Narnia, o il Mondo Nuovo

Lord Digory: “non devi piangere per Narnia, Lucy. Tutto ciò che contava della vecchia Narnia, tutte le creature più care, sono state portate nella vera Narnia attraverso la Porta. E ovviamente è differente, tanto differente come lo può essere una cosa vera da un’ombra o la veglia dal sogno”.
Era quella la differenza tra la vecchia e la nuova Narnia. Quella nuova era una terra più profonda; ogni roccia e fiore e stelo d’erba sembrava significare qualcosa di più. Non posso descriverlo meglio di così. Se un giorno ci andrete capirete di cosa sto parlando.
La ragione per cui amavamo la vecchia Narnia è che qualche volta sembrava un pochino come questa.
Lucy: “Hai notato che nessuno ha paura anche se ci prova ad averla?”
Il padre ringiovanito e felice.
Una mezz’ora potrebbe anche essere mezzo secolo perché il tempo lì non è come il tempo qui.
Lucy: “capisco. Questa è ancora Narnia e più reale e più bella della Narnia là sotto…capisco. Un mondo dentro un mondo. Narnia dentro Narnia”.
E qualunque cosa guardasse, non importa quanto distante fosse, una volta che aveva fissato lo sguardo su quella cosa, diventava nitidissima e vicina come se guardasse attraverso un telescopio.
“pensavo che la casa fosse andata distrutta”, disse Edmund.
“è così”, disse il Fauno. “Ma adesso stai guardando l’Inghilterra nell’Inghilterra, la vera Inghilterra proprio come questa è la vera Narnia. E in quella Inghilterra interiore nessuna cosa buona è andata distrutta”.
C.S. Lewis, “Le Cronache di Narnia”.

“Nel Regno di Dio entreranno coloro che sono stati capaci di rifiutare di perseguire nella loro vita il profitto economico. Nel Regno di Dio entreranno coloro che non si sono assuefatti alle gerarchie di potere e si sono prestati a favore non già dei potenti, ma degli ultimi della società…. La vera novità introdotta da Gesù circa il Regno di Dio sembra essere stata l’idea che questo Regno non dovesse essere più il termine di un’attesa futura, ma dovesse essere realizzato subito con un impegno immediato di trasformazione spirituale. Nel racconto del Vangelo di Luca, infatti, egli comincia la predicazione, affermando la necessità che i prigionieri siano liberati, i debiti condonati, ogni servitù abolita, ogni oppressione sciolta. Egli si riferisce al cosiddetto anno di grazia del Signore, che l’antica società templare ebraica praticava ogni cinquant’anni, imponendo l’annullamento degli acquisti immobiliari e dei gravami personali costituiti nei 49 anni precedenti e che il profeta Isaia aveva sostenuto dovesse essere attuato per ogni forma di ricchezza e di soggezione, in modo da eliminare scandalose ingiustizie. Gesù, infatti, fattosi consegnare dall’inserviente della sinagoga il rotolo biblico dove Isaia preannuncia il suo integrale anno di grazia del Signore, lo legge ad alta voce ai presenti per proclamare solennemente: “Oggi questa scrittura si compie nel momento stesso in cui le vostre orecchie la ascoltano”.
Bontempelli e Bruni, “Civiltà storiche e loro documenti”, 1993

Nulla esiste finché non è misurato.
Niels Bohr, Nobel 1922.

Un elettrone è una potenzialità immateriale finché non viene osservato.
Max Born, Nobel 1954.

Se non sono disturbati dall’osservatore, gli elettroni non sono cose, non esistono nello spazio e nel tempo, la loro esistenza è meramente potenziale. Emergono in una condizione di esistenza reale ma provvisoria nell’atto di misurazione che è quindi un atto creativo.
Erwin Schrödinger, Nobel 1933.

Per ciò che riguarda le particelle che costituiscono la materia, non sembra esserci alcuno scopo nel considerarle come composte di qualche materiale. Sono, in un certo senso, pura forma, nient’altro che forma; ciò che si manifesta di volta in volta in osservazioni successive è questa forma, non uno specifico frammento di materia
Erwin Schrödinger, Nobel 1933.

Le più piccole unità di materia non sono, di fatto, oggetti fisici nel senso ordinario della parola; sono forme, strutture o, nell’accezione platonica, Idee, di cui si può parlare in modo non ambiguo solo nel linguaggio della matematica
Werner Heisenberg, Nobel 1932.

La gente pensa sempre che, quando si dice “realtà”, si sta parlando di qualcosa di chiaramente noto a tutti, mentre invece per me il più importante e più arduo compito del nostro tempo è lavorare alla costruzione di una nuova idea di realtà
Wolfgang Pauli, Nobel 1945, lettera a Markus Fierz, 1948.

Gli elementi costitutivi del mondo fisico sono quelli che chiamiamo eventi. Un evento non persiste e non si sposta come un pezzo di materia tradizionale: esiste semplicemente per un suo breve attimo e poi cessa
Bertrand Russell, “L’ABC della relatività”.

Se si era inizialmente creduto che nel corso del progresso delle scienze tutto ciò che è ‘trascendentale’ sarebbe stato progressivamente soppresso, perché in ultima analisi si poteva ricondurre tutto ad una spiegazione razionale, si dovette poi ammettere che il mondo materiale che per noi è così tangibile, si dimostra invece sempre più simile ad apparenza e si dissolve in una realtà che non è fatta di cose e di materia, ma di forme che predominano. […] La fisica quantistica ci ha confermato ancora una volta che la nostra esperienza scientifica, la nostra conoscenza del mondo, non rappresenta la realtà ultima ed intrinseca, qualunque significato si voglia attribuire a queste espressioni
Hans-Peter Dürr, fisico nucleare e quantistico tedesco, 1986.

Ora sappiamo che l’immagine del mondo offerta dai nostri organi di senso, che pure funziona perfettamente nella vita di ogni giorno, ha poco a che fare con la realtà. Ciò che ci sembra solido e impenetrabile è perlopiù vuoto […]. Di conseguenza, la nostra definizione intuitiva della materia è completamente distorta dai filtri che i nostri organi di senso interpongono fra un oggetto e noi. Si tratta di una definizione essenzialmente pragmatica, basata sul genere di informazioni che si sono rivelate più utili nella ricerca del cibo, nella lotta contro i predatori e per il successo riproduttivo. Come strumenti di conoscenza, queste informazioni sono quasi prive di valore.
Christian De Duve, biochimico belga, Nobel per la medicina nel 1974 (2002).

Se l’universo è vivo, le emozioni possono avere un significato cosmologico.
Shimon Malin, fisico teorico, Colgate University, 2012.

Lionel “Leo” Messi, Maradona e la brutalità del mondo in cui viviamo

 

di Stefano Fait

 

 

 

Ad un certo punto infierire dà pure fastidio, lo spettacolo del calcio va al di là del risultato.
Un tifoso

La parola greca hybris esprime meglio di qualunque altra la natura di questo atteggiamnto. Per i greci indicava l’arroganza dell’eccesso, l’orgogliosa tracotanza, la sconfinata presunzione dell’uomo che cerca di acquistare gli attributi di Dio. Certamente gli Stati Uniti vivono sempre più in un regime di hybris e in pochi si rendono conto che con questo atteggiamento si stanno guadagnando un’ostilità crescente da parte del resto del mondo e in particolare da parte delle vittime della loro arroganza. […] raggiungeremo un senso del limite quando riusciremo a percepire questa ricerca dell’eccesso, della crescita illimitata, del dominio sulle alterità come un tentativo di rimozione della propria mortalità.

Marco Deriu, “Dizionario critico delle nuove guerre”, p. 256

Un enorme buco nero che, nella sua foga di incrementare la propria potenza, inghiotte tutto ciò che gli sta intorno, senza esserne mai sazio. Inghiotte soprattutto, per rimanere sul piano filosofico, le anime degli uomini, le loro risonanze emotive ed affettive, i loro slanci ideali.

Luca Grecchi, “La filosofia politica di Eschilo: l’eterna attualità del pensiero filosofico”, p. 81.

Eichmann era stato complice di un crimine contro la creazione stessa. Lui e i suoi colleghi avvano cercato di prendere il posto del creatore nel mondo e guidare la natura secondo le proprie regole: quella dello sterminio e della superiorità volte a creare un mondo entor la sfera della crudeltà e del male e del trionfo belligerante. La cultura umana si è in fondo – e spero lo sia ancora – racchiusa nell’idea di sottrarre l’uomo alle leggi animali e a un comportamento darwinista, secondo cui a dominare è il più forte. Per tutta la mia vita ho lottato in questo senso, mettendo all’apice dei valori da difendere i principi della responsabilità morale, della sensibilità e gli strumenti del discorso, il pensiero, la possibilità di agire. All’opposto c’è il nazismo, cioè l’universo di Eichmann, fautore di un ritorno ad un’umanità di natura, un’umanità monolitica, quasi divina, che tratta il diverso come un ratto appestatore.

Avraham Burg, “Sconfiggere Hitler”, p. 204

Devi imparare, ragazzo, che ciò che sarebbe sbagliato per te o per una qualunque persona comune non è sbagliato per una grande regina come me. Il peso del mondo si regge sulle nostre spalle e dobbiamo essere liberi da ogni regola.

C.S. Lewis, “Le Cronache di Narnia”

Beppe di Corrado, sul Foglio, ha pubblicato la sua difesa del comportamento dei calciatori del Barcellona che hanno imperversato contro il Bayer Leverkusen quando questa squadra si era già arresa, per manifesta inferiorità. È finita 7 a 1.

Per di Corrado, “I cinque gioielli di Leo [Lionel Messi] sono una lezione contro il calcio buonista”.

Continua, poi: “La parabola della perfezione pallonara, della squadra bella e vincente, del campione più forte della storia inserito nella formazione più forte della storia, non può prescindere dalla cattiveria. Al Barcellona in pochi rinfacceranno di aver umiliato eccessivamente i tedeschi…Sette, otto, nove, dieci: si fanno tutti i gol possibili fregandosene delle critiche e anche degli avversari. Messi che irride, col settimo gol e il suo quinto personale, un’intera squadra è il trionfo della potenza barcelonista nel mondo. Il trionfo della più grande qualità che ha questa squadra e questo campione: è quella risposta. Perché sono i più forti di sempre? Perché Leo è il più grande della storia? Cinismo. Sono più bravi e più cattivi. Sono quelli che non ti perdonano mai…Pensavano, i poveri tedeschi, di dare il messaggio che solitamente arriva in questi casi: ci arrendiamo, basta che non ci fate troppo male… Il Barcellona e Messi hanno risposto a questo segnale schiacciandoli. Cinque gol di Lionel lo portano nella storia due volte: perché nessuno in Champions aveva fatto una quintipletta e perché ha svelato al mondo quello che molti non volevano vedere. E cioè che dietro i sorrisi, dietro l’allegria, dietro la benedetta poesia sua e del Barcellona c’è una cattiveria mai vista. La differenza tra Maradona e lui è che Diego a un certo punto avrebbe detto a se stesso: basta. Limite, questo. Messi sembra buono, ma non si ferma. Cattivo, egoista, assetato di vittoria. Avido, sì avido. Quindi il migliore. Perché mai dovrebbe dire basta? Non è un problema suo o dei suoi compagni. C’è una dignità anche nella sconfitta e quelli che si arrendono sanno a che cosa vanno incontro. Il buonismo è la sconfitta dello sport non il contrario…Il Barcellona e Messi avrebbero potuto anche farne di più: lo schiaffo all’avversario l’hanno dato facendogli fare il gol della bandiera. Quello è umiliante, non il resto”.

http://www.ilfoglio.it/singole/139

Questo è il pensiero del Foglio, che notoriamente non è un faro di cultura e di coscienza.

Me ne potrei infischiare, ma è pur sempre un segno dei tempi e quindi va analizzato.

Se, come dicono loro, Maradona non avrebbe infierito, allora io dico “viva Maradona!”, che si dimostrerebbe il più grande calciatore della storia.

Il rispetto per il prossimo dovrebbe venire sempre prima della gratificazione del proprio ego. Bisogna saper vincere, non solo saper perdere.

Quel che di Corrado chiama buonismo, per me è rispetto ed umanità, quel che chiama moralismo, per me è senso dell’onore e fair play. Quella che lui definisce la squadra più grande della storia, per me, IN QUELL’OCCASIONE, si è comportata come un’accozzaglia di bulletti in preda al loro ego.

La loro celebrazione dell’avidità, della spietatezza (cattiveria mai vista), dell’egoismo, della tracotanza non è dissimile da quella di quel simbolico 1% che imperversa sul 99% degli altri esseri umani.

La lezione di fondo di questo articolo e di tanti altri che celebrano il darwinismo sociale è che l’egoismo è buono, l’altruismo è cattivo, l’empatia e la compassione sono irrazionali, nocive ed autodistruttive. Chi è povero, debole e vulnerabile se lo merita – è uno scarto del sistema, scorie del mondo, un parassita che zavorra i vincenti (povere vittime, questi plutocrati!) –, chi è ricco e potente non deve contenersi, non è tenuto a trattenere l’espressione del suo potere.

Questa è l’essenza della filosofia sottostante al capitalismo monopolitistico, il neoliberismo della deregulation ed alla filosofia editoriale del Foglio. Una filosofia fatta di crudeltà, meschinità, cinismo, misantropia, avidità, degna del peggior Nietzsche:

http://www.informarexresistere.fr/2012/01/24/morbido-e-bello-perche-amo-il-femminino-e-detesto-nietzsche-pur-ammirandolo/#axzz1od3sL7a5

La legge della giungla è l’unica morale che può essere approvata, perché “realistica” (N.B. in natura la cooperazione è tanto diffusa quanto la competizione: un dettaglio sconveniente che viene trascurato).

Tanto perniciosa è questa visione del mondo, responsabile di aver riclassificato i peggiori vizi umani come le più nobili virtù, che sta distruggendo e corrompendo l’umanità e la vita su questo pianeta.

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/02/24/pertini-berlinguer-e-don-milani-si-rivoltano-nella-tomba-il-pd-non-ancora/

È vitale (sic!) combatterla a livello intellettuale (blog) e politico (indignati).

Non ci potrà mai essere un Mondo Nuovo, più gentile, più compassionevole, più sereno, più pacifico, più prospero, più equo, se perderemo questa battaglia.

È facile dimostrarlo; la letteratura scientifica ci fornisce tutta l’evidenza empirica che occorre:

1. Più elevato è lo status sociale di una persona, più tendenzialmente immorale sarà il suo comportamento;

2. più modesto è lo status sociale di una persona, più tendenzialmente compassionevole sarà la reazione rispetto alla sofferenza altrui;

3. i potenti sono più abili ad ignorare le sofferenze altrui;

http://campaignstops.blogs.nytimes.com/2012/03/04/other-peoples-suffering/

http://www.pnas.org/content/early/2012/02/21/1118373109.abstract?sid=373ec9de-6417-48ab-acdd-27d0c685b98a

http://www.apa.org/pubs/journals/releases/EMO-class-and-compassion.pdf

http://socrates.berkeley.edu/~keltner/publications/vankleef.2008.pdf

In pratica, all’interno di una gamma psicologica e morale che va dal santo allo psicopatico, i poveri sono più vicini al santo e i ricchi sono più vicini allo psicopatico. Questo per una semplice ragione: la nostra società è ordinata in modo tale da favorire la scalata al potere degli psicopatici:

http://www.informarexresistere.fr/2012/01/16/golpe-psicopatico/#axzz1od3sL7a5

http://www.informarexresistere.fr/2011/11/18/psicopatici-in-giacca-e-cravatta/

http://www.informarexresistere.fr/2011/12/19/300-milioni-di-psicopatici-se-ne-fregano-della-nonviolenza-e-dei-diritti-ci-si-difende-informandosi/#axzz1jQ55HOzR

Viviamo in un mondo dominato dall’idea che è bene ciò che è utile e cattivo ciò che è inutile e che prendersi cura dei meno fortunati sia encomiabile, ma non un vero lavoro. Un vero lavoro è quello di chi gabba i piccoli investitori. Una vita vera è quella in cui certi scrupoli e rimorsi non ci toccano:

http://fanuessays.blogspot.com/2011/10/eterno-nazismo.html

Viviamo in un mondo in cui una minoranza di esseri umani psichicamente e moralmente pervertiti impone ad una maggioranza di persone egoiste ed avide entro dei limiti tollerabili una visione del mondo narcisistica, solipsistica e terribilmente infantile: “l’uomo che non deve chiedere mai”, “il lusso è un diritto”, “perché io valgo”, “tutto intorno a te”, “i moralisti sono solo degli invidiosi”, “il Barcellona ha fatto quel che avrebbero desiderato fare tutti”, ecc.

Si chiama hybris ed è l’indisponibilità a riconoscere che abbiamo dei limiti e che questi limiti non sono ostacoli che dobbiamo cercare freneticamene ed ossessivamente di superare, ma rappresentano i diritti di cui sono titolari gli altri esseri viventi che popolano questo pianeta, che non sono nostre appendici, estensioni di noi stessi, non sono terre di conquista su cui allungare le mani, non sono alterità da cancellare perché scomode, sconvenienti, irritanti:

Il narcisismo endemico della nostra società ci rende più crudeli, perché siamo particolarmente preoccupati che s’infranga la nostra immagine riflessa nello specchio del mondo:

http://www.informarexresistere.fr/2011/12/21/la-sindrome-dellanticristo/#axzz1od3sL7a5

Lo riconosciamo nei “padroni dell’universo” dell’alta finanza così bravi a mentire alla gente, spiegando che le regole intralciano la crescita economica e rimandano l’avvento della prosperità, da persuadere se stessi che è vero e che il loro interesse egoistico equivale al bene comune. Va ricercata qui la radice della condizione disastrosa in cui versano le economie e società “occidentali”. Come gli Stati Uniti, dove il principale sfidante di Obama, Mitt Romney, durante le ferie trasportava per ore il cane di famiglia in una gabbia sul tetto dell’auto, traumatizzandolo, e che durante la campagna elettorale ha dichiarato che le persone ridotte in miseria non sono un suo problema [“I’m not concerned about the very poor”] e che licenziare per lui è un piacere [“I like being able to fire people who provide services to me”], esibendo i suoi privilegi in una fase storica disastrosa per decine di milioni di Americani: “mia moglie guida un paio di Cadillac”.

http://www.informarexresistere.fr/2012/01/18/la-sindrome-del-feto-egoista-come-vivono-e-cosa-pensano-gli-angeli-caduti/

Gli squali in forma umana che tanto piacciono alla redazione del Foglio sono afflitti da un handicap cognitivo: sono sicuri che il mondo è intrinsecamente giusto, che le regole umane sono ingiuste in quanto violano quest’ordine cosmico ideale che stabilisce meritevoli ed immeritevoli e che quindi le loro vittime si meritano, appunto, tutto quel che accade loro. Se possiedono una coscienza, non morde.

Il problema, con queste persone, è che con loro è sempre una lotta senza quartiere. Si deve mirare alla giugulare (rivoluzione), altrimenti sono in grado di distruggerci (sterminarci) e sono determinati a farlo.

http://www.informarexresistere.fr/2012/01/26/la-pedagogia-nera-del-nuovo-ordine-mondiale/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/02/20/prontuario-per-difendersi-e-difendere-gli-altri-dal-bullismo-in-rete/

La buona notizia è che il “male”, il titanismo, è destinato a sconfiggere se stesso, suo malgrado, a causa della sua hybris, della sua sconfinata cupidigia, della sua assenza di misura, della sua propensione ad arrecare un danno o un’umiliazione ad un altro per puro piacere personale. Arroganti, tracotanti, violenti, prepotenti, smodati, privi di contegno e limiti, sono così centripeti, così ossessionati da se stessi e dalla loro esigenza di strumentalizzare tutto e tutti, da perdere di vista le cose come sono e confondere dogmaticamente i propri desideri per la realtà. È questo vizio insanabile che li rovina. Possono vincere delle battaglie, ma le loro guerre sono sempre perse in partenza, come quelle dei nazisti.

 

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