Il Grande Riaggiustamento Finanziario andrà in porto?

a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles

memo

L’insolvenza privata si è trasferita sui conti pubblici (locali e nazionali) passando per le banche (banche zombie). Ora nessuno può più far fronte all’esplosione della prossima bolla. Nessuno tranne il FMI, che è solvente e può stampare denaro (Diritti Speciali di Prelievo) per il prossimo giga-bailout planetario e ristrutturazione del debito mondiale (l’alternativa sarebbe un caos incontrollabile e non sarebbe gradita a chi governa le sorti del mondo).

Questa è la relazione ciclica (30-40 anni: l’ultimo evento è del 1971) tra caos finanziario, guerre e ristrutturazioni sistemiche globali

http://www.econ-pol.unisi.it/~bosco/int/mat/SMI.pdf

Il petrolio sarà presto pagato in Diritti Speciali di Prelievo del Fondo Monetario Internazionale (DSP; Special Drawing Rights, SDR) e non più in dollari.

Questa opzione era già stata valutata alla fine degli anni Settanta in una nota confidenziale per il presidente Carter: il prezzo del petrolio non sarebbe cambiato, ma il dollaro si sarebbe deprezzato. Perciò conveniva evitare un tale scenario. L’OPEC aveva precedentemente rinunciato a questa mossa per via della forza del dollaro. Avrebbe cambiato idea solo nell’eventualità di un forte indebolimento del dollaro (ci siamo). Da notare comunque che la nota accenna anche a dei “pro” in caso dell’abbandono del dollaro come valuta di riserva globale. Perciò la posizione implicitamente possibilista di Obama non è sorprendente.

Odiernamente il mondo sta abbandonando il dollaro e quindi è pressoché inevitabile che il petrolio sarà sganciato dal dollaro.

In una prima fase si useranno valute regionali, come il rublo e lo yuan. Poi si richiederà ufficialmente uno stabilizzatore dei mercati, ossia i DSP, appunto, con un paniere che verosimilmente includerà anche i dollari canadesi e australiani, perché il nuovo ordine sarà più produttivo (economia reale) che parassitario (rendite finanziarie) e avrà bisogno di risorse energetiche e minerarie.
[NOTA BENE: di per sé, questa soluzione non è male: andava bene a Roosevelt, De Gaulle e Keynes. Come sempre, però, dipende dall’uso che uno ne fa: con una corda posso aiutarti a uscire da un fosso, oppure posso impiccarti].

Se Ucraina, Siria, Libia, Egitto, Nigeria e, più recentemente, il Vietnam sono al centro di dispute interne ed internazionali è perché – per via della loro produzione energetica o della loro posizione geostrategica in relazione al commercio energetico – sono dei tasselli cruciali per la costruzione di questo nuovo ordine incentrato sul FMI.

Quando la transizione sarà completata assisteremo a un boom del mercato energetico e delle risorse estrattive.

Questa priorità annulla qualunque altra contesa, reale o fittizia che sia (es. sanzioni contro la Russia, respinte da Canada, Giappone e Germania perché danneggerebbero le loro imprese).

Il mondo va avanti anche se il Congresso americano si rifiuta di ratificare la riforma del FMI che ridurrebbe il peso americano e aumenterebbe quello dei BRICS. Il G20 aveva avvertito: dovremo ricorrere a misure aggressive casomai non ci fosse la collaborazione del Congresso ed è precisamente quel che sta accadendo

http://www.reuters.com/article/2014/04/11/us-g20-economy-idUSBREA3A1FC20140411

Nei prossimi mesi il FMI sopprimerà il diritto di veto statunitense e ristrutturerà il suo consiglio di amministrazione per diventare una banca centrale mondiale, in vista di una conciliazione degli interessi euro-atlantici con quelli euro-asiatici (tesi > antitesi > sintesi), sotto l’egida della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI)

http://www.bancaditalia.it/studiricerche/coop_intern/partecipa_org_int/bri

Le aree di crisi sono quelle in cui il dollaro e i vari interessi in competizione per accaparrarsi la fetta più grossa della torta stanno lottando per conservare o migliorare le loro posizioni prima del Grande Riaggiustamento (leggi: Grande Accentramento post-nazionale)

http://www.futurables.com/2014/04/24/la-grande-trasformazione-del-2015-2016-due-scenari/

Da notare che Russia e FMI erano/sono favorevoli a concedere prestiti all’Ucraina in DSP, invece che in dollari

http://www.reuters.com/article/2013/12/27/us-ukraine-bailout-idUSBRE9BQ09F20131227

Ucraina, 2014: prima volta che i DSP di un prestito FMI non sono convertiti in dollari o euro ma direttamente in oro e poi nella valuta nazionale

https://www.imf.org/external/np/sec/pr/2014/pr14189.htm

Attendiamo la dichiarazione congiunta sino-russa della prossima settimana (alla presenza di Ban Ki-moon)

http://thediplomat.com/2014/05/iranian-russian-presidents-to-visit-china/

Come andrà a finire?

Resto pessimista. Anche se numerosi grandi manovratori avessero davvero a cuore il nostro migliore interesse (da “ciò che va a mio vantaggio beneficia tutti” /trickle down –  a “ciò che va a vantaggio di tutti beneficia anche me”/ama il prossimo tuo…) non credo che abbiano il pieno controllo della situazione.

Mutamento climatico; Cintura di Fuoco in subbuglio; umanità sempre più sospettosa delle intenzioni dell’1%; incapacità di valutare oggettivamente certe variabili (tipica di personalità sociopatiche); la maggior parte dei politici che non ha la più vaga idea di quel che sta succedendo oppure non può permettersi di dire quel che pensa; i media che distorcono la realtà invece di descriverla…Qualunque sia il piano, non credo che dobbiamo attendere alcuna soluzione dall’alto. O ci diamo da fare noi, oppure affonderemo assieme ai capitani del bastimento.

FONTI:

http://philosophyofmetrics.com/2014/05/16/oil-sdrs-and-the-new-currency-basket/

http://philosophyofmetrics.com/2014/05/16/the-america-dollar-is-dumping-vietnam/

http://blogs.reuters.com/breakingviews/2014/03/21/review-a-world-of-reasons-for-the-dollar-to-crash/

http://www.financialsense.com/contributors/jim-rickards/death-of-money-china-gold-financial-warfare

http://www.financialsense.com/contributors/jim-rickards/death-of-money-interview-part-2

32mila miliardi di dollari – la radice dei mali del presente

Tanto quanto le economie di Stati Uniti e Giappone messe assieme: i patrimoni dei super-ricchi di tutto il mondo nascosti nei paradisi fiscali arrivano a qualcosa come 21mila miliardi di dollari, secondo uno studio condotto da un ex capo economista di McKinsey, James Henry, intitolato “Il prezzo dell’offshore rivisto” e che fa il punto a fine 2010. Secondo l’autore, precisa la Bbc, in realtà la vera cifra potrebbe arrivare a 32mila miliardi di dollari, poiché il suo monitoraggio ha preso in considerazione solo i depositi bancari e gli investimenti finanziari, tralasciando beni concreti come proprietà o yacht.

Il rapporto è stato commissionato da Tax Justice Network, un gruppo che milita contro l’evasione fiscale. «Le mancate entrate fiscali che risultano dalle nostre stime sono enormi. Abbastanza da cambiare sensibilmente le finanze di molti Paesi», ha dichiarato Henry. Il tutto, costituisce «un enorme buco nero nell’economia mondiale»”.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-07-22/oltre-miliardi-dollari-sono-172901.shtml?uuid=AbmE63BG

Sono gli oligarchi che finanziano le campagne presidenziali, i colpi di stato nei paesi in via di sviluppo, le rivoluzioni colorate nei paesi ostili. Sono gli oligarchi che producono armi e le vogliono vendere, che occultano la reale quantità di riserve di greggio, che impongono colture geneticamente modificate e medicalizzano la popolazione per incrementare le vendite di farmaci.

Sono i padroni del mondo, perché li lasciamo fare, finché li lasciamo fare.

Il rapporto, realizzato sulla base dei dati della Banca dei Regolamenti Internazionali e del Fondo Monetario Internazionale, spiega che questa concentrazione di ricchezze sottratte alla tassazione è stata resa possibile dalla globalizzazione, che ha gradualmente reso vani i controlli di frontiera. Le 10 maggiori banche hanno messo da parte un quinto del totale, nel 2010, quasi triplicando il gruzzolo di 5 anni prima. Miracoli delle crisi globali. La ricchezza sottratta ai paesi in via di sviluppo (in primis la Russia post-comunista) negli ultimi 40 anni sarebbe più che sufficiente per coprire il loro indebitamento con il resto del mondo. Il rapporto precisa che “il problema è che i beni di queste nazioni sono controllati da un ristretto numero di persone mentre i governi ridistribuiscono i debiti sui cittadini ordinari”. La somma calcolata è così colossale da lasciar capire che la misura dell’ingiustizia sociale dei nostri tempi è “drammaticamente sottostimata”. Quasi la metà di queste ricchezze è posseduta da 92mila persone, ossia circa lo 0,001% della popolazione mondiale. Altro che mano invisibile ed effetto di ricaduta/redistribuzione (trickle-down), altro che austerità senza alternative, altro che masse pigre e dissolute che vivono al di sopra delle proprie possibilità. Il capitalismo deregolato è una calamità globale per la quasi totalità del genere umano, salvo per un ridottissimo numero di enormi parassiti neoliberisti che usano i servizi pubblici (pulizia delle strade, nettezza urbana, forze dell’ordine, ecc.).

Che ne è stato delle promesse dei leader del G20 di porre fine ai paradisi fiscali e garantire maggiore trasparenza nel settore bancario?

http://www.guardian.co.uk/business/2012/jul/21/global-elite-tax-offshore-economy

In seguito alla guerriglia urbana nelle città inglesi sono state emesse sentenze di 6 mesi di carcere per aver rubato una bottiglietta d’acqua o un cono gelato (senza precedenti penali). Cosa potrà succedere a queste persone?

Perché la locomotiva sionista non si può più fermare

“La finestra non è chiusa per gli Israeliani, se decidono di agire militarmente per proprio conto. Io non delegherei la mia sicurezza a chiunque, neppure ad un fedele, leale, fidato amico come gli Stati Uniti”.

Joe Biden, vicepresidente degli Stati Uniti, 9 maggio 2012

http://electad.com/video/joe-biden-addresses-the-rabbinical-assembly-convention-atlanta-georgia-may-8-2012/

TRADUZIONE: so che attaccherete, fate pure, gli Americani non si lasceranno coinvolgere, ma neppure cercheranno di fermarvi. Pilato redivivo.

Juan Cole (Richard P. Mitchell Collegiate Professor of History at the University of Michigan) pensa che proprio questo grande inciucio nel governo israeliano allontanerà la guerra, perché il nuovo gabinetto sarà più moderato:

http://www.juancole.com/2012/05/new-israeli-government-likely-wont-launch-iran-attack.html

Penso sia troppo ottimista: la supermaggioranza serve a Netanyahu per restare in sella se l’attacco non va in porto e per mettere con le spalle al muro gli ultraortodossi sulla questione della leva militare, che per legge esclude i giovani ultraortodossi, appunto.

http://www.google.com/hostednews/ap/article/ALeqM5i1S8ozYEoy_P7SCMT1fYk_Ko6sCw?docId=84765b0f91f34316901b7387ace38656

Il che mi fa pensare che Netanyahu abbia in mente una mobilitazione di massa, nessun ebreo israeliano escluso.

Per di più stanno per cambiare la legge sulla leva ed è possibile che vogliano introdurre il servizio (militare o civile) obbligatorio anche per gli Israeliani arabi:

http://www.haaretz.com/opinion/how-to-draft-israeli-arabs-into-national-service-1.429644

Queste riforme sembrano concepite per sostenere uno sforzo bellico senza precedenti.

Krauthammer editorialista sionista al Washington Post paragona questo momento al 1967, quando Israele, assediato trionfò contro i suoi nemici e, da insider, spiega che “Netanyahu sta creando il presupposto politico per un attacco preventivo”

http://www.washingtonpost.com/opinions/echoes-of-67-israel-unites/2012/05/10/gIQA9tUaGU_story.html?tid=pm_opinions_pop

In un certo senso non ha torto: la fratellanza musulmana non è ancora al governo in Egitto, la Siria è destabilizzata, i Palestinesi umiliati, Obama cerca la rielezione, il consigliere di Hollande è Julien Dray, un sionista sfegatato, l’Europa in ogni caso è nei guai e ha altro a cui pensare. Questo è il momento giusto, se uno vuole suicidarsi senza troppi impedimenti.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha esortato le potenze occidentali a dare un ultimatum all’Iran sul suo programma nucleare. Netanyahu ha avvertito che Israele considererà soddisfacente l’esito dei prossimi negoziati con l’Iran solo se quest’ultimo verrà costretto ad accettare una completa cessazione del suo programma di arricchimento dell’uranio entro un tempo dettagliatamente stabilito. […]. Secondo fonti israeliane il premier dello stato ebraico avrebbe richiesto alle potenze occidentali di costringere l’Iran a smantellare il suo centro militare di Fordo, dove l’intelligence israeliana ritiene che Teheran stia arricchendo uranio per la costruzione di una bomba, e trasferire tutto lo stock di uranio già affinato fuori dal paese. […].

Israele, preoccupato dalla apparente debolezza dell’amministrazione americana, desiderosa di evitare una crisi militare nella regione a pochi mesi dalle elezioni presidenziali di novembre, ha più volte espresso l’intenzione di risolvere la questione attraverso l’opzione militare che consisterebbe nell’attaccare le strutture nucleari iraniane prima che queste entrino in una “zona di immunità”.

Lo scorso febbraio il ministro della difesa israeliano, Ehud Barak aveva avvertito che Israele avrebbe agito se si fosse materializzato il sospetto che l’Iran stesse tentando di trasferire il suo programma nucleare in siti militari sotterranei al riparo da eventuali bombardamenti aerei.

Gli Stati Uniti hanno esortato Israele a non utilizzare la forza militare per risolvere la questione chiedendo invece allo stato ebraico più tempo per far lavorare la diplomazia internazionale unita alla pressione economica per convincere l’Iran a fermare il suo programma nucleare.

Israele teme però che la Casa Bianca sia pronta a fare numerose concessioni alla leadership iraniana pur di evitare di essere coinvolta in una guerra regionale che avrebbe serie ripercussioni sui prezzi energetici globali.

L’Iran possiede enormi riserve di petrolio e gas e si affaccia inoltre sullo stretto di Hormuz dove ogni giorno transita 1/3 del fabbisogno di greggio mondiale. In passato Teheran ha avvertito che in caso di attacco contro le sue strutture nucleari bloccherà il transito del vitale stretto marittimo causando in questo modo un repentino aumento dei prezzi petroliferi.

Da pochi giorni il governo israeliano è stato rafforzato dall’adesione nella maggioranza di Kadima, il principale partito d’opposizione nel paese. La mossa ha suscitato le preoccupazioni degli analisti che temono che la creazione di un governo di unità nazionale sia il preludio ad un attacco israeliano contro la Repubblica Islamica. 

http://it.ibtimes.com/articles/29419/20120510/iran-israele-guerra-medio-oriente-bomba-atomica-nucleari-blitz-diplomazia-sanzioni.htm

l’Unione europea ha affermato che Teheran ”deve sospendere” le sue attività di arricchimento dell’uranio

http://www.blitzquotidiano.it/politica-mondiale/nucleare-in-iran-usa-e-ue-chiedono-passi-concreti-subito-1219679/

La Casa Bianca sarebbe pronta ad accettare un proseguimento del programma nucleare iraniano se Teheran accettera’ a sua volta rigidi controlli e misure draconiane da parte della comunita’ internazionale, per impedire che la Repubblica islamica costruisca armi atomiche. E’ quanto scrive il Los Angeles Times citando fonti anonime dell’amministrazione Obama. La decisione sarebbe maturata visti gli scarsi risultati ottenuti con l’attuale strategia, quella di porre come unica condizione la sospensione del programma nucleare iraniano. Condizione che probabilmente Teheran non accetterà mai. E di questo oramai si sarebbero convinti non solo i responsabili americani ma anche quelli di molti altri Paesi europei. Per questo – scrive il Los Angeles Times – gli Stati Uniti potrebbero essere d’accordo sul consentire all’Iran di proseguire con l’arricchimento dell’uranio, a patto che questo avvenga sotto la lente internazionale.

http://www.blitzquotidiano.it/politica-mondiale/iran-obama-potrebbe-dire-si-al-programma-nucleare-limitato-1210021/

funzionari occidentali hanno espresso nei giorni scorsi la paura che l’Iran stia lavorando per nascondere le prove che dimostrerebbero il lato militare del suo programma nucleare prima che gli ispettori internazionali dell’AIEA visitino i siti sospetti nel paese.

http://it.ibtimes.com/articles/29419/20120510/iran-israele-guerra-medio-oriente-bomba-atomica-nucleari-blitz-diplomazia-sanzioni.htm

Compaiono foto satellitari (pessime) pubblicate da un think tank di Washington

http://www.isisnucleariran.org/assets/pdf/parchin_activity_8may2012.pdf

che dovrebbero dimostrare che l’Iran sta cercando di nascondere la reale natura del suo programma nucleare:

http://online.wsj.com/article/SB10001424052702304543904577394451559181844.html#

Il think tank afferma che i rivoli d’acqua possono essere il risultato di un tentativo di ripulire il sito. Ma quali specialisti userebbero getti d’acqua per rimuovere materiale radioattivo?

Sono foto di un sito missilistico (Parchin) e non nucleare, e pertanto non soggetto ad un alcun obbligo di ispezione. Ciò nonostante l’Iran ha permesso agli ispettori di visitarlo e la perlustrazione non ha prodotto alcun risultato.

Un commentatore nota il parallelo con le foto satellitari delle armi di distruzione di massa irachene (che non esistevano)

Ancora a fine gennaio il suddetto think tank escludeva categoricamente che l’Iran potesse essere in grado di produrre armi atomiche

http://www.reuters.com/article/2012/01/26/us-usa-iran-nuclear-idUSTRE80P05X20120126

Un ispettore sudcoreano della IAEA muore in un incidente in Iran

http://italian.irib.ir/featured/item/106767-iran,-morto-ispettore-aiea-in-un-incidente-stradale-condoglianze-di-teheran

Hillary Clinton continua a dichiarare che l’Iran è una minaccia per Israele

http://www.ndtv.com/article/india/ndtv-exclusive-hillary-clinton-on-fdi-mamata-outsourcing-and-hafiz-saeed-full-transcript-207593

anche se CIA e Mossad lo escludono:

http://it.ibtimes.com/articles/28054/20120318/cia-mossad-iran-usa-israele-bomba-atomica.htm

Qui ho raccolto le news sui preparativi per la guerra (incluso l’Egitto) fino all’8 maggio

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/09/il-dado-e-tratto-pronti-alla-guerra-attenti-via/

Qui le dichiarazioni dell’ufficiale israeliano che è pronto ad invadere il Libano:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/10/muoia-sansone-con-tutti-i-filistei-israele-si-appresta-a-trascinare-a-fondo-tutti-i-vicini-arabi/

Qui le ipotesi di chi, sulla base di un lapsus di un generale russo, pensa che l’Iran abbia già l’arma atomica (comprata) e ne stia sviluppando una sua (con ovvie conseguenze per Ebrei e Palestinesi, in caso di rappresaglia): Una domanda che non ha ricevuto risposta. Perché l’Iran continua a far sapere a tutti i progressi del suo programma nucleare? Non sembra esserci alcun motivo per far sapere al mondo esattamente a che punto sono e dove stanno facendo quel che fanno. A meno che non sia un’esca per l’Occidente e per Israele. Questi annunci sono dunque delle provocazioni? Vogliono che l’Occidente faccia la prima mossa? Ci piacerebbe credere che siano davvero stupidi nel rivelare al mondo che cosa stanno facendo, ma non siamo così ingenui. Dove c’è un’esca c’è sempre una trappola, o un amo. C’è qualcuno al di sopra di loro che sta tirando le cordicelle e sta usando l’Iran come un’esca, un richiamo? [Lettore di Haaretz]

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/24/e-se-liran-avesse-gia-latomica-osservazioni-sconvenienti-sullarmageddon-che-verra/

Un “gioco di guerra”, ossia una simulazione strategica del Pentagono, ha mostrato che un attacco israeliano all’Iran scatenerebbe una guerra regionale più e ampia che potrebbe coinvolgere gli Stati Uniti, se gli Iraniani lanciassero i loro missili contro le numerose navi da guerra americane stazionate nel Golfo Persico, causando la morte di centinaia di soldati americani. A quel punto partirebbe la rappresaglia degli USA contro i siti nucleari iraniani, completando l’opera dell’aviazione israeliana, che non è in grado di fare tutto da sola [in realtà è tutto da dimostrare che l’aviazione riesca anche solo a scalfire il programma nucleare iraniano senza perdere gran parte degli aerei inviati, NdR]. In ogni caso il programma atomico sarebbe ritardato di solo un paio di anni, salvo un impegno americano ancora più massiccio, che dovrebbe essere autorizzato da Obama.

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/22/il-new-york-times-prepara-il-terreno-per-il-prossimo-11-settembre-dove-sono-kennedy-e-kruscev-quando-ne-hai-bisogno/

La dimostrazione che tutto questo fa parte di un gioco molto più grande di quel che si creda: “Una partita che raramente si gioca con le armi, ma quasi sempre attraverso il soft power, con quei metodi che una volta la CIA chiamava di “destabilizzazione” e che possono comprendere politiche commerciali ostili, campagne mediatiche per creare isolamento internazionale e sostegno a rivolte interne fino all’appoggio dei ribelli per il rovesciamento dei paesi “scomodi”.

Alfredo Macchi, inviato di Mediaset

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/11/rivoluzioni-colorate-e-primavere-araba-preludio-alla-terza-guerra-mondiale/

“Vladimir Putin, neo presidente della Federazione Russa, fa sapere che non si recherà negli Stati Uniti per il G8 in programma il 18 e 19 maggio a Camp David, residenza presidenziale nel Maryland. Sarà invece presente, al posto di Putin, il primo ministro (ex Capo di Stato) Dmitri Medvedev. La motivazione ufficiale presentata dal Cremlino è che Vladimir Putin sarebbe troppo impegnato a formare il nuovo esecutivo, anche se qualcuno comincia a sollevare i primi dubbi. Non c’è infatti solo il cambio di Putin con Medvedev ma anche lo spostamento della sede del G8, che da Chicago nel mese di marzo è stato spostato, appunto, a Camp David. La Casa Bianca spiegò tale decisione sottolienando che nella residenza presidenziale nel Maryland i capi di Stato e di governo avrebbero trovato un “ambiente più intimo” per discutere su “problemi economici, di politica e di sicurezza”. Le notizie insistenti su possibili “disordini o altro incidente di sicurezza nazionale” nel corso del vertice della NATO che si terrà a ridosso del G8, ma a Chicago (il 20 e 21 maggio), a cui parteciperà anche la Russia per discutere del futuro dell’Alleanza atlantica, potrebbe infatti far pensare ad una “ritirata strategica” di Putin. A Chicago, infatti, sarebbe pronto un piano segreto per far evacuare la città in caso di chissà quale attacco, come svelerebbe una email inviata alla Croce Rossa americana. Vladimir Putin fa quindi sapere che incontrerà il Presidente Barack Obama non prima del 17 giugno, in occasione del G20 a Los Cabos, in Messico”.

http://www.mainfatti.it/Vladimir-Putin/Putin-rinuncia-al-G8-e-a-summit-NATO-Chicago-sara-veramente-evacuata_043651033.htm

Conferma ufficiale degli allarmi riguardanti il summit di Chicago

http://chicago.cbslocal.com/2012/04/29/nato-summit-security-chicago/

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