Come se non ci fossero abbastanza problemi, arrivano le carestie globali

Articolo del Guardian

Il meteo impazzito in alcune delle regioni agricole vitali per il mondo sta devastando colture e minacciando una nuova crisi alimentare globale paragonabile agli shock che hanno scatenato disordini sociali e politici nel 2008 e nel 2010.

Mentre gli Stati Uniti subiscono la peggiore siccità in oltre 50 anni, gli analisti avvertono che l’aumento dei prezzi alimentari potrebbe colpire i paesi più poveri del mondo, causando sconvolgimenti sociali.

La situazione ricorda quella del 2008 quando i prezzi dei generi alimentari hanno scatenato un’ondata di disordini in 30 paesi in tutto il mondo, da Haiti al Bangladesh.

Gli studiosi affermano che l’aumento dei prezzi dei generi alimentari ha anche contribuito ad innescare la primavera araba nel 2011.

Nick Higgins, analista commerciale della Rabobank, ha dichiarato: “Le rivolte per il cibo sono un rischio reale; a questo punto i prezzi del grano sono ancora più elevati che nel 2008, e ciò avrà un effetto su chi non può permettersi di pagare i costi più”.

Il segretario americano per l’agricoltura Tom Vilsack ha detto: “se conoscessi una danza della pioggia la farei”.

Gli Stati Uniti sono fondamentali per i mercati alimentari mondiali, essendo il maggiore esportatore mondiale di mais, soia e grano, per cui l’impatto della siccità si farà sentire in tutto il mondo.

I prezzi del mais sono già saliti del 40% da giugno, stabilendo  record storici, i prezzi della soia sono saliti del 30%, anche loro a livelli record, e il grano è lievitato del 50%.

Ma la crisi non ha colpito solo gli Stati Uniti.

Anche l’America del Sud è stata colpita da una siccità, che potrebbe danneggiare il raccolto di soia, mentre il frumento britannico è stato danneggiato dalla pioggia.
Le inondazioni russe potrebbero condizionare la mietitura del grano, causando picchi dei prezzi.

Il problema è aggravato da forti ordinativi di mais e soia per produrre biocarburanti, al fine di soddisfare le quote negli Stati Uniti e in Europa.

La Cina sta facendo un’incetta strategica di cereali, mettendo sotto pressione i mercati.

I consumatori percepiranno presto gli effetti di questi picchi. Un alto prezzo del grano si riflette direttamente in un aumento dei prezzi nei negozi, in quanto è l’ingrediente principale per il pane e di altri alimenti di base.

Il collegamento è meno diretto con altre colture. Mais e soia vengono utilizzati per alimentare il bestiame, l’aumento dei prezzi così finirà per causare un aumento del prezzo della carne. Nel breve termine, tuttavia, avranno l’effetto contrario, perché gli allevatori uccideranno il bestiame per non doverlo nutrire e ciò produrrà una temporanea caduta dei prezzi. In seguito costerà molto ricostruire le mandrie di bovini e questi effetti inflazionistici saranno lunghi e persistenti.
L’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari hanno un effetto sproporzionato sui più poveri del mondo.

Chi vive in Occidente spende circa il 15% del loro reddito per il cibo, un valore che sale a circa il 75% nei paesi in via di sviluppo: perciò qualsiasi variazione dei prezzi alimentari ha un impatto drammatico sui bilanci delle famiglie. Purtroppo ora i loro risparmi sono stati bruciati dalle crisi del 2008 e 2010.

Gli economisti temono che l’inflazione dei prezzi alimentari aggraverà la crisi economica globale, in quanto limiterà la capacità dei mercati emergenti di fornire qualsiasi tipo di stimolo per guidare la ripresa.

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