La “nuova” autonomia e un limitatore di velocità da disinserire al più presto

T#E a Bolzano 2

[…]

La riforma dello statuto delle due province resta un grande test di maturità per le popolazioni locali, la cartina al tornasole del grado di consapevolezza raggiunto.

  • Ci limiteremo a un restyling?
  • Ripareremo e rinnoveremo un sistema che era adeguato alle esigenze del secolo scorso ma non più a quelle attuali?
  • In altre parole, ci accontenteremo di un sistema che si troverà in una situazione in cui la complessità e il tasso di cambiamento esterni tenderanno ad eccedere la sua capacità di adattamento interna (come occasionalmente succede già ora)?
  • L’intento è quello di preservare surrettiziamente una società gerarchica, del comando e controllo, della metodolatria, della percezione del futuro come un’estensione lineare del presente, dell’autonomia verso l’esterno che si accompagna all’ingerenza, interferenza e dipendenza verso l’interno, nei rapporti coi cittadini?
  • Oppure possiamo anche ragionare sull’opportunità di impiegare l’autonomia per operare una rivoluzione copernicana che faccia emergere cittadini co-creattivi (cooperativi, creativi, protagonisti/leader), in modo tale che il Forum dei 100 sia solo il primo, timido passo di un percorso di maturazione collettiva?

Il resto del testo lo trovate su Medium

T#E a Bolzano

180 minuti: il tempo della politica? territoriali#europei

10649522_1548839032066190_3452340229014123226_nhttp://www.territorialieuropei.it/

Cerco di buttar lì qualche idea (in veste di semplice lettore e commentatore) nel blog di questa iniziativa di democrazia partecipata
http://www.territorialieuropei.it/blog/blog/

Cosa succederà dopo il no del Congresso? Stiamo vincendo la pace? La guerra ci sarà ugualmente?

604Obama-Zombie-democracy-attack-edited-600px1

Twitter

Facebook

Mentre il segretario di Stato John Kerry asseriva lunedì che l’attacco chimico era «innegabile» come lo erano i responsabili, i militari siriani, diversi funzionari dei servizi segreti degli Stati Uniti non erano così certi che l’attacco chimico fosse stato effettuato su ordine di Assad. Alcuni hanno anche riferito della possibilità che i ribelli avessero perpetrato l’attacco in un tentativo cinico e calcolato di attirare l’Occidente in guerra. Questo sospetto non è stato incluso nella relazione ufficiale dell’intelligence.

Associated Press

In Siria dopo due anni di lotta cruenta Assad stava vincendo la guerra civile…ed è quindi perfettamente logico che ad un passo dalla vittoria si metta ad usare armi chimiche contro la propria popolazione allo scopo di farsi attaccare dal più potente esercito del mondo che non aspettava altro. E questo, proprio mentre accoglie una squadra di ispettori ONU che ha invitato ad indagare esattamente sull’uso di gas. Solo per uno stupido questo ragionamento assurdo riesce ad apparire paradossalmente logico. Per fare un esempio comprensibile a tutti immaginiamo una finale calcistica di Coppa dei Campioni – i giocatori della squadra che sta vincendo 5 a zero a 10 minuti dalla fine senza alcun motivo si scagliano sul portiere avversario e mentre un paio lo tengono fermo, tutto il resto della squadra a turno lo sodomizza, dopo che il capitano ha invitato l’arbitro ad avvicinarsi per vedere bene e non avere dubbi circa la doverosissima squalifica. Stessa cosa, con la differenza che a comportarsi così in una guerra non solo finisci per perdere una partita già vinta, ma ti squalificano non solo dal campo, ma anche dal mondo, cioè vai pure a lasciarci la pelle. In effetti, per credere ad una tale completamente inverosimile versione dei fatti una normale quantità di stupidità non basta – è necessario avventurarsi verso le frontiere inumane dell’encefalogramma piatto. Tuttavia, in molti riescono in questa missione impossibile.

Roberto Quaglia

Noi siamo gli Stati Uniti d’America. Non possiamo chiudere gli occhi davanti ad immagini come quelle siriane.

Obama

Avete tranquillamente chiuso gli occhi per Pinochet, Videla, Suharto, Saddam Hussein, Mubarak, Islom Karimov, le truppe saudite che uccidono i manifestanti in Bahrain e quelle egiziane che massacrano un migliaio di manifestanti in Egitto, l’uso del fosforo bianco a Falluja e a Gaza, la distruzione dell’economia e della società greca, ecc., ecc.

propaganda3

Le cose si stanno mettendo troppo bene. Tutto fila troppo liscio. La guerra sembra allontanarsi. Dovrei essere ottimista, ma ci sono tanti, troppi interrogativi e punti oscuri:

1. Perché l’Arabia Saudita ha promesso PUBBLICAMENTE agli Stati Uniti che avrebbe coperto i costi dell’attacco (come se l’esercito americano fosse una prostituta, o una banda di mercenari, come se i cittadini americani non reagissero con sdegno e ira)?

2. Perché Israele ha bombardato ripetutamente Siria e Libano, rivelando al mondo quanto sia coinvolto nella guerra civile siriana?

3. Perché Kerry ha affermato che Al-Qaeda – la ragione per cui, ufficialmente, hanno “dovuto” istituire una sistema di sorveglianza mondiale – non combatte contro Assad, quando sta scritto su tutti i giornali e, così facendo, ha permesso a Putin di smentirlo all’istante?

4. Perché il Washington Post e il New York Times hanno prima chiesto una no-fly zone e ora stanno invece spiegando ai lettori che Obama non può in alcun modo giustificare un attacco missilistico limitato, un’azione molto ma molto più blanda?

5. Non ho capito perché per attaccare la Siria abbiano aspettato una fase in cui le difese aeree e navali di quest’ultima sono al top (forse non volevano vincere – preferivano un caos permanente –, ma ora hanno capito che stanno per perdere e, in tal caso, il caos avrebbe fine?)

6. Se Obama fosse davvero contro questa guerra, perché si sarebbe circondato di falchi? Per mantenere la facciata con chi cerca di manovrarlo e spingerlo alla guerra?

7. Russia e Cina hanno spiegato in ogni modo che per loro la Siria è come la Polonia per Francia e Regno Unito nel 1939. Assad non sarebbe ancora in sella se non ci fossero milioni di siriani – alawiti, cristiani, kurdi, ossia almeno il 40% della popolazione – che lo vedono come un protettore contro migliaia di jihadisti che torturano, squartano, saccheggiano, massacrano i civili. Questi siriani interpretano la lotta come una questione esistenziale: mors tua, vita mea. Dunque perché insistere, avendo la certezza che sarà una guerra regionale totale con il coinvolgimento praticamente certo di tre superpotenze nucleari?

8. Perché Kerry pensa di poter ottenere una risoluzione ONU favorevole all’attacco sebbene abbiano già dovuto modificare la versione ufficiale e ora accusino certe unità dell’esercito siriano che hanno operato all’insaputa del governo (il che, anche se fosse vero, non giustificherebbe un attacco alla Siria)?

9. Perché Netanyahu pensa di potersi permettere di fare l’arrogante con Putin mantenendo un contegno che, stando ai presenti, non si era mai visto prima?

10. Perché gli Stati Uniti sono pronti ad imbarcarsi in una guerra che ovviamente si espanderà, dato che gli iraniani sanno che se la Siria cade saranno il prossimo bersaglio, pur non avendo i soldi per pagarla e l’appoggio della popolazione?

11. Tutto questo finirebbe all’istante se la popolazione smettesse di pagare le tasse, obbedire agli ordini e lavorare indefessamente nei settori industriali che producono armi e forniscono la logistica per le guerre: perché le masse sono così scioccamente mansuete e incapaci di rendersi conto del loro immenso ed irresistibile potere?

12. Perché Obama ha seguito il ridicolo esempio di Netanyahu con le sue linee rosse che non significano nulla?

13. Davvero Obama non aveva previsto che il Congresso sarebbe stato massicciamente contrario all’attacco? Oppure ci contava?

14. Come si spiega questa dichiarazione del ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, in una conferenza stampa congiunta con il suo omologo iracheno, Hoshyar Zebari, a Baghdad? “Sappiamo che il Presidente degli Stati Uniti è caduto in una trappola che gli hanno teso altri [leggi: neocon e sionisti] e speriamo possa uscire da questa trappola con saggezza

http://www.presstv.ir/detail/2013/09/08/322766/iran-seeks-to-quiet-syria-war-drums-fm/

15. Gli stessi americani hanno ammesso che non hanno prove che sia stato Assad. Come mai questa volta la montatura è così grossolana e per nulla credibile, buona solo per dei boccaloni?

16. Perché gli inglesi hanno un Ed Miliband – una specie di F.D. Roosevelt reincarnato – che dice le cose come stanno e, in pratica, sabota forse irrimediabilmente i piani americani-israeliani, mentre noi abbiamo un Letta che scodinzola dietro Obama e arriva a contraddire la Bonino (umiliandola internazionalmente)?

17. Perché tutto il mondo sa che gli Stati Uniti hanno un sistema di sorveglianza mondiale, combattono un conflitto ogni 40 mesi, hanno la popolazione carceraria di gran lunga più vasta del mondo, usano le loro banche e agenzie di rating per destabilizzare le economie altrui, hanno seguito piuttosto puntualmente la serie di invasioni rivelate dal generale Wesley Clark (Libia, Siria, Iraq, Libano, Somalia, Sudan, Iran) eppure c’è ancora in giro tanta gente che li considera una forza di pace, bene e prosperità? Quanto tonti si può essere? Come si fa a costruire un mondo nuovo con tutti questi tonti tra i piedi?

18. Perché l’amministrazione Obama si è comportata in maniera così contraddittoria da rendere sempre più scettici e cauti i congressisti?

age-of-ogama

* Obama doveva ricorrere al voto del Congresso perché non ha credibilità. Una maggioranza di americani ha capito che è un talentuoso e affascinante bugiardo. Ha aggredito ogni singola istanza autenticamente progressista, umanitaria, civile dell’ultimo secolo, fingendo nel contempo di volerle difendere.

Si è circondato di banchieri, mercanti di armi, petrolieri (giocava a golf con il capo della BP mentre dichiarava che le sue trivellazioni erano sicure, una settimana prima dell’ecocidio BP del Golfo del Messico, e ha poi riautorizzato le trivellazioni dello stesso tipo, nello stesso luogo); ha eliminato l’habeas corpus firmando il NDAA che gli permette di arrestare e far scomparire chiunque e ovunque; stila liste di persone da uccidere senza processo (con o senza i droni); affida la copertura sanitaria “rivoluzionaria” da lui introdotta alle cure degli assicuratori privati; pianifica la privatizzazione della previdenza sociale; reprime spietatamente il movimento Occupy; perseguita le gole profonde (whistle blowers); spia tutto il mondo; non ha chiuso Guantanamo né le prigioni segrete della CIA; ordina “fughe” di notizie false per i media e minaccia i reporter seri; dice di non volere guerre e poi le combatte tutte; viola le risoluzioni ONU (es. Libia); cerca di rivitalizzare la menzogna del cambiamento climatico causato dalla Co2 proprio quando i dati ufficiali la screditano e si cercano altre cause. Contemporaneamente sostiene candidamente che non fa nulla di tutto questo. Non c’è mai stato un rinnegato peggiore di lui, mai un impostore, doppiogiochista, corrotto servo del potere peggiore di lui dal 1945 in poi, a capo degli Stati Uniti. Obama e gli Stati Uniti sono una minaccia per il mondo e siamo solo agli inizi. Chi non l’ha ancora capito lo capirà nei prossimi mesi.

L’America è stata catturata da maniaci criminali che hanno istituito centri di tortura in tutto il mondo, bombardano almeno due-tre paesi contemporaneamente se non si sentono insoddisfatti, fanno esplodere l’indebitamento (18mila miliardi di dollari!!!), truccano le statistiche sull’impiego escludendo i milioni di americani che hanno smesso di cercare un lavoro dopo anni di tentativi frustrati. La bancarotta di Detroit è solo uno dei tanti esempi delle politiche fallimentari e suicide imposte dal loro “Washington Consensus”.

In Occidente la democrazia è stata abbandonata in nome del profitto. Quasi tutti gli esseri umani preferirebbero vivere in pace, ma l’avidità di multinazionali e azionisti non se ne curano. Le guerre si susseguono senza soluzione di continuità proprio perché non c’è più democrazia e la volontà dei cittadini viene ignorata. Anzi si fa quasi sempre il contrario di quel che vorrebbe il popolo “sovrano”. La guerra con la Siria farà esplodere il Medio Oriente e incendiare il mondo, ma se poche migliaia di persone ci realizzano un guadagno, allora va tutto bene. L’America è in ostaggio, viene usata come un ariete, come un terminator, come una clava. Bisogna fare qualcosa per fermare questa macchina di distruzione. Bisogna rifare l’America da cima a fondo, e restituirle la sua dignità e la sua vocazione.

 putin-vs-obama

* Putin ha capito che la NATO, lo strumento dei plutocrati occidentali, utilizzando ogni mezzo, sta cercando pretesti per completare l’accerchiamento di Russia e Cina. Ha capito che se lascia andare la Siria e consente che il Medio Oriente sia saccheggiato e spartito tra americani, sauditi e israeliani, sarà la fine del suo paese. I cinesi sono giunti alla stessa conclusione. Per questo difenderanno Siria e Iran dai petrolieri occidentali. È una guerra per le risorse del pianeta (inclusi i soldi nelle nostre tasche), che porterà alla rovina l’umanità e il pianeta, se non la faremo fallire. Finché più persone non superano il loro blocco mentale e accettano che gli psicopatici sono una realtà con la quale dobbiamo fare i conti, ci continueranno ad essere colpi di stato, sovversioni, rivoluzioni colorate, destabilizzazioni finanziarie, embarghi illegali, continue violazioni del diritto internazionale, guerre “umanitarie”, ecc.

* È chiaro che Assad non ha usato armi chimiche contro la sua gente. Non è mai stato un despota sanguinario e ha cominciato a usare la violenza solo dopo lo scoppio dell’insurrezione. In ogni intervista l’impressione è quella di una persona colta, lucida, posata, per nulla aggressiva nei confronti degli intervistatori, disposta a rispondere anche alle domande più delicate, senza svicolare. Non ha nulla in comune con nessuno dei classici “nuovi Hitler” che abbiamo abbattuto in passato. In ogni caso ora anche gli americani ammettono che non hanno prove contro di lui.

* È altrettanto chiaro che Israele fa comodo agli Stati Uniti, altrimenti l’avrebbero già mollato, o tradito (con una qualche montatura o una campagna mediatica). Questa è una cosa che, anche per colpa dei troppi antisemiti in circolazione – che martellano le teste di tutti con le loro ossessioni sugli ebrei che controllano gli USA e quindi il mondo –, ci ho messo un sacco a capire: Israele continua a esistere solo perché il suo bullismo:

1. arricchisce gli oligarchi (crisi petrolifere, vendite di armi);

2. spaventa le masse e le tiene buone;

3. indebita le popolazioni, asservendole;

4. distoglie l’attenzione dell’opinione pubblica dalle giuste rivendicazioni di giustizia sociale;

5. “rimedia” ai guasti di un modello finanziario predatorio e completamente insostenibile;

6. prospetta scenari di decimazione di una popolazione mondiale che, ridotta in miseria e gonfia di risentimento, potrebbe diventare ingestibile;

Queste sono le ragioni principali; le altre sono marginali o irrilevanti. Non serve perdere tempo chiamando in causa riserve energetiche (la Sicilia probabilmente ha più giacimenti della Siria), gasdotti, balcanizzazioni, programmi nucleari, o altro.

Pensateci bene: è possibile che ogni guerra umanitaria sfoci nel caos permanente, indebolendo preventivamente le ragioni per il successivo intervento? O è più probabile che il caos sia voluto, perché la psicopatia è entropica e sguazza nel caos, detesta l’ordine, le regole, gli stati, vuole la libertà del forte di schiacciare il debole e trarne lauti profitti (neoliberismo)?

Egoismo, stragi, spudoratezza e corruzione (Yan Fu)

democrazia-dei-cittadini

Questo è anche un trionfo della democrazia partecipata in rete. Milioni di persone in tutto il mondo si sono attivate per contrastare la propaganda belligerante e i sondaggi hanno registrato una crescente e massiccia opposizione all’intervento armato in tutto l’Occidente.

Questa potrebbe essere una fase storica ancora più importante della scoperta dell’America. Ragioniamo criticamente, dibattiamo, non subiamo passivamente gli eventi. Finalmente, la Storia siamo anche noi.

I commentatori dei forum dei quotidiani citano le loro fonti, argomentano, contestano e mostrano che non sono più disposti ad accettare acriticamente la linea dell’establishment, che ormai è assolutamente screditato.

Chiamatela RIVOLUZIONE, perché lo è. La Rivoluzione è già qui, anche se è diversa dal solito e non la riconosciamo come tale.

Nx233xl43-enrico-letta-emma-130907103948_medium.jpg.pagespeed.ic.Lw0L7Ar_wc

E L’ITALIA, IN TUTTO QUESTO? E L’EUROPA?
La Ashton (affari esteri europei) ha pensato bene di contraddire Barroso e van Rompuy e quindi la linea dell’Unione Europea, che è fortemente critica rispetto alla prospettiva di un attacco alla Siria, come se rappresentasse il governo Cameron e non l’UE. Un governo federale le avrebbe chiesto di rassegnare le dimissioni, ma purtroppo l’Unione Europea è dominata dagli interessi di alcuni stati egemoni
Letta ha perso un’altra occasione per stare zitto

Ci sono in gioco le vite di 1800 nostri giovani in missione in Libano e noi siamo un paese almeno formalmente sovrano, dottor Letta (che tra l’altro mi dovrebbe spiegare perché prima firma una dichiarazione estremamente aggressiva contro la Siria e poi va a fare il digiuno contro la guerra con il ponetefice).

Questo il parere del vicepresidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella:

Le affermazioni di Catherine Ashton sulla Siria sono equivoche: ”Non si capisce a nome di chi parla e cosa intende per risposta forte e chiara. La baronessa interpreta malissimo il suo ruolo.” Quanto al documento firmato da Letta al G20 per Pittella “il premier è stato incauto, queste decisioni richiedono la legittimazione popolare, vanno discusse in Parlamento”.

http://video.repubblica.it/dossier/rivolta-siria/parlamento-europeo-pittella-ashton-parla-a-sproposito/139405/137946?ref=HRER1-1

Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde l’anima sua?

reid_1694932c

a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles

Web Caffè Bookique [Facebook]

Jimmy Reid (1932-2010), sindacalista, politico e giornalista scozzese, in occasione del suo insediamento come rettore dell’università di Glasgow (1971), rivolse un appello agli studenti. Il testo del suo acclamato discorso fu pubblicato integralmente dal New York Times, che lo definì “il migliore dall’epoca del discorso di Gettysburg del presidente Lincoln”.

“Alienazione è il termine che più correttamente descrive il maggiore tra i problemi sociali dell’odierna Gran Bretagna: la gente si sente alienata dalla società. In certi circoli intellettuali lo si considera per lo più come un fenomeno recente. A ben guardare, però, questa condizione ci ha accompagnato per anni. Credo piuttosto sia corretto affermare che il problema stia oggi rivelandosi sempre più diffuso e pervasivo, come mai prima d’ora.  Lasciatemi innanzitutto definire cosa io intenda per alienazione: è il grido degli uomini che si sentono vittime di cieche forze economiche al di fuori del proprio controllo. È la frustrazione della gente comune esclusa da qualsiasi processo decisionale. È il senso di disperazione e di sconforto che s’impadronisce delle persone comuni quando avvertono, a ragione, di non avere voce in capitolo nel definire o determinare il proprio destino. […]. La società ed i suoi valori dominanti … distolgono alcune persone dalla loro umanità. Le de-umanizzano, almeno in parte, le rendono insensibili, spietate nella loro gestione di altri esseri umani, egocentriche ed avide. L’ironia è che spesso queste persone sono considerate normali e ben integrate. La mia sincera convinzione è che chiunque sia ben integrato nella nostra società ha maggiormente bisogno di terapia psichiatrica.

[…]

Rivolgo questo appello agli studenti. Rifiutate questi atteggiamenti. Rifiutate i valori e la falsa morale che stanno alla base di questi atteggiamenti…Siamo esseri umani. Rifiutate le pressioni insidiose che attenuano le vostre facoltà critiche riguardo a tutto ciò che accade attorno a voi, che consigliano il mutismo di fronte all’ingiustizia per timore di compromettere la vostra possibilità di carriera. È così che comincia e, prima di rendervene conto, fate già parte della corsa. Il prezzo è troppo salato. Comporta la perdita della vostra dignità e spirito umano. Oppure, nelle parole del Cristo, “Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde l’anima sua?” (Mt 16,26).

Il profitto è l’unico criterio utilizzato dal sistema per valutare l’attività economica. […]. Le strutture di potere che sono inevitabilmente emerse da questo approccio minacciano e compromettono i diritti democratici duramente conquistati. L’intero processo è indirizzato alla centralizzazione ed alla concentrazione del potere nelle mani di pochi…Gigantesche società e consorzi monopolistici dominano quasi ogni branca della nostra economia. Gli uomini che detengono il controllo effettivo di questi giganti esercitano un potere sui loro simili che è spaventoso ed è una negazione della democrazia.

[…].

Dal profondo del mio essere, io contesto il diritto di chiunque, nel mondo degli affari o al governo, di dire ad un altro essere umano che è sacrificabile.
[…].
Tutto ciò che vi viene proposto dal sistema sembra quasi calcolato per ridurre al minimo il ruolo della gente, per miniaturizzare l’uomo. Posso capire quanto questa prospettiva debba sembrare attraente per chi sta in alto. Quelli di noi che rifiutano di essere pedine nel loro gioco di potere possono essere estratti con le loro pinzette burocratiche e archiviati alla lettera “M” di malcontento o mal-integrato.

[…].

Misurare il progresso sociale sulla base della crescita materiale è insufficiente. Il nostro scopo dev’essere l’arricchimento della qualità della vita nel suo complesso. Ciò richiede una trasformazione sociale e culturale o, se preferite, spirituale del nostro paese. Una parte necessaria di questa trasformazione dev’essere la ristrutturazione delle istituzioni di governo e, se necessario, lo sviluppo di strutture aggiuntive, in modo da coinvolgere le persone nel processo decisionale della nostra società. I cosiddetti esperti vi diranno che questo sarebbe ingombrante o marginalmente inefficiente. Sono pronto a sacrificare un margine di efficienza in cambio della partecipazione popolare ma, in ogni caso, guardando al futuro, respingo questa tesi.

Liberare il potenziale latente delle persone vuol dire responsabilizzarle…Sono convinto che la gran parte della gente arriva alla fine dei suoi giorni senza esprimere nemmeno un barlume di quel contributo ai suoi simili che era nelle sue possibilità. Questa è una tragedia personale. È un crimine sociale. La fioritura della personalità e dei talenti di ciascun individuo è la pre-condizione per lo sviluppo di tutti.

In questo contesto, l’educazione ha un ruolo vitale da svolgere. Se l’automazione e la tecnologia si accompagnano, come dev’essere, alla piena occupazione, il tempo libero a disposizione dell’uomo sarà enormemente aumentato. Se è così, allora tutto il nostro concetto di educazione deve cambiare. L’obiettivo dev’essere quello di dotare ed educare le persone nel corso della loro intera esistenza, non esclusivamente per il loro mestiere o professione.

L’uso creativo del tempo libero, in comunione con ed al servizio dei nostri fratelli può e deve diventare un elemento importante nella realizzazione di sé.

Le università devono essere in prima linea in questo sforzo di sviluppo, debbono soddisfare i bisogni sociali e non andare a rimorchio…”

http://www.gla.ac.uk/media/media_167194_en.pdf

Un altro celebre ed apprezzatissimo appello agli studenti fu quello del compianto David Foster Wallace (“Questa è l’acqua”)

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/12/22/david-foster-wallace-questa-e-lacqua/

Appelli di presidenti americani che sapevano perfettamente a cosa andavamo incontro
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/10/27/presidenti-americani-schiettamente-complottisti/

Donata Borgonovo Re e lo tsunami a cinque stelle


raccolta-firme-e-incontro-borgonovo-re1

DBR è su Facebook

Dato che Beppe Grillo vuole fare politica, fondi un partito, metta in piedi un’organizzazione, si presenti alle elezioni: vediamo quanti voti prende

Piero Fassino, luglio 2009

Faccia le primarie, le vinca e ne riparliamo.

Balabiótt sulla candidatura di Borgonovo Re, marzo 2013

È assai probabile che, ai ballottaggi delle elezioni amministrative moltissimi voti del PDL, della Lega, di Fare per fermare il declino e, forse, di Rivoluzione Civile, confluiranno sul M5S, nella speranza di poter mettere in discussione lo status quo in Trentino. Il M5S è già il primo partito a Pergine, Riva ed Arco.

Il PD trentino, come il PD nazionale prima delle politiche, sembra pensare di avere la vittoria in tasca, se non si farà male da solo. Non credo che le cose stiano così.

Non lo crede neanche Alexander Schuster (Trentino, 13 marzo 2013): “La classe politica rimane nettamente declinata al maschile e assai navigata. Forse pensa di poter appagare il desiderio di rinnovamento con baldi delfini cresciuti all’ombra dei maggiorenti di sempre…Spira aria nuova sulle vette dolomitiche, ma il comandante tiene fermo il timone e prosegue come se nulla fosse. Possiamo anche destarci ogni cinque anni e andare al voto, magari facendo una croce di protesta. Ma qui c’è da tornare ad essere cittadini, ogni giorno, divenendo parte della vita politica, riportando dentro i partiti partecipazione, idee e metodo democratico, andando al di là degli slogan elettorali. Solo così il patrimonio del passato diventerà il patrimonio del futuro, al riparo da impetuosi tsunami”.

Borgonovo Re in campo (l’Adige, 1 marzo 2013)

Donata Borgonovo Re conferma di essere pronta a candidarsi per le prossime provinciali, esclude di farlo per la segreteria del Pd, rivendica la necessità per i partiti tradizionali di prendere gli aspetti positivi del Movimento 5 Stelle che considera un possibile interlocutore. Fondamentale per la docente universitaria «aprirsi alla società e discutere con loro e dentro il Pd sul programma con il massimo rispetto».

Donata Borgonovo Re, passate le elezioni nazionali ci si proietta verso quelle locali: lei si candiderà per la presidenza alla Provincia?

Facciamo un passo alla volta: naturalmente confermo che il mio nome resta dentro la discussione per le prossime provinciali, ma adesso stiamo cercando di aprire un dialogo dentro e fuori il Pd con una forte attenzione alla coalizione, elemento che è uscito confermato dalle elezioni nazionali.

I tre partiti Patt, Pd e Upt sono dunque secondo lei i tre da cui prendere le mosse?

Lo scenario da cui partiamo è quello di un’alleanza e della condivisione di una esperienza politico- amministrativa. Certo, dopo occorrerà capire quali e quante sono le candidature dentro e quali sono i percorsi migliori che permettono di tenere aperto il dialogo tra i partiti.

Secondo lei come dovrebbe avvenire la scelta delle candidature?

A mio parere le primarie sono uno strumento ineludibile, perché consentono una discussione aperta e sono un passaggio importante sia per dare una maggiore solidità ai candidati sia perché consentono una partecipazione diretta dei cittadini. Ma le primarie non sono il punto di partenza in questo coinvolgimento, bensì un punto di arrivo.

Cosa intende?

Credo che come partiti dobbiamo usare strumenti di democrazia e coinvolgimento, pensando all’esperienza di Grillo da cui distillo alcuni elementi positivi, come la dimostrazione che c’è un desiderio dei cittadini di partecipare direttamente alla vita politica.

E poi?

Il programma, non si può costruire tutto a tavolino, in una dimensione percepita come chiusa o poco trasparente della nomenclatura Ora i cittadini pretendono di essere ascoltati, altrimenti si rischia che abbandonino i partiti tradizionali. Le elezioni nazionali suonano, in questo senso, come un campanello d’allarme: ci spingono non a gestire il successo, ma ad andare sul territorio a discutere apertamente e con rispetto così come dentro il partito sul futuro. Abbiamo bisogno di ragionare su quanto dobbiamo fare: non va riprodotto un modello che ha funzionato fino a oggi. Dobbiamo andare tra i cittadini e ricreare fiducia.

La coalizione è però uscita rafforzata dal voto delle nazionali.

Posta la solidità della coalizione, in cui comunque l’Upt in questo momento è in parte rosicchiata da Progetto trentino, dobbiamo costruire un nuovo passaggio. La coalizione ha un valore perché vuole realizzare un progetto per il Trentino. Sul programma sarà messa alla prova.

Il Movimento 5 Stelle sarà sicuramente presente alle provinciali. Come lo considera?

Ho contatti con il M5S e anche con Sel. Il Movimento lo considero un possibile interlocutore: occorrerà capire se sono più i punti di contatto che quelli di distanza e quali sono i termini di una collaborazione. Per adesso è presto per dire qualcosa, ma anche per arroccarsi. Ci confronteremo sui programmi, loro sono un pezzo significativo della società.

Che cosa pensa invece di Progetto Trentino?

Rispetto tantissimo le persone che ragionano su come partecipare a una comunità, non so esattamente chi siano, nel senso che ne leggo sui giornali, e da quanto ho appreso sono un nucleo consistente. Se lavorano per il bene comune, va bene. Però sommessamente dico che sarebbe meglio che ci fosse il nuovo che avanza assieme a esperienze positive del passato. Ma se il nuovo che avanza ha un nome e una figura che ha governato e costruito il sistema contro cui oggi si scaglia, qualche dubbio mi viene.

Il programma su cosa si baserà?

Dobbiamo trovare assieme e con rispetto reciproco le parole d’ordine sulla base di un disegno che dobbiamo fare insieme. Un piccolo slogan che abbiamo coniato è: l’autonomia per diventare più autonomi, come persone, come realtà associative, come imprese. Abbiamo, cioè, bisogno di riscoprire le capacità che ogni persona, gruppo, realtà ha in sé, senza aver sogno di essere alimentati da questo organismo materno, la Provincia, che tiene i suoi figli in una fase di adolescenza. L’ente pubblico deve essere solido nel sostenere i più deboli.

http://www.ladige.it/articoli/2013/03/01/borgonovo-re-campo

Beppe Grillo, Gesù e Tolstoj – i rischi del mestiere (e della decrescita)

8010020060689

I principali media trovano sconveniente il successo elettorale di Grillo.

In questa intervista con una giornalista televisiva svedese ognuno può constatare di persona i pregi:

  • buona volontà (nel senso nobile, non spregiativo);
  • buoni sentimenti (è un farmaco ambulante contro il cinismo, che è la malattia terminale della nostra civiltà);
  • volontà di cambiare nel senso della sostenibilità, della trasparenza, della giustizia sociale (es. reddito di cittadinanza), della democrazia partecipata (che lui chiama diretta, anche se sono due cose complementari ma diverse);
  • europeismo ed internazionalismo;

e i difetti di Beppe Grillo e del suo movimento:

  • pressapochismo ed informazioni errate non verificate ma che diventano dogmi (es. reddito di cittadinanza non è assente solo in Italia e Grecia);
  • decrescita: idea suicida per milioni di persone nell’Occidente e nel resto del mondo che non avrebbero alcuna speranza di arrivare a fine mese. Chi si ostina a distinguere tra recessione e decrescita non sa quello che dice, si bea di astrazioni, non ha fatto due conti della serva, ha un reddito garantito – o pensa di averlo. La vita è crescita, la decrescita è atrofia e morte. Serge Latouche (parole sue), profeta della decrescita, auspica l’avvento di una dittatura che bandisca o spinga alla bancarotta multinazionali, grande distribuzione, industrie automobilistiche, compagnie aeree, agenzie turistiche, industria alberghiera, allevamento intensivo, agricoltura intensiva, trasporti merci, gran parte delle banche, borse, industria del lusso e della moda, le agenzie pubblicitarie, presumibilmente anche l’internet. Nonostante i tappeti africani nella sua seconda casa nei Pirenei, la sua venerazione della vita paleolitica (ma non della paleodieta) e la sua ritrosia (eufemismo) nel citare letteratura scientifica e specialistica, è diventato contemporaneamente un guru di CasaPound e di una certa sinistra amante delle idee più che della realtà quotidiana. Maurizio Pallante, intellettuale di riferimento del M5S per la decrescita, desidera che tutti divengano contadini, in quanto “quella contadina è l’unica civiltà“, un classico topos della destra reazionaria e filo-nazista (es. Jean Giono) – fortunatamente per l’umanità, questi personaggi, in tanti anni di attivismo, non hanno fatto deragliare l’impegno di chi si occupa di sviluppo sostenibile;
  • partitofobia e svilimento della vocazione politica che invece è, almeno in teoria, la più alta forma di servizio alla comunità che una persona possa rendere;
  • MoVimento-centrismo: tutti gli altri non hanno ancora capito, noi siamo l’avanguardia e il resto d’Italia ci deve seguire (nota bene: siamo umani, non si finisce mai di imparare dagli altri, anche e specialmente dai propri avversari);
  • Paternalismo sfrenato nei confronti dei politici del M5S (non se la sanno cavare in TV, dicono cose sbagliate, si fanno fregare, ecc.) – forse i buoni sentimenti lo fregano? egocentrismo? (ci cascherei anch’io);
  • istrionismo;
  • messianismo;
  • tendenza a semplificare questioni complesse per renderle comprensibili, oscurandone la reale, ineludibile complicatezza, un po’ come fa Latouche (è vero che il potere si perpetua kafkianamente, però la realtà non è per nulla semplice ed è sbagliato cercare scorciatoie per rassicurare la gente);
  • puritanesimo: fare pulizia, depurare, aprire come una vetrina, fare piazza pulita (virtuosi vs. empi);

Al di là delle validissime rimostranze del movimentismo di sinistra sul fatto che due milionari sessantenni guidino un movimento anti-sistema, trovo terribile che tantissimi giovani e adulti pendano letteralmente dalle labbra di una persona (fallibile come tutti noi) che chiede di verificare le cose che dice e le decisioni che si prendono all’interno del MoVimento (salvo poi punire i dissidenti e lasciare che essi divengano il bersaglio di una caccia alle streghe che rafforza il sospetto di cultismo).

Gesù non voleva nessuna Chiesa (voleva una comunità), non voleva essere divinizzato, non voleva essere idolatrato, non voleva che si facesse un feticcio della vita terrena e alla fine è diventato un corpiciattolo insanguinato e plastificato oggetto di venerazione da parte di chi è contrario agli aborti ed al suicidio assistito.

079

Ma il parallelo più confacente è con Tolstoj e il micidiale Čertkov; quest’ultimo, una figura estremamente oscura, un fanatico, manipolatore straordinario, persuaso di essere strumento indispensabile della glorificazione di Tolstoj e della globalizzazione del suo messaggio salvifico (decrescista pure lui), un vero e proprio parassita corruttore che circondò il “maestro” di altri figuri della sua risma:

http://www.cittanuova.it/contenuto.php?pageNum_rs=9&totalRows_rs=426&MM_ricerca=ricerca&Argomento_idArgomento=7&TipoContenuto=articolo&idContenuto=28417&origine=ricerca&name=12

http://www.thefrontpage.it/2010/11/06/tolstoj-genio-si-ma-mascalzone-al-quadrato/

Il trailer di questo ottimo film è maliziosamente ostile a quella gran donna che fu Sofia Tolstoj, moglie fin troppo devota, premurosa, paziente e tollerante. Senza il suo aiuto e la sua abnegazione ci sarebbe stato Tolstoj, ma non ci sarebbe stato “il grande Tolstoj”

http://it.wikipedia.org/wiki/The_Last_Station

Chi crede nel M5S dovrebbe tenere a bada i vari Čertkov e i vari neogiacobini, che non mancano mai quando arriva il successo, e dovrebbe pretendere democrazia dentro e fuori il movimento:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/02/27/i-sanculotti-grillini-hanno-preso-la-bastiglia-istruzioni-per-luso-del-m5s/

Per Toutatis, il cielo ci cade in testa! Che si fa? (alcune opzioni)

ghostpanel_webster_big


a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles

 

 

E tu non provi nessun turbamento,

quando l’intero equilibrio del mondo

vacilla come una cosa malferma?

Cicerone, ne ho viste di tempeste,

coi venti scatenati, furibondi,

da sradicar le più nodose querce;

e l’oceano gonfiarsi incollerito,

e schiumare di rabbia verso il cielo

fino a lambir le minacciose nubi;

ma mai, fino a stanotte, fino ad ora,

mi son trovato in mezzo a una bufera

grondante fuoco e fiamme come questa.

O gli dèi sono in lotta tra di loro,

oppure il mondo, troppo presuntuoso

verso gli dèi, li esaspera a tal punto

da scatenar quaggiù la distruzione.

Shakespeare, Giulio Cesare

Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti. Gli uomini verranno meno dalla paura e dall’attesa delle cose che si abbatteranno sul mondo, perché le potenze dei cieli saranno scrollate.
Luca 21, 25-26

La creazione tutta geme ed è come in doglie di parto in attesa del Figlio di Dio

Romani, VIII, 22

Per l’astrofisica Margherita Hack, “è rarissimo che frammenti di meteorite cadano sulla Terra provocando feriti. Quello che è successo in Russia”, ha osservato la Hack, “è un fenomeno davvero molto strano. In genere i meteoriti sono attratti dalla forza di gravità della Terra ma raramente riescono a superare indenni il contatto con l’atmosfera”, ha spiegato l’astrofisica toscana. “Per non bruciare significa che i frammenti erano molto grossi; in caso contrario avremmo visto soltanto una scia luminosa, quella che tutti chiamano stella cadente”, ha aggiunto.

http://www.repubblica.it/esteri/2013/02/15/news/russia_meteoriti_sciame_urali-52681067/

Meteoriti del peso di diverse tonnellate che causano danni a centinaia di edifici ed oltre un migliaio di feriti.

A giudicare dalla sua morfologia, l’area di Chelyabinsk non sembra essere nuova ad impatti anche più catastrofici:

761054CaptureGooglemapChelyabinsk

Anche la costa orientale degli Stati Uniti (le due Caroline) presenta segni di impatto:

Carolina bays Hoke and Scotland County NC

E’ già successo e succederà nuovamente.
Chi vola frequentemente è maggiormente a rischio:
http://blogs.discovermagazine.com/cosmicvariance/2009/06/04/did-a-meteor-bring-down-air-france-447/#.USPgJGeqLCF

http://www.nytimes.com/1996/09/19/opinion/l-in-twa-800-crash-don-t-discount-meteor-386081.html

Nello stesso giorno è accaduto anche a Cuba, in un evento separato:
http://www.meteoweb.eu/2013/02/piogge-di-meteoriti-lesperto-a-cuba-e-in-russia-due-fenomeni-diversi-e-non-collegati-tra-loro/186075/

E qui potete prendere atto del moltiplicarsi (di mese in mese!) degli avvistamenti di bolidi celesti (fireballs), solamente negli Stati Uniti:
2005 463
2006 517
2007 587
2008 726
2009 694
2010 951
2011 1628
2012 2219
2013 321 [fino al 15 febbraio]

4142-meteorites
http://www.amsmeteors.org/fireballs/fireball-report/

Senza dimenticare che, dal 2009, le informazioni satellitari americane sulle esplosioni nelle parti alte dell’atmosfera (non visibili da terra) sono classificate.
Uno si potrebbe anche domandare come mai. Lo hanno fatto scienziati ed astrofili e non hanno trovato alcuna ragione valida e molte ragioni per osteggiare questa decisione:

http://www.space.com/6829-military-hush-incoming-space-rocks-classified.html

**********
Contemporaneamente, la Terra è stata sfiorata (27mila km) dall’asteroide 2012 DA14: “Il passaggio è avvenuto…all’interno della fascia di satelliti in orbita geostazionaria, che si trova a 35.800 chilometri dalla Terra. A rendere speciale questo oggetto è il fatto che il suo avvicinamento è il più vicino approccio alla Terra mai previsto per un oggetto così grande. Resterà nel sistema Terra-Luna circa 33 ore e lo lascerà il 16 febbraio, alle 13 ora italiana. Sarà un arrivederci perché sono previsti altri avvicinamenti alla Terra, per esempio nel 2026“.
http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/spazioastro/2013/02/15/Segui-diretta-passaggio-asteroide-2012-DA14_8254696.html

11283_211443025665115_587935909_n

Magari per diversi mesi tutto tornerà tranquillo e la gente si concentrerà su altri problemi più immediati.

In seguito, però, gli impatti diventeranno frequenti e letali, come su Giove:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/10/20/giove-le-sta-prendendo-di-santa-ragione-glenn-orton-scienziato-nasa/

Tra qualche tempo vi tornerà in mente questo post, al quale non avevate dato troppo peso, e tornerete a leggerlo.

A quel punto sempre più gente comincerà a sospettare che la ragione ultima sia questa:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/02/nemesi-la-stella-della-morte-chiarimenti-ed-aggiornamenti/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/category/nemesinemesis/

e che sia anche la causa precipua del cambiamento climatico

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/01/31/fuochino-fuoco-ghiaccio-cause-e-conseguenze-di-una-glaciazione/

e di altri strani fenomeni geomagnetici, tettonici e “crostali”:

http://fanuessays.blogspot.it/2012/01/voi-sonerete-le-vostre-trombe-del.html

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/09/30/sono-rimasto-a-bocca-aperta-thorne-lay-geoscienziato-uc-santa-cruz/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/04/16/apriti-terra-e-le-assicurazioni-non-vogliono-piu-pagare/

Che fare dunque?

Ci sono varie opzioni

1. Farsi prendere dal panico

2. Costruire un bunker

43_1248103158

3. Togliersi dei sassolini dalle scarpe

4. Diventare un perverso antisociale e tormentare a morte il prossimo con video letali

5. “Unisciti alla Fanteria dello Spazio e salva la Galassia dagli Aracnidi! Il servizio militare ti garantisce di diventare un Cittadino. Vuoi saperne di più?” – “L’unico insetto buono è un insetto morto!”

6. Trasferirsi a New York, la città più sicura del mondo

*********

E certo, ora che l’intelligenza umana è costantemente collegata in una rete perenne dove le informazioni generano una dimensione inaspettata, tornano legittime due letture diverse del caso: una laica, a tutti nota, e una mistica, intuita visivamente da Grünewald, nella quale una pellicola sta per avvolgere il cosmo ormai definitivamente interconnesso grazie all’evoluzione del pensiero umano che s’incontra con il permanere del divino per il completamento dei tempi.

Philippe Daverio, “Il Cristo cosmico di Grünewald”, Avvenire 7 dicembre 2011

In alternativa, visto che il mondo non finirà e quindi ci tocca la responsabilità di cambiarlo, avrei dei suggerimenti:

– diventare meno materialisti, acquisitivi, possessivi, egoisti, tracotanti, ipocriti, sleali, opachi: dobbiamo tutti morire, prima o poi, e la nostra morte non è la fine del mondo; perché non usare le nostre esistenze a beneficio del prossimo e della nostra comunità. Il quartiere fortificato, la modella e la ricchezza hanno forse aiutato Pistorius a vivere meglio?

– porre fine alle divisioni e gerarchie fra noi, fra i popoli, in seno all’umanità: tutti per uno, uno per tutti / uniti nella diversità (cf. coro polifonico). Facile essere autarchici e sprezzanti quando le cose vanno bene. Ma solo una Comunità può essere un’ancora di salvezza quando i tempi sono grami e denaro e potere nulla possono – questo significa anche aiutare i nostri FRATELLI tedeschi a capire che le loro classi dirigenti, facendo leva sui loro miti etnici, li hanno ingannati per ben 3 volte nel giro di un secolo, ingolfandoli in 3 guerre europee che hanno portato a 3 disastrose sconfitte (l’ultima è imminente); significa anche aiutare i nostri FRATELLI ebrei, traditi dai sionisti, che erano e sono spinti da avidità, superbia, vari miti etnici e amor proprio (quello narcisista e presuntuoso), non certo dall’amore della Terra Santa;

– smettere di restare a guardare, isolarsi, separarsi quanto più possibile dal resto del mondo, quasi fossimo in attesa che alieni, angeli, la divina provvidenza o un salvatore terreno risolvano miracolosamente e paternalisticamente i nostri problemi. Occorre darsi da fare, con buona volontà e retto intendimento. Gli idealismi senza pragmatismo conducono alla rovina: ogni visione deve essere radicata nella realtà (come i centauri, figli del cielo stellato ma anche della terra, guardiamo in alto ma con i piedi ben piantati al suolo). Nella terza parte del seguente post trovate un’ottima spiegazione di cosa sia la democrazia partecipata:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/01/12/donata-borgonovo-re-i-suoi-critici-la-democrazia-partecipata/

– comprendere che se anche l’origine e la destinazione sono le stesse per tutti – e in questo senso siamo tutti uguali – i modi e i tempi di maturazione sono differenti: uno scimpanzé non è un uomo in potenza; la democrazia non si esporta; per governare bene la cosa pubblica non basta essere “rappresentanti della società civile”; vox populi NON è vox Dei; persino una società anarchica ha bisogno di guida;

– capire che il mondo non è diviso in appezzamenti e le sue risorse non appartengono a qualcuno e non agli altri. La diversità umana non giustifica l’esistenza di un sistema economico che fa piovere sempre sul bagnato e prosciuga ciò che può cadere sull’asciutto. Questo significa che, con buona pace dei neoliberisti à la Giannino, serviranno istituzioni mondiali che garantiscano una redistribuzione equa ed efficiente dei Beni Comuni del pianeta, in funzione delle esigenze di ciascun paese e della sua popolazione [sì, sto parlando di SOCIALISMO…brrrrrrrrrrrr];

– concludere che, con una tale riorganizzazione sociale e rimodulazione del pensiero e delle interazioni umane, il disarmo progressivo concordato è l’unica via per evitare un ordine mondiale autoritario, che è certamente nei piani di una parte dell’élite mondiale (quella meno empatica e più materialista) e che va contrastato in ogni modo, inclusa la forza (in barba  a Gandhi, che raccomandava ad indiani ed ebrei di non opporre resistenza rispettivamente a giapponesi e nazisti, pur di non tradire il suo integralismo disumano):

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/09/14/un-governo-mondiale-per-porre-fine-alle-guerre/

Possiamo essere liberi, eguali e fratelli solo contemporaneamente. Se manca la volontà di essere anche solo una di queste cose, non saremo neppure le altre due.

**********

SCENARIO STOICO (stile Spock) gli scienziati fanno il loro dovere (i politici li incoraggiano e li sovvenzionano, i media seguono con serietà le ricerche e i loro esiti) e scoprono che: vi è una ciclicità di certi eventi distruttivi (con varie ipotesi sulla sua natura), stiamo entrando in una fase distruttiva, NON è la fine del mondo, ci saranno devastazioni ma i politici stanno già coordinando gli sforzi per soccorrere e per ricostruire, bisogna aiutarsi a vicenda e cogliere l’opportunità per costruire un mondo migliore;

SCENARIO HOLLYWOOD: gli scienziati, inebetiti dal “senso comune” e dal disinteresse o addirittura dalla malafede dei politici e dei media, si limitano a constatare e “spiegare” gli eventi, ne minimizzano la portata, finché la frequenza ed intensità diventa stupefacente, la gente, impreparata, va nel panico, si convince che sia la fine del mondo, perde qualunque fiducia nelle istituzioni, anarchia/caos, ognun per sé finché non intervengono i pastori/salvatori di turno;

Giuliano Santoro, “Un grillo qualunque. Il Movimento 5 Stelle e il populismo digitale nella crisi dei partiti italiani” (2012)

matto1

bagatto1-1

Grillo-Casaleggio_metafora

“Senza di me torna il fascismo” (Grillo)

“CasaPound? Perché no se hanno le nostre idee” (Grillo)

Il leader di Forza Nuova, Roberto Fiore: «[Grillo] non si è mischiato con il potere e sullo ‘ius sanguinis’ la pensiamo allo stesso modo. Non si può escludere un’alleanza».

CasaPound: «E’ il catalizzatore di un dissenso in virtù di alcuni suoi messaggi politici che condividiamo»

**********

“Sì, nel movimento c’è razzismo e ignoranza, ma”

“Sì, molti temi sono affrontati in maniera superficiale e confusa, ma”

“Sì, Benetazzo è disprezzabile, ma”

“Sì, Grillo sull’immigrazione si appiattisce sulla vulgata dominante, ma”

“Sì, c’è il rischio di diventare una Lega Nord ecologista, ma”

“Sì, c’è un problema di verticismo, ma”

Wu Ming 1, gennaio 2012

**********

A) La Casaleggio Associati detta tutto ciò che Grillo fa e dice, espelle, caccia, accetta, dirige, e il comico obbedisce.

B) La Casaleggio Associati è un’impresa con legami a 360 gradi nel mondo bancario internazionale, delle Telecom, della speculazione in equities, ha un fatturato e deve rispondere a quello.

C) Il M5S è il primo partito italiano nella storia del Paese che è interamente controllato da un’azienda privata specializzata in massificazione e massmanipolazione di massa. Assai più radicalmente del PDL. Neppure negli USA questo è mai stato possibile.

D) Alle primarie del M5S potevano partecipare come votanti gli iscritti al movimento “che devono però essere controllati da noi su chi sono e cosa fanno” (Grillo). Neppure la Stasi aveva questa regola.

F) Il M5S deve sgobbare gratis per anni perché “noi non abbiamo soldi”, dice Grillo, che dichiara 4 milioni di euro all’anno. Per non parlare del fatturato di Casaleggio.

G) Grillo dice “io non ti devo dimostrare di essere onesto, o ti fidi o non ti fidi”, proprio come in Scientology, o come nelle dittature.

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=11309

**********

Quante volte, nella storia, a partire dai giacobini, i movimenti che si autodefinivano ultra-democratici si sono dimostrati antidemocratici?

Il M5S è una macchia di Rorschach: ognuno ci vede quel che è portato a vederci. Per questo non sarà mai un qualcosa di definito: solo così può continuare a catturare consensi a destra, centro e sinistra. Per la stessa ragione non avrà mai un progetto politico di governo e dei candidati in grado di ricoprire incarichi di governo.
Scomparirà spontaneamente quando ci sarà una sinistra in grado di governare.

**********

GAIA – THE FUTURE OF POLITICS (i nuovi Conquistadores Cosmici)
“Nel corso di una terza guerra mondiale tra i buoni e i cattivi che accelererà i cambiamenti climatici nella direzione prevista da Al Gore, si verificherà la riduzione della popolazione mondiale ad un 1 miliardo di persone. Un nuovo Movimento Ambientalista risolverà tutti i problemi mondiali. Chi non è su Earthlink non esisterà (sic!). Sarà introdotta un’Intelligenza Artificiale Planetaria, chiamata BRAIN TRUST, che spiegherà a tutti come risolvere i problemi quotidiani, condividendo tutti i dati online. Ci sarà l’elezione in rete di un governo mondiale chiamato GAIA che abolirà partiti, ideologie e religioni. La conoscenza collettiva sarà la nuova norma”.

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/11/01/totalitarismo-cosmico-grillo-gaia-casaleggio/

**********

Giuliano Santoro, “Un grillo qualunque. Il Movimento 5 Stelle e il populismo digitale nella crisi dei partiti italiani” (Castelvecchi, 2012) 

Stralci dal libro

Il gergo di Grillo e dei grillini comprende un lungo elenco di soprannomi degli avversari politici. È una scuola, quella dei nomi storpiati, che vanta molti antenati, un albero genealogico tutto schierato a Destra che coinvolge anche il fondatore dell’Uomo Qualunque Guglielmo Giannini, che chiamava il padre costituente Pietro Calamandrei «Caccamandrei» o l’azionista Luigi Salvatorelli, additato in quanto sostenitore delle epurazioni dei fascisti dalle istituzioni, «Servitorelli». Dopo di lui, ci fu Emilio Fede, che infastidito dal consenso dilagante alla contestazione al G8 di Genova, nel 2001, decise di storpiare i nomi di due dei portavoce di quel movimento, Luca Casarini e Vittorio Agnoletto, chiamandoli «Casarotto» e «Agnolini». In quel caso, sbagliare i nomi deliberatamente equivaleva a dire: «Non pensiate di essere diventati noti al grande pubblico, io ad esempio non ricordo mai i vostri cognomi». (…)

Nel mondo di Beppe Grillo il passato non esiste. Esiste solamente il futuro della «nuova era», della Rete, della mutazione antropologica. Le idee senza parole sono costituite prevalentemente da una costruzione mitologica che non ha certo inventato Grillo ma di cui il comico genovese si nutre a piene mani. I politici (riuniti nella «Casta») sono vecchi, la scuola che frequentano i vostri figli è vecchia, le ideologie sono vecchie. Nuova è la Rete, come mondo mitologico, organico, a-conflittuale, nel quale ogni cosa assume il suo ordine naturale. «Nel salotto di casa, collegandosi alla Rete, si potrà creare qualsiasi oggetto da una penna a un fischietto», scrivono Grillo e Casaleggio in Siamo in guerra. «La possibilità di comunicare in Rete attraverso il pensiero da ipotesi di fantascienza è diventata realtà». La tecnologia non viene descritta per quello che è, cioè un complesso campo di forze, uno spazio di tensione tra diversi interessi. Al contrario, la tecnologia diventa una sorta di panacea. Sono concetti che vengono ripetuti continuamente, mai spiegati fino in fondo, fino a rappresentare un elemento identitario, un universo di segni di riconoscimento cui attingere.

È quella che Wu Ming 1, in un articolo molto dibattuto sul «feticismo digitale» ha definito «narrazione tossica»: «La tecnologia come forza autonoma, soggetto dotato di un suo spirito, realtà che si evolve da sola, spontaneamente e teleologicamente». L’approccio alla «Rete» dei grillini, dice in un’altra occasione Wu Ming 1, «vede nella tecnologia una forza autonoma, trascendente le relazioni sociali e le strutture che invece la plasmano, determinandone sviluppo e adozione. La Rete diventa una sorta di divinità, protagonista di una narrazione escatologica in cui scompaiono i partiti (nel senso originario di fazioni, differenze organizzate) per lasciare il posto a una società mondiale armonica, organicista. L’utopia di un uomo è la distopia di un altro».

http://comune-info.net/2012/10/i-salti-del-grillo-tra-tv-rete-e-politica/

«I post critici sul forum del Movimento 5 Stelle spesso vengono cassati», racconta il consigliere ferrarese (epurato) Valentino Tavolazzi: «Ci sono tantissimi esempi di cancellazione di commenti “scomodi”. E poi ci sono troll che disinformano o infamano. A me ne hanno dette di tutti i colori. Per fortuna non ho niente da nascondere, altrimenti sarei già morto da un pezzo. È proibito criticare Grillo, se lo fai non ti danno tregua. Che sia una strategia precisa o una reazione spontanea dettata dal fanatismo, o forse entrambe le cose».

http://pubblicogiornale.it/politica/grillo-e-tavolazzi-storia-di-unepurazionesantoroqualunque/

Santoro, il suo libro racconta Beppe Grillo dalle origini, dai tempi del cabaret e della televisione, e offre così una prospettiva lunga sul personaggio. Un parallelismo che emerge con forza, dal rapporto con Antonio Ricci (che è stato un suo autore) al fiuto mediatico, è, in fondo, quello con Silvio Berlusconi. Viene da pensare: davvero dopo la fine del berlusconismo siamo destinati a rivivere ancora una volta il brutto film degli anni Ottanta?

Piccola premessa di metodo. “Un Grillo Qualunque” non è un libro dettato dall’urgenza del momento, serve a muoversi nello scenario attuale ma al tempo stesso affonda su più livelli e si muove su molti piani, a cavallo tra studi culturali, sociologia dei media e politologia. Ricostruendo la genealogia del grillismo parto dal Beppe Grillo personaggio dello spettacolo. Questo ci consente di comprendere due elementi.
Primo: che Grillo ha imparato il linguaggio televisivo, della televisione mainstream, da Antonio Ricci, cioè da quello che molti hanno indicato come vero ideologo del pensiero debole berlusconiano, dall’uomo che ha inventato il tg satirico “Striscia la notizia” per Berlusconi, facendo credere agli italiani che il Gabibbo e L’Uomo Ventosa erano giornalisti di inchiesta e mettendo davanti alle tavole imbandite per cena le Veline, cioè la donna-oggetto per eccellenza. Tra un tormentone e una scollatura, Ricci ha persino preteso di apparire come un “situazionista”, un uomo “contro”. Per questo non bisogna stupirsi se, dopo anni di colonizzazione berlusconian-ricciana, tanti pensano che davvero il grillismo sia addirittura una “rivoluzione”. Del resto, non bisogna stupirsi: c’era gente in questo paese che pensava che Calderoli avrebbe fatto la secessione!

Secondo elemento: Grillo non è affatto espressione della Rete. Al contrario è la prova conclamata del fatto che da qualche anno la Rete è stata colonizzata dalla televisione, ne ha assunto tic, gerarchie e strutture linguistiche. Avete mai visto Grillo confrontarsi con qualcuno, online oppure nella vita reale? Ovviamente no. Ecco perché parlo di “populismo digitale”. Si usa la Rete per reinvestire il proprio capitale di fama acquisito tramite la televisione e per portarvi logiche televisive.

[…].

Grillo sfonda in Veneto e in tutto il Nord. Ciò accade principalmente perché lucra sulla crisi delle destre. Il suo boom elettorale corrisponde con precisione millimetrica al crollo del Pdl e della Lega. Non voglio semplificare troppo, la questione è complessa e ci sono delle eccezioni, ma tutti gli indicatori al momento ci dicono che Grillo prende i voti dei delusi da Bossi e Berlusconi. In Veneto è la stessa cosa: gli orfani della Dc hanno fatto la fortuna della Lega e adesso, in attesa di nuovi equilibri, gli orfani di Silvio e gli elettori disillusi da Umberto votano per il Movimento 5 Stelle. Non è un caso che Grillo negli anni abbia usato toni molto simili quelli della destra contro gli immigrati, dimostrando in questo caso di essere davvero poco alternativo ai canoni dominanti.

[…].

Grillo fa un gioco di rappresentazione e rappresentanza delle istanze di cambiamento. Come altre volte è successo nella storia del nostro paese, canalizza l’attenzione dei frustrati, di gente che – sia chiaro – ha tutto il diritto e tutte le ragioni di questo mondo per mandare a quel paese la classe politica. Il problema è che questa rabbia viene canalizzata dentro un progetto confuso e tutto dentro le logiche dello spettacolo, in cui si sostiene tutto e il contrario di tutto. Cose giuste e vere si mescolano a proposte assurde.

[…].

Mi sono chiesto: che cos’è oggi il Movimento 5 Stelle? Lavorando a questo libro ho scoperto che opera praticamente solo quando si tratta di votare. È una macchina acchiappa-voti, che svuota le piazze e fa illudere la gente che soltanto andando a votare contro la cosiddetta “Casta” verrà il cambiamento, che basta sostituire una classe politica con un’altra per ottenere qualcosa. In questo contesto, è importante verificare come l’azione del movimenti sociali veri tolga spazio al Movimento spettacolare di Grillo.

Sono stato a Vicenza negli anni scorsi e ho assistito da vicino alla straordinaria emersione del movimento No Dal Molin, ho visto come le due culture presenti sul vostro territorio – schematizzando un po’, quella dei centri sociali e quella del pacifismo radicale – hanno messo in piedi un’esperienza in grado al tempo stesso di radicarsi nel locale e porre questioni globali, universali. Quando i movimenti veri mordono, Grillo ha meno spazio perché la delusione e la rabbia trovano ricettori più pronti e meno virtuali.

http://www.nuovavicenza.it/2012/10/un-grillo-qualunque-ecco-perche-i-5-stelle-sfondano-in-veneto/

Come spiega Giuliano Santoro in un libro acuto sul “populismo digitale” del Movimento 5 Stelle (Un grillo qualunque, Castelvecchi, pp.176, euro 16), rispetto al situazionismo il grillismo usa l’invisibilità, il silenzio, l’idea del candidato senza volto (televisivo) come arma per alimentare l’attesa di un messaggio messianico, creando una suspense narrativa che esalta la connessione diretta (“sentimentale” direbbe Gramsci) tra il leader-attore e il suo “popolo“.

[…].

Grillo fonda la sua impresa politica su attivisti che vivono nelle città piccole e grandi, detengono risorse immateriali in termini di tempo, istruzione e competenze.

Sono precari e freelance del lavoro della conoscenza e sono stati investiti da quel processo di proletarizzazione del ceto medio che condanna all’inoccupazione generale, oltre che al “disallineamento” tra la formazione dei plurititolati con lauree e master e la loro occupabilità sul mercato del lavoro. E’ questo il dramma della crisi del terziario avanzato che non ha voce in Italia. Oggi Grillo sembra offrire una sponda a questi nativi digitali, ai nuovi poveri, ai non rappresentati, ai “neet” disprezzati dal governo dei professori, agli esclusi dalla democrazia rappresentativa costruita sulla violenza della cooptazione, la corruzione, il corporativismo di una società all’ultimo stadio della decomposizione. Chiaramente non offre soluzioni, ma esalta il discorso della rete come elemento salvifico che si risolve in un individualismo esasperato. 

Il suo movimento non è interessato ad una proposta costituente alla ricerca di una forma comune della vita politica, ma conferma l’idea che l’individuo ritrova il suo protagonismo nella democrazia diretta, cioè nell’illusione della partecipazione senza filtri al reality messo in scena dal leader contro il mondo cattivo delle caste. Questa ricetta farà piazza pulita di ciò che resta dei partiti tradizionali dell’opposizione, a partire dalla sinistra “radicale” e del suo infimo spettro che barcolla ancora sulla scena. Ma questo è meno interessante rispetto alla ricetta di Grillo contro la crisi. Il comico genovese e il suo guru telematico Casaleggio riabilitano il dogma del libero mercato al tempo del fallimento del neo-liberismo.

“Nè di sinistra, né di destra”

[…].

Grillo viene percepito come anti-tutto e per questo prende voti sia a sinistra sia a destra. In un paese dove i nuovi assunti sono all’80 per cento precari, dove i “neet” sono 2,2 milioni, la disoccupazione giovanile è al 35,1 per cento (terza dopo Spagna e Grecia che sono ad oltre il 50%), mentre il governo Monti ha escluso ogni speranza di integrazione sociale e lavorativa, anche uno spazzino viene visto come membro della Casta – cioè della cittadella del lavoro garantito mediante raccomandazioni o cooptazione – in quanto dipendente pubblico a tempo indeterminato.

[…].

Scriveva tempo fa Wu Ming 1: il «grillismo» mi appare sempre più come un movimento di destra: diversivo, poujadista, sovente forcaiolo, indifferente a ogni tradizione (anche recente) culturale e di lotta, noncurante di ogni provenienza politica […] Il modo in cui il movimento descrive se stesso trasuda di quella retorica dei «processi dal basso» che il grillismo ha avuto in dote dai movimenti altermondialisti di inizio secolo e si è adoperato a ricontestualizzare. Per molti versi, il grillismo è un prodotto della sconfitta dei movimenti altermondialisti: ha occupato lo spazio lasciato vuoto da quel riflusso.

Roberto Ciccarelli, Manifesto

http://furiacervelli.blogspot.it/2012/11/grillo-la-precarieta-diventa-un-reality.html?spref=tw

«Beppe Grillo non incarna né il padre permissivo, cioè la figura della sinistra, né quello responsabile, della destra. Piuttosto è lo zio che ti fa divertire e ti lascia nei guai».

[…].

La tv resta però il suo modello. «A Genova Grillo faceva spettacoli per il partito liberale, è scoperto da Alfredo Biondi, poi chiamato da Pippo Baudo in tv, dove fa dei monologhi, e quando gliene chiedono di nuovi lui chiama l’amico Antonio Ricci per scriverli. Dopo verranno Serra e Benni, ma è Ricci che lo caratterizza, e che al tempo del crac Parmalat, quando ancora Grillo è senza rete, gli offre spazio su Striscia la notizia». In tv nasce il Grillo politico («che costruisce un’ideologia prêt-à-porter, in cui ognuno vede quel che vuole»), e nel web porta la tv.

E arriva alle urne. Ma per Wu Ming 2, ripartendo dal libro, si scopre che «il risultato elettorale del M5S è in realtà scarso laddove sono candidati volti non associabili all’establishment, come dimostrano i casi Pisapia e De Magistris»; e soprattutto che «il successo si gioca nella relazione con le lotte locali, con i movimenti preesistenti». Qui bisogna fare attenzione, perché «in Sicilia la retorica dei meetup, del movimento di movimenti, è risultata falsa. Là esistono pochi meetup, e l’affermazione del M5S è stata una sorta di delega per mandar via i vecchi volti». Inoltre «il M5S ha una visione schiacciata del passato, i grillini pensano che le lotte siano sempre partite da loro, da Grillo, come per l’acqua pubblica… non sanno che esistevano comitati radicati nei territori da decenni». «E se in effetti Grillo è stato il primo in Italia a parlare di ogm, e se firmava appelli con Alex Zanotelli – aggiunge Marco Trotta – ora sono spariti dalla sua agenda sfruttamento e ridistribuzione delle ricchezze».

http://caffeletterario-bologna.blogautore.repubblica.it/2012/12/09/un-grillo-qualunque-nella-crisi-politica/

Movimento 5 Stelle, ma il programma dov’è?

di Marco Trotta | 12 dicembre 2012

Ma soprattutto non si sa che programma e proposte andranno a portare in Parlamento. Il sito dove si prometteva di scrivere il programma elettorale insieme ai cittadini non è mai partito. Alle persone che mi dicono che voteranno il M5S alle prossime elezioni, contribuendo al 20% pronosticato dai sondaggi, chiedo: ma oltre a sapere sulla fiducia autocertificata da loro o dallo staff di Grilo che sono incensurate, sai come la pensano del Fiscal Compact? Cosa vogliono fare della legge Fornero che ha abolito, tra gli altri l’articolo 18? Cosa pensano delle missioni all’estero, delle spese militari? Cosa pensano del sistema sanitario nazionale? Della scuola pubblica?

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/12/movimento-5-stelle-ma-il-programma-dove-2/417409/

INTERVISTA A GIULIANO SANTORO

Lo scarto di cui parli è uno dei tanti paradossi del grillismo. Provo a descriverlo: nell’era della crisi della rappresentanza politica, e della sua incapacità – diciamo così – di far da contrappeso al mercato, ecco che spunta un movimento carismatico che in nome della “democrazia diretta” (concetto che, come spiego nel libro, viene utilizzato come feticcio ideologico) punta tutto sulle elezioni per costruire il rinnovamento. È una contraddizione non da poco: Grillo all’inizio degli Anni Zero affrontava i grandi temi della globalizzazione, del global warming e della guerra spiegandoci che contava di più il modo in cui si faceva la spesa che la scheda che si metteva nell’urna. Era un modo per ribadire che il vero potere si trovava altrove, nel mercato e nelle multinazionali, e che i partiti erano solo sovrastruttura. E invece, negli ultimi due anni, siamo arrivati al punto che il Movimento 5 Stelle non fa altro che organizzare campagne elettorali permanenti, compilare liste di candidati, polemizzare con gli altri partiti. Paradosso nel paradosso: Grillo – capo carismatico, trascinatore di masse e fondatore del Movimento – almeno per il momento non si candida e anzi trae forza da questo non mescolarsi con “la politica”. Ciò forse avviene perché in questo modo è come se tutti i candidati fossero Grillo. A meno che qualcuno non sia così ingenuo da pensare che i voti li prendono i cittadini che spauriti compaiono a fare da scenografia ai comizi-spettacolo del comico-leader.

Ho trovato molto interessante la tua analisi di alcune sconfitte elettorali del M5S. Dalla Vicenza dei No Dal Molin, alla Milano di Pisapia alla Napoli di De Magistris, appare chiaro che i Cinque Stelle si trovano in grave imbarazzo di fronte a due componenti: un movimento territoriale forte e la candidatura di outsider che rompono il frame “Grillo contro La Casta”.

[…]

in tutta Europa, e anche negli Stati Uniti per certi versi, la gente protesta contro le politiche di austerità, tenta di organizzarsi dal basso per rompere la gabbia dei sacrifici. In Italia, dove pure abbiamo una certa tradizione quanto a movimenti sociali, tantissime delle persone che potrebbero mobilitarsi si limitano ad aspettare il giorno delle elezioni, per poter sostituire quelli della “Casta” con altri eletti, che peraltro non si sa come vengano scelti e messi in lista. Come se questo davvero potesse cambiare la situazione.

Anche a questa contraddizione è legata l’urgenza di scrivere questo libro, che si rivolge a tutti quelli che orientano la loro rabbia verso obiettivi sbagliati e alla ricerca di soluzioni inesistenti. Grillo non è la risposta giusta perché risponde ad una domanda erronea in partenza. Grillo non risponde alla domanda “Come facciamo a costruire altre relazioni di potere e di produzione?”. Oppure, non si chiede: “Come si fa a ottenere una più equa distribuzione della ricchezza?”. La domanda alla quale risponde Grillo è “Come si fa ad andare nei palazzi del potere al posto di quelli là?”.

[…].

Intanto una premessa. Grillo dice: “Ringraziate che ci sono io, altrimenti ci sarebbero stati i neonazisti”. Ora, a parte il fatto che non ci vuole molto ad essere “meglio dei neonazisti”, e su questo concorderebbe chiunque appartenga al consesso civile, questa è più un’affermazione minacciosa che rassicurante. Come a dire “Li tengo a bada io, questi disperati”. Se fossi un elettore dei 5 Stelle mi incazzerei.

Il Partito Pirata ha molte analogie con il Movimento 5 Stelle. C’è la grossa differenza della struttura proprietaria e verticistica messa in piedi dallo Zio Beppe. Ma li accomuna un’ideologia profondamente liberista. Sia i grillini che i piraten, in fondo, pensano che la Rete serva a ristabilire la libera concorrenza, che in questo spazio virtuale si possa realizzare l’utopia liberale della “mano invisibile” che premia i più meritevoli e fa vincere la “verità”. Ancora una volta: non esistono classi, rapporti di forza, conflitti. Esistono solo individui che finalmente avrebbero opportunità di realizzarsi. Quelli del Partito Pirata, ad esempio, sono a favore del reddito minimo garantito perché sostengono che questo permetterebbe a chiunque di concorrere sul mercato in maniera più efficace. Il reddito non è un diritto, è uno strumento per perfezionare il funzionamento della libera concorrenza.

[…].

Il libro contiene una specie di disamina dello schema argomentativo (che si ripete sempre uguale) del troll grillista. È uno schema che ha dato vita anche a un gruppo su Facebook che parodizza le campagne emozionali di Grillo e che si chiama “Siamo la gente, il potere ci temono”. Il blogger (e giapster) Jumpinshark ha scritto una vera recensione di Un Grillo Qualunque utilizzando questo linguaggio.

Proprio ieri ho partecipato ad un dibattito televisivo su Beppe Grillo. In studio c’era anche un grillino, un imprenditore del varesotto ex leghista e forzitaliota che ora aveva scelto la causa del Movimento 5 Stelle. Quando la conduttrice gli ha chiesto cosa del programma di Grillo lo convincesse particolarmente, lui ha risposto (cito a memoria): “Ci ha fatto vedere la luce. Per noi Grillo è una luce in fondo al tunnel”. Pochi minuti fa, invece, una elettrice grillina mi ha scritto su Facebook che “La democrazia partecipata è un concetto unitario e unificante”. Ecco degli esempi di “idee senza parole” dei grillini. Alla radice della loro ideologia pret-a-porter c’è qualcosa di inspiegabile, inesprimibile, irrazionale. Altro che intelligenza collettiva: Grillo muove emozioni, dà vita ad un impasto di politica, spot pubblicitari e sentimenti.

http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=10112

FILIPPO CECCARELLI – la Repubblica | 31 Ottobre 2012

Ma «zitelle acide», in realtà, ci stava benissimo. I seguaci di Grillo fanno proprio questo effetto. In un libro appena uscito e davvero molto interessante, «Un Grillo qualunque» (Castelvecchi), Giuliano Santoro si sofferma anche sul perché e quindi sulla paura dei dirigenti M5S di perdere la purezza mescolandosi con gli «altri». Per i grillini infatti il passato non esiste, condizione che rappresenta al tempo stesso un vantaggio e un limite, enorme autonomia e scarsa conoscenza delle male arti del potere.

Da uomo di spettacolo, in compenso, Grillo saprà che l’archetipo delle «zitelle acide» è il motore di un’opera di Shakespeare, nientemeno. La protagonista de La bisbetica domata, Caterina, single di cattivo carattere e ricca dote, assomiglia moltissimo al movimento in ascesa. Scontrosa, impaziente e linguacciuta, ella sa che opporsi è l’unico modo per salvare la sua integrità arrivando pure alla minaccia di «pettinare la cocuzza con uno sgabello a tre zampe» a chiunque le giri intorno. Con il che ogni possibile pretendente «Da simili diavole Dio ci scampi! » – si ritrae.

http://www.dirittiglobali.it/home/categorie/21-politica-a-istituzioni/38131-le-zitelle-a-5-stelle-e-la-purezza-in-pericolo-nella-babele-politica.html

**********

[ironica contro-recensione spettacolare!]

LA KA$TA COLPISCE ANCORA!!11!!!1! SENZA VERGOGNA ORA SI FA SCRIVERE PURE I LIBRI!!

CHE PROVE C’ABBIAMO???? A PARTE CHE NON CE N’E’ BISOGNO, CMQ: QUESTO LIBROè STATO PRESENTATO DAL CORRIERE DELLA SERA, IL CORRIERE DELLA SERA E’ I POTERI FORTI, QUESTO è UNL IBRO DEI POTERI FORTI!!1!!!

BASTA LEGGERE 2PAGINE (SE NON T’ADDORMENTI AHAHAHAHA) X CAPIRE CHE è UN LIBRO MATTONE DEL SOLITO PROFESSORONE PECORONE DI SINISTRA, CHE VUOLE SPIEGARE ALLA GENTE QUELLO CHE FA COMODO A LUI MENTRE LA GENTE SA GIA’ DA SOLA LA VERITA’. PERCHE’ C’HA IL WEB E LA CONTRINFORMAZIONE.

http://jumpinshark.blogspot.it/2012/10/un-grillo-qualunque-di-giuliano-santoro.html

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: