Sull’uso dei termini “Olocausto”/”Porrajmos” e sull’universalità del nazismo (Odifreddi ecc. parte II)

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Se dipendesse da me, costruirei una camera letale grande quanto il Crystal Palace, con una banda militare, che suona soavemente e un cinematografo che proietta immagini vivaci; quindi andrei fuori nei vicoli e nelle vie principali e li porterei tutti dentro, i malati, gli zoppi e gli storpi; li condurrei gentilmente e loro con un sorriso stanco mi ringrazierebbero; e dalla banda, soavemente, traboccherebbe un coro di Alleluia

D.H. Lawrence, 1908

http://en.wikiquote.org/wiki/D._H._Lawrence

Piena è la terra di superflui, corrotta è la vita a causa dei troppi; si potesse attrarli fuori da questa vita allettandoli con la “vita eterna”

Venisse una tempesta che scrollasse dall’albero tutto questo marciume e pasto di vermi…Venissero predicatori della morte rapida!

A ciò che sta per cadere si deve dare una spinta. A chi non insegnate a volare, insegnate a cadere più in fretta

Alla vita è necessaria anche la plebaglia? Sono necessari pozzi avvelenati e fuochi puzzolenti, e sogni sporcati e vermi nel pane della vita? 

Si è preso il partito di tutto ciò che è debole, malato, malriuscito, sofferente di per se stesso, di tutto ciò che deve perire (zu Grunde gehen soll), si è invertita la legge della selezione

Si devono sopprimere (abschaffen) i mendicanti; perché a dare loro qualcosa ci si arrabbia, e ci si arrabbia nel non dare loro nulla

F. Nietzsche

All’improvviso è lì, l’ospite di un altro mondo. Potrebbe venire tra mille anni, o anche domani. Che cosa faremo allora? Come ci proteggeremo da noi stessi, se assumerà ancora una volta la forma di un essere umano – uno che ovviamente non rassomiglierà per nulla ad Hitler, ma che potrebbe ad esempio essere calvo, con una lunga barba ed una voce paterna? Oppure giovane e in forma, dall’aspetto sveglio ed irresistibile? […]. Sedurrà la gente dalla testa ai piedi, come fece Hitler, e non solo la testa come fa il marxismo, o la pancia come fa il capitalismo. Gli crederanno, come credono in un dio, e saranno disposti a morire per lui, al fianco delle sue vittime, sentendosi finalmente vivi.

Harry Mulisch, “Criminal Case 40/61, the Trial of Adolf Eichmann An Eyewitness Account”, 2005, pp. 149-150.

L’hanno fatto in passato e probabilmente lo rifaranno anche in futuro.

Robert Servatius, avvocato difensore di Adolf Eichmann

Uso volutamente il termine Olocausto (“sacrificio”), in luogo del politicamente corretto Shoah (“catastrofe”), perché sono convinto che il mestiere dell’antropologo e dello storico richieda di tener conto delle persuasioni del proprio oggetto di studio, siano essi gli aztechi, o i nazisti.
Seguo l’esempio del rispettato storico britannico Goodrick-Clarke

http://en.wikipedia.org/wiki/Nicholas_Goodrick-Clarke

I giudici del tribunale di Norimberga non seppero identificare il male universale che operava dietro la facciata pubblica del Nazionalsocialismo. Mancò l’immaginazione morale che poteva aiutare a percepire il carattere apocalittico della civiltà che sorse nella Germania tra le due guerre, una civiltà fondata su una weltanschauung magica, che aveva sostituito la svastica alla croce. Prevalse l’unanime consenso sulla necessità di trattare gli accusati come se costituissero una parte integrale del sistema umanista-cartesiano occidentale. Non si vollero aprire gli occhi della gente sulla vera natura di questa inversione di valori. Si decise di classificare il tutto come aberrazione mentale e perversione sistematica degli istinti. Più facile parlare in asettici termini psicoanalitici che accennare alla possibilità che non si trattasse solo della psicopatia di un gruppo di delinquenti politicizzati.

Hitler e altri gerarchi nazisti erano fervidi credenti, stavano eseguendo un rituale e il movente era l’acquisizione di maggior potere. Gli ebrei erano il loro capro espiatorio e per questo furono sacrificati in un gigantesco esorcismo.

Ignorare la dimensione religioso-esoterica del nazismo – una teologia politica – e convincersi che sia stato un incidente di percorso, un’aberrazione, un corpo estraneo, è irresponsabile e anti-scientifico.

Nelle fasi di crisi, come quella attuale, possono verificarsi psicosi di massa, epidemie psichiche. Lo rimarcava Carl Jung al tempo dell’ascesa del nazismo: “Le antiche religioni, con i loro simboli sublimi e ridicoli, bonari e crudeli, non sono cadute dai cieli ma sono nate in quest’anima umana, la stessa che vive ancora oggi in noi. Tutte quelle cose, le loro forme primordiali, vivono in noi e possono in qualunque momento assalirci con la forza distruttiva, in forma cioè di suggestione di massa, contro la quale il singolo è inerme. I nostri terribili dèi hanno soltanto cambiato nome e rimano tutti in –ismo” (Jung, 1946).

Auschwitz può tornare.

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Adolf Hitler, discorso di Kulmbach, 5 febbraio 1928 – “Siamo diventati ciò che siamo grazie alla volontà della Provvidenza e fino a quando saremo autentici e rispettabili e valorosi nella lotta, fino a quando crederemo nella nostra grande opera e non capitoleremo, continueremo a godere dei favori della Provvidenza” (discorso a Rosenheim, Baviera, 11 agosto 1935). “Seguo i dettami della Provvidenza con la stessa confidenza di un sonnambulo” (discorso a Monaco, 15 marzo 1936). “Credo nella Provvidenza e la considero giusta. Perciò credo che la Provvidenza premia sempre chi è forte, intraprendente e retto” (Discorso a Norimberga, 11 settembre 1936). “Noi veneriamo esclusivamente la cura di ciò che è naturale, e di conseguenza, in quanto naturale, voluto da Dio. La nostra umiltà si afferma nella sottomissione incondizionata alle leggi divine dell’esistenza per come noi uomini riusciamo a comprenderle” (Norimberga, 6 settembre 1938). “Il giudizio sulla virtuosità di un popolo non spetta agli esseri umani ma va riservato a Dio” (Wilhelmshaven, 1 April 1939); “posso non essere un faro della Chiesa, un moralista da pulpito, ma sono un uomo intimamente pio, e credo che chiunque combatta valorosamente in difesa delle leggi naturali decretate da Dio, senza mai capitolare, non sarà mai abbandonato dal Legislatore e, alla fine, riceverà la benedizione della Provvidenza” (5 Luglio 1944); “Dobbiamo porre fine al costante e continuo peccato dell’avvelenamento razziale, per fare all’Onnipotente Creatore esseri quali quelli che Lui Stesso ha creato”.

Heinrich Himmler: “Esiste un solo Grande Spirito e noi individui siamo le sue temporanee manifestazioni. Siamo eterni quando eseguiamo la volontà del Grande Spirito, siamo condannati quando lo contestiamo nel nostro egotismo ed ignoranza. Se obbediamo, viviamo. Lo sfidiamo e siamo gettati nel fuoco inestinguibile. Le nostre esistenze fisiche sono come la guaina dei germogli di bambù. Per la crescita della pianta è necessario che cada una guaina dopo l’altra. Non è che la guaina corporale sia di importanza marginale, è semplicemente che la pianta-spirito è più essenziale e la sua sana crescita è di importanza primaria. Perciò non fissiamoci troppo sull’esistenza fisica ma, quando necessario, sacrifichiamola per un qualcosa di meglio. Perché questa è la maniera in cui la spiritualità del nostro essere si afferma”.

La religione hitlerista è la “Cristianità Positiva” ossia il Cristianesimo tradizionale spogliato di ogni cosa che non gli piacesse. La divinità di Hitler non era un “deus otiosus” ma un dio attivo, chiamato Creatore o Provvidenza che aveva creato l’universo ed un mondo in cui le varie razze dovevano combattersi per la sopravvivenza.

Nel “Politisches Testament: die Bormann-Diktate vom Februar und April 1945”, leggiamo: “Parliamo della razza ebraica per comodità linguistica, perché nel verso senso della parola, e da un punto di vista genetico, non esiste alcuna razza ebrea…La razza ebrea è prima di tutto una comunità di spirito. Antropologicamente l’Ebreo non dimostra quelle caratteristiche comuni che li farebbero identificare come una razza omogenea…Una razza spirituale è più robusta e tenace di una razza naturale”.

Chi crede che, in certi ambienti, anche tra le alte sfere, odiernamente, “certe cose non accadono”, è un “negazionista” e andrà incontro ad amarissime sorprese negli anni a venire.

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Guenter Lewy, Himmler and the ‘Racially Pure Gypsies’, Journal of Contemporary History, Vol 34(2), 201–214

In sintesi: il 12 dicembre 1938 ufficializza la campagna anti-Rom/Sinti (“combattere la pestilenza zingara”), ma precisa che i sanguemisti (Zigeunermischlinge) sono i veri responsabili del disagio sociale, mentre i purosangue vanno trattati diversamente. Gli uni e gli altri devono essere identificati e separati rigorosamente. I misti sarebbero rientrati nella stessa categoria degli ebrei, dei neri e dei meticci. GLI ZINGARI PURI DOVEVANO INVECE ESSERE PROTETTI.

A quel tempo, in Germania, c’erano oltre mezzo milione di ebrei, mentre gli zingari tedeschi erano circa 26mila.

Himmler era interessato ad esplorare le origini degli zingari e diede incarico alla famigerata organizzazione “scientifica” SS-Ahnenerbe (retaggio degli antenati/ancestrale).
Il 20 aprile 1942, in una conversazione telefonica, Himmler informa Heydrich che gli zingari non vanno sterminati: Keine Vernichtung der Zigeuner.
Il 16 settembre 1942 ordina che si faccia seria etnografia sugli zingari, studiandone la lingua e i costumi e proibisce la loro deportazione dai campi di concentramento ai campi di sterminio.

Il 13 ottobre 1942 si stabilisce che agli zingari autentici (fino a 8mila) non dovrà essere torto un capello. Dovranno godere di una certa, limitata libertà di movimento all’interno di una data area e potranno vivere secondo le proprie usanze, finché non violeranno le leggi tedesche. Persino i sanguemisti che le autorità zingare reputeranno essere “buoni zingari” potranno essere reintegrati come zingari “razzialmente puri”.

Gli altri, quelli giudicati troppo impuri, saranno sterminati in uno speciale settore di Auschwitz.

Biologi ed antropologi potevano circolare per il Reich alla ricerca di popolazioni zingare portando con loro un lasciapassare che li designava come incaricati di una missione di estrema importanza, urgenza e confidenzialità. Questi lasciapassare furono rilasciati fino a poche settimane prima della fine del conflitto.
Martin Bormann e altri criticarono queste decisioni di Himmler e cercarono di ostacolarlo, ma non Hitler.

Circa 15mila zingari non furono deportati nei campi di sterminio per via dell’ostinazione di Himmler e dei suoi collaboratori.

Ne consegue, a mio avviso, che il Porrajmos non è stato un olocausto, non è stato cioè il sacrificio di un popolo come capro espiatorio.

Sempre a mio avviso, Himmler ha mentito. Non ha senso salvare i “purosangue” e sterminare i “mezzosangue” figli di un genitore tedesco, dato che i tedeschi erano ritenuti ariani DOC o comunque poco meno ariani degli Scandinavi. Himmler aveva in mente qualcosa d’altro e quasi certamente orribile per i Rom/Sinti. Lo sapremo mai?

 

Odifreddi, il negazionismo e i due olocausti

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La nostra sola giustificazione, se ne abbiamo una, è di parlare in nome di tutti coloro che non possono farlo.

Albert Camus, da “L’artista e il suo tempo”

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Sottoscrivo ogni singolo punto toccato dal commentatore Metul:

In sintesi, la questione è semplice: è lecito il dubbio in una indagine storica?

A cosa si ridurrebbe la Storia senza il dubbio e la volontà di ricerca?

Il problema non è l’esistenza delle camere a gas, ma imporre per Legge che un fatto sia “certezza storica”.

Lo studio della Shoah è un tema delicato.

La stessa “unicità di questo orrore” che lo rende diverso da tutti gli altri stermini è oggetto di discussione tra gli storici.

Introduce surrettiziamente una classifica delle stragi.

Chi scrive condivide in toto l’opinione – prego notare il sostantivo – di Primo Levi. La Shoah rimane – per ora – un unicum.

La Shoah – e questo dimostra che 70 anni da questo orrore sono un istante – è una ferita che non si rimarginerà più. Ed è stata ferita – attraverso il dolore indicibile degli ebrei – l’umanità intera.

E’ un dato di fatto, però, che chiunque tenti un approccio storiografico non conforme all’ortodossia – che non significa negazionismo – viene immediatamente infangato.

Per quanto riguarda la tesi che le nostre conoscenze storiche siano mediate da film e letteratura, ricordo che in Italia sino al 1979 – anno in cui venne trasmesse la mini serie Tv Olocausto – la maggior parte della popolazione ignorava l’esistenza del dramma o ne aveva una idea vaga. La miniserie ebbe il merito di allargare la platea, prima ristretta all’ambito storiografico. Il risultato è che l’indagine storica sulla Shoah deve per forza essere anche emotiva (comprensibile per i milioni di persone che ne vennero travolte) bandendo il dubbio.

Credo che la Shoah sia ancora magma della nostra cronaca recente che ancora deve cristallizzarsi in Storia.

Spiace che persone come Riotta oppure Augias abbiano frainteso. E mi si permetta: uno con un tweet, l’altro con un sms. Dimostrando con lo strumento usato quanto tempo abbiano deciso di dedicare a un tema enorme.

Se fraintendono loro, non c’è speranza per gli altri.

Da ieri, il Prof. Odifreddi è un negazionista. Punto. Lo abbiamo classificato senza appello con un tweet. Nessun dubbio.

In questo il Dott. Augias ha torto: non ci dovrebbe essere un limite alla decenza, ma all’indecenza.

http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2013/10/17/che-cose-la-verita/comment-page-1/#comments

Questo è un tema che mi sta particolarmente a cuore, perché ho iniziato a bloggare essenzialmente per due ragioni, alle quali ho dedicato due categorie specifiche, fin dal principio. Una era “cambiamento climatico”, l’altra era “secondo olocausto”. Sono i miei due marchi di fabbrica. Me le sono trascinate dietro dal vecchio al nuovo blog, perché le ritenevo essenziali.
http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/verso-un-secondo-olocausto.html
http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/michael-seifert-e-adolf-eichmann-il.html

La prima categoria serviva per avvertire che in caso di ibernazione solare saremmo andati incontro ad una probabile glaciazione. L’ibernazione si sta verificando e tra pochi anni ne affronteremo le conseguenze (essendo completamente impreparati).

La seconda per avvertire che i tabù che circondavano le politiche di Israele e l’Olocausto (in particolare la Giornata della Memoria) stavano facendo montare una tale ondata di livore contro i sionisti che la corda rischiava di spezzarsi.
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/02/israele-la-destabilizzazione-del-medio-oriente-ed-il-neonazismo/

La questione siriana ha dimostrato che gli Stati Uniti non seguiranno Israele nelle sue “avventure” mediorientali e prima di qualche anno Israele e gli ebrei nel mondo ne affronteranno le conseguenze (essendo completamente impreparati).

I suddetti tabù stanno spingendo Israele sull’orlo del baratro. È un semplice meccanismo psicologico collettivo. La dissonanza cognitiva tra realtà e rappresentazione della realtà produce uno stress emotivo che prima o poi deve trovare uno sfogo e un capro espiatorio.

Io non voglio che gli ebrei (e con loro i palestinesi) accettino passivamente il loro ruolo di capri espiatori, come se fosse un destino biblico ineluttabile, ma è quello che sta succedendo. Non sarò complice di questa mostruosità, neppure indirettamente. Se le città israeliane saranno un giorno vetrificate, io soffrirò moltissimo, ma non voglio essere tra quelli che sono stati zitti per paura dei giudizi e malignità altrui.

Non lo faccio in nome dei miei antenati marrani, lo faccio in nome della mia coscienza.

A differenza di moltissime altre persone, ho cercato di vagliare il dibattito sull’olocausto ( = giudeocidio rituale), tra i negazionisti, i revisionisti e i loro critici.

Quest’analisi ha messo in discussione alcune delle mie più granitiche convinzioni. [Lo stesso è accaduto sulla faccenda del cambiamento climatico: ero un serrista]

Ora ritengo di avere solide ragioni per affermare che:

– ad Auschwitz e negli altri campi sono morti più gentili che ebrei;

– 6 milioni è una cifra inventata di sana pianta (oltre 4 milioni è più verosimile);

– è probabile che la maggior parte dei morti sia stata causata dagli stenti, dalle malattie, dalla consunzione, dalle sperimentazioni di massa, dalle marce della morte e dalle esecuzioni sommarie in giro per l’Europa (Einsatzgruppen).

– sulle camere a gas non mi sono mai espresso perché esistono delle incongruenze relative a questa questione che non so spiegare. Non posso dare ragione ai negazionisti, perché il caso non è chiuso, anche se loro sono convinti che lo sia. Ma al tempo stesso non posso, in tutta onestà, dire che il problema non esiste. Sull’uso del gas nell'”eutanasia” (es. Hartheim) accetto la posizione ufficiale, perché la ritengo assodata. Su altri aspetti della questione sono costretto a sospendere il giudizio, pur provando ribrezzo per le motivazioni retrostanti a certi revisionismi storici (ma non per quelle di ebrei, comunisti ed antifascisti che esprimono dubbi su certi elementi chiave della faccenda). Ad ogni buon conto, se anche un giorno si scoprisse che le incongruenze sono reali e siamo stati tutti vittime di un gigantesco abbaglio, come è già successo in passato (o nel presente: si pensi a tutte le persone straconvinte che sia sempre più caldo, anche se le temperature globali sono stabili da 15-17 anni a seconda delle misurazioni, e pronte ad attaccare chiunque faccia loro notare che si sbagliano), sarebbe ridicolo accusare gli ebrei anche di questo. Non è mai esistito un complotto ebraico di alcun genere. Se di mistificazione si deve parlare, allora questa è nata già negli ambienti nazisti e polacchi non ebraici e tendenzialmente antisemiti intorno al 1942, ed è stata poi sfruttata da certi ambienti sionisti e sovietici (per minimizzare gli orrori di Katyn), ai danni degli ebrei.

Se, e ribadisco SE, il revisionismo dovesse un giorno trionfare, gli ebrei non dovranno diventare nuovamente un capro espiatorio. Loro, come tutti, sono stati manipolati da ingegni psicopatici intenti a perseguire il proprio interesse ad ogni costo, senza alcuno scrupolo.

sherlock_cover“Eleva marcatamente il livello qualitativo delle tesi negazioniste” (Robert Jan van Pelt, accademico di riferimento tra i critici dei revisionismi/negazionismi dell’Olocausto)

Prefazione e intervista a Simon Crowell, accademico, strenuamente anti-nazista e anti-razzista, revisionista:

http://www.ninebandedbooks.com/pdf/sherlock_presskit.pdf

L’ossessione per il gas è comunque morbosa e inquietante e riaffiora nella disputa sull’uso del sarin in Siria, da parte del regime o dei ribelli, come una maledizione, come se fosse il discrimine finale in una guerra civile tra 4 o 5 fazioni che si massacrano a vicenda.

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La potenza simbolico-evocativa del gas, in una società in cui i bambini vengono allevati nella paura dell’annientamento e in uno stato di assedio permanente

Il culto dell’Olocausto e la fissazione per le camere a gas – degli uni e degli altri – è un culto di morte e può solo condannare a morte chi lo officia ritualmente, senza discernimento.
All’umanità serve il culto dei giusti tra le nazioni, il culto della vita e di chi la preserva:
http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/i-giusti-tra-le-nazioni-salvare.html

A me comunque basta difendere il diritto di Odifreddi di prendere quella posizione scomoda, nella speranza che i dibattiti possano non essere censurati in partenza.
Non è in ogni caso ammissibile che queste affermazioni possano configurarsi come un reato!
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/12/04/ciascuno-di-noi-non-ha-forse-il-sacrosanto-diritto-di-negare-i-crimini-israeliani-e-della-nato/

Ai miei occhi, non c’è che differenza tra ammazzare la gente nelle camere a gas o farla morire di stenti. Che siano 3-4-6-9 milioni gli ebrei ammazzati, non dovrebbe fare alcuna differenza sul giudizio di condanna assoluta. La Shoah/Olocausto è stata un evento unico nella storia.

A differenza della storiografia mainstream, io sono persuaso che il progetto occulto del nazismo fosse quello di sterminare tutti gli ebrei e la guerra dovesse servire appunto a quello (oltre che a satollare le oligarchie mondiali).
http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/la-famiglia-bush-e-il-terzo-reich.html
Non è detto che questo progetto fosse realmente noto all’infuori di certi circoli “esclusivi”
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/10/19/sulluso-del-termine-olocausto-e-sulluniversalita-del-nazismo-odifreddi-ecc-parte-ii/

Se i nazisti avessero vinto la guerra l’Olocausto sarebbe stato completato. Il fatto che intendessero sopprimere anche 20-30 milioni di slavi non ebrei a guerra conclusa non toglie nulla alla validità del criterio di genocidio applicato all’Olocausto e all’unicità dell’evento.

C’è ancora molto da capire di quell’evento, ma per qualche ragione si vuole occultare invece di disvelare, si accusa di negazionismo chiunque cerchi di andare più a fondo. Qualcuno [non solo sionista] preferisce che la verità resti celata.
Perciò trovo intollerabile che si voglia introdurre un reato che può solo far nascere sospetti che si stia cercando di nascondere qualcosa e che questo qualcuno che censura sia l’Eterno Ebreo, animatore ultimo della congiura plutocratica giudaico-massonica.

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Netanyahu, le sue manie demografico-razziali e il suo profilo psicologico
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/11/22/cosa-spinge-netanyahu-a-fare-quello-che-fa-il-rapporto-con-un-padre-molto-particolare/
causeranno verosimilmente un olocausto di ebrei, arabi, persiani (ecc.)
e non riesco a darmi pace di questo: è come vedere un tuo amico (non certo Netanyahu) che si sta autodistruggendo e non sai come fermarlo, lo avvisi, litighi e alla fine ti senti impotente e sai che comunque proverai un forte senso di colpa, anche se le hai tentate tutte.

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Un fenomeno analogo sta accadendo in Germania, dove Angela Merkel sta usando la Shoah/Olocausto per ammaestrare/addomesticare milioni di tedeschi che non possono essere ritenuti colpevoli per le infamie commesse da altri tedeschi diverse generazioni fa (la teutonofobia non è un razzismo più ammissibile degli altri)
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/02/05/no-angela-hai-torto-come-sempre/

*****

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P.S. Mi rivolgo a chi può aver sospettato che “non ho le palle di dire quel che penso riguardo alle camere a gas” (è successo).

Se fosse così non avrei sollevato la questione. Non esprimo un giudizio “definitivo” sulla questione perché sono incerto e sono incerto perché ho studiato questa questione abbastanza da dover concludere che sono ignorante in materia (so di non sapere), ma non a sufficienza da poter dire “hanno ragione questi”, oppure “hanno ragione quelli”.

Davvero non lo so e proprio per questo vorrei che certi nodi venissero affrontati.

Ripeto, non per pignoleria e non per sminuire la gravità dell’evento, ma perché il nostro futuro (non solo quello di Israele, della Palestina e degli ebrei nel loro complesso) dipende dalla nostra corretta comprensione del passato e dal nostro coraggio di affrontarne lo studio senza porre dei tabù.

Il nascente ghiacciaio del Pollino e la stalinizzazione della climatologia da parte dei governi NATO

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Grazie ai mesi di maggio e giugno particolarmente freddi e ancora nevosi in quota, quest’estate il ritiro dei ghiacciai valdostani si è arrestato e si registra ancora oggi un buon innevamento. Lo segnala Fondazione Montagna Sicura portando l’esempio del ghiacciaio del Toula (Monte Bianco), oggetto di monitoraggio, che il 25 luglio 2013 era innevato a circa 2.500 metri di altitudine (spessore tre metri) mentre lo stesso giorno del 2012 la neve si trovava sopra 2.900 metri (spessore due metri).

http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/valledaosta/2013/09/02/Estate-fresca-bene-ghiacciai-Vda_9233374.html

HolHadsconvenienti verità che in un mondo di cittadini informati farebbero crollare il baraccone serrista nel giro di un minuto

GISP2_50kyasconvenienti verità che in un mondo di cittadini informati farebbero crollare il baraccone serrista nel giro di un minuto

Arctic-climate IPCCCome l’artico doveva/dovrebbe essere tra il 2013 e il 2020, secondo i serristi

MSU RSS ArcticAndAntarctic MonthlyTempSince1979 With37monthRunningAverageI serristi fanno bene a preoccuparsi – i testimoni di Geova devono continuare a posticipare il Giorno del Giudizio e chi li prende sul serio?

NSIDC_Minimums_since_2006la più grande estensione di ghiacci artici dal 2006

post-558-0-18942400-1379794344più esteso, più spesso: righiacciamento più rapido

Documenti trapelati e visionati dalla Associated Press hanno rivelato le profonde preoccupazioni tra i politici per l’assenza di riscaldamento globale nel corso degli ultimi anni. La Germania [NATO] ha chiesto che i riferimenti al rallentamento della fase di riscaldamento siano cancellati, sostenendo che un arco di tempo di soli 10 o 15 anni è ‘ingannevole’ e ​​ci si dovrebbe concentrare su decenni o secoli [In questo caso, per coerenza, non si potrebbe neppure ancora parlare di riscaldamento globale – due pesi, due misure].

L’Ungheria [NATO] è preoccupata che la relazione del Gruppo intergovernativo di esperti delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico potrebbe fornire munizioni per i negazionisti del cambiamento climatico di origine antropica [Ci puoi contare, e il governo ungherese ha la credibilità di una vongola ubriaca].

Il Belgio [NATO] contesta l’uso del 1998 come anno di partenza per le statistiche, dato che è stato eccezionalmente caldo e suggerisce di utilizzare 1999 o il 2000, per ottenere una curva più rivolta verso l’alto [Non va bene il picco di caldo, ma va bene il picco di freddo immediatamente successivo, se serve a far impennare le curve – è scienza, questa? Oppure è una frode?]

La delegazione degli Stati Uniti [NATO] ha sollecitato gli autori del rapporto a dar conto della mancanza di riscaldamento utilizzando l’ipotesi principale, quella secondo cui il riscaldamento è in calo perché più calore viene assorbito dagli oceani, che si sono riscaldati [Perché solo ora? Perché il caldo, che per natura tende verso l’alto, se ne resta in basso per 15-17 anni? Perché solo a certe profondità? Perché l’oceano antartico continua a raffreddarsi? Perché il calore “rapito” dovrebbe rispuntar fuori in futuro?]

http://www.dailymail.co.uk/news/article-2425775/Climate-scientists-told-cover-fact-Earths-temperature-risen-15-years.html

Ognuno è libero di sparare le fesserie che crede, ma se lo fa argomentando o, peggio, vaneggiando di meteorologia, glaciologia e climatologia e sventola al contempo il suo dottorato (pure in corso d’opera), i suoi vaneggiamenti diventano una carta d’identità. Prevedere lo scioglimento completo del ghiaccio marino artico a marzo e ritrovarsi con un 60% in più dell’anno prima in settembre non mi sembra dia grosse garanzie di affidabilità, né tecnica, né deontologica. In pratica si dichiara apertamente di non sapere di cosa si parla nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore invece lo si sa, e, straparlando, si prende apertamente per i fondelli chi legge. E le anime belle del Sierra club si spellano le mani a furia di applausi, smettendo solo ogni tanto per stracciarsi le vesti per il disastro che ci attende. Questi sono gli scienziati del clima del futuro. Questo, infine, è il livello di conoscenza scientifica dell’argomento di quanti, secondo chi da le patenti di climatologo, sarebbero titolati a parlare. Auguri.

Guido Guidi sull’assurda previsione che l’artico sarebbe restato privo di ghiaccio nel 2013

http://www.climatemonitor.it/?p=33699

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POLLINO ALLA RIBALTA – Abbiamo già avuto modo d’evidenziare la notizia del nevaio ad inizio settembre, che ha certamente destato non poco scalpore, dato che stiamo parlando del cuore dell’Appennino Meridionale, fra la Lucania e la Calabria: questo residuo di neve continua ancora a resistere nonostante vada avanti l’inevitabile fusione. Le due nuove immagini che seguono mostrano quella che era la situazione di qualche giorno fa, per l’esattezza il 14 settembre 2013. Il nevaio sembra avere ancora una buona riserva per rimanere vivo a lungo, anche se molto dipenderà dalle condizioni meteorologiche dei prossimi giorni e settimane. Al momento è ancora troppo prematuro stabilire se il nevaio riuscirà addirittura a resistere fino a quelle che saranno le prime nevicate stagionali, attese nella seconda parte dell’autunno.

EVENTO STORICO – Mai era accaduto in tempi recenti che questo nevaio, monitorato da diversi anni, superasse praticamente indenne tutta la stagione estiva: a contribuire a questo straordinario evento sono state certamente le nevicate molto abbondanti in quota nel periodo fra gli scorsi inverno e primavera, tanto da accumulare un ingentissimo quantitativo di neve all’interno di questa dolina posta sul versante sud del massiccio montuoso a 2200 metri di quota: il tutto si trova incastonato su un terreno dalla particolare conformazione topografica favorevole al mantenimento del nevaio, nonostante l’esposizione a sud. All’inizio dell’estate infatti il nevaio aveva addirittura ben 10 metri di spessore, che gli hanno consentito di resistere per tutta la stagione estiva senza fondersi del tutto. Attualmente lo spessore del nevaio è di circa 1 metro o poco meno.

http://www.meteogiornale.it/notizia/29244-1-nevaio-record-pollino-nuove-spettacolari-immagini

image63ghiaccio antartico in stabile espansione

 (in contrasto con modelli serristi)

13-southerntemperature oceano antartico: in verde le previsioni dei modelli serristi. In rosso la realtà

 29195_1_1http://www.meteogiornale.it/notizia/29195-1-piccola-crisi-global-warming-in-diminuzione

Meteorologi di tutto il mondo prevedono un altro inverno molto freddo in Europa, sarebbe il 6° di fila!

http://www.meteoweb.eu/2013/09/meteorologi-di-tutto-il-mondo-prevedono-un-altro-inverno-molto-freddo-in-europa-sarebbe-il-6-di-fila/226256/ 

Clima: il global warming è molto più lento del previsto, calcoli dell’IPCC completamente sballati

http://www.meteoweb.eu/2013/09/clima-il-global-warming-e-molto-piu-lento-del-previsto-calcoli-dellipcc-completamente-sballati/227032/

Vanno a studiare gli effetti del global warming, rimangono bloccati per gelo e ghiaccio da record!

http://www.meteoweb.eu/2013/09/vanno-a-studiare-gli-effetti-del-global-warming-rimangono-bloccati-per-gelo-e-ghiaccio-da-record/225288/

icecover_current_newChi vi dice che l’exploit dell’artico di quest’anno è di importanza relativa è un fesso o cerca di ingannarvi: ha battuto tutti gli anni dal 2006 in poi, non solo il miserrimo 2012

“Ultimamente si è molto sentito parlare di estremi termici, e di raffreddamento globale. I dati delle temperature globali, come HadCrut 4, mostrano che il riscaldamento è svanito di colpo.

Analizzando i dati dell’ultima decade, una cosa è chiara: le temperature globali hanno mostrato numerosi segnali di raffreddamento più che riscaldamento.

Ne stiamo già percependo gli effetti. I dati HadCrut mostrano che il raffreddamento sta guadagnando terreno, mentre il riscaldamento è ormai iscritto nei libri di storia, deceduto ormai circa 15 anni fa.

Ci sono moltissimi segni che il pianeta si sta raffreddando:

– L’Artico ha guadagnato terreno: 60% in più di estensione dei ghiacciai, il valore più alto dal 2006;

– L’Europa Centrale ha vissuto ben cinque inverni più freddi rispetto alla norma, un record, e le previsioni per l’inverno alle porte lo qualificano già come il sesto di fila;

–  I dati dell’Express britannico riportano che la Terra si sta raffreddando e lo rimarca il Daily Mail, in un articolo dettagliato ed avvalorato da fonti autorevoli;

– Il Telegraph britannico ha riportato recentemente un trend di raffreddamento, citando lo scienziato climatico prof. Anastasios Tsonis della University of Wisconsin: “Stiamo già vivendo un trend freddo, che credo continuerà almeno per i prossimi 15 anni. Non c’è dubbio che il riscaldamento degli anni ’80 e ’90 si sia fermato.”

– Infine, i dati CET (Central England Temperature) del Met Office britannico: Le temperature annuali complessive mostrano una diminuzione di quasi un grado Celsius negli ultimi 13 anni.”

http://www.meteoweb.eu/2013/09/cambiamenti-climatici-gli-ultimi-dati-sono-inequivocabili-il-pianeta-si-sta-raffreddando/226261/

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Luca Mercalli (LM) contro un glacialista (Attività Solare – AS)

Domanda: E’ vero che il clima italiano si sta tropicalizzando?

Risposta L.M.: “Tropicalizzare è un termine poco adatto, fa schiamazzo mediatico ma non è adeguato scientificamente. Il clima terreste si sta riscaldando, moderatamente ai tropici, molto velocemente soprattutto sul Mar Glaciale Artico. Questo comporta che in media tutte le stagioni diventano ovunque
più calde (in Italia il CNR-ISAC di Bologna ha valutato in circa 1,5 C l’aumento termico nel corso degli ultimi due secoli), e che le ondate di calore anomale si fanno più frequenti e prolungate (come nel caso eccezionale del 2003). I ghiacciai alpini, che arretrano in modo accelerato negli ultimi trent’anni e le acque del Mediterraneo che si riscaldano ospitando specie ittiche aliene, sono due indicatori italici di una tendenza globale. Tuttavia esistono fluttuazioni locali, il fenomeno non si giudica su una sola stagione un po’ più fresca o più calda del solito o in un solo luogo, ma va osservato sul lungo periodo e a livello planetario. Non per niente si chiama ‘riscaldamento globale’!”.

Risposta A.S.: “Assolutamente no. Il mar Mediterraneo è un mare chiuso, con un limitatissimo scambio di acqua con gli oceani. Il risultato è una nota tendenza al riscaldamento all’aumento della salinità. L’eccessivo sfruttamento dovuto alla pesca perpetrato sia dalle nazioni che vi si affacciano, ma anche da altre nazioni europee e di varie parti del mondo, ha portato ad una riduzione del pesce autoctono favorendo l’arrivo e la proliferazione di pesce e molluschi che prima non trovavano il loro spazio vitale (vedi meduse). L’Italia è comunque una nazione per 3/4 immersa in questo mare, pertanto risente fortemente degli influssi “caldi” che vi si generano. Il clima terrestre si sta raffreddando già dal 1998 e in futuro diventerà inevitabilmente sempre più freddo. Ovunque, anche in Italia. Di esempi ne abbiamo tanti… come il Polo Nord, nel quale quest’anno c’è stata una chiara inversione di tendenza con un recupero dei ghiacci marini da record. Oppure il Sud America, dove ci sono state abbondanti nevicate. Oppure ancora gli stati del Sud degli USA, dove vi è una TOTALE assenza di Uragani… fatto dovuto alla limitata quantità di calore disponibile nel Golfo del Messico“.

Domanda: Quali riflessi ha sulla natura e su di noi?

Risposta L.M.: “La temperatura terrestre è attualmente la più calda che si conosca da circa 5000 anni, dato ottenuto dalla ricostruzione dei paleoclimi attraverso resti fossili e dati geochimici e glaciologici. Secondo gli scenari dei modelli matematici di simulazione dell’atmosfera, verso la fine di questo secolo si attende un ulteriore aumento tra 3 e 5 gradi, a seconda dei provvedimenti più o meno efficaci che la società globale vorrà assumersi. Quindi le conseguenze saranno comunque importanti, sia per l’ecosistema (migrazione/estinzione di specie vegetali e animali, maggior rischio di incendi forestali), sia per l’uomo (influenza sulla produzione alimentare, sulla salute per diffusione di malattie da insetti vettori da clima caldo, stress termico su popolazione anziana, danni da fenomeni estremi come tornado, uragani e piogge alluvionali, aumento del livello dei mari per la fusione dei ghiacci e pericolo per le città costiere)”.

Risposta A.S.: “La temperatura del pianeta segue un andamento ciclico ben preciso… dettato in primo luogo dall’attività solare e in secondo luogo dalla geometria dell’orbita terrestre intorno al Sole. Attualmente il trend è discendente. Dal 1998 al 2006 circa la temperatura si è mantenuta più o meno costante. Poi è iniziata la discesa. Prima lenta… poi via via più veloce. Rispetto al 1888 la temperatura risulta di 1°C circa più alto, ma rispetto al 1998 siamo scesi di 0.2°C circa… per lo più negli ultimi 3 anni. Gli studi paleoclimatici dimostrano che la temperatura media del pianeta non è mai salita oltre un “record” precedente. Da alcuni milioni di anni fa in poi, quando la temperatura media era superiore ai 30°C, la temperatura è scesa. E lo fa con cicli ben preci. Quelli caldi durano mediamente 12500 anni circa, quelli freddi circa 120.000. Tra un ciclo e l’altro c’è un periodo di transizione durante i quali le temperature oscillano violentemente e durante i quali si verificano anche molte delle estinzioni di massa. Tali periodi durano comunque 10.000 anni.
Le variazioni di temperatura media comportano comunque ripercussioni importanti sulla società umana.

Una diminuzione della temperatura comporta un aumento del consumo di energia, sia elettrica che termica (Petrolio e gas naturale). Ma anche e soprattutto una forte riduzione della capacità produttiva agricola. Gli ultimi 2 anni sono stati segnati da evidenti problemi al comparto agricolo…. prima per le abbondanti nevicate (2012) e poi per la ridotta durata della stagione “calda” (2013) che ha ritardato numerosi raccolti e impedito la maturazione di altri“.

Domanda: E’ vero che c’è un tappo di C02 che non permette il passaggio dell’aria e a cosa sarebbe dovuto?

Risposta L.M.: “Non si tratta di passaggio di aria né di tappi! L’anidride carbonica (CO2) è un gas presente in atmosfera in piccola quantità che ha tuttavia la caratteristica di assorbire e trattenere una parte del calore terrestre ricevuto da sole. E’ dunque un regolatore della temperatura del pianeta, più che un tappo immaginiamola come una invisibile coperta chimica. Se ce n’è poca fa freddo e subentrano le glaciazioni, se ce n’è molta fa via via più caldo. Due secoli fa, all’inizio della rivoluzione industriale, avevamo in atmosfera 280 parti per milione di CO2, oggi, per via della combustione di carbone, petrolio e gas, siamo a 400 ppm, il valore più elevato da ben 3 milioni di anni. In quelle condizioni remote tanto simili a oggi le analisi sedimentologiche ci rivelano che la Terra era più calda di almeno 3 gradi e il livello oceanico di almeno 20 metri più elevato, a causa della parziale fusione delle calotte glaciali polari. Ma allora Homo sapiens non c’era ancora, quindi andiamo incontro a condizioni del tutto inedite per la nostra specie!”.

Risposta A.S.: “Nessun tappo. La CO2 è uno dei gas serra presenti in atmosfera e rappresenta lo 0.05% di essi (1% dell’atmosfera). La capacità di produrre l’effetto serra non è mai stato scientificamente dimostrato. Tuttavia, il 99% dei gas serra è costituito dal Vapore Acqueo, che ha un potere di effetto serra molto maggiore rispetto a quello attribuito alla CO2. E bisogna sottolineare il fatto che di quello 0.05%, solo una piccola parte è di origine antropogenica. Purtroppo però il mondo è dominato dal Dio Denaro… e non potendo tassare il Vapore Acqueo, è stato “deciso” di tassare la CO2 e far credere che l’essere umano è talmente bravo e potente da modificare con poche molecole per tonnellata d’aria, la temperatura di un intero pianeta. Ovviamente non è così. Dietro la pagliacciata del Riscaldamento Globale Antropogenico c’è solo un grandissimo business… che sta provocando una riduzione della CULTURA e delle CAPACITÀ INTELLETTUALI allucinante.

Ad ogni modo, la scienza ha dimostrato ampiamente che l’andamento della percentuale di CO2 presente in atmosfera SEGUE, con un certo ritardo, quello della Temperatura media del pianeta. Questo meccanismo è regolato in modo preciso dalla temperatura degli oceani. Temperatura che sta diminuendo (questa però va vista alle diverse profondità, avendo il calore la tendenza a salire verso la superficie)”.

Domanda: Nel 2014 si prevede una glaciazione: cosa significa?

Risposta L.M.: “Nel 2014 non ci sono evidenze scientifiche di alcuna glaciazione, anzi, il trend di riscaldamento, sia pure con fluttuazioni interannuali, è destinato a continuare e a intensificarsi nei decenni futuri. La teoria della glaciazione imminente a causa di una presunta diminuzione dell’attività solare, è stata avanzata da un astrofisico russo ma non è stata riconosciuta dalle migliaia di scienziati che si occupano della ricostruzione del clima passato e della simulazione di quello futuro. Le fluttuazioni dell’attività solare ormai pesano poco rispetto al preponderante contributo dell’aumento della concentrazione di CO2. Sono tuttavia notizie che piacciono, perché ‘rassicurano’ un po’ come quando tra due medici che affermano l’uno che il fumo fa venire il cancro, l’altro che vi mantiene giovani e gagliardi, ovviamente la maggioranza è incline a credere al secondo e a etichettare il primo come Cassandra. Ma se si vogliono risolvere i problemi è bene invece non crearsi falsi alibi, e affrontarli una volta per tutte. Gli studi sul riscaldamento globale vanno ormai avanti da oltre un secolo e sono stati ampiamente confermati dai fatti, quindi basta perdere tempo, è ora di agire”.

Risposta A.S.: “Se sarà o meno una Glaciazione o una Piccola Era Glaciale, solo i posteri potranno dirlo. La tendenza è certamente al raffreddamento… Un raffreddamento iniziato dal 1998 circa e che continuerà sicuramente per alcuni decenni. Molto dipenderà dal ciclo solare 25. Se riuscirà ad essere FORTE (simile ai cicli 19, 21, 22 o 23), allora le temperature ricominceranno a salire tra una decina di anni circa. Se sarà debole come l’attuale 24, la tendenza sarà ad un lento raffreddamento per almeno altri 22-25 anni. Se il ciclo solare 25 dovesse risultare (come si evince da alcuni modelli matematici) ancora più debole rispetto all’attuale 24, allora bisognerà attendere 3 o 4 decenni almeno per sapere quale sarà l’andamento della temperatura. Ad ogni modo, nel 2014 si inizieranno a percepire gli effetti sul clima causati dal debole ciclo 24. Effetti che stiamo già iniziando ad intravedere“.
https://www.facebook.com/pages/Attivit%C3%A0-solare-Solar-Activity-/100364603439625?fref=ts

N.B. è più probabile che il ciclo 25 sarà insignificante, come hanno previsto gli stessi astrofisici che avevano previsto un ciclo 24 decisamente molto sotto tono. E allora ciao ciao Gore e ciao ciao Mercalli. Credibiltà azzerata.

I conigli mannari della climatologia – Vivendo, cantando che male ti fo?

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https://twitter.com/stefanofait

Chi sta seguendo il dibattito sul cambiamento climatico avrà notato che gli scettici sono meno aggressivi dei serristi (= “il recente cambiamento climatico non è un fatto naturale ma è causato essenzialmente dall’uomo”). Questo fatto è particolarmente evidente nei forum dei quotidiani, dove è diventato impossibile contestare certe affermazioni senza essere aggrediti con una violenza verbale inaudita.

Chi dissente (fosse pure un climatologo, un astrofisico, un geologo, un ingegnere, ecc.) viene bollato come ignorante, antiscientifico, corrotto, complottista, egoista, negazionista, ecc. Le sue ragioni e i dati che presenta vengono automaticamente ignorati, anche se sono i dati ufficiali impiegati da entrambi gli schieramenti, anche se le sue ragioni sono quelle di climatologi che, pur non avendo abbandonato la tesi che l’uomo è il principale responsabile, hanno espresso pubblicamente dei dubbi sulla spiegazione ufficiale. Tale è la coazione all’allineamento, che persino gli esperti – es. Hans Von Storch, Lovelock, Gavin Schmidt, Fritz Vahrenholt, Richard Lindzen, titolare della cattedra di Meteorologia al MIT, Judy Curry, ecc. – non devono mostrare incertezze e tentennamenti. Sono compagni che sbagliano. Cieca lealtà alla vera fede.

Gli inquisitori della vera fede arrivano a bruciare i libri dei dissidenti

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/05/02/cosa-motiva-i-fanatici-del-cambiamento-climatico-globale-causato-dalluomo/

E a raccomandare la loro rieducazione

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/04/05/ce-chi-mici-paragona-agli-schiavisti-ed-ai-segregazionisti/

Il CLIMA che si è creato è davvero insalubre, per la psiche e per la società e, pur dovendo ammettere che una parte di me se ne rallegra, perché se i serristi fossero così certi di avere ragione, essendo ancora maggioritari e godendo del totale appoggio dell’establishment (incluse le compagnie petrolifere, le banche d’affari e i leader politici più potenti e discussi), dovrebbero dimostrare maggior autocontrollo, liberalità, disponibilità al dialogo e confronto, curiosità e volontà di riesaminare le proprie posizioni alla ricerca condivisa della verità.

Così non è. Loro si giustificano spiegando che è uno stato d’emergenza e che noi siamo d’intralcio. Ma che minaccia possiamo rappresentare se è vero che il mondo scientifico, il mondo politico, il mondo economico, il mondo finanziario sono schierati dalla loro parte e la loro egemonia è inviolabile, soprattutto perché (a sentir loro), la loro visione del mondo è corroborata dalla realtà?

Invito a riflettere bene su quanto ho scritto. Golia ha davvero paura di Davide? E perché? Forse perché Davide ha la fionda, ossia ha l’evidenza empirica dalla sua parte? Forse si sentono molto più insicuri di quel che vogliono ammettere? Forse dopo anni di predicazione il fatto che i loro modelli si siano dimostrati TUTTI errati, che i ghiacci artici siano ancora lì, i ghiacciai alpini siano ancora lì, i ghiacci antartici continuino ad espandersi, gli inverni non siano più miti ma anzi più rigidi e nevosi, le temperature globali si siano stabilizzate nonostante l’anidride carbonica stia battendo ogni record, ecc.

Una persona assennata e desiderosa di avvicinarsi al vero, a questo punto, abbasserebbe la cresta e si degnerebbe di analizzare le tesi dei suoi interlocutori, rispettosamente.

Un fanatico, invece, si chiuderebbe a riccio ed uscirebbe solo per attaccare chi non la pensa come lui, invece di lasciarlo in pace ed attendere che rinsavisca.

Ecco, allora, alcune considerazioni sulla tolleranza, il pluralismo, la libertà d’espressione, l’apertura mentale, la curiosità, la ragionevolezza, la democrazia, la maturità morale e spirituale, il fanatismo

Un uomo che toglie la libertà a un altro uomo è prigioniero dell’odio, è chiuso dietro le sbarre del pregiudizio e della ristrettezza di pensiero

Nelson Mandela

Un fanatico è un uomo che fa ciò che ritiene che Dio farebbe se fosse veramente al corrente di come vanno le cose quaggiù

Anonimo

Il fanatico è un punto esclamativo che cammina. Non ha una vita privata. Appare come un altruista, visto che si interessa soprattutto agli altri. Ma non lo fa per capire l’altro, lo fa solo per costringere l’altro a essere ciò che lui pensa sia giusto essere. Per costoro, nessuna forma di mediazione è possibile.

Amos Oz

Il fanatico è un uomo che raddoppia gli sforzi quando si dimentica dei fini

George Santayana

Non essendo loro stessi giunti alla maturità dopo tutto, lo scopo fondamentale di ogni tradizione spirituale è la trasformazione e il dominio del proprio spirito – impongono agli altri una trasformazione che non sono riusciti a compiere, imposizione che è all’origine di odio, di attaccamento e di molte altre passioni negative che sono tipiche dell’integralismo.

Dalai Lama

Perché mai chi propugnava una teoria liberatrice e umanistica come il socialismo ha finito per fare del patibolo, delle prigioni, delle deportazioni e dei massacri i suoi mezzi? Davvero la pressione delle minacce contingenti giustifica tutto?

Valerio Evangelisti

Almeno due terzi delle miserie umane derivano dalla stupidità degli uomini, dalla loro malvagità e da quei grandi istigatori e giustificatori della malvagità e della stupidità: idealismo, dogmatismo e zelante proselitismo, frutti della religione o del pensiero politico.

Aldous Huxley

Una mente debole è come un microscopio: ingrandisce le piccolezze, ma è incapace di comprendere le cose grandi

Lord Chesterfield

Discutere con gente siffatta, sarebbe gettare via le perle. Basta semplicemente mantenere con loro una posizione ferma, che non implica inutili sforzi. Discutere con loro è non solo inutile, ma anche dannoso al nostro scopo. Essi vi costringono a dire più di quanto voi non vorreste, vi fanno irritare, vi provocano a sostenere cose inutili e poco precise, ad esagerare il vostro pensiero, e poi, lasciando da parte il nucleo essenziale del vostro discorso, si attaccano solo a questo

Lev Tolstoj

Se l’umanità ha un qualsiasi attributo che la distingue dagli animali, è la capacità di interrogarsi e di dubitare. Qualunque cosa o chiunque voglia sopprimere il desiderio di conoscere e capire va condannato. Quindi prego tutte le persone che hanno già raggiunto una conclusione, per quanto rapidamente, di consentire agli altri la possibilità di arrivare alle proprie conclusioni ragionandoci sopra con la propria testa.

Stefano Fait, per gli internauti in buona fede

Nulla, tranquillo. Non puoi capire. Non sforzarti che ti fa male la testa. Calmati rilassati e torna nel nulla. Fidati.

Stefano Fait, per i troll

Ciò che è giusto deve continuare ad essere giusto

Franz Stangl, comandante austriaco dei campi di sterminio di Sobibor e Treblinka

Comprese ad un tratto che tutto quel male di cui era stato testimone nelle case di pena e l’imperturbabilità di chi lo commetteva, proveniva dal fatto che gli uomini volevano compiere un’impresa impossibile: correggere il male, essendo essi stessi malvagi. Uomini corrotti pretendevano di correggere altri uomini corrotti e pretendevano di arrivare allo scopo per via meccanica. E come unico risultato, uomini bisognosi e avidi, che s’eran fatti una professione di questo preteso punire e correggere la gente, erano essi stessi corrotti fino all’estremo limite e non facevano che peggiorare le persone costrette a subire i loro maltrattamenti.

Lev Tolstoj

I predatori ci hanno dato la loro mente, che è diventata la nostra. La mente dei predatori è barocca, contraddittoria, tetra, ossessionata dal timore di essere smascherata. Benché tu non abbia mai sofferto la fame, sei ugualmente vittima dell’ansia da cibo e la tua altro non è che l’ansia del predatore, sempre timoroso che il suo stratagemma venga scoperto e il nutrimento gli sia negato. Tramite la mente che, dopotutto, è la loro, i predatori instillano nella vita degli uomini ciò che più gli conviene, garantendosi un certo livello di sicurezza che va a mitigare la loro paura.

Don Juan

L’ultimo anniversario di Israele?

 

Israele ha appena festeggiato i 64 anni dal giorno della sua creazione. Ormai reputo quasi certo che, a causa delle politiche dell’attuale governo israeliano, questo sia anche l’ultimo anno della breve ma intensissima storia di Israele.

Un commentatore del mio vecchio blog mi ha chiesto se conosco Gilad Atzmon. Confesso di non averlo mai letto e so solo che è detestato dagli antisionisti quasi quanto lo è dai sionisti. La cosa mi ha colpito, perché è un po’ quel che è successo a me e Mauro Fattor dopo la pubblicazione del nostro libro sull’Alto Adige e i suoi miti identitari.
Ho trovato quest’intervista, che credo possa esemplificare il suo pensiero.

Silvia Cattori: Il suo libro è stato appena pubblicato in Francia. Pur senza aver avuto una campagna promozionale, si sta vendendo bene, nonostante che i membri della Unione Ebraica Francese per la Pace (UJFP) e della International Jewish Antizionist Network (IJAN) abbiano lanciato una campagna contro di lei, all’interno del mondo della sinistra e dei movimenti di solidarietà con la Palestina, addirittura sei mesi prima dell’uscita della traduzione francese. È stupito da questi attacchi?

Gilad Atzmon: Come lei sa bene, sono anni che sono fatto oggetto di questo genere di campagne vili da parte degli ebrei antisionisti. È evidente come io sia percepito come un guastafeste. Non c’è da stupirsi: io sono contro qualunque forma di politica identitaria ebraica poiché le considero, tutte quante, esclusiviste e razziste. Purtroppo, allo stesso modo dei sionisti, molti gruppetti politici ebraici antisionisti sono apertamente impegnati in politiche altrettanto tribali, altrettanto razziste, altrettanto esclusiviste.

Ma esiste anche un problema ideologico. Io affermo apertamente che tutta la terminologia che loro usano è sbagliata. Il sionismo non è colonialismo, Israele non pratica l’Apartheid, e gli Israeliani non sono assimilabili ai sionisti. Il sionismo non è colonialismo: infatti, lo Stato ebraico dei coloni è privo di metropoli. Israele non è Apartheid: lo Stato ebraico non cerca di sfruttare i Palestinesi ma semplicemente di sbarazzarsene. In effetti, Israele si regge sulla filosofia dello spazio vitale, del Lebensraum. Detto in altre parole, lo Stato ebraico ha adottato l’ideologia razzista ed espansionista nazista. Ma gli ebrei che sono parte del nostro movimento [di solidarietà con i Palestinesi], non amano la similitudine con la Germania nazista. Di più, Israele non è esattamente il sionismo, e gli Israeliani non sono necessariamente sionisti. Israele è il prodotto dell’ideologia sionista e l’Israeliano è fondamentalmente un prodotto post-rivoluzionario. Ne consegue che il dibattito sionismo/antisionismo è molto poco pertinente con Israele, o nel quadro della politica israeliana. Riassumendo, tutta la terminologia che utilizziamo è ambigua, o addirittura fuorviante. E poiché io lo denuncio, immagino che sia del tutto naturale che alcuni vorrebbero eliminare il portatore di questo messaggio.

Silvia Cattori: In tanti la riconoscono come un pensatore serio e sincero in seno a questo movimento. La rispettano e ammirano. Lei ha il coraggio di incendiare il dibattito, infrangere i tabù, e di confrontarsi coi suoi detrattori con argomentazioni solide. Il fatto che l’UJFP in Francia e l’IJAN in Svizzera, per esempio, siano in grado di intimidire quanti l’apprezzano, pubblicano e invitano, non conferma forse la veridicità della sua posizione?

Gilad Atzmon: Queste officine ebraiche antisioniste non fanno che promuovere una causa tribale e marginale, raggruppano pochissime persone ma sono capaci di fare molto rumore. È chiaramente nell’interesse dei propugnatori del giudeo-centrismo mantenere in vita delle organizzazioni ebraiche dissidenti affinché detengano l’egemonia ebraica sul movimento di solidarietà con la Palestina e oltre. Tragicamente, ed è indubbio che sia così, questi movimenti non avranno mai alcuna possibilità di diventare movimenti di massa. Il loro messaggio è troppo esoterico. Così, ad esempio, perché mai una persona seria dovrebbe entrare in un gruppo di solidarietà se uno dei suoi principali obiettivi è la «lotta contro l’antisemitismo»? Se le persone sono realmente interessate al discorso della solidarietà con i Palestinesi, devono assicurarsi che si tratti di un movimento che sta diventando universale, un movimento guidato dalla compassione e da considerazioni etiche.

Forse vi sorprenderò. Io vorrei davvero vedere il maggior numero di ebrei possibile in questi movimenti; ma dovrebbero interessarsi di quelli che sono i veri problemi, cioè il calvario dei Palestinesi e la natura del potere politico ebraico. Fondamentalmente io studio il potere ebraico, è il mio oggetto di studio prediletto. Analizzo l’identità e la politica ebraica. Ed è del tutto sorprendente che i primi ad attaccarmi e a tentare di ridurmi al silenzio siano precisamente coloro che rivendicano di essere «attivisti ebrei della solidarietà con i Palestinesi». Già solo questo fornisce l’impressione che tali persone non sono affatto ciò che pretendono di essere, militanti della solidarietà. No, queste persone non sono altro che un’altra forma della AntiDefamation League.

Ma, lo sa, io sono felice di dibattere su questi temi. Se vogliono dibattere, che vengano a confrontarsi con me, a Londra o Parigi… se pensate che ho torto, venite a dibattere con me! Se sono in errore, venite a dimostrarmi le pecche del mio ragionamento: le mie informazioni sono erronee? Le mie argomentazioni parziali? No: in realtà nessuno è stato in grado di evidenziare il minimo errore nelle mie argomentazioni o nei fatti di cui parlo. Sanno solo ricorrere ad una trita tattica rabbinica, lanciare anatemi (herem). Perché ricorrono alla tattica talmudica? Perché probabilmente è esattamente ciò che sono, appartenenti al «popolo del libro» che perpetuano un orrido autodafé. Penso che se avessero potuto crocefiggermi, l’avrebbero fatto.

Silvia Cattori: I suoi detrattori sono determinati ad escluderla dal dibattito. È facile convincere quelli che non sanno nulla di come stanno le cose sostenendo che il suo polemizzare su giudaismo e antisionismo ebraico sarebbe alimentato da «razzismo» per il fatto che attribuisce «ad un intero gruppo di persone dei criteri negativi al fine di screditarli». Ma sono seri?

Gilad Atzmon: Allora, è sicuro che non sono seri. Io non mi occupo del giudaismo. Non critico niente del giudaismo anche se mi permetto di criticare talune interpretazioni che sono fatte dagli ebrei. Nemmeno critico con virulenza, in maniera generica, la politica ebraica, e l’antisemitismo ebraico in particolare. Ma le prime domande da sollevare qui riguardano il sapere perché a qualcuno dovrebbe essere interdetto dibattere sul giudaismo, la politica ebraica o l’antisemitismo ebraico. Il giudaismo è forse al di sopra di qualunque critica? La politica ebraica è forse intrinsecamente innocente? Gli antisionisti ebrei sono forse perfetti? È evidente che i miei detrattori aderiscono a questo giudizio, che più banale e inquietante non si potrebbe, secondo cui gli ebrei sono, in un modo o in un altro, dei prescelti, degli eletti, che il giudaismo è incontestabile e la politica ebraica intangibile. Ovviamente io non accetto questo approccio alle cose. Considerando l’impatto negativo che hanno le lobby politiche ebraiche nel fomentare una nuova guerra mondiale, criticare la politica ebraica significa amare davvero la pace.

Ci tengo inoltre a sottolineare che le preoccupazioni relative la «etnicità» o la «razza» sono estranee al mio lavoro. Nella totalità dei miei scritti non c’è il minimo riferimento agli ebrei in quanto «razza» o «etnia». Critico la cultura e l’ideologia ebraica in ragione del fatto che le organizzazioni IJAN, UJFP, ADL, la Zionist Federation, e compagnia, agiscono in quanto gruppi riservati ai soli ebrei e che le loro motivazioni sono ben lontane dall’essere universali o morali.

Silvia Cattori: Che mi dice «dell’antisemitismo classico» che le attribuiscono?

Gilad Atzmon: Dipende da cosa si intende per «antisemitismo classico». È vero che il XIX secolo ha prodotto una scuola di pensiero altamente critica nei confronti della cultura ebraica. Conosciamo bene questo dibattito tra Atene e Gerusalemme. Per quanto mi riguarda, era (e rimane) un dibattito molto interessante ed illuminante. Ha quanto meno avuto il merito di condurre generazioni di ebrei verso la riforma, l’umanesimo, la tolleranza.

In ogni caso siamo tutti d’accordo nel sostenere che l’antisemitismo è diventato un pensiero molto problematico, vile e criminale, nel momento in cui ha adottato una posizione biologica determinista. È dunque diventato fondamentalmente un discorso razzista darwinista. Ma, in un modo particolarmente scioccante, la politica ebraica (che sia di sinistra, destra o centro) si è imbevuta di questa sorta di attitudine razzista. Lei potrebbe, Silvia, aderire a uno di questi gruppi unicamente composti da ebrei che si pretendono «progressisti»? Io non credo. E sa perché? Non corrisponde affatto al profilo razziale indispensabile per esservi ammessa.

Silvia Cattori: Cosa risponde alle ricorrenti accuse di negazionismo?

Gilad Atzmon: Il negazionismo è, in tutta evidenza, una nozione sionista. Nessuno nega l’Olocausto, anche se alcune persone mettono in dubbio taluni elementi sul piano storico. Personalmente non prendo parte a dibattiti storici perché non sono uno storico. Tuttavia penso che la Storia debba rimanere un discorso aperto. Se qualcuno pensa che ho torto nell’affermare questo, che questa persona avanzi un argomento convincente. Ma attenzione: lui o lei dovrà anche spiegare cosa è inammissibile nella legge israeliana che riguarda la Naqba.

Silvia Cattori: Nel momento in cui si afferma che lei «attacca tanto gli antisionisti ebrei che i religiosi ebrei in termini razzisti », dunque, si mente?

Gilad Atzmon: Certo che si mente! È falso, è una totale deformazione dei miei scritti e del mio lavoro di ricerca. In tutti i miei scritti non si troverà alcuna critica del giudaismo o degli ebrei in quanto popolo, in quanto razza o in quanto etnia. Io non mi riferisco che alla sola ideologia, non al popolo. Sono irremovibile verso tutte le organizzazioni politiche riservate ai soli ebrei.

Considero taluni ebrei antisionisti e taluni ebrei di sinistra come «antisionisti sionisti» perché vedono nel loro essere giudei una qualità politica primaria. L’eminente sionista Haïm Weizmann ha detto: «Non esistono ebrei francesi, britannici, tanto meno americani. Ci sono solo ebrei che vivono in Francia, che vivono in Gran Bretagna o in America». Ciò significa che, nell’ideologia sionista, essere giudeo è una qualità primaria. Gli ebrei antisionisti o gli ebrei per la pace vedono chiaramente nel loro essere giudei una qualità primaria. Se non lo considerassero una qualità primaria, entrerebbero nel movimento per la pace e nel movimento per la solidarietà con la Palestina come tutti gli altri. Le ideologie ebraiche sono molto diverse le une dalle altre su numerose questioni. Ma tutte quante concordano su taluni punti fondamentali: l’Elezione, l’esclusivismo, la segregazione. La sola cosa in cui credono tutte, a l’unanimità, è che gli ebrei sono, in un modo o in un altro, il popolo eletto. Del resto, se gli ebrei non avessero niente di speciale, perché agirebbero attraverso gruppi in cui solo gli ebrei sono ammessi?

Silvia Cattori: Le rimproverano anche di suggerire l’idea che «l’oppressione colonialista israeliana non è frutto del sionismo ma il risultato del giudaismo».

Gilad Atzmon: Di nuovo, una caricatura. Per cominciare, lo ripeto, io non parlo del giudaismo, destrutturo l’ideologia ebraica. Posso arrivare a domandarmi quali siano le tracce giudaiche in una ideologia ebraica contemporanea. Per esempio, mi domando in che modo il Deuteronomio influenzi l’ideologia ebraica. Oppure chiedermi quale sia il significato del Libro di Esther. Tuttavia, del resto, affermo non essere il «sionismo» a far soffrire il popolo palestinese, ma lo Stato ebraico. E lo Stato ebraico lo fa in nome del popolo ebraico. Se Israele si autodefinisce come Stato ebraico, se i suoi carri armati sono decorati dai simboli ebraici, dobbiamo essere autorizzati a chiederci chi siano gli ebrei, o no? O ancora cosa sia il giudaismo e l’essere giudei. Nel mio lavoro io faccio un distinguo tra il sionismo e il discorso israeliano. Affermo che Israele non è guidato dal sionismo e che il sionismo è un discorso della diaspora ebraica che sta perdendo ogni rapporto con l’oppressione che subisce il popolo palestinese.

[…]

Silvia Cattori: La sua motivazione profonda non è, dunque, solo quella di allertare i Goyim (i non ebrei) e invitarli a smetterla di essere guidati dal senso di colpa, a cessare di sottomettersi, cessare di lasciarsi umiliare. Ma anche di far comprendere che, fin tanto che non ci sarà libertà di parola, Israele può continuare a guadagnare tempo per rendere la sua morsa sulla Palestina irreversibile?

Gilad Atzmon: Ai miei occhi non esiste differenza tra ebrei e non ebrei. Il mio desiderio più grande è di poter dire quello che voglio dire. Penso che il mio messaggio sia veramente cruciale per tutti quelli che cercano la pace, siano essi ebrei o Goyim. Per me, è evidente che Israele e le lobby pro-Israele spingono incessantemente e sempre più verso il conflitto. Israele e i gruppi di pressione rappresentano ormai la più grande minaccia per la pace mondiale. È chiaro, anche, ai miei occhi, che le comunità ebraiche non frenano né Israele né le lobby. E il messaggio, per noi, è molto chiaro: è nostra l’incombenza di salvare il pianeta. Questo pianeta, dove viviamo. Siamo seduti su una bomba a orologeria. Dobbiamo svegliarci, dobbiamo esprimerci, prima che sia troppo tardi.

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