
“Non abbiamo altra banca che voi”
la Catalogna chiede aiuto a Madrid
La seconda maggiore regione spagnola in termini di pil, seconda solo a quella che fa capo alla capitale Madrid, sta studiando le condizioni per chiedere un aiuto finanziario al governo centrale. In Spagna la crisi sembra aver messo in ginocchio proprio tutti, anche le autonomie che si ritenevano più forti e convinte di poter uscire dall’empasse sulle proprie gambe.
La Regione diventerebbe così la seconda dopo Valencia a domandare accesso al fondo da 18 miliardi di euro messo a disposizione dal governo di Madrid per soccorrere le amministrazioni locali in difficoltà e anche la piccola Murcia parrebbe in procinto di chiedere un salvataggio. Un “bailout” delle regioni non farebbe però che mettere ulteriore pressione su un Paese che gli investitori vedono ormai prossimo a dover chiedere aiuto all’Europa perché non più in grado di finanziarsi sui mercati.
http://www.repubblica.it/esteri/2012/07/24/news/non_abbiamo_altra_banca_che_voi_la_catalogna_chiede_aiuto_al_governo-39618032/?ref=HREA-1
La Catalogna sommersa dai debiti chiede aiuto al governo di Madrid. Cade la “Lombardia” spagnola
il portavoce del governo catalano, Francesc Homs, ha evitato di pronunciare la parola salvataggio. «Ancora non c’è la richiesta formale», ha provato a minimizzare. «Valuteremo tutti gli strumenti per la liquidità», ha aggiunto, senza specificare l’ammontare che sarà richiesto per evitare, già dal prossimo mese, la paralisi di servizi scolastici, sanitari o sociali per mancanza di fondi.
Due settimane fa la Generalitat ha dovuto indebitarsi per altri 500 milioni per pagare la quattordicesima ai 230.000 dipendenti pubblici regionali. E venerdì aveva comunicato di non poter garantire ad agosto il pagamento delle residenze degli anziani. I problemi finanziari delle comunità stanno trascinando il governo centrale nel baratro del salvataggio integrale dell’economia, al quale la stampa europea già pone cifre – 300 miliardi stimati da The Guardian, 400 dalla Faz. E lo stesso Fondo di liquidità potrebbe essere insufficiente, anche se la Commissione Europea, attraverso il portavoce Antonine Colombani, ha sostenuto oggi il contrario, sottolineando che «è completamente in linea con le raccomandazioni dell’esecutivo comunitario». Il debito in scadenza delle regioni è di 15,838 miliardi di euro da qui alla fine dell’anno, inclusi prestiti, linee di credito e titoli di debito. Oltre ad altri 15 miliardi di debito necessari a finanziare il deficit al tetto dell’1,5% del Pil imposto dallo Stato alle Comunità per quest’anno.
La Catalogna da sola ha debiti in scadenza per 7,182 miliardi di euro, secondo i dati del ministero delle Finanze, 3.912 miliardi solo nel secondo semestre, con un deficit pendente da finanziare di 2,967 miliardi. Ammontano invece a 2,885 miliardi i crediti che pendono sulla Comunità Valenciana, quasi il triplo di quelli che gravano sull’Andalusia (1,610 miliardi) e Madrid (1,344 miliardi), seguite da La Rioja (940 milioni) e Castilla-La Mancha (705 milioni), stando ai piani di riequilibrio finanziario presentati al governo. Tutte tessere del delicato puzzle delle autonomie costruito nella transizione dal franchismo, pronte a cadere sull’altare della recessione economica. Il ministro delle Finanze, Cristobal Montoro, oggi al Congresso ha applaudito alla richiesta di aiuti della Catalogna, della Comunità Valenciana e di Murcia: «È positivo dire la verità – ha sostenuto – Bisogna spiegare la realtà davanti alla quale si trovano i servizi e la stessa funzione pubblica». Una realtà drammatica, al punto che lo stesso Montoro oggi ha teso una mano al Psoe all’opposizione, che col leader Alfredo Perez Rubalcaba propone un accordo di unità nazionale per dare fiducia ai mercati, ridurre la pressione sulla Spagna ed evitare un salvataggio integrale dell’economia: «Abbiamo un progetto di austerità, di riduzione delle spese dei ministeri. E da quello dipende la ripresa economica» [AHAHAHAHAHAH un altro idiota/criminale, NdR], ha detto Montoro. Una ripresa che, però, secondo le previsioni dello stesso esecutivo, non ci sarà fino al 2014, con la disoccupazione al 25% per quest’anno e al 24,6% per il prossimo. E la riduzione del deficit a tappe forzate, che strangola l’economia [appunto! NdR].
http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/463508/
La regione, che vale circa il 18% del Pil nazionale (la Lombardia è al 20%, con un sesto della popolazione italiana), ha 13 miliardi di euro di debito pubblico da rifinanziare, oltre al deficit.
Nonostante gestisca il 50% dell’Irpef, il 50% dell’Iva ed il 60% delle imposte speciali raccolti a livello nazionale, ha un debito di oltre 30 miliardi di euro. Il quotidiano La Vanguardia di Barcellona ha calcolato che il debito regionale è aumentato del 244% negli ultimi 14 anni.
Se finora, le analisi economiche sono state focalizzate sul debito sovrano degli stati, poco si è detto sui debiti degli enti locali, che sono proporzionali a quelli degli stati.
La Spagna, a differenza dell’Italia, era già intervenuta con una riduzione media delle retribuzioni statali del 5% nel 2010, seguita da un congelamento nel 2011. Ma in Spagna la bolla immobiliare è già scoppiata, e la situazione è cupa; le banche spagnole stanno discutendo sulla creazione di una “bad bank”, dove infilare gli asset tossici, per alleviare la pressione sul settore finanziario del paese.
La settimana della passione spagnola prosegue con Bankia, la quarta maggior banca iberica che detiene circa il 10% del totale dei depositi del paese, ora ha chiesto aiuto al governo per 19 miliardi di euro (il doppio di quanto annunciato dal Ministro delle Finanze per affrontare le perdite che hanno causato il settore immobiliare, e circa 4 volte tanto il governo gli aveva già concesso non più tardi di poche settimane fa, nazionalizzandola). Bankia ha anche corretto i suoi conti precedenti, annunciando che nel 2011 ha avuto una perdita di 3 miliardi, al posto del guadagno dichiarato in precedenza.
E le agenzie di rating hanno abbassato il giudizio di affidabilità di cinque banche spagnole, in un rapporto che dipinge prospettive poco rosee, per l’economia iberica, passando a Junk (spazzatura) il giudizio sul debito dell’istituto di credito nato dalla fusione di sette banche regionali in difficoltà.
E’ vero che l’attenzione dei Leader dell’Europa si è finalmente spostata sulla crescita (l’altro misuratore del rapporto Debito/Pil) ma se non si interviene sulle rigide regole di Basilea, che hanno messo fuorigioco il credito delle banche e sul Fiscal Compact, che ipotizza parametri assurdi per paesi super indebitati come l’Italia, l’unica soluzione pare sia quella di continuare con la finanza perché il sistema è completamente indebitato.
http://www.finanzaelambrusco.it/finanza/1004-la-catalogna-e-bankia-incornano-la-spagna.html

http://ccaa.elpais.com/ccaa/2012/06/15/catalunya/1339763353_875974.html
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https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/07/22/contro-i-miti-etnici-alla-ricerca-di-un-alto-adige-diverso-un-libro-preveggente/
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