“I sommozzatori dell’università di St. Andrews avrebbero scoperto alcuni degli eccezionali resti della terra perduta di Doggerland, o anche Atlantide britannica. Una porzione di territorio che secondo il Daily Mail, sarebbe stata distrutta quasi 8300 anni fa da uno tsunami devastante, parte di un processo più ampio che arrivò a sommergere completamente una striscia di terra che, secondo le più recenti ricerche, collegava la Scozia alla Danimarca e definita anche come “il vero cuore” di quella che ora è l’Europa così come la conosciamo. Doggerland sarebbe stata abitata da decine di migliaia di individui. Un’intera civiltà annientata dall’innalzarsi del livello del mare che coprì le terre costiere di minor altitudine, attraverso un lento processo durato oltre 13.000 anni, culminato, secondo alcuni studiosi, nello tsunami di Storegga.
Secondo il geofisico Richard Bates, del dipartimento di Scienze della Terra dell’università di St. Andrews, “è solo dopo aver lavorato fianco a fianco con le compagnie petrolifere negli ultimi anni che siamo stati in grado di ricreare una sorta di mappa di come poteva essere realmente Doggerland”, grazie anche a diversi modelli geoficisi forniti dalle stesse compagnie, combinati con dati ottenuti da evidenze dirette. I sommozzatori della St. Andrews infatti hanno fatto l’eccezionale scoperta durante una collaborazione scientifica con alcune aziende petrolifere operanti nel Mare del Nord. Più in generale al progetto collaborano anche altre università: quella di Birmingham (Inghilterra), di Dundee e Aberdeen (Scozia) e di Trinity St. David (Galles). I ricercatori ora si sono detti in grado di inferire ipotesi plausibili su come fossero la flora e la fauna, oltre che la vita umana, su una terra che era molto più vasta di molte nazioni europee contemporanee“.
http://www.newnotizie.it/2012/07/doggerland-trovata-sottacqua-latlantide-britannica/
fausto said,
6 luglio 2012 a 16:44
L’area che la pianta segnala come terra emersa sarebbe poi la piattaforma continentale esistente tra le isole britanniche ed il continente europeo vero e proprio. Semplicemente è finito tutto sott’acqua quando si è conclusa l’ultima glaciazione. Che poi l’area ospitasse una qualche civiltà evoluta, beh, questo andrebbe dimostrato!
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grandebeltazor said,
7 luglio 2012 a 09:31
certamente sì, per questo ho messo il virgolettato ad “Atlantide”. Ai miei occhi, comunque, la civiltà dei Cro-Magnon, che ha introdotto tessitura, tecniche di pittura, scultura ed arte ceramica avanzate ed abbinate a stile, immaginazione e grazia, oltre a strumenti musicali (anche a percussione) e le prime, rudimentali, notazioni musicali, che condivide le risorse con la comunità, tiene in gran conto le donne – e non per la loro fertilità, dato che per i cacciatori-raccoglitori non è quasi mai un problema – personalizza l’architettura delle proprie abitazioni e dedica ricche sepolture ai propri morti è una civiltà evoluta. Una civiltà che non deve aver preso troppo bene la sommersione delle proprie comunità.
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Gabriella Giudici said,
15 luglio 2012 a 18:01
mi incuriosisce la scoperta e parallelamente mi intristisce la constatazione che un numero crescente di risultati scientifici si debbano ai contatti tra centri di ricerca pubblici e grandi concentrazioni di capitali.
Credo che il salto di civiltà necessario per rispondere ai problemi aperti dell’umanità potrà essere fatto solo quando queste oscene ricchezze private torneranno insignificanti di fronte alla ricchezza delle nazioni e le università pubbliche potranno studiare in pace il fondale degli oceani senza dover ringraziare queste organizzazioni.
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