Per una sociologia del complotto

teoria del complottoteoria del complotto 1

Ed io vi dico invece, brava gente,

che i patrizi si curano di voi

col più caritatevole riguardo.

Quanto a quel che vi manca,

ciò che soffrite in questa carestia,

alzare contro lo Stato romano

le vostre mazze, è come alzarle in aria

con l’intenzione di colpire il cielo:

esso seguiterà per la sua strada,

spezzando mille, diecimila ostacoli

più forti che non possa mai sembrare

quello di questa vostra opposizione.

Quanto alla carestia, sono gli dèi

che l’han voluta, non punto i patrizi,

e davanti agli dèi sono i ginocchi,

non le braccia, che possono soccorrervi.

Ahimè, che voi vi fate trascinare

dalla disgrazia dove altri malanni

v’aspettano, a calunniar così

e maledir come nemici gli uomini

che reggono il timone dello Stato

e di voi son pensosi, come padri.

Menenio (Coriolano, Atto I, Scena I)

La società contemporanea è simultaneamente complottista ed anti-complottista

http://fanuessays.blogspot.it/2011/11/complottisti-ed-anticomplottisti-sono.html

Le persone dotate di una modica quantità di lucidità non possono fare a meno di concludere che le élite sono impegolate in una miriade di complotti: dalle menzogne sulle armi di distruzione di massa, ai cartelli per tenere artificialmente ed illegalmente alti i prezzi di certi beni e risorse, al Watergate, agli accordi tra politica e finanza per garantire l’impunità di certe persone, agli insabbiamenti delle inchieste più delicate, agli accordi tra stato e mafia, agli accordi tra democrazie e dittature o teocrazie, ai servizi segreti “deviati”, ai golpe sponsorizzati, agli attacchi speculativi concordati contro certe nazioni e certe valute, al controllo delle valutazioni delle agenzie di rating, agli accordi sottobanco tra banche centrali e banche, agli inciuci, agli attentati simulati (false flag) come quello previsto nell’operazione Northwoods

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/08/13/cuba-1962-siriairan-2012-operazione-northwoods-false-flag-per-invadere-cuba/

ed altre operazioni di propaganda per scatenare delle guerre

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/07/27/uninchiesta-del-guardian-ci-spiega-chi-ci-vuole-portare-in-guerra-e-perche/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/11/il-bilderberg-2012-decide-le-sorti-della-siria-e-del-mondo-articolo-del-guardian/

alla nomina ai più alti uffici di persone al servizio di interessi privati

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/01/17/il-grigiocrate-mario-monti-nellera-dei-mediocri-di-augusto-grandi-il-sole-24-ore-premio-saint-vincent/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/19/sergio-romano-spiega-il-club-bilderberg-ma-unimmagine-vale-piu-di-mille-parole/

alla creazione di finti movimenti spontanei

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/10/tea-party-il-totalitarismo-anarchico-alla-conquista-degli-stati-uniti/


Disprezza pure la scienza e la ragione,

supreme forze umane,

lascia che il Mentitore ti ammaestri

nelle arti di abbagli e di magie,

e io ti avrò senza condizioni

Mefistofele – Faust (Goethe)

 

Le élite (o, per meglio dire, quella parte dell’oligarchia mondiale che non è formata da persone di buona volontà e che, al momento, è largamente egemone) hanno tutto l’interesse a convincere le masse che gli scettici siano dei paranoici, che tutto procede per il verso giusto e le pecore possono dormire sonni tranquilli. Poiché il livello di credulità ed auto-inganno di molti (inclusi molti giornalisti) è stupefacente, non incontrano troppe difficoltà.

La cospiranoia – demonizzazione degli scettici – è una tecnologia sociale di controllo che stabilisce i confini del “discorso responsabile” e riflette il consenso delle élite sulla natura fondamentale della realtà sociale, conformemente ai propri interessi di classe:

Nel famoso libro L’élite del potere, del 1956, C. Wright Mills sostiene che negli Stati Uniti la politica è dominata da una ristretta e potente élite formata dalle persone che presiedono le maggiori organizzazioni: la burocrazia pubblica, le grandi corporations e le forze armate. Il capitalismo avanzato esige che si prendano decisioni fortemente coordinate e di ampia portata, quindi i dirigenti delle grandi organizzazioni sono costantemente in contatto e spesso assumono in modo informale decisioni di rilievo politico e sociale. Come hanno confermato anche recenti e accurate ricerche, questa élite del potere è composta da persone con un’estrazione sociale molto simile: sono nati in America da genitori americani, provengono da aree urbane, sono in prevalenza protestanti, hanno frequentato gli stessi college, provengono in maggioranza dagli stati dell’Est, si conoscono personalmente e hanno atteggiamenti, valori e interessi molto simili. Con i loro rapporti costituiscono un “direttorio intrecciato” che coordina iniziative e attività. Direttamente sotto questa élite, che opera in modo informale e invisibile, esiste un livello intermedio di gestione del potere, costituito dal settore legislativo, dai gruppi d’interesse e di pressione e dagli opinion leader locali. A un terzo e più basso livello si colloca la massa dei cittadini non organizzati”.

http://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/sociologia/Lo-Stato-e-il-sistema-politico/Il-controllo-del-potere/Le-teorie-delle—lite-.html

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/04/02/succinto-trattatello-sulloligarchia/

In questo modo si afferma un pensiero convenzionale che è un mezzo incredibilmente efficace per consolidare l’egemonia della classe dirigente attraverso il controllo del dissenso e la traduzione degli interessi della classe dominante in quelli della nazione nel suo complesso (es. austerità neoliberista).

Si viene additati come complottisti per il semplice fatto di evocare quello che è un caposaldo della sociologia italiana ed internazionale: ogni classe dirigente si sforza di mantenere l’egemonia e, se necessario, lo fa con metodi cospiratori. La spiegazione alternativa fornita dall’establishment è che la classe dirigente sia indecisa, incoerente, incompetente, dottrinale o, quando il gioco si fa veramente sporco, folle (cf. Peter Bofinger https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/05/17/bagnai-piga-e-gli-zombie/). Si esclude a priori l’opzione “tacita collusione”, “crimine” e “alto tradimento”, nonostante la voluminosa letteratura sociologica dedicata alle élite al potere ed alla “devianza delle élite”.

Le nazioni e gli uomini si circondano di un apparato materiale che corrisponde esattamente al loro…modo di pensare. Osservate come ogni verità e ogni errore, ciascuno il pensiero di qualcuno, si rivestono di società, case, città, lingue, riti, giornali. Osservate le idee del presente…vedete come il legname, il mattone, la calce e la pietra hanno assunto una forma conveniente, obbediente all’idea dominante che governa le menti di tante persone… ne consegue, naturalmente, che il più minuscolo ampliamento delle idee…produrrebbe i più impressionanti cambiamenti delle cose esterne.

R.W. Emerson

La falsa coscienza indotta dalla propaganda mediatica è tale che persino persone laureate in sociologia si fanno buggerare da questa tattica dei poteri forti, poche migliaia di persone (< 100mila) che, accomunate dall’estrazione sociale,

http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/la-famiglia-bush-e-il-terzo-reich.html

dominano miliardi di altre persone, ricalibrando le loro iniziative in forum esclusivi e attraverso think tank, figure chiave negli ambienti accademici, giornalistici ed intellettuali ed organizzazioni transnazionali (cf. Gruppo Bilderberg, Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, World Economic Forum di Davos, Banca dei regolamenti internazionali, Organizzazione Mondiale del Commercio, Council of Foreign Relations, Commissione Trilaterale, Bohemian Grove, Gruppo degli Otto, Trans-Atlantic Business Council, ecc.)

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/10/16/la-perniciosa-influenza-planetaria-delle-fondazioni-e-think-tank-degli-stati-uniti/

Lo scopo è quello di convincere il maggior numero possibile di persone che l’attuale sistema plutocratico (modello capitalista anglo-americano – e, recentemente, tedesco) funziona o comunque tornerà a funzionare se le masse faranno altri sacrifici.

*****
I poteri del capitalismo finanziario avevano un obiettivo più ampio, niente meno che la creazione di un sistema globale di controllo finanziario in mani private in grado di dominare il sistema politico di ciascuna nazione e l’economia mondiale nel suo complesso. Questo sistema andava controllato in stile feudale dalle banche centrali di tutto il mondo, agendo di concerto, per mezzo di accordi segreti raggiunti in frequenti incontri privati e conferenze. Al culmine della piramide ci doveva essere l’elvetica Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) di Basilea, una banca privata posseduta e controllata dalle banche centrali mondiali che a loro volta erano imprese private…non bisogna immaginare che questi dirigenti della principali banche centrali del mondo fossero loro stessi dei ragguardevoli potenti nel mondo della finanza. Non lo erano. Erano piuttosto dei tecnici e gli agenti dei massimi banchieri commerciali delle loro rispettive nazioni, che li avevano allevati ed erano perfettamente capaci di liberarsene…e che rimanevano in gran parte dietro le quinte…Questi costituivano un sistema di cooperazione internazionale e di egemonia nazionale più privato, più potente e più segreto di quello dei loro agenti nelle banche centrali. Il dominio dei banchieri commerciali era fondato sul controllo dei flussi di credito e dei fondi di investimento nelle loro nazioni e nel mondo….potevano dominare i governi attraverso il controllo dei debiti nazionali e dei cambi. Quasi tutto questo potere era esercitato dall’influenza personale e dal prestigio di uomini che in passato avevano dimostrato la capacità di portare a compimento con successo dei golpe finanziari, di mantenere la parola data, di mantenere la mente fredda nelle crisi e di condividere le loro opportunità più vantaggiose con i loro associati.

Carroll Quigley, docente di storia, scienze politiche e geopolitica a Princeton, Harvard e Georgetown e mentore del giovane Bill Clinton, da “Tragedy and Hope: A History of the World in Our Time” (New York: Macmillan, 1966).

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/11/27/complottismo-for-dummies-le-trame-finanziarie-spiegate-al-bruco-del-mio-basilico/

L’archetipo di Atlantide e la Sindrome di Faust

Tutte le immagini sono tratte dalle cerimonie di apertura e chiusura dei giochi olimpici di Londra

La Sindrome di Faust è un tipo di mentalità che abbiamo sviluppato con l’agricoltura e che si è irrobustito con la diffusione del radicale dualismo gnostico-cartesiano tra ego e natura. Utili riflessioni su questo tema possono essere trovati nel pensiero di Hans Jonas e Carl G. Jung, in particolare nella loro disamina del modo in cui ci siamo estraniati dal mondo e dalla trascendenza, diventando integralmente alienati, suscettibili di depressione cronica, fuga dalla realtà e megalomania (inflazione di ego), a seconda dei casi.

Filemone e Bauci sono agli antipodi di Faust.

La leggenda di Filemone e Bauci è di origine greca ma appare per la prima volta in forma completa nelle Metamorfosi di Ovidio (43 a.C. – 17 d.C.), un autore pre-cristiano che però conferisce alla narrazione un carattere riconoscibilmente, profeticamente cristiano. Abbiamo la lavanda dei piedi, la mancata ospitalità punita con una distruzione da fine dei tempi, la moltiplicazione del vino e del cibo, l’identità divina e insieme umana degli ospiti. La ospitalità viene descritta come al tempo stesso un obbligo ed un’opportunità di maturazione e compimento, di completamento. Una vita inospitale è una vita insalubre. Il mondo non ci ha chiesto di nascere qui ed ora, però ci ospita. Filemone e Bauci si donano al prossimo, si pongono al servizio del prossimo, ossia dimostrano di essere capaci di amare il prossimo come amano se stessi. Chi si chiude narcisisticamente in se stesso si chiude alla vita e si condanna alla distruzione, come i vicini inospitali della coppia mitica. Gli unisono ospitali, pur essendo poveri, e i loro desideri vengono esauditi: diventano sacerdoti di Apollo e viene concesso loro il privilegio di un reciproco amore eterno. Gli altri, che hanno i mezzi per ospitare e non lo fanno, saranno spazzati via dalla faccia della terra.

Si comportano come i Proci dell’Odissea. Vogliono tutto per se, come il Faust di Goethe.

Nella seconda parte dell’opera, Faust è un imprenditore capitalista che porta avanti un titanico progetto ingegneristico ed urbanistico con l’assistenza di Mefistofele. Ma sulla sua strada incontra un ostacolo, una coppia di anziani di nome Filemone e Bauci che vivono poveramente in una piccola capanna. Sono molto ospitali e generosi, specialmente con i naufraghi (cf. richiamo al Diluvio ovidiano), ma sono anche tenacemente legati al loro angolo di mondo e non lo vogliono veder sparire sotto i colpi del “progresso”.

Faust non sa bene cosa fare, ma desidera con tutte le sue forze gratificare il suo ego e portare a termine il suo progetto. Mefistofele gli ricorda che il diritto sta sempre dalla parte dei forti: “E perché vuoi fare dei complimenti? Non devi forse colonizzare?”. Faust approva: “Allora andate e liberatemi di loro”. Acconsente così ad un doppio omicidio in stile mafioso (un incendio doloso). La volontà di dominio dei forti non tollera interferenze, vuole imporre il suo sigillo sulla storia e sul mondo, sacrificare il presente al Moloch di un futuro in cui i posteri non hanno alcuna voce in capitolo, dovendosi limitare ad accettare il fatto compiuto. Nel Faust non c’è un lieto fine come in Asterix, dove il piccolo villaggio gallico continua a resistere agli invasori romani. Faust costruisce il suo Mondo Nuovo sfruttando il servaggio, i sacrifici, la sofferenza altrui, la rapina, la pirateria, la corruzione, l’inganno, la violenza: come un conquistador, come un emissario coloniale sul libro paga della Compagnia delle Indie. Goethe ci insegna che il demonismo titanico è il demonismo di una certa imprenditoria capitalista priva di coscienza, di lungimiranza, di una pur minima attenzione al bene comune. Faust, prima di redimersi, assomiglia sempre di più alla sua mefistofelica guida ed assistente, che ama il vuoto, è il vuoto, in quanto odia la creazione, è necrofilo, detesta la vita e preferisce l’inerzia – la medesima descrizione che Dostoevskij dava dell’Anticristo. Faust è, junghianamente, l’ombra dell’uomo. I paralleli con il nostro tempo si sprecano. Per esempio, Mefistofele suggerisce al re di emettere obbligazioni e moneta assicurando, truffaldinamente, che il suo regno sta seduto su immense miniere d’oro (che in realtà non esistono). Una preveggenza stupefacente perché anticipa di due secoli certe pratiche finanziarie (derivati) che hanno distrutto l’economia reale nella prima Depressione ed in quella contemporanea.

L’archetipo atlantideo, che attraversa i secoli, è quello di una civiltà intossicata dalla propria bramosia di potere, che alla fine si autodistrugge. Il messaggio morale è che il progresso tecnologico dissociato da quello morale ed un progresso materiale inseguito ossessivamente per compensare la perdita dei poteri spirituali delle origini è satanico o comunque autolesionistico. Quanto più l’umanità si allontana dalla sua sorgente spirituale, tanto più si solidifica ed oggettifica, si fa meschina, stolida, nociva per tutto ciò che la circonda. Le più attente e rigorose disamine dell’immensa letteratura dedicata al simbolismo ed al mito atlantideo (Vidal-Naquet, 2006; Godwin, 2011; Ciardi, 2011) sembrano indicare che nel corso dei secoli decine di letterati, pensatori più o meno seri e più o meno pittoreschi, si sono trovati d’accordo almeno su un punto: la nemesi dell’ipotetica/simbolica civiltà di Atlantide giunse quando gli abitanti del misterioso impero abusarono delle loro conoscenze avanzate per dominare le forze naturali. Quel che più veneravano li distrusse. La loro tecnoscienza produsse la loro caduta, perché fu posta al servizio di finalità meschine, cieche, egoistiche, crudeli, vili, da superuomo nietzscheano:

“L’essenziale di una buona e sana aristocrazia è che essa…accolga con tranquilla coscienza il sacrificio di innumerevoli esseri umani che per amor suo devono essere spinti in basso e diminuiti fino a diventare uomini incompleti, schiavi, strumenti” (F. Nietzsche, “Al di là del bene e del male”).

Una mentalità che ritroviamo, pari pari, in un’intervista alla escort Terry de Nicolò del 16 settembre 2011:

“Qui vale la legge del più forte e se sei onesto non riesci a fare un grande business. Se vuoi i grandi numeri devi rischiare il culo. Più in alto devi andare e più devi passare sui cadaveri ed è giusto che sia così. Però qui non viene capito, perché c’è un’idea cattolica, c’è un’idea morale. Quello che mi fa incazzare è l’idea moralista della sinistra che tutti devono guadagnare duemila euro al mese, che tutti devono avere diritti. No, no. Qui è la legge di chi è più forte, di chi è il leone. Se tu sei pecora rimani a casa con duemila euro al mese. Se invece vuoi ventimila euro al mese devi entrare in campo e ti devi vendere la madre, mi dispiace ma è così”.

L’archetipo atlantideo in politica modella società in cui gli individui non possono crescere intellettualmente e psicologicamente e sono istruiti a credere che la realtà può essere rimodellata e negoziata a piacimento, che non esistono principi morali che non dipendano dalle circostanze e che quindi l’utile giustifica ogni cosa mentre solo chi è eccellente, superiore, sa istintivamente cosa è meglio e cosa è peggio per tutti.

“Atlantide” è una società in cui si accetta la volontà altrui e ci si adatta finché la controparte è più forte. È la forza a stabilire cosa sia giusto e sbagliato, cosa sia lecito e cosa precluso. L’istruzione è nozionistica e serve unicamente a fabbricare uomini-robotici ben disciplinati. Il rituale prevale sulla discussione ragionata. Il potere che discende dall’alto, non risiede nella sovranità popolare ed il governo è, sostanzialmente, una banda di criminali che si accorda sulle regole di condotta e criteri di spartizione del bottino, con l’obiettivo comune di espandere l’accessibilità a potere e risorse. Per il resto tra loro regna una rivalità spietata.  Un potere che non è apertamente violento, ma più simile a quello immaginato da Tocqueville e da Dostoevskij. Il marcio (torture, sparizioni, ricatti, corruzione, minacce, eugenetica, darwinismo-sociale, ecc.) resta dietro le quinte o viene mimetizzato dietro slogan, proclami ed eufemismi, mentre i cittadini sono indottrinati a credere di essere perennemente indebitati nei confronti delle autorità, ad essere mansueti, obbedienti in cambio dell’illusione della benevolenza. Ignorano la nozione che possa esistere una legittima resistenza al potere dato che presumono che il potere sia per sua natura nel giusto. Nel dominio del sacro, la critica è sacrilegio. Nessuno insegna alla gente a dire no ed a pensare che la società non è un capriccio della natura ma il prodotto dell’inventiva umana e quindi può essere modificata, riformata anche in maniera sostanziale.

Così il diritto non esiste per proteggere i cittadini ma per conservare i privilegi di chi comanda. I pochi diritti che non rimangono sulla carta sono concessi (non essendo concepiti come naturali ed inalienabili) dall’alto per servire meglio i fini del sistema, non certo per intralciarlo nelle sue funzioni. Quest’ideologia riduce la conoscenza e la consapevolezza, occulta le relazioni di potere, le reali motivazioni delle autorità e persino l’intrinseca ingiustizia ed innaturalità di una data situazione. Perciò chi funge da propagandista dell’establishment neppure si rende conto di farlo e trasmette una visione distorta della realtà in completa buona fede.

Atlantide è l’estremo distopico dal quale dobbiamo tenerci sempre alla larga. Quanto più ci avvicineremo a quel modello, tanto peggio vivranno le future generazioni.

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