A stragrande richiesta – le magiche ricerche google che conducono al mio blog

Monty_python_e_il_sacro_graal
Non seguite nessuno. Il Graal non è su internet, è dentro di voi.

Meglio che io spieghi cos’è questa cosa, per i non addetti ai lavori.
Queste sono parole o frasi cercate su google che hanno portato degli internauti ad imbattersi nel mio blog.
Come ciò sia possibile è un quesito sul quale preferisco sorvolare ;o)
Naturalmente il 99% delle ricerche è normale e talvolta brillante – ho inserito un paio di esempi di lucidità: oggi è sbucato fuori un “cometa baia hudson” che consiglio di esplorare – ma quell’1% può essere molto godibile e quindi ho pensato di condividerlo coi lettori (aggiornamento dell’ultimo minuto: “dentatura del cervo” e “gli slittini più assurdi del mondo”).

come si diventa futurologi [eheheheh – segreto professionale ;oD]

ki e quello ke a ucciso piu persone di hitler [ki ha massacrato più ortografia?]

che cosa è il grande beltazor [tempo di domandarselo!]

il 15 02 2013 cosa succederà [mah?]

com’è andare a vivere in hameln [la cittadina del pifferaio]

i pinguini sono antropofagi [cave pinguinum]

pitone antropofago [noto un certo timore]

Brambilla autoreggenti

come faccio a mettermi in contatto con piero sansonetti? [e lo chiedi a me?]

enlil potere distruttivo

enki dio dell’acqua potere distruttivo quando

il distruttore dei 100 [Enlil?]

gli ebrei sono indubbiamente una razza ma non sono umani [Hitler is back]

club dove si tenevano orge

jacopo mazzeo è un vampiro [era tempo che qualcuno trovasse il coraggio di gridarlo al mondo!]

profezie climatiche di nostradamus sul clima in gran bretagna

che palle il buonismo

sicurarsi che tutte le parole siano state digitate correttamente [sicurarsi, mi raccomando!].

enfatizzare lsd [più che giusto, fratello!]

colgate sta per colossesi galati e  [tessalonicesi?]

d.r.henry tardi. ducson

razze dei pinguini [i pinguini, dopo il sesso, spopolano su internet]

megan fox nuda [ecco, appunto]

amuleti nazisti

devo fare un teme sulla guerra in siria mi potresti idicare come fare 3 media [la vedo dura]

piramidoterapia delle suore di trento misure dimensioni

importatori di pomelo dal vietnam o thaiti per l’itali mail

come si scrive in giapponese yukiteru?

economia mestre nel 1980

preveggenza su chi vincerà le politiche italiane 2013

chi di spada ferisce di spada ferisce significato

gardossi alessandro trieste

panta durr [Hans-Peter Dürr, fisico delle particelle – ma “pantadurr” fa abbastanza ridere]

un pensiero di beaucher: per capire cosa pensano …….

gli ebrei vogliono la fine della razza bianca? [non poteva mancare]

il post fornero che fare? [già, non sarà facile ma stringeremo i denti e tireremo avanti in qualche modo ;o)]

profezie su l’ologramma

film mondo cane e iniziazione fallica

“oscar giannino” omosessuali

uno primo genom

calendario manhunt 2012 il ragazzo di nome felix

neocatecumenali addis abeba

pulizia murui esterni+pussy [prima il dovere, poi il piacere]

il piano schlieffen non fu altro che la mossa kansas city [!!!]

culialvento [basta la parola]

descrizione di filemone e buchi prima e dopo [non sta parlando di mitologia greca]

ragnatela dei gesuiti [i soliti gesuiti]

istat lunghezza pene italia

chi è la famiglia drago held trust soekarno [what?]

omero analogie enuma elish  [questa persona è grandissima!]

agazze 12 anni depravate foto

paracelso duomo milano [alchimia!]

feudalesimo e libertà destra o sinistra [fel rules!]

trasferimento con schiavettoni

calendario max 1999 [che annata, quella!]

cruciani alla conquista degli stati uniti [ma anche no]

u padre nostro san giuliano

meteorite che spaccano tutto il mondo [meteorite rocks!]

trento conformazioni rocciose strane

armi distruttive, pro e contro [pro:…mmmmh…..fatemi pensare……]

sono psicopatico [la presa di coscienza è il primo passo]

stalin era ebreo [i soliti ebrei]

alessandro gardossi seguace di satana [a ciascuno il suo]

finiti i 6000 anni di autogoverno dell’uomo [chi? come? quando? Nessuno mi ha avvertito]

ex marito narcista mi perseguita

l’italia verso un nuovo nazismo? [solo l’Italia? Il solito narcisismo tribale]

un prodotto che sta avendo successo in america e che potrebbe dare ottime chance a chi è disposto ad importarlo in italia [sarei qui a tenere un blog se lo sapessi?]

l’invidia dell’america verso l’italia [che stiamo andando verso un nuovo nazismo]

pupazzo 3 in 1 cappuccetto rosso lupo nonna

porno feudale [fel rules!]

orge in galera

tank interrati dal 2014

new eu policies towards animal welfare: the relative importance of pig castration [poracci]

gru kranich geroglifico

abitazione di leo messi [più grande della mia, devo presumere]

le chiese trappola mortale nell’epidemia di peste [trappola mortale non solo in tempi di pestilenze]

gli alieni aiuteranno gli uomini ed evitare la terza guerra mondiale [credeghe!]

frigo a semi conduttore foto

posti di lavoro e della dignità ittiti [certamente messi meglio di noi pure loro]

nostradamus e il blocco navale nell’atlantico [risiko!]

specchiere dalle forme strane

satira di un intellettuale fasullo [piano con le insinuazioni]

lady carla powell palombara sabina [what?]

norberto felici commercialista porto san giorgio [buon per lui]

fiume di saratov [chiedo l’aiuto del pubblico e la telefonata a casa]

chi di sansone ferisce [di spada ferisce]

grillo casaleggio gengis khan [ke a ucciso + di itler]

andreas hofer e cesare beccaria [diavolo e acqua santa]

cartucce zanoletti calibro 410 [Obama is watching you!]

litigio tra adamo ed eva sul aplotipo [il vero pomo della discordia]

suchia il cazzo a un cimpanze video […davvero non so che dire…]

codice a barre porno [pure quello?]

vestito falegname tirolese [mai più senza]

le orge piu pazze al mondo [mai più senza]

mital piedino p101 [mai più senza…what?]

christine la guer direttore banca mondo [perfetta corruzione del nome di Christine Lagarde, che effettivamente è in guerra con le masse]

io non sono in guerra con il mali [esattamente e non lo sono neanch’io: Bersani vai a lavorare i campi con Guccini!]

“Meglio vedere quello che ci accadrà e resistere, piuttosto che ritirarci nelle fantasie condivise da una nazione di ciechi”.

 

Chris Hedges, corrispondente di guerra e premio Pulitzer, è autore di un magnifico studio della psicologia umana alle prese con la fascinazione per la violenza. La traduzione italiana è intitolata “Il fascino oscuro della guerra” e la consiglio a tutti.

Qui descrive la condizione umana al crepuscolo della nostra civiltà e il senso ultimo di questo e di altri blog.

Hedges coglie quella tragica verità che continuiamo ad ignorare a nostro rischio e pericolo: l’unica maniera per salvarci è uscire almeno occasionalmente dalla modalità egocentrica e, per farlo, dobbiamo fare attenzione a quel che ci circonda. Un bimbo ipnotizzato dalla caccia al piccione si farà arrotare da un’auto piuttosto che interrompere quel che sta facendo. Ma gli adulti sono radicalmente diversi? Avete notato come se siete in bici in una zona pedonale dove è permesso circolare in bicicletta la gente non si sposta? Avete notato quante persone non vi aiutano quando state spostando un oggetto pesante perché non è la loro mansione? Se non facciamo attenzione a quel che accade ed al nostro prossimo saremo eterne vittime delle menzogne, delle manipolazioni e dell’effetto cumulato di milioni di egotismi. È un compito ingrato perché la gran parte del tempo pensiamo ed agiamo meccanicamente. È a questo che servono gli amici: a farci notare quel che da soli non riusciamo a notare. Fungono da specchio e noi facciamo lo stesso con loro. Prendiamo coscienza di quel che non va in noi e così apriamo un pertugio per far uscire quel che di meglio c’è in noi. Ma senza attenzione tutto questo non è possibile e ci sarà sempre iniquità.

Scrivevo in un precedente post: “Seth L. Schein (1996) nota perspicacemente che l’Odissea è piena zeppa di personaggi che si dimenticano le cose, non pongono attenzione a quello che fanno, si formano una valutazione superficiale ed estremamente arbitraria della realtà e per questo falliscono e periscono. Il loro è un fallimento morale e pratico: vengono tutti puniti per aver preteso ciò che non spettava loro, per aver sottratto indebitamente i mezzi di sostentamento altrui senza dare nulla in cambio, per essersi comportati empiamente e parassitariamente”

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/07/22/amleto-e-lingiustizia-iniquita/

Ecco il pezzo di Hedges.

“Le culture che durano dedicano un spazio riservato a coloro che mettono in dubbio e sfidano i miti nazionali. Artisti, scrittori, poeti, attivisti, giornalisti, filosofi, ballerini, musicisti, attori, registi e ribelli devono essere tollerati se una cultura vuole evitare il disastro. I membri di questa classe artistico-culturale, che solitamente non sono benvenuti nelle stordenti aule accademiche dove trionfa la mediocrità, fungono da profeti. Sono allontanati o etichettati come sovversivi delle elite del potere, perché non condividono il narcisismo collettivo dell’autoesaltazione. Essi ci obbligano ad affrontare tesi mai prese in considerazione, quelle per cui andremmo verso la distruzione se non le affrontassimo.

Essi ci presentano le elite governanti come false e corrotte. Essi manifestano l’insensatezza di un sistema basato sull’ideologia della crescita senza fine, dello sfruttamento continuo e della costante espansione. Ci ammoniscono del veleno del carrierismo e della futilità di ricercare la felicità accumulando benessere.
Ci mettono faccia a faccia con noi stessi, dall’amara realtà della schiavitù e delle leggi Jim Crow (*) alla strage omicida dei nativi americani, alla repressione dei movimenti operai, alle atrocità commesse dalle guerre dell’impero, all’assalto all’ecosistema. Ci rendono insicuri dei nostri valori. Loro mettono in discussione i cliché che utilizziamo per descrivere la nazione – il paese dei liberi, il miglior paese della Terra, il faro della libertà – per mettere in luce i lati oscuri, i crimini e l’ignoranza. Essi ci offrono la possibilità di una vita piena di significato e la capacità di avviare un cambiamento.

Le società civili vedono quello che vogliono vedere. Da una miscela di fatti storici e fantastici, creano miti di identità nazionale. Ignorano i fatti spiacevoli che disturbano l’auto-esaltazione. Credono ingenuamente nella nozione del progresso lineare e nella certezza del potere nazionale. Ecco su cosa si basa il nazionalismo: sulle bugie. E se una cultura perde la capacità di pensiero ed espressione, se realmente mette a tacere le voci dissidenti, se si rinchiude in quello che Sigmund Freud chiamava “ricordi di copertura”, un miscuglio rassicurante di fatti e finzione, allora quella cultura muore. Si arrende il suo meccanismo interno di blocco delle auto-illusioni. Dichiara guerra alla bellezza e alla verità. Abolisce il sacro. Trasforma l’educazione in un corso di formazione professionale. Ci rende ciechi. E questo è ciò che è avvenuto. Ci siamo persi in alto mare durante la tempesta. Non sappiamo dove ci troviamo. Non sappiamo dove stiamo andando. E non sappiamo cosa ci capiterà.

Lo psicoanalista John Steiner chiama questo fenomeno “chiudere un occhio”. Fa notare che spesso abbiamo la possibilità di avere conoscenze adeguate, ma poiché è spiacevole e sconcertante decidiamo inconsciamente, e spesso consciamente, di ignorarle. Usa la storia di Edipo per sostenere la sua affermazione. Sostiene che Edipo, Giocasta, Creonte e il “cieco” Tiresia si rendevano conto della verità del parricidio di Edipo e del suo matrimonio con la madre, come era stato profetizzato, ma lo avevano ignorato di comune accordo. Anche noi, scrisse Steiner, chiudiamo un occhio sui pericoli che dobbiamo affrontare, nonostante le numerose prove che, se non riconfigureremo radicalmente il nostro rapporto con la Natura, la catastrofe sarà assicurata. Steiner descrive una verità psicologica profondamente sconcertante.

Io ho riscontrato questa stessa capacità collettiva di auto-illusione tra le élite cittadine di Sarajevo e poi a Pristina, durante le guerre in Bosnia e in Kosovo. Queste raffinate élite si rifiutavano categoricamente di credere che la guerra fosse un’eventualità possibile, sebbene gli atti di violenza fra bande armate avversarie avessero già iniziato a lacerare il tessuto sociale. Durante la notte si potevano sentire gli spari. Ma loro furono gli ultimi a “venirne a conoscenza”. E anche noi siamo auto-illusi allo stesso modo. La prova tangibile della decadenza nazionale – lo sgretolarsi delle infrastrutture, l’abbandono delle aziende e di altri posti di lavoro, le file di negozi distrutti, la chiusura di librerie, scuole, stazioni dei pompieri e uffici postali – che vediamo accadere sotto i nostri occhi, passano in realtà inosservati. Il rapido e terrificante deterioramento dell’ecosistema, provato dall’aumento delle temperature, dalle siccità, dalle alluvioni, dai raccolti distrutti, le perturbazioni anomale, lo scioglimento dei poli e l’aumento dei livello dei mari, vanno perfettamente d’accordo con il concetto di “chiudere un occhio” formulato da Steiner.

Edipo, alla fine dell’opera di Sofocle, si strappa gli occhi e con sua figlia Antigone come guida viaggia nel paese. Una volta re, diventa uno straniero in un paese sconosciuto. Muore, come dice Antigone, “in un paese straniero, ma un paese che aveva desiderato ardentemente.” William Shakespeare in “Re Lear” gioca sullo stesso tema della vista e della cecità. Chi ha gli occhi, in “Re Lear”, non è capace di vedere. Gloucester, cui sono stati cavati gli occhi, nella sua cecità si vede svelata una verità. “Io non ho strada, e perciò non ho bisogno degli occhi”, afferma Gloucester dopo essere stato accecato.
“Ho inciampato quando ho iniziato a vedere”. Quando Lear bandisce la sua unica figlia legittima, Cordelia, che lui accusa di non amarlo abbastanza, Lear urla: “Sparisci dalla mia vista!” A cui Kent replica: Guarda meglio, Lear, e lascia che io rimanga ancora il vero punto di mira dell’occhio tuo.

La storia di Lear, così come la storia di Edipo, riguarda l’acquisizione della visione interiore. Riguarda l’etica e l’intelletto accecati dell’empirismo e dalla vista. Riguarda la visione dell’immaginazione umana, come diceva Blake, quale manifestazione dell’Eternità. “L’Amore senza immaginazione è morte eterna.”

L’allievo Shakespeariano Harold Goddard scrisse: “L’immaginazione non è la capacità di creare illusioni; è la facoltà grazie alla quale ogni uomo apprende la realtà.” L’illusione si scopre essere realtà. “Fai che la fede soppianti la realtà”, dice Starbuck in “Moby-Dick”.

“E’ solo il nostro assurdo pregiudizio ‘scientifico’ che la realtà debba essere fisica e razionale che ci rende ciechi di fronte alla realtà”, ammoniva Goddard. Come scrisse Shakespeare, ci sono “cose invisibili alla vista dei mortali“. Ma queste cose non sono professionali, fattive o empiriche. Non possono essere ritrovate nei miti nazionali di gloria e potere. Non si possono ottenere con l’imposizione. Non giungono per apprendimento o ragionamento logico. Sono intangibili. Sono le realtà della bellezza, del dolore, dell’amore, della ricerca del significato, della lotta per fronteggiare la mortalità di noi stessi e l’abilità di affrontare la realtà. E le culture che disprezzano queste forze immaginative commettono suicidio. Non possono vedere.

Come potrà a questa rabbia opporsi la bellezza,” scrisse Shakespeare, “che non è più forte di un fiore?L’immaginazione umana, la capacità di avere visioni, di costruire una vita di significato piuttosto che di utilitarismi, è delicata come un fiore. E se viene soffocata, se uno Shakespeare o un Sofocle non vengono più ritenuti utili in un mondo empirico di affari, carrierismo e potere, se le università ritengono che un Milton Friedman o un Friedrich Hayek siano più importanti per i loro studenti, piuttosto che una Virginia Woolf o un Anton Cechov, allora diventiamo barbari. E così ci assicuriamo l’estinzione. Gli studenti cui viene negata la saggezza dei grandi oracoli della civiltà umana – visionari che ci esortano a non adorare noi stessi, a non inginocchiarci di fronte all’infima emozione della cupidigia – non possono ritenersi istruiti. Non possono pensare.

Per pensare, come aveva già capito Epicuro, dobbiamo “vivere appartati”. Dobbiamo costruire mura per tenere lontani le ipocrisie e il chiasso della folla. Dobbiamo ritirarci in una cultura a base letteraria, dove le idee non sono deformate dai rumori e dai cliché che abbattono il pensiero. Il pensiero è, come scrisse Hannah Arendt, “un dialogo silenzioso tra me e me stessa”. Ma il pensiero, scrisse, presuppone sempre la condizione umana della pluralità. Non ha alcuna funzione utilitaristica. Non ha un fine o uno scopo esterno a se stesso. Differisce dal ragionamento logico, che è incentrato su un scopo definito e identificabile. Il ragionamento logico, gli atti di cognizione, promuovono l’efficienza di un sistema, incluso il potere commerciale, che solitamente è moralmente neutro nel migliore dei casi, se non malvagio, come spesso accade. L’incapacità di pensare, scrisse la Arendt, “non è una debolezza di molti cui manca la capacità cerebrale di farlo, bensì un possibilità eventuale per chiunque – scienziati, studenti e non si escludono altri specialisti in attività intellettive.”

La nostra cultura commerciale ci ha effettivamente separato dall’immaginazione umana. I nostri strumenti elettronici si insinuano sempre più in profondità negli spazi che un tempo erano riservati alla solitudine, alla riflessione e al privato. Le nostre radio sono piene di baggianate e assurdità. L’istruzione e le comunicazioni disprezzano le discipline che ci permettono di vedere. Celebriamo mediocri capacità professionali e i ridicoli requisiti di test standardizzati. Abbiamo condotto in disgrazia chi pensa, inclusi molti insegnanti di materie umanistiche, cosicché non possano trovare occupazione, né sussistenza, né visibilità. Seguiamo il cieco nel precipizio. Facciamo guerra a noi stessi.

La vitale importanza del pensiero, scrisse la Arendt, appare solo “in tempi transitori, quando l’uomo non si affida alla stabilità del mondo e al suo ruolo in esso, e quando le domande riguardanti le condizioni generali della vita umana, che come tali ci seguono dall’apparizione dell’uomo sulla terra, acquistano inconsueta intensità emotiva.”. E’ proprio nei momenti di crisi che abbiamo bisogno dei nostri pensatori e dei nostri artisti, ci ricorda la Arendt, perché ci forniscono racconti sovversivi che ci permettono di tracciare un nuovo corso, uno che ci possa assicurare la sopravvivenza.

“Quando erediterò la vita eterna?” Fyodor Pavlovich Karamazov, citando la Bibbia, chiede a Padre Zossima ne “I fratelli Karamazov”. A cui Zossima risponde: “Prima di tutto, non mentire a te stesso“.

Ed è qui il dilemma che dobbiamo affrontare come civiltà. Ci dirigiamo collettivamente verso l’autodistruzione. Il capitalismo commerciale, se lasciato a briglia sciolta, ci ucciderà. Ciò nonostante, rifiutiamo di vedere cosa ci accadrà, perché non possiamo pensare né ascoltare ancora quelli che pensano, per capire cosa ci aspetta. Abbiamo creato meccanismi di intrattenimento che offuscano e mettono a tacere la verità nuda e cruda, dal cambiamento climatico al collasso della globalizzazione, alla schiavitù del potere commerciale, il che significa per noi autodistruzione. Se non possiamo fare nient’altro dobbiamo, come individui, alimentare il dialogo privato e la solitudine che sviluppano il pensiero. Meglio essere un emarginato, uno straniero nel proprio paese, piuttosto che emarginati da se stessi. Meglio vedere quello che ci accadrà e resistere, piuttosto che ritirarci nelle fantasie condivise da una nazione di ciechi.

Chris Hedges

Fonte: www.truthdig.com/

Link
09.07.2012

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=10672

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