Unione Nordamericana contro Unione Europea (analisi di Attali e Paye)

0

mexico-canada-us-homeland.si
Per il Senato americano il Nord America è già HOMELAND
I canadesi non sembrano averla presa troppo bene

http://ca.news.yahoo.com/blogs/canada-politics/canada-mexico-united-states-identified-homeland-during-senate-192128693.html

https://twitter.com/stefanofait

L’altra sera, al cinema, mi lagnavo del fatto che ultimamente ogni blockbuster (anche co-produzioni o produzioni messicane) ambientato in Messico ritrae solo i suoi problemi con la mala e il narcotraffico: un Messico violento, selvaggio, barbaro, da civilizzare.

Mi ero chiesto se non fosse pura propaganda: si massaggia l’opinione pubblica di entrambi i paesi per giustificare future misure d’emergenza, rese necessarie dallo scacco subito in Siria, da quello che si profila in Egitto, dalla sorprendente “resilienza” della Cina e dalla non entusiastica partecipazione di alcuni paesi europei alla zona di libero scambio transatlantico così fieramente promossa, tra gli altri, da Zbigniew Brzezinski (e da Emma Bonino, ça va sans dire)

http://gilguysparks.wordpress.com/2013/05/17/una-nato-economica-no-grazie/

Quel giorno stesso Jacques Attali, ex consigliere particolare di Mitterrand, scriveva questo testo sul suo blog, rispondendo involontariamente alle mie inquietudini:

“Un nuovo discorso ideologico e geopolitico sta per fare la sua comparsa nei circoli dirigenziali economici, politici e militari americani. Di fronte alla crescita del potere cinese, con la Cina che presto sarà, inevitabilmente, la più grande economia del mondo in termini di produzione, si comincia a sentire una nuova narrazione a Washington: la potenza leader del mondo per almeno i prossimi due decenni non sarà la Cina, ma l’unione formata da Stati Uniti, Canada e Messico.

http://www.cfr.org/content/publications/attachments/NorthAmerica_TF_final.pdf

Questo insieme, sostengono, deve essere considerato come un’unica nazione: l’integrazione economica, che ha avuto inizio con l’introduzione del NAFTA, è ormai a buon punto. I tre paesi hanno la stessa ideologia, lo stesso interesse per la difesa e una stretta collaborazione su tutti i fronti, economico, culturale e militare. Il Messico è diventata un paese moderno in cui è rispettato il principio di legalità, così come negli altri due paesi. Il Messico e il Canada si stanno americanizzando ad alta velocità e l’integrazione economica e culturale è notevole.

Questo scenario non è improbabile. Quest’unione è già ora la prima potenza al mondo e lo sarà a lungo: una popolazione totale di 470 milioni, che salirà a 540 milioni nel 2030. Un PIL totale di 19mila miliardi di euro, che saranno almeno 25mila entro il 2018. In entrambi i casi, molto superiore a quello della Cina.

Gli Stati Uniti, che si vedono naturalmente come leader della coalizione, potrebbero ritardare così, come l’impero romano, il momento del loro declino. L’intera strategia americana si concentrerà quindi sul successo di questa integrazione economica, completandola con quella politica, sfruttando all’uopo i mass media. E quest’integrazione può essere più facile da conseguire rispetto a quella europea: i nord-americani sono divisi in tre nazioni, con una potenza dominante che può provare a dettare il suo volere.

Ciò avrebbe delle importanti conseguenze geopolitiche. La dominazione del Nord America sul Sud America e sull’Europa, che non tiene conto, per esempio, delle conseguenze di una tale unione sui negoziati commerciali avviati con i soli Stati Uniti [il trattato transatlantico di libero scambio, appunto, NdT].

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/07/31/euroslavia-no-allo-smantellamento-dellunione-europea/

Tuttavia, molti ostacoli si frappongono. In primo luogo, perché le differenze di tenore di vita tra gli Stati Uniti e il Messico sono enormi: il PIL del Messico è più basso di quello del Canada, con una popolazione quattro volte superiore. Le dinamiche della popolazione sono anch’esse molto diverse: l’età mediana era di 38 anni negli Stati Uniti e in Canada e di 26 in Messico e, nel 2030, sarà di 40 anni negli Stati Uniti e 33 anni in Messico. Inoltre, gran parte dell’integrazione economica di questi paesi è criminale: due terzi della marijuana consumata negli Stati Uniti sono importati dal Messico. Il 95% della cocaina che entra nel territorio degli Stati Uniti proviene dal Messico. Nel complesso, si stima che la droga negli Stati Uniti generi 30 miliardi di dollari l’anno di profitti per i cartelli messicani, alimentando una vera e propria economia sommersa che rappresenta più del 3% del PIL del Messico. Con conseguenze mortali estreme: quasi 100.000 persone morte o disperse negli ultimi sei anni. Questo sarà senza dubbio il pretesto per mettere in comune considerevoli mezzi militari.

Inoltre, messicani e canadesi sono molto interessati a conservare la propria indipendenza, fin dalla nascita delle loro nazioni, e non hanno alcun motivo per rimetterla in discussione. Né francofoni né ispanici accetteranno il predominio della lingua inglese. E sono ben lungi dall’accettare la dollarizzazione delle loro economie.

A meno che, per una piroetta della storia, gli Stati Uniti non divengano messicani. Nel 2050, gli Stati Uniti dovrebbero essere il primo paese di lingua spagnola del mondo, con un 30% di popolazione ispanica (132 milioni di persone contro i 52 milioni (17% della popolazione) di oggi) e quindi rappresenterebbero i due terzi della popolazione del NAFTA. Questa alleanza potrebbe quindi essere in ultima analisi, per gli Stati Uniti di oggi, un affare sciagurato. Come è avvenuto per molti imperi prima di loro.

Noi abbiamo oggi una gara tra due alleanze che cercano di integrarsi politicamente. Tocca a noi farlo prima e non abbandonare le comunità francofone del Nordamerica, più importanti che mai”.

http://www.attali.com/actualite/blog/geopolitique/la-nouvelle-surpuissance-americaine

NOTA BENE: io sono molto favorevole all’unione federata/confederata dei popoli, perché voglio più collaborazione e meno conflitti, più concordia e meno violenza.
Un governo mondiale, però, non avrebbe alcuna chance di durare molto a lungo e avrebbe come unico risultato quello di frantumare gli stati e sostituirli con una congerie di signorie per nulla democratiche (es. Singapore, Serenissima, Vaticano, ecc.) e certamente turbo-capitaliste.
Meglio le Nazioni Unite.
W l’unità nella diversità.

*****
hqdefault

Analisi di Jean-Claude Paye, sociologo e politologo belga (cf. articoli apparsi su Le Monde, Le Monde Diplomatique, Réseau Voltaire)

La “crisi dell’euro” non esiste. È una guerra economica degli Stati Uniti contro l’Unione Europea (non solo contro l’eurozona), con la complicità delle agenzie di rating, dei “mercati” (= banche d’affari rifornite di liquidità da usare per attacchi speculativi proprio dai quantitative easing della FED, ossia l’iniezione di nuova valuta nel mercato), del FMI, di Londra, di Berlino e della Bundesbank+BCE (Francoforte). L’obiettivo è duplice: riprendersi i capitali in fuga sottraendoli ai cittadini europei per salvare l’economia americana

http://www.rischiocalcolato.it/2013/04/una-veloce-occhiata-al-debito-pubblico-e-al-deficit-americano-oltre-il-107-anzi-oltre-il-125.html

far capire alla Cina che abbandonare il dollaro per l’euro non era una buona idea

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2011-08-09/cina-preoccupa-riserve-214824.shtml?uuid=AaGpy9uD

e ottenere il controllo dell’economia europea in vista dell’accordo di libero scambio transatlantico, con tutte le sue immani conseguenze (ulteriori tagli salariali, tagli al welfare, privatizzazioni)

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-06-16/libero-scambio-transatlantico-rischio-082526.shtml?uuid=AbDeuQ5H

Questa strategia prevede lo smantellamento dell’Unione Europea e la sua sostituzione con un’Unione Atlantica costruita sull’accordo di libero scambio – gli euroscettici che si bevono tutte le cazzate del Telegraph, dell’Economist, del Financial Times, del Wall Street Journal, ecc. sono l’inconsapevole quinta colonna dell’imperialismo anglo-americano (e tedesco).

Dopo l’unificazione tedesca l’Unione Europea è stata modellata per venire incontro alle esigenze tedesche e favorirla puntando sulla sua competitività, senza che ci fosse un governo europeo che usasse dei trasferimenti importanti per controbilanciare questi oggettivi benefici. La “crisi dell’euro” l’ha ulteriormente avvantaggiata. L’intransigenza di Angela Merkel, accusata da più parti di mettere a repentaglio la sopravvivenza dell’eurozona, si capisce solo nell’ottica di chi si appresta a cambiare cavallo (mercato transatlantico) e può sfiancare quello che sta cavalcando. Stesso discorso per Marchionne e per il suo trasferimento della FIAT negli Stati Uniti

http://www.ilmondo.it/economia/2013-02-19/fiat-elkann-molto-importante-accordo-ue-usa-libero-scambio_202420.shtml

Chi è contro l’euro (certamente non io) deve pertanto cominciare a passare dalle parole ai fatti, altrimenti il progettino di cui sopra potrebbe fallire

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/07/31/euroslavia-no-allo-smantellamento-dellunione-europea/

Mancano solo 9 mesi alle elezioni europee del 2014 e, nei vari sondaggi, inclusi quelli dei quotidiani euroscettici inglesi, gli eurofobi continuano a faticare a superare la soglia del 30% nei paesi PIIGS.

– movimenti/partiti anti-euro: un pregiudicato (Berlusconi), nostalgici di Vichy (Le Pen), La Destra, Forza Nuova, nostalgici della DDR (die Linke, che prende voti soprattutto nella Germania Orientale), ultrareazionari turbo-capitalisti (Alternativa per la Germania: “i lavoratori tedeschi hanno troppi diritti”, “il welfare è uno spreco”), Alba Dorata, UKIP (il partito dichiaratamente schierato a favore della finanza londinese), Veri Finlandesi, destra austriaca post-haideriana, Fidesz, Jobbik, Sinn Féin, Lega Ticinese, Vlaams Belang.
– chance che queste formazioni politiche mobilitino una maggioranza di elettori europei: zero

Gli indignati, che non avevano proposte concrete e universalmente condivise, non hanno combinato nulla, ma almeno si sono fatti vedere.
Voi, che avete un obiettivo preciso, nitido, attualissimo e godete del totale appoggio dei media anglosassoni e anche della stampa conservatrice tedesca, non siete andati al di là della tiepida proposta grillina di un referendum sull’euro, di cui non se ne è fatto nulla.

Allora? Quand’è che riuscite a mettere la questione al centro del dibattito pubblico?

Sei un terrorista? Sì, tu!

602047_404201753010683_1010169007_npatriot_truth1

“Attività criminale” e “terrorismo domestico”: sono questi i termini che l’Fbi avrebbe utilizzato per riferirsi a Occupy Wall Steet, la protesta degli indignati partita da New York nel settembre 2011 e diffusasi nei mesi seguenti per tutto il Paese, da San Francisco, in California, ad Anchorage, in Alaska…. Secondo i documenti, di cui parla l’Huffington Post, nel corso delle indagini l’Fbi avrebbe collaborato strettamente con le banche americane e le società private entrate nel mirino dei protestanti.

http://america24.com/news/fbi-riferimenti-a-occupy-wall-street-come-terrorismo-domestico-

 AmericanTerroristBook

È emerso che solo grazie all’intervento provvidenziale di un giudice federale che ha interrotto l’interrogatorio dell’FBI Dzhokhar Tsarnaev si è visto leggere i suoi diritti, sebbene Tsarnaev avesse ripetutamente richiesto di poter parlare con un avvocato (cosa che rientra tra i suoi diritti fondamentali di cittadino statunitense)

http://www.latimes.com/news/nationworld/nation/la-na-boston-bombing-20130426,0,5051005.story

Ogni passo lungo la strada che conduce ad uno stato di polizia è piccolo e incrementale. Inizia con casi come questo, in cui la gente è restia a difendere il diritto dell’accusato ad un giusto processo, perché lo considera colpevole. Così non si preoccupa più di tanto se i suoi diritti sono stati violati, in primis quello a ricevere una rappresentanza legale ed essere trattato come una persona che è innocente finché non è stata comprovata la sua colpevolezza.

È precisamente quando è più spiacevole farlo che diventa particolarmente necessario difendere lo stato di diritto, perché non è concepito per consumare vendette o placare gli animi dei famigliari delle vittime, ma per onorare il principio di giustizia. Altrimenti ogni “nonchalance” ed omissione posteriore sarà giustificata da quella, eclatante, che l’ha preceduta: “se lo si è fatto per lui, lo si può fare anche per quest’altra”.

A ciò si aggiunge il fatto che l’opinione pubblica internazionale non ha mai avuto l’opportunità di assistere ad un singolo processo di una persona accusata di complicità in atti terroristici di matrice islamica da parte delle autorità statunitensi. Tutti i sospettati sono morti, oppure sono internati (in sciopero della fame), oppure sono stati sequestrati a nostra insaputa e giacciono in qualche prigione segreta della CIA che Obama aveva promesso di chiudere. L’occultamento non è una prassi democratica, è il classico comportamento di un governo che ha qualcosa da nascondere. o di un’organizzazione terroristica.

Tommy Ray Franks, il generale che guidò le invasioni dell’Afghanistan e dell’Iraq ha descritto molto realisticamente (Time, 21 novembre 2003) quel che succederebbe se dei terroristi si impadronissero di armi di distruzione di massa: “l’Occidente, il mondo libero, perderebbe ciò a cui tiene di più, la libertà che abbiamo ammirato per un paio di secoli in questo grande esperimento che chiamiamo democrazia…significherebbe la possibilità di una massiccia distruzione con moltissime vittime in qualche regione dell’Occidente – potrebbe essere negli Stati Uniti – che indurrebbe la nostra popolazione a mettere in discussione la nostra Costituzione ed iniziare a militarizzare la nostra nazione per poter evitare un altro evento del genere. Una decisione che finirebbe per cancellare la stessa Costituzione”.

Stiamo assistendo ad una svolta nella narrazione: l’islamofobia cederà il primo posto alla paura della minaccia interna. In questo modo l’establishment degli Stati Uniti potrà “fare ordine” all’esterno e contemporaneamente all’interno.

Nella Guerra al Terrore permanente, i due fratelli Tamerlan e Dzhokhar Tsarnaev sono il perfetto trait d’union tra l’islamismo e l’eversione domestica. Il primo era un integralista legalmente residente negli Stati Uniti, il secondo era un cittadino americano di origini cecene, perfettamente integrato (di più: un giovane di condotta esemplare) ed assolutamente insospettabile.

Abbiamo visto funzionari e commentatori volgere ogni notizia o diceria in un vantaggio tattico a breve termine, in vista delle elezioni del 2014. Come se l’unica vera importanza di questo orribile ma modesto attacco terroristico stesse nella sua capacità di comprovare la correttezza della propria visione del mondo. A destra, la gente era sicura che i terroristi di Boston facevano parte di un enorme complotto jihadista. A sinistra abbiamo sentito un sacco di teorie sulla Giornata dei Patrioti e Waco e Oklahoma City, assieme all’argomento che sarebbe stato meglio per la pace globale se gli attentatori fossero stati americani bianchi, piuttosto che musulmani stranieri…[…]. Lo spettacolo mediatico fatto di paura e irrazionalità, l’isteria nazionale che ha fatto di un atto atroce apparentemente perpetrato da due perdenti con zainetti esplosivi una “minaccia esistenziale” (per prendere a prestito un’espressione tratta dalla serie “Homeland”) per la nazione più potente del mondo”.

http://www.salon.com/2013/04/20/how_boston_exposes_americas_dark_post_911_bargain/?ok

 6a00d8341cc90353ef0120a69329df970b-pi

John W. Whitehead, giurista, Rutherford Institute:

Per quelli che, come me, hanno studiato l’emergere degli stati di polizia, la vista di una città posta sotto legge marziale, i suoi cittadini agli arresti domiciliari, elicotteri militareschi dotati di telecamere termiche che ronzano per i cieli, carri armati e veicoli blindati per le strade, cecchini appollaiati sui tetti, mentre migliaia di poliziotti vestiti di nero sciamavano per le strade e le squadre speciali in uniforme paramilitare effettuavano perquisizioni casa per casa alla ricerca di due giovani e apparentemente improbabile sospetti – evoca in noi un crescente disagio.

Intendiamoci, questi non sono più i segni premonitori di un crescente stato di polizia. Lo stato di polizia è già qui.

Altrettanto inquietante è la facilità con cui gli americani hanno accolto con favore il blocco della città, l’invasione routinaria della loro vita privata e lo smantellamento di ogni diritto costituzionale destinato a servire come un baluardo contro gli abusi del governo. Guardando lo svolgersi degli eventi, non ho potuto fare a meno di pensare alle osservazioni del feldmaresciallo nazista Hermann Goering, durante il processo di Norimberga:

Naturalmente, la gente comune non vuole la guerra; né in Russia, né in Inghilterra, né in America, né in Germania. Questo è chiaro. Alla fine, però, è il leader di un Paese a determinare la politica ed è sempre abbastanza semplice costringere la gente a seguirlo, che ci sia una democrazia, una dittatura fascista, un Parlamento o una dittatura comunista. Che abbiano voce o meno, le persone possono sempre essere portate a seguire i propri leader. È semplice. Tutto quello che bisogna fare è dire loro che sono sotto attacco e denunciare i pacifisti per la mancanza di patriottismo, per esporre la nazione al pericolo. Funziona allo stesso modo in ogni Paese.

Come gli eventi di Boston hanno dimostrato, funziona davvero allo stesso modo in ogni paese. Le stesse tattiche di propaganda e di stato di polizia che hanno funzionato per Adolf Hitler 80 anni fa continuano ad essere impiegate con grande successo nell’America post-11 settembre.

Qualunque sia la minaccia alla cosiddetta sicurezza – se si vocifera di armi di distruzione di massa, sparatorie scolastiche o presunti atti di terrorismo -, non ci vuole molto perché il popolo americano si metta in riga rispetto ai dettami del governo, anche se questo significa sottomettersi alla legge marziale, vedere le proprie case perquisite, essere spogliati dei propri diritti costituzionali senza alcun preavviso e dibattito.

[…].

Particolarmente sconfortante è il fatto che gli americani, consumati dal bisogno di vendetta, sembrano ancor meno preoccupati di proteggere i diritti degli altri, soprattutto se questi “altri” hanno un diverso colore della pelle o una diversa nazionalità. La risposta pubblica alla caccia all’uomo, la cattura e il successivo trattamento dei fratelli Tamerlan e Dzhokhar Tsarnaev è solo l’ultimo esempio della mentalità xenofoba dell’America, che è anche stata il motivo trainante del rastrellamento e detenzione di centinaia di arabi, persone provenienti dal subcontinente indiano e musulmani in conseguenza dell’11 settembre; dei campi di internamento che ospitavano più di 18.000 persone di origine giapponese durante la seconda guerra mondiale [in realtà furono decine di migliaia, NdT]; dell’arresto e deportazione di migliaia di residenti “radicali” durante le ondate di panico anticomunista statunitense (cf. Red Scare: http://it.wikipedia.org/wiki/Paura_rossa).

[…].

Come ha notato la giornalista Emily Bazelon (Slate): “Perché dovrei preoccuparmi del fatto che nessuno abbia letto i suoi diritti a Dzhokhar Tsarnaev? Perché quando la legge viene distorta per lui, è più facile farlo anche per il resto di noi”.

[…]

Poco dopo aver preso Tsarnaev in custodia, il dipartimento di polizia di Boston ha twittato “Catturato! La caccia è finita. La ricerca ha avuto successo. Il terrore è finito. La giustizia ha vinto”. Eppure, con Tsarnaev e suo fratello già accusati, processati e condannati dal governo, dai media e dalla polizia, il tutto senza aver mai messo piede in un’aula di tribunale, resta da vedere se la giustizia abbia davvero vinto.

La lezione per il resto di noi è questa: una volta che un popolo libero permette al governo di erodere la sua libertà o baratta quelle stesse libertà per la sicurezza, ci si trova su un piano inclinato verso una tirannia. E non importa che al governo ci sia un democratico o un repubblicano, perché la mentalità burocratica su entrambi i lati sembra ora incarnare la stessa filosofia di governo autoritario. Sempre più spesso quelli di sinistra, che una volta celebravano Barack Obama come un antidoto per il ripristino delle numerose libertà civili che erano state perse o compromesse a seguito delle politiche dell’era Bush, si ritrovano costretti a riconoscere che le minacce alle libertà civili sono anche peggiori sotto Obama.

Chiaramente le prospettive per le libertà civili sotto Obama diventano ogni giorno più tetre, dal suo appoggio alla detenzione a tempo indeterminato per i cittadini degli Stati Uniti, alle liste di bersagli umani per i suoi droni, alla sorveglianza telefonica, postale ed elettronica senza mandato, ai procedimenti contro le gole profonde (funzionari onesti che informano la popolazione di ciò che non va, NdT).

Più di recente, capitalizzando sulla confusione e paura della popolazione, la tragedia della maratona di Boston è stata usata come un mezzo per estendere la portata dello stato di polizia, a cominciare dall’approvazione a larga maggioranza della CISPA.

Questi sviluppi preoccupanti sono le manifestazioni esteriori di un cambiamento del modo in cui il governo vede non solo la Costituzione e la Carta dei Diritti, ma anche “noi il popolo” (“we the people”). Ciò riflette un allontanamento da un governo in cui vige lo stato di diritto a uno che cerca il controllo totale attraverso l’imposizione di leggi che lo favoriscono, a detrimento della popolazione.

Intanto, gli americani rimangono in gran parte ignari delle minacce incombenti sulle loro libertà, desiderosi di essere persuasi che il governo può risolvere i problemi che ci affliggono – che si tratti di terrorismo, di una depressione economica, di un disastro ambientale o anche di un’epidemia di influenza.

Eppure, dopo essersi bevuti la fallace idea che il governo può garantire non solo la nostra sicurezza, ma la nostra felicità e che si prenderà cura di noi dalla culla alla tomba, cioè dagli asili nido alle case di cura, abbiamo in realtà permesso a noi stessi di essere imbrigliati e trasformato in schiavi agli ordini di un governo che se ne infischia delle nostre libertà o della nostra felicità.

http://original.antiwar.com/jwhitehead/2013/04/22/boston-strong-marching-in-lockstep-with-the-police-state/

 97706546-foreign-vs-domestic-terrorism

Abbiamo già visto che le autorità americane mentono compulsivamente: ci era stato detto che il più giovane dei terroristi di Boston era stato preso dopo una sparatoria e che il suddetto si era ferito gravemente tentando di suicidarsi. Tutto falso.

Qui la foto di lui che esce dalla barca sulle sue gambe:

http://boston.cbslocal.com/2013/04/20/cbs-news-dzhokhar-tsarnaev-may-have-attempted-suicide-before-capture/

Non era armato, non ha mai potuto rispondere al fuoco, dovevano prenderlo vivo, ma hanno crivellato di colpi la barca:

http://www.washingtonpost.com/world/national-security/officials-boston-suspect-had-no-firearm-when-barrage-of-bullets-hit-hiding-place/2013/04/24/376fc8a0-ad18-11e2-a8b9-2a63d75b5459_story.html

 profile_of_a_norwegian_domestic_terrorist-460x307

LA PROSSIMA MENZOGNA?

L’FBI e la CIA prepareranno l’opinione pubblica americana al nuovo credo della Guerra al Terrore: “la più grave minaccia per l’America è interna. Ci sono cellule eversive AMERICANE ben armate che pianificano l’abbattimento dello stato federale ed hanno come obiettivo la cattura di una città”. Prima o poi questo scenario si materializzerà magicamente e la santabarbara esploderà.

Il governo federale affermerà che ha il dovere di ristabilire l’ordine, i ribelli si appelleranno a questo tipo di argomentazione:

A tutti quelli che vorrebbero proibire le armi dico solo che se gli ebrei europei avesse avuto il diritto di portare armi prima dell’Olocausto i nazisti e i loro collaboratori avrebbero avuto un bel daffare nell’attuare la “Soluzione Finale”. (Questo tipo di situazione era precisamente il motivo per l’introduzione del 2° emendamento – serviva ad eliminare il monopolio di Stato sulla violenza, armando la popolazione). Questo è il problema fondamentale che riguarda il controllo delle armi in America. Senza un’arma da fuoco si è in balia del linciaggio, la vostra sicurezza dipende dalla buona volontà degli altri cittadini. Se improvvisamente questi se la prendono con te perché sei ebreo, musulmano, nero, gay, o qualsiasi altra cosa, allora tanti saluti. Per questo esiste un’associazione ebraica in favore del secondo emendamento come baluardo contro l’antisemitismo e per la stessa ragione il movimento delle Pantere Nere (Black Panther) lottò strenuamente contro il divieto di portare armi. Un’arma da fuoco dà alle minoranze una serie di diritti che non potrebbero altrimenti essere protetti, in particolare la garanzia di protezione dalla tirannia”.

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/12/23/ora-sono-diventato-la-morte-il-distruttore-dei-mondi-100-1000-waco/

Stati Uniti di Polizia – la fase finale della Guerra al Terrore è cominciata

article-2311986-19636ADC000005DC-761_634x506

Si dovevano attaccare i civili, la gente, donne, bambini, persone innocenti, gente sconosciuta molto lontana da ogni disegno politico. La ragione era alquanto semplice: costringere … l’opinione pubblica a rivolgersi allo stato per chiedere maggiore sicurezza.

Vincenzo Vinciguerra, ex agente Gladio, deposizione

War-2

La vera notizia è come è bastato un decennio per addomesticare i cittadini americani e far loro accettare detenzione permanente, tortura, esecuzione sommaria di cittadini americani, in patria o all’estero, una massiccia presenza di paramilitari nelle loro strade e nelle loro case. Ogni richiesta fatta dalle autorità era a titolo volontario, ma quasi nessuno si è rifiutato di ottemperare. E’ vero che Boston è un caso particolare: una città particolarmente rispettosa della legge e con forti simpatie per il presidente Obama. Tuttavia resta il dato davvero inquietante di una popolazione fin troppo facilmente malleabile e disposta a credere, obbedire, combattere la “Guerra al Terrore”. La buona notizia è che le voci di dissenso stanno facendosi sentire in rete e nei forum dei quotidiani, in modo articolato e fermo. Boston è servita da monito.

554798_10200527088572935_764654278_n

Allo stato attuale, non vi è nulla di sostanziale che colleghi i due indagati al delitto. Ci sono voci, 32 secondi di video per nulla incriminante (così tante telecamere a circuito chiuso ma nessuna registrazione utile?), alcune fotografie non troppo chiare, i loro zaini sembrano diversi da quelli incriminati. Non c’è un movente, non c’è una  prova visiva che mostri i sospetti che dispongono la bomba sulla scena del crimine e non c’è alcun filmato dei sospetti in fuga da una qualunque scena del crimine. L’automobilista rapito che, ci viene detto, ha riferito che i due, prima di lasciarlo andare senza torcergli un capello, si sono autoaccusati dell’attentato (!!!??? per farsi prendere più facilmente?), non è stato intervistato da nessuno, si è letteralmente volatilizzato. Ci sono ben 6 versioni discordanti di come è avvenuta la cattura.
Al momento nessun giudice li condannerebbe.

Obama, in quanto presidente, non deve permettersi di emettere sentenze, come ha implicitamente fatto e come esplicitamente fa con le sue liste di persone da uccidere con i droni.
Il ragazzo è un cittadino americano, non un “nemico combattente” come John McCain vorrebbe che fosse considerato, in modo da farlo internare e processare da un tribunale militare, a porte chiuse .

Non deve essere interrogato dall’FBI e giudicato a livello federale. La giurisdizione è quella del Massachussetts: si sta forse cercando di sfruttare il caso per degli scopi che hanno poco a che vedere con la sicurezza dei cittadini e molto a che vedere con ulteriori restrizioni dei loro diritti (se possono fare a pezzi la costituzione per un cittadino americano, lo possono fare per tutti)? Oppure si sta cercando di evitare che qualcuno capisca in che rapporti erano stati il fratello maggiore e l’FBI nel corso degli ultimi 3 anni?

L’FBI organizza complotti terroristici, agevolando gli estremisti, fornendo loro idee, logistica, contatti ed armi per arrestarli preventivamente, senza che i cittadini si chiedano se non sia istigazione a delinquere, se queste persone avrebbero realmente compiuto certe azioni se non fossero stati inseriti in un certo tipo di dinamica:

http://www.nytimes.com/2012/04/29/opinion/sunday/terrorist-plots-helped-along-by-the-fbi.html?pagewanted=all&_r=3&

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/21/lfbi-organizza-e-sventa-la-maggior-parte-degli-attentati-terroristici-islamici-sul-suolo-americano-ricerca-della-ucla/

L’FBI ha addirittura consentito che il primo attentato alle Torri Gemelle, quello del 1993, andasse in porto
http://www.nytimes.com/1993/10/31/nyregion/bomb-informer-s-tapes-give-rare-glimpse-of-fbi-dealings.html?pagewanted=all&src=pm

L’FBI sorvegliava Tamerlan, il fratello maggiore, da 3 anni e lui lo sapeva, perchè avevano informato i suoi genitori (!). Allora perché quell’appello ai cittadini affinché aiutino ad identificare dei sospetti che già conoscono? 

YivQkEYhttps://versounmondonuovo.wordpress.com/wp-admin/post.php?post=6186&action=edit

Il giovane Dzhokar Tsarnaev era un giovane cittadino Americano modello. Era un calciatore e si allenava tre volte in settimana con i suoi compagni di squadra e, non contento, era anche il capitano della squadra di wrestling del suo istituto: i suo compagni di wrestling lo ricordano come una persona sempre disponibile pronta ad elargire consigli. Aveva ottenuto una borsa di studio in medicina, voleva diventare un infermiere, era stato un bagnino perché “voleva salvare la gente”, nel tempo libero assisteva come volontario ragazzini affetti dalla sindrome di Down. Nessuno dei suoi amici più stretti l’ha mai considerato una persona religiosa. I suoi insegnanti lo hanno descritto come uno studente ideale. I suoi vicini come un ragazzo adorabile. Era l’incarnazione del sogno Americano ma, da un giorno all’altro, ci viene detto che è diventato uno jihadista che uccide civili ad una competizione sportiva (lui che adora lo sport) e la sera stessa va ad una festa (mentre il fratello va tranquillamente in palestra ad allenarsi), poi a dormire nella sua stanza. Il giorno dopo si rende conto che è in corso una caccia all’uomo, scappa con suo fratello maggiore, ruba un’auto ma rilascia il proprietario dopo avergli detto che è l’autore dell’attentato (!!! – questo sostengono le autorità investigative: nessuno ha visto e intervistato questo tizio), sfugge alla cattura anche se dopo la prima sparatoria è circondato da poliziotti.
Per qualche ragione le sue radici cecene non lo spingono ad attaccare la Russia ma gli Stati Uniti che gli hanno dato tutto quel che poteva desiderare, inclusa la cittadinanza (qualche mese fa). È uno jihadista ma non si immola e non si comporta come tale; è come se avesse due personalità e nessuno avesse mai visto quella islamista.

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/04/20/informazioni-sui-presunti-bombaroli-di-boston-che-non-troverete-sul-corriere-della-sera/

 fullscreen_pc

Ancora più drammatica è la criminalizzazione dei giovani: secondo la stessa versione ufficiale in cui cambiano i nomi e i connotati ma gli altri dettagli si ripetono, gli autori di attentati e stragi sono immancabilmente giovani immaturi, inquieti e, soprattutto, indignati con il governo. Questi escono di testa per ragioni che non sono mai chiare, agiscono da soli e sfruttano insospettabili abilità militari per uccidere degli innocenti e/o sfuggire alla cattura: fino alla loro uccisione o suicidio, come in ogni film americano che si rispetti.

Il copione è ripetitivo e meccanico, ma le serie TV (24, Homeland) ed i blockbuster lo hanno reso plausibile per un pubblico ovinizzato che delega ad altri le attività cerebrali non necessarie alla sopravvivenza fisica.

Le autorità ci assicurano che il fratello maggiore era un integralista, a dispetto delle apparenze (era appassionato di hip-hop, skateboard e droghe leggere)

 tamerlan

e, stando al racconto della madre, Zubeidat K. Tsarnaeva, negli ultimi anni l’FBI l’aveva avvertita del fatto che il figlio Tamerlan era su una brutta strada e che lo stavano sorvegliando [NB, l’FBI ha ammesso che le cose stavano così solo DOPO l’intervista della madre ad una TV russa]. Questo significa che dovevano sapere che aveva consultato dei siti per costruire bombe fatte in casa (se è vero) e che dovevano sapere che si era comprato un arsenale di armi…però…boh?
Nel 2011 l’intelligence russa aveva chiesto all’FBI di indagare su di lui, per capire se era “a rischio”. L’FBI fece delle scrupolose investigazioni (internet, telefonate, conoscenze, biografia, movimenti, domande a parenti e conoscenti, ecc.) senza trovare alcuna attività sospetta o legame con associazioni terroristiche, ma riferì di un’evidente tendenza integralista:

http://www.guardian.co.uk/world/2013/apr/20/fbi-quiz-dzhokhar-tsarnaev-suspect-capture

Dopo l’attentato Tamerlan non si è suicidato: è tornato a casa dalla bella moglie americana – Katherine Russell – e dalla figlia.

 article-2311809-1965BB41000005DC-199_308x402

Le autorità, a partire dal presidente, stanno trattando dei sospetti alla stregua di colpevoli già condannati.
Questo normalmente succede in un sistema giuridico primitivo come quello giapponese, dove l’imputato deve dimostrare di essere innocente. In un sistema giuridico civile l’accusa deve dimostrare la colpevolezza. Dal Patriot Act in poi gli Stati Uniti non sono più un paese civile e, anche grazie a certe leggi controfirmate da Obama, il nostro presunto terrorista rischia di scomparire per anni in un labirinto giudiziario, come se fosse a tutti gli effetti morto (morte civile):
http://www.informarexresistere.fr/2012/01/07/ndaa-torneranno-i-campi-di-concentramento-in-america/#axzz2QwmMcGkz

Nessuno si curerà della sorte di Tsarnaev, preventivamente condannato dall’opinione pubblica, allo stesso modo in cui praticamente nessuno si preoccupa dei diritti degli internati nei campi di prigionia antiterroristi americani. Però è così che i diritti di tutti vengono amputati: prima si colpiscono le figure marginali, detestate o appena tollerate (zingari, ebrei, comunisti, gay, ecc.) e poi, nel constatare che la popolazione non reagisce, l’abolizione della tutela giuridica si istituzionalizza, si espande e diventa sempre più arduo contestarla. Per abolirla non resta altro da fare che combattere e sacrificare la propria vita. E’ quel che succederà negli Stati Uniti nei prossimi anni, con buona pace degli obamofili.
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/04/28/children-of-men-i-figli-degli-uomini-un-film-preveggente/

 article-2311986-19652E8C000005DC-965_306x423

article-2311986-19653174000005DC-529_306x423

Boston, una città di oltre 600mila abitanti è stata, virtualmente, messa agli arresti domiciliari (chiunque si fosse trovato in strada era passibile di fermo e perquisizione corporale – in un caso un tizio è stato denudato e dei poliziotti hanno inveito contro i giornalisti) e sotto legge marziale (con migliaia di paramilitari che entravano nelle case per setacciarle, senza alcuna autorizzazione) per la durata della caccia allo studente diciannovenne modello-assistente di ragazzini down-terrorista jihadista a tempo perso.

ctm_0419_BR_MI_815_480x360

La militarizzazione della metropoli ora costituisce un precedente. Invece di usare i cani per rintracciare rapidamente il ricercato, che perdeva sangue ed aveva abbandonato l’auto, 9mila agenti militarmente equipaggiati hanno trascorso la notte perlustrando le abitazioni di una vasta sezione della città (senza un permesso, in piena violazione del quarto emendamento), come se fosse la cosa più naturale del mondo. Nessuno ha protestato, la folla alla fine festeggiava per le strade, senza rendersi conto dell’implicita carta bianca che hanno fornito al governo.
In nessun paese europeo, dopo la sconfitta di Hitler, la minaccia terroristica è mai stata gestita in questo modo. Queste sono “cose da Hollywood”:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/09/07/batman-leroe-della-controrivoluzione/

ht_empty_boston_lockdown_thg_130419_wblog

Ora qualunque cellula terroristica (e presidente) sa che basta davvero poco per mettere in stand-by gli Stati Uniti e che la popolazione accetterà con entusiasmo che la sua libertà sia sacrificata in nome della sicurezza. Il sogno di Bush è realtà, ma con Bush tutto questo non sarebbe stato possibile. Obama il Buono, invece, può, perché è “animato dalle migliori intenzioni”, nonostante tutto:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/01/14/amerikarma-obamamania/

 article-2311986-1965D219000005DC-680_636x421

Perciò non è un problema se il confino domestico dei cittadini elimina possibili testimoni delle azioni delle forze dell’ordine paramilitari (stavano cercando indizi o disseminando “prove”? Chi può dirlo?), se il ragazzo è stato scovato da un privato cittadino che aveva violato il coprifuoco perché non ne poteva più, se l’atmosfera diventa ancora più agghiacciante, amplificando gli effetti dell’atto terroristico.

Chiunque contesti questo genere di prassi poliziesca viene bollato come complottista (yawn/sbadiglio) o apologeta di terrorismo (!!!).

 article-2311986-19652BC4000005DC-443_634x412

Molti di quelli che hanno seguito Obama durante la crisi hanno osservato che il suo atteggiamento era freddo, distante, privo di emozioni, meccanico nel pronunciare parole di pura circostanza.

Il mio timore è che si stia chiudendo nel suo guscio, come accade agli schizoidi quando la situazione si fa seria. A quel punto è difficile distinguerli dagli psicopatici. A quel punto, tutto diventa possibile:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/03/10/obama-e-psichicamente-sano-oppure-e-schizoide/

 article-2311986-1965107D000005DC-616_634x427

La questione, allora, è la seguente: gli americani sono stati ammaestrati come i tedeschi negli anni Trenta, oppure saranno capaci di ridestarsi dall’ipnosi collettiva?

Se vivessi negli USA sarei seriamente preoccupato e traumatizzato, perché saranno anni di lacrime, piombo e sangue:
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/02/15/la-storia-dello-zombie-che-fu-bruciato-vivo-dalla-polizia-stati-uniti-2013/

3826742527

AmeriKarma / Obamamania

obama-bush-53814

Il fatto che un certo comportamento sia comune non lo rende meno corrotto. In effetti…chi è al potere conta sulla volontà dei cittadini di assuefarsi alla corruzione, diventando insensibili, indifferenti alla sua illiceità. Una volta che un tale comportamento è percepito come la norma, si trasforma nella mente delle persone da qualcosa di sgradevole in qualcosa di accettabile. Molte persone credono di comprovare la loro sofisticatezza nell’esprimere una cinica indifferenza verso le malefatte dei potenti, in quanto sono così diffuse. Questo cinismo – “oh, non essere ingenuo: lo fanno tutti, sempre” – è proprio ciò che permette ad un comportamento distruttivo di prosperare incontrastato.

Glen Greenwald, 8 settembre 2012

Martedì notte la PBS ha mandato in onda il suo programma Frontline con un nuovo report di un’ora su uno dei più grandi e vergognosi fallimenti dell’amministrazione Obama: la totale mancanza anche di un singolo arresto o procedimento contro i maggiori banchieri di Wall Street per le frodi sistemiche che hanno accelerato la crisi finanziaria del 2008, una crisi che affligge milioni di persone nel mondo. Quello che il programma ha mostrato è che il dipartimento della giustizia di Obama, in particolare Lanny Breuer, capo della Criminal Division, non ha nemmeno provato a considerare responsabili i criminali d’ alto livello.

Quello che hanno fatto i funzionari della giustizia di Obama è esattamente quello che fecero di fronte ai crimini di torture e intercettazioni senza mandato dell’ era Bush: ovvero, hanno agito proteggendo le fazioni più potenti della società di fronte ad evidenti prove di gravi crimini. Infatti, le elite finanziarie non solo hanno ricevuto l’ immunità per le loro frodi, ma ci hanno guadagnato, mentre gli americani comuni continuano a soffrire degli effetti di questa crisi.

Ancora peggio, i funzionari della giustizia di Obama hanno sia protetto che onorato questi oligarchi di Wall Street (i quali hanno largamente supportato la campagna presidenziale di Obama del 2008) mentre allo stesso tempo perseguivano ed arrestavano gli impotenti americani per trasgressioni minori. Come ha suggerito due settimane fa Larry Lessing, insegnante di legge ad Harvard, esprimendo rabbia per la persecuzione del Dipartimento di Giustizia contro Aaron Swartz: “viviamo in un mondo dove gli architetti della crisi finanziaria vanno regolarmente a cena alla Casa Bianca.” (Infatti, come ne “Gli Intoccabili”, nessun grande dirigente di Wall Street è stato perseguito, al contrario di “molti piccoli broker, stimatori di prestiti e compratori di case”)

Glenn Greenwald

http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2013/jan/23/untouchables-wall-street-prosecutions-obama

Gli Stati Uniti, paladini dei diritti umani nel mondo, salvo che nel Bahrein, nello Yemen o in Arabia Saudita dove la popolazione può essere uccisa, torturata e imprigionata dai rispettivi regimi senza che l’amministrazione Obama alzi un dito (al contrario, li arma): “Questo tiranno è OK, sta con noi!”

Nella lunga, squallida storia della CIA, figura anche la distruzione di videoregistrazioni di prigionieri interrogati per eliminare le prove del suo impiego di tecniche di tortura (Robert Fisk, “Torture doesn’t work, as history shows”, The Independent, 2 febbraio 2008).

A dicembre del 2012 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha finalmente reso giustizia a un cittadino tedesco, Khaled el-Masri, rapito nel 2004 dalla CIA ed inserito nel labirinto di prigioni segrete americane, per poi essere torturato in Macedonia da agenti della CIA, con la connivenza dello stato macedone, a causa del suo nome, simile a quello di un militante jihadista, Khalid al-Masri. Ci sono voluti mesi di tortura prima che la CIA capisse che era la persona sbagliata e lo abbandonasse in Albania, sul ciglio di una strada. Né la Germania né gli Stati Uniti hanno mai inteso quantomeno compensare quest’uomo per l’orrore subito.

Kathryn Bigelow, la Leni Riefenstahl dei nostri tempi, viene celebrata per la sua spettacolarizzazione propagandistica – esteticamente superba – delle guerre (“The Hurt Locker”) e della tortura come mali necessari e minori e perciò accettabili (Zero Dark Thirty”)

Altre apologie della tortura, come le serie tv “24” e “Homeland” hanno massaggiato le coscienze del pubblico statunitense e anche degli stessi soldati all’estero. Torin Nelson, un interrogatore con 16 anni di esperienza ha riferito di essere stato testimone dell’influenza che “24” ha avuto ad Abu Ghraib e Guantanamo.

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/20/linconcepibile-samuel-l-jackson-jack-bauer-e-la-tortura-ragionevole/

Così, mentre il pubblico italiano si scandalizza con “Diaz” ed il Parlamento italiano cerca finalmente di far conformare le normative italiane a quelle europee ed internazionali, introducendo uno specifico reato di tortura, Obama può permettersi di nominare come nuovo direttore della CIA John Brennan, un incarico che aveva già ricoperto al tempo dell’amministrazione Bush. Brennan è favorevole alla tortura, alla cattura, deportazione e detenzione clandestina di persone sospettate di essere affiliate ad organizzazioni terroristiche (extraordinary renditions), alle strategie di uccisione mirata (con droni o sicari) di sospettati e al programma di sorveglianza dei cittadini americani tramite intercettazioni da parte dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale. Brennan è lo stesso funzionario che ha dichiarato che i droni americani non avevano ucciso civili pachistani e che Osama Bin Laden aveva usato sua moglie come scudo: due affermazioni poi appalesate come menzogne (Glenn Greenwald, “John Brennan’s extremism and dishonesty rewarded with CIA Director nomination”, The  Guardian, 7 gennaio 2013).

**********

Time_Mags_Drones

Come se ciò non bastasse, grazie alle leggi che “costringono” l’amministrazione pubblica americana (per la verità a sua ampia discrezione) a rendere disponibili certe documentazioni riservate ed agli sforzi di varie organizzazioni per i diritti civili, siamo venuti a sapere che, negli Stati Uniti, le forze di polizia e gli agenti del dipartimento per la sicurezza interna (Department of Homeland Security, DHS) hanno collaborato e, verosimilmente, continuano a collaborare con i servizi di sicurezza delle banche per sorvegliare, arrestare e neutralizzare quei cittadini americani “colpevoli” di protestare pacificamente contro il sistema (Occupy Wall Street). Le strategie preparate congiuntamente contemplavano (contemplano?) anche l’uccisione da parte di cecchini di alcuni leader del movimento di protesta, in quanto classificati come “minaccia terroristica”. Poiché precedenti richieste di accesso a queste informazioni erano state rifiutate, il sospetto è che questa improvvisa generosità sia motivata da ragioni di deterrenza: nessun leader di un movimento di protesta si sentirà più al sicuro (Naomi Wolf, The Guardian, 29 dicembre 2012).

http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2012/dec/29/fbi-coordinated-crackdown-occupy

L’FBI non è mai stato migliore della CIA
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/21/lfbi-organizza-e-sventa-la-maggior-parte-degli-attentati-terroristici-islamici-sul-suolo-americano-ricerca-della-ucla/

Non mi risulta che Obama si sia espresso in merito.

Se la gente pensa che è più o meno ‘normale’ che l’FBI (e le banche) sia coinvolto in un complotto che prevede anche la possibile soppressione di leader di un movimento popolare – (i fratelli Kennedy? Martin Luther King?) –  e sceglie di starsene zitta, proteggendo quindi questi potenziali assassini, non c’è davvero più alcun limite invalicabile per le autorità: tutto diventa possibile, con la tacita connivenza di milioni di americani.

**********

Il governo americano sta cancellando i confini della legalità, all’estero e in patria, ad un ritmo che ha subito una forte accelerazione dal 2001 (ricordo ai lettori che Osama Bin Laden era ricercato dall’FBI per l’attentato del 1998 alle ambasciate americane di Tanzania e Kenya, non per l’attacco dell’11 settembre). Ora si spiano le comunicazioni dei cittadini senza dover ottenere alcuna autorizzazione, la detenzione a tempo indeterminato di cittadini senza alcuna incriminazione e senza che l’arrestato possa rivolgersi ad un avvocato è stata codificata in legge (NDAA). È persino legale uccidere cittadini americani (Anwar al-Awlaki, colpevole di avere un blog e di pubblicare video jihadisti su youtube; suo figlio sedicenne, colpevole di essere suo figlio), senza prove di un loro coinvolgimento in attività terroristiche (Scott Shane, U.S. Approves Targeted Killing of American Cleric, New York Times, 6 aprile 2010; Glen Greenwald, “The due process-free assassinations of U.S. citizens is now reality, Salon, 30 settembre 2011). Si prevede che i cieli statunitensi saranno solcati da 30mila droni, entro il 2015, per una spesa di 5 miliardi di dollari nel solo 2012: soldi dei contribuenti che serviranno a spiare i contribuenti. Si discutono leggi per bloccare internet in maniera selettiva e ormai il dominio semantico del termine terrorista si è esteso al punto da identificare come terroristi chiunque parteciperà ad eventuali rivolte urbane come quelle inglesi dell’estate del 2011.

Da maggio del 2010, Bradley Manning è in stato di arresto e ha subito un trattamento che un relatore dell’ONU ha definito crudele, disumano e degradante. 900 giorni di detenzione senza che si stabilisse la data del processo. Persino un giudice militare ha dato ragione ai suoi avvocati difensori (contestati invece da Obama in persona, che aveva dichiarato il trattamento di Manning “interamente appropriato”): lui ha subito gravi violazioni dei suoi diritti e della sua integrità psico-fisica per aver denunciato crimini di guerra americani, invece una delle figure maggiormente coinvolte in quei crimini, Brennan appunto, riceve in premio la nomina a direttore della CIA: questa è l’America di Obama, cari obamofili!

**********

Stando ai parametri a cui gli Stati Uniti dichiarano di attenersi, il loro atteggiamento e le loro azioni verso l’Iran sarebbero considerate sufficientemente aggressive da giustificare una ritorsione. Hanno ucciso (o collaborato alla loro uccisione) i suoi ingegneri, invaso il suo spazio aereo con robot killer, parcheggiato in pianta stabile navi da guerra davanti alle sue coste, cercato di demolire il suo programma atomico (legittimo e legale!) con dei virus che tra l’altro rischiano di diffondersi nella rete internet planetaria con conseguenze catastrofiche, circondato il paese con basi militari, finanziato gruppi terroristici e movimenti secessionistici atti a destabilizzare il paese, organizzato almeno un colpo di stato contro un loro governo democraticamente eletto (gettando le basi per la successiva rivoluzione khomeinista).

**********

Non sono chiari gli obiettivi della guerra di droni nell’Asia Centrale: uccidere tutti i maschi in età da combattimento? Domandiamoci una buona volta se esista una differenza morale di qualche rilievo tra giustiziare i “nemici pubblici” gettandoli in mare da un elicottero o un aereo (Pinochet/Videla) e farli saltare in aria a terra con un robot volante (Obama).

Come possiamo sapere se quelli che vengono massacrati siano “terroristi armati”? Di cosa sono accusati dato che non sono stati identificati? In base a quali prove sono stati riconosciuti colpevoli? Solo perché lo dice il governo? I cittadini che prendono per buono tutto quel che dice il governo in casi di vita o di morte non sono più adulti responsabili, ma seguaci, robotoidi inebetiti dal tribalismo (“mi fido del mio capo-tribù, diffido degli altrui capi-tribù”), intossicati dalla credenza nella intrinseca superiorità della loro civiltà quanto i nazisti lo erano rispetto alla loro razza. Finché resteranno immobili non si accorgeranno di avere delle catene.

Chi difenderà questi uomini-pecora se diventeranno i prossimi bersagli? Chi può sentirsi davvero al sicuro? Il programma di omicidi mirati arriverà anche nelle nostre città?

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/04/28/children-of-men-i-figli-degli-uomini-un-film-preveggente/

Gli iracheni morti direttamente ed indirettamente a causa dell’invasione occidentale [Guerra al Terrore] sono alcune centinaia di migliaia, senza contare quelli morti per il precedente embargo (non diversamente da quel che rischia di succedere in Iran) e i quasi 2 milioni di rifugiati.

Chi sono i veri terroristi? Una Guerra al Terrore senza soluzione di continuità, senza la certezza che le vittime siano colpevoli di alcunché, portata avanti anche con la tortura, con l’invasione ed occupazione di nazioni sovrane, il rogo degli altrui testi sacri, l’urina sparsa sui cadaveri dei nemici, la morte che piove dal cielo indiscriminatamente su chiunque si trovi al posto sbagliato nel momento sbagliato (applicando il principio giuridico medievale germanico della colpa collettiva, Sippenhaftung, già recuperato dai nazisti) non è forse un colossale atto di terrorismo ai danni dell’umanità? È un gigantesco crimine contro l’umanità. Miliardi di dollari spesi per dimostrare la nostra bontà, superiorità e moralità alle vittime, siano esse musulmani all’altro capo del mondo o indignati nelle nostre città.

**********

Dopo 12 anni, la Guerra al Terrore deve, ad un certo punto, giungere al termine: la “guerra” è un evento circoscritto, uno stato di cose straordinario, innaturale, non permanente e normalizzato. La pace deve essere considerata la norma verso cui il genere umano si sforza continuamente di tendere.

E se non ha una fine – l’amministrazione Obama parla di un altro decennio di operazioni, ha programmato fin dal 2009 l’inaugurazione di una Guantanamo in territorio americano, nell’Illinois, ha esteso ed aggravato le norme liberticide post-2001 –, è difficile continuare a chiamarla guerra. È una cosa diversa, una sovversione del diritto internazionale che, perpetuandosi, “legittima” uccisioni e detenzioni illegali: una condotta che, per mille ragioni, non sarà perdonata dai posteri e che continua a corrompere lo stato di diritto e le coscienze delle democrazia occidentali, rendendole sempre meno facilmente distinguibili dai loro avversari, quasi che la Guerra al Terrore fosse diventato un pretesto per giustificare straordinari poteri di detenzione, sorveglianza, uccisione e segretezza su base permanente.

Che cosa raccoglieremo dopo questa semina? In Afghanistan gli attacchi ai liberatori occidentali si moltiplicano e molti di questi attentati ed imboscate non sono ad opera di miliziani talebani, ma di reclute delle forze armate o forze dell’ordine afgane. Più a lungo restiamo in quella regione, più siamo odiati. Ormai la popolazione si sente presa tra due fuochi i liberatori e gli oppressori: la speranza si è trasformata in odio ed ora i talebani sempre più spesso sono identificati come dei partigiani che lottano contro l’occupazione nemica. La battaglia per le coscienze afgane è stata persa e la Guerra al Terrore partorisce un numero crescente di terroristi, in Aghanistan ma anche nello Yemen e in Pakistan, a causa degli attacchi dei droni statunitensi, supportati dall’aviazione saudita, cioè di un regime già diffusamente malvisto o aborrito nel Medio Oriente.

Non è chiaro se tutto questo sia frutto di un calcolo deliberato – la guerra avvantaggia pur sempre certe lobby e disciplina “naturalmente” gli umori della cittadinanza – o di un errore di valutazione, ma rischia di produrre proprio quello “scontro di civiltà” che, a parole, persino i neocon affermavano di voler evitare. Possiamo permetterci di renderci ostili centinaia di milioni di musulmani, infiammati dal risentimento, dal senso di vittimizzazione, dalla volontà di riscattarsi non assieme a noi, ma in contrapposizione a noi?

Se il fanatismo islamico è un nemico irriducibile che occorre continuare a combattere, allora presto dovremmo assistere all’espansione della guerra, con l’inclusione dei miliziani formidabilmente armati dell’estrema destra antigovernativa americana, che ha già mostrato di poter compiere attentati terroristici su grande scala negli Stati Uniti (Alfred P. Murrah Federal Building ad Oklahoma City: 168 morti, 800 feriti).

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/12/23/ora-sono-diventato-la-morte-il-distruttore-dei-mondi-100-1000-waco/

Dove tracciamo quel solco invalicabile che possa scongiurare un’escalation autodistruttiva per l’intero Occidente?

Allo stesso modo in cui Bersani è responsabile di aver creato un consenso bipartisan sulle politiche neoliberiste antitetiche alla social-democrazia ed agli stessi diritti civili dei cittadini (es. Grecia, Russia, Thailandia, Malawi, ecc.), Obama ha reso digeribili le politiche di G.W. Bush: in precedenza i media americani arrivavano a definirle crimini di guerra o derive autoritarie. Ora il dissenso, almeno sui media ufficiali, è francamente insignificante.

Che cosa è preferibile? Un cane rabbioso con la bava alla bocca o un cane rabbioso che riesce a dissimulare la sua condizione?

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: