Stati Uniti di Polizia – la fase finale della Guerra al Terrore è cominciata

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Si dovevano attaccare i civili, la gente, donne, bambini, persone innocenti, gente sconosciuta molto lontana da ogni disegno politico. La ragione era alquanto semplice: costringere … l’opinione pubblica a rivolgersi allo stato per chiedere maggiore sicurezza.

Vincenzo Vinciguerra, ex agente Gladio, deposizione

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La vera notizia è come è bastato un decennio per addomesticare i cittadini americani e far loro accettare detenzione permanente, tortura, esecuzione sommaria di cittadini americani, in patria o all’estero, una massiccia presenza di paramilitari nelle loro strade e nelle loro case. Ogni richiesta fatta dalle autorità era a titolo volontario, ma quasi nessuno si è rifiutato di ottemperare. E’ vero che Boston è un caso particolare: una città particolarmente rispettosa della legge e con forti simpatie per il presidente Obama. Tuttavia resta il dato davvero inquietante di una popolazione fin troppo facilmente malleabile e disposta a credere, obbedire, combattere la “Guerra al Terrore”. La buona notizia è che le voci di dissenso stanno facendosi sentire in rete e nei forum dei quotidiani, in modo articolato e fermo. Boston è servita da monito.

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Allo stato attuale, non vi è nulla di sostanziale che colleghi i due indagati al delitto. Ci sono voci, 32 secondi di video per nulla incriminante (così tante telecamere a circuito chiuso ma nessuna registrazione utile?), alcune fotografie non troppo chiare, i loro zaini sembrano diversi da quelli incriminati. Non c’è un movente, non c’è una  prova visiva che mostri i sospetti che dispongono la bomba sulla scena del crimine e non c’è alcun filmato dei sospetti in fuga da una qualunque scena del crimine. L’automobilista rapito che, ci viene detto, ha riferito che i due, prima di lasciarlo andare senza torcergli un capello, si sono autoaccusati dell’attentato (!!!??? per farsi prendere più facilmente?), non è stato intervistato da nessuno, si è letteralmente volatilizzato. Ci sono ben 6 versioni discordanti di come è avvenuta la cattura.
Al momento nessun giudice li condannerebbe.

Obama, in quanto presidente, non deve permettersi di emettere sentenze, come ha implicitamente fatto e come esplicitamente fa con le sue liste di persone da uccidere con i droni.
Il ragazzo è un cittadino americano, non un “nemico combattente” come John McCain vorrebbe che fosse considerato, in modo da farlo internare e processare da un tribunale militare, a porte chiuse .

Non deve essere interrogato dall’FBI e giudicato a livello federale. La giurisdizione è quella del Massachussetts: si sta forse cercando di sfruttare il caso per degli scopi che hanno poco a che vedere con la sicurezza dei cittadini e molto a che vedere con ulteriori restrizioni dei loro diritti (se possono fare a pezzi la costituzione per un cittadino americano, lo possono fare per tutti)? Oppure si sta cercando di evitare che qualcuno capisca in che rapporti erano stati il fratello maggiore e l’FBI nel corso degli ultimi 3 anni?

L’FBI organizza complotti terroristici, agevolando gli estremisti, fornendo loro idee, logistica, contatti ed armi per arrestarli preventivamente, senza che i cittadini si chiedano se non sia istigazione a delinquere, se queste persone avrebbero realmente compiuto certe azioni se non fossero stati inseriti in un certo tipo di dinamica:

http://www.nytimes.com/2012/04/29/opinion/sunday/terrorist-plots-helped-along-by-the-fbi.html?pagewanted=all&_r=3&

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/21/lfbi-organizza-e-sventa-la-maggior-parte-degli-attentati-terroristici-islamici-sul-suolo-americano-ricerca-della-ucla/

L’FBI ha addirittura consentito che il primo attentato alle Torri Gemelle, quello del 1993, andasse in porto
http://www.nytimes.com/1993/10/31/nyregion/bomb-informer-s-tapes-give-rare-glimpse-of-fbi-dealings.html?pagewanted=all&src=pm

L’FBI sorvegliava Tamerlan, il fratello maggiore, da 3 anni e lui lo sapeva, perchè avevano informato i suoi genitori (!). Allora perché quell’appello ai cittadini affinché aiutino ad identificare dei sospetti che già conoscono? 

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Il giovane Dzhokar Tsarnaev era un giovane cittadino Americano modello. Era un calciatore e si allenava tre volte in settimana con i suoi compagni di squadra e, non contento, era anche il capitano della squadra di wrestling del suo istituto: i suo compagni di wrestling lo ricordano come una persona sempre disponibile pronta ad elargire consigli. Aveva ottenuto una borsa di studio in medicina, voleva diventare un infermiere, era stato un bagnino perché “voleva salvare la gente”, nel tempo libero assisteva come volontario ragazzini affetti dalla sindrome di Down. Nessuno dei suoi amici più stretti l’ha mai considerato una persona religiosa. I suoi insegnanti lo hanno descritto come uno studente ideale. I suoi vicini come un ragazzo adorabile. Era l’incarnazione del sogno Americano ma, da un giorno all’altro, ci viene detto che è diventato uno jihadista che uccide civili ad una competizione sportiva (lui che adora lo sport) e la sera stessa va ad una festa (mentre il fratello va tranquillamente in palestra ad allenarsi), poi a dormire nella sua stanza. Il giorno dopo si rende conto che è in corso una caccia all’uomo, scappa con suo fratello maggiore, ruba un’auto ma rilascia il proprietario dopo avergli detto che è l’autore dell’attentato (!!! – questo sostengono le autorità investigative: nessuno ha visto e intervistato questo tizio), sfugge alla cattura anche se dopo la prima sparatoria è circondato da poliziotti.
Per qualche ragione le sue radici cecene non lo spingono ad attaccare la Russia ma gli Stati Uniti che gli hanno dato tutto quel che poteva desiderare, inclusa la cittadinanza (qualche mese fa). È uno jihadista ma non si immola e non si comporta come tale; è come se avesse due personalità e nessuno avesse mai visto quella islamista.

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/04/20/informazioni-sui-presunti-bombaroli-di-boston-che-non-troverete-sul-corriere-della-sera/

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Ancora più drammatica è la criminalizzazione dei giovani: secondo la stessa versione ufficiale in cui cambiano i nomi e i connotati ma gli altri dettagli si ripetono, gli autori di attentati e stragi sono immancabilmente giovani immaturi, inquieti e, soprattutto, indignati con il governo. Questi escono di testa per ragioni che non sono mai chiare, agiscono da soli e sfruttano insospettabili abilità militari per uccidere degli innocenti e/o sfuggire alla cattura: fino alla loro uccisione o suicidio, come in ogni film americano che si rispetti.

Il copione è ripetitivo e meccanico, ma le serie TV (24, Homeland) ed i blockbuster lo hanno reso plausibile per un pubblico ovinizzato che delega ad altri le attività cerebrali non necessarie alla sopravvivenza fisica.

Le autorità ci assicurano che il fratello maggiore era un integralista, a dispetto delle apparenze (era appassionato di hip-hop, skateboard e droghe leggere)

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e, stando al racconto della madre, Zubeidat K. Tsarnaeva, negli ultimi anni l’FBI l’aveva avvertita del fatto che il figlio Tamerlan era su una brutta strada e che lo stavano sorvegliando [NB, l’FBI ha ammesso che le cose stavano così solo DOPO l’intervista della madre ad una TV russa]. Questo significa che dovevano sapere che aveva consultato dei siti per costruire bombe fatte in casa (se è vero) e che dovevano sapere che si era comprato un arsenale di armi…però…boh?
Nel 2011 l’intelligence russa aveva chiesto all’FBI di indagare su di lui, per capire se era “a rischio”. L’FBI fece delle scrupolose investigazioni (internet, telefonate, conoscenze, biografia, movimenti, domande a parenti e conoscenti, ecc.) senza trovare alcuna attività sospetta o legame con associazioni terroristiche, ma riferì di un’evidente tendenza integralista:

http://www.guardian.co.uk/world/2013/apr/20/fbi-quiz-dzhokhar-tsarnaev-suspect-capture

Dopo l’attentato Tamerlan non si è suicidato: è tornato a casa dalla bella moglie americana – Katherine Russell – e dalla figlia.

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Le autorità, a partire dal presidente, stanno trattando dei sospetti alla stregua di colpevoli già condannati.
Questo normalmente succede in un sistema giuridico primitivo come quello giapponese, dove l’imputato deve dimostrare di essere innocente. In un sistema giuridico civile l’accusa deve dimostrare la colpevolezza. Dal Patriot Act in poi gli Stati Uniti non sono più un paese civile e, anche grazie a certe leggi controfirmate da Obama, il nostro presunto terrorista rischia di scomparire per anni in un labirinto giudiziario, come se fosse a tutti gli effetti morto (morte civile):
http://www.informarexresistere.fr/2012/01/07/ndaa-torneranno-i-campi-di-concentramento-in-america/#axzz2QwmMcGkz

Nessuno si curerà della sorte di Tsarnaev, preventivamente condannato dall’opinione pubblica, allo stesso modo in cui praticamente nessuno si preoccupa dei diritti degli internati nei campi di prigionia antiterroristi americani. Però è così che i diritti di tutti vengono amputati: prima si colpiscono le figure marginali, detestate o appena tollerate (zingari, ebrei, comunisti, gay, ecc.) e poi, nel constatare che la popolazione non reagisce, l’abolizione della tutela giuridica si istituzionalizza, si espande e diventa sempre più arduo contestarla. Per abolirla non resta altro da fare che combattere e sacrificare la propria vita. E’ quel che succederà negli Stati Uniti nei prossimi anni, con buona pace degli obamofili.
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/04/28/children-of-men-i-figli-degli-uomini-un-film-preveggente/

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Boston, una città di oltre 600mila abitanti è stata, virtualmente, messa agli arresti domiciliari (chiunque si fosse trovato in strada era passibile di fermo e perquisizione corporale – in un caso un tizio è stato denudato e dei poliziotti hanno inveito contro i giornalisti) e sotto legge marziale (con migliaia di paramilitari che entravano nelle case per setacciarle, senza alcuna autorizzazione) per la durata della caccia allo studente diciannovenne modello-assistente di ragazzini down-terrorista jihadista a tempo perso.

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La militarizzazione della metropoli ora costituisce un precedente. Invece di usare i cani per rintracciare rapidamente il ricercato, che perdeva sangue ed aveva abbandonato l’auto, 9mila agenti militarmente equipaggiati hanno trascorso la notte perlustrando le abitazioni di una vasta sezione della città (senza un permesso, in piena violazione del quarto emendamento), come se fosse la cosa più naturale del mondo. Nessuno ha protestato, la folla alla fine festeggiava per le strade, senza rendersi conto dell’implicita carta bianca che hanno fornito al governo.
In nessun paese europeo, dopo la sconfitta di Hitler, la minaccia terroristica è mai stata gestita in questo modo. Queste sono “cose da Hollywood”:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/09/07/batman-leroe-della-controrivoluzione/

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Ora qualunque cellula terroristica (e presidente) sa che basta davvero poco per mettere in stand-by gli Stati Uniti e che la popolazione accetterà con entusiasmo che la sua libertà sia sacrificata in nome della sicurezza. Il sogno di Bush è realtà, ma con Bush tutto questo non sarebbe stato possibile. Obama il Buono, invece, può, perché è “animato dalle migliori intenzioni”, nonostante tutto:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/01/14/amerikarma-obamamania/

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Perciò non è un problema se il confino domestico dei cittadini elimina possibili testimoni delle azioni delle forze dell’ordine paramilitari (stavano cercando indizi o disseminando “prove”? Chi può dirlo?), se il ragazzo è stato scovato da un privato cittadino che aveva violato il coprifuoco perché non ne poteva più, se l’atmosfera diventa ancora più agghiacciante, amplificando gli effetti dell’atto terroristico.

Chiunque contesti questo genere di prassi poliziesca viene bollato come complottista (yawn/sbadiglio) o apologeta di terrorismo (!!!).

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Molti di quelli che hanno seguito Obama durante la crisi hanno osservato che il suo atteggiamento era freddo, distante, privo di emozioni, meccanico nel pronunciare parole di pura circostanza.

Il mio timore è che si stia chiudendo nel suo guscio, come accade agli schizoidi quando la situazione si fa seria. A quel punto è difficile distinguerli dagli psicopatici. A quel punto, tutto diventa possibile:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/03/10/obama-e-psichicamente-sano-oppure-e-schizoide/

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La questione, allora, è la seguente: gli americani sono stati ammaestrati come i tedeschi negli anni Trenta, oppure saranno capaci di ridestarsi dall’ipnosi collettiva?

Se vivessi negli USA sarei seriamente preoccupato e traumatizzato, perché saranno anni di lacrime, piombo e sangue:
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/02/15/la-storia-dello-zombie-che-fu-bruciato-vivo-dalla-polizia-stati-uniti-2013/

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La storia dello zombie che fu bruciato vivo dalla polizia (Stati Uniti, 2013)

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Non mi importa più sopravvivere. Non ho paura della morte, giacché sono già morto molto tempo fa, il 2 gennaio del 2009. Dal febbraio del 2005 al gennaio del 2009, in qualità di agente di polizia a Los Angeles, ho visto alcune delle cose più vili che degli esseri umani possano infliggere ad altri esseri umani. Non le ho viste nelle strade di Los Angeles, le ho viste nelle stazioni di polizia.

Christopher J. Dorner

Sta succedendo quel che era facilmente prevedibile: la violenza negli Stati Uniti è ormai fuori controllo e presto si trasformerà in guerriglia:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/12/23/ora-sono-diventato-la-morte-il-distruttore-dei-mondi-100-1000-waco/

Questa è la storia di un guerrigliero, Christopher Jordan Dorner, poliziotto a LA, e delle sue “ragioni”.

Ciò che vi hanno raccontato i media italiani:

L’ex poliziotto da giorni ricercato in California dopo aver ucciso tre persone sarebbe stato coinvolto in una sparatoria avvenuta nella zona in cui nasconde. Christopher Dorner ha sparato dei colpi contro alcuni agenti federali dopo aver svaligiato una casa e aver legato la coppia che vive nell’abitazione. Uno dei due poliziotti è morto in ospedale, riporta il Los Angeles Times.

Dorner è fuggito a bordo del pick up Dodge rubato alla coppia dell’abitazione in cui aveva fatto irruzione. Per precauzione tutte le scuole della zona di Big Bear Lake, nella contea di San Bernardino, sono state sbarrate e messe sotto protezione.

L’ex poliziotto si è poi barricato in un’abitazione, uno chalet sulle montagne nel sud della California. La caccia all’uomo è seguita in diretta tv con riprese dagli elicotteri delle principali emittenti.

In fiamme la casa in cui Dorner si è barricato – La casa in cui si è barricato l’ex poliziotto da giorni ricercato dalla polizia è in fiamme. Le immagini televisive mostrano chiaramente come il fuoco avvolga l’abitazione dove si trova Cristopher Dorner”.

http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/1081561/usa-sparatoria-con-lex-agente-ricercato-christopher-dorner-si-e-barricato-in-una-casa.shtml

È morto il 13 febbraio in quella capanna di legno, bruciato vivo dopo un brevissimo assedio. Accanto al suo corpo bruciato, un portafogli con documenti identificativi “miracolosamente” intatti. Un “altro” suo portafogli era stato recuperato dalla polizia di San Diego il 7 febbraio.

Qui di seguito, quel che c’è da sapere per capire.

Nel suo “manifesto”, Christopher Dorner, denuncia la corruzione all’interno della polizia di Los Angeles, visceralmente razzista e pronta a premiare con promozioni ad incarichi di responsabilità o addirittura di supervisione ed indagine sulle violazioni del regolamento interno proprio gli agenti responsabili dei più infami abusi di potere (es. il caso Rodney King) punendo invece chi, come lui ed altri, aveva segnalato episodi di violenza ingiustificata, di bullismo nei confronti di cittadini e di altri agenti, nonché canti nazisti e l’uso di terminologie apertamente razziste nei confronti delle minoranze.

Christopher Dorner dichiara guerra ai poliziotti neri che tormentano i novellini bianchi per vendicarsi dei maltrattamenti subiti e così alimentano il ciclo dell’odio; dichiara guerra ai poliziotti bianchi che credono nella supremazia bianca; dichiara guerra ai poliziotti latinos che trattano come feccia altri latinos, solo per farsi accettare dai colleghi bianchi, come se non sapessero che i loro genitori o nonni arrivarono in America allo stesso modo, con scarsa conoscenza della lingua e dei loro diritti; dichiara guerra alle poliziotte pseudo-femministe che usano la carta del sessismo per ricattare e manipolare i colleghi maschi; dichiara guerra ai poliziotti di origine asiatica che restano a guardare le ingiustizie senza fare nulla perché “nella mia cultura non amiamo il conflitto”.

Si rivolge ai cittadini: “Perché dare valore alla loro vita quando chiaramente non danno alcun valore a quella vostra e dei vostri familiari?…Perché versare una lacrima per loro quando sorridono davanti al vostro lutto pensando ai soldi che guadagneranno con gli straordinari per essere stati sulla scena del crimine per 6 ore? Quando fotografano i corpi dei vostri cari con i loro cellulari e fanno a gara con i poliziotti di altri distretti per vedere chi ha il corpo più maciullato di quella notte?”.

Specialmente per queste ragioni, Christopher Dorner ha deciso di morire portando con sé quanti più poliziotti potesse ammazzare e magari anche i loro famigliari, “colpevoli” di aver coperto o ignorato la corruzione del coniuge o genitore. Si è dato alla guerriglia in America.

http://ktla.com/2013/02/12/read-christopher-dorners-so-called-manifesto/#axzz2Kpn8PcSG

Per questo motivo la caccia all’uomo ha portato alla sua uccisione deliberata (se spari 7 fumogeni in una baracca di legno sai che molto probabilmente prenderà fuoco, inoltre le TV locali hanno trasmesso le registrazioni di poliziotti che esortano a “bruciare il figlio di puttana”) e barbara (ma comprensibile, date le intenzioni del fuggitivo-guerrigliero).E’ stato mandato un messaggio agli altri cittadini: chi si fa giustizia da solo finisce così, non come Rambo.

La caccia all’uomo ha anche portato all’assalto di tre civili, sopravvissuti per miracolo a decine di pallottole sparate dalla polizia contro i loro veicoli, somiglianti a quello usato dal ricercato (una di loro ha ancora due pallottole nella schiena). 

Ora il manifesto sta circolando viralmente in rete, ma con quali conseguenze?

Poliziotti innocenti che fanno il loro dovere diventeranno dei bersagli, poliziotti fascisti che usano l’uniforme per dare sfogo alle loro peggiori pulsioni si sentiranno autorizzati ad usare la violenza per “autodifesa”.

D’altronde, è quello che hanno imparato dalle amministrazioni Bush e Obama (Dorner definiva i poliziotti corrotti e razzisti “combattenti nemici”, usando una classica, orwelliana formula della Guerra al Terrore):

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/01/14/amerikarma-obamamania/

Ci saranno altri casi come questo, sempre più frequenti, perché la società americana si sta disgregando sotto il peso dell’iniquità, del materialismo, del razzismo e del culto della violenza. Non ci dev’essere spazio per alcun compiacimento: il loro fallimento è il fallimento del genere umano e della sua civiltà. Abbiamo permesso ai peggiori di guidarci come un gregge sulla cattiva strada, sicuri che la democrazia ci avrebbe preservati da ogni degenerazione.

O cambiamo rotta, o finiremo male.

Le rivoluzioni si fanno con l’appoggio delle forze dell’ordine (la lezione spagnola)


PREMESSA
: sia chiaro che io sarei per principio contrario alle rivoluzioni/rivolte. Pur essendo contrario agli assolutismi dei pacifisti-nonviolenti, non mi piace per nulla l’idea di fare del male al prossimo e di distruggere i beni degli innocenti. Penso che nessuna persona sana di psiche/anima e non robotizzata/sociopatizzata dovrebbe desiderare farlo.
Se succederà sarà essenzialmente per colpa della sinistra moderata e dei suoi elettori, che hanno rifiutato di porsi come alternativa ed hanno creato quel tappo che sta facendo salire la pressione alle stelle. Le mie sono soprattutto delle constatazioni.

Sempre più i poliziotti in assetto anti-sommossa solidarizzano coi compagni fuori servizio che partecipano alle manifestazioni.

Ieri mattina sono apparse squarciate, in una caserma di polizia, le gomme di un centinaio di camionette, fatte venire da varie regioni per il servizio d’ordine della manifestazione contro i tagli.

http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2012/07/20/APESnIzC-crisi_madrid_rabbia.shtml

Yo tampoco voy a oponerme al pueblo cuando llegue el momento.

[Neanch’io ho intenzione di mettermi contro la gente quando arriverà il momento].

http://www.forodelguardiacivil.com/web/viewtopic.php?t=60615

Conferme da fonti spagnole che le autorità stanno perdendo il controllo delle forze dell’ordine

http://www.laglorieta.net/la-aume-recuerda-a-los-militares-que-pueden-manifestarse-el-15-s-a-titulo-individual-

http://politica.elpais.com/politica/2011/08/03/actualidad/1312390136_001099.html

http://www.20minutos.es/noticia/1541090/0/fuerzas-seguridad/protestas/recortes/

Madrid, la polizia si toglie il casco e invece di reprimere aderisce ai cortei

È successo in questi giorni: gli agenti hanno solidarizzato con i dipendenti pubblici e non solo, si sono seduti vicino a loro tra gli applausi. «Anche noi  siamo penalizzati dai tagli, molte nostre famiglie lamentano una situazione drammatica». Il Governo è infuriato, valuta sanzioni e provvedimenti disciplinari

Alberto Di Vita

 

MADRID – Poliziotti a Madrid che si tolgono il casco e solidarizzano con i manifestanti. Si siedono con loro, parlano con loro, in aperto contrasto con i colleghi che in altra parte della città reprimono duramente i manifestanti. Sembrano scene di “combutta col nemico”, degne d’altri tempi, invece è accaduto in questi giorni in Spagna. Gesti significativi, carichi di comprensione, da parte degli agenti, per chi protesta e anzi ne condivide i destini, come speigano essi stessi. Gesti silenziosi,  ma sembrano dire molto: “Noi non siamo qui a picchiare le brave persone, il nostro ruolo è reprimere il crimine, non la genete onesta che lavora e viene penalizzata”. Una sorta di “ammutinamento” – ma che in realtà tale non voleva essere – che ha fatto infuriare il Governo.

Tutto è iniziato domenica, quando migliaia di dipendenti pubblici si sono mobilitati, dandosi appuntamento dopo il calare del sole: così per diverse ore il centro di Madrid è stato bloccato dalla protesta contro i tagli del governo centrale che prevede, tra le altre cose, provvedimenti pesantissimi, come la soppressione della tredicesima, la riduzione delle ferie e dei permessi sindacali. Tra i manifestanti, c’erano insegnanti, operatori sanitari, funzionari e dipendenti della pubblica amministrazione, pompieri compresi.

PRIMO SGARRO: CORTEO NON PERMESSO – La marcia, svoltasi senza il consenso delle autorità, è stata organizzata grazie ai social network. L’intento degli organizzatori era di accamparsi davanti al Parlamento spagnolo, ma le strade erano bloccate per cui la folla si è radunata a “Plaza de Neptuno”. Poi hanno sfilato per alcune vie di Madrid e, vista l’impossibilità di raggiungere il luogo prefissato, si sono accampati di nuovo a “Plaza de Neptuno”.

Ed è qui che è avvenuto il fatto straordinario: l’approccio dei manifestanti, così diverso da quello che ha generato gli scontri violenti dei giorni scorsi; l’atmosfera festosa e pacifica ha suggerito ad alcuni poliziotti di togliersi i caschi e accamparsi assieme ai concittadini, tra gli applausi e le urla dei presenti. «Sì, possiamo» è stato il motto della serata, cantato sotto uno striscione con su scritto «Uniti si può»: tante le foto che stanno facendo il giro dei social network iberici.

ARRIVANO ANCHE GLI AGENTI FUORI SERVIZIO – Nel corso delle ore, altri applausi per agenti fuori servizio e con cani al guinzaglio che si sono aggiunti alla spicciolata. Finché, attorno alle due del mattino, un centinaio di agenti antisommossa è arrivato per lo sgombero e far riprendere normalmente il traffico. La partecipazione di altre forze dell’ordine e il clima ha impedito qualunque incidente: la manifestazione si è dispersa dopo qualche minuto di serena discussione.

Un fatto davvero insolito e che coinvolge lavoratori che, per natura e inclinazione, sono lontani da proteste e atteggiamenti eversivi, a dimostrazione dell’impopolarità del premier Mariano Rajoy dopo le misure anti-crisi. La carta dei diritti e dei doveri militari impedisce però ai militari di unirsi alle manifestazioni e la reazione del Governo e del Ministero degli Interni spagnolo non si è fatta attendere. L’agenzia di stampa Reuters, infatti, rende noto che si stanno valutando sanzioni e provvedimenti disciplinari, ascrivendo ai partecipanti i reati di ammutinamento e insubordinazione.

«CI UNIAMO AI CITTADINI» – A seguito dell’accaduto, lunedì i principali sindacati delle forze di sicurezza civili e militari hanno espresso l’intenzione di assecondare le proteste e parteciparvi. Il segretario della Asociación Unificada de Militares Españoles (AUME), Mariano Casado, si è fatto portavoce del malessere dell’esercito per le misure adottate dal Governo che «potrebbero portare molte famiglie a una situazione veramente drammatica» e lanciato un monito: «Siamo stati pazienti, tolleranti e solidali col Governo. Ma la nostra capacità di sopportazione ha un limite». Ha poi aggiunto che si uniranno alle proteste dei cittadini e che gli organi direttivi dell’associazione valuteranno l’opportunità proteste specifiche, pur garantendo il «pieno rispetto della legge».

Anche il Sindacato della Guardia Civile ha invitato ufficialmente i facenti parte del corpo armato ad unirsi alle proteste, anche in forma anonima. Esempio seguito dalla polizia municipale di Madrid, con la protesta che si estende a macchia d’olio.

Come riporta El Paìs, ieri diverse centinaia di agenti di polizia non in divisa, ma perfettamente riconoscibili per via dei berretti blu e delle magliette sindacali, si sono uniti alle proteste di Madrid. Alcuni di loro hanno accolto il Direttore Generale della Polizia, Ignacio Cosidó Gutiérrez, a suon di fischi e rumorosissime vuvuzelas prima di una cerimonia per la presentazione di nuovi agenti, per poi tornare a protestare a mani alzate e al grido di «dimissioni di Rajoy, mani in alto questa è una rapina».

AUMENTO DEGLI EMIGRANTI SPAGNOLI – La situazione dell’economia spagnola desta preoccupazione per la tenuta dell’ordine pubblico e non lascia molte speranze.  Aumentano gli spagnoli che decidono di emigrare, con un dato in crescendo del 44% rispetto al 2011, circa 12mila persone in più rispetto al solito.  Dopo tante proteste e malcontento, arrivano gesti simbolici da parte delle istituzioni più alte. Il re Juan Carlos e il principe Felice si sono ridotti del 7% lo stipendio in linea con le misure di rigore predisposte dal Governo: 21mila euro in meno per il re (percepirà 272mila euro circa) e 10mila per l’erede al trono (percepirà 141mila euro). Su richiesta della stessa Casa Reale, il budget a disposizione era già stato diminuito del 2% rispetto al 2011.

Sono gesti  non sufficienti a fermare l’ondata di protesta e le manifestazioni già programmate per giovedì, che non si fermeranno neanche dopo l’annuncio del Ministro delle Finanze, Cristobal Montoro, del ripristino della tredicesima natalizia per i dipendenti statali con stipendi inferiori a 962 euro, per allentare una situazione di esasperazione profonda.

http://www.ilvostro.it/esteri/madrid-la-polizia-si-toglie-il-casco-e-invece-di-reprimere-aderice-ai-cortei/49165/

Anche le forze dell’ordine italiane sono in rotta di collisione con i famigerati “poteri forti”

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/16/le-cause-della-rivoluzione-in-italia/

http://www.siap-polizia.org/it/sezione/posts/2396/lettera-unitaria-al-presidente-del-consiglio-monti.htm

I “mercati” hanno continuato a strizzare la gente per strappare loro ogni centesimo senza rendersi conto che ci andavano anche di mezzo gli uomini e donne (e rispettive famiglie) preposti a difendere lo status quo.

Ora ai politici, per salvarsi, non resterà che dare in pasto alle folle chi li ha manovrati/ricattati/corrotti.

Non se ne andranno senza combattere.
Ma se le forze dell’ordine solidarizzano in massa abbiamo le stesse chance che avevano gli Alleati dopo l’ingresso in guerra degli Stati Uniti.

Povero Matteo Renzi: l’uomo sbagliato, al momento sbagliato, nel posto sbagliato.

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