di interventi esterni e un processo politico pacifico e democratico di soluzione del conflitto che coinvolga una forza di interposizione delle Nazioni Unite.
http://www.haaretz.com/news/middle-east/1.547923
Ossia quel che i politici europei più lucidi e in buona fede avevano proposto qualche settimana fa
*La Russia ha fatto tutte le aperture possibili. Già da tempo (prima di Ginevra I) ha proposto un governo di transizione che porti ad elezioni monitorate internazionalmente e ha salvato la faccia ad Obama rilanciando sul controllo delle armi chimiche e su Ginevra II. Possedeva tutte le informazioni che servivano per smerdare i paesi interventisti (come le hanno questi ultimi), ma ha scelto di non farlo, perché è assolutamente contraria alla guerra e vuole la pace. In questo frangente, Putin merita un grande plauso e un grande grazie.
La situazione in Siria è gravissima. Il massiccio afflusso di jihadisti-alqaedisti (provenienti da carceri pachistane, irachene, libiche e saudite)
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2013/08/03/Interpol-Qaida-dietro-evasioni_9115198.html
che ora costituiscono fino al 50% dei combattenti anti-Assad (studio di una società di consulenza della Difesa statunitense) – con meno di un terzo animato da sentimenti democratici
ha ricompattato i siriani dietro Assad
http://www.worldtribune.com/2013/05/31/nato-data-assad-winning-the-war-for-syrians-hearts-and-minds/
e ora ci sono scontri tra insorti anti-Assad e jihadisti stranieri per il possesso di città che saranno susseguentemente stalingradizzate (rase al suolo dagli scontri)
gli jihadisti rapiscono e massacrano civili alawiti e curdi
e sono in guerra con i curdi (che per questo si sono schierati con Assad) in tutta l’area
http://mondo.panorama.it/Siria-opposizione-ad-Assad-perde-i-curdi-e-si-indebolisce
e naturalmente con i cristiani
http://www.internazionale.it/news/siria/2013/09/11/ribelli-jihadisti-minacciano-cristiani-a-maalula/
Solo un’alleanza pan-siriana potrebbe spazzare via questi fanatici-psicopatici e mettere in salvo i civili, che hanno già sofferto abbastanza.
Forse questa volta Assad sa di trovarsi in una posizione di forza – strategica e politica – e sa anche che gli insorti sono più preoccupati degli jihadisti che dell’esercito regolare. Quindi si aspetta una risposta più costruttiva di: “non sarà con te che negozieremo un cessate il fuoco”.
Non ci possono essere precondizioni per partecipare a dei colloqui di pace. Parlare non ha mai fatto male a nessuno. Si possono mettere paletti e premettere che certe questioni non sono negoziabili, ma non c’è niente di più infame, in questi frangenti, che rifiutare un confronto finché l’altra parte non ha rimosso il suo leader e finché l’Iran pretende di sedersi al tavolo internazionale delle trattative. È un alibi per protrarre la guerra, oppure per continuare a nascondere il fatto che l’opposizione ad Assad non ha una leadership definita e quindi non potrà governare il paese. Non è certo una prova di serietà.
L’opposizione Siriana e gli Stati Uniti devono smettere di porre delle precondizioni per il negoziato. Deve essere la popolazione siriana a decidere le sue sorti, con delle elezioni ed è impensabile che ai negoziati partecipi l’Arabia Saudita, ma non l’Iran.
Non credo che Russia, Iran e Siria farebbero queste mosse se non pensassero che Obama continua ad opporsi a una guerra voluta da Netanyahu.
Obama è in grado di riprendere il controllo della Casa Bianca evitando anche un conflitto “incredibilmente piccolo”, come l’ha comicamente definito Kerry, per rimarcare come fosse un modo per cavarsi fuori da una trappola e non una vera volontà di belligeranza?
Forse questi sforzi non serviranno a evitare la guerra, o quantomeno il bombardamento missilistico della Siria (e dell’Iran), ma se c’è una cosa che possono ottenere è far pensare il mondo e persuadere miliardi di persone che la guerra non è inevitabile e può essere fermata, perché anche molti potenti – quali che siano le loro intenzioni – sono contrari alla terza guerra mondiale.
Questo è fondamentale: non è solo la gente comune a non volere questa guerra. Su questo possiamo trovare, provvisoriamente, alleati insperati che sanno che la guerra non è nel loro interesse.
QUESTA VOLTA CE LA POSSIAMO FARE, LA PACE PUÒ VINCERE PERCHÉ HA SPONSOR IMPORTANTI
L’Irlanda del Nord sembrava una causa persa, ora è in pace. Le squadre di basket della ex Jugoslavia sono tornate a giocare nella stessa lega dal 2001.
http://it.wikipedia.org/wiki/ABA_Liga
In futuro anche le due Coree saranno in pace: Operai sudcoreani si sono recati oggi in Corea del Nord in concomitanza con la ripresa delle attività nella zona industriale di Kaesong, co-gestita da Seoul e Pyongyang
http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE98F01R20130916
Soldati israeliani ballano con palestinesi sulle note del Gangnam style che, imprevedibilmente, sta diventando un ballo di pace universale
Puniti dai vertici militari, festeggiati da moltissimi israeliani e palestinesi
http://www.huffingtonpost.it/2013/08/30/video-soldati-israeliani-ballano-gagnam-style_n_3842287.html
Egitto: musulmani pregano formando catena umane a protezione di chiesa copte
Chi le guerre le combatte, odia la guerra
http://it.wikipedia.org/wiki/Tregua_di_Natale
LA GENTE COMUNE NON VUOLE MAI LA GUERRA: «È ovvio che la gente non vuole la guerra. Perché mai un povero contadino dovrebbe voler rischiare la pelle in guerra, quando il vantaggio maggiore che può trarne è quello di tornare a casa tutto intero? Certo, la gente comune non vuole la guerra: né in Russia, né in Inghilterra e neanche in Germania. È scontato. Ma, dopo tutto, sono i capi che decidono la politica dei vari Stati e, sia che si tratti di democrazie, di dittature fasciste, di parlamenti o di dittature comuniste, è sempre facile trascinarsi dietro il popolo. Che abbia voce o no, il popolo può essere sempre assoggettato al volere dei potenti. È facile. Basta dirgli che sta per essere attaccato e accusare i pacifisti di essere privi di spirito patriottico e di voler esporre il proprio paese al pericolo. Funziona sempre, in qualsiasi paese.»
Hermann Göring
Chi si è adoperato in Irlanda, in Palestina, in Rwanda e in Siria per la pace è un eroe del genere umano. Chi ostacola la pace merita solo disprezzo.
Ora gli occhi del mondo sono puntati su Israele, la mina vagante, la reale minaccia per la pace su questo pianeta:
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/israele_libano_razzi_tensione/notizie/318048.shtml
http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=86778&typeb=0&Anche-l-Egitto-soffoca-Gaza
http://www.lindro.it/politica/2013-09-20/100417-sabra-e-shatila-la-ferita-sanguina-ancora
Ha già fatto sapere per bocca del suo ambasciatore a Washington che loro volevano la rimozione di Assad anche prima dello scoppio della guerra civile (quelli che hanno giurato e spergiurato che non erano coinvolti nella questioni siriane, coi soliti imbecilli che li prendevano in parola).
http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/1.547538
Tanto per far capire che non intendono tollerare meno che una Siria non soggiogata e non allineata. Le loro preferenze vanno per un’altra Somalia ai loro confini
http://www.counterpunch.org/2012/07/30/israels-plan-for-syria/
La fazione bellicista (neoconservatori angloamericani e sionisti euroamericani e israeliani) non è mai stata così vicina alla sconfitta e dovrà reagire con un terribile colpo di coda: si gioca tutto e cercherà di trascinare tutti nell’abisso assieme a lei: dopo di me il Diluvio, muoia Sansone e tutti i filistei.
Sentiamo cosa ha da dire a proposito il senatore repubblicano L. Graham:
“Credo che se gestiamo male la Siria, entro sei mesi – e mi può citare su questo”, ha aggiunto Graham, facendo una pausa per ottenere un effetto drammatico – “Ci sarà una guerra tra Iran e Israele sul loro programma nucleare. Ma la cosa non si risolverebbe lì. Senza dubbio”, ha spiegato minacciosamente, “gli iraniani condividerebbero la propria tecnologia nucleare con i nemici degli Stati Uniti. Il mio timore è che essa non arriverà in America sulla testata di un missile, ma nel ventre di una nave a Charleston o nel porto di New York”.
Abbastanza incredibile, no? Sembra di essere in un episodio dei Soprano. Eppure non è fiction.
L’Italia dovrebbe porsi come interlocutore super partes, e spingere per una soluzione politico-diplomatica. L’Italia ha sempre avuto la vocazione di mediatore tra Terzo Mondo e Primo Mondo, tra Mediterraneo e Nord Europea, tra Est e Ovest: non può continuare a negare la sua natura, la sua missione.
La NATO non ha il diritto di stabilire quale sia l’interesse e il futuro del nostro paese e del mondo e l’Italia non può suicidarsi per far contenta la Prussia mediorientale e i suoi sponsor d’oltreoceano.
Israele fortissimamente vuole la guerra – e anche la Repubblica
13 settembre 2013 a 13:36 (Antropologia, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: Al-Qaeda, colloqui di pace, giornalismo, guerra, Henry Luce, Iran, Israele, jihadisti, mercenari, minaccia esistenziale, Murdoch, Netanyahu, pace, personalità autoritaria, propaganda, psicopatici, Repubblica, ribelli, sionisti, Siria, sociopatici, Terza Guerra Mondiale, Wall Street Journal
Israele voleva la rimozione di Assad ancor prima dello scoppio della guerra civile siriana.
Michael Oren, ambasciatore israeliano negli Stati Uniti
http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/1.547538
Milioni di persone, anche non psicopatiche/sociopatiche, hanno una personalità autoritaria (nel gergo tecnico si chiama “orientamento alla dominanza sociale”). Significa che alcuni di noi, se incontrano una persona in difficoltà la soccorrono, alcuni la prendono a calci. Alcuni si alleano per difendersi dai potenti, altri si alleano ai potenti per dominare tutti gli altri. Alcuni costruiscono, inventano e sono curiosi, altri hanno una visione del mondo ristretta, diffidente, timorosa degli altri, parassitaria e convenzionale.
Questi milioni di persone autoritarie – forti coi deboli, deboli coi forti – sono attratti, di norma, da quelle professioni in cui possono esercitare il potere (la politica, l’esercito, le forze dell’ordine, ma anche l’assistenza ai malati, agli anziani, l’insegnamento).
Se creano una cricca, o se prendono il controllo di un paese (es. Israele), non hanno bisogno di molti pretesti per diventare isterici e definire minacce esistenziali le pretese altrui, se ciò può servire ad accrescere il loro potere sugli altri.
Per via dei loro bias (preconcetti, pregiudizi), sono straconvinti di compiere il bene, che le loro azioni sono nell’interesse generale che, guarda un po’, coincide con la loro autopromozione. Per questo sono dannatamente pericolosi. Se i tedeschi e giapponesi hanno combattuto fino all’ultimo minuto di guerra è perché l’educazione che avevano ricevuto li aveva resi autoritari e disposti a seguire questo tipo di criminali dalla coscienza pulita e che, come Hitler e Himmler, non avevano neanche gli attributi per guardare gli esiti delle loro azioni (Himmler non guardava gli internati nei campi, Hitler tirava le tendine quando il suo treno attraversava le città tedesche distrutte dai bombardamenti: codardi e illusi determinati a continuare ad ingannare se stessi).
Quanti veterani sono a favore della guerra?
Bisognerebbe ascoltarli.
Israele vuole la guerra. La soluzione non-bellica della crisi siriana è valutata negativamente dall’establishment, perché non rimuove la minaccia iraniana, ossia la volontà dell’elettorato iraniano che si ostina a votare per dei leader che non sono disposti a piegarsi alle pretese israeliane.
Il Jerusalem Post arriva ad affermare che il vero pericolo per Israele non sono Al-Qaeda e gli jihadisti di al-Nusra che combattono contro Assad, ma l’asse sciita: “Per quanto orribile possa sembrare, anche una Siria controllata dai Fratelli Musulmani o da al-Qaeda sarebbe un male minore per Israele” (Obama la pensa diversamente, l’Unione Europea la pensa diversamente, l’ONU la pensa diversamente, persino la Lega Araba la pensa diversamente):
http://www.jpost.com/Middle-East/Analysis-The-Syrian-deal-More-bad-than-good-for-Israel-325808
Gli insorti-mercenari jihadisti vogliono la guerra:
http://it.notizie.yahoo.com/siria-ribelli-respingono-proposta-russa-su-controllo-armi-073831049.html
e chiedono a Israele di intervenire per convincere la comunità internazionale ad attaccare la Siria. Il portavoce dei ribelli afferma: “Ho ragione di credere che i preparativi per la guerra siano iniziati e che l’attacco sia prossimo”
http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4422162,00.html
Repubblica vuole la guerra. Mentre, in generale, i media anglo-americani parlano di colloqui di pace, uno dei due principali quotidiani italiani spara come prima notizia informazioni provenienti dai servizi segreti israeliani e riportati dal Wall Street Journal di Murdoch (l’Henry Luce dei nostri tempi).
L’ironia è che nel 2010 proprio la Repubblica scriveva a proposito di Luce: “Quello che egli definiva «giornalismo d’ informazione con uno scopo» spesso era difficilmente distinguibile, se vogliamo, dalla propaganda tout court”.
Repubblica non fa menzione dell’ennesimo tentativo dei ribelli di inscenare un attacco chimico a Damasco da imputare ad Assad
http://www.albawaba.com/news/chemical-weapons-damascus-jobar-520084
Una messinscena così ridicola da essere ripresa solo dal Times of Israel e pochi altri
http://www.timesofisrael.com/?p=672308
Perché questo inganno non viene denunciato dai nostri media? I giornalisti nazionali si rendono conto che la loro scarsa responsabilità professionale sta riavvicinandoci alla terza guerra mondiale, proprio ora che si organizzavano dei colloqui di pace?
Perché Repubblica mette in risalto solo le notizie che giustificano un intervento e mette al sesto o addirittura al quindicesimo posto tutte quelle che fanno sperare in una soluzione politico-diplomatica?
Da dove proviene questo impulso suicida della redazione di Repubblica. Li leggono i loro forum? Si sono accorti del disprezzo e della rabbia dei loro lettori? Non temono che la loro testata perda ogni residua credibilità e fallisca? Non temono il precariato? Se ne infischiano della deontologia?
Alfiere nero in sicurezza, bianchi in difficoltà – prossime mosse sulla scacchiera siriana
22 giugno 2013 a 09:17 (Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: al-Qusayr, Aleppo, alfiere, Assad, Bolton, Bush, Cheney, CIA, Damasco, effetto domino, Georgia, Giordania, insorti, John Bolton, mercenari, neocon, Netanyahu, Obama, psicopatia, Putin, re, ribelli, ribelli siriani, Saakashvili, sarin, scacchi, scacchiera, Soros, Turchia
Persino il Washington Post riporta la notizia che praticamente nessuna persona informata crede che esistano prove che il governo siriano abbia usato armi chimiche
http://www.washingtonpost.com/world/national-security/in-syrian-chemical-weapons-claim-criticism-about-lack-of-transparency/2013/06/20/fa799e6e-d925-11e2-a016-92547bf094cc_story.html?hpid=z1
http://nymag.com/daily/intelligencer/2013/06/did-syria-actually-cross-obamas-red-line.html
Agenti della Cia e membri delle forze speciali Usa hanno segretamente addestrato sin dall’anno scorso per mesi contingenti di ribelli siriani, insegnando loro ad usare armi anticarro e antiaereo. Lo afferma il Los Angeles Times, citando funzionari Usa e comandanti ribelli siriani, secondo cui l’addestramento ha avuto luogo in basi in Giordania e Turchia e sarebbe cominciato molti mesi prima della decisione formale di Barack Obama di fornire assistenza militare diretta agli insorti.
http://www.ansa.it/web/notizie/collection/rubriche_mondo/06/22/Siria-media-Cia-addestra-ribelli-mesi_8910163.html
Obama non vuole che vincano i ribelli. Uno stallo gli è più congeniale, per arrivare ad un governo di transizione e ad elezioni che farà in modo di vincere
https://now.mmedia.me/lb/en/commentaryanalysis/tactical-shift
http://www.dailystar.com.lb/Opinion/Columnist/2013/Jun-20/220951-barack-obama-is-not-after-a-military-defeat-of-bashar-assad.ashx#axzz2Wr1o6bWY
Nella zona di Idlib i ribelli controllano i campi ma il governo controlla i mulini. Hanno fatto un accordo: mandano il grano, il governo lo macina, se ne tiene una parte e il resto lo rispedisce indietro
http://in.reuters.com/article/2013/06/20/syria-rebels-trade-idINDEE95J06D20130620
L’alfiere nero Assad concede interviste ai media occidentali e si dimostra tranquillo e fiducioso, al punto da sminuire l’importanza della vittoria di Al-Qusair che invece, in Occidente, è stata annunciata come una svolta nella guerra sia dai sostenitori sia dai critici di Assad (l’ho fatto anch’io).
sacche di resistenza nei pressi di Damasco accerchiate
Si fa beffe delle accuse circa l’uso del sarin: 150 morti si fanno molto presto con armi convenzionali. Chi potrebbe essere così stupido da usare delle armi di distruzione di massa per un risultato del genere, scatenandosi addosso l’ira del resto del mondo? [appunto!] E perché non hanno mostrato al mondo le loro prove così inoppugnabili? [appunto!]
“Augmented reality” per i media occidentali del terzo millennio
(N.B. Se ci fosse stato Netanyahu al posto di Assad si sarebbero levate le accuse di antisemitismo nazistoide)
Assad ribadisce anche che nessuno leader resta in sella se la popolazione ce l’ha con lui: se diversi paesi confinanti e l’Occidente ti vedono come un nemico, difficilmente resti al potere in un paese in cui non godi di un ampio appoggio popolare [appunto!]
Intervista rilasciata al(la) Frankfurter Allgemeine Zeitung
Mentre l’alfiere nero ostenta disinvoltura, sul solito Wall Street Journal un pedone bianco, l’immarcescibile falco neocon e filosionista John Bolton, uno dei protagonisti della stagione guerrafondaia della premiata ditta Bush&Cheney, accusa Obama di essere confuso, esitante, irrisoluto e di favorire la Russia che, a suo avviso, sta cercando….UDITE, UDITE…di conquistare l’egemonia globale!!!
http://online.wsj.com/article/SB10001424127887324798904578527060289564332.html
Siamo tornati alla minaccia bolscevica usata per giustificare l’imperialismo più becero (e senza logica, senza costrutto, senza prospettive). La classica inversione della realtà che è il tratto caratterizzante delle personalità psicopatiche: la Russia è l’aggressore, gli USA e Israele si stanno difendendo.
Se il giochetto funziona ci saranno decine di politici e banchieri idioti che eserciteranno pressioni sulla Casa Bianca che fanno in direzione diametralmente opposta a quelli che sarebbero i loro reali interessi. Obama questo lo sa bene e lo sa anche chiunque abbia tratto le dovute conclusioni dalla miserevole performance israeliana nel Libano del 2006 e dei ribelli/mercenari in Siria nella primavera del 2013. Per questo sta trascinando i piedi ed aggrappandosi ad ogni appiglio possibile (proteste in Turchia in parte sostenute e rinfocolate da operatori che rispondono agli ordini della Casa Bianca? Da che parte sta Soros?). Obama sta facendo un ottimo doppiogioco, per salvare se stesso e quindi gli Stati Uniti.
A dire il vero, lo scoppio di questa guerra è nell’interesse delle masse asservite allo status quo oligarchico, perché innescherà un effetto domino. Ma quanti di voi sono pronti a sacrificare milioni di vite asiatiche, africane (Egitto) ed euro-americane per un cambiamento che dovremmo invece conquistarci politicamente, con una mobilitazione generale?
Io resto contrario a questa guerra. Non mi piace vincere “facile”, non mi piace vincere grazie al sacrificio di milioni di innocenti.
L’alfiere bianco che si credeva regina (Israele) sta conducendo le danze e sopravvalutando enormemente la sua potenza e la sua influenza
Il re nero (Putin) è definito dai media occidentali come “internazionalmente isolato”, eppure il 60-80% dell’opinione pubblica occidentale, a seconda delle nazioni, disapprova la condotta dei propri governi. Nel G8 UK, Francia, Canada e USA spingono per un intervento armato. Forse sono loro ad essere isolati?
Putin è passato all’offensiva e non ha alcuna intenzione di bluffare o di bersi i bluff degli avversari. Sa perfettamente che una parte delle forze armate americane (e forse franco-inglesi) è contraria al coinvolgimento per ragioni strategiche, perché ne ha abbastanza di essere usata dai sionisti per fare il lavoro sporco senza trarne vantaggi sostanziali, perché la Turchia è già partita per la tangente e perché è conscia di cosa sia successo l’11 settembre e non ha perdonato Israele, anzi. Così il portavoce del re bianco (Obama) ha apparentemente approvato qualcosa che è stato descritto come un intervento, ma in realtà non ha promesso nulla di concreto. Mr. Vaghezza.
Il re nero deve solo aspettare le mosse bianche, sempre più a rischio di aggravare la propria già difficile posizione.
Ex ministro degli esteri francese: UK e Israele (non USA) hanno ordito l’insurrezione siriana
16 giugno 2013 a 07:45 (Controrivoluzione e Complotti, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: 2009, 2011, 2013, Assad, britannici, cambio di regime, complotto, cospirazione, diplomazia, Dumas, Francia, guerra mondiale, guerriglia, imperialismo inglese, imperialismo israeliano, inglesi, insorti, Israele, mercenari, ministro degli esteri, Mitterrand, paesi arabi, primavera araba, rivoluzioni colorate, Roland Dumas, sionismo, Siria, Terza Guerra Mondiale
Roland Dumas, ex ministro degli esteri e capo della diplomazia francese al tempo di Mitterrand
http://it.wikipedia.org/wiki/Roland_Dumas
Da 0:12 in poi:
“Mi trovavo [in Inghilterra] grosso modo due anni prima che iniziassero le ostilità in Siria; ero lì per altre cose, non per la Siria. Ho incontrato dei funzionari inglesi e alcuni sono miei amici che mi hanno informato, sollecitando un mio coinvolgimento, che si stava preparando qualcosa in Siria. In Inghilterra, non negli Stati Uniti. Il Regno Unito preparava l’invasione dei ribelli in Siria. E hanno persino chiesto proprio a me, in quanto ex ministro degli Esteri, se volevo prendervi parte… ovviamente ho risposto negativamente, sono francese, ma non mi interessa. Questo per dire che questa operazione viene da lontano, è stata preparata, concepita, organizzata allo scopo, molto semplicemente, di rimuovere il governo siriano, poiché è importante sapere che, nella regione, il regime siriano ha dei propositi anti-israeliani e quindi tutto ciò che nell’area orbita intorno a… io godo della fiducia del primo ministro israeliano che mi ha detto che l’intenzione era quella di mettersi d’accordo con gli stati confinanti e quelli che non fossero stati d’accordo sarebbero stati abbattuti. Questa è una politica. Si tratta di una concezione della storia, perché no dopo tutto, ma è necessario saperlo”.
Il piano era già stato approntato verso la metà degli anni Cinquanta
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/31/loccidente-e-la-destabilizzazione-della-siria-1957-2011-articolo-del-guardian/
Boston, Toronto: solo un aperitivo?
25 aprile 2013 a 07:49 (Controrivoluzione e Complotti, Guerra al Terrore, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: 1993, Al-Qaeda, antiterrorismo, argento, armi di distruzione di massa, autoritarismo, Aviano, bin Laden, bombe atomiche, Boston, Bush, complotto, cospirazione, crac finanziario, Craft International, esercitazioni, F35, FBI, Ghedi, Harper, Iran, Israele, Kerry, mercenari, Obama, oro, quotazioni, sionismo, sionisti, strategia della tensione, svolta autoritaria, Tamerlan Tsarnaev, terrorismo, Terza Guerra Mondiale, testate atomiche, Toronto, Tsarnaev, World Trade Center, WTC
Le due vicende di Boston e Toronto sono semplicemente grottesche: due fallimenti belli e buoni.
Una strategia della tensione ben fatta necessita di eventi di ben altra scala.
Arriveranno, forse non subito, ma arriveranno.
Tutto è pronto per l’Armageddon nel Medio Oriente: il mastino israeliano sarà sguinzagliato, nel disperato tentativo di ritardare il crac del sistema finanziario globale (quotazioni dell’oro e dell’argento impazzite) e di tenere a bada milioni di persone esasperate, con sempre meno da perdere.
BOSTON
Questa storia è obiettivamente molto confusa e lo diventa ogni giorno di più.
Dzhokhar Tsarnaev era disarmato quando si nascondeva nella barca. La nota di Associated Press osserva che questa rivelazione contraddice le versioni precedenti, in cui si parlava di una sparatoria e del tentato suicidio del diciannovenne cittadino americano di origini cecene che gli avrebbe impedito di parlare, forse per tutta la vita (invece ora parla tranquillamente e le sue condizioni sono già ritenute “soddisfacenti”):
Inizialmente le forze di polizia inseguivano 2 auto. Poi le auto sono diventate un’auto, identica a quella dei fratelli. Il proprietario dell’auto è rimasto circa 30 minuti ostaggio dei fratelli, poi è stato lasciato libero, incolume, ma nessuno ne ha più saputo niente, pur potendo fornire la testimonianza più corposa possibile sui due sospetti terroristi. Il fratellino investe il fratello con l’auto durante uno scontro a fuoco, ma in seguito – ci informano – questo fratello è stato ucciso dalla sparatoria.
Il fratello più giovane ha lasciato tracce di sangue che portano ad una barca; oppure non c’è alcuna traccia di sangue sulla parte esterna della banca e sul telo che la ricopre; esce di sua iniziativa dalla barca dopo essere stato scoperto da un privato cittadino, al quale non spara; oppure è stato tirato fuori con la forza; oppure ha sparato contro le forze dell’ordine; oppure era disarmato ed è arrivato all’ospedale senza che gli fossero letti i suoi diritti in quanto in condizioni critiche; non può parlare perché ha tentato di suicidarsi e potrebbe essersi lesionato irrimediabilmente le corde vocali; oppure il giorno dopo è in condizioni soddisfacenti e sta parlando senza problemi.
Le bombe erano 5, 3 sono rimaste inesplose (una alla biblioteca JFK), però non ci sono indicazioni che i due fratelli siano stati visti collocare le altre 3. Non solo, sulle altre bombe è sceso il velo dei media: argomento tabù. È già stato deciso che non potevano esserci altri complici. La versione più recente è che hanno fatto tutto da soli, addestrandosi su internet, come se uno come Tamerlan Tsarnaev, che era monitorato dall’FBI, potesse imparare ad usare armi ed esplosivi in giardino – senza farsi male – e poi arrivare al dunque, non trovando alcun ostacolo.
Farsi delle bombe in casa non è un giochetto. Si rischia di restare uccisi. Chi le ha fatte? Dove le hanno testate? In che poligono di tiro hanno imparato a sparare a bersaglio? Dove hanno riposto armi ed esplosivi? Chi ha pagato l’acquisto?
A dire il vero una cosa del genere ha dei precedenti: nel 1993 l’FBI aveva fornito a degli aspiranti terroristi tutto l’occorrente e, prima dell’attentato, poteva ancora far fallire il primo attacco al World Trade Center (nei parcheggi sotterranei). Invece non l’ha fatto.
Un informatore dell’FBI sotto copertura, Emad A. Salem, incredulo nel sentire che non poteva rimpiazzare con polvere innocua l’esplosivo che poi causò la morte di 6 persone, il ferimento di altre 1000 e 500 milioni di dollari di danni, registrò segretamente le sue conversazioni telefoniche con il contatto dell’FBI. I nastri sono stati poi utilizzati come prova in un processo. Come si vede l’FBI non dà priorità alla protezione delle vite dei cittadini degli Stati Uniti:
Sappiamo anche che diversi congressisti, membri della commissione 9/11 e agenti dell’FBI sospettano, e l’hanno asserito pubblicamente in più di un’occasione, che l’attacco dell’11 settembre potesse essere scongiurato e sia stato invece facilitato dalla CIA e da elementi deviati del governo, delle forze armate e della monarchia saudita:
*****
Come ha fatto Tamerlan Tsarnaev a morire in una sparatoria della polizia (in teoria schiacciato dall’auto guidata dal fratello minore!!) quando ci sono riprese video che lo mostrano mentre obbedisce ai comandi della polizia e si fa prendere in custodia.
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=kcNAsCynBnU
ed esistono le dichiarazioni di un testimone oculare che lo confermano – la BBC ha successivamente cancellato l’articolo (19 aprile 2013), ma lo potete leggere qui:
http://members5.boardhost.com/medialens/msg/1366476873.html
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Fin dall’inizio è circolata in rete una narrazione alternativa, che incolpava i mercenari di Craft International (il cui fondatore è stato assassinato un paio di mesi fa):
http://aurorasito.wordpress.com/2013/04/18/le-forze-speciali-dietro-le-bombe-di-boston/
È infatti curiosa la coincidenza che il fratello maggiore era vestito nello stesso, identico modo degli uomini della sicurezza di Craft International (incluso lo zainetto).
Ma possiamo immaginarci dei mercenari così stupidi da compiere un attentato a Boston vestiti con le loro uniformi e loghi in bella vista e facilmente fotografabili e registrabili dalle videocamere?
La cosa è sospetta, perché quelle immagini di sorveglianza sono arrivate quasi immediatamente in rete. Non sono immagini a cui chiunque potrebbe avere accesso e certamente non in così breve tempo. Qualcuno desiderava individuare un diverso capro espiatorio? Oppure è l’opera di una gola profonda che era a conoscenza dei piani e voleva rispettare la volontà del defunto fondatore (se è realmente stato tolto di mezzo)?
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L’esercitazione antiterrorismo che si svolge concomitantemente all’attentato vero e proprio è un classico che ormai conoscono anche i bambini (è successo anche nel caso di Breivik)
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E non dimentichiamoci delle bizzarre missive avvelenate inviate ad Obama e ad un congressista, giusto per aumentare la confusione:
http://www.internazionale.it/news/stati-uniti/2013/04/17/una-lettera-tossica-diretta-a-obama/
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Il tentativo, fallito, di chiamare in causa gli iraniani è chiaramente imputabile alla fazione sionista che deve trovare un pretesto per convincere gli americani ad attaccare l’Iran.
http://www.wnd.com/2013/04/boston-bombers-followers-of-irans-ayatollah/
TORONTO
L’Iran è come il prezzemolo: prima o poi finisce sempre al centro di tutte queste trame.
È stato chiamato in causa anche nel fallito attentato al treno canadese diretto negli Stati Uniti (doveva essere fatto deragliare).
Ci sarebbe una cellula alqaedista in Iran dietro questo piano terroristico. Peccato che l’Iran (come l’Iraq di Saddam Hussein) sia ai ferri corti con gli al-qaedisti per ammissione degli stessi Stati Uniti (documenti trovati nella casa di Osama Bin Laden). Al Qaeda è sunnita-wahabita e quindi fa riferimento all’Arabia Saudita, nemica giurata dell’Iran. I membri di al Qaeda fuggiti in Iran sono stati fatti prigionieri. Uno dei figli di Bin Laden è stato giustiziato in Iran:
“Questa è la cosa più divertente che abbia mai sentito nei miei 64 anni di vita. Un’al Qaeda iraniana è una invenzione ridicola – ha detto il responsabile delle relazioni estere della Repubblica islamica – Spero che le autorità canadesi riflettano un po’ e tengano conto dell’intelligenza della popolazione e dell’opinione pubblica”.
http://it.euronews.com/2013/04/23/attacco-sventato-al-treno-iran-definisce-ridicole-accuse-canada/
L’attacco è stato sventato proprio lo stesso giorno il cui il primo ministro Harper cercava di far passare nuove misure anti-terrorismo (= anti-diritti civili)
Harper è noto per le sue posizioni filo-sioniste
http://www.thestar.com/news/canada/2012/09/28/stephen_harper_discusses_threats_posed_by_iran.html
SIRIA, IRAN, TERZA GUERRA MONDIALE
Itai Brun, capo dell’intelligente militare israeliana, ha accusato il governo siriano di aver usato e continuare ad usare armi chimiche
http://www.guardian.co.uk/world/2013/apr/23/syrian-regime-chemical-weapons-israeli
“Le informazioni di cui sono in possesso al momento non mi danno una conferma tale da poter commentare la vicenda” ha detto John Kerry. “Ma ovviamente ogni accusa merita la massima attenzione ed è necessario verificare e capire cosa succede, su questo non c‘è dubbio”.
http://it.euronews.com/2013/04/24/israele-accusa-siria-assad-usa-armi-chimiche-usa-non-confermano/
Tutto questo non significa che Obama non abbia intenzioni bellicose. È solo che si muove cautamente, come un serpente, non come un elefante in una cristalleria (stile Bush). Infatti:
“Dagli Usa arriva un apparente voltafaccia rispetto agli impegni di Barack Obama verso il disarmo nucleare. Il Pentagono si appresta infatti a spendere 11 miliardi di dollari per ammodernare 200 ordigni nucleari tattici B61 allocati in Europa per trasformarli in “bombe atomiche intelligenti (teleguidate)” sganciabili dal controverso caccia di ultima generazione F-35, di cui si doterà anche l’Italia. E’ quanto rivela il britannico Guardian.
Le B61 sono ordigni americani conservati negli arsenali Nato europei. Sono ‘nascosti’ in Belgio, Olanda, Germania, Turchia, ma anche in Italia sul cui territorio sono ancora presenti 90 di questi ordigni (70 secondo le ultimissime stime): 50 ad Aviano in Friuli e 40 (20) a Ghedi, in provincia di Brescia”.
Laura Boldrini ha ragione sulla Siria
19 marzo 2013 a 08:14 (Diritti umani e bioetica, Guerra al Terrore, Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto)
Tags: alqaedisti, Assad, Boldrini, Cameron, dialogo, diplomazia, escalation, fondamentalisti, grillismo, guerra civile, guerre umanitarie, Hollande, imperialismo umanitario, ingerenza umanitaria, integralisti, Israele, jihadisti, Laura, Libia, M5s, mercenari, NATO, Siria, Somalia, Vietnam
Laura Boldrini è stata accusata di essere il volto umanitario dell’imperialismo NATO. Un suo articolo sull’Huffington Post è in effetti un po’ troppo ambiguo. Ma in un’intervista su sky parla di rilanciare il dialogo e le vie diplomatiche, cita il fatto che Assad abbia indetto delle elezioni a maggio, ma esclude che ciò abbia senso finché sarà in corso la guerra civile. Infine, ammette che alcuni interventi armati del passato sono stati frettolosi.
In quell’occasione ha parlato con grande assennatezza. C’è un concreto rischio che il grillismo demonizzi tutto ciò che non è grillista, avvelenando la vita politica del paese e spingendo la società verso una resa dei conti anche violenta che sarebbe nell’interesse unicamente di certi oligarchi, coi loro credit default swaps e le loro agenzie di rating. I sostenitori del M5S devono assolutamente uscire dalla devastante ed autolesionistica logica tipicamente neocon (e puritana) del “o con noi o contro di noi”.
Hollande e Cameron, gli interventisti occidentali, non hanno spiegato come intendano evitare catastrofi peggiori di quella somala, afgana o libica.
Nel momento in cui riforniamo ufficialmente di armi i ribelli, Assad potrà ottenere tutto quel che gli serve altrettanto ufficialmente da russi e iraniani.
Di conseguenza ci sarebbe un’escalation per evitare il trionfo di Assad e ci ritroveremmo in un Vietnam mediorientale, con il diretto coinvolgimento di Israele e con armi pesanti e sofisticate nelle mani di mercenari fondamentalisti che possono rispuntare in varie parti del mondo.
Pura follia o disegno criminale?
C’erano mille ragioni per essere contrari all’intervento in Libia e ce ne sono ancora di più per evitare l’ingerenza in Siria. Non c’è alcun dubbio che la NATO abbia usato la vocazione umanitaria delle Nazioni Unite per i suoi fini. E lo stesso farebbero russi e cinesi se fossero loro la potenza egemone.
Oggi sappiamo che ogni nostro intervento spinge sempre più giovani tra le braccia degli integralisti:
Non ci possono essere interventi senza se e senza ma. Ce l’hanno insegnato l’Iraq, l’Afghanistan, la Somalia, la Libia ed ora il Mali, figlio dell’intervento in Libia.
SOMALIA
I ribelli islamici Shabaab legati ad al Qaeda sono tornati all’offensiva oggi in Somalia, conquistando Hudur. I guerriglieri, pesantemente armati, hanno preso la cittadina, capitale della provincia di Bakool (a nord ovest di Mogadiscio) senza combattere. I ribelli hanno fatto il loro ingresso a Hudur poche ore dopo la partenza delle truppe etiopi, che occupavano la città dalla fine del 2011. Non è chiaro se le forze etiopi abbiano abbandonato la città sotto la pressione dei ribelli.
LIBIA
17 marzo 2013: Un video in cui alcuni giovani vengono frustati «in nome della sharia» a Sirte, in Libia, ha destato indignazione nel Paese…Nelle immagini, pubblicate sul web, alcuni miliziani frustano i giovani – legati a turno a un albero – intonando «Allah u akbar» a ogni colpo sulla schiena dei malcapitati. Si ignorano le ragioni del gesto.
http://www.leggo.it/articolo.php?id=219344&sez=NEWS
16 marzo 2013: Altri 4 cristiani copti sono stati arrestati in Libia, a Misurata. Lo riferisce la stampa egiziana. Intanto, l’ambasciata libica al Cairo ha chiuso i battenti temporaneamente, dopo i disordini dei giorni scorsi, quando gruppi di dimostranti hanno bruciato la bandiera libica davanti alla sede diplomatica per protestare contro la morte di un copto in un carcere di Bengasi.
17 marzo – Un annuncio ormai con cadenza bimestrale: “E’ iniziata ieri a Tripoli l’operazione per sciogliere le milizie armate ‘illegali’: lo rende noto il ministero dell’Interno libico, citato dalla stampa locale, precisando che per portare a termine il compito e’ stata creata una specifica task force militare. “Useremo la forza e ci saranno degli scontri armati“, precisa il ministero. Una simile operazione “verrà avviata presto anche a Bengasi”. (ANSA).
SIRIA
15 marzo 2013: La CIA sta approntando piani per colpire, anche con l’uso di droni, gli estremisti islamici in Siria, che in teoria sarebbero “nostri” alleati contro Assad e che sono finanziati ed armati dalle petro-teocrazie del Golfo, anch’esse nostre alleate
…un rapporto di intelligence consegnato al Dipartimento di Stato la settimana scorsa da fonti siriane che lavorano con l’esercito siriano libero (FSA). Descrivendo la situazione nella zona di Aleppo al confine turco, in gran parte evacuata dall’esercito di Assad, il rapporto traccia un quadro di combattenti disorganizzati, avidi trafficanti di armi e signori della guerra intenti a fare affari. Questo vuoto di sicurezza nella regione di Aleppo sembra aver aiutato al-Jabhat Nusra, che è alleata di al-Qaeda.
http://articles.washingtonpost.com/2013-01-11/opinions/36312167_1_al-nusra-aleppo-idlib
“Assad è fiducioso perché sa che stiamo perdendo terreno in termini di popolarità tra la gente”, ha detto Musab al-Hamawi, un attivista dell’opposizione nella provincia di Hama. “L’esercito siriano libero ha dimostrato di non essere in grado di proteggere i civili e liberare il paese senza provocare morte e distruzione”.
Assad resta convinto del fatto che né gli Stati Uniti né i suoi alleati interverranno militarmente per aiutare i ribelli a battere le sue forze. Tale convinzione è corroborata da indicazioni di una crescente preoccupazione degli Stati Uniti per il ruolo crescente degli estremisti islamici nel già frammentato esercito ribelle.
La Guerra al Terrore arriva in Mali – l’intervento anglo-franco-americano
13 gennaio 2013 a 09:48 (Controrivoluzione e Complotti, Guerra al Terrore)
Tags: affari, Afghanistan, Africa, Africa francofona, AFRICOM, Al-Qaeda, Algeria, allarme permanente, Amnesty International, anti-terrorismo, armamenti, Assad, attrezzature, avanguardia, balcanizzazione, Bamako, BBC, Berberi, Bruce Whitehouse, Cabili, Caserma Ederle, Cina, colonialismo, controllo della popolazione, Costa d'Avorio, Dan van Raemdonck, diamanti, diritti umani, droni, equipaggiamento, Federazione internazionale per i diritti umani, finanza globale, fondamentalismo, Francia, guerra, guerra al terrore, guerra umanitaria, guerriglieri, Hollande, immigrati algerini, imperialismo, ingerenza umanitaria, interessi, intervento umanitario, investimenti cinesi, Iran, islamisti, Israele, jihadisti, Kony, Kurdistan, libanizzazione, Libia, Mali, Marocco, mercenari, meridiani, minaccia terrorista, missioni di pace, neri, oro, pace, Pachistan, pacifisti, peacekeeping, petrolio, programma atomico, Regno Unito, Repubblica Democratica del Congo, resistenza, risorse, Russia, salafiti, Sarkozy, sicurezza, Siria, sorveglianza, Sud Sudan, terre rare, Tuareg, unimondo, US Army Africa, Vicenza, Vigipirate
“Ciò che ci ha veramente colpito è quanto avanzato sia il loro equipaggiamento e il modo in cui sono stati addestrati ad usarlo …” ha dichiarato un funzionario francese. “All’inizio pensavamo che sarebbe stato solo un gruppo di tizi armati di pistola che circolavano coi loro pick-up, ma la realtà è che sono ben addestrati, ben attrezzati e ben armati. Si sono armati in Libia di un sacco di apparecchiature sofisticate, molto più robusto ed efficace di quanto avremmo potuto immaginare” [li avete armati, avete chiuso un occhio quando saccheggiavano gli arsenali di Gheddafi e ora ce li avete contro: chi è causa del suo mal…]
http://www.bbc.co.uk/news/world-europe-21002918
Un intervento armato internazionale è destinato ad aumentare l’entità delle violazioni dei diritti umani a cui stiamo già assistendo in questo conflitto… All’inizio del conflitto, le forze di sicurezza del Mali hanno risposto alla rivolta bombardando civili tuareg, arrestando, torturando e uccidendo la gente tuareg apparentemente solo per motivi etnici. L’intervento militare rischia di innescare nuovi conflitti etnici in un paese già lacerato da attacchi contro i Tuareg e altre persone di pelle più chiara.
http://www.amnesty.org/en/news/armed-intervention-mali-risks-worsening-crisis-2012-12-21
7 Gennaio 2013: In Libia la polizia non c’è: ci sono le milizie. Lo Stato non c’ è, ci sono le tribù, le città, i gruppi di potere, le fazioni religiose. La gente è evidentemente frustrata dalla mancanza di sicurezza, seguita alla caduta dell’ex Rais. Molti gruppi islamici, che hanno aiutato a mettere fine alla dittatura del colonnello, non vogliono sciogliersi né accettare di entrare nelle forze dell’ordine. Essi agiscono spesso come bande di fuorilegge, attaccando gruppi e persone che non ubbidiscono alla loro visione di un islam fondamentalista. Anche la morte dell’ambasciatore Usa Chris Stevens è il frutto di una situazione di caos che regna in Libia nel dopo Gheddafi. È ancora presto per delineare con esattezza il ruolo salafita nel panorama politico mediorientale, ma di certo non lo si può ignorare.
http://www.linkiesta.it/salafiti-primavera-araba-egitto#ixzz2HlPKAllp
“Che la situazione in Mali fosse potenzialmente esplosiva era evidente da tempo. Come è evidente la strategia destabilizzante di Francia e Stati Uniti: Gheddafi è caduto per volontà francese, e con lui è caduto uno dei principali nemici commerciali di Parigi”. Con una Libia poco influente e filo-europea, la politica estera francese ha consolidato uno spazio coloniale che collega l’esagono al Congo, tramite gli stati amici di Ciad, Niger, Camerun e tutto il corno d’Africa francofono, Costa d’Avorio e Mali inclusi. “A questo – sottolinea il ricercatore – si uniscono gli interessi U.S.A: la penetrazione commerciale nord-americana parte dal Ghana e mira alle risorse di tutto il Sahel. Destabilizzare quest’area diventa dunque un mezzo per giustificare un intervento armato e riaffermare interessi neo-coloniali”.
Marco Massoni, studioso del Centro Alti Studi per la Difesa
http://www.unimondo.org/Notizie/Mali-una-esplosiva-crisi-nascosta-136701
Non è il caso di gridare all’usurpazione perché il Mali è di fatto uno stato fallito. Due terzi del territorio sono occupati dai ribelli e a Bamako, la capitale, c’è un precario condominio fra una giunta militare e un governo civile provvisorio insediato dall’esercito impegnati in una gara a chi è più irresponsabile e impotente. Il beau geste di Parigi diventa per ciò stesso ancora più insensato e ipocrita perché non sarà facile per nessuno ristabilire la sovranità in quel che resta del Mali. Per parte sua, il capitano Sanogo, autore del colpo di stato del marzo 2012 contro il presidente in carica e di un secondo colpo in dicembre per togliere di mezzo un capo del governo che si era rivelato indigesto, non ha nascosto di giudicare forze «neocoloniali» tutti coloro che si prodigano per «aiutare» il Mali senza distinguere apparentemente fra paesi vicini e grandi potenze.
Gian Paolo Calchi Novati, Il vizio coloniale, Il Manifesto, 13 gennaio 2013
Il ruolo che l’emiro del Qatar Hamad Bin Khalifa Al-Thani e i suoi diplomatici stanno svolgendo in Mali è al centro di indiscrezioni, proprio mentre il paese sprofonda nell’abisso della disgregazione. Da mesi si parla di trasferimenti di denaro da parte del monarca multimiliardario ad Ansar Dine e al Movimento per l’Unicità e la Jihad nel Africa Occidentale (Mujao), i gruppi che insieme ai tuareg di Mnla controllano il triangolo Kidal-Gao-Timbuktu e destabilizzano il Sahel in affiliazione con al Qaeda nel Maghreb islamico. Una questione spinosa per Francia e Stati Uniti, da anni vicini all’emirato qatariota.
http://www.meridianionline.org/2012/12/22/ruolo-diplomatico-qatar-mali/
Il Qatar, alleato di Francia e Stati Uniti, finanzia i salafiti anti-Gheddafi in Libia ed anti-Assad in Siria, con l’entusiastica approvazione di entrambi, ma anche quelli del Mali, bombardati dai francesi dopo essere stati armati anche dai francesi in Libia (!). Fino al 2011 Gheddafi ed Assad erano eroi dell’Occidente perché contrastavano anche con la forza il fondamentalismo islamico e partecipavano alla Guerra al Terrore, oggi l’eroe è Hollande, perché fa lo stesso in Mali (ma non in Siria, dove le agenziedi stampa internazionali ci informano che siamo alleati di Al-Qaeda).
La buona, vecchia Guerra al Terrore. L’ancor più classica e rassicurante ingerenza umanitaria. E, immancabile, arriva il rafforzamento ed irrigidimento delle misure di sicurezza previste da Vigipirate (in una nazione con una fortissima percentuale di residenti di origine araba e maghrebina):
“La guerra contro il terrorismo è una guerra di durata indeterminata contro un nemico sconosciuto. Ha permesso di introdurre leggi eccezionali nel diritto comune con il consenso della popolazione, sottolinea Dan van Raemdonck, vice-presidente della Federazione Internazionale per i Diritti Umani. Si è banalizzata la nozione di controllo. Le persone hanno finito per accettare di essere sorvegliate, controllate, con il pretesto che non hanno niente da nascondere. Siamo entrati nell’era del sospetto…L’ultima versione del piano, in vigore dal gennaio 2007, è fondata su un chiaro postulato: ”la minaccia terrorista dev’essere ormai considerata permanente”. Vigipirate definisce delle misure applicate da quel momento in tutte le circostanze, ”anche in assenza di segni precisi di minaccia” (Le Monde, 9 settembre 2011).
http://sois.fr/fileadmin/pdf/11_sett_2011.pdf
L’aviazione francese ha cominciato a bombardare i talebani (e lo sono e alcuni di loro sono pure narcotrafficanti!) del Mali (e ha già perso due elicotteri ed un pilota in poche ore) mentre Hollande grida “Al-Qaeda! Al Qaeda!” (se non avesse chiamato in causa Al-Qaeda avrei anche potuto ipotizzare che potesse trattarsi di un’autentica missione umanitaria) ed interviene per puntellare un sistema di potere corrotto fino al midollo, tanto che la popolazione era favorevole ad un golpe militare contro il governo “democraticamente” eletto (dopo aver annullato un quarto dei voti, perché “scomodi”), autocratico nei fatti e che intascava gran parte degli aiuti allo sviluppo:
http://www.lrb.co.uk/v34/n16/bruce-whitehouse/what-went-wrong-in-mali
Gli inglesi hanno assicurato il loro appoggio logistico ed una brigata americana (3500 uomini) è pronta ad essere schierata in Mali (paese ricco d’oro, uranio e gas naturale).
http://www.armytimes.com/news/2012/06/army-3000-soldiers-serve-in-africa-next-year-060812/
Ci siamo di mezzo anche noi, giacché la loro sede operativa è alla Caserma Ederle di Vicenza:
http://www.disarmo.org/rete/a/36791.html
Catherine Ashton preannuncia il coinvolgimento europeo nel Mali
per combattere quegli stessi jihadisti che, stando al rapporto del West Point Combating Terrorism Center da Bengasi sono arrivati in Afghanistan e Iraq,
http://www.scribd.com/doc/111001074/West-Point-CTC-s-Al-Qa-ida-s-Foreign-Fighters-in-Iraq
per poi tornare in Libia a combattere contro Gheddafi e in Siria contro Assad (dopo tutto sono dei mercenari):
http://uk.reuters.com/article/2012/08/14/uk-syria-crisis-rebels-idUKBRE87D06M20120814
http://edition.cnn.com/2012/07/28/world/meast/syria-libya-fighters/index.html?iid=article_sidebar
http://www.albawaba.com/news/libyan-fighters-join-free-syrian-army-forces-403268
Una parte di questi mercenari fondamentalisti, terminato il servizio in Libia, si è spostata nel vicino Mali, seguendo i compagni d’arme berberi maliani, e portandosi dietro le armi saccheggiate nei depositi del regime:
http://abcnews.go.com/Blotter/al-qaeda-terror-group-benefit-libya-weapons/story?id=14923795
Per usare un eufemismo, questi guerriglieri non amano i neri. Non li amano in Libia, non li amano nel Mali:
http://www.ilfoglio.it/soloqui/10804
Adesso il Nord berbero è contrapposto al Sud “nero” anche se i berberi volevano solo l’autonomia ed erano contrari al fondamentalismo:
http://www.unimondo.org/Notizie/I-tuareg-e-la-difficile-partita-dell-indipendenza-136881
Quanti dei 120 morti erano guerriglieri jihadisti e quanti erano tuareg o civili?
La cosa terminerà verosimilmente con l’ennesimo frazionamento di uno stato e nel proliferare di signori della guerra in tutta l’area (libanizzazione/balcanizzazone). Una situazione analoga si sta verificando nel Medio Oriente, dove i media occidentali caldeggiano la nascita di uno stato kurdo che però, per sorgere, dovrebbe disgregare Iran, Iraq, Siria e Turchia, gettando nel caos l’intera regione.
Le conseguenze nell’Africa occidentale non sarebbero meno gravi: i Berberi (70-80 milioni) sono molto numerosi in Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Mali, Niger. Il re del Marocco, alleato della NATO e di Israele, ha messo le mani avanti proclamando il cabilo (lingua dei berberi occidentali) la seconda lingua ufficiale del Marocco.
L’Algeria, molto critica dell’intervento in Libia e bersaglio predestinato
http://nationalinterest.org/commentary/algeria-will-be-next-fall-5782
rischia di diventare quel che il Pachistan è diventato per l’Afghanistan: luogo di rifugio dei guerriglieri, bombardato dai droni.
Non penso che quei quasi 2 milioni di immigrati o figli di immigrati algerini che vivono in Francia la prenderanno troppo bene.
Due cose sono certe:
* gli stati sovrani hanno una certa capacità negoziale, i signori della guerra sono più facili da corrompere e svendono più facilmente le risorse delle popolazioni che controllano.
* l’anarchia nel Medio Oriente impedisce alla Russia di fare affari in quella regione (ma si veda anche il tentato accordo con i Russi per la fornitura di armi al governo maliano) mentre l’anarchia nel Nord Africa e nell’Africa occidentale rende queste due aree off-limits per gli investimenti cinesi.
La baggianata di Kony 2012 ha preparato il terreno per la loro espulsione dall’Africa Orientale:
Non bisogna mai dimenticare che è in corso una partita a scacchi decisiva tra NATO e Eurasia: la si gioca nel Medio Oriente, la sia gioca nell’Asia Centrale, nel Pacifico, nei Caraibi (Cuba e Venezuela) e, naturalmente, in un continente ricchissimo di risorse (oro, diamanti, petrolio, metalli e, soprattutto, terre rare) come l’Africa. La nascita del Sud Sudan (ricco di petrolio e anti-cinese) è un magnifico esempio delle dinamiche in corso.
Siamo nuovamente gettati in una Guerra Fredda e questo non sarebbe così male per i paesi più piccoli, che possono cercare di assicurarsi un trattamento migliore mettendo in concorrenza le grandi potenze. È già successo al tempo dell’Unione Sovietica e potrebbe funzionare ancora. Il problema è, però, che questa volta pare destinata a prendere fuoco, per almeno quattro ragioni (quelle che vedo io: ce ne possono essere altre che mi sfuggono):
1. Lo stallo in Siria e sul programma atomico iraniano;
2. L’aggressività di Israele ed il suo rifiuto di tollerare l’esistenza di uno stato palestinese;
3. Internet rende pressoché istantanea la circolazione di informazioni in grado di smascherare le manipolazioni e quindi ostacola le manovre clandestine degli uni e degli altri;
4. il sistema finanziario globale è tenuto in vita con ogni mezzo (a spese dei contribuenti) ma è un malato terminale, a causa della sfrenata avidità di quelle poche migliaia di oligopolisti che determinano il corso della storia umana contemporanea – dovranno far succedere qualcosa per poter passare alla fase successiva (post- dollaro e post-euro).
Un’altra cosa certa, come detto, è che, in questo momento, Hollande si trova nella curiosa situazione di appoggiare i salafiti che combattono in Siria mentre li bombarda nel Mali.
Non è troppo diverso da Sarkozy, anche lui un volonteroso interventista in Africa, a sostegno del locale candidato del FMI (sorpresona!):
http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/costa-davorio-unaltra-guerra.html
Hanno tempo fino a maggio. Poi iniziano i monsoni.