Più sei informato più sarai scettico in merito alla versione ufficiale del cambiamento climatico

Il 69% degli Americani (agosto 2011) crede che i climatologi abbiano falsificato i loro dati, un valore in crescita del 10% rispetto al 2009. Meno di un terzo crede che ci si debba preparare per un terribile riscaldamento globale ed un 4% si prepara invece ad una glaciazione. Gli altri pensano che non succederà nulla o non hanno preso posizione

http://www.rasmussenreports.com/public_content/politics/current_events/environment_energy/69_say_it_s_likely_scientists_have_falsified_global_warming_research

Questi sondaggi creano un grosso problema ai corifei del riscaldamento globale causato dall’uomo, perché significano una sola cosa: FALLIMENTO!

L’indifferenza dell’opinione pubblica riguardo al cambiamento climatico viene spesso attribuita a un deficit nella comprensione della questione. Si sostiene che la gente è scientificamente troppo poco alfabetizzata per capire le prove o evitare di essere indotti in errore.

Ora, invece, uno studio finanziato dal governo degli Stati Uniti ha dimostrato l’esatto contrario.

Gli Americani con più alti livelli di competenza scientifica e matematica sono più scettici riguardo ai pericoli del cambiamento climatico rispetto ai loro compatrioti meno preparati.

Ma, siccome gli autori dello studio sono convinti che lo scetticismo sia infondato ed inaccettabile, hanno ipotizzato che questo sia dovuto all’egocentrismo intellettuale. Più uno è preparato e di destra, più se ne infischia degli altri e dell’evidenza empirica che, prevedendo grandi catastrofi, mette in discussione il suo status.

Francamente questa interpretazione è talmente tirata per i capelli e politicamente faziosa da creare imbarazzo in chi, come me, crede ancora nella possibilità di fare ricerca scientifica solida e seria.

D’altronde una rivista scientifica che si chiama “Nature Climate Change”, per quanto sottoposta a valutazione esperta (peer reviewing), non è forse degna di menzione.

http://www.nature.com/nclimate/journal/vaop/ncurrent/full/nclimate1547.html#/f1