In difesa del diffusionismo e della scienza fatta come si deve fare

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Giorno verrà, alla fine dei tempi, che l’Oceano scioglierà le catene del mondo, si aprirà la terra, Teti svelerà nuovi mondi e non ci sarà più un’ultima Tule.

Seneca, “Medea”, 375-379

La macchia chiara al centro delle Ande, vicino alla Bolivia e al Perù, indica forse una possibile migrazione inversa a quella descritta da Thor Heyerdahl (1950), cioè l’arrivo di polinesiani nell’America del Sud.

Cavalli-Sforza, Menozzi, Piazza, “Storia e geografia dei geni umani”, 1997

Molta gente non accetta l’idea che la scienza possa procedere nella direzione sbagliata per decenni, perpetuando paradigmi fallaci, razionalizzando pregiudizi, escludendo arbitrariamente revisioni di dati e conclusioni, esercitando fortissime pressioni sui giovani ricercatori per farli allineare al dogma prevalente.

Ma è precisamente così che funziona la scienza in un mondo in cui certi ambienti traggono profitto dall’ignoranza, dall’oscurantismo, dalla falsificazione, dalla censura, dall’inconsapevolezza. Vale per la climatologia come per la fusione fredda, per l’alimentazione come per i contatti transoceanici precolombiani.

Doveva essere quest’ultimo il tema della mia tesi di laurea, ma a Scienze Politiche di Bologna mi fecero subito capire che uno studio sociologico-antropologico-archeologico e politologico del genere non sarebbe mai stata accettato.

A priori, a prescindere.

Il fatto che alcuni tra i maggiori specialisti di queste discipline fossero diffusionisti o comunque non escludessero assolutamente la possibilità di contatti tra civiltà lontane in epoche anteriori a quelle generalmente ammesse, e che un crescente numero di studi genetici indica che i diffusionisti/contattisti avevano ragione, non conta nulla. Certi temi sono tabù. Le Americhe furono popolate attraverso la Beringia, qualche vichingo ci finì lì quasi per caso, forse vi giunse anche qualche pescatore giapponese o polinesiano, ma questi non contribuirono in alcun modo all’evoluzione delle culture locali. La Dottrina Monroe ha valore retroattivo!

E, si badi bene, non si trattava di chiamare in causa Atlantide o Mu, ma semplicemente di suggerire che se gli aborigeni erano arrivati in Australia via mare 60mila anni fa, gli austronesiani (avi dei polinesiani) erano giunti fino al Madagascar almeno 2mila anni fa, popolandolo, e polinesiani e amerindiani colonizzarono l’Isola di Pasqua a partire da 1000-1500 anni fa, stabilire che prima di Colombo l’evoluzione culturale delle Americhe era stata unicamente endogena, accusando gli scettici di imperialismo culturale e razzismo, era ed è sciocco. Un atto di fede, non di scienza.

AVVERTENZA: L’unico articolo scientifico è il primo, che contiene tutte le citazioni necessarie per comprendere la questione e per dare maggiore senso a quelli successivi, che sono dilettanteschi e pieni di contraddizioni, ma offrono alcuni spunti utili. La tesi dell’articolo non è che il contatto sia dimostrabilmente avvenuto, bensì che negare a priori la possibilità del contatto, a dispetto del numero di indicazioni che suggeriscono che sia avvenuto, è anti-scientifico.

Ecco l’articolo sa tener presente. E’ di una nota antropologa (emerita) che ricapitola quel che sappiamo sui possibili contatti transoceanici (in inglese) e fornisce i riferimenti che possono servire per approfondire le varie questioni – ce ne sarebbero molti altri ma questo post non è un saggio e non ho tempo di recuperare il materiale della tesi mancata e riproporlo qui (né m’interessa farlo – ci sono mille questioni più importanti di questa):

http://bellsouthpwp2.net/k/a/kathyjay/images/Transoceanic%20contacts.pdf

sui contatti transatlantici e transpacifici col Nuovo Mondo è stato scritto moltissimo e le mappature genetiche di animali, piante coltivabili e malattie in certi casi paiono dar ragione ai diffusionisti

http://www.independent.co.​uk/news/science/dna-from-c​hicken-bone-shows-polynesi​ans-found-south-america-45​1758.html

http://www.dispatch.com/content/stories/science/2013/05/19/studies-examine-clues-of-transoceanic-contact.html

http://ageofintuition.blogspot.it/2013/03/the-kensington-rune-stone-is-white-whale.html

http://www.academia.edu/867576/Did_Ancient_China_Influence_Olmec_Mexico

http://mysite.verizon.net/dbkelley1/id2.html

http://mysite.verizon.net/dbkelley1/id3.html

http://www.edicolaweb.net/edic164a.htm

http://www.meteoweb.eu/2013/06/dal-dna-nuove-prove-che-i-romani-sbarcarono-in-america-prima-di-colombo/209512/

Sui Vichinghi in America ormai il consenso è ampio

http://en.wikipedia.org/wi​ki/Pre-Columbian_trans-oce​anic_contact.

E forse degli amerindiani (-e) seguirono i vichinghi in Islanda, “scoprendo” l’Europa

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21069749

BIBLIOGRAFIA

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http://www.amazon.com/Pre-Columbian-Contact-Americas-Across-Oceans/dp/0934893217

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Piramidi a Visoko, in Bosnia?

A cura di archeoguida.it con la collaborazione di Sara Acconci


foto aerea della piramide del Sole

La località

Questa piccola cittadina a poco meno di 30 km da Sarajevo è stato un noto insediamento neolitico. Il centro abitato accrebbe nel medioevo, diventando la capitale del regno bosniaco di re Tvrtko I e uno dei principali centri della chiesa bosniaca, a torto associata agli eretici bogomili. Con la costruzione di un castello, sulla sommità della collina prospiciente, e con lo sviluppo del borgo, la cittadella medievale di Visoko visse l’avvicendarsi dei vari regni balcanici e del dominio ottomano.

Grazie a scavi archeologici, oggi gode di grande fama essendo divenuta lo scenario del dibattito tra il team di sei archeologi e di molti volontari che stanno scavando alcune presunte piramidi (per conto della fondazione Bosnian Pyramid of the Sun Foundation) e parte della comunità scientifica ancora scettica circa l’esistenza di tali opere architettoniche in Bosnia, risalenti a migliaia di anni fa.

Le piramidi sotto le colline: gli scavi e il tunnel

Semir Osmanagić è un imprenditore serbo-americano, famoso per essere il fondatore della Bosnian Pyramid of the Sun Foundation. Dal 2005 la sua equipe di scavo è in attività a Visoko per disseppellire due delle sette piramidi da lui individuate sotto le colline: si tratta delle cosiddette “Piramide del Sole” e “Piramide della Luna”.


la piramide della Luna come appare alla base della facciata Ovest


sondaggi effettuati nelle campagne di scavo finora


facciata Ovest della Piramide della Luna, come visibile dalla cima


Ricostruzione dell’ubicazione delle piramidi del Sole, della Luna e del Drago

Le rimanenti colline-piramidi invece sono situate in zone di pericolo per la presenza di mine risalenti all’ultimo conflitto armato.

Un canale sotterraneo, il tunnel Ravne, è stato liberato per ora, fino alla lunghezza di 400 metri, dalla terra che vi si era depositata. La presenza di acqua al suo interno sembra esser voluta dai costruttori; ciò è ipotizzabile vista la recente scoperta (2011) dell’esistenza di un canale sotterraneo per lo scorrimento delle acque.


 tunnel per metà invaso dall’acqua


tratto rettilineo del tunnel invaso dall’acqua


un tratto del tunnel


planimetria del tunnel di Ravne


schema del tunnel di Ravne in 3D

Al suo interno sono stati trovati muri realizzati con ciottoli e malta, segni di incisioni alfabetiche simili alla scrittura runica (le cui origini attestate risalgono al I secolo a.C.) e alcuni megaliti con altre incisioni.

Il sito della piramide della Luna ha riportato alla luce una pavimentazione in blocchi di pietra squadrati e accostati. In più punti essi sono sovrapposti a formare più strati pavimentali.

Di diversa composizione sembrerebbe la piramide del Sole: una formazione di blocchi di dimensioni maggiori e di una forma meno regolare rispetto a quelli della piramide precedente. Il materiale litico qui è più poroso.

Problemi di datazione

Le difficoltà nel datare il sito consistono nel fatto che le aree scavate sono prive di stratigrafia. Mancando le unità stratigrafiche (gli strati archeologici), gli esperti che vi lavorano non possono contare su riferimenti cronologici validi per conoscere l’epoca in cui queste strutture vennero realizzate. La squadra di operatori ed archeologi che si occupa dello scavo propende per una datazione: le piramidi risalirebbero a 12.000 anni fa, vale a dire al 10.000 a.C., epoca in cui l’Europa continentale si trovava nella fase di passaggio tra periodo paleolitico ed epipaleolitico (detto anche mesolitico).

I reperti

I reperti archeologici affiorati fino ad ora sono solo alcuni massi con delle figure incise e una matrice litica simile a quelle che si usavano per lo stampo di metalli fusi.


presunto stampo litico

Se fosse attestato l’uso dei metalli presso questa civiltà danubiana allora saremmo davanti a tre possibilità:

  • retrodatare la cronologia dell’Età dei metalli (nei Balcani è circoscrivibile al V millennio a.C. con la fase del Calcolitico o Età del Rame)
  • rivedere la datazione delle piramidi in attesa di nuove scoperte decisive
  • considerare il lungo periodo di attività del sito fino alla scoperta della lavorazione del metallo. Quest’ultima considerazione però implica una problematica ulteriore e cioè quella di come sia possibile estrarre e tagliare la pietra da costruzione senza utensili di metallo.

La diatriba della comunità scientifica

Molti esperti di varie nazionalità e di vari campi scientifici hanno criticato le attività di scavo di Osmanagić e della sua fondazione. Non mancano le critiche alle modalità di scavo, alla mancata scientificità della ricerca e al fatto che Osmanagić non sia un archeologo di professione.

Il problema che divide le due fazioni di pensiero è il seguente: se sotto le colline si celano delle piramidi allora esse sono frutto dell’opera umana. Mancando però elementi datanti e dati archeologici certamente antropici è emersa l’ipotesi che si tratti di grandi strutture naturali che la conformazione geologica del luogo avrebbe modellato fino al giorno d’oggi; in poche parole sarebbero dei banchi rocciosi seppelliti dal terreno depositatosi nei millenni.

Il 2009 e il 2010 sono stati due anni di intensa attività di scavo e di ricerca; infatti l‘esame di campioni delle strutture piramidali sono stati analizzati dal Politecnico di Torino il quale propende ad attribuire i materiali all’attività dell’uomo e quindi alla costruzione di elementi artificiali. Residui di un particolare tipo di calcestruzzo sarebbero l’elemento che potrebbe portare a favore dell’ipotesi che l’area sia stata plasmata da mani umane ma non è facile stabilire in che periodo ciò sia avvenuto.

Il parco archeologico

Gli enti locali hanno realizzando il parco archeologico delle piramidi, con ingresso libero per i turisti, divenuto famoso tramite un efficiente sistema di informazione e sponsorizzazione, anche al di fuori della nazione bosniaca. I volontari delle campagne di scavo, provenienti da molte nazioni, sono divisi in due turni di scavo da 50 persone ognuno.

Gli scavi potrebbero continuare oltre il 2012.

Bibliografia

Nota dell’autore

ringrazio la collega archeologa freelance coordinatrice degli scavi, dott.ssa Sara Acconci, per i dati forniti circa la situazione degli scavi e delle scoperte a Visoko. Tutte le fotografie delle attività in corso di scavo e lo scatto dello stampo litico sono gentile concessione di Sara Acconci. Le restanti sono state prese dai siti in bibliografia.

Galleria fotografica


fig. 11 – muretti di contenimento del tunnel


fig. 12 – muretto in ciottoli nel tunnel


fig. 13 – argine di ciottoli nel tunnel


fig. 14 – un bivio nel tunnel


fig. 15 – presunte incisioni su una pietra nel tunnel


fig. 16 – segni di incisione su una delle pietre di Ravne


fig. 17 – incisoni su una pietra trovata nel tunnel


fig. 18 – monolite con figura triangolare incisa


fig. 19 – segni o incisioni sulla parete del tunnel


resti di strutture nella “piramide della Luna”


l’archeologa Sara Acconci durante un momento dello scavo, piramide della Luna


struttura probabilmente pavimentale presso la piramide della Luna


 particolare delle strutture della cosiddetta Piramide della Luna


palina per la misurazione dell’altezza delle strutture


pavimento litico presso la cosiddetta Piramide della Luna


strutture di pietre squadrate


strutture a livelli paralleli, piramide della Luna


blocchi della cosiddetta piramide del Sole


parte di presunte strutture, piramide del sole


Piramide del Sole


un presunto angolo della cosiddetta Piramide del Sole

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