Menzogne sulla Libia, preludio alle menzogne sulla Siria

 

 

Marinella Correggia, “Cronologia minima delle menzogne inutili”, Il Manifesto, 20.03.2012
[N.B. ho aggiunto altri link e sostituito quelli “morti”]

“Carrellata delle notizie sballate e pompate durante i bombardamenti contro Gheddafi. Con i link di riferimento e i video a testimonianza del corto circuito fra media, Onu, ong, governi coinvolti, tutti ad amplificare la propaganda dei «ribelli».

Per non dimenticare l’anniversario della «guerra umanitaria» Onu-Nato sulla Libia, il 19 marzo 2011.

Sull’onda delle notizie sulla repressione delle proteste del 17 febbraio a Bengasi (sanguinose e brutali ma assurte presto a livello di «genocidio»), nel febbraio-marzo 2011 furono varate due risoluzioni Onu: sanzioni, no-fly zone, Libia espulsa dal Consiglio dei diritti umani Onu, Gheddafi deferito al Tribunale penale internazionale. E una guerra durata 8 mesi.

Ecco una cronologia minima delle menzogne più utili.

Il 21 febbraio la tv qatariota Al Jazeera denuncia: «Aerei da guerra ed elicotteri bombardano manifestanti in alcuni quartieri di Tripoli». Il mondo insorge. Ban Ki Moon si dice «oltraggiato». I satelliti militari russi – e di certo anche quelli occidentali – non hanno rilevato nulla:

http://rt.com/news/airstrikes-libya-russian-military/

riprese video e visite di testimoni nei quartieri interessati non mostrano distruzioni

http://www.medarabnews.com/2012/02/03/il-controverso-ruolo-dei-media-nella-crisi-libica/

Ma che importa?

Il 23 febbraio tocca a Al Arabiya, altra tv petro-monarchica

http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=150371

«La repressione in Libia ha già fatto 10 mila morti e 55mila feriti». Le prove? Nessuna. La fonte? Un «membro libico della Corte penale internazionale, Sayed al Shanuka», da Parigi . Ma il 24 febbraio arriva la smentita: «La Corte desidera chiarire che questa persona non è membro dello staff né può parlare a nome della Corte»

www.icc-cpi.int/NR/exeres/8974AA77-8CFD-4148-8FFC-FF3742BB6ECB.htm

Negli stessi giorni, un «filmato del 22 febbraio» di One World mostra le «fosse comuni»: morti fatti dai governativi inumati su una spiaggia dopo i massacri ordinati da Gheddafi. Il Telegraph rilancia la notizia. Tutti la riprendono. In Italia soprattutto:

http://video.repubblica.it/dossier/libia-rivolta-gheddafi/fosse-comuni-a-tripoli-per-i-manifestanti-morti/62716/61416

Però, già il 24 si dimostra che il video era stato girato nell’agosto 2010 nel cimitero Ashat ed era una normale operazione di rinnovamento del suolo e spostamento dei resti, abituale ogni 10-20 anni:

http://www.mentecritica.net/fosse-comuni-in-libia-un-falso-costruito-ad-arte-google-maps-lo-dimostra/mente-critica/no-one/latest/kurt/19782/

http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2011/02/27/paolo_rumiz_intervista_morti_libia_romania_1989_ceausescu.html

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=print&sid=9051

Non importa. Sollevazione generale di pacifisti e umanitari. Il 24 febbraio 70 «ong» indirizzano a Ban Ki Moon, a Obama e alla ministra Ue degli esteri Ashton una petizione

http://www.unwatch.org/site/apps/nlnet/content2.aspx?c=bdKKISNqEmG&b=1330815&ct=9135143

Promossa da Suleiman Bouchuiguir della Lega libica per i diritti umani, dall’organizzazione Usa UN Watch e dal National Endowment for Democracy (Ned) che non è una ong bensì il potente organismo statunitense che con la scusa di democrazia e diritti umani destabilizza i regimi scomodi (un ruolo lo ebbe anche nel golpe anti-Chávez del 2002 in Venezuela). La petizione sostiene che il governo libico stia commettendo «crimini contro la vita» e «crimini contro l’umanità»; chiede un’azione internazionale contro la Libia, «usando tutte le misure possibili». La lettera è commovente. In luglio Bouchuiguir, intervistato a Ginevra, ammette di non avere prove, la sua fonte era il Cnt, di cui fa parte:

http://www.youtube.com/watch?v=cTmiWNS1u0M

In marzo si susseguono denunce di stupri di massa su ordine del regime da parte dei «mercenari di Gheddafi muniti di Viagra». Denunce smentite dallo stesso inviato dell’Onu Cherif Bassiouni in giugno. Smentite confermate ex-post sia da Amnesty sia dal recente rapporto della Commissione di investigazione Onu (febbraio 2012).

Il 26 febbraio Il Consiglio di sicurezza vara la risoluzione 1970. Il 3 marzo, tal Ali Zeidan, portavoce della Lega libica per i diritti umani, lancia da Parigi un nuovo allarme: in due settimane 6000 le vittime di Gheddafi e un «genocidio annunciato» se i suoi «mercenari» arrivassero a Bengasi. Un falso pure questo:

http://www.peacelink.it/conflitti/a/34673.html

[cf. anche la famigerata dichiarazione di Ahmadinejad sulla distruzione di Israele è falsa. Ha detto: «Imam ghoft een rezhim-e ishghalgar-e qods bayad az safheh-ye ruzgar mahv shavad», ossia:
Imam (Khomeini) ghoft (diceva) een (questo = il) rezhim-e (regime) ishghalgar-e (occupante = che occupa) qods
(Gerusalemme) bayad (deve) az safheh-ye ruzgar (dalla pagina del tempo) mahv shavad (sparire).

Che è cosa ben diversa dalla traduzione ufficiale: «Israele deve essere cancellato dalla carta geografica»
http://www.ildialogo.org/notiziario/approfondimenti/cosahadettoahmadinejad.pdf

Il 17 marzo la risoluzione 1973 del Cds: no-fly zone e «ogni azione» per «la protezione dei civili».

Il 19 marzo i caccia francesi iniziano i bombardamenti. «Umanitari», ovvio.

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