ISIL-DAESH è un’organizzazione de-islamizzata e post-musulmana

#SueMeSaudi

La trappola della Guerra al Terrore permanente dopo l’11 settembre parigino

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Quello di cui oggi abbiamo bisogno in più è che a Parigi si incontrino subito Obama, Putin, Xi Jinping e Juncker per decidere insieme su come proteggere noi e le prossime generazioni da un nemico crudele e terribilmente ramificato…
Il terrorismo si vince con la politica e con gesti coraggiosi come quello di Papa Francesco che, nel suo prossimo viaggio in un paese devastato da una lotta sanguinosa fra bande armate di cristiani e mussulmani, ha deciso di essere presente nella cattedrale cattolica e nella moschea.
Con grande coraggio personale ma con altrettanta lungimiranza politica
.
Romano Prodi, Obama, Putin, Xi Jinping e Juncker si incontrino subito a Parigi per decidere insieme come proteggerci, 15 novembre 2015

Caro direttore Alberto Faustini, col tempo, invecchiando, ho imparato ad apprezzare gran parte delle sue prese di posizioni equilibrate in risposta alle riflessioni o provocazioni dei lettori.
In questo caso, però, non mi trovo d’accordo con l’incipit del suo editoriale (il resto è davvero molto bello): “Siamo in guerra. La prima guerra globale”.

Mi è del tutto chiaro che lo spavento, anche per ragioni personali, sia stato indescrivibile ed è comprensibile che la reazione sia conseguente, però questo meme della guerra, del nostro essere in guerra e della nostra determinazione a risolvere la questione bellicamente è pericoloso, nella stessa misura in cui, specularmente, lo sarebbe un meme pacifista passivo.
È pericoloso perché fa il gioco di questa “internazionale del terrorismo”.
La Guerra al Terrore prosegue ininterrottamente dal 2001 e a quali risultati ha portato? Diverse nazioni in pezzi, milioni di profughi (afgani, iracheni, curdi, yemeniti, somali, palestinesi, siriani, ecc.) e organizzazioni terroristiche ancora più agguerrite ed espansive di prima.

Prosegue su Medium
https://medium.com/@stefano_fait/la-trappola-della-guerra-al-terrore-permanente-dopo-l-11-settembre-parigino-eb33f03ea10

Al Qaeda: i nostri alleati nella Guerra al Terrore

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“I Sukhoi hanno sganciato bombe sui QAEDISTI di Al Nusra a Jisr al Shuqur, quindi su nuclei VICINI AGLI USA”
Corriere della Sera, 2 ottobre 2015

Risoluzione 2170 (2014), adottata il 15 agosto 2014, con cui si condannano le azioni terroristiche e le violazioni dei diritti dell’uomo e del diritto umanitario compiute dallo Stato islamico in Iraq e nel Levante (ISIL) e dal Fronte Al Nusra (ANF) e si precisa che le misure decise a carico di Al-Qaida si applicano anche a carico di questi gruppi(1)
http://www.iusexplorer.it/Riviste/ArticoloRivista?idDocMaster=4459467&idDataBanks=127&idUnitaDoc=0&nVigUnitaDoc=1

Per chi avesse la memoria corta:
“Osama Bin Laden, il nemico numero uno nella lista dei ricercati dei servizi segreti americani, capo dell’organizzazione terroristica di AL QAEDA…Il primo attacco contro gli Stati Uniti risale al 1992, nello Yemen. Da allora, si susseguono gli attentati contro obiettivi occidentali in tutto il mondo. Bin Laden è il mandante degli attentati dell’11 Settembre 2001 contro il World Trade Center e dei successivi attacchi terroristici a Madrid, l’11 Marzo 2004, e a Londra, il 7 luglio 2005”.
Rai Storia

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Morì durante un’escursione in montagna nelle highlands scozzesi un mese dopo un duro editoriale sul The Guardian in cui attaccava ancora una volta la politica estera dell’amministrazione Bush

“Per comprendere a fondo il concetto di bispensiero nel contesto e nell’accezione specifica dell’opus magnum orwelliana, un ottimo esempio è rappresentato dalle dinamiche che stanno alla base della guerra perenne tra gli stati. L’Oceania, all’inizio del racconto, è in guerra contro l’Eurasia ed alleata con l’Estasia: così è scritto su tutti i libri di storia, i giornali, i manifesti propagandistici affissi ai muri e dichiarato da tutti i dispacci diramati attraverso i teleschermi, mediante i quali vengono confermate continue conquiste sul fronte eurasiano. Ogni mese, alcuni prigionieri eurasiani vengono giustiziati in piazza. Tutti sanno e ricordano perfettamente che la situazione è questa e che lo è sempre stata.

Se il nemico era quello, e il nemico rappresentava il male assoluto, non si poteva mai essere stati alleati con esso. Eppure Winston Smith, il protagonista, ricordava che appena quattro anni prima la situazione era l’esatto opposto: il suo Paese era stato in guerra con l’Estasia e alleato con l’Eurasia; e ciò che lo spaventava enormemente era che lui sembrava essere l’unico a ricordare quella nozione. Quella, così come tante altre”.
https://it.wikipedia.org/wiki/Bispensiero

Come risolvere la crisi dei rifugiati e la crisi siriana

Palestinian children play soccer 06 February 1988 in the ruins of Chatila refugee camp, southern suburb of Beirut. In January 1988, avowedly as a gesture of support for the uprising by Palestinians resident in Israeli-occupied territories, which had begun in December 1987, Nabih Berri, the leader of Moslem Shi'ite Amal militia, announced the ending of the siege of the Palestinian refugee camps in Beirut and southern Lebanon. 27 June 1988, the Arafat loyalist in Chatila camp were overrun and surrendered to the fighters belonging to the Syrian-backed group, al-Fatah Intifada (Fatah Uprising) of Abu Musa. The following day Syria granted 100 PLO guerrillas safe passage from Chatila to the camp at Ain al-Helweh. 07 July, Bourj el-Barajneh, Arafat's last stronghold in Beirut, was captured by the forces of Abu Musa, and 120 PLO fighters were evacuated to Ain al-Helweh refugee camp. (FILM) (Photo credit should read NABIL ISMAIL/AFP/Getty Images)

Se la vita di un altro essere umano per te ha poco o punto valore, come farai a difendere il valore della tua, qualora dovesse toccare a te?

No alla campagna di demonizzazione dei profughi/rifugiati come potenziali terroristi, nuovi barbari distruttori, parassiti insaziabili.

La soluzione non è l’internamento, non è l’espulsione e non è l’assimilazione coatta.

La soluzione (oltre a un sistema europeo comune di asilo) è la seguente:
1. unire le forze siriane e kurde contro ISIS;
2. bloccare gli aiuti turco-sauditi a ISIS;
3. prevenire i bombardamenti israeliani e inglesi (ci hanno già pensato i russi);
4. negoziare il passaggio di consegne tra Assad e il governo che gli succederà (l’hanno già proposto Assad in questi giorni e Mosca 3 anni fa);
5. organizzare l’assistenza ai profughi in Medio Oriente senza che facciano la fine dei palestinesi (scacciati da Israele a milioni e trasformati in rifugiati permanenti).

La pulizia etnica del Medio Oriente non deve avere successo.
I profughi iracheni, siriani, yemeniti e palestinesi devono poter tornare a casa.
Questa gente deve sapere che non farà la fine dei palestinesi e che deve cominciare a pensare a come ricostruire il proprio paese.

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Assad: “Se vuole fermare davvero i rifugiati, l’Europa deve smettere di aiutare i terroristi”

Assad non è un santo e ha certamente commesso i suoi crimini (per questo se ne dovrà comunque andare), ma era felice quando faceva l’oculista a Londra.
E’ stato costretto a governare la Siria e certamente non si aspettava di trovarsi in mezzo a una guerra civile.
Chi sostiene che non sia nulla di più di un mostro con cui non si può negoziare non si è minimamente informato su di lui e sulla Siria e sta facendo il gioco dei guerrafondai internazionali.
Come farebbe un leader odiato da tutti o comunque sostenuto da una minoranza di seguaci a tenere insieme un paese circondato da nemici, con 6-7 milioni di sfollati interni da gestire, alle prese con decine di migliaia di mercenari e jihadisti e un embargo totale da parte dell’Occidente?

Qualcuno me lo spiega in modo razionale e non usando scorciatoie logiche pescate dai nostri media?

Most Syrians back President Assad, but you’d never know from western media, Guardian, 17 gennaio 2012

P.S. fin dai primi giorni (proprio come in Libia) gli insorti hanno preso d’assalto un commissariato e ucciso diversi poliziotti, ma a noi ci hanno detto che le proteste erano rigorosamente nonviolente. Nel giro di pochi giorni gli oppositori nonviolenti sono stati messi ai margini e l’Occidente ha appoggiato la lotta armata. Come mai? A chi faceva comodo far tacere i nonviolenti e i diplomatici e spingere per un’escalation?
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/07/27/uninchiesta-del-guardian-ci-spiega-chi-ci-vuole-portare-in-guerra-e-perche/

https://socialforecasting.wordpress.com/2015/08/03/what-will-happen-to-syria/
https://socialforecasting.wordpress.com/2015/09/06/a-saudi-afghanistan-the-chickens-will-come-home-to-roost-in-yemen/
https://socialforecasting.wordpress.com/2015/09/15/keep-them-out-lock-them-up-bomb-them-all-or/

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