Casaleggio e Di Bernardo – titanismo 2.0

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Giuliano Di Bernardo, ex gran maestro del Grande oriente d’Italia. L’ex massima autorità della massoneria italiana afferma che la sua visione e quella di Casaleggio «sono molto simili». E poi spiega: «Entrambi riteniamo che nel futuro dell’umanità scompariranno le differenziazioni ideologiche, religiose e politiche. Per me a governare sarà una comunione di illuminati, presieduta dal tiranno illuminato, per Casaleggio a condurre l’umanità sarà la Rete»…a sorpresa, svela di sentirsi vicino al movimento: «Io non votavo da 15 anni, ma sono tornato a farlo e ho dato la mia preferenza al Movimento 5 Stelle. E molte delle persone che conosco e che condividono la mia visione del mondo hanno fatto lo stesso. L’importante è che Casaleggio non si faccia corrompere, che non accetti il compromesso con le altre forze politiche. Il rinnovamento deve essere radicale».

http://www.corriere.it/politica/13_marzo_27/cinquestelle-massoneria-gran-maestro-confessa-ho-votatato-movimento_c6639250-96eb-11e2-b7d6-c608a71e3eb8.shtml

L’11 luglio 2002, a Roma nascono gli Illuminati, un gruppo che si richiama al gruppo degi Illuminati di Baviera fondato nel settecento. Il neogruppo ha come obbiettivo chiave quello di non ripetere gli errori storici degli Illuminati di Baviera, ossia quella di abbandonare l’idea universale originaria per appiattirsi sulla massoneria e altri poteri secolari come gli ordini preposti all’interno di della chiesa cattolica l’Opus Dei, certe organizzazioni ebraiche come B’nai B’rith (un associazione fraterna ebraica fondata negli Stati Uniti nel 1843) e l’Anti-Defamation League (considerato un vero e proprio braccio del B.B.) e altre. questi poteri forti erano spesso in conflitto poiché si contendevano lo stesso oggetto: il controllo della politica, dell’economia e dell’educazione delle nuove generazioni. Questi poteri secolari, presi singolarmente, non sono in grado di fronteggiare sfide ma potrebbero vincerle se si unissero realizzando un potere veramente mondiale. Ed ecco il progetto del Gran Maestro..

Estratto da “Fratelli d’Italia” di Ferruccio Pinotti:

https://www.facebook.com/notes/tania-nichi/gli-illuminati-e-giuliano-di-bernardo/386655298056249

Guardate che nessuno vi inganni; molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno.

Matteo 24, 4-5

Giuliano Di Bernardo, La conoscenza umana : dalla fisica alla sociologia alla religione, Venezia : Marsilio, 2010.

p. 24: “resta, in definitiva, un’unica possibilità: l’etica mondiale deve essere imposta. Se la democrazia è incapace di imporla, allora è necessario pensare a un’altra forma di esercizio del potere. Aristotele direbbe che, dopo lo scivolamento della democrazia nell’anarchia, solo il tiranno può riportare ordine nella società e garantire a tutti non solo la sopravvivenza ma anche il benessere e la felicità. Oltre Aristotele, io direi che il tiranno deve essere “illuminato”, espressione più pura della saggezza. Il Tiranno illuminato, però, non nasce dal nulla: il suo avvento deve essere preparato da uomini di qualità, indipendentemente dal sesso, dalla lingua, dal colore della pelle, dalla religione, dalla cultura”.

p. 234: “chi scrive crede nell’etica e nella sua capacità di unire gli uomini intorno a un progetto futuro. Ma tale progetto, per esprimere il bene comune, se necessario, deve essere imposto. Se non può essere imposto da uno stato democratico, allora bisogna guardare a una diversa fonte di potere statale che, a mio modo di vedere, è rappresentata dal Tiranno illuminato. Il tiranno di cui qui si parla non è il tiranno che abbiamo conosciuto nella storia dell’umanità, nelle sue diverse apparizioni, dal tiranno di Siracusa a Hitler. Il Tiranno illuminato è un uomo dotato di grande carisma, di eccezionali doti intellettive e di profonda saggezza. Egli deve saper coniugare la ragione con le emozioni, che sono i pilastri che sorreggono l’uomo integrale. Egli dev’essere in grado di comprendere i bisogni materiali dell’umanità ma deve anche saperli plasmare con i più alti valori spirituali (il vero, il bene, il bello, il giusto). Un uomo con queste qualità governerà non con il terrore ma con il consenso, perché tutti riconosceranno e accetteranno la sua guida illuminata. Un uomo così potente, autorevole e saggio saprebbe in quale direzione orientare i cambiamenti genetici per la creazione dell’uomo nuovo. Sottomettendosi alla sua guida illuminata, l’umanità eviterebbe il rischio dell’autodistruzione. […]. [Gli uomini di qualità] creeranno le condizioni storiche e sociali da cui emergerà, al momento giusto, colui che dovrà assurgere a Guida suprema dell’umanità”.

p. 235: “come potrebbe…un uomo che vive in uno stato democratico, ove esiste la tendenza a livellare verso il basso l’umanità, acquisire il potere e l’autorità per governare il mondo come Tiranno illuminato? In condizioni normali sarebbe impossibile. Ma le condizioni in cui versa oggi l’umanità stanno degenerando gradatamente, per cui è facile prevedere che si arriverà a un punto in cui le regole sociali saranno rotte e si scivolerà inevitabilmente nell’anarchia. A quel punto, come Aristotele ha sostenuto, il superamento dell’anarchia sarà possibile solo con la creazione del tiranno cui si delegheranno tutti i poteri, a condizione che gli riporti l’ordine nella società. È solo in questo stadio dell’umanità che potrebbe fare la sua comparsa il Tiranno illuminato. A differenza di tutti gli altri tiranni, egli, dotato delle qualità già descritte, potrà orientare l’evoluzione della specie umana. Sarà lui, e solo lui, assistito da scienziati, a decidere come creare l’uomo nuovo”.

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Ci sono massoni e massoni. Ci sono una mano destra ed una mano sinistra anche all’interno della massoneria. Ci sono forti contrasti. Ci sono persone umili al servizio del bene comune e dell’umanità (es. molti padri fondatori degli Stati Uniti, Simon Bolivar, Salvador Allende, Churchill, Goethe, Mozart, Antonio Meucci, Montesquieu e molti altri) e poi ci sono i seguaci del titanismo, dell’hybris, dell’autovenerazione transumana, cioè la tracotanza di chi è convinto di sapere perfettamente cosa sia meglio per tutti e di essere la persona giusta per indirizzare l’evoluzione umana.

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/11/01/totalitarismo-cosmico-grillo-gaia-casaleggio/

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Personalmente, vorrei dire che questo non è il tipo di mondo che vorrei lasciare alle future generazioni. Ma sono certo che molti altri siano invece troppo spaventati all’idea di essere liberi e perciò responsabili dei propri errori e sofferenze.
Credo che la volontà di queste persone vada rispettata. Non è giusto costringerle a snaturare se stesse.
Allo stesso tempo, però, desidero che sia rispettata anche la mia volontà e quella di chi la pensa come me.
Casaleggio, Di Bernardo e tutte le personalità autoritarie che desiderano approfittare della Crisi per azzerare tutto e creare la loro personale utopia totalitaria e messianica, in cui esiste un solo possibile futuro e corrisponde alla loro visione  – es. Venus Project e Zeitgeist -, lo possono fare in qualche regione del mondo. Qualcuno andrà con loro, altri no. Così tutti saranno contenti. A ciascuno il suo. Non è un accordo equo per tutte le parti?
Patti chiari, amicizia lunga.

Questa è blasfemia, questa è pazzia! Questa è Oxford! – Quando l’infanticidio diventa un diritto inalienabile

a cura di Stefano Fait

Se una malattia non è stata scoperta durante la gravidanza, se qualcosa è andato male durante il parto, o se le circostanze economiche, psicologiche o sociali sono cambiate e il prendersi cura della prole diventa un peso insostenibile per qualcuno, allora alle persone dovrebbe essere data la possibilità di non essere costrette a fare qualcosa che non sono in grado di sopportare.

Alberto Giubilini e Francesca Minerva perorano la causa dell’infanticidio (febbraio 2012)

Quando abbiamo deciso di scrivere questo articolo sull’aborto post-natale non avevamo idea che il nostro lavoro potesse sollevare un dibattito così acceso.

Francesca Minerva e Alberto Giubilini, lettera aperta

La mancata consapevolezza che ha un neonato è confrontabile con quella di una persona malata o anziana non in grado di comprendere, riconoscere e autogestirsi. Operando in modo estensivo come hanno fatto i due ricercatori, allora, potremmo eliminare tutti i disabili gravi, i malati di Alzheimer in stato avanzato, etc.

Rita Guma

Tempi davvero oscuri, i nostri.

Chi apprezza la libertà personale e l’autonomia/sovranità della propria comunità dovrebbe fare attenzione a quel che si dice nell’ambito bioetico, perché si comincia discutendo di natura umana e di ciò che è ammissibile in relazione ad essa e si finisce poi per discutere di società e di cosa è ammissibile in relazione ad essa.

Se l’infanticidio diventa lecito e addirittura doveroso, allora lo diventeranno anche la tortura, la pulizia etnica, la sospensione definitiva della democrazia. Questa è la direzione che ha preso la nostra civiltà e i conservatori britannici sembrano fungere da illustri apripista:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/18/la-soluzione-finale-alla-questione-dei-disabili-secondo-il-governo-inglese-cazzi-loro/

Ed è solo l’inizio:

http://www.informarexresistere.fr/2012/01/09/lavvento-di-gattaca-quando-i-complotti-sono-alla-luce-del-sole/

Il compito di un pensatore di buona volontà è quello di contrastare e riconsegnare all’oblio queste tesi, passando poi il testimone a chi le combatterà alla prossima riemersione.

Nel corso della Nuova Depressione, a meno di un secolo da quella precedente, succede di assistere al riemergere di argomentazioni condannate dalla storia e dal buon senso ma rese improvvisamente “trendy” dalle circostanze eccezionali in cui ci troviamo a vivere [cf. il magnifico Marco Paolini: http://www.ilfoglio.it/soloqui/7521]

È il caso del diritto all’infanticidio, che fa il paio con il dovere di suicidarsi o farsi sopprimere per ragioni di budget, un’altra brillante trovata della bioetica anglo-americana che sarà l’oggetto di un altro post.

Il diritto all’infanticidio è stato proposto da due bioetici italiani, Alberto Giubilini (Monash University a Melbourne) e Francesca Minerva (Università di Melbourne) in un articolo intitolato “After-birth abortion: Why should the baby live?” [“Aborto post-natale: perché il neonato dovrebbe vivere?], apparso sul Journal of Medical Ethics, la creatura del bioeticista australiano Julian Savulescu, noto per le sue posizioni controverse riguardo a moltissimi temi, quali l’eugenetica, l’eutanasia, la clonazione, il transumanesimo e la democrazia. Nel 2009, in un intervento intitolato “Unfit For Life: Genetically Enhance Humanity or Face Extinction”, Savulescu ha affermato che la nostra situazione è tale che o optiamo per uno stato totalitario che ci impedisca di farci del male (fino alla nostra estinzione), oppure dovremo alterare drasticamente il nostro corredo genetico per renderci inoffensivi.

Oltre che da Savulescu, questa tesi è stata difesa, tra gli altri, da Roberto Mordacci, docente di filosofia morale all’Università San Raffaele di Milano:

http://moraliaontheweb.com/2012/02/29/la-non-notizia-dellaborto-post-natale-infanticidio/#more-6051

Il tema è perciò rilevante e non confinato ad una combriccola di simil-pensanti con la passione per l’Australia.

Oggi Savulescu insegna a Oxford ed è direttore del Centro di bioetica applicata Uehiro. È una figura discussa, ma influente e riceve generosi finanziamente da chi ha interesse ad istruire l’opinione pubblica in quel senso fintamente progressista che maschera il desiderio di abbattere i principi costituzionali definendoli vacui tabù.

In questo articolo i suoi “discepoli” sostengono che i neonati non sono “persone reali” e non hanno un “diritto morale alla vita”. I due filosofi affermano che i genitori debbono poter uccidere il loro bambino, legalmente, nello scoprire che è disabile: “Lo status morale di un bambino è equivalente a quello di un feto, nel senso che entrambi non possiedono quelle proprietà che giustificano l’attribuzione ad un individuo di un diritto alla vita di un individuo”. Non essendo persone reali, i neonati sono solo “persone in potenza” e quindi non possono beneficiare del diritto morale alla vita.

Gli utilitaristi non riconoscono alcun diritto intrinseco a vivere, nessuna dignità inalienabile. Un bambino non è degno di vivere di per sé in quanto non è in grado di attribuire un significato e valore alla sua esistenza o alla privazione della medesima (omicidio legalizzato). Un bambino non può percepire la sua soppressione come una perdita, quindi non lo si può danneggiare uccidendolo, ossia impedendogli di sviluppare il suo potenziale di essere umano.

Questi ragionamenti sono contemporaneamente risibili e terribili e scaturiscono dalle menti di studiosi egotisti che non riconoscono l’esistenza di valori universali che non siano il piacere (edonismo) e l’utile (avidità), pilastri dell’egoismo individuale e collettivo.

Partendo da premesse riduzionistiche e materialistiche molto in voga ai tempi dei nazisti e ai nostri tempi, giungono, coerentemente, alle stesse conclusioni dei nazisti: esistono vite indegne di essere vissute e non è chi le vive a poter decidere da sé se la sua rientri in questa categoria. Sarà qualcun altro – genitori, famiglia, società, stato – a determinare il grado di accettabilità di un’esistenza, in accordo con parametri di normalità assolutamente arbitrari (non essendosi principi universali, non è neppure possibile stabilire cosa sia normale, utile e piacevole in senso assoluto). Se prevalesse questa logica, il diritto sarebbe plasmabile come argilla nelle mani di un vasaio e chi detiene il potere si vedrebbe conferito il potere di creare e ricreare l’umano, proprio come nel Terzo Reich, che aveva il suo “bravo” programma eugenetico di infanticidio, sterilizzazioni coatte e involontarie, eutanasia dei disabili, sterminio di massa degli indesiderabili e accoppiamenti selettivi per la promozione della supremazia ariana.

Questi campioni del libero ed audace pensiero non sono però sufficientemente coraggiosi da chiamare una cosa con il suo nome. Hanno coniato l’espressione “aborto post-natale” per evitare il termine “infanticidio”, proprio come al tempo dei nazisti l’omicidio selettivo era stata ribattezzato “eutanasia” e il genocidio era la “soluzione finale alla questione ebraica”.

I suddetti sono animati dalle migliori intenzioni, o almeno così ci assicurano. Infatti “allevare questi bambini potrebbe essere un fardello insopportabile per la famiglia e per la società nel suo complesso, che se ne dovrebbe far carico”. Meglio ucciderli subito, no? E che non se ne parli più. Morto un bimbo se ne fa un altro, come i papi.

Savulescu è paternamente molto orgoglioso dei suoi pupilli, che “presentano osservazioni motivate, basate su premesse largamente accettate”. È interessante notare come la megalomania del nostro lo spinga a proclamare che il suo punto di vista è una premessa largamente accettata, come se non esistessero pareri discordanti anche all’interno della scuola utilitaristica, solo una delle tante che costituiscono l’universo della filosofia morale e della bioetica. Sfortunatamente, come ha lucidamente intuito un internauta: “L’equivoco del mondo liberale anglosassone per cui tutto dovrebbe essere accettabile tranne la contestazione del proprio modo di impostare la discussione normativa sul reale è ormai in alcuni casi caratterizzata da tratti da pensiero unico, come se la forma e i contenitori del discorso pubblico razionale fosse univoci (cioè tendenzialmente i loro), e se all’interno di essi tutto è lecito e ragionevole, e al di fuori di essi tutto è barbarie e fondamentalismo”.

A me, personalmente, sfugge come si possa definire razionale un discorso che è completamente disgiunto da qualunque considerazione sociologica, antropologica, psicologica, giuridica, storica e persino filosofica non superficiale, ed insiste invece sull’ambito contabile. Ciò che è razionale per un computer o un’organizzazione non è necessariamente razionale per un essere umano e qui si tratta di applicare una razionalità umana all’ambito umano: una questione etica non si risolve con le procedure impiegate per risolvere un’equazione matematica.

Una logica così spoglia, dozzinale, rozza, asettica e non-umana assomiglia piuttosto alla modalità cognitiva standard degli psicopatici.

Non tutti gli utilitaristi sono psicopatici, ma tutti gli psicopatici sono utilitaristi. Più robusta è la propensione utilitaristica, più marcati sono i tratti di psicopatia:

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0010027711001351

http://www.informarexresistere.fr/2011/12/19/300-milioni-di-psicopatici-se-ne-fregano-della-nonviolenza-e-dei-diritti-ci-si-difende-informandosi/#axzz1pT9hf38H

Il che non implica certamente che gli utilitaristi à la Savulescu siano degli psicopatici, ma solo che, non essendolo, dovrebbero sentire un marcato disagio nel rendersi conto del degrado morale e cognitivo in cui sono sprofondati.

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