Comunicato su 2° Incontro con l’Autore – 28 marzo, Ufficio PAT Bruxelles
“Un centinaio di persone, trentini del Belgio, diplomatici e funzionari delle istituzioni europee hanno assistito, mercoledì 28 marzo, alla presentazione del libro di Stefano Fait e Mauro Fattor “Contro i miti etnici. Alla ricerca di un Alto Adige diverso” presso la sede dell’Euroregione a Bruxelles. Alla tavola rotonda, coordinata dal direttore dell’Ufficio della PAT, Vittorino Rodaro, hanno partecipato Stefano Fait e l’on.le Herbert Dorfmann.
La serata, 2° Incontro con l’Autore, promossa in collaborazione con l’Associazione Trentini nel mondo, affrontando il tema dei miti etnici ha inteso porre all’attenzione dei partecipanti un argomento di estrema attualità, ossia l’uso ‘politico’ delle appartenenze e delle identità. Questo il tema di fondo richiamato da Rodaro nell’introduzione alla tavola rotonda. L’Ufficio comune di Bruxelles rappresenta tre territori con radici e storie con qualche comunanza e molte diversità, comunque con identità plurime. Lo spazio europeo diventa, cosi’, luogo e occasione privilegiata per fare esercizio comune di queste diversità, e fare di esse un’occasione di crescita e di elaborazione di nuovi valori comuni. L’attività dell’Ufficio è testimonianza quotidiana di questo esercizio
Per Stefano Fait, lo studio sull’Alto Adige effettuato assieme a Mauro Fattor, vuol essere un atto d’amore nei confronti di una terra e di una popolazione che esercitano una particolare attrazione per l’intensità della loro simbiosi e, si puo’ dire, per la loro reciproca fedeltà. Ma occorre avere il coraggio di andare oltre, di fare ancora rispetto al passato e al presente, di lasciare spazio alle libere ‘contaminazioni’, oltre le scelte di appartenenza etnica, oltre qualsiasi quota che tende a limitare pesantemente la libertà delle persone in quanto tali.
Herbert Dorfmann, sudtirolese e parlamentare europeo che rappresenta a Bruxelles anche il Trentino, ha ricordato la storia e le specificità dell’Alto Adige/Sudtirolo e i guasti che il fascismo ha operato in questa terra. Richiamare queste peculiarità aiuta anche a comprendere le vicende dell’autonomia sudtirolese e anche certi comportamenti della classe politica che, nel corso degli anni, ha rappresentato la popolazione di questo territorio.
Oggi, l’Alto Adige si presenta come realtà molto articolata, con differenze marcate tra centri urbani e valli, con notevoli aperture all’esterno e all’Europa.
Bisogna anche saper aspettare i tempi di maturazione e dei cambiamento della politica locale che oggi è rappresentata da una componente significativa che si è lasciata alle spalle certi traumi del passato. Questo sono i segnali che ci fanno guardare con fiducia all’Europa e al futuro.
E questa è anche la scommessa sulla quale si giocherà la terza fase dell’autonomia, per l’Alto Adige/Sudtirolo e per il Trentino. La modernità, come sostiene Mauro Fattor in una intervista del 2010, è una complessità in cui le identità nazionali e locali sfumano e sfumeranno sempre di piu’. Mistilingui, immigrati, un mercato del lavoro che richiede competenze linguistiche nuove, sono variabili difficili da governare e da ricondurre a certi paradigmi noti delle appartenenze chiuse. Come conclusione, oltre al suggerimento di leggere il libro di Stefano Fait e Mauro Fattor, pubblicato dall’editrice bolzanina Raetia nel 2010, invito, anche a riflettere e a condividere uno splendido articolo di Barbara Spinelli “L’errore del bruco”, apparso sul quotidiano ‘La Repubblica’ lo scorso 28 marzo, proprio lo stesso giorno della nostra tavola rotonda”.
Vittorino Rodaro