Ebolamania – un nuovo assalto a uno dei più grandiosi sogni umani divenuti realtà

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AGGIORNAMENTO DEL 27 AGOSTO: Questo è un articolo fatto con il culo.

Lo lascio qui perché la gente deve capire che avere un blog è una responsabilità. O scrivi le tue cose dopo che ti sei informato, oppure tanto vale che vai al bar a sparare cazzate.
L’articolo che avrei dovuto scrivere è invece questo:
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2014/08/27/stopebolanow-sommersi-o-salvati-le-conseguenze-della-prima-crisi-planetaria-dalla-z-di-zaire-alla-a-di-alesina/

AGGIORNAMENTO OTTOBRE 2014:

http://www.futurables.com/2014/09/08/un-virus-anti-razzista-natale-con-i-tuoi-pasqua-con-ebola/

AGGIORNAMENTO DEL 24 AGOSTO
c’è una questione che continua a riemergere e che mi turba. Il personale medico specializzato che i paesi avanzati hanno inviato in Africa per contenere il virus è stato colpito (decimato?) da Ebola. In teoria questo non doveva succedere, perché tutte le precauzioni del caso dovevano essere state prese.
“Negli ultimi sei mesi dell’epidemia di Ebola, più di 225 operatori sanitari si sono ammalati e quasi 130 hanno perso la vita per la malattia che stavano cercando di contenere”.
http://www.who.int/mediacentre/news/statements/2014/health-worker-ebola/en/
Questa cosa non ha senso, se le modalità di trasmissione di Ebola sono quelle consuete che descrivevo nell’articolo e che lo rendono un candidato improbabile per una pandemia. Quest’Ebola sembra decisamente diverso e molto più bastardo.
E perché l’OMS ha affermato che i due casi nel Congo erano di gastroenterite emorragica, quando tre giorni dopo le autorità sanitarie locali hanno confermato che si tratta di Ebola?
Adesso l’epidemia è arrivata in 5 paesi.
A che gioco sta giocando l’OMS?

E’ possibile che quel che ho scritto in questo articolo non corrisponde al vero. E’ possibile che sia avvenuta una mutazione e che la reale gravità della situazione non ci venga comunicata. In quel caso il traffico aereo dovrà essere sacrificato. Ma ci sono interrogativi ben più gravi a porsi sulla condotta dell’OMS, che in teoria dovrebbe informarci e proteggerci.

*****

Per essere infettati da Ebola occorre un contatto davvero stretto. Dunque, stare semplicemente su un autobus con qualcuno che ha l’Ebola non è un problema. Il virus non si trasmette con le goccioline di saliva. Dunque in teoria sarebbe davvero semplice da contenere

Peter Piot, direttore della London School of Hygiene and Tropical Medicine, scopritore del virus

http://scienza.panorama.it/salute/Ebola-scienziato-che-scopri-virus-nessun-problema-stare-su-bus-vicino-a-malato

Il virus non si trasmette attraverso tosse e starnuti, stando seduti accanto a qualcuno su un autobus o cose del genere. L’idea che il virus possa in qualche modo mutare e diventare più facilmente trasmissibile da persona a persona attraverso la tosse o gli starnuti è uno scenario hollywoodiano.

Art Reingold, direttore del centro epidemiologico di Berkeley

http://www.vox.com/2014/7/30/5952407/should-you-be-afraid-of-ebola-infectious-disease-global-health

Ebola non rappresenta un rischio. È una malattia difficilmente trasferibile, si contagia con i fluidi del corpo e si manifesta in tre giorni. Quindi, un caso conclamato non può arrivare con un barcone, è molto difficile.

Beatrice Lorenzin, ministro della Salute

http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/CRONACA/ebola_febbre_infezione_allarme_oms/notizie/828737.shtml

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) non raccomanda alcuna restrizione di viaggio né la chiusura delle frontiere a causa dell’epidemia di ebola in Africa occidentale; e in ogni caso, quand’anche un passeggero contagiato dal virus salisse su un volo, il rischio che gli altri passeggeri vengano contagiati, sarebbe basso. Questo quanto precisato dall’Associazione delle compagnie aeree, Iata.

http://www.agi.it/estero/notizie/ebola_iata_oms_non_raccomanda_stop_voli_rischio_basso-201407311118-est-rt10068

Quello dell’epidemia di Ebola…è un problema che potrebbe colpire profondamente nei prossimi mesi l’aviazione civile. Quelli che vi raccontiamo ora sono modesti segnali, ma il rischio all’orizzonte obiettivamente c’è.

http://www.lastampa.it/2014/07/31/blogs/allacciate-le-cinture/ebola-nuovi-rischi-per-aviazione-civili-compagnia-africana-sospende-i-voli-AJLdHb2Spk9xoU8vLfQ86H/pagina.html

Un conto è monitorare una situazione e prendere le precauzioni nella giusta proporzione; un altro è ingigantire un problema locale e trasformarlo in un allarme mondiale, alimentando lo spettro di una pandemia. Quando ciò accade è consigliabile diffidare. C’è odore di spin ovvero di quelle tecniche che consentono di orientare e talvolta di manipolare l’opinione pubblica. A vantaggio di chi e perché? Sull’aviaria – come dimostrò, tra l’altro, una splendida inchiesta di Sabrina Giannini per Report – a beneficiarne furono una società di ricerca americana, la Gilead Science, a lungo presieduta dall’ex capo del Pentagono, Donald Rumsfeld, che aveva creato il Tamiflu. E la Roche, come noto, produce e commercializza l’ormai famosissimo antivirale, le cui vendite esplosero. Non si è mai saputo chi fu il regista; ma il film di allora assomiglia assai a quello di oggi, perché diffondere il panico collettivo è meno complicato di quanto si creda. A condizione di coinvolgere le istituzioni, che, spesso inconsapevolmente, garantiscono l’effetto leva. L’operazione richiede: primo, un committente, che resta sempre nell’ombra. Secondo, specialisti della comunicazione che sanno usare a proprio vantaggio le dinamiche della moderna società dell’informazione. Terzo, una prova, vera o apparente: qualche morte sospetta, alcuni contagiati. Quarto, un angosciante mistero: la malattia sconosciuta e capace di evocare paure ataviche come quella dell’influenza spagnola. Finché l’allarme è confinato a una realtà locale, l’opinione pubblica resta quieta; ma non appena un governo o un istituzione internazionale si accorge del problema, il panico inizia a diffondersi e si auto-alimenta…E allora via con comunicati e conferenze stampa, che inviano messaggi spesso contraddittori. Il virus c’è, ma non è grave. Anzi sì, e presenta «potenziale pandemico». Il vaccino manca? Aiuto, ma sta per arrivare; anzi, no e comunque ci sono gli antivirali. La gente è confusa. Meno capisce, più ha paura. Una paura che a qualcuno giova e tanto. Per ragioni che noi, ancora, non sappiamo.

Marcello Foa, L’Oms alza il livello d’allarme. Panico globale costruito ad arte? 30 aprile 2009

http://www.ilgiornale.it/news/l-oms-alza-livello-d-allarme-panico-globale-costruito-ad.html

L’OMS e i responsabili della salute pubblica, i virologi e i laboratori farmaceutici hanno costruito un sistema sull’imminenza della pandemia. Ci sono molti soldi in gioco, reti d’influenza, carriere e intere istituzioni! Ed è bastato che uno dei virus dell’influenza muti per vedere tutta la macchina mettersi in moto. Non pensa che il fatto che l’OMS abbia cambiata la definizione di pandemia sia notevole? La vecchia definizione era “un nuovo virus che si diffondeva velocemente, per cui non si aveva nessuna immunità e che causava un alto numero di malati e un’alta mortalità”. Ora, le ultime due sono state cancellate e con questo cambiamento è stato possibile catalogare l’influenza suina come pandemia.”

Tom Jefferson, epidemiologo, membro della Cochrane Collaboration, «A whole industry is waiting for a pandemic », Der Spiegel, 21 luglio 2009

http://www.spiegel.de/international/world/interview-with-epidemiologist-tom-jefferson-a-whole-industry-is-waiting-for-a-pandemic-a-637119.html

Un paio di settimane fa, alcuni campioni del mortale virus del vaiolo sono stati ritrovati in uno stanzino inutilizzato dei National Institutes of Health (NIH) di Bethesda, nel Maryland. Nella stessa stanza c’erano anche dodici casse e 327 fiale nascoste e dimenticate, contenenti sia i virus che causano febbre dengue e influenza, sia i batteri responsabili della febbre maculata. Solo pochi giorni prima, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), organismo di controllo della sanità statunitense, avevano annunciato che circa 75 dei loro scienziati sono stati inavvertitamente esposti a batteri dell’antrace mentre non indossavano l’equipaggiamento di sicurezza. E ancora: la scorsa settimana, sempre i CDC hanno rivelato che il personale addetto ha maneggiato materiali pericolosi in maniera impropria in almeno quattro occasioni negli ultimi dieci anni: spiccano il caso degli agenti patogeni trasportati in sacchetti di plastica da freezer e quello del campione di influenza aviaria spedito a un laboratorio a bassa sicurezza non equipaggiato per riceverlo.

http://www.nationalgeographic.it/scienza/2014/07/28/news/vaiolo_antrace_nucleare_siamo_davvero_al_sicuro_-2224776/

Osservo nei forum dei maggiori quotidiani l’emergere di un meme insidiosissimo, ben più terribile di Ebola: volare è un privilegio, i rischi che comporta sono eccessivi (epidemie, terrorismo, emissioni di CO2, ecc.) e non c’è nessuno che, in un mondo dotato delle più moderne tecnologie di comunicazione, abbia veramente bisogno di volare, tantomeno per dei viaggi di piacere. Chi insiste nel voler volare dovrà tollerare misure di quarantena di un mese all’arrivo e al ritorno. Si fa strada l’argomentazione che quando la popolazione mondiale era di molto inferiore e la gente trascorreva gran parte della vita nel luogo di nascita, molte infezioni si estinguevano localmente, senza diffondersi a livello planetario.

Dopo i vulcani e il terrorismo, un nuovo assalto ad uno dei più grandiosi sogni umani divenuti realtà: il volo

La verità è che i media stanno grandemente esagerando la gravità del problema e la quarantena globale per combattere l’epidemia di Ebola suggerita da questi disseminatori di memi autoritari (untori) sarebbe del tutto immotivata.

Negli ultimi 5 mesi ci sono stati meno di 2000 casi di Ebola in tutta l’Africa occidentale e la mortalità di quest’ultimo ceppo è del 56%, molto inferiore ai precedenti, ed è la ragione per cui si sta diffondendo, diversamente dai ceppi ultraletali, che si esauriscono molto rapidamente.

Negli ultimi 40 anni lo spauracchio virale del mondo, Ebola, protagonista di innumerevoli film e romanzi, ha ucciso la “miseria” di 2328 persone.

A titolo di paragone, ogni giorno nel mondo muoiono più persone di diarrea (!!!) o di malaria di quante ne siano mai morte di Ebola e nell’Africa subsahariana annualmente muoiono 1 milione e 200mila persone di AIDS. 

Un ulteriore utile confronto a proposito delle più recenti epidemie di panico globale:

suina (14mila morti); aviaria (120 morti); Sars (775 morti); “mucca pazza” (circa 200 morti).

Ogni anno l’influenza stagionale, globalmente, causa la morte di 250mila-500mila persone.

http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs211/en/

I VIAGGI AEREI AIUTANO A PREVENIRE LE PANDEMIE

Se le epidemie globali sono diventate meno probabili è stato, paradossalmente, proprio grazie alla globalizzazione e al traffico aereo e navale. Più le persone si muovono e globalizzano le varie malattie, più l’umanità si immunizza. La famigerata spagnola, che era molto più infettiva di Ebola avrebbe ucciso, ha sterminato il 4-5% della popolazione mondiale, ma al giorno d’oggi la percentuale sarebbe grandemente inferiore.

Se state precipitando da grandi altezze potreste ancora salvarvi la vita: ecco come

Cadere – da che altezza? velocità? accelerazione? – di Roberto Vacca, 28 Luglio 2012.

Il Tenente Giovanni Badalini aveva compiuto 180 missioni di bombardamento su Malta. Ebbe una medaglia d’oro e due medaglie d’argento. Il 13 Luglio 1943 il suo trimotore S79 fu abbattuto in fiamme da un caccia britannico e andò giù in picchiata. Badalini fu eiettato e precipitava a oltre 500 km/h. Il suo paracadute si aprì subito e lo frenò tanto bruscamente da procurargli distorsioni serie. Normalmente gli aviatori eiettati ad alta velocità attendono che la resistenza dell’aria li rallenti a circa 200 km/h e poi aprono il paracadute. Dopo essere stato in mare per 15 ore, fu salvato da una nave inglese. Dopo l’armistizio, tornò a volare con l’aviazione italiana contro i tedeschi, ma prima dovette compiere una missione di collegamento con partigiani paracadutato in Lombardia. Seppi da lui la storia. Era perito industriale e dopo la guerra inventò un variatore continuo di velocità per applicazioni industriali, per automobili e motociclette. Lavoravo per lui e mi insegnò molte cose.

Il ricordo della sua discesa fortunosa dall’aereo in fiamme evocò il mio interesse per casi consimili. Durante la guerra ci furono vari aviatori che saltarono senza paracadute dal loro aereo e si salvarono. Il 3 Gennaio 1943 Alan Magee perse il suo paracadute nell’aereo in fiamme e saltò senza dalla quota di 6.700 metri. Cadde sulla cupola di vetro della stazione di St.Nazaire e la sfondò. Arrivò a terra gravemente ferito, ma fu curato con successo.

Il 23 Marzo 1944, Nick Alkemade, cadde da un Lancaster alla quota di 5.600 metri nella regione della Ruhr. Il suo impatto fu frenato dai rami di un grande albero, gradualmente più grossi dalla cima alla base. Poi cadde su neve fresca che copriva un grosso mucchio di fieno. Restò illeso: i tedeschi inizialmente non credevano alla sua storia, poi gli rilasciarono un diploma.

Vediamo allora, la fisica di un corpo in caduta libera soggetto alla forza di gravità. Ci insegnano che – se trascuriamo la resistenza dell’aria – la sua velocità V (in m/s) dopo  t  secondi dal momento in cui viene abbandonato alla forza di gravità è data dalla formula

V = g t            ;      ove g = 9,81 m/sec2 è l’accelerazione di gravità

e lo spazio (in metri) che ha percorso in quel tempo t  è

            s = ½  g  t2

Sviluppando queste 2 equazioni, per i primi 10 secondi di caduta. Gli spazi percorsi e le velocità raggiunte sarebbero:

tempo (s) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
spazio (m) 4,9 19,6 44,1 78,5 122,6 176,6 240,3 313,9 397.3 490,5
V (m/s) 9,8 19,6 29,4 39,2   49   58,9   68,7   78,5   89,3   98,1
V (km/h) 35,3 70,6 106 141 177 212 247 283 318 353

A questo punto dovremmo capire subito che la resistenza dell’aria si può trascurare grosso modo per i primi secondi. Dopo no. Un corpo qualunque in caduta libera nell’aria non può raggiungere – dopo 10 secondi – la velocità di 353 km/h. Infatti la resistenza dell’aria lo frena ben prima.

La resistenza dell’aria è una forza R. Quando R = P, ove P (= m g) è la forza peso che la gravità esercita sulla massa  m,  la forza totale applicata al corpo è zero – quindi l’accelerazione è zero e la velocità non cresce più. Il valore che ha raggiunto si chiama “velocità limite”. A bassa quota, la resistenza R dell’aria  (in Newton – N) opposta a un corpo di massa   m (in kg)   e superficie trasversale   S   (in m2) è

R = 0,55  S V

[ad esempio, alla velocità di 18,5 m/s la resistenza è di 186 Newton/m2]

Se il corpo che cade è quello di un uomo che pesa 80 kg (= 785 Newton), la velocità limite è

VL = Ö (m g/0,55 S)

A seconda dell’assetto delle membra (estremità raccolte, oppure aperte – vestiti ingombranti, che possono essere estesi a formare ali di stoffa ai lati del corpo), valutiamo che la superficie trasversale possa variare fra 0, 3  e  2  m2. La tabella seguente riporta i valori della velocità limite in corrispondenza di vari valori di  S – da quello minimo di chi cade a caso a quello di chi usa un paracadute con un’area di 20 m2  .

Superficie (m2)     0,3     0,5     1   2 20
Velocità limite (m/s)   69   53   38 27   8
Velocità limite (km/h) 248 192 136 96 30

Le velocità limite indicate vengono raggiunte in pochi secondi. Quindi nella prima tabella i dati nelle ultime 3 righe delle ultime 3 colonne sono solo teorici: non c’è luogo sulla Terra in cui un corpo posa cadere nel vuoto per 7 o più secondi.

Il 25 Luglio 2012 l’austriaco Felix Baumgartner si è lanciato dall’altezza di 29 kilometri e mezzo. L’impresa è stata finanziata dalla Red Bull. Lo “skydiver” era in una capsula che è salita appesa a un pallone pieno di elio. Dalla quota massima si è lanciato e, a paracadute chiuso, è precipitato per 3 minuti e 48 secondi raggiungendo la velocità di 863 km/h (240 m/s) (1). A questo punto ha aperto il paracadute ed è atterrato dopo 10 minuti e mezzo nel deserto del New Mexico.

Questa impresa al confine fra sport estremo ed esperimento scientifico non ci riguarda personalmente. Invece da questo mio scritto puoi trarre un consiglio, che – lo so – potrà servire solo in un caso estremo molto, molto improbabile. Se ti accadrà di essere sbalzato nel vuoto a grande altezza da un aereo, non ti disperare. Ricorda che la tua velocità decresce molto se aumenti la tua superficie trasversale. Apri e tendi braccia e gambe. Prova a planare come un aliante. Potresti riuscire a ridurre la tua velocità a circa 100 km/h. A questo punto c’è solo da sperare nella fortuna. Potrai essere frenato da alberi, vegetazione, materiali sciolti o da un pendio molto ripido a pendenza  gradualmente  decrescente. Potresti salvarti.

Naturalmente la resistenza dell’aria ad alta velocità tende a spostare e torcere braccia e gambe. Per mantenerle tese e aperte devi essere robusto. Comincia subito. Fai ginnastica molte volte al giorno. Anche se, poi, non cadi nel vuoto, una buona forma fisica ti fa stare meglio e ti fa vivere più a lungo.

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(1)   Lo ha potuto fare perchè a 30 kilometri da terra la pressione atmosferica è solo il 3 % di quella al livello del mare e, quindi, la resistenza dell’aria è minima.

 

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