http://www.valori.it/finanza-etica/cina-oro-si-quota-in-yuan-12673.html
La Cina uccide il dollaro
19 aprile 2016 a 18:59 (Futuro e Anticipazione)
Tags: Arabia Saudita, Clinton, dollaro, economia americana, inflazione, iperinflazione, ordine multipolare, oro, Sanders, sauditi, Shanghai, tassi di interesse, valuta globale, yuan
King Kong, Godzilla e le elezioni americane
16 marzo 2016 a 23:55 (Resistenza e Rivoluzione, Verità scomode)
Tags: Clinton, elezioni americane, elezioni presidenziali, Godzilla, King Kong, populismo, rivolte, rivoluzione americana, Sanders, seconda rivoluzione americana, Trump
Mi sono finalmente preso il tempo di approfondire le meccaniche (dinamiche strutturali, di lungo periodo) della campagna elettorale presidenziale USA più importante dai tempi di Nixon vs. JFK.
E ho capito una cosa che mi era sfuggita: TUTTI i candidati ancora in lizza sono POPULISTI (pro-establishment o anti-establishment). Al di là delle imbarazzanti menzogne e imposture dell’unica candidata, la verità è che candidati ed elettori si sono vaccinati contro il buon senso.
E’ una campagna elettorale totalmente insensata (e questo vale anche per il “mio” Sanders).
Questa mi pare una novità assoluta e credo stia ad indicare un tasso di risentimento e autoinganno popolare forse senza precedenti.
Una buona parte della classe media USA è estremamente arrabbiata e/o disperata e non è più in grado di distinguere il veridico e il verosimile dall’illusione.
Normalmente, dopo l’elezione della nuova amministrazione, la parte perdente si rassegna, attende la prossima chance e l’atmosfera ritorna alla “normalità”.
Questa volta, però, non credo che le cose andranno lisce.
Trumpisti e Clintonisti sembrano accomunati da aspettative assolutamente irrealistiche rispetto alle prospettive dell’economia USA. Aspettative che saranno crudelmente disattese con grosse perdite di risparmi ingenuamente “investiti” da chi, distratto dallo spettacolo elettorale, non ha badato agli indicatori economici fondamentali.
Come reagirà la popolazione?
Mi domando se certe grottesche produzioni hollywoodiane non siano avvisaglie di qualcosa di più profondo e violento che sta per abbattersi sugli Stati “Uniti”.
La crisi ucraina come crogiolo di un nuovo modello femminile globale?
21 aprile 2014 a 09:12 (Antropologia, Resistenza e Rivoluzione, Sorprendimi!, Verità scomode)
Tags: Banca dei Regolamenti Internazionali, BRICS, Clinton, Crimea, donne, Femen, femminilità, femminino, finanza, FMI, Lagarde, Miley Cyrus, modello femminile, Natalia Poklonskaya, Obama, Poklonskaya, Pussy Riot, Putin, sistema finanziario, Timoshenko, Ucraina
a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles
Natalia Poklonskaya, nuovo procuratore generale della Crimea, è diventata un fenomeno globale – specialmente in Giappone, Cina e Corea del Sud –, un nuovo modello femminile che unisce giovinezza (ha 34 anni) bellezza, dolcezza, determinazione, autorità e autorevolezza, superando il prototipo patriarcale della donna vista come, alternativamente, angelo del focolare o strega-prostituta, al servizio di lotte di potere tra uomini.
La Poklonskaya viene contrapposta alle donne che scimmiottano gli uomini per farsi strada in politica (Timoshenko, Lagarde, Clinton, ecc.)
La Timoshenko nella parte del boss mafioso
La malvagia strega dell’ovest
Poklonskaya è anche l’antidoto alle pop-softpornostar come Miley Cyrus, Femen, Pussy Riot, ecc. coi loro seni al vento, slogan e testi dozzinali, le “minzioni di protesta” sui marciapiedi, le orge nei musei di scienze naturali, gli atti osceni nei supermercati con polli surgelati, i “concerti” irreligiosi in cattedrale, ecc.
Donna ucraina ferma un carro armato
*****
La sconsolante verità, però, è che se non ci sarà un risveglio generale delle coscienze, questi bagliori si spegneranno. Il fatto è che schiavi siamo (servitù del debito, dell’usura, delle rendite, della paura e del risentimento) e schiavi resteremo finché attenderemo che qualche messia (Putin/Obama) o qualche forza internazionale (BRICS) venga a liberarci.
Questa cosa va capita.
La Banca dei Regolamenti Internazionali controlla anche le banche centrali dei BRICS e sono stati i BRICS a chiedere per anni una riforma del FMI, che ora stanno per ottenere (ormai solo il Congresso americano si oppone alla riforma e Obama è favorevole). I BRICS non sono contro il sistema finanziario globale. Vogliono solo la loro fetta.
In questo senso la crisi Ucraina servirà solo per spianare la strada a un “nuovo” sistema che è così simile al vecchio da far pensare che sia un serpente che cambia la pelle e poi si spaccia per un altro.
Un risveglio delle coscienze, invece, farà in modo che le future strutture di ulteriore accentramento del potere nel mondo – una volta rimosse le mele marce e una volta che le persone avranno finalmente capito che il marcio ai piani alti è il riflesso della nostra incapacità di far pulizia dentro ciascuno di noi depsicopatizzando la civiltà umana – possano limitarsi a coordinare le autonomie locali (unità nella diversità) – assumiamo il controllo del Cavallo di Troia/Golem (Nuovo Ordine Mondiale targato BRICS) e mettiamolo al servizio dell’intera umanità ed ecosfera. Facciamo in modo che la crisi ucraina divenga il crogiolo di un nuovo modello umano globale
http://www.futurables.com/2014/02/07/e-possibile-porre-fine-alle-crisi-finanziarie-una-volta-per-tutte/
Non diventate vegetariani solo per star meglio, è una sciocchezza
31 marzo 2014 a 18:33 (Miti da sfatare, Salute, Verità scomode)
Tags: allergie, asma, cancro, carne, Clinton, depressione, diabete, dieta vegana, disturbi alimentari, grassi, infarto, paleodieta
a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles
Diabete e malattie cardiovascolari causate da dieta ricca di carboidrati, non di grassi.
Study: Doubling saturated fat in the diet does not increase saturated fat in blood
Brittanie Volk, Laura Kunces, Brian Kupchak, Catherine Saenz, Juan Artistizabal and Maria Luz Fernandez of the University of Connecticut; Daniel Freidenreich, Richard Bruno, Carl Maresh and William Kraemer of Ohio State’s Department of Human Sciences; and Stephen Phinney of the University of California, Davis.
http://www.eurekalert.org/pub_releases/2014-11/osu-sds111814.php
Anne Hathaway e Bill Clinton hanno abbandonato la dieta vegana per abbracciare quella paleo perché erano privi di energie, non stavano bene e ingrassavano.
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In genere gli studi nutrizionali sono di natura epidemiologica, non clinica (molto più rigorosa, precisa e affidabile).
Un studio CLINICO dell’Università di Graz su 1320 soggetti, che è parte di una più ampia ricerca europea sulla salute e l’alimentazione e che ha tenuto conto delle variabili “fumatore” e “fisicamente attivo”, conclude che i vegetariani si ammalano più spesso e hanno una qualità della vita inferiore rispetto ai carnivori. È più probabile che soffrano di cardiopatie e disturbi psichici e che sviluppino tumori. Di conseguenza rappresentano un onere maggiore per il sistema sanitario.
I soggetti sono stati divisi tra: 1) i vegetariani; 2) mangiatori di carne con molta frutta e verdura; 3) a limitato consumo di carne; 4) grandi consumatori di carne.
RISULTATI: I vegetariani hanno un tasso doppio di allergie rispetto ai grandi mangiatori di carne (30,6% contro 16,7%) e si ammalano di cancro a un tasso più elevato (4,8% contro 1,8%). Inoltre i vegani hanno un più alto tasso di infarti (1,5% contro 0,6%).
In totale gli scienziati hanno esaminato 18 diverse malattie croniche. Rispetto ai forti consumatori di carne i vegetariani sono stati colpiti più duramente da 14 malattie su 18 (78%), che includono: asma, diabete, emicranie e osteoporosi
Questo studio della facoltà di medicina dell’Università di Graz conferma le risultanze di un analogo studio dell’Università di Hildesheim: i vegetariani sono colpiti più frequentemente da disturbi psicologici, con il doppio delle probabilità di soffrire di ansia o depressione rispetto ai forti consumatori di carne (9,4% contro 4,5%). All’Università di Hildesheim hanno riscontrato che i vegetariani soffrono molto più di depressione, ansia, disturbi psicosomatici e disturbi alimentari.
I vegetariani si recano più spesso dal medico mentre i forti mangiatori di carne “hanno una qualità della vita significativamente migliore in tutte le categorie” (salute fisica e psicologica, relazioni sociali e qualità della vita in relazione all’ambiente.
Qui un importante studio (EPIC-Oxford) su vegetariani e carnivori inglesi che mostra come i vegetariani siano leggermente più a rischio di infarto, di certi tipi di cancro e di malattie cardiovascolari (contrariamente a quel che si tende a credere) e che comunque non si vive di più se si smette del tutto di mangiare carne
http://ajcn.nutrition.org/content/early/2009/03/18/ajcn.2009.26736L.full.pdf
il senso di tutto questo, secondo me è: se volete diventare vegetariani o vegani per una scelta etica, fate pure, è una decisione rispettabile (Io stesso sogno di vivere in un mondo in cui non devo predare nessuna forma di vita, neppure vegetale, per poter vivere al meglio). Ma non fatelo per ragioni di salute, o almeno non date per scontato che sia la decisione migliore e che quindi non dovete più fare test/esami perché “tanto tutto andrà per il meglio rispetto a prima”.
Tra l’altro lo conferma anche un esperto di dieta vegetariana/vegana:
http://www.vegsource.com/news/2013/06/dont-go-vegetarian-or-vegan-for-health-benefits.html
Per una disamina degli studi nutrizionali più recenti effettuata da un esperto di biologica molecolare e di scienze cognitive (più interdisciplinari di così!) incredibilmente disponibile, rimando a:
http://wholehealthsource.blogspot.it/
In ogni caso una meta-analisi (Oxford, Cambridge, Imperial College, Harvard) dei 72 più significativi studi che hanno investigato la relazione tra consumo di grassi e affezioni cardiocircolatorie ha smentito qualunque nesso tra grassi e maggiore incidenza di malattie cardiache.
Presidenti americani schiettamente complottisti
27 ottobre 2012 a 08:21 (Controrivoluzione e Complotti, Economia e Società, Sorprendimi!, Verità scomode, Verso un Mondo Nuovo)
Tags: Albright, alta finanza, angelismo, élite, Banca dei Regolamenti Internazionali, banche, Biden, Brzezinski, Bush, Carroll Quigley, Clinton, Colin Powell, complotti, complottismo, corruzione, cospirazioni, Eisenhower, finanza, finanzieri, giochi di potere, il potere corrompe, ingenuità, innocenza, interessi forti, interessi privati, Kennedy, lotte di potere, Madeleine Albright, monopoli, monopolisti, Monti, Monti-bis, neoliberisti, Obama, oligarchi, oligarchie, potentati, poteri finanziari, poteri forti, presidenti americani, presidenti statunitensi, Roosevelt, segretezza, sprovvedutezza, Tragedy and Hope, trame, Zbigniew Brzezinski
I poteri del capitalismo finanziario avevano un obiettivo più ampio, niente meno che la creazione di un sistema globale di controllo finanziario in mani private in grado di dominare il sistema politico di ciascuna nazione e l’economia mondiale nel suo complesso. Questo sistema andava controllato in stile feudale dalle banche centrali di tutto il mondo, agendo di concerto, per mezzo di accordi segreti raggiunti in frequenti incontri privati e conferenze. Al culmine della piramide ci doveva essere l’elvetica Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) di Basilea, una banca privata posseduta e controllata dalle banche centrali mondiali che a loro volta erano imprese private…non bisogna immaginare che questi dirigenti della principali banche centrali del mondo fossero loro stessi dei ragguardevoli potenti nel mondo della finanza. Non lo erano. Erano piuttosto dei tecnici e gli agenti dei massimi banchieri commerciali delle loro rispettive nazioni, che li avevano allevati ed erano perfettamente capaci di liberarsene…e che rimanevano in gran parte dietro le quinte…Questi costituivano un sistema di cooperazione internazionale e di egemonia nazionale più privato, più potente e più segreto di quello dei loro agenti nelle banche centrali. Il dominio dei banchieri commerciali era fondato sul controllo dei flussi di credito e dei fondi di investimento nelle loro nazioni e nel mondo….potevano dominare i governi attraverso il controllo dei debiti nazionali e dei cambi. Quasi tutto questo potere era esercitato dall’influenza personale e dal prestigio di uomini che in passato avevano dimostrato la capacità di portare a compimento con successo dei golpe finanziari, di mantenere la parola data, di mantenere la mente fredda nelle crisi e di condividere le loro opportunità più vantaggiose con i loro associati.
Carroll Quigley, docente di storia, scienze politiche e geopolitica a Princeton, Harvard e Georgetown e mentore del giovane Bill Clinton, da “Tragedy and Hope: A History of the World in Our Time” (New York: Macmillan, 1966).
Molte persone non tengono in nessun conto l’ovvia constatazione che il potere corrompe ed il potere assoluto corrompe assolutamente. Queste persone vivono serenamente, godendo del tacito appoggio della massa (e dei media), spinta a farlo dai naturali meccanismi di difesa della psiche: nessuno vuole scoprire che la sua esistenza è precaria; che esercita solo un minimo controllo su di essa; che la realtà rischia di essere davvero così inquietante come in certi momenti ci troviamo a sospettare; che esistono forze economiche, politiche che lo considerano una cifra, una pedina; che la sua noncuranza, la sua beata innocenza rappresentano i migliori alleati di queste forze.
Tre presidenti americani – F.D. Roosevelt, D.D. Eisenhower e J.F. Kennedy – hanno dimostrato di non essere così sprovveduti. Nel 1936, Franklin D. Roosevelt, nel suo discorso di accettazione della ricandidatura (Philadelphia, 27 giugno 1936) avvertiva i suoi concittadini che il superamento del feudalesimo e l’abolizione della schiavitù non aveva esaurito la necessità di combattere per la libertà e contro i potentati:
Perché da questa civiltà moderna gli aristocratici dell’economia hanno ricavato per sé nuove dinastie. Nuovi regni sono stati edificati sulla concentrazione del controllo dei beni materiali. Attraverso nuovi utilizzi di aziende, banche e titoli, nuovi macchinari industriali ed agricoli, nuovi usi del lavoro e dei capitali – il tutto inimmaginabile per i nostri avi – l’intera struttura della vita moderna è stata posta al servizio di questa nuova sovranità.
Non c’era posto in mezzo a questa regalità per le nostre molte migliaia di piccoli imprenditori e commercianti che hanno cercato di fare un uso degno e dignitoso del sistema americano di iniziativa e profitto. Non erano più liberi di quanto lo fossero operai e contadini. Anche i ricchi onesti e di vedute progressiste, consapevoli di quanto il loro successo fosse dovuto ad una miriade di fattori, non avrebbero mai potuto sapere dove inserirsi in questo schema dinastico.
È stato naturale e forse umano che i principi privilegiati di queste nuove dinastie economiche, assetati di potere, allungassero le mani per il controllo del governo stesso. Hanno creato un nuovo dispotismo e lo hanno avvolto nelle vesti delle beneplaciti giuridici. Al servizio di questo sistema, nuovi mercenari hanno cercato di irreggimentare la popolazione, il loro lavoro, le loro proprietà. E come risultato l’uomo comune si trova ancora una volta ad affrontare gli stessi problemi dei Minute Man (patrioti che dovevano essere pronti a combattere gli inglesi nel giro di un minuto, NdT).
Le ore di lavoro, i salari ricevuti, le condizioni di lavoro, tutto questo era passato al di là del controllo delle persone e veniva imposto da questa nuova dittatura industriale. I risparmi della famiglia media, il capitale del piccolo uomo d’affari, gli investimenti messi da parte per la vecchiaia – insomma il denaro altrui – sono stati lo strumento che la nuova regalità economica ha impiegato per trincerarsi.
Coloro che lavoravano la terra non raccoglievano più i frutti che spettavano loro di diritto. I loro modici guadagni erano decretati da uomini che vivevano in città lontane.
In tutta la nazione, le opportunità erano limitate dai monopoli. L’iniziativa personale è stata schiacciata dagli ingranaggi di questa grande macchina. Lo spazio per la libera intrapresa era sempre più ristretto. L’impresa privata, infatti, è diventata troppo privata. È diventata un’impresa privilegiata, non libera.
Un venerando giudice inglese una volta ha detto: “Gli uomini bisognosi non sono uomini liberi”. La libertà richiede la possibilità di farsi una vita decente in accordo con gli standard del proprio tempo, una vita che dia all’uomo non solo quanto basta per vivere, ma qualcosa per cui vivere.
Per troppi di noi l’uguaglianza politica che avevamo conquistato era priva di significato di fronte alla disuguaglianza economica. Un piccolo gruppo aveva concentrato nelle proprie mani il controllo pressoché completo sulle proprietà altrui, il denaro altri, il lavoro altrui, le altrui vite. Per troppi di noi la vita non era più libera, la libertà non era più reale, gli uomini non potevano più perseguire la ricerca della felicità.
Dwight D. Eisenhower, nel suo discorso di addio alla nazione, il 17 gennaio 1961, più allarmato ancora:
Nei concili di governo, dobbiamo guardarci le spalle contro l’acquisizione di influenze che non danno garanzie, sia palesi che occulte, esercitate dal complesso militare-industriale. Il potenziale per l’ascesa disastrosa di poteri che scavalcano la loro sede e le loro prerogative esiste ora e persisterà in futuro. Non dobbiamo mai permettere che il peso di questa combinazione di poteri metta in pericolo le nostre libertà o processi democratici. Non dobbiamo presumere che nessun diritto sia dato per garantito. Soltanto un popolo di cittadini allerta e consapevole può esercitare un adeguato compromesso tra l’enorme macchina industriale e militare di difesa ed i nostri metodi pacifici ed obiettivi a lungo termine in modo che sia la sicurezza che la libertà possano prosperare assieme.
Infine John F. Kennedy, in un discorso tenuto all’hotel Waldorf-Astoria di New York, il 27 aprile 1961, poco più di due anni prima del suo assassinio:
Signore e signori, la parola “segretezza” è ripugnante in una società libera e aperta e noi, come popolo, ci siamo opposti, intrinsecamente e storicamente, alle società segrete, ai giuramenti segreti e alle riunioni segrete. Siamo di fronte, in tutto il mondo, ad una cospirazione monolitica e spietata, basata soprattutto su mezzi segreti per espandere la sua sfera d’influenza, sull’infiltrazione anziché sull’invasione, sulla sovversione anziché sulle elezioni, sull’intimidazione anziché sulla libera scelta. È un sistema che ha reclutato ampie risorse umane e materiali nella costruzione di una macchina affiatata, altamente efficiente, che combina operazioni militari, diplomatiche, di intelligence, economiche, scientifiche e politiche. Le sue azioni non vengono diffuse, ma tenute segrete. I suoi errori non vengono messi in evidenza, ma vengono nascosti. I suoi dissidenti non sono elogiati, ma ridotti al silenzio. Nessuna spesa viene contestata. Nessun segreto viene rivelato. Ecco perché il legislatore ateniese Solone decretò che evitare le controversie fosse un crimine per ogni cittadino. Sto chiedendo il vostro aiuto nel difficilissimo compito di informare e allertare il popolo americano. Sono convinto che con il vostro aiuto l’uomo diventerà ciò che per cui è nato: un essere libero e indipendente.
Poi i due Kennedy sono stati uccisi e le cose sono cambiate. Ora c’è più cautela.
Consideriamo tre dichiarazioni pubbliche risalenti al 2008, in piena campagna elettorale per le presidenziali americane che hanno portato alla vittoria Obama.
La prima è di Joe Biden, candidato alla vice-presidenza: “non passeranno sei mesi prima che il mondo metta alla prova Barack Obama come fece con John Kennedy (riferimento alla crisi dei missili di Cuba, NdR)… Ricordate quel che vi ho detto ora, se anche non ricorderete nessun’altra delle cose che ho detto. Badate, stiamo per avere una crisi internazionale, una crisi provocata (generated), per mettere alla prova la stoffa di quest’uomo…vi assicuro che succederà…e non sarà chiaro fin da subito che abbiamo ragione (20 ottobre, 2008).
La seconda è di Colin Powell, segretario di stato nella prima amministrazione Bush (20 ottobre, 2008): “I problemi resteranno sul tavolo e ci sarà una crisi, una crisi che arriverà il 21, 22 gennaio, la cui natura non ci è ancora chiara. Quindi penso che quello che il Presidente dovrà fare è iniziare a utilizzare il potere presidenziale e la forza della sua personalità per convincere il popolo americano e convincere il mondo che l’America è solida, che l’America andrà avanti, che risolveremo i nostri problemi economici e che rispetteremo i nostri obblighi con le altre nazioni”.
La terza arriva in serata, è di Madeleine Albright, segretaria di stato nella seconda amministrazione Clinton, alla quale si domanda di commentare quanto detto da Biden: “beh, penso sia una constatazione dei fatti, francamente…”.
Qui i videoclip che documentano queste dichiarazioni:
http://www.staticbrain.com/archive/prophecies-of-impending-disaster-powell-biden-albright/
Alcuni giorni dopo Zbigniew Brzezinski, uno dei pezzi grossi della politica internazionale americana, conferma questa linea: “Penso che quello che sta succedendo in questo momento – che non è altro che una crisi globale della leadership americana, niente di meno che questo – penso che il presidente eletto, chiunque sarà – e ho le mie preferenze [Obama, NdT] – dovrà iniziare subito ad inviare segnali, e dovrà prepararsi ad affrontare alcuni problemi imminenti”
http://transcripts.cnn.com/TRANSCRIPTS/0811/02/fzgps.01.html
Cosa sta succedendo ai Clinton?
13 giugno 2012 a 15:12 (Salute)
Tags: aspetto, Bill Clinton, carnivori, Clinton, dieta, Hillary Clinton, invecchiamento, malattie, Nigellea Lawson, onnivori, paleodieta, pelle, regime alimentare, salute, salutismo, sistema immunitario, veganesimo, vegani, vegetarianesimo, vegetariani
Ho chiesto sul magico FB:
“Che cavolo sta succedendo a Hillary e Bill Clinton, ultimamente? Negli ultimi due anni sembrano diventati due vecchi decrepiti. Posso immaginare che lei sia sotto “stress”, ma lui? (troppo poco sesso?)
Sono trasandati, sciupati, trascurati. E’ come se ad entrambi non interessasse più la loro immagine, l’impressione che danno agli altri. Eppure lei è Segretario di Stato”.
E prontamente è arrivata la risposta:
“Ah no, Bill non so ma Hillary ha aderito ad una nuova tendenza femminil-femminista che prescrive di mostrarsi naturali, non truccarsi e frequentare poco il parrucchiere. Negli Usa è l’ultimo grido emergente. Giuro!
Bill è diventato vegano (non solo vegetariano), se la memoria non mi inganna. e segue una di quelle diete natural salutiste, del tipo: solo sedano crudo 🙂 Su questo esagero un po’, non ricordo bene, ma il succo è comunque una dieta “naturale”, esclusivamente vegetale e forse anche crudista”
Come volevasi dimostrare!
A disilludere chi pensa di ‘limare’ il girovita imitando la svolta green dell’ex inquilino della Casa Bianca è la nutrizionista romana Sara Farnetti. “L’errore che spesso si commette cercando la soluzione estrema, ad esempio quella vegana, ai problemi di peso – spiega la Farnetti all’Adnkronos Salute – è di abusare degli zuccheri contenuti negli alimenti ‘alternativi’ come la frutta, i cereali, la farina, la pasta e il riso. Causa, però, di squilibri del pancreas e dell’aumento di peso”. “In realtà – prosegue l’esperta – la filosofia vegana prescrive i cereali integrali: il miglio, l’amaranto, il riso nero. Complicati da trovare e spesso costosi”. “Senza dimenticare che l’esclusione totale delle proteine dal regime alimentare – avverte la nutrizionista – è uno stress per l’organismo soprattutto se poi si sostituiscono con i legumi”. Che fra l’altro sono “ricchi di acido fitico, un ostacolo all’assorbimento di minerali come calcio, ferro, magnesio e zinco”. Ma come si spiega la nuova immagine di Clinton? “Se si passa in tarda età ad un nuovo regime alimentare – risponde la Farnetti – si ottengono buoni risultati. Perché, ad esempio, l’organismo di un over 50 ha meno necessità di carne. Ma non necessariamente si deve ricorrere alla dieta vegan”. Per la specialista basterebbe eliminare le cattive abitudini a tavola, “fare sport ed essere più salutisti nello scegliere gli alimenti”.
http://www.adnkronos.com/IGN/Sostenibilita/In_Privato/Meno-9-kg-per-Bill-Clinton-da-onnivoro-a-vegetariano-Ma-esperta-disillude-emuli_312365829448.html
Siamo quelli col cappello nero, quelli che alla fine del film schiattano (Kosovo nella NATO e nell’UE!)
14 aprile 2012 a 10:25 (Terza Guerra Mondiale e Secondo Olocausto, Verità scomode)
Tags: Afghanistan, Albanesi, Antonio Evangelista, Assad, Atene, Atlantide, “La torre dei crani. Kosovo 2000-2004”, Belgrado, Bengasi, Bondsteel, Bush, Camp Bondsteel, Clinton, Consiglio d'Europa, coscienza, D’Alema, Dick Marty, disoccupazione, droga, Ennio Remondino, eroina, Fronte di Liberazione del Kosovo, Gheddafi, Gilbert, Guantanamo, guerra umanitarie, Hashim Thaci, imperialismo umanitario, ingerenze umanitarie, integrità, interventi umanitari, Iraq, Israele, Jugoslavia, Kissinger, Kosovo, Libia, mafia balcanica, Milosevic, narcofeudo mafioso, narcotraffico, NATO, Obama, oppio, Pino Arlacchi, Platone, pulizia etnica, Putin, R2P, Rambouillet, Russia, Serbia, Siria, Stati Uniti, Tartus, Timeo, traffico di organi, UCK, Unione Europea
a cura di Stefano Fait
La NATO ha usato la forza per obbligare il regime semi-autoritario di Milosevic a cessare la sanguinosa persecuzione degli albanesi del Kosovo. Ma la Guerra ha prodotto più danni di quelli preesistenti e ha generato le condizioni di un nuovo turno di persecuzione, meno violenta di quella precedente, e a parti invertite: è la maggioranza albanese che adesso discrimina la minoranza serba. […]. La guerra del Kosovo è stata, infatti, un facile successo militare e un completo fallimento politico. […]. I leader politici occidentali che l’hanno iniziata hanno dichiarato di combatterla per il bene delle popolazioni locali. Ma queste sono uscite dal conflitto in condizioni certamente peggiori di prima.
[…]. Prima del 24 marzo 1999, le vittime della guerra civile tra il Fronte di Liberazione del Kosovo (Kla) e le forze ufficiali e paramilitari serbe erano state circa 3mila, e non c’era evidenza di un piano di sterminio di massa da parte del governo di Belgrado. Durante le 11 settimane di bombardamenti sono state
uccise nella provincia oltre 10mila persone. […]. Il tentativo di pulizia etnica, quindi, se c’è stato, è stato un effetto perverso della guerra e non una sua causa.
Pino Arlacchi, prefazione ad Antonio Evangelista, “La torre dei crani. Kosovo 2000-2004”, Roma: Editori Riuniti, 2007.
Il testo di Rambouillet, che chiedeva alla Serbia di ammettere truppe NATO in tutta la Jugoslavia era una provocazione, una scusa per iniziare il bombardamento
Henry Kissinger, Daily Telegraph, 28 June 1999.
Penso che i termini imposti a Milošević a Rambouillet fossero assolutamente intollerabili; come avrebbe mai potuto accettarli? Fu una scelta deliberata
John William Gilbert, ministro della difesa inglese, 20 giugno 2000
Molte grandi opere pertanto della città vostra (Atene) si ammirano, ma a tutte una ne va di sopra per grandezza e per valore; perocché dice lo scritto di una immensa potenza [Atlantide] cui la vostra città pose termine, la quale violentemente aveva invaso insieme l’Europa tutta e l’Asia, venendo fuori dal mare Atlantico.
Platone, “Timeo”.
Inizialmente chi, come me, era contrario all’intervento in Libia, è stato oggetto di feroci critiche. Poi alcuni di quei critici hanno ammesso che avevo ragione, altri forse lo hanno ammesso solo con se stessi ed altri ancora hanno chiuso il capitolo libico ed ora si dedicano alla Siria, dimostrando che della sorte dei Libici e della verità non gliene poteva fregar di meno. La cosa non mi disturba più di tanto: chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Spero comunque che, come nel caso libico, nei prossimi anni risulterà più chiaro a molti che NATO+Israele sono stati (finché hanno potuto, poiché verranno sconfitti: è quel che succede sempre ai bulli impenitenti) la vera minaccia per la pace e la prosperità del mondo e che la Russia (sì, la Russia di Putin!) era di gran lunga il male minore (pur essendo un male, appunto: ci mancherebbe!).
In uno scontro NATO-Russia non ho alcun problema a dire che tiferò, provvisoriamente, per la Russia e contro di “noi”, quali che siano le conseguenze per la mia persona (l’integrità della coscienza viene prima di tutto il resto).
Chi sta con la NATO non ha ancora capito molto di quel che sta succedendo e pensa davvero che in Libia e Siria i “nostri” interventi siano stati umanitari e che non abbiamo gettato noi nel caos quei paesi, offrendoci poi come soluzione (un classico, e funziona sempre, forse anche su altri pianeti!).
Eppure la vicenda del Kosovo (per non parlare di Afghanistan e Iraq) è lì a testimoniare la letale malafede occidentale.
Mi rendo conto che sia difficile andare oltre la propaganda dei nostri media, come lo è sempre stato per ogni popolo, eternamente convinto di essere dalla parte del bene o comunque del male minore, fino alla sconfitta ed all’emersione di tutto il marcio che era stato celato dai rispettivi governanti. Molti sono convinti che Bush fosse una parentesi e che l’Europa è un’altra cosa rispetto agli Americani. Queste sono convinzioni frutto di ignoranza, ingenuità, pregiudizio e carenza di quell’umiltà necessaria a confrontarsi con i fatti. Fatti che parlano chiaro:
http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/un-po-di-chiarezza-sullintervento-in.html
“E così oggi sappiamo che abbiamo fatto la guerra del Kosovo per far vincere i peggiori criminali. Lo dicevamo già da tempo, ma a darcene conferma oggi è il Consiglio d’Europa: “I leader di etnia albanese dell’Esercito di liberazione del Kosovo (Uck) erano responsabili dei traffici di organi umani alla fine degli anni novanta. Lo afferma nel suo ultimo rapporto Dick Marty, che indaga su tali crimini per conto del Consiglio d’Europa“.
E questa non è una notizia “tendenziosa” lanciata da un giornale pacifista. La troviamo oggi sul sito web del quotidiano La Stampa di oggi.
Che cosa è accaduto? “I membri indipendentisti dell’Uck rapivano serbi e altri civili per condurli in Albania, dove venivano loro espiantati gli organi che venivano poi venduti al mercato nero”. Ci hanno raccontato nel 1999 che andavamo a fare una guerra umanitaria per liberare il Kosovo dalla “pulizia etnica”. Ma ci siamo alleati con i trafficanti di droga dell’Uck, l’esercito indipedentista kosovaro che chiedeva a gran voce la “guerra umanitaria”.
I boss della droga hanno partecipato alle trattative prima della guerra.
Ai negoziati francesi che portarono alla guerra c’era proprio Hashim Thaci, accusato si essere coinvolto anche in un traffico di armi e di droga. E’ oggi ritenuto un boss mafioso – secondo l’inchiesta del Consiglio d’Europa sul crimine organizzato che oggi campeggia su tutte le informazioni.
Tachi dette un contributo determinante alla “guerra umanitaria” e in questo momento governa il Kosovo.
Che nell’Uck ci fossero dei trafficanti di droga lo si sapeva ma lo si è taciuto perché mica potevamo dire che si faceva una guerra umanitaria con dei delinquenti incalliti. Racconta Ennio Remondino, giornalista RAI autore del libro “La televisione va alla guerra” (ed. RAI-ERI), che fu trovata una notevole quantità di “polvere bianca” nel bagaglio di uno dei delegati kosovari dell’Uck a Rambouillet, durante le trattative svolte in Francia che decretarono il via libera alla guerra. “Non era farina o borotalco”, annota Remondino nel capitolo “Borotalco” che nel libro è dedicato a questa paradossale vicenda.
Ma era bene tacere e non indagare oltre.
Si andava verso una guerra “giusta” e nessun dubbio doveva tormentare la coscienza degli italiani.
D’Alema difese la l’intervento armato perfino in un libro titotalo “Gli italiani e la guerra”.
Ancora oggi sul sito web di D’Alema si legge che con quella guerra l’Italia veniva “restituita al ruolo e al prestigio internazionali che merita; i cittadini italiani che hanno dimostrato, ancora una volta, quanto profonda e radicata sia in loro la vocazione alla solidarietà“.
E così con quella guerra si è affermato Hashim Thaci, ora capo di governo.
“Il capo del governo del Kosovo – anticipano il Guardian e la Bbc – viene indicato come il boss di un racket che ha iniziato le sue attività criminali nel corso della guerra del Kosovo proseguendole nel decennio successivo. Il rapporto, che conclude due anni di indagini e cita fra le sue fonti l’Fbi e altri servizi di intelligence, scrive che Thaci ha esercitato un “controllo violento” nell’ultimo decennio sul commercio di eroina“
Secondo le testimonianze raccolte dal rapporto del Consiglio d’Europa (Ce), venivano uccisi con un colpo di arma da fuoco alla testa i prigionieri di guerra serbi e altri civili vittime del traffico di organi di cui sarebbero responsabili i leader di etnia albanese dell’Esercito di liberazione del Kosovo (Uck).
Forse sarebbe utile una nuova edizione aggiornata del libro di D’Alema su Kosovo”.
http://www.peacelink.it/conflitti/a/32941.html
Non contenti, ora siamo pronti ad accogliere nell’Unione Europea e nella NATO proprio il Kosovo, un narcofeudo mafioso che è stato riconosciuto come paese indipendente solo da 89 delle 193 nazioni aderenti all’ONU (51 sono contrari) e che ha un tasso di disoccupazione che fa impallidire quello dei giovani spagnoli, naturalmente con la sponsorizzazione statunitense:
http://www.eubusiness.com/news-eu/us-kosovo-diplomacy.fz2/
Perché USA, NATO e UE sono così eccitati all’idea di ufficializzare la sovranità kosovara, facendosi carico di un paese che corrompe tutto ciò con cui entra in contatto?
Un po’ perché il Kosovo stesso è diventato una base americana, una vera e propria Guantánamo europea (tra l’indifferenza generale):
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Kosovo/Una-Guantanamo-nei-Balcani
Un po’ per questioni sconvenienti che è opportuno sottacere:
http://eastjournal.net/2011/10/28/mafija-la-via-dei-balcani-tra-la-mafia-e-la-guerra/
Un po’ perché, a dispetto della caduta del Muro di Berlino, la Russia è rimasta l’obiettivo principale delle strategie americane.
I Russi volevano controllare l’Afghanistan? Si invade l’Afghanistan.
I Russi vogliono una base navale a Bengasi ed ottengono il benestare di Gheddafi?
http://www.france24.com/en/20081031-gaddafi-offers-host-russian-naval-base-libya
Rivolta in Libia.
I Russi si accontenterebbero di una base navale a Tartus in Siria?
Rivolta in Siria.
I Russi stringono accordi con l’Iran e collaborano al suo programma nucleare?…
Siamo i cattivi, credetemi.
Siamo quelli col cappello nero e gli altri hanno un cappello grigio scuro.
Quelli col cappello nero alla fine ci lasciano le penne.