Programma di governo di Syriza – Se Tsipras perde, l’eurozona è spacciata e noi con lei

[“Der deutsche Steuerzahler solle sich über die radikale Linke in Griechenland freuen, sagt der Ökonom Yanis Varoufakis im Interview. Das Land sei nicht reformunwillig“].

Se la Spagna, Italia, Portogallo, Irlanda, Francia, Grecia, Germania ecc (ossia paesi con un debito ben superiore al 60% del PIL) fossero costretti a ridurre il loro debito del 5% annuo – come prescritto dal fiscal compact –, ciò significherebbe che tutte queste nazioni dovrebbero passare da una media del 2,8% di deficit primario ad un 6% di avanzo primario. Supponiamo di poterlo fare (cosa che, ovviamente, è impossibile). Se riuscissimo in questo sforzo, il risultato sarebbe una recessione molto profonda, in media almeno pari a -4,5%. In un periodo in cui una crisi bancaria è in pieno svolgimento, la periferia è in caduta libera, la crescita degli Stati Uniti scricchiola, la Cina sta rallentando, ecc. È l’equivalente macroeconomico di un suicidio.

Si deve fare qualcosa per bloccare questa pazzia. Poteva farlo l’Irlanda votando no all’idiozia del Fiscal Compact, ma non l’ha fatto, perché ricattata con la minaccia dell’interruzione dei finanziamenti. La Grecia è la prossima speranza per la causa della razionalità. Se il 17 giugno i Greci voteranno come hanno votato gli Irlandesi, decreteranno la morte dell’eurozona.

L’Europa, al momento, è governata da persone che non solo stanno dirigendo la nave verso gli scogli ma, nel farlo, stanno forando i salvagente. Considerate ciò che stanno dicendo il popolo greco: la Grecia, per rimanere nell’eurozona, deve,

(a) continuare a chiedere prestiti al 4% (aggravando il suo indebitamento) per pagare la BCE (che ricaverà profitti del 20% da questi pagamenti dato che in precedenza aveva comprato obbligazioni greche scontate dal 20 al 30%);

(b) ridurre la spesa sociale di altri 12 miliardi di euro.

Se il diavolo avesse voluto assicurarsi che la Grecia fosse spinta fuori dall’eurozona, non avrebbe potuto inventarsi nulla di meglio.

Intanto, lo stesso accade alla Spagna, dove il governo è costretto ad indebitarsi ad un tasso del 7% per sostenere banche alle quali la BCE applica un tasso dell’1% per concedere prestiti al governo al 7%. Nemmeno la mente più malata potrebbe venirsene fuori con un’idea del genere [Varoufakis sbaglia: degli psicopatici potrebbero inventarsi un trucco del genere].

Per concludere, i popoli europei stanno marciando verso la catastrofe. Tutti possono vedere che giù in fondo c’è il dirupo, ma hanno troppa paura per cambiare direzione, paura delle bastonate che riceveranno se sbandano, paura di perdersi nei boschi: le classiche paure delle pecore.

Tuttavia, l’unico modo per porre fine a questa orribile marcia è trovare il coraggio di uscirne, mostrando agli altri che ci si può fermare – a beneficio di tutti. Chi lo potrebbe fare? Gli irlandesi hanno avuto la possibilità di farlo ma non se la sono sentita. In due settimane i Greci avranno la loro chance. Votare per Syriza ci offre (e con “ci” intendo tutti gli europei) una possibilità di far fermare tutto questo. Un’occasione per dire: Basta! È ora di cambiare rotta per salvare l’Eurozona, in modo da evitare la Grande Depressione postmoderna.

Dovremmo avere paura dell’estremismo di Syriza? La mia risposta è un enfatico: No!

Vi consiglio di non leggere il loro manifesto. Non vale la carta su cui è scritto. Anche se pieno di buone intenzioni, non entra nei dettagli e fa promesse che non può mantenere (come che l’austerità sarà annullata), un guazzabuglio di politiche che non hanno né capo né coda. Ignoratelo. Syriza è un partito che ha dovuto progredire, in poche settimane, da un agglomerato di frange politiche che lottavano per entrare in Parlamento (superando la soglia del 4%) ad un grande partito che può trovarsi a formare un governo entro poche settimane. Si tratta di un ‘work in progress’, e così il suo Manifesto è poco appetitoso. No, il motivo per cui Syriza è una scommessa vincente è triplice:

In primo luogo, perché è probabilmente l’unico partito che ha capito cosa sta succedendo e cosa bisogna fare, ossia (a) restare nell’eurozona (nonostante gli evidenti difetti di quest’ultima), e (b) che l’Eurozona non sopravvivrà se non si blocca la marcia della morte dell’austerità competitiva. In secondo luogo, perché il piccolo team di economisti politici che negoziano a nome Syriza sono validi. Moderati, con un’adeguata comprensione della dura realtà che la Grecia e l’eurozona si trovano ad affrontare (e, no, io non faccio parte di quella squadra – ma li conosco). In terzo luogo, perché, in ogni caso, un voto per Syriza non significa un governo Syriza. Nessun partito potrà creare un governo monocolore. Quindi, la domanda è se per l’Europa è meglio un governo di Atene che comprende Syriza come perno o uno che è supportato da screditati partiti pro-salvataggio, con Syriza che guida i banchi dell’opposizione. Non ho alcun dubbio che gli interessi europei sono meglio serviti dalla prima opzione.

http://yanisvaroufakis.eu/2012/06/03/why-europe-should-fear-fina-gail-like-reasonableness-much-much-more-than-it-fears-syriza/

Io comunque una sintesi del programma elettorale di Syriza, tratto dal sito web del partito, la riproduco qui di seguito.
C’è gente che è stata uccisa per molto meno di uno dei punti che ho evidenziato. Ma mi fido di Varoufakis e delle sue entrature.

1. Realizzare un audit del debito pubblico. Rinegoziare gli interessi e sospendere i pagamenti fino a quando l’economia si sarà ripresa e tornino la crescita e l’occupazione.

2. Esigere dalla Ue un cambiamento nel ruolo della Bce perché finanzi direttamente gli Stati e i programmi di investimento pubblico.

3. Alzare l’imposta sul reddito al 75% per tutti i redditi al di sopra di mezzo milione di euro l’anno.

4. Cambiare la legge elettorale perché la rappresentanza parlamentare sia veramente proporzionale.

5. Aumento delle imposte sulle società per le grandi imprese, almeno fino alla media europea.

6. Adottare una tassa sulle transazioni finanziarie e anche una tassa speciale per i beni di lusso.

7. Proibire i derivati finanziari speculativi quali Swap e Cds.

8. Abolire i privilegi fiscali di cui beneficiano la Chiesa e gli armatori navali.

9. Combattere il segreto bancario e la fuga di capitali all’estero.

10. Tagliare drasticamente la spesa militare.

11. Alzare il salario minimo al livello che aveva prima dei tagli (751 euro lordi al mese).

12. Utilizzare edifici del governo, delle banche e della chiesa per ospitare i senzatetto.

13. Aprire mense nelle scuole pubbliche per offrire gratuitamente la colazione e il pranzo ai bambini.

14. Fornire gratuitamente la sanità pubblica a disoccupati, senza tetto o a chi è senza reddito adeguato.

15. Sovvenzioni fino al 30% del loro reddito per le famiglie che non possono sostenere i mutui.

16. Aumentare i sussidi per i disoccupati. Aumentare la protezione sociale per le famiglie monoparentali, anziani, disabili e famiglie senza reddito.

17. Sgravi fiscali per i beni di prima necessità.

18. Nazionalizzazione delle banche.

19. Nazionalizzare le imprese ex-pubbliche in settori strategici per la crescita del paese (ferrovie, aeroporti, poste, acqua …).

20. Scommettere sulle energie rinnovabili e la tutela ambientale.

21. Parità salariale tra uomini e donne.

22. Limitare il susseguirsi di contratti precari e spingere per contratti a tempo indeterminato.

23. Estendere la protezione del lavoro e dei salari per i lavoratori a tempo parziale.

24. Recuperare i contratti collettivi.

25. Aumentare le ispezioni del lavoro e i requisiti per le imprese che accedano a gare pubbliche.

26. Riformare la costituzione per garantire la separazione tra Chiesa e Stato e la protezione del diritto alla istruzione, alla sanità e all’ambiente.

27. Sottoporre a referendum vincolanti i trattati e altri accordi rilevanti europei.

28. Abolizione di tutti i privilegi dei deputati. Rimuovere la speciale protezione giuridica dei ministri e permettere ai tribunali di perseguire i membri del governo.

29. Smilitarizzare la guardia costiera e sciogliere le forze speciali anti-sommossa. Proibire la presenza di poliziotti con il volto coperti o con armi da fuoco nelle manifestazioni. Cambiare i corsi per poliziotti in modo da mettere in primo piano i temi sociali come l’immigrazione, le droghe o l’inclusione sociale.

30. Garantire i diritti umani nei centri di detenzione per migranti.

31. Facilitare la ricomposizione familiare dei migranti. Permettere che essi, inclusi gli irregolari, abbiano pieno accesso alla sanità e all’educazione.

32. Depenalizzare il consumo di droghe, combattendo solo il traffico. Aumentare i fondi per i centri di disintossicazione.

33. Regolare il diritto all’obiezione di coscienza nel servizio di leva.

34. Aumentare i fondi della sanità pubblica fino ai livelli del resto della Ue (la media europea è del 6% del Pil e la Grecia spende solo il 3).

35. Eliminare i ticket a carico dei cittadini nel servizio sanitario.

36. Nazionalizzare gli ospedali privati. Eliminare ogni partecipazione privata nel sistema pubblico sanitario.

37. Ritiro delle truppe greche dall’Afghanistan e dai Balcani: nessun soldato fuori dalle frontiere della Grecia.

38. Abolire gli accordi di cooperazione militare con Israele. Appoggiare la creazione di uno Stato palestinese nelle frontiere del 1967.

39. Negoziare un accordo stabile con la Turchia.

40. Chiudere tutte le basi straniere in Grecia e uscire dalla Nato.

http://www.gadlerner.it/2012/05/24/il-programma-di-syriza.html

Dracone redivivo – una modesta proposta per la soppressione della classe media greca

L’autore, nel ruolo di un personaggio, suggerisce attraverso motivazioni economiche ed un convinto moralismo, di trasformare il problema della sovrappopolazione tra i cattolici irlandesi nella sua stessa soluzione. La proposta dell’autore consiste nell’ingrassare i bambini denutriti e darli da mangiare ai ricchi proprietari terrieri anglo-irlandesi. I figli dei poveri potrebbero essere venduti in un mercato della carne all’età di un anno per combattere la sovrappopolazione e la disoccupazione. Così facendo si risparmierebbe alle famiglie il costo del nutrimento dei figli fornendole di una piccola entrata aggiuntiva, si migliorerebbe l’alimentazione dei più ricchi e si contribuirebbe al benessere economico dell’intera nazione. L’autore offre un supporto statistico per le sue asserzioni e fornisce dati specifici sul numero di bambini da vendere, il loro peso, il prezzo ed i possibili modi di consumazione. L’autore suggerisce alcune ricette per preparare questo «delizioso» tipo di carne ed è sicuro che questa cucina innovativa darà spunto per ulteriori piatti. Anticipa, inoltre, che le pratiche di vendita e di consumo di bambini avranno positivi effetti sulla moralità familiare: i mariti tratteranno le loro mogli con più rispetto ed i genitori valuteranno i loro bambini in modi finora sconosciuti. La sua conclusione è che l’implementazione di questo progetto aiuterà a risolvere i problemi complessi dell’Irlanda in materia sociale, politica ed economica più di ogni altra misura finora proposta. Quest’opera è ritenuta il più grande esempio di ironia nella storia della letteratura inglese.

http://it.wikipedia.org/wiki/Una_modesta_proposta

Il suo codice di leggi, è ricordato per la sua particolare severità: la pena di morte era la punizione anche per piccole infrazioni. Ogni debitore, il cui stato sociale fosse inferiore a quello del suo creditore, ne diventava automaticamente schiavo, mentre la punizione era più lieve per chi avesse debiti nei confronti di una persona di classe inferiore.

http://it.wikipedia.org/wiki/Dracone

Paupericidio: la pulizia “etnica” dei meno abbienti e nullatenenti.

Alexander Kentikelenis, Marina Karanikolos, Irene Papanicolas, Sanjay Basu, Martin McKee, David Stuckler, “Health effects of financial crisis: omens of a Greek tragedy”, The Lancet, Vol 378 October 22, 2011

Verso la fine del 2011, sei specialisti presso alcuni dei più importanti centri di ricerca medica e sociale anglo-americani pubblicarono sulla prestigiosa rivista medica inglese “The Lancet” un articolo che fece molto scalpore per la descrizione catastrofica della situazione del sistema sanitario greco, imputata alle selvagge misure di austerità.
Questi sono i punti chiave di quell’articolo.

La disoccupazione è salita dal 6,6% nel maggio del 2008 al 16,6% del maggio 2011 (quella tra i giovani è cresciuta dal 18,6 al 40,1% nello stesso periodo). Il debito pubblico è salito dal 105,4% del 2007 al 142,8% del 2010 (la media europea è passata dal 66,2% all’85,1% nello stesso periodo). Non potendo svalutare, la Grecia è restata senza opzioni, se non quella di contrarre altro debito per pagare i debiti e tagliare drasticamente la spesa sociale. Ciò ha causato un calo dei consumi ed un crollo dell’8% della produzione industriale nel 2010.

A livello di salute pubblica le conseguenze sono state a dir poco drammatiche. Si è registrato un aumento del numero di persone che non hanno avuto la possibilità di farsi visitare da un medico, perché i tagli ai finanziamenti del settore sanitario hanno ridotto il personale ed allungato le liste di attesa, mentre le cliniche private sono diventate troppo costose: solo nel 2010 il numero di ammissioni in strutture private è sceso del 25-30%. Contemporaneamente, il tasso di suicidi è salito del 17% nel 2009, rispetto al 2007; il dato non ufficiale per il 2010 stima un aumento del 25% sul dato del 2009. Secondo il Ministero della Sanità, il tasso di suicidi è cresciuto di un ulteriore 40% nella sola prima metà del 2011, rispetto allo stesso periodo del 2010.

C’è stato anche un incremento del tasso di violenza ed il raddoppiamento del numero di omicidi e furti tra 2007 e 2009.

La stima per le infezioni di HIV vede un aumento del 52% nel 2011 rispetto al 2010 (922 contro 605), non solo per la mancata distribuzione di siringhe sterilizzate, ma anche per una crescita della prostituzione. Un’ulteriore indicazione dello stato di degrado della salute pubblica greca è il crescente ricorso a cliniche gestite da organizzazioni non-governative che prima si occupavano quasi esclusivamente di immigrati poveri. Stando alle valutazioni di “Médecins du Monde – Grecia”, la percentuale di pazienti greci in queste strutture è passata da un 3-4% a circa il 30%. In cambio il consumo di alcool è diminuito [troppo costoso? NdR], così come la guida in stato di ebbrezza.

Il 17 marzo del 2012 gli stessi autori sono ritornati sulla questione [The Lancet, Volume 379, Numero 9820, p. 1002] con un aggiornamento dei dati ufficiali che indica un vistoso peggioramento delle infezioni da HIV e del tasso di violenza. Altri ricercatori, sollecitati dal loro articolo, hanno studiato la questione e rilevato un aumento dei bambini abbandonati dai genitori e dei senzatetto, ed una marcata carenza di servizi medico-farmaceutici, effetto diretto del taglio del 36-40% dei finanziamenti alla sanità, nel 2011 (da 25 miliardi a 16 miliardi). Questo disastro è destinato ad aggravarsi, perché il Fondo Monetario Internazionale ha in parte attribuito ad un’insufficiente riduzione delle spese ospedaliere la responsabilità dell’incapacità della Grecia di attenersi alle richieste di contrazione del deficit.

Infine, i suddetti studiosi hanno rivisto al rialzo (!) l’aumento del tasso di suicidi tra 2007 e 2009, che pare non sia stato del 17%, ma del 19,2%, rispecchiando un marcato aumento in tutta Europa, in contrasto con il calo del decennio precedente.

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