Stati Uniti di Polizia – la fase finale della Guerra al Terrore è cominciata

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Si dovevano attaccare i civili, la gente, donne, bambini, persone innocenti, gente sconosciuta molto lontana da ogni disegno politico. La ragione era alquanto semplice: costringere … l’opinione pubblica a rivolgersi allo stato per chiedere maggiore sicurezza.

Vincenzo Vinciguerra, ex agente Gladio, deposizione

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La vera notizia è come è bastato un decennio per addomesticare i cittadini americani e far loro accettare detenzione permanente, tortura, esecuzione sommaria di cittadini americani, in patria o all’estero, una massiccia presenza di paramilitari nelle loro strade e nelle loro case. Ogni richiesta fatta dalle autorità era a titolo volontario, ma quasi nessuno si è rifiutato di ottemperare. E’ vero che Boston è un caso particolare: una città particolarmente rispettosa della legge e con forti simpatie per il presidente Obama. Tuttavia resta il dato davvero inquietante di una popolazione fin troppo facilmente malleabile e disposta a credere, obbedire, combattere la “Guerra al Terrore”. La buona notizia è che le voci di dissenso stanno facendosi sentire in rete e nei forum dei quotidiani, in modo articolato e fermo. Boston è servita da monito.

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Allo stato attuale, non vi è nulla di sostanziale che colleghi i due indagati al delitto. Ci sono voci, 32 secondi di video per nulla incriminante (così tante telecamere a circuito chiuso ma nessuna registrazione utile?), alcune fotografie non troppo chiare, i loro zaini sembrano diversi da quelli incriminati. Non c’è un movente, non c’è una  prova visiva che mostri i sospetti che dispongono la bomba sulla scena del crimine e non c’è alcun filmato dei sospetti in fuga da una qualunque scena del crimine. L’automobilista rapito che, ci viene detto, ha riferito che i due, prima di lasciarlo andare senza torcergli un capello, si sono autoaccusati dell’attentato (!!!??? per farsi prendere più facilmente?), non è stato intervistato da nessuno, si è letteralmente volatilizzato. Ci sono ben 6 versioni discordanti di come è avvenuta la cattura.
Al momento nessun giudice li condannerebbe.

Obama, in quanto presidente, non deve permettersi di emettere sentenze, come ha implicitamente fatto e come esplicitamente fa con le sue liste di persone da uccidere con i droni.
Il ragazzo è un cittadino americano, non un “nemico combattente” come John McCain vorrebbe che fosse considerato, in modo da farlo internare e processare da un tribunale militare, a porte chiuse .

Non deve essere interrogato dall’FBI e giudicato a livello federale. La giurisdizione è quella del Massachussetts: si sta forse cercando di sfruttare il caso per degli scopi che hanno poco a che vedere con la sicurezza dei cittadini e molto a che vedere con ulteriori restrizioni dei loro diritti (se possono fare a pezzi la costituzione per un cittadino americano, lo possono fare per tutti)? Oppure si sta cercando di evitare che qualcuno capisca in che rapporti erano stati il fratello maggiore e l’FBI nel corso degli ultimi 3 anni?

L’FBI organizza complotti terroristici, agevolando gli estremisti, fornendo loro idee, logistica, contatti ed armi per arrestarli preventivamente, senza che i cittadini si chiedano se non sia istigazione a delinquere, se queste persone avrebbero realmente compiuto certe azioni se non fossero stati inseriti in un certo tipo di dinamica:

http://www.nytimes.com/2012/04/29/opinion/sunday/terrorist-plots-helped-along-by-the-fbi.html?pagewanted=all&_r=3&

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/21/lfbi-organizza-e-sventa-la-maggior-parte-degli-attentati-terroristici-islamici-sul-suolo-americano-ricerca-della-ucla/

L’FBI ha addirittura consentito che il primo attentato alle Torri Gemelle, quello del 1993, andasse in porto
http://www.nytimes.com/1993/10/31/nyregion/bomb-informer-s-tapes-give-rare-glimpse-of-fbi-dealings.html?pagewanted=all&src=pm

L’FBI sorvegliava Tamerlan, il fratello maggiore, da 3 anni e lui lo sapeva, perchè avevano informato i suoi genitori (!). Allora perché quell’appello ai cittadini affinché aiutino ad identificare dei sospetti che già conoscono? 

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Il giovane Dzhokar Tsarnaev era un giovane cittadino Americano modello. Era un calciatore e si allenava tre volte in settimana con i suoi compagni di squadra e, non contento, era anche il capitano della squadra di wrestling del suo istituto: i suo compagni di wrestling lo ricordano come una persona sempre disponibile pronta ad elargire consigli. Aveva ottenuto una borsa di studio in medicina, voleva diventare un infermiere, era stato un bagnino perché “voleva salvare la gente”, nel tempo libero assisteva come volontario ragazzini affetti dalla sindrome di Down. Nessuno dei suoi amici più stretti l’ha mai considerato una persona religiosa. I suoi insegnanti lo hanno descritto come uno studente ideale. I suoi vicini come un ragazzo adorabile. Era l’incarnazione del sogno Americano ma, da un giorno all’altro, ci viene detto che è diventato uno jihadista che uccide civili ad una competizione sportiva (lui che adora lo sport) e la sera stessa va ad una festa (mentre il fratello va tranquillamente in palestra ad allenarsi), poi a dormire nella sua stanza. Il giorno dopo si rende conto che è in corso una caccia all’uomo, scappa con suo fratello maggiore, ruba un’auto ma rilascia il proprietario dopo avergli detto che è l’autore dell’attentato (!!! – questo sostengono le autorità investigative: nessuno ha visto e intervistato questo tizio), sfugge alla cattura anche se dopo la prima sparatoria è circondato da poliziotti.
Per qualche ragione le sue radici cecene non lo spingono ad attaccare la Russia ma gli Stati Uniti che gli hanno dato tutto quel che poteva desiderare, inclusa la cittadinanza (qualche mese fa). È uno jihadista ma non si immola e non si comporta come tale; è come se avesse due personalità e nessuno avesse mai visto quella islamista.

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/04/20/informazioni-sui-presunti-bombaroli-di-boston-che-non-troverete-sul-corriere-della-sera/

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Ancora più drammatica è la criminalizzazione dei giovani: secondo la stessa versione ufficiale in cui cambiano i nomi e i connotati ma gli altri dettagli si ripetono, gli autori di attentati e stragi sono immancabilmente giovani immaturi, inquieti e, soprattutto, indignati con il governo. Questi escono di testa per ragioni che non sono mai chiare, agiscono da soli e sfruttano insospettabili abilità militari per uccidere degli innocenti e/o sfuggire alla cattura: fino alla loro uccisione o suicidio, come in ogni film americano che si rispetti.

Il copione è ripetitivo e meccanico, ma le serie TV (24, Homeland) ed i blockbuster lo hanno reso plausibile per un pubblico ovinizzato che delega ad altri le attività cerebrali non necessarie alla sopravvivenza fisica.

Le autorità ci assicurano che il fratello maggiore era un integralista, a dispetto delle apparenze (era appassionato di hip-hop, skateboard e droghe leggere)

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e, stando al racconto della madre, Zubeidat K. Tsarnaeva, negli ultimi anni l’FBI l’aveva avvertita del fatto che il figlio Tamerlan era su una brutta strada e che lo stavano sorvegliando [NB, l’FBI ha ammesso che le cose stavano così solo DOPO l’intervista della madre ad una TV russa]. Questo significa che dovevano sapere che aveva consultato dei siti per costruire bombe fatte in casa (se è vero) e che dovevano sapere che si era comprato un arsenale di armi…però…boh?
Nel 2011 l’intelligence russa aveva chiesto all’FBI di indagare su di lui, per capire se era “a rischio”. L’FBI fece delle scrupolose investigazioni (internet, telefonate, conoscenze, biografia, movimenti, domande a parenti e conoscenti, ecc.) senza trovare alcuna attività sospetta o legame con associazioni terroristiche, ma riferì di un’evidente tendenza integralista:

http://www.guardian.co.uk/world/2013/apr/20/fbi-quiz-dzhokhar-tsarnaev-suspect-capture

Dopo l’attentato Tamerlan non si è suicidato: è tornato a casa dalla bella moglie americana – Katherine Russell – e dalla figlia.

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Le autorità, a partire dal presidente, stanno trattando dei sospetti alla stregua di colpevoli già condannati.
Questo normalmente succede in un sistema giuridico primitivo come quello giapponese, dove l’imputato deve dimostrare di essere innocente. In un sistema giuridico civile l’accusa deve dimostrare la colpevolezza. Dal Patriot Act in poi gli Stati Uniti non sono più un paese civile e, anche grazie a certe leggi controfirmate da Obama, il nostro presunto terrorista rischia di scomparire per anni in un labirinto giudiziario, come se fosse a tutti gli effetti morto (morte civile):
http://www.informarexresistere.fr/2012/01/07/ndaa-torneranno-i-campi-di-concentramento-in-america/#axzz2QwmMcGkz

Nessuno si curerà della sorte di Tsarnaev, preventivamente condannato dall’opinione pubblica, allo stesso modo in cui praticamente nessuno si preoccupa dei diritti degli internati nei campi di prigionia antiterroristi americani. Però è così che i diritti di tutti vengono amputati: prima si colpiscono le figure marginali, detestate o appena tollerate (zingari, ebrei, comunisti, gay, ecc.) e poi, nel constatare che la popolazione non reagisce, l’abolizione della tutela giuridica si istituzionalizza, si espande e diventa sempre più arduo contestarla. Per abolirla non resta altro da fare che combattere e sacrificare la propria vita. E’ quel che succederà negli Stati Uniti nei prossimi anni, con buona pace degli obamofili.
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/04/28/children-of-men-i-figli-degli-uomini-un-film-preveggente/

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Boston, una città di oltre 600mila abitanti è stata, virtualmente, messa agli arresti domiciliari (chiunque si fosse trovato in strada era passibile di fermo e perquisizione corporale – in un caso un tizio è stato denudato e dei poliziotti hanno inveito contro i giornalisti) e sotto legge marziale (con migliaia di paramilitari che entravano nelle case per setacciarle, senza alcuna autorizzazione) per la durata della caccia allo studente diciannovenne modello-assistente di ragazzini down-terrorista jihadista a tempo perso.

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La militarizzazione della metropoli ora costituisce un precedente. Invece di usare i cani per rintracciare rapidamente il ricercato, che perdeva sangue ed aveva abbandonato l’auto, 9mila agenti militarmente equipaggiati hanno trascorso la notte perlustrando le abitazioni di una vasta sezione della città (senza un permesso, in piena violazione del quarto emendamento), come se fosse la cosa più naturale del mondo. Nessuno ha protestato, la folla alla fine festeggiava per le strade, senza rendersi conto dell’implicita carta bianca che hanno fornito al governo.
In nessun paese europeo, dopo la sconfitta di Hitler, la minaccia terroristica è mai stata gestita in questo modo. Queste sono “cose da Hollywood”:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/09/07/batman-leroe-della-controrivoluzione/

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Ora qualunque cellula terroristica (e presidente) sa che basta davvero poco per mettere in stand-by gli Stati Uniti e che la popolazione accetterà con entusiasmo che la sua libertà sia sacrificata in nome della sicurezza. Il sogno di Bush è realtà, ma con Bush tutto questo non sarebbe stato possibile. Obama il Buono, invece, può, perché è “animato dalle migliori intenzioni”, nonostante tutto:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/01/14/amerikarma-obamamania/

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Perciò non è un problema se il confino domestico dei cittadini elimina possibili testimoni delle azioni delle forze dell’ordine paramilitari (stavano cercando indizi o disseminando “prove”? Chi può dirlo?), se il ragazzo è stato scovato da un privato cittadino che aveva violato il coprifuoco perché non ne poteva più, se l’atmosfera diventa ancora più agghiacciante, amplificando gli effetti dell’atto terroristico.

Chiunque contesti questo genere di prassi poliziesca viene bollato come complottista (yawn/sbadiglio) o apologeta di terrorismo (!!!).

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Molti di quelli che hanno seguito Obama durante la crisi hanno osservato che il suo atteggiamento era freddo, distante, privo di emozioni, meccanico nel pronunciare parole di pura circostanza.

Il mio timore è che si stia chiudendo nel suo guscio, come accade agli schizoidi quando la situazione si fa seria. A quel punto è difficile distinguerli dagli psicopatici. A quel punto, tutto diventa possibile:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/03/10/obama-e-psichicamente-sano-oppure-e-schizoide/

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La questione, allora, è la seguente: gli americani sono stati ammaestrati come i tedeschi negli anni Trenta, oppure saranno capaci di ridestarsi dall’ipnosi collettiva?

Se vivessi negli USA sarei seriamente preoccupato e traumatizzato, perché saranno anni di lacrime, piombo e sangue:
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/02/15/la-storia-dello-zombie-che-fu-bruciato-vivo-dalla-polizia-stati-uniti-2013/

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Cos’è successo a Tolosa?

di Stefano Fait

Ciò che distingue la presidenza di Nicolas Sarkozy da quelle che l’hanno preceduta, al di là di una comune personalizzazione del potere propria alla V Repubblica, è di non avere alcun senso del limite, degli impedimenti e degli ostacoli che tutte le democrazia autentiche, vive e coscienti impongono al potere esecutivo. Non solo, questo presidente arriva perfino a vantarsi, in nome della “rottura” promessa e dell’attesa di efficacia che ha creato intorno alla sua persona, di non voler neppure prendere in considerazione tutto ciò che lo può bloccare, frenare o rallentare. Per lui, il movimento e l’azione, a qualunque prezzo, per tutti gli altri, l’immobilismo e la conservazione. Così facendo, questa presidenza ci ha abituato a un pensiero antidemocratico, ed è questo il “colpo di Stato” che ha realizzato: inquietante per l’immediato e pericoloso per l’avvenire.

Edwy Plenel, decano del giornalismo francese (cit. Guido Caldiron, “I fantasmi della République”, pp. 9-10)

Preferirei essere un monaco carmelitano che continuare a fare politica, se dovessi perdere.

Nicholas Sarkozy, 24 gennaio 2012

Sarkozy ha paura di perdere le elezioni, perché perderebbe l’immunità presidenziale.

Manuel Valls, responsabile della comunicazione della campagna elettorale di François Hollande

L’unica possibilità per Sarkozy di vincere queste elezioni è un evento esogeno nel paese, un evento internazionale, eccezionale o traumatico. Solo un cataclisma in grado di unire i Francesi attorno al presidente può offrire a Sarkozy una possibilità di rielezione.

Christophe Barbier, direttore dell’Express, “C dans l’air”, France5, 12 marzo 2012 [il video è stato successivamente rimosso]

Da ora in poi chiunque consulterà in maniera abituale dei siti internet che fanno apologia del terrorismo, o che fanno appello all’odio e alla violenza, sarà punito penalmente. Chiunque si rechi all’estero per seguire attività di indottrinamento a delle ideologie che portano al terrorismo sarà punito penalmente. La diffusione e l’apologia di ideologie estremiste saranno punite con gli tessi termini del codice penale che sono ora rivolti alla lotta antiterrorismo.

Nicholas Sarkozy, 22 marzo 2012

Non era violento. Non riesco a trovare un legame tra il ragazzo che conoscevo e quello che ha commesso questi attentati. È certamente cambiato nella sua testa, nelle sue convinzioni.

Christian Etelin, l’avvocato di Merah

Le analisi si sprecano riguardo alle tragiche vicende tolosane, all’antisemitismo, al multiculturalismo, alla missione civilizzatrice della Francia repubblicana, al ruolo di “Stabilizzatore Straordinario” di un Sarkozy che, fino al momento dell’attacco alla scuola ebraica di Tolosa, arrancava nei sondaggi, mentre ora è in testa.

Mohamed Merah, il responsabile della strage alla scuola ebraica, 23 anni, ha effettuato il suo primo attacco l’11 marzo, uccidendo un paracadutista francese, Imad Ibn-Ziaten, musulmano francese. Il 15 marzo è stata la volta di altri due soldati, Abel Chennouf e Mohamed Legouad. Un altro soldato è rimasto gravemente ferito. In questi attacchi Merah ha usato uno scooter rubato alla prima vittima. La polizia ha cominciato a stringere il cerchio attorno a lui quando si è fermato da un meccanico – pur essendo lui stesso un meccanico! – per farsi togliere un GPS-antifurto dal motorino rubato.

La mattina del 21 marzo 2012, Merah telefona al canale televisivo France 24 e informa un giornalista di aver filmato gli omicidi e che ha intenzione di metterli su internet [non mi risulta che questa registrazione sia stata resa pubblica].

Lo stesso giorno, “una bomba artigianale è esplosa davanti all’ambasciata dell’Indonesia, in un quartiere chic della capitale francese, senza causare feriti, ma danni ingenti. Testimoni hanno visto tre uomini lasciare un pacco vicino all’ambasciata”:

http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2012/03/21/APIE1q8B-bomba_indonesiana_ambasciata.shtml#axzz1pvz7Og4i

La polizia francese cerca di arrestarlo nel suo appartamento. Merah spara attraverso la porta e ferisce tre poliziotti. I rapporti di polizia indicheranno che Merah era armato con un AK-47, un Uzi, diverse pistole e forse (?) delle granate [le granate c’erano o non c’erano?]. Altre armi sono state trovate in una Renault Megane che aveva noleggiato.

La polizia fa esplodere della cariche per metterlo sotto pressione. Il portavoce degli Interni Pierre-Henry Brandet spiega che il terrorista ha cambiato idea e non intende più arrendersi [gas invece di cariche esplosive? Non sarebbe stato meglio, visto che non aveva ostaggi?]. L’irruzione del 22 marzo nell’appartamento dove è asserragliato Merah causa l’ulteriore ferimento di due poliziotti. L’autoproclamato jihadista si lancia dalla finestra. Viene ucciso con un colpo alla testa da un cecchino.

Merah, nonostante la giovane età e pur essendo uno jihadista dichiarato, ha viaggiato molto, è stato arrestato molte volte in diversi paesi con legami con il terrorismo. È persino andato in Israele, nazione che odiava, pur essendo stato inserito in una lista nera. Centinaia di sospettati di jihadismo sono stati trasferiti a Guantanamo o sono stati “smarriti” nella rete di prigioni segrete della Guerra al Terrore. Lui, che non ha mai nascosto le sue inclinazioni, ha potuto proseguire con le sue attività.

La Reuters ha intervistato il direttore della prigione afghana di Sarposa, nei pressi di Kandahar, che afferma che Merah era stato detenuto lì fino al 13 giugno del 2008, giorno in cui ci fu un’evasione di massa. L’avvocato di Merah ha smentito: tra il dicembre del 2007 ed il settembre del 2009 era in prigione in Francia, per rapina a mano armata. Caso di omonimia?

Quel che è certo è che è un giovane scapestrato: ruba, minaccia, picchia e guida senza patente; per esempio, lo scooter Yamaha T-Max, quello del massacro alla scuola ebraica.

La sua famiglia non sa come controllarlo, lo abbandona al suo destino. Si reca in Afghanistan nel 2010, dopo aver minacciato i suoi vicini in Francia con una spada, urlando “Allah Aqbar”. Denunciato almeno tre volte per questo comportamento, la polizia non prende provvedimenti contro di lui. Quando Claude Guéant, il ministro degli Interni francese, lo definisce “calmo e posato” dice una fesseria sbalorditiva ed irresponsabile. Chi lo conosce lo descrive come un fondamentalista islamico, ossessionato dalla jihad, che tiene in casa scimitarre appese al muro ed un gigantesco Corano, che ascolta canti che incitano alla violenza, che guarda raccapriccianti video di Al-Qaeda in cui si uccidono e sgozzano uomini e donne:

http://www.letelegramme.com/ig/generales/france-monde/france/en-treillis-avec-un-sabre-hurlant-allah-akbar-22-03-2012-1641019.php

http://www.letelegramme.com/ig/generales/france-monde/france/de-la-delinquance-a-la-derive-radicale-22-03-2012-1641011.php

Sono i video del kamikaze che, due giorni prima dell’11 settembre 2001, uccise il grande Massoud, uno dei combattenti per la libertà più democratici e raffinati che si possano immaginare, specialmente per gli standard di quella regione:

http://it.wikipedia.org/wiki/Ahmad_Shah_Massoud

Video diffusi da un sito gestito da qualcuno che non scrive in arabo e che serve a reclutare jihadisti.

È noto – perché non l’hanno mai nascosto – che qualche decennio fa la CIA usava le stesse strategie (video, canti, predicatori) per reclutare mujaheddin da usare per trasformare l’Aghanistan nel Vietnam russo. Non lo faceva solo in Asia:

http://www.statecraft.org/index.html

Anche Merah si definisce un mujaheddin in missione per spazzare via dalla faccia della terra quelli che uccidono i musulmani [dunque anche se stesso, visto che ha ucciso tre soldati musulmani] ed è violento, fuori controllo:

http://www.letelegramme.com/ig/generales/france-monde/france/mohamed-merah-delinquant-toulousain-recale-par-l-armee-et-devenu-moudjahid-21-03-2012-1640728.php

Suo fratello è già piombato nel vortice salafista [sono i salafisti che hanno ucciso Vittorio Arrigoni e che hanno scatenato il caos in Siria:

http://www.informarexresistere.fr/2012/02/15/le-singolari-antipatie-di-al-qaeda/#axzz1pkJAZiL8

Ed è possibile, secondo Gilles Kepel,  che sia stato lui a fargli il lavaggio del cervello [l’intervista a Kepel è senza audio, si attende che sia ripristinato, se mai lo sarà].

Nonostante tutti questi precedenti, Merah ottiene senza problemi un visto per il Pachistan. Viene brevemente arrestato dai servizi di sicurezza afghani a Kandahar, a novembre del 2010, e poi liberato, dopo aver avvertito l’ambasciata francese a Kabul:

http://www.slate.fr/france/51909/tuerie-suspect-arrete-afghanistan

http://www.slate.fr/france/51941/mohammed-merah-toulouse

Anche in Pachistan viene segnalato alle autorità francesi per il suo comportamento violento. È quindi impossibile che Guéant sia in buona fede quando lo descrive come “calmo e posato”. Guéant mente oppure è un totale incompetente.

L’esperienza afghano-pachistan di Merah è fallimentare (se ne torna con l’epatite).

La ripete comunque due volte, sempre senza trovare ostacoli alla partenza o all’arrivo, pur essendo stato schedato in una no-fly list dall’FBI:

http://abcnews.go.com/Blotter/french-school-shooter-us-fly-list/story?id=15981115#.T2uZkfWrQ4c

Si reca in Israele ed in diversi paesi medio-orientali, senza mai essere fermato:

http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/report-suspect-in-french-jewish-school-shooting-visited-israel-1.420249

Sono gli Americani ad espellerlo dall’Afghanistan. Perciò anche gli Americani sapevano bene chi era Merah. È improbabile che non abbiano informato a loro volta i Francesi su chi stavano rimpatriando.

I funzionari del ministero degli Interni francese erano perciò stati informati da Afghani, Pachistani ed Americani e non possono fingere di essere stati presi in contropiede.

Merah, incredibilmente, aveva anche deciso di arruolarsi nella Legione Straniera (!!!!!):

http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=46666&sez=HOME_NELMONDO&npl=&desc_sez=

“Nel 2010 aveva anche provato ad entrare nelle Legione Straniera, presentandosi nella notte in un centro di Tolosa dove però, di spontanea volontà, se ne sarebbe andato senza partecipare ai duri test di valutazione. L’uomo da tempo era noto al Dcri, l’intelligence francese, perchè segnalato dai servizi segreti pakistani. Anche il fratello che è stato arrestato all’alba e nella cui auto è stato rinvenuto dell’esplosivo si è dichiarato jihadista salafita.

http://blog.panorama.it/mondo/2012/03/21/chi-e-mohammed-marah-il-killer-di-tolosa-il-ritratto/

La BBC suggerisce che questa vicenda apporterà consistenti vantaggi elettorali a Sarkozy

www.bbc.co.uk/news/world-europe-17460652

ALCUNI INTERROGATIVI

Merah è sempre stato violento o lo è diventato?

Poteva essere fermato?

http://www.lettera43.it/attualita/44472/tolosa-la-strage-poteva-essere-evitata.htm

Poteva essere preso vivo (Sarkozy aveva dichiarato di volerlo vivo)?

http://www.lettera43.it/cronaca/44597/tolosa-la-polizia-ha-fallito.htm

La Francia è al centro di una strategia della tensione?

http://it.wikipedia.org/wiki/Strategia_della_tensione

Quali rapporti intrattiene il governo francese con gli jihadisti?

http://blog.panorama.it/mondo/2011/09/05/jihadisti-in-libia-per-loro-garantisce-sarkozy/

Israele sta cercando di “convincere” gli Ebrei europei – la Francia è al terzo posto nel mondo, dopo Israele e Stati Uniti, per numero di Ebrei residenti – a trasferirsi in Israele, “al sicuro”, come già fece con gli Ebrei sefarditi che vivevano pacificamente nei paesi arabi al momento della fondazione di Israele?

http://www.gilad.co.uk/writings/is-it-an-israeli-false-flag-again.html#entry15547959

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=4504

“Se noi ebrei vogliamo esistere ed essere forti, dobbiamo capire che c’è uno Stato ebreo di cui Gerusalemme è la capitale”. “I nostri figli nel mondo intero dovrebbero sentirsi toccati, e diventare soldati in Israele, all’età richiesta e quando la necessità si fa sentire”.  “Tutti gli ebrei dovrebbero conoscere le stesse paure e le stesse speranze per i loro bambini”.  “Gli ebrei possono non condividere la politica israeliana a condizione che si considerino come israeliani”.  “Senza dubbio la maggioranza degli ebrei non ha voglia di abbandonare la propria posizione sociale, acquisita nella Diaspora, e di rinunciare al proprio lavoro, ma devono capire che non hanno più scelta. Hanno un paese che appartiene loro, e se lo desiderano possono acquisire la doppia nazionalità. Se un ebreo vuol veramente diventare un ebreo autentico, deve diventare israeliano”. “I nostri nemici e i nostri detrattori ci rispetterebbero di più, se fossimo uniti nel credere che israeliani ed ebrei sono la stessa cosa”. “In quanto popolo monoteista più antico meritiamo rispetto”. “In Israele c’è uno stato ebraico basato su principi ebraici. Essere ebrei in Israele non significa essere una minoranza in un paese sicuro, ma appartenere ad una maggioranza che affronta delle responsabilità e dei pericoli”. “Non bisogna dimenticare che gli ebrei sono un popolo del deserto, che Abramo ha lasciato il suo focolare per partire nel deserto. Allora perché non torneremo alle nostre radici e alle nostre origini?”. “Dovremmo essere molto fieri, d’avere un paese nostro, e dunque dovremmo sostenerlo e restare uniti”. “Dio ci benedica”.

Alain Elkann, “Gli ebrei diventino tutti cittadini di Israele”, La Stampa 10 giugno 2010.

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