Adattamento e resilienza nella prossima Piccola Era Glaciale

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Ora gli scienziati hanno scoperto che,
per un periodo di 20 anni, la Terra si raffredderà invece di riscaldarsi se il riscaldamento globale e il crollo della Circolazione meridionale Atlantica (Atlantic Meridional Overturning Circulation o AMOC) si verificano contemporaneamente.
Could ‘The Day After Tomorrow’ happen? Science Daily, 9 ottobre 2015

Il raffreddamento…potrebbe raggiungere i 12°C in meno della norma sull’Atlantico Settentrionale, e far calare le temperature medie di oltre 4°C in Siberia settentrionale e di 2°C in Europa. La seconda immagine mostra la situazione 95 anni dopo, con il Global Warming che ha innalzato di nuovo le temperature, ma che rimarrebbero quasi ai livelli attuali sulle coste occidentali europee, dove il raffreddamento forte e sensibile farebbe fatica a ritornare ai livelli precedenti. Si tratta quindi di un pericolo che incombe sul clima euroasiatico, quello che sarebbe maggiormente interessato da questo collasso e che ne pagherebbe le conseguenze con un clima fortemente più freddo per un lungo arco di tempo.
http://freddofili.it/2015/10/13/il-collasso-della-circolazione-nord-atlantica-portera-ad-un-crollo-delle-temperature-globali-per-circa-ventanni/

Eventuali alterazioni dell’AMOC forniscono una fonte di incertezza per quanto riguarda i futuri cambiamenti climatici. Le mappature delle tendenze relative alle temperature nel corso del XX secolo mostrano una regione di marcato raffreddamento nell’Atlantico settentrionale.

Exceptional twentieth-century slowdown in Atlantic Ocean overturning circulation, Nature, 23 March 2015

Il risultante flusso settentrionale di aria fredda offre condizioni favorevoli per inverni rigidi in Asia orientale e Nord America.

Two distinct influences of Arctic warming on cold winters over North America and East Asia, Nature, 31 August 2015

La circolazione termoalina atlantica è in fase declinante e l’Oscillazione Nord Atlantica (AMO) si sta muovendo verso una fase negativa. Ciò potrà produrre una breve tregua nel persistente aumento di temperature globali.

Ocean impact on decadal Atlantic climate variability revealed by sea-level observations, Nature, 27 May 2015

La temperatura dell’acqua nel golfo di Biscaglia rimase relativamente elevata, mentre quella dell’Europa continentale scese gradualmente. Portata a nord dal vento, l’umidità rilasciata da questo contrasto termico sembra aver causato le nevicate che hanno formato la calotta polare.

Air–sea temperature decoupling in western Europe during the last interglacial–glacial transition, Nature Geoscience 6,837–841(2013)

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IL RESTO DELL’ARTICOLO SU MEDIUM

Adattamento e resilienza nella prossima Piccola Era Glaciale

L’Artico in crescita, l’attività solare in forte calo, a poche settimane dalla Conferenza di Parigi sul clima

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La stagione dello scioglimento dei ghiacci artici è durata un mese in meno della media storica e l’estensione dei ghiacci ha quasi raggiunto il valore del  2005.

L'unica chiara correlazione è tra Nino e temperature globali

L’unica chiara correlazione è tra Nino e temperature globali

 

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modelli serristi sempre più sfasati

 

Concentrazione di CO2 insignificante rispetto al passato.

Concentrazione di CO2 insignificante rispetto al passato.

 


Ciò nonostante, imperterriti, i serristi procedono nella direzione opposta.

All’aumentare della diffusione del consenso, diminuisce la richiesta di prove

Legge del Pecorone

All’aumentare dell’ignoranza, aumenta il numero di parole necessarie a dissimularla

Legge del Parolaio

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Il flusso solare è ufficialmente sceso sotto la quota psicologica di 80 punti, siamo a 79.8. Le cose si fanno più che interessanti, sorprendenti, ogni giorno che passa da quando settembre per un soffio non ha chiuso sotto i 100 sf mensili si sente il minimo solare sempre più vicino.. Lo sentite? Sta arrivando e lo dimostra il fatto che i recenti allineamenti planetari sono stati quasi privi di effetto

Marco Bagnato, Homo Climaticus

Ho la sensazione che la Conferenza sul clima (“riscaldamento globale”) sarà funestata da eventi climatici “inattesi”.
Se non proprio a Parigi (un bel blizzard ci starebbe tutto), nel Nord Europa o in Nord America.

Possible changes in Atlantic meridional overturning circulation (AMOC) provide a key source of uncertainty regarding future climate change. Maps of temperature trends over the twentieth century show a conspicuous region of cooling in the northern Atlantic.

Exceptional twentieth-century slowdown in Atlantic Ocean overturning circulation, Nature, 23 March 2015

The resulting northerly flow of cold air provides favourable conditions for severe winters in East Asia or North America.

Two distinct influences of Arctic warming on cold winters over North America and East Asia, Nature, 31 August 2015

The Atlantic overturning circulation is declining and the AMO is moving to a negative phase. This may offer a brief respite from the persistent rise of global temperatures.

Ocean impact on decadal Atlantic climate variability revealed by sea-level observations, Nature, 27 May 2015

Per aggiornamenti:

Northern Europe and North America get a chilly surprise

Il famigerato Sesto Inverno si avvicina inesorabile?

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Sta succedendo quel che temevano i glacialisti. La Corrente del Golfo sta perdendo colpi e la prestigiosa rivista scientifica Nature sta dedicando uno spazio molto ampio (un articolo ogni 2-3 mesi) alle possibili conseguenze del raffreddamento dell’Atlantico settentrionale.

Il nuovo mantra è: se vi beccate una miniglaciazione la colpa è vostra e delle emissioni di anidride carbonica  (bisogna pur sempre preservare il giga-business dei crediti di carbonio, con relativi derivati)
https://socialforecasting.wordpress.com/2015/09/02/northern-europe-gets-a-chilly-surprise/

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Naturalmente l’anidride carbonica non ha NULLA a che vedere con questo fenomeno (vedi sopra), ma ci vorranno anni, forse decenni, prima che i climatologi in buona fede ammettano di essere degli allocchi che si sono fatti buggerare da un manipolo di delinquenti anti-scientifici, tradendo e prostituendo la propria disciplina, e che i loro numerosissimi colleghi scettici avevano tutte le ragioni del mondo.

Ego è una brutta bestia e le crociate si estinguono solo dopo una o più cocenti sconfitte.
http://www.futurables.com/2015/02/24/tutto-cio-che-e-solido-si-dissolve-nellaria-cigni-neri-e-profezie-climatiche/

Tornando a noi, le cose potrebbero andarci relativamente bene: Minimo di Maunder, raffreddamento della durata di qualche decennio, nessuna mega-eruzione che ci spinga in una glaciazione coi fiocchi
https://homoclimaticus.wordpress.com/2015/09/27/il-raffreddamento-dellatlantico-parte-3-le-conseguenze/
https://socialforecasting.wordpress.com/2015/09/24/volcanoes-will-dramatically-alter-climate/

un ritorno alle temperature della Piccola Era Glaciale, terminata nella seconda metà del diciannovesimo secolo?

un ritorno alle temperature della Piccola Era Glaciale, terminata nella seconda metà del diciannovesimo secolo?

e il tutto si risolve dolorosamente ma non irreparabilmente, tra il 2018 e la metà del secolo
http://www.futurables.com/2015/05/21/social-forecasting-per-agricoltori-e-allevatori-scenario-glaciazione-2/

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OPPURE SI VERIFICA LO SCENARIO PEGGIORE: LA FINE DELL’INTERGLACIALE

La produttività biologica del lago esaminato in Irlanda si è azzerata nel giro di pochi mesi, forse un anno. Tale calo nella produttività  è inequivocabilmente legato ad una caduta verticale della temperatura dell’aria. Altri studiosi, interrogati sui risultati di questa ricerca, si dicono convinti che i dati possano rivelarsi coerenti e corretti. Infatti, gli ultimi carotaggi effettuati in Groenlandia indicavano una transizione tra 1 e 3 anni. Quindi apparentemente vi è coerenza con i dati irlandesi.

Claudio Gravina, Climatemonitor

Quando l’atmosfera si raffredda, la corrente a getto diventa più irregolare, oscilla a zig-zag, prima a nord poi a sud, e diventa molto debole e sensibili ai disturbi causati dalla temperatura del mare e dalla presenza di neve e ghiaccio sulla terra e sul mare le recenti avverse condizioni meteorologiche nel Nord America e altrove sono una conseguenza di questo andamento debole e più irregolare delle correnti atmosferiche… Un flusso dominante da nord-ovest a sud-est si stabilisce su tutto il territorio degli Stati Uniti ad est delle Montagne Rocciose, favorendo il flusso verso sud della corrente a getto e il raffreddamento di un vasto tratto di oceano a sud di Terranova.

John Gribbin e Douglas Orgill, “The Sixth Winter”, 1979
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Sappiamo che un rimbalzo glaciale si manifesta nel giro di pochi mesi – forse settimane – una volta che saltano certi meccanismi di riequilibrio e il sistema raggiunge un punto di non ritorno, oltrepassato il quale deve trovare un diverso assetto in un contesto caotico.
http://www.futurables.com/2014/09/25/mutamento-climatico-improvviso-lo-scenario-otzi/

Lo comprova lo studio forse più meticoloso mai eseguito in questo campo, effettuato sui depositi di fanghiglia del lago irlandese Lough Monreagh. Spiega il geologo William Patterson: “Il tutto sarebbe accaduto repentinamente per chi si fosse trovato a vivere in quell’epoca. E’ l’equivalente di prendere la Gran Bretagna e spostarla nell’Artico nel giro di pochi mesi

È il ben noto scenario descritto nel film catastrofista “L’Alba del giorno dopo” (2004), a sua volta tratto dal romanzo “The Coming Global Superstorm” di Art Bell and Whitley Strieber (1999). Va detto che il film – molto amato da Al Gore che lo distribuiva gratuitamente ai suoi eventi – e il libro sono di scuola serrista, ossia incolpano l’uomo del cambiamento climatico che innesca la glaciazione.

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Prima dell’uscita del suddetto film un rapporto commissionato dal Pentagono illustrava scenari analoghi (sempre di matrice serrista). Nello scenario considerato il riscaldamento globale raggiunge il suo picco (fortissimo scioglimento dei ghiacci artici nel periodo estivo) intorno al 2010 (è successo nel 2012). L’effetto più grave è che la Corrente del Golfo non riesce più a portare acqua calda e salata verso l’Europa settentrionale mentre le accentuate precipitazioni nel Nord Atlantico aggiungono altra acqua fredda e dolce.

L’impatto è rapido ma si sviluppa nel corso di un decennio, tra il 2010 ed il 2020.

Le temperature precipitano di diversi gradi in Europa e leggermente meno nel Nord America e nell’Asia settentrionale. Siccità in Europa e Nord America. Tempeste di neve diventano più frequenti. Venti più forti.

Siccità prolungata in Cina ed Europa. Altre aree secche diventano umide.

Il raffreddamento dell’area del Nord Atlantico diventa sempre più intenso ed imprevedibile. La neve si accumula e quindi il fresco si prolunga anche in estate. La circolazione atmosferica ne risulta alterata. Dopo il 2015 (per noi sarebbe il 2017, tenuto conto della discrepanza tra scenario e realtà) il freddo comincia a farsi sentire nell’Europa meridionale ed in Nord America. Correnti fredde soffiano attraverso il continente europeo danneggiando l’agricoltura. La siccità ed il vento producono tempeste di sabbia/polvere.

Il clima dell’Europea nord-occidentale sarà più freddo, secco e ventoso rendendola molto simile alla Siberia. L’Europa meridionale subirà un cambiamento minore ma verrà colpita da violenti e intermittenti raffreddamenti e da rapidi sbalzi di temperatura. L’Europa combatterà per arginare l’emigrazione dalle nazioni scandinave e dall’Europea settentrionale di popoli in cerca di caldo, così come l’emigrazione dai paesi duramente colpiti in Africa e altrove. Entro il 2030 circa il 10% della popolazione europea si sarà trasferito in un paese diverso da quello di residenza, per ragioni climatiche.

Gli Stati Uniti e la Cina vedranno un deterioramento della produzioni agricola.

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Qualche anno prima, nel 1979, quando ormai era in ascesa la propaganda del catastrofismo serrista, uno scienziato e divulgatore dalle credenziali impeccabili, John Gribbin (dottorato in astrofisica a Cambridge, affiliato al dipartimento di astronomia dell’Università del Sussex, pluripremiato divulgatore scientifico per Nature e New Scientist, e per numerose testate giornalistiche, tra cui The Times e The Indipendent), pubblicava “The Sixth Winter” (Il sesto inverno), un romanzo-saggio glacialista estremamente istruttivo, che ricapitolava quelle che erano state le argomentazioni di moltissimi climatologi dell’epoca, i quali ammonivano che la fine dell’interglaciale era prossima.

A distanza di 35 anni il testo ha acquistato un sinistro carattere ammonitorio.

Sembra descrivere quel che sta accadendo in questi mesi.

A pagina 21 e 22 vengono riproposte le tesi del suo articolo “The Climatic Threat”, pubblicato da Analog Annual nel marzo del 1976: Temperature in moderato calo, ghiacci polari che avanzano, ma soprattutto condizioni meteorologiche estreme che perdurano per mesi nell’emisfero settentrionale a causa del raffreddamento del Nord Atlantico e correnti a getto che hanno perso forza e zigzagano. Questo fenomeno causa forti innevamenti che non arrivano a sciogliersi completamente nelle successive estati. Nel romanzo si annuncia che al 6 anno consecutivo di ripetizione di questo evento si arriverebbe al PUNTO DI NON RITORNO (in corsivo nel testo, per enfatizzarlo), con la fine dell’interglaciale e l’incedere di una nuova era glaciale:

Should such a pattern of jet stream zigzag and “blocking high” conditions recur over five or six reasonably closely-spaced winters, with summer sunshine insufficient to melt all the snow from each preceding winter, this may quite rapidly build snow cover over the north-eastern part of North America beyond THE POINT OF NO RETURN. Snow cover may similarly build over northern USSR possibly triggering an Ice Age.

John Gribbin, “The Sixth Winter”, 1979, p. 23

Alcuni dei passaggi chiave del libro che potrebbero aiutarci ad affrontare ciò che ci POTREBBE attendere:

  • 20000 anni fa la linea dei ghiacci passava da Seattle a Baltimora, poco a nord di Washington. Linea Bristol-Londra-Berlino-Varsavia;
  • La cartina all’inizio del libro però mostra una diversa linea: arriverebbe a lambire Vancouver, Philadelphia, Londra, Colonia, Breslavia, Kiev. Tutto ciò che sta a nord di questa linea sarebbe perso per sempre, sminuzzato e smaltito dai ghiacciai, mentre la Russia asiatica sarebbe libera dai ghiacci, come pure gran parte dell’Alaska;
  • Un decennio per sprofondare in una glaciazione (effetto albedo) e poi qualche secolo per arrivare al miglio di spessore di ghiaccio (125 anni per un’era glaciale a pieno titolo);
  • Impossibile sfamare tutti senza una rivoluzione tecnologica;
  • Le nuove condizioni climatiche risvegliano nei lupi una memoria ancestrale: si riorganizzano in grossi branchi di centinaia di esemplari (normalmente sono meno di una decina e non più di 20 quando è molto freddo). Sono aggressivi, disposti a mangiare carcasse e avanzi;
  • Quando il clima si raffredda le correnti a getto (jet stream) diventano instabili, le correnti atmosferiche cominciano a oscillare verso sud e verso nord cambiando il clima. A un certo punto queste stesse correnti non cambiano solo direzione orizzontalmente. Possono anche scendere a terra improvvisamente.
  • Compaiono dei tornado di ghiaccio che causano decine di migliaia di morti e fanno precipitare le temperature a -75 gradi C ai loro margini, a ottobre. Sono magneticamente attirati dall’acqua, dai fiumi. Il tornado scava un cratere al momento dell’atterraggio ma poi, quando si stabilizza e inizia a muoversi, lo fa in superficie. Si muove alla ricerca di calore, di meno freddo. Per questo mammuth congelati istantaneamente. Per questo l’acqua e le città sono più a rischio.
  • Il vortice polare non si ritira in primavera ed estate e il clima che sarebbe normale in Alaska diventa normale in Canada e negli USA;
  • Siccità nel Sahara ma anche in India, carestie in India per assenza di piogge monsoniche. Sempre in India, temperature come a Manchester;
  • Centinaia di migliaia di sfollati senza casa. Baite in legno meglio delle tende. Fiumi cambiano il loro corso e inondano le aree circostanti;
  • Un mese in meno di estate;
  • Oleodotti e gasdotti bloccati;
  • Più iceberg (tabulari) nel Mare del Nord, come se fosse l’Antartico; speronano e abbattono le piattaforme petrolifere;
  • Tonnellate di neve in Alaska, non si sa dove mettere quella rimossa con gli spartineve. Anchorage da evacuare;
  • Porti nordici bloccati dal ghiaccio. Impensabile far arrivare il petrolio del Mare del Nord a nord di Harwich: troppo ghiaccio. Meglio Bristol e le coste occidentali, più protette;
  • Sempre procedere con due mezzi in condizioni invernali, casomai un veicolo si rompesse;
  • Il Sahara comincia a rinverdirsi da nord, mentre a sud si espande;
  • Neve cade per due settimane senza posa attraverso tutto l’emisfero settentrionale;
  • Carri armati usati come trattori per estrarre i veicoli dalla neve;
  • Newcastle tagliata fuori dal resto del paese per 5 giorni (2000 morti);
  • grandi opportunità per chi è interdisciplinare e poliglotta, perché i politici hanno bisogno di prendere delle decisioni e non sanno di chi fidarsi (ehehehe);
  • Nessuno si immaginava che gli eventi potessero raggiungere un punto di non ritorno nel giro di poche settimane. Ci si aspettava che ci mettessero almeno 2-3 anni. Ma la morte in massa dei mammuth lungo la costa settentrionale della Siberia 40mila anni fa era un monito;
  • Animali reagiscono istintivamente alle trasformazioni. Hanno avvertito il cambiamento ma gli esperti che li monitoravano non hanno capito la ragione del loro comportamento. Occasioni sprecate.
  • Probabile uno scenario Wurm/Wisconsin (80mila anni fa), quello della glaciazione terminata 12000 anni fa.
  • Il sud della Francia (ergo:  Toscana e Liguria) avrà un clima scozzese o scandinavo.
  • Africa mantiene il suo equilibrio ecologico e demografico perché deserto si espande a sud ma contrae a nord;
  • Ci si aiuta perché non siamo ratti, lupi o formiche, ma esseri umani. Sorprendente reazione: più cooperazione che legge della giungla (anche perché chi viene ostracizzato muore).
  • La democrazia non è condannata e non serve farsi prendere dal panico. Serve sviluppo tecnologico e cooperazione planetaria. La glaciazione non se ne andrà velocemente per via dell’effetto albedo. Non cambierà nulla per almeno 3mila anni, nella più ottimistica delle ipotesi. Solo una combinazione di allineamenti planetari, irraggiamento solare e attività solare crea gli interglaciali. Durerà più probabilmente per 40mila anni;
  • Interruzione del chinook/föhn che permette al grano di crescere nelle pianure dell’Alberta e del Saskatchewan e si fa sentire fino in Colorado (problemi anche nelle Alpi);
  • Chicago evacuata ma è stato un errore: 200mila morti per colpa dei blizzard (meglio restare chiusi in casa se si hanno risorse). Ad Amburgo 18mila morti per la stessa ragione.
  • Si impara dagli errori. New York non viene evacuata in un colpo solo, nonostante 5 settimane di neve quasi ininterrotta. A Glasgow e Oslo si impara dagli errori altrui: ma 3mila morti a settimana per la fame e il freddo. Profughi dell’Oregon e dello stato del Washington vanno verso Vancouver, profughi canadesi vanno verso gli USA: caos. A Winnipeg si decide di far restare la gente fino a primavera.
  • Non tutto un unico blocco di ghiaccio, per anni e forse secoli ci saranno enclavi prive di ghiaccio (es. Stoccolma);
  • Gli animali migrano stagionalmente: unica chance è nomadismo per almeno una parte della popolazione per diversi anni, finché il ghiaccio non si consolida. Nordici vengono a sud e poi tornano a nord per l’estate. In questo modo più produzione agricola e meno bocche da sfamare;
  • Australia inaridita;
  • Bering torna ad essere un ponte di terra perché il livello degli oceani si abbassa rapidamente, nel giro di un anno (acqua intrappolata nei ghiacci non raggiunge il mare);
  • L’Europa abolisce le frontiere. In tutto il mondo si parla di cooperazione. Profughi climatici in Baviera (inzuppata ma non ghiacciata), in Provenza e nel Sud Italia. Anche Nuovo Messico umido.
  • Grave errore aver ciarlato senza costrutto dopo il primo inverno selvaggio. Il secondo ha trovato il mondo impreparato e il terzo è stato anche peggio (albedo);
  • Intensa attività vulcanica: peso del ghiaccio sulla crosta terrestre fa aumentare attività vulcanica, più polveri nell’aria, meno irraggiamento;
  • Dopo il secondo inverno finiscono i tornado di ghiaccio: fenomeno transitorio, legato al passaggio all’era glaciale;
  • Danimarca e Birmingham al confine dei ghiacci, come British Columbia e Australia (Nuova Zelanda persa);
  • Continuo declino dell’attività solare. Anche se attività solare tornasse a salire, la glaciazione resterà. La condizione naturale del pianeta è quella glaciale. Altri 100mila anni prima che parametri orbitali permettano di uscire dalla glaciazione: facile piombare in una glaciazione, difficile uscirne (anche se l’uscita è comunque rapida);
  • Russi capaci di far funzionare industrie in Siberia, sui ghiacci;
  • Brasile paese perfetto: non cambia praticamente nulla. Civiltà umana diventa tropicale. Africa sub-sahariana nuovo fulcro. Da civiltà interglaciale a civiltà glaciale;
  • Scienziati devono diventare politici e vice versa;
  • Senza l’epoca interglaciale l’evoluzione umana sarebbe stata diversa. Si sarebbero probabilmente sviluppate facoltà telepatiche/extra-sensoriali necessarie alla sopravvivenza, magari anche capacità di comunicare con gli animali. L’Umanità deve adattarsi e diventare Homo sapiens hibernus.

http://www.homosapienshibernus.com/una-civilta-a-prova-di-glaciazioni/

Corrente del Golfo malata – l’elefante nella stanza che si continua a ignorare

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