L’America e il Bene

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NOTA ESPLICATIVA: Per capire questo post è necessario fare un passo oltre il consueto parallelo tra il “Dio è con noi” dell’eccezionalismo americano e il “Gott mit uns” nazista.

Quel che voglio far risaltare è l’uso della stessa formula ripetuta come un mantra, da repubblicani e democratici, nel corso di molti anni. Finché uno non constata la sua ricorsività non può veramente capire che non è il risultato di superbia o superficialità: è un lavaggio del cervello scientemente implementato ai danni degli Americani e del mondo, anche da quei politici che generalmente i non-statunitensi considerano “buoni”.

Invito quindi ad essere un po’ più indulgenti nei confronti dei cittadini americani, che non possono essere ritenuti completamente responsabili di quel che fa la loro nazione (lo stesso vale per Israele): sono ancora più schiavi di noi perché sono ancor meno consapevoli di esserlo.

Ciò non toglie che la minaccia sia reale. In ultima analisi è assai probabile che esista un complotto ordito ai danni di centinaia di milioni di Americani e che si protrae da diverse generazioni per spingerli a tradire la Costituzione senza rendersene conto, trasformando una repubblica in un impero che, in prospettiva, se i cittadini americani non si daranno una svegliata, potrebbe non essere sufficientemente dissimile dal Terzo Reich e farà la stessa fine (assieme ad Israele).

Quest’altro post inquadra meglio il complotto, citando gli ultimi presidenti che hanno tentato di salvare l’America (leggere per credere, l’ignoranza non è una scusante):

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/10/27/presidenti-americani-schiettamente-complottisti/

E questo credo dimostri ogni ragionevole dubbio che Barack H. Obama è un uomo pericoloso e che gli obamiani avranno molte, ma davvero molte questioni in sospeso da dibattere con la propria coscienza nei prossimi mesi ed anni (il candore non garantisce l’immunità dai rimorsi e dal senso di vergogna):

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/01/14/amerikarma-obamamania/

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Gli Stati Uniti sono la più straordinaria forza di pace e di progresso che il mondo abbia mai conosciuto.

Hillary Clinton, 23 gennaio 2013

http://www.businessinsider.com/hillary-clinton-benghazi-testimony-2013-1

L’America è sempre stata una delle più grandi forze del bene che il mondo abbia mai conosciuto.

Mitt Romney, candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti, 24 settembre 2012

http://blogs.wsj.com/washwire/2012/09/25/text-of-romneys-address-to-clinton-global-initiative/

Agiremo nella convinzione che gli Stati Uniti siano ancora la più grande forza di pace e libertà che questo mondo abbia mai conosciuto.

Paul Ryan, candidato repubblicano alla vice-presidenza, 28 agosto 2012

http://www.npr.org/2012/08/29/160282031/transcript-rep-paul-ryans-convention-speech

Gli Stati Uniti sono… la più grande forza del bene che si sia mai vista su questo pianeta

Michelle Bachmann, candidata repubblica alla presidenza degli Stati Uniti, 4 gennaio 2012

http://transcripts.cnn.com/TRANSCRIPTS/1201/04/se.06.html

Il governo federale degli Stati Uniti è la più grande forza del bene nella storia umana. Punto.

Paul Begala, giornalista già consulente di Bill Clinton, 12 settembre 2011

http://www.thedailybeast.com/newsweek/2011/09/11/paul-begala-why-now-is-the-time-to-defend-big-government.html

L’America è la più grande forza terrena del bene che il mondo abbia mai conosciuto.

Sarah Palin, già candidata repubblicana alla vicepresidenza, 30 giugno 2010

http://www.politicususa.com/palin-obama-america.html

Credo che siamo la più grande forza del bene nella storia del mondo

Robert Gates, già direttore della CIA, segretario di Stato nella prima amministrazione Obama, Time Magazine, 3 febbraio 2010

http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,1960261,00.html

L’America è la più grande forza del bene nella storia del mondo

John  McCain, secondo dibattito presidenziale, 7 ottobre 2008

http://www.cbsnews.com/2100-503283_162-4508405.html

L’imperialismo degli Stati Uniti è stata la più grande forza del bene nel mondo per tutto il secolo scorso.

Editoriale del Council on Foreign Relations, 13 maggio 2003

http://www.cfr.org/iraq/us-imperialism-force-good/p5959

i legami di questo think tank neocon con multinazionali, banche d’affari e politici americani (es. i Clinton, che in teoria dovrebbero essere avversari dei neocon) http://en.wikipedia.org/wiki/File:CFR-Interlocks-2004.jpg

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/10/16/la-perniciosa-influenza-planetaria-delle-fondazioni-e-think-tank-degli-stati-uniti/

La nostra nazione è la più grande forza del bene nella storia

George W. Bush, 14 giugno 2002

http://georgewbush-whitehouse.archives.gov/news/releases/2002/06/20020614-1.html

Gli Stati Uniti sono una nazione indispensabile perché abbiamo dimostrato di essere la più grande forza del bene nella storia umana.

John  McCain, senatore repubblicano, 1999

http://www.huffingtonpost.com/jacob-heilbrunn/john-mccain-neocon_b_82530.html

Gli Stati Uniti d’America sono stati la più grande forza del bene nel ventesimo secolo

Daniel Pipes, celebre intellettuale neoconservatore e sionista, 1999

http://www.danielpipes.org/977/zionism-islamism-and-jewish-politics-in-america

Time_Mags_Drones

La parola greca hybris esprime meglio di qualunque altra la natura di questo atteggiamento. Per i greci indicava l’arroganza dell’eccesso, l’orgogliosa tracotanza, la sconfinata presunzione dell’uomo che cerca di acquistare gli attributi di Dio. Certamente gli Stati Uniti vivono sempre più in un regime di hybris e in pochi si rendono conto che con questo atteggiamento si stanno guadagnando un’ostilità crescente da parte del resto del mondo e in particolare da parte delle vittime della loro arroganza. […] Raggiungeremo un senso del limite quando riusciremo a percepire questa ricerca dell’eccesso, della crescita illimitata, del dominio sulle alterità come un tentativo di rimozione della propria mortalità.

Marco Deriu, “Dizionario critico delle nuove guerre”, 2005

Il Corriere della Sera pubblica un inno alla jugoslavizzazione dell’Italia: perché?

Premesso che sono categoricamente ostile al patriottismo ed al nazionalismo per una lunga serie di ragioni che ho sviscerato qui

http://www.raetia.com/index.php?id=1518

e che sono decisamente favorevole agli autonomismi per un’altra serie di ragioni esposte qui:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/08/barbara-spinelli-si-sbaglia-di-grosso-riguardo-agli-stati-uniti-deuropa/

e più in genere nella categoria “autonomia” sullo stesso blog; ciò non mi impedisce di vedere il bluff del Corriere della Sera.

Mi riferisco a questa intervista a Marcia Christoff Kurapovna (studiosa indipendente sloveno-americana, residente a Vienna) in cui la suddetta evoca un futuro di staterelli italiani regionali, alla mercé dei grandi poteri globali/oligarchie finanziarie, sul modello dell’Alto Adige/Sudtirolo (!!!!) o della Padania (!!!!):

“…uso l’esempio del Sud Tirolo (l’Alto Adige, ndr). Quando ogni regione si auto-organizza, le cose riprendono a funzionare, come lì. Quando si dà uno stop alle interferenze e alle imposizioni di Roma, intesa come centro dello Stato, l’ innovazione e la crescita lievitano, scompare la paura dello Stato. E la competitività ne guadagna enormemente. Questo, credo, è quello che l’ Italia dovrebbe imparare dalla sua storia”.
“Cosa pensa della Lega Nord? «Confesso che inizialmente l’ho vista con simpatia. Quando è cresciuta mi pare che si sia invece persa, che non abbia più avuto spinta innovativa». Ma lei dunque immagina un’Italia delle regioni, dei comuni? «Come esito finale sì, delle regioni. Il primo passo necessario, probabilmente, sarebbe la separazione tra il Nord e il Sud. Per togliere paura ad ambedue le entità. Poi si dovrebbe andare verso regioni autonome, che si governano da sole. Dopo un po’ si potrebbe introdurre qualcosa che dia un feeling simbolico di identità italiana, ma niente di più. Come in alcuni Paesi è la monarchia».

http://archiviostorico.corriere.it/2012/luglio/14/Ispiratevi_alle_citta_del_Rinascimento_co_8_120714018.shtml

l’intervista è scadente e quindi potrebbe apparire come una boutade. Non lo è. All’origine di questa singolare scelta editoriale c’è quest’analisi della suddetta ricercatrice:

http://online.wsj.com/article/SB10001424052702303919504577522641691745740.html

La quale scrive per il Wall Street Journal, l’International Herald Tribune e l’Economist. Spazio che si è conquistata sul campo, avendo difeso paradisi fiscali come il Liechtenstein (cf. i paradisi fiscali sono il meccanismo che consente ai ricchi di fregarsene delle regole degli stati e della giustizia sociale):

http://courses.wcupa.edu/rbove/eco343/040compecon/Europe%20West/Austria/040421leichtens.txt

ed essendo una convinta neoliberista, ammiratrice di Ljubo Sirc, filosofo ed economista sloveno aderente alla Scuola Austriaca.

La Scuola Austriaca è quella di Ludwig von Mises e Friedrich vonHayek.

Scrive un ammiratore di Mises: “Molti lettori potrebbero essere sorpresi di apprendere che Mises e l’Istituto furono in grado di restare a galla negli anni immediatamente successivi al suo arrivo negli Stati Uniti unicamente grazie alle generose sovvenzioni della Fondazione Rockefeller. In effetti, per i primi anni di Mises negli Stati Uniti, prima della sua nomina a docente a tempo determinato in visita presso la Graduate School of Business Administration alla NewYork University (NYU) nel 1945, era quasi totalmente dipendente da borse di ricerca annuali della Rockefeller Foundation”.

http://www.independent.org/publications/tir/article.asp?a=692

Qui ho illustrato i legami tra i grandi poteri finanziari e i contemporanei paladini della scuola austriaca (es. Tea Party e Oscar Giannino – ma anche Ostellino, Giavazzi, ecc. del Corriere del Sera, o Alberto Bisin e Alessandro De Nicola della Repubblica-l’Espresso):

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/25/il-criptofascismo-dei-liberalizzatori-e-dei-privatizzatori/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/10/tea-party-il-totalitarismo-anarchico-alla-conquista-degli-stati-uniti/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/08/oscar-giannino-e-la-svolta-neoliberista-di-repubblica/

Come se tutto questo non bastasse, la Kurapovna è anche certa che Draza Mihajlovic e i Cetnici (!!!)

http://pasudest.blogspot.it/2012/03/i-balcani-e-il-passato-che-non-passa.html

fossero i guardiani dei valori occidentali in Jugoslavia:

http://www.amazon.com/Shadows-Mountain-Resistance-Rivalries-Yugoslavia/dp/0470084561/ref=sr_1_1?ie=UTF8&s=books&qid=1263785138&sr=8-1

(e George W. Bush, guarda caso, lo ha insignito di un’onorificenza postuma)

La sua difesa d’ufficio è stata così efficace da guadagnarsi un posto di rilievo nel sito che glorifica le “imprese” di Mihajlovic:

http://www.generalmihailovich.com/2010/02/shadows-on-mountain-allies-resistance.html

Abbiamo dunque una nazionalista/revanscista serba che, per qualche ragione, afferma che la Serbia ha tutte le ragioni di esistere come stato nazionale (per la sua presunta ma inesistente omogeneità etnica?), mentre non si sogna di difendere la ragione di esistere della Jugoslavia e cerca di delegittimare il diritto di esistere della Grecia e dell’Italia, due nazioni che stanno subendo l’attacco dei neoliberisti che le governano (Monti è dichiaratamente ed orgogliosamente neoliberista), con le loro privatizzazioni forsennate del patrimonio pubblico / beni comuni, e che speculano contro di esse (cf. spread e agenzie di rating).

Questo fenomeno va letto nel quadro del progetto di un’Europa a due velocità (a geometria variabile – cf. Luigi Zingales, Angela Merkel) che consenta all’area economica tedesca di non rinunciare alle aree produttive dei paesi del Mediterraneo, senza però accollarsi il fardello di quelle “più arretrate” ( = meno inclini a vivere per lavorare).

Un progetto, questo, che piaceva molto agli economisti tedeschi degli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso e che si è realizzato tra l’8 settembre 1943 ed il 29 agosto 1944 (liberazione di Parigi). Un progetto fortemente voluto dagli etnofederalisti nazistoidi bavaresi.

Dunque, attenzione! Questo progetto è l’antitesi del processo di unificazione europea voluto da Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi e Robert Schuman.

Iraq 2002 – Iran 2012: l’hybris dei veri stati canaglia

Ileana Ros-Lehtinen (R-FL), October 9, 2002:

Saddam Hussein non è lontano dallo sviluppare e acquisire i mezzi per colpire gli Stati Uniti, i nostri amici e i nostri alleati con armi di distruzione di massa. Se non agiamo ora, quando lo faremo?

Saddam Hussein is not far from developing and acquiring the means to strike the United States, our friends and our allies with weapons of mass destruction. Thus, if we do not act now, when?

Ileana Ros-Lehtinen (R-FL), May 15, 2012:

Il regime iraniano continua a rappresentare una minaccia immediata e crescente per gli Stati Uniti, i nostri alleati ed il popolo iraniano. Stiamo esaurendo il tempo per impedire che l’incubo di un Iran che possa sviluppare armi nucleare divenga realtà … Dobbiamo tener fede alle nostre responsabilità di fronte al popolo americano e proteggere la sicurezza della nostra nazione, dei nostri alleati e del mondo da questa minaccia di un Iran potenzialmente nucleare.

The Iranian regime continues to pose an immediate and growing threat to the United States, to our allies, and to the Iranian people.  We are running out of time to stop the nightmare of a nuclear weapons-capable Iran from becoming a reality…We must meet our responsibility to the American people and protect the security of our Nation, our allies, and the world from this threat of a nuclear capable Iran.

Madeleine Albright, February 18, 1998:

La più grave minaccia alla nostra sicurezza è che i leader di uno stato canaglia usino armi nucleari, chimiche o biologiche contro di noi o i nostri alleati

[T]hat the leaders of a rogue state will use nuclear, chemical or biological weapons against us or our allies is the greatest security threat we face.

Rush Holt (D-NJ), May 15, 2012:

La minaccia della proliferazione nucleare è la più grande minaccia alla pace mondiale. Un Iran nucleare destabilizzerebbe la regione e minaccerebbe gli Stati Uniti e i nostri alleati.

The threat of nuclear proliferation is the greatest threat to world peace. A nuclear Iran would destabilize the region and threaten the United States and our allies.

Howard Berman (D-CA), October 10, 2002:

Ma nelle circostanze attuali, il modo migliore per dare una possibilità alla pace e per salvare il maggior numero di vite, americane ed irachene, è che gli Americani non si dividano e che il Congresso autorizzi il presidente a usare la forza se Saddam non rinuncia alle sue armi di massa distruzione. Affrontare Saddam ora, o pagare un prezzo molto più pesante più avanti.

But under today’s circumstances, the best way to give peace a chance and to save the most lives, American and Iraqi, is for America to stand united and for Congress to authorize the President to use force if Saddam does not give up his weapons of mass destruction. Confront Saddam now, or pay a much heavier price later.

Howard Berman (D-CA), May 15, 2012:

Non c’è un momento migliore perché quest’assemblea mandi un messaggio inequivocabile: che all’Iran non deve mai essere consentito di raggiungere la capacità di ottenere armi nucleari e che il suo programma di armamento nucleare deve finire una volta per tutte.

What better time for this body to send an unambiguous message that Iran must never be allowed to achieve a nuclear weapons capability and that its nuclear weapons program must end once and for all?

George W. Bush, January 29, 2002:

Con la loro ricerca di armi di distruzione di massa, questi regimi pongono una grave e crescente pericolo … Il tempo non è dalla nostra parte. Non voglio attendere gli eventi, mentre i pericoli si accumulano. Non voglio stare a guardare mentre il pericolo si avvicina sempre di più. Gli Stati Uniti d’America non permetteranno ai regimi più pericolosi del mondo di minacciarci con le armi più distruttive del mondo.

By seeking weapons of mass destruction, these regimes pose a grave and growing danger…[T]ime is not on our side.  I will not wait on events, while dangers gather.  I will not stand by, as peril draws closer and closer.  The United States of America will not permit the world’s most dangerous regimes to threaten us with the world’s most destructive weapons.

Gene Green (D-TX), May 15, 2012:

L’Iran sta sviluppando la capacità di produrre rapidamente un’arma nucleare a sua discrezione. L’acquisizione da parte dell’Iran di una tale capacità creerebbe un nuovo e significativo pericolo regionale e rappresenterebbe un pericolo immediato per gli interessi degli Stati Uniti e dei loro alleati in Medio Oriente.

Iran is developing the capability to quickly produce a nuclear weapon at a time of its choosing. Iran’s acquisition of such a capability would create a significant new regional danger and be an immediate threat to America’s interest and allies in the Middle East.

John McCain (R-AZ), Jesse Helms (R-NC), Henry Hyde (R-IL), Richard Shelby (R-AL), Harold Ford (D-TN), Jr., Joe Lieberman (D-CT), Trent Lott (R-MS), Ben Gilman (R-NY) and Sam Brownback (R-KS), December 5, 2001:

La minaccia dall’Iraq è reale e non può essere contenuta in modo permanente … Non abbiamo alcun dubbio che queste armi micidiali siano destinate ad essere utilizzate contro gli Stati Uniti ed i loro alleati. Di conseguenza, crediamo che sia nostro dovere affrontare quanto prima e direttamente Saddam.

The threat from Iraq is real, and it cannot be permanently contained…We have no doubt that these deadly weapons are intended for use against the United States and its allies. Consequently, we believe we must directly confront Saddam, sooner rather than later.

Howard Berman (D-CA), May 15, 2012:

E così, mentre le opportunità si riducono, inviamo un messaggio chiaro che la Camera è allineata con l’amministrazione nel rifiuto categorico della strategia del contenimento … In realtà, non abbiamo altra scelta che fermare il programma nucleare iraniano prima che raggiunga il punto di sviluppo degli armamenti.

And so, as the window is closing, we send a clear message that the House is aligned with the administration in thoroughly rejecting containment…In fact, we have no choice but to stop Iran’s nuclear weapons program before it ever reaches that point.

Steny Hoyer, (D-MD), October 9, 2002:

[Saddam Hussein] insiste con i suoi sforzi per sviluppare e acquisire armi di distruzione di massa e sponsorizza il terrorismo internazionale. Saddam Hussein continua a essere una minaccia inaccettabile e contro la sua doppiezza è necessario agire, agire ora.

[Saddam Hussein] continues his efforts to develop and acquire weapons of mass destruction, and he sponsors international terrorism. Saddam Hussein continues to be an unacceptable threat whose duplicity requires action, action now.

Steny Hoyer (D-MD), May 15, 2012:

La minaccia più significativa per la pace, la sicurezza regionale e gli interessi americani in Medio Oriente è il programma nucleare iraniano … L’Iran continua ad essere uno sponsor di gruppi impegnati nella distruzione del nostro alleato Israele e dei gruppi che minacciano gli americani in tutto il mondo.

The most significant threat to peace, regional security, and American interests in the Middle East is Iran’s nuclear program…Iran continues to be a sponsor of groups committed to the destruction of our ally Israel and of groups that threaten Americans throughout the world.

John Edwards (D-NC), October 7, 2002:

Il regime di Saddam Hussein è una grave minaccia per l’America e per i nostri alleati, compreso il nostro alleato vitale, Israele … Ogni giorno si avvicina di più al suo obiettivo di lunga data di sviluppare una capacità nucleare. Non dobbiamo permettere che lui ottenga armi nucleari.

Saddam Hussein’s regime is a grave threat to America and our allies, including our vital ally, Israel… Every day he gets closer to his longtime goal of nuclear capability. We must not allow him to get nuclear weapons.

Eni Faleomavaega (D-American Samoa), May 15, 2012:

È indispensabile che gli Stati Uniti e la comunità internazionale capiscano che un Iran in possesso di una capacità nucleare è una minaccia globale ed un pericolo per gli Stati Uniti e, cosa altrettanto importante, per lo Stato di Israele … Si tratta di una minaccia diretta per il nostro più stretto alleato in Medio Oriente.

[I]t is imperative that the United States and the international community understand that a nuclear-capable Iran is a global threat and a danger to the United States and, just as important, to the State of Israel…This is a direct threat to our closest ally in the Middle East.

George W. Bush, March 19, 2003:

Il popolo degli Stati Uniti e i nostri amici e alleati non vivranno alla mercé di un regime fuorilegge che minaccia la pace con armi di distruzione di massa.

The people of the United States and our friends and allies will not live at the mercy of an outlaw regime that threatens the peace with weapons of mass murder.

Ileana Ros-Lehtinen, May 15, 2012:

Per il regime iraniano, il possesso della capacità di produrre un’arma nucleare sarebbe utile quasi quanto averne una … Teheran sarebbe al posto di guida e la sicurezza degli Stati Uniti, Israele, e dei numerosi altri nostri alleati sarebbe nelle loro mani.

For the Iranian regime, the possession of the capability to produce a nuclear weapon would be almost as useful as actually having one…Tehran would be in the driver’s seat, and the security of the United States, Israel, and our many other allies would be in their hands.

George W. Bush, March 13, 2002:

Prima di tutto, abbiamo tutte le opzioni sul tavolo, perché vogliamo rendere ben chiaro a tutte le nazioni che non si minacciano gli Stati Uniti o si usano armi di distruzione di massa contro di noi, o i nostri alleati o amici … [Saddam Hussein] è un problema e va affrontato. Ma la prima cosa da fare è consultare i nostri alleati e amici e questo è esattamente quello che stiamo facendo.

First of all, we’ve got all options on the table, because we want to make it very clear to nations that you will not threaten the United States or use weapons of mass destruction against us, or our allies or friends…[Saddam Hussein] is a problem, and we’re going to deal with him. But the first stage is to consult with our allies and friends, and that’s exactly what we’re doing.

Rob Andrews (D-NJ), May 15, 2012:

Stiamo negoziando con un paese che ha concepito il suo programma di armi nucleari in segreto, che ha brandito il suo programma di armi nucleari con una retorica ostile, e per il quale il raggiungimento di un’arma nucleare sarebbe uno sviluppo irto di pericoli per le persone libere di tutto il mondo … La nostra posizione dovrà essere chiara: non appoggeremo un Iran dotato di armi nucleari.

[W]e are negotiating with a country that has conceived its nuclear weapons program in secret, that has brandished its nuclear weapons program with the rhetoric of hostility, and for whom the attainment of a nuclear weapon would be fraught with peril for free people everywhere…[O]ur position must be that we will not support or stand for an Iran with nuclear weapons.

George W. Bush, August 13, 2005:

Come ho detto, tutte le opzioni sono sul tavolo. L’uso della forza è l’ultima opzione per qualsiasi presidente e voi sapete, abbiamo usato la forza nel recente passato per garantire la sicurezza del nostro paese … In tutti questi casi vogliamo che la diplomazia funzioni e quindi stiamo applicandoci febbrilmente alla via diplomatica e vedremo se avremo successo o meno.

As I say, all options are on the table. The use of force is the last option for any president and you know, we’ve used force in the recent past to secure our country…In all these instances we want diplomacy to work and so we’re working feverishly on the diplomatic route and we’ll see if we’re successful or not.

Barack Obama, January 24, 2012:

Non ci devono essere dubbi: l’America è determinata a impedire all’Iran di ottenere un’arma nucleare, e non toglierò alcuna opzione dal tavolo per raggiungere tale obiettivo. Ma una soluzione pacifica di questo problema è ancora possibile, e molto migliore, e se l’Iran cambia rotta e rispetta i suoi impegni, potrà ricongiungersi al consesso delle nazioni.

Let there be no doubt: America is determined to prevent Iran from getting a nuclear weapon, and I will take no options off the table to achieve that goal. But a peaceful resolution of this issue is still possible, and far better, and if Iran changes course and meets its obligations, it can rejoin the community of nations.

Howard Berman (D-CA), May 15, 2012:

L’urgenza della minaccia nucleare iraniana esige che gli Stati Uniti collaborino con i nostri alleati per fare tutto il possibile diplomaticamente, politicamente ed economicamente al fine di impedire all’Iran di acquisire una capacità di dotarsi di armi nucleari. Nessuna opzione, come ha detto il Presidente, può essere tolta dal tavolo.

The urgent nature of the Iranian nuclear threat demands that the United States work with our allies to do everything possible diplomatically, politically, and economically to prevent Iran from acquiring a nuclear weapons capability. No option, as the President has said, can be taken off the table.